il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itscrivere fino da questa mattina quelle cose che già so: domani continueròla lettera.Prima di tutto dovete sapere che le notizie non le raccolgo per lacittà, ma le pesco alla fonte, cioè in casa Doria, dove fanno capo tutti.Quindi esse hanno un carattere officiale. Adunque sabato sera Castagnettofu in casa Doria e parlò lungamente di queste nostre faccende colla signoraTeresa 1 e con Rosellini. Questi gli cantarono chiaramente quello che bisognava,ed egli si mostrò obbligatissimo, e parlò in modo da dare grandefiducia nell'avvenire, anzi direi certezza. Disse frall'altro che il Re non è contrariopunto all'istituzione della guardia civica, e anzi intorno a ciò hannogià qualche cosa di preparato, ma che per ora, egli la crede intempestiva,e che però riserva a tempo più adatto. Disse pure che a Vienna, Metternichsi era recato a far visita all'ambasciatore Ricci, e gli aveva fatto grandissimicomplimenti intorno alle riforme di Piemonte, aggiungendo che il governoaustriaco preparava qualcosa di consimile pel regno lombardo-veneto. IlCastagnetto è ora il sostegno dell'opinione progressita: egli fu che consigliòil Re a cedere alla necessità de' tempi; per la qual cosa si trova ora averecontro tutta la vecchia corte. E però non gli rimane altro mezzo di rimanerein alto, fuor quello di tener fermo il re nella via attuale, e spingerlo innanzi.Ieri (domenica) qui avvennero cose spiacevoli. La città era in perfettissimacalma da due giorni, essendo riuscite le pattuglie cittadine a metterel'ordine dappertutto. Ieri al dopopranzo uscl un manifesto del governatorenel quale era incastrato un biglietto del re, dove i cittadini erano pregati aritornare nella calma abituale, annunziando che però le norme di poliziarientrerebbero in vigore. Tutti si tennero offesi di questo avviso fuor ditempo, e specialmente di quella minaccia di polizia, quando s'è promessoun regolamento nuovo; tutti credettero che quel biglietto fosse stato carpitoal Re dal governatore, conosciuto per essere contrario alle cose nuove: quindialla sera fu fatto precisamente il contrario. Si fecero attruppamenti grossissimii quali cantarono l'inno fino a sera tarda, girando per tutta la cittàe quel che è più, andando fin sotto il palazzo del re a gridare evviva, cosache non avevano mai fatto. Notate che l'inno fu cominciato da alcuni ragazzi,i quali, giungendo con poco seguito sulla piazza S. Domenico, furonoquivi accolti da un applauso universale e tuonante, e tutta la folla s'aggiunsea loro. Vedendo questo, per ogni buon fine, andai ad avvisarne incasa Doria, e poco dopo giunsero altri, e poi altri ancora per lo stesso fine;quivi si discusse molto sul da farsi, e apprincipio si dubitò che quel rumorefosse mosso dal partito contrario, ma alla fine si dovette riconoscere che la1101 Teresa Durazzo Doria.

www.accademiaurbense.itpopolazione intera, qualunque fosse stato il principio di quello, l'aveva accoltoe seguito come una pubblica protesta. Allora fu deciso che il Doria,Balbi Piovera, e Rosellini andassero immantinente dal Castagnetto, a fargliosservare l'inopportunità di quel proclama, a pregarlo perché il popolonon fosse provocato altrimenti con misure rigorose, e perchè si compiacesseparagonare la calma delle sere antecedenti, quando i cittadini invigilavanoal buon ordine, colle manifestazioni di quella sera in cui ritornava ad agirela polizia. Ivi stettero in conferenza di un'ora. Il Castagnetto riconobbela diversità dello stato della città; disse che quel biglietto del Re non erastato scritto per Genova, ma ch'era una circolare mandata a tutte le autoritàdello Stato; ma insistette sul punto che il governo è forte, e vuolemostrare di esserlo, e che si crede in dovere di fare atto di presenza; e cheperò la mattina dopo si terrebbe sopra ciò una conferenza. I tre deputatibadavano a dirgli che il popolo genovese era docile e buono, ma che bisognavaugualmente esser buono con lui, e prima di ricorrere al rigore, ci pensassero,perchè potevano nascerne più tristi conseguenze che forse non pensavano.Il Castagnetto insistette sulla necessità che il governo facesse attodi presenza. Tornati i tre deputati e udita la risposta, tutti i presenti in casaDoria, ch'erano forse una ventina, riconobbero il caso gravissimo, tanto piùche in quel frattempo erasi saputo che in quell'attruppamento erano moltibene armati e pronti alla difesa; inoltre che sei carabinieri, i quali avevanofatto l'atto di metter mano alle pistole, erano stati subito circondati fieramente,e obbligati a svignarsela. Fu dunque deciso che la mattina dopo,prima della conferenza de' ministri, gli stessi deputati, coll'agiunta dell'avvocatoFederici 1, tornassero dal Castagnetto a pregarlo che il governo nonsi desse per inteso delle cose avvenute la sera innanzi; e che allora essi etutte le persone ben pensanti spererebbero di condurre alla calma tutti glispiriti, e avrebbero fiducia, anzi quasi certezza, di riuscirvi. Ma che, se ilpopolo era provocato con nuovi proclami, o peggio ancora con minaccie,essi non potrebbero rispondere di nulla, e s'andrebbe incontro a qualchedolorosa collisione. Nel momento che vi scrivo, i deputati sono appuntodal Castagnetto. Oggi sentirò la risposta e vedrò quello che si farà e domattinavi scriverò il resto.Ripiglio il racconto. Adunque i deputati fecero quella parte che sopraè detto e pare che il Castagnetto ne rimanesse ben persuaso, perché infattiil governo non fece atto nessuno: non nuovi proclami, non ostentazione diforza militare; precisamente nulla, come se niente fosse stato. Intanto tuttele persone più influenti si diedero a cercare i più caldi, e persuaderli di star2 Niccolò Federici.111

