Analisi della comunicazione tra pediatra e madre attraverso l ...

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10.07.2015 Views

emozioni al terzo momento sono: sorriso (8), perplessità/scetticismo (2), sorpresa (1).La terza variabile , pediatri maschi (10) per 29 casi vede al primo momento: sorriso(11), perplessità/scetticismo (11), sorpresa (10); al secondo momento:perplessità/scetticismo (17), sorpresa (7), sorriso (7); al terzo momento: sorriso (16),perplessità/scetticismo (9), sorpresa (6). La variabile quattro, pediatre femmine (12) per31 casi vede al primo momento: sorriso (14), sorpresa (9), perplessità/scetticismo (4); alsecondo momento: perplessità/scetticismo (13), sorpresa (15), sorriso (6) e quindi alterzo momento come nel primo, cioè sorriso (27), sorpresa (5), perplessità/scetticismo(3).I pediatri specializzandi dimostrano maggiore perplessità/scetticismo rispetto aipediatri esperti durante la visita. Nei pediatri specializzandi prevale la sorpresa (minoreconoscenza della casistica rispetto ai pediatri esperti). I pediatri maschi dimostrano piùperplessità nel corso della visita (in tutti i 3 momenti). Le pediatre femmine aprono echiudono la visita col sorriso, mentre nel secondo momento prevale la sorpresa. Ipediatri maschi partono e mantengono lo scetticismo/perplessità nel corso dell’interavisita. I pediatri maschi risultano meno socializzandi rispetto alle donne.Nel terzo momento prevale il sorriso sia nei pediatri esperti maschi/femmine sia neipediatri specializzandi maschi/femmine. Da un punto di vista complessivo la difficoltàdi comunicazione dei maschi può generare ansia/preoccupazione nei pazienti, mentre labassa percentuale di perplessità da parte delle femmine genera maggiore rassicurazionedurante la visita.Riguardo ai genitori in 40 casi su 61 è presente un solo genitore, mentre in 21 casi su61 sono presenti entrambi i genitori. Tutti i genitori hanno utilizzati un ampiocomportamento spaziale (l’avvicinarsi all’interlocutore, l’inclinazione del busto inavanti, l’ampia/scarsa o assenza di gesticolazione, l’irrigidimento del corpo, il ritrarre ilbusto all’indietro e il cambiare continuamente posizione). In 26 casi su 61 vi è stataun’ampia dimensione psicologica da parte dei genitori. L’emotività del volto deigenitori è sempre presente. La reazione emotiva dei genitori più frequente nel primomomento è il sorriso (24 casi su 61), a questa segue l’ansia/preoccupazione (11 casi su61), la sorpresa ( 9 casi su 61), la paura 3 casi su 61), il disprezzo (2 casi su 61). Lareazione emotiva dei genitori più frequente nel secondo momento è la perplessità (20casi su 61), a questa segue la sorpresa (16 casi su 61), l’ansia/preoccupazione (13 casi190

su 61), il sorriso (8 casi su 61), la paura (5 casi su 61), la tristezza (3 casi su 61). Lareazione emotiva dei genitori più frequente nel terzo momento è il sorriso (42 casi su61), a questa segue lo scetticismo/la perplessità (11 casi su 61). La sorpresa (8 casi su61), l’ansia/preoccupazione (4 casi su 61) e la rabbia (1 caso su 61).Le conclusioni che ci sembra di poter trarre sono che i pediatri utilizzanoprevalentemente tre emozioni nelle interazioni genitore/bambino durante le visiteambulatoriali. Le emozioni sono: sorriso, perplessità/scetticismo e sorpresa; a secondadel momento e della tipologia di pediatra queste si porranno in ordine diverso puressendo costante il sorriso al primo e al terzo momento in tutte le variabili esaminate.Riguardo all’uso del sorriso si nota inoltre una prevalenza nelle pediatre femmine,perciò potremmo avanzare l’ipotesi che hanno migliori relazioni con i pazienti efacilitano la trasmissione di informazioni riguardanti le cure al bambino. Relativamenteai genitori possiamo dire che vi è una più variegata serie di emozioni, anche se prevalela reazione favorevole in chiusura di rapporto. Le emozioni in relazione ai due gruppiseguono un percorso omogeneo, cioè sorriso, perplessità, sorriso sia nei pediatri che neigenitori. Il genitore tendenzialmente (per circa 2/3) segue le emozioni espresse dalpediatra. Rimane da approfondire la motivazione del pediatra a connotarenegativamente il secondo momento della visita, che genera perplessità o ansia nelgenitore. Ad esempio, negli atteggiamenti negativi ritroviamo: la chiusura, la posizioneaggressiva e la posizione di fuga. Questi segnali non verbali negativi creanoimmediatamente emozioni pesantemente contraddittorie nel genitore ricevente.Pertanto sarebbe di estrema utilità poter ampliare gli studi fin qui svolti soprattuttosulle motivazioni che portano alla creazione di determinato modelli di comportamentodel pediatra al fine di migliorare gli stili comunicativi nel rapporto pediatra/genitore -medico/paziente.191

su 61), il sorriso (8 casi su 61), la paura (5 casi su 61), la tristezza (3 casi su 61). Lareazione emotiva dei genitori più frequente nel terzo momento è il sorriso (42 casi su61), a questa segue lo scetticismo/la perplessità (11 casi su 61). La sorpresa (8 casi su61), l’ansia/preoccupazione (4 casi su 61) e la rabbia (1 caso su 61).Le conclusioni che ci sembra di poter <strong>tra</strong>rre sono che i pediatri utilizzanoprevalentemente tre emozioni nelle interazioni genitore/bambino durante le visiteambulatoriali. Le emozioni sono: sorriso, perplessità/scetticismo e sorpresa; a secondadel momento e <strong>della</strong> tipologia di pedia<strong>tra</strong> queste si porranno in ordine diverso puressendo costante il sorriso al primo e al terzo momento in tutte le variabili esaminate.Riguardo all’uso del sorriso si nota inoltre una prevalenza nelle pediatre femmine,perciò potremmo avanzare l’ipotesi che hanno migliori relazioni con i pazienti efacilitano la <strong>tra</strong>smissione di informazioni riguardanti le cure al bambino. Relativamenteai genitori possiamo dire che vi è una più variegata serie di emozioni, anche se prevalela reazione favorevole in chiusura di rapporto. Le emozioni in relazione ai due gruppiseguono un percorso omogeneo, cioè sorriso, perplessità, sorriso sia nei pediatri che neigenitori. Il genitore tendenzialmente (per circa 2/3) segue le emozioni espresse dalpedia<strong>tra</strong>. Rimane da approfondire la motivazione del pedia<strong>tra</strong> a connotarenegativamente il secondo momento <strong>della</strong> visita, che genera perplessità o ansia nelgenitore. Ad esempio, negli atteggiamenti negativi ritroviamo: la chiusura, la posizioneaggressiva e la posizione di fuga. Questi segnali non verbali negativi creanoimmediatamente emozioni pesantemente con<strong>tra</strong>ddittorie nel genitore ricevente.Pertanto sarebbe di estrema utilità poter ampliare gli studi fin qui svolti soprattuttosulle motivazioni che portano alla creazione di determinato modelli di comportamentodel pedia<strong>tra</strong> al fine di migliorare gli stili comunicativi nel rapporto pedia<strong>tra</strong>/genitore -medico/paziente.191

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