il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itin virtù del quale riceva facoltà di recarsi in Genova a pigliare la direzioneeconomica del giornale La Lega Italiana. Il detto signore Canuti, bolognese,emigrato del 1831, non avendo sottoscritto la formola di domanda impostaa tutti gli emigrati che desiderassero approfittare dell'amnistia promulgatadal Santo Padre non può ritornare in patria. Il bisogno che hanno i giornaliitaliani, come novizi affatto nella loro carriera, di essere amministratinella parte economica da persone sperimentate per lunga pratica in questefaccende, e il poco fausto esempio che per questo lato ci porgono i foglitoscani, ha indotto la società a chiamare presso diil detto signor Canuti,il quale da forse 15 anni è addetto a siffatti impieghi in Francia, e ha presentementela direzione del foglio parigino Le Commerce, come uomo chealla fama di specchiata probità unisce la qualità desiderata d'essere versatissimonelle faccende economiche de' giornali. La società, stante la strettezzadel tempo e il bisogno di dare subito cominciamento alla pubblicazionedel suo periodico, osa supplicare la V.E. che siano concesse quantoprima le necessarie carte al detto signore, acciocché, trovandosi obbligatadi metter mano alla pubblicazione senza di lui, dalla sua assenza non provengaqualche grave danno agli interessi della società medesima.Supplica in secondo luogo che le sia concesso far venire per uso delsuo ufficio i giornali italiani e stranieri che più sotto nomineremo. La societàfonda la sua domanda sopra alcuni motivi non indegni forse che V. Eccellenzali pigli in seria considerazione. Per fare un buon giornale politico ènecessario avere alle mani tutti i principali fogli d'Europa, di qualunquecolore: quelli della propria nazione innanzi tutto, poi quelli delle nazionistraniere. È necessario, perché egli è dal conflitto delle varie opinioni chesi ritrae il vero, e il modo con cui le varie opinioni tentano spiegare e indirizzaregli avvenimenti, e gli argomenti con cui si combattono a vicenda,ajutano il giornalista ad acquistare quel tatto pratico che non si può ritrarredalla lettura d'un giornale solo o di pochi, cioè dall'udire una sola opinioneinvece che tutte. Come mai, per esempio, giudicare equamente degli affaridella Svizzera, senza avere egualmente inteso le accuse e le difese dei giornalidella Dieta e di quelli del Sonderbund? Il medesimo si dica de' fattidi Francia, Inghilterra ecc. Ma se questa variata lettura è necessaria ai giornalististranieri, è poi indispensabile affatto agli italiani, i quali, essendo deltutto novizii nel giornalismo politico, debbono, per questo riguardo, cominciarela loro educazione, e per far presto e bene, quanto i tempi lo richieggano,dee poter avere alle mani tutti i mezzi che a ciò sono necessarii. Senzadi questo i giornali sardi riusciranno, non solamente superficiali e leggierie di gran lunga inferiori a quelli di ogni altro paese, ma, ciò che più importa,né il governo, né i sudditi potranno ritrarre quell'utilità che se ne sono144

www.accademiaurbense.itpromessi. Ora, permettere che si facciano giornali e non concedere i mezzidi farli bene, sarebbe lo stesso che rendere vano, almeno per buona parte,il benefizio impartito, lo che senza dubbio è assai lungi dalle intenzioni delbenefico Principe che ci ha chiamati a questa vita novella.Oltre di ciò le riforme di S.S.R. Maestà, fra gli altri fini hanno evidentementeanche quello di mettere i popoli sardi a paro del romano e del toscano,quanto alle instituzioni. La consonanza delle riforme, benignamenteconcedute dai tre Principi riformatori, non lascia dubbio alcuno sopra di ciò.Ma nel fatto dei giornali le condizioni non sarebbero pari: i romani e itoscani hanno a loro disposizione i giornali tutti d'Italia e indistintamentegli stranieri; noi non li abbiamo: di che porge questa necessaria conseguenzache i nostri fogli non abbondando di mezzi come quelli, rimarrebberosempre loro inferiori d'assai, e il pubblico ne ricaverebbe molto minoreutilità; e dalla disparità delle condizioni giornalistiche, nascerebbe purquella delle condizioni dell'opinione pubblica, donde è chiaro che per questolato lo scopo della legge non sarebbe ottenuto.Altra grave considerazione si è questa che gli azionisti, i quali hannogenerosamente messo a rischio il proprio danaro per fare opera di buonicittadini, pensavano che si volessero e potessero scrivere de' giornali gravie veramente utili e degni di stare fra gli altri d'Europa. Senza di ciò nonavrebbero fatto così grave sacrificio di danaro. Per lo ché, nella proibizioned'avere liberamente nostrali e stranieri, essi vedrebbero un non piccolodanno recato a' proprii interessi, ch'erano fondati sopra quella speranza;speranza che non può essere chiamata temeraria né ingiusta, perché nascevaspontaneamente così dal preambolo, come dalle disposizioni dellaLegge sulla stampa.Da ultimo, se il Governo di S.M. come si vede in effetto, dà in noitanta fiducia da lasciarci nelle mani quel potente instrumento dell'opinionepubblica che è il giornalismo, preghiamo ci conceda con eguale fiducia imezzi di bene adoperarlo. Il governo ritiene sempre nella Censura il mododi condurre e indirizzare l'opinione; per essa egli è certo che niuna cosacontraria a' suoi voleri sarà pubblicata: e allora qual male può tornarne alpubblico se a' giornalisti è concesso avere alle mani i fogli stranieri d'ognicolore, quando questi non escano dall'ufficio di compilazione? Le gazzetteufficiali li hanno tutti o parte da gran tempo, e non si vede che ciò abbiarecato danno alcuno ai governanti: ora la Censura che sorveglia le gazzetteufficiali è quella medesima che sorveglierà i nostri fogli, e impedirà chequesti cavino da' giornali stranieri alcun male, come lo ha impedito finoraalle gazzette ufficiali.Egli è in virtù di queste considerazioni che la società della Lega Ita-10145

