il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itcheti. Ci volle molta fatica, ma finalmente promisero, e le cose andarono stupendamente.Ier sera la città era tranquillissima: silenzio perfetto, e non sivedeva né udiva altro che quel passeggiare e chiacchierare indifferentemente,solito aversi nelle città tranquillissime. lo mi trovava jer sera in casa Doria,quando giunsero e domandarono di parlare al sig. Giorgio due calzolai, egli dissero che cinquecento del loro mestiere avevano intenzione di usciree cantare per la città, ma che prima erano venuti parlarne a lui, per avere ilsuo parere. Egli, ringraziandoli, li pregò di non farne nulla, e cosi promisero,e cosi fu fatto. Intanto fin di jeri fu messa in moto una soscrizione per laguardia civica, veramente con poca speranza d'attenerla, ma con doppio fine:l'uno di calmare l'effervescenza che era nella città per quel proclama, l'altroper dimostrare al Re ciò che questi signori più volte hanno cantato chiaramentea Castagnetta, cioè che i cittadini si tengono mal sicuri se il Repartendo li lascia in mano a Luciani e a Paulucci. Il primo dei due fini ègià ottenuto: e quanto al secondo può essere che il Re, perché non dispiacciail rifiuto di concedere la guardia civica, indori la pillola col cambiarePaulucci e Luciani. Si sa che il primo ed alcuni suoi aderenti militari hannotenuto parole insultlanti e minacciose. Stamattina' i soliti tali tornarono dalCastagnetta. Per essi è un vero trionfo; jeri gli dissero: il governo segua ilnostro consiglio, e il popolo tacerà. Ebbene il governo l'ha seguito e ilpopolo ha taciuto. Non so ancora la risposta, perchè appunto in questomomento sono presso di lui: stassera lo saprò.A Torino è successo qualche torbido, perchè colà il partito retrogrado,nella lontananza del Re, tenta ogni via di vincere. Ieri sono capitati qui daTorino due deputati, accompagnati da quattro cittadini, per sottoporre alRe non so quale loro progetto, e intanto presentarsi al corpo civico genovesee fare atto di fratellanza. Questo si farà oggi. Intanto si deciderà unavolta se vengano questi deputati torinesi colle bandiere, e quando non vengano,ciò vuol dire che le feste sono finite, e penseremo noi a tornare. Ierivenne in Genova la notizia che gli austriaci erano entrati nella Svizzera, eche gl'inglesi subito posero il blocco a Trieste: come intendete, questa notiziaha bisogno di conferma.Vi mando la vita di Ciceruacchio, una lettera di un parroco lucchese,una poesia di Romagnini 1, ed una lettera di Gioberti. Quest'ultima nondimenticate rimandarmela, perchè non è mia. Addio, salutate la mamà eFanny.Domenico1123 Francesco Ramognini, poeta genovese.
www.accademiaurbense.itP.S. Delle cose estere finora quì non si sa se non che quello che sopra viho scritto. Di Fivizzano sappiamo solamente che le porcherie estensi continuano,e i soprusi. Ma l'Italia dice che quel duca è ora molto spaventato perchè aVienna gli fu detto da un alto personaggio, che non si nomina, che in Italiaoggi è più facile perdere la corona che allargarsi lo stato: cosicchè si diceche egli sia disposto ad accordarsi col gran duca. La lettera di Pio IX alPerrone ha fatto grande scalpore tra i gesuiti ma a torto: perchè è letterad'ufficio, scritta in istile d'ufficio. Infatti è usanza presso i monarchi quandoricevono la dedica di qualche libro che non vogliono o non hanno tempodi leggere, di rispondere ringraziando, lodando l'assunto e dicendo riserovarsi a leggerlo. Del resto poi tutti quelli che pensano non danno a quellalettera alcun significato. Infatti che poteva egli fare il papa? rifiutare ladedica perchè d'un gesuita? Il papa non può mostrarsi avverso ai gesuiti;come papa, deve sopprimerli o riceverli sotto il suo manto come tutte l'altrereligioni. Mi pare ch'egli faccia assai, permettendo che si dibatta così laquistione sul conto loro. Quanto al leggere le mie lettere al padre rettore,forse potete farlo: si tratta di cose qui note e tutte di cui si parla pubblicamente:certo io posso darvele più precise e forse anche più ampie per leragioni che sapete. Ma del resto fate ciò che stimate-,Aggiungo che a Torino fu bruciato in paglia il governatore La Tour, egridato che non si vuole più