il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itcomprendere i tempi mutati e che la mano di Dio li va cercando su tuttii troni per cacciarneli e disperderli. Dia egli una solenne e generosa mentitaa questa pubblica voce e conduca i suoi popoli, come un padre i suoi figli,in seno alla grande famiglia italiana.6°. Una lega è il vero e l'unico mezzo di perpetuare il trono alleattuali case regnanti d'Italia e far si che a loro non tocchi come al altre,scendere forse un di dal trono ramengando per l'Europa a spegnere nellasolitudine privata la discendenza e la gloria delle loro case illustri e secolari.r. Come noi investigando ed affrettando l'avvenire politico d'Italiadobbiamo fondarci sopra i fatti esistenti, e questi ci conducono alla necessitàdi una lega frai principi, cosi i principi debbono pure fondare la loro politicainterna non già sopra teorie astratte, e molto meno su quella dellavolontà dispostica che è la peggiore e la più inefficace di tutte, ma bensìsopra dati positivi; scaturire dai fatti esistenti, e non pretendere di rifareil mondo, ma pigliarlo qual'è e dirizzarlo al bene. Ora egli è un fatto esistenteche i popoli non si sentono più disposti all'ubbidienza pecorile, ma amanoubbidire con intelletto, egli è un fatto esistente che tutti distinguono ildiritto dalla forza e quello invocano, questa abborriscono. Gli è un fattoesistente che gl'interessi pubblici e privati hanno rese insufficienti molteleggi, fatto sentire l'imperiosa necessità di molte altre ecc.: e su questi fattie non già sopra dottrine immaginarie dee esercitarsi, e da questi scaturirela loro politica interna che è il complesso delle relazioni tra il principee il popolo. Egli è dunque venuta l'ora di mettere risolutamente la scurealle radici de' vecchi abusi e largire a' popoli quelle riforme che sono dallapienezza de' tempi invocate. Per questa via solamente i principi potrannovincolare indissolubilmente a sé i popoli, e sicuri e forti in casa propriae collegarsi contro il nemico di fuori. Questo hanno fatto tre de' principiitaliani, questo faranno pure gli altri. La speranza che hanno dato di accederealla lega doganale ne è indizio sicuro perché quella non possono accettaresenza mettere di pari i loro popoli con quelli de' principi che l'hanno proposta.Onde la lega doganale è una delle riforme ch'essi faranno, e leriforme e la lega doganale sono arra che anderanno pure alla lega politica.so. Una lega frai principi è impossibile, o almeno poco proficua, seprima non succede una specie di lega fra i principi e i loro popoli; cioè seprima i principi non sono in casa loro non solo perfettamente sicuri, maancora certi che i loro popoli avranno per essi, oltre la fede comune, anchel'amore del sacrifìzio. Ora i principi, almeno alcuni, hanno stabilito questasanta alleanza tra loro e i popoli. Che utilità si potrebbe raccogliere d'unaalleanza fra i principi italiani, qual forza avrebbe essa a difendere la nostrapenisola, se i principi sempre dovessero stare in sospetto di qualche rivo-10S
www.accademiaurbense.itluzione in casa? Come potrebbe all'uopo difendersi dagli assalti al di fuori,e tenere in freno i soggetti ad un tempo medesimo? Le forze loro disponibilicontro lo straniero sarebbero almeno dimezzate.Questa è almeno la debolezza dell' Austria, la quale essendo compostadi elementi eterogenei, i quali checcè ella faccia non potrà mai condurrea perfetta omogeneità, non potrà mai volgere contro l'Italia tutto l'immensopeso della sua potenza. Ma noi, conoscendo il lato debole del nemico, possiamosottrarci a quelle condizioni che le producono: estinguiamo ognidisaccordo tra principi e popoli. Egli è certo che le grandi potenze per propriasicurezza tendono a estinguere gli stati piccoli e incorporarli a se stesse.Questa è dunque la sorte che toccherebbe presto o tardi a piccoli stati italiani.Di che sorse questa bella necessità che i principi per salvare i possedimentiloro debbono collegarsi assieme (riparando alla singolare piccolezzaloro colla forza collettiva) tra loro e amicarsi i popoli in casa. E d'altraparte noi se vogliamo