il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

www.accademiaurbense.itl'Ordine» e a molti loro aderenti, che fosse giunto il momento, graziealla nuova legge sulla stampa del 30 ottobre, di fondare a Genova ungiornale che si rendesse interprete della nuova fase della vita politicaligure-subalpina ~:~. Era quindi necessario un organo di orientamentopolitico, di dottrina civile, che impostasse la pluralità dei problemi suun solido terreno programmatico e che avesse per motivo vitale l'educazionedell'opinione pubblica al senso dell'ordine, al rispetto del potere,al sentimento della libertà, al superamento del municipalismo,al concetto della nazionalità. L'uomo più adatto a tale assunto parvein quel momento Domenico Buffa: la sua esperienza di giornalista, isuoi studi storico-sociali, le sue doti di scrittore erano motivi più chesufficienti per designare in lui il direttore di quello che doveva essereil terzo giornale del regno di Sardegna, che racchiudesse una specificaproblematica politica, dopo il Risorgimento di Cavour e la Concordiadi Lorenzo Valerio. Il 13 novembre il Buffa chiedeva consigli all'Aquarone,vicedirettore dell'Alba, in ordine al giornale genovese che sivoleva pubblicare presto: «Ora si tratta di stabilire un giornale, equesta è la ragione per cui ti scrivo: io sto per proporre il disegnod'uno: già ne ho preparato l'idea fondamentale, come pure il regolamentoeconomico, ma per questo mi mancano i dati precisi, non avendomai diretto giornali. Ora io ricorro a te che hai le mani in un giornale,acciocché mi risponda o faccia rispondere da chi ne sia più pratico dite a tutti i quesiti che ti metto quassotto ». Il 22 novembre scrivevaal Vieusseux intorno allo stesso argomento. L'amico da Firenze glirispondeva il l " dicembre con preziosi consigli e lodando l'iniziativa.In quei giorni di novembre, in attesa delle risposte di Aquarone edi Vieusseux, il Buffa andava definendo l'idea fondamentale del giornale,onde farne una breve relazione alla società di una ventina diazionisti ~~ che si era intanto formata in Genova per il finanziamentodel giornale proposto.~:l Tale esigenza era sollecitata soprattutto da un esplicito rafforzamento del partitomazziniano, il quale cercava in quei giorni di realizzare in Genova un proprio organo diorientamento politico per mezzo di un periodico. Era infatti annunciata, verso la metàdi novembre, l'uscita del giornale La Vestale. Il lO novembre il Fraschini scriveva daGenova al Lamberti: «Mandargli articoli belli e fatti al nuovo giornale La Vestale; ilcolore ne sarà abbastanza buono, secondo la possibilità ». (Protocollo della GiovineItalia, VI, p. 218 e p. 224). Il Mazzini il 20 novembre scriveva a F. Foresti a NewYork: «L'Alba di Firenze è giornale nostro. E tale sarà La Vestale che si stabilisce aGenova, dove i nostri elementi aumentano ogni giorno» (MAZZINI, Scritti, XXXIII,p. 105). Il giornale non uscì, e il suo programma, scritto dal Mameli, non fu approvatodalla commissione di revisione (cfr. GOFFREDO MAMELI, La vita e di scritti, a cura diA. CODIGNOLA, Venezia, 1927, volume II, p. 201).~~ Tra essi erano: Domenico Elena, Giacomo Balbi Piovera, F. Balbi Senarega,15