Lazzari. I sindaci torinesi sono quì per chiedereal re in persona norme sul da farsi e sul come condursi.S'è ricevuto il pacchetto colle cose indicate, ma non le ceste, perchèil pedone disse di non averle potute portare in questo ordinario. Torno allapolitica: mentre scrivo, odo che a Banchi si dà per sicuro che a Reggio diModena ci si azzuffò coi tedeschi e si volle andare a soccorrere quelli di Fivizzano.Questa notizia la metto con quella di Trieste in quarantena. Unsignore quì presente dice che i tedeschi erano di fatto in Modena e che vigiunsero il giorno dopo ch'era egli partito di quella città. Ora credo averfinito. Addio.Domenico8113
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www.accademiaurbense.itcheti. Ci volle molta fatica, ma finalmente promisero, e le cose andarono stupendamente.Ier sera la città era tranqu<strong>il</strong>lissima: s<strong>il</strong>enzio perfetto, e non sivedeva né u<strong>di</strong>va altro che quel passeggiare e chiacchierare in<strong>di</strong>fferentemente,solito aversi <strong>nel</strong>le città tranqu<strong>il</strong>lissime. lo mi trovava jer sera in casa Doria,quando giunsero e domandarono <strong>di</strong> parlare al sig. Giorgio due calzolai, egli <strong>di</strong>ssero che cinquecento del loro mestiere avevano intenzione <strong>di</strong> usciree cantare per la città, ma che prima erano venuti parlarne a lui, per avere <strong>il</strong>suo parere. Egli, ringraziandoli, li pregò <strong>di</strong> non farne nulla, e cosi promisero,e cosi fu fatto. Intanto fin <strong>di</strong> jeri fu messa in moto una soscrizione per laguar<strong>di</strong>a civica, veramente con poca speranza d'attenerla, ma con doppio fine:l'uno <strong>di</strong> calmare l'effervescenza che era <strong>nel</strong>la città per quel proclama, l'altroper <strong>di</strong>mostrare al Re ciò che questi signori più volte hanno cantato chiaramentea Castag<strong>net</strong>ta, cioè che i citta<strong>di</strong>ni si tengono mal sicuri se <strong>il</strong> Repartendo li lascia in mano a Luciani e a Paulucci. Il primo dei due fini ègià ottenuto: e quanto al secondo può essere che <strong>il</strong> Re, perché non <strong>di</strong>spiaccia<strong>il</strong> rifiuto <strong>di</strong> concedere la guar<strong>di</strong>a civica, indori la p<strong>il</strong>lola col cambiarePaulucci e Luciani. Si sa che <strong>il</strong> primo ed alcuni suoi aderenti m<strong>il</strong>itari hannotenuto parole insultlanti e minacciose. Stamattina' i soliti tali tornarono dalCastag<strong>net</strong>ta. Per essi è un vero trionfo; jeri gli <strong>di</strong>ssero: <strong>il</strong> governo segua <strong>il</strong>nostro consiglio, e <strong>il</strong> popolo tacerà. Ebbene <strong>il</strong> governo l'ha seguito e <strong>il</strong>popolo ha taciuto. Non so ancora la risposta, perchè appunto in questomomento sono presso <strong>di</strong> lui: stassera lo saprò.A Torino è successo qualche torbido, perchè colà <strong>il</strong> partito retrogrado,<strong>nel</strong>la lontananza del Re, tenta ogni via <strong>di</strong> vincere. Ieri sono capitati qui daTorino due deputati, accompagnati da quattro citta<strong>di</strong>ni, per sottoporre alRe non so quale loro progetto, e intanto presentarsi al corpo civico genovesee fare atto <strong>di</strong> fratellanza. Questo si farà oggi. Intanto si deciderà unavolta se vengano questi deputati torinesi colle ban<strong>di</strong>ere, e quando non vengano,ciò vuol <strong>di</strong>re che le feste sono finite, e penseremo noi a tornare. Ierivenne in Genova la notizia che gli austriaci erano entrati <strong>nel</strong>la Svizzera, eche gl'inglesi subito posero <strong>il</strong> blocco a Trieste: come intendete, questa notiziaha bisogno <strong>di</strong> conferma.Vi mando la vita <strong>di</strong> Ciceruacchio, una lettera <strong>di</strong> un parroco lucchese,una poesia <strong>di</strong> Romagnini 1, ed una lettera <strong>di</strong> Gioberti. Quest'ultima non<strong>di</strong>menticate rimandarmela, perchè non è mia. Ad<strong>di</strong>o, salutate la mamà eFanny.Domenico1123 Francesco Ramognini, poeta genovese.