rimanere italiani, se non vogliamo diventare provinciadi qualche potenza straniera e veder perire affatto il nome d'Italia comequello della Polonia, dobbiamo stringerei a' nostri principi, e con loro salvarenoi stessi, salvare la nostra nazionalità. Noi ameremmo usare il linguaggionobile della generosità, ma ad alcuni parrebbe forse vana declamazione,onde parleremo quello intelligibile a tutti, quello dell'interesse.Voi che nudride sospetti contro la lealtà e l'amor patrio de' principi italiani,smettete i sospetti, e fidatevi pienamente a loro, perciocchè l'interesseloro li forza ad essere buoni italiani quando pure non volessero.Principi che diffidate de' vostri popoli, permettete alla stampa di educarel'opinione pubblica, e voi pure potrete ciecamente fidarvi a' vostripopoli, perciocchè essi pure saranno forzati essere buoni sudditi, quantopiù vorranno essere buoni italiani.11BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Genova, 16 e 17 novembre 1847.Avrete ricevuto per la posta una nuova lettera, scritta sabato, nellaquale vi comunicava le notizie ch'erano a mia cognizione. Per ora pareche tutte le feste siano sospese: oggi forse si deciderà, e non verranno neppurei piemontesi. Benchè il giorno dei pedoni sia domani, comincio a109
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www.accademiaurbense.itluzione in casa? Come potrebbe all'uopo <strong>di</strong>fendersi dagli assalti al <strong>di</strong> fuori,e tenere in freno i soggetti ad un tempo medesimo? Le forze loro <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>icontro lo straniero sarebbero almeno <strong>di</strong>mezzate.Questa è almeno la debolezza dell' Austria, la quale essendo composta<strong>di</strong> elementi eteroge<strong>nei</strong>, i quali checcè ella faccia non potrà mai condurrea perfetta omoge<strong>nei</strong>tà, non potrà mai volgere contro l'Italia tutto l'immensopeso della sua potenza. Ma noi, conoscendo <strong>il</strong> lato debole del nemico, possiamosottrarci a quelle con<strong>di</strong>zioni che le producono: estinguiamo ogni<strong>di</strong>saccordo tra principi e popoli. Egli è certo che le gran<strong>di</strong> potenze per propriasicurezza tendono a estinguere gli stati piccoli e incorporarli a se stesse.Questa è dunque la sorte che toccherebbe presto o tar<strong>di</strong> a piccoli stati italiani.Di che sorse questa bella necessità che i principi per salvare i posse<strong>di</strong>ment<strong>il</strong>oro debbono collegarsi assieme (riparando alla singolare piccolezzaloro colla forza collettiva) tra loro e amicarsi i popoli in casa. E d'altraparte noi se vogliamo rimanere italiani, se non vogliamo <strong>di</strong>ventare provincia<strong>di</strong> qualche potenza straniera e veder perire affatto <strong>il</strong> nome d'Italia comequello della Polonia, dobbiamo stringerei a' nostri principi, e con loro salvarenoi stessi, salvare la nostra nazionalità. Noi ameremmo usare <strong>il</strong> linguaggionob<strong>il</strong>e della generosità, ma ad alcuni parrebbe forse vana declamazione,onde parleremo quello intelligib<strong>il</strong>e a tutti, quello dell'interesse.Voi che nudride sospetti contro la lealtà e l'amor patrio de' principi italiani,smettete i sospetti, e fidatevi pienamente a loro, perciocchè l'interesseloro li forza ad essere buoni italiani quando pure non volessero.Principi che <strong>di</strong>ffidate de' vostri popoli, permettete alla stampa <strong>di</strong> educarel'opinione pubblica, e voi pure potrete ciecamente fidarvi a' vostripopoli, perciocchè essi pure saranno forzati essere buoni sud<strong>di</strong>ti, quantopiù vorranno essere buoni italiani.11BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Genova, 16 e 17 novembre 1847.Avrete ricevuto per la posta una nuova lettera, scritta sabato, <strong>nel</strong>laquale vi comunicava le notizie ch'erano a mia cognizione. Per ora pareche tutte le feste siano sospese: oggi forse si deciderà, e non verranno neppurei piemontesi. Benchè <strong>il</strong> giorno dei pedoni sia domani, comincio a109