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Analisi della comunicazione tra pediatra e madre attraverso l ...

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etnica e culturale dell’individuo che li emette. Altri segnali sono degli «indicatori dellostato emotivo» del parlante che li produce (affect display), nonostante la principale fontedi indicazioni riguardo gli stati emotivi del parlante sia il volto. Infatti, l’ansia e la tensioneproducono mutamenti riconoscibili nei movimenti di un individuo: per esempio,un gesto tipico di questa categoria di segnali è rappresentato dall’atto di scuotere i pugni.Un’al<strong>tra</strong> categoria di segnali è utilizzata da chi parla e da chi ascolta per regolare lasincronizzazione degli interventi nel dialogo: sono questi i segnali «regolatori» (regulators)che tendono a controllare il flusso <strong>della</strong> conversazione e che possono inoltre indicarea chi parla se l’ascoltatore è interessato o no a quanto sta dicendo, se desidera parlare,o interrompere la <strong>comunicazione</strong>. In questo caso, oltre ai segnali emessi con le manipossono essere utilizzati cenni del capo, inarcamento delle sopracciglia, mutamentinella posizione, ecc. Esistono inoltre gesti non intenzionali che le persone usano sistematicamente:sono i gesti di «adattamento» (adaptors) che rappresentano un modo disoddisfare e controllare bisogni, motivazioni ed emozioni che riguardano le situazioni incui l’individuo si trova; appresi durante l’infanzia come parte di un globale modello dicomportamento adattativo, essi rappresentano, nell’adulto, segnali abituali emessi inconsapevolmente,e senza il fine di veicolare un messaggio specifico. Ekman e Friesendistinguono tre sottocategorie per i segnali di adattamento: i gesti «auto - adattivi» (self- adaptors), cioè tutti i movimenti di manipolazione del proprio corpo che gli individuirealizzano nel corso dell’interazione; i gesti di «adattamento cen<strong>tra</strong>ti sull’altro» (alter -adaptors) e i gesti di «adattamento diretti su oggetti» (object - adaptors). Le cinque categoriedi gesti, individuate dagli Autori, non hanno carattere di esclusività, in quantoun gesto non rien<strong>tra</strong> necessariamente in una sola categoria, ma può collocarsi in più diuna di esse. Rosenfeld 38 , a proposito del comportamento gestuale, lo suddivide in duecategorie: gesticolazione vera e propria e manipolazione di sé. Appartengono alla primacategoria i gesti delle braccia, <strong>della</strong> mani e delle dita che muovendosi, non en<strong>tra</strong>no incontatto con le altre parti del corpo. Durante un’interazione tali gesti sembrano indicareuna forma positiva di attenzione e di coinvolgimento; infatti, Rosenfeld 39 ritiene che sia-38 Rosenfeld H. M., Instrumental Affiliative Functions of Facial and Gestural Expressions,Journal of Personality and Social Psychology, 4, 1966.39 Rosenfeld H. M., Instrumental Affiliative Functions of Facial and Gestural Expressions,Journal of Personality and Social Psychology, 1966, 4, pp. 65 – 72.27

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