Analisi della comunicazione tra pediatra e madre attraverso l ...

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10.07.2015 Views

co basato sui metodi biologici. Nel libro di Darwin 59 i concetti dell’evoluzionismo vengonoapplicati non solo alle trasformazioni della struttura corporea, ma anche al comportamentoe alla «vita mentale» degli animali. L’intelligenza, la memoria e la capacitàdi ragionamento, come pure le emozioni espresse dagli uomini e dagli animali, hannotutte una origine evoluzionistica, e rivestono una funzione essenziale ai fini della sopravvivenza.Gli affetti servono a comunicare informazioni fra un animale e un altro,fare previsioni sui possibili comportamenti di un altro membro della specie e ad esibirecomportamenti appropriati alla situazione. Ai tempi della pubblicazione di questa operanumerosi furono i dissensi, forse perché il tema non era considerato rilevante dal puntodi vista scientifico: tale argomento era per lo più affrontato da romanzieri e da filosofi.Darwin, con la sua indagine, pazientemente costruita con l’ausilio di osservazioni, materialiillustrati, aneddoti riguardanti sia gli animali che i bambini, sia i popoli europei e igruppi umani preletterati, anticipa di molti decenni i metodi adottati dall’etologia, lascienza che si occupa del comportamento dell’organismo nel suo ambiente ecologico,con l’obiettivo principale di mettere in evidenza l’espressione dell’emozione. Darwinsostiene che «l’origine delle espressioni del volto è in relazione alle risposte chel’organismo dà a situazioni particolari» 60 . Ad un secolo di distanza dalla pubblicazionedell’«Espressione dell’Emozione nell’Uomo e negli Animali» compare il libro di E-kman 61 , in cui le osservazioni di Darwin sull’espressione facciale delle emozioni vengonosviluppate e verificate attraverso ricerche sistematiche, che sono state riportateprecedentemente. Il volto è il luogo privilegiato per studiare l’espressione delle emozioni;Ekman sostiene che la faccia ha «una funzione dominante (commanding)» per la suavisibilità e onnipresenza. A differenza dei suoni e del linguaggio che sono intermittenti,la faccia, persino durante il riposo, può essere una continua fonte di informazioni emotive,anche se le informazioni facciali non sono chiaramente sempre identificabili e perla loro complessità possono essere fonte di incertezza, confusione e ambiguità. Fin daiprimi giorni di vita e per tutto il periodo che precede la comparsa del linguaggio verba-59 Darwin C., The Expression of Emotions in Man and Animals, London, Murray, 1872.60 Ricci Bitti P. E. Cortesi S., Comportamento non verbale e comunicazione, il Mulino, 1977, p.52.61 Ekman, P., Friesen, W. V, & Ellsworth, P. Emotion in the human face: Guidelines for researchand a review of findings, New York: Pergamon Press, 1972.42

le, ad esempio, il viso del neonato fornisce continue informazioni alla madre, che possonoessere fondamentali per la sua sopravvivenza. La funzione espressiva e comunicativadel volto ha infatti assunto, nella specie umana, una importanza crescente rispettoalle altre specie animali, anche se esistono altri indicatori dell’affettività come per e-sempio quelli vocali paralinguistici e posturali. Uno dei problemi che si pongono i ricercatoridi questa area di studio è: le risposte emozionali sono innate o hanno piuttostoun’origine culturale? Due differenti gruppi di ricerca, guidati da Izard 62 e da Ekman,hanno raccolto una enorme quantità di dati sia nelle culture europee che in quelle noneuropee, in quelle letterate e in quelle non letterate, per studiare il riconoscimento delleespressione delle emozioni in fotografia. Una grande concordanza si è avuta per alcuneemozioni quali la gioia, la sorpresa, la rabbia, la paura, la tristezza e il disgusto; perl’interesse, la concordanza ottenuta sarebbe invece risultata inferiore. Questa concordanzain culture così diverse sembra confermare la base universale non solo perl’espressione delle emozioni, ma anche per il loro riconoscimento. Sicuramentel’espressione delle emozioni, per lo meno delle espressioni di base, è parte della nostraeredità biologica: gli individui della nostra specie nascono preadattati per esprimere eper riconoscere tali emozioni. Ekman comunque distingue tra universalità delle espressionifacciali delle emozioni fondamentali e regole di esibizione delle stesse che sonoculturalmente e socialmente determinate. Studi recenti sull’evoluzione filogenetica deiprimati mettono in evidenza che le emozioni fondamentali facciano parte del patrimoniogenetico e che i meccanismi di base siano inscritti nel Sistema Nervoso Centrale, comeschemi senso - motori preformati e autonomi. Per quanto riguarda le teorie neurofisiologichesi può fare una prima distinzione fra quelle periferiche e quelle centrali. Per leprime, fondamentale è stato il contributo di James il quale ha ipotizzato che la percezionedelle risposte viscerali (variazioni del battito cardiaco, della pressione, vasodilatazionecutanea, ecc.) giochi un ruolo decisivo nell’esperienza delle emozioni. In base a questoschema, una situazione emotiva suscita una risposta vegetativa ed espressivo - motoria,che una volta percepita, genera a livello soggettivo un’esperienza emozionale. Alcontrario, la posizione di Cannon, pur riconoscendo l’importanza dell’attivazione delSistema Nervoso Autonomo, «non sostiene che ogni emozione abbia un pattern caratteristicodi attivazione, come sostiene James: si tratterebbe piuttosto di differenze quanti-62 Izard C. E., The face of emotion, New York, Appleton – Century. Crofts, 1971.43