www.accademiaurbense.itpopolazione intera, qualunque fosse stato <strong>il</strong> principio <strong>di</strong> quello, l'aveva accoltoe seguito come una pubblica protesta. Allora fu deciso che <strong>il</strong> Doria,Balbi Piovera, e Rosellini andassero immantinente dal Castag<strong>net</strong>to, a fargliosservare l'inopportunità <strong>di</strong> quel proclama, a pregarlo perché <strong>il</strong> popolonon fosse provocato altrimenti con misure rigorose, e perchè si compiacesseparagonare la calma delle sere antecedenti, quando i citta<strong>di</strong>ni invig<strong>il</strong>avanoal buon or<strong>di</strong>ne, colle manifestazioni <strong>di</strong> quella sera in cui ritornava ad agirela polizia. Ivi stettero in conferenza <strong>di</strong> un'ora. Il Castag<strong>net</strong>to riconobbela <strong>di</strong>versità dello stato della città; <strong>di</strong>sse che quel biglietto del Re non erastato scritto per Genova, ma ch'era una circolare mandata a tutte le autoritàdello Stato; ma insistette sul punto che <strong>il</strong> governo è forte, e vuolemostrare <strong>di</strong> esserlo, e che si crede in dovere <strong>di</strong> fare atto <strong>di</strong> presenza; e cheperò la mattina dopo si terrebbe sopra ciò una conferenza. I tre deputatibadavano a <strong>di</strong>rgli che <strong>il</strong> popolo genovese era doc<strong>il</strong>e e buono, ma che bisognavaugualmente esser buono con lui, e prima <strong>di</strong> ricorrere al rigore, ci pensassero,perchè potevano nascerne più tristi conseguenze che forse non pensavano.Il Castag<strong>net</strong>to insistette sulla necessità che <strong>il</strong> governo facesse atto<strong>di</strong> presenza. Tornati i tre deputati e u<strong>di</strong>ta la risposta, tutti i presenti in casaDoria, ch'erano forse una ventina, riconobbero <strong>il</strong> caso gravissimo, tanto piùche in quel frattempo erasi saputo che in quell'attruppamento erano moltibene armati e pronti alla <strong>di</strong>fesa; inoltre che sei carabinieri, i quali avevanofatto l'atto <strong>di</strong> metter mano alle pistole, erano stati subito circondati fieramente,e obbligati a svignarsela. Fu dunque deciso che la mattina dopo,prima della conferenza de' ministri, gli stessi deputati, coll'agiunta dell'avvocatoFederici 1, tornassero dal Castag<strong>net</strong>to a pregarlo che <strong>il</strong> governo nonsi desse per inteso delle cose avvenute la sera innanzi; e che allora essi etutte le persone ben pensanti spererebbero <strong>di</strong> condurre alla calma tutti glispiriti, e avrebbero fiducia, anzi quasi certezza, <strong>di</strong> riuscirvi. Ma che, se <strong>il</strong>popolo era provocato con nuovi proclami, o peggio ancora con minaccie,essi non potrebbero rispondere <strong>di</strong> nulla, e s'andrebbe incontro a qualchedolorosa collisione. Nel momento che vi scrivo, i deputati sono appuntodal Castag<strong>net</strong>to. Oggi sentirò la risposta e vedrò quello che si farà e domattinavi scriverò <strong>il</strong> resto.Ripiglio <strong>il</strong> racconto. Adunque i deputati fecero quella parte che sopraè detto e pare che <strong>il</strong> Castag<strong>net</strong>to ne rimanesse ben persuaso, perché infatti<strong>il</strong> governo non fece atto nessuno: non nuovi proclami, non ostentazione <strong>di</strong>forza m<strong>il</strong>itare; precisamente nulla, come se niente fosse stato. Intanto tuttele persone più influenti si <strong>di</strong>edero a cercare i più cal<strong>di</strong>, e persuaderli <strong>di</strong> star2 Niccolò Federici.111

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