www.accademiaurbense.itin virtù del quale riceva facoltà <strong>di</strong> recarsi in Genova a pigliare la <strong>di</strong>rezioneeconomica del giornale La Lega Italiana. Il detto signore Canuti, bolognese,emigrato del 1831, non avendo sottoscritto la formola <strong>di</strong> domanda impostaa tutti gli emigrati che desiderassero approfittare dell'amnistia promulgatadal Santo Padre non può ritornare in patria. Il bisogno che hanno i giornaliitaliani, come novizi affatto <strong>nel</strong>la loro carriera, <strong>di</strong> essere amministrati<strong>nel</strong>la parte economica da persone sperimentate per lunga pratica in questefaccende, e <strong>il</strong> poco fausto esempio che per questo lato ci porgono i foglitoscani, ha indotto la società a chiamare presso <strong>di</strong> sé <strong>il</strong> detto signor Canuti,<strong>il</strong> quale da forse 15 anni è addetto a siffatti impieghi in Francia, e ha presentementela <strong>di</strong>rezione del foglio parigino Le Commerce, come uomo chealla fama <strong>di</strong> specchiata probità unisce la qualità desiderata d'essere versatissimo<strong>nel</strong>le faccende economiche de' giornali. La società, stante la strettezzadel tempo e <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> dare subito cominciamento alla pubblicazionedel suo perio<strong>di</strong>co, osa supplicare la V.E. che siano concesse quantoprima le necessarie carte al detto signore, acciocché, trovandosi obbligata<strong>di</strong> metter mano alla pubblicazione senza <strong>di</strong> lui, dalla sua assenza non provengaqualche grave danno agli interessi della società medesima.Supplica in secondo luogo che le sia concesso far venire per uso delsuo ufficio i giornali italiani e stranieri che più sotto nomineremo. La societàfonda la sua domanda sopra alcuni motivi non indegni forse che V. Eccellenzali pigli in seria considerazione. Per fare un buon giornale politico ènecessario avere alle mani tutti i principali fogli d'Europa, <strong>di</strong> qualunquecolore: quelli della propria nazione innanzi tutto, poi quelli delle nazionistraniere. È necessario, perché egli è dal conflitto delle varie opinioni chesi ritrae <strong>il</strong> vero, e <strong>il</strong> modo con cui le varie opinioni tentano spiegare e in<strong>di</strong>rizzaregli avvenimenti, e gli argomenti con cui si combattono a vicenda,ajutano <strong>il</strong> giornalista ad acquistare quel tatto pratico che non si può ritrarredalla lettura d'un giornale solo o <strong>di</strong> pochi, cioè dall'u<strong>di</strong>re una sola opinio<strong>nei</strong>nvece che tutte. Come mai, per esempio, giu<strong>di</strong>care equamente degli affaridella Svizzera, senza avere egualmente inteso le accuse e le <strong>di</strong>fese dei giornalidella Dieta e <strong>di</strong> quelli del Sonderbund? Il medesimo si <strong>di</strong>ca de' fatti<strong>di</strong> Francia, Ingh<strong>il</strong>terra ecc. Ma se questa variata lettura è necessaria ai giornalististranieri, è poi in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e affatto agli italiani, i quali, essendo deltutto novizii <strong>nel</strong> giornalismo politico, debbono, per questo riguardo, cominciarela loro educazione, e per far presto e bene, quanto i tempi lo richieggano,dee poter avere alle mani tutti i mezzi che a ciò sono necessarii. Senza<strong>di</strong> questo i giornali sar<strong>di</strong> riusciranno, non solamente superficiali e leggierie <strong>di</strong> gran lunga inferiori a quelli <strong>di</strong> ogni altro paese, ma, ciò che più importa,né <strong>il</strong> governo, né i sud<strong>di</strong>ti potranno ritrarre quell'ut<strong>il</strong>ità che se ne sono144

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