co basato sui metodi biologici. Nel libro di Darwin 59 i concetti dell’evoluzionismo vengonoapplicati non solo alle <strong>tra</strong>sformazioni <strong>della</strong> struttura corporea, ma anche al comportamentoe alla «vita mentale» degli animali. L’intelligenza, la memoria e la capacitàdi ragionamento, come pure le emozioni espresse dagli uomini e dagli animali, hannotutte una origine evoluzionistica, e rivestono una funzione essenziale ai fini <strong>della</strong> sopravvivenza.Gli affetti servono a comunicare informazioni fra un animale e un altro,fare previsioni sui possibili comportamenti di un altro membro <strong>della</strong> specie e ad esibirecomportamenti appropriati alla situazione. Ai tempi <strong>della</strong> pubblicazione di questa operanumerosi furono i dissensi, forse perché il tema non era considerato rilevante dal puntodi vista scientifico: tale argomento era per lo più affrontato da romanzieri e da filosofi.Darwin, con la sua indagine, pazientemente costruita con l’ausilio di osservazioni, materialiillus<strong>tra</strong>ti, aneddoti riguardanti sia gli animali che i bambini, sia i popoli europei e igruppi umani preletterati, anticipa di molti decenni i metodi adottati dall’etologia, lascienza che si occupa del comportamento dell’organismo nel suo ambiente ecologico,con l’obiettivo principale di mettere in evidenza l’espressione dell’emozione. Darwinsostiene che «l’origine delle espressioni del volto è in relazione alle risposte chel’organismo dà a situazioni particolari» 60 . Ad un secolo di distanza dalla pubblicazionedell’«Espressione dell’Emozione nell’Uomo e negli Animali» compare il libro di E-kman 61 , in cui le osservazioni di Darwin sull’espressione facciale delle emozioni vengonosviluppate e verificate at<strong>tra</strong>verso ricerche sistematiche, che sono state riportateprecedentemente. Il volto è il luogo privilegiato per studiare l’espressione delle emozioni;Ekman sostiene che la faccia ha «una funzione dominante (commanding)» per la suavisibilità e onnipresenza. A differenza dei suoni e del linguaggio che sono intermittenti,la faccia, persino durante il riposo, può essere una continua fonte di informazioni emotive,anche se le informazioni facciali non sono chiaramente sempre identificabili e perla loro complessità possono essere fonte di incertezza, confusione e ambiguità. Fin daiprimi giorni di vita e per tutto il periodo che precede la comparsa del linguaggio verba-59 Darwin C., The Expression of Emotions in Man and Animals, London, Murray, 1872.60 Ricci Bitti P. E. Cortesi S., Comportamento non verbale e <strong>comunicazione</strong>, il Mulino, 1977, p.52.61 Ekman, P., Friesen, W. V, & Ellsworth, P. Emotion in the human face: Guidelines for researchand a review of findings, New York: Pergamon Press, 1972.42

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