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Analisi della comunicazione tra pediatra e madre attraverso l ...

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INTRODUZIONEUn argomento che è sempre stato di particolare interesse per la pediatria e per la psicologiaè rappresentato dagli studi sul rapporto <strong>tra</strong> medico e paziente che nel caso pediatricosi <strong>tra</strong>sforma in pedia<strong>tra</strong> <strong>madre</strong> e bambino/paziente. Nel rapporto pedia<strong>tra</strong> - <strong>madre</strong> ebambino i diversi punti di vista dei partecipanti all’azione sono non solo spaziali, maper ognuno sono densi di significati inerenti il riconoscimento sociale che comprendesia un riconoscimento fisico che una presenza intellettuale. Nella vastità del complessosanitario abbiamo voluto es<strong>tra</strong>rre una particolare situazione, quella ambulatoriale ex<strong>tra</strong>ospedaliera che dovrebbe rappresentare una maggior garanzia di conoscenza e superamentodell’anonimato grazie alla maggior possibilità e frequenza di incontro fra gli attoridi questo rapporto. Sottolineiamo la cen<strong>tra</strong>lità del rapporto <strong>madre</strong> e pedia<strong>tra</strong> relativamentealla funzione terapeutica di cui è investito il bambino. Un errato approccio psicologiconella <strong>comunicazione</strong> <strong>della</strong> terapia, ma anche solo nella consueta «visita di controllo»può generare comportamenti abnormi in un contesto socioeconomico inappropriatoper l’adeguata cura, crescita del bambino.Fin dagli anni Sessanta questi studi sono stati particolarmente diffusi e <strong>tra</strong> questi ricordiamoAllport (1973), Balint (1962, 1970, 1973), Bowlby (1957), Ferraro (1972), Iacono(1965, 1969), Maccacaro (1973), Ricciardi (1972), Seppilli (1966) Albergamo(1972), Donadio (1968) Galdo (1972) e Genovese (1972). All’interno delle valutazionieffettuate nel rapporto fra queste figure si sono esaminate alcune modalità di relazioneper la <strong>madre</strong> la qualità dell’esposizione se genericamente o in maniera specifica, le richiestedi chiarimenti o di farmaci e, quindi, le espressioni emozionali come preoccupazione,l’interruzione del medico, l’aggressione dello stesso oppure una sostanziale nonazione se lo ignora o si difende o ancora non vi è nessuna reazione verbale. Di controdal punto di vista del pedia<strong>tra</strong> si determinano dei comportamenti durante la visita, la richiestadi informazioni pregresse, la prescrizione, l’offerta o il rifiuto di farmaci, il darespiegazioni, il minimizzare i problemi o analoghe s<strong>tra</strong>tegie emozionali, come interrompere,difendere e aggredire. Queste prime occasioni di studio si confrontarono con latendenza delle strutture sanitarie a non svolgere azioni di miglioramento delle abitudinidi educazione del bambino, ma piuttosto contribuivano al mantenimento di regola cherendevano passivo il soggetto di fronte ai fattori che influenzano la propria salute. In7

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