INprimoPIANOvantaggiosa per il <strong>Consorzio</strong>, prevedeval’erogazione <strong>di</strong> 130mila euro quale sommada utilizzare per i lavori <strong>di</strong> riqualificazione,a fronte della quale al presentatore venivaconcessa, attraverso la stipula <strong>di</strong> un appositoatto, la possibilità <strong>di</strong> occupare un’areadella zona con un chiosco-bar, tutto a suespese, per un periodo <strong>di</strong> sette anni e mezzo.Le procedure seguiteD’intesa con l’Ufficio Urbanistica delComune <strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, fu quin<strong>di</strong> presentataal Comune stesso, per la parte consortile(essenzialmente nuova pavimentazione abetonelle poste su sabbia e nuovo arredourbano) nonché sulla base del progetto approvatodalla Regione Lazio, la cosiddettaC.I.L. e cioè la Comunicazione <strong>di</strong> InizioLavori.Cosa <strong>di</strong>versa per il concessionario delchiosco-bar, il quale, sempre <strong>di</strong> concertocon l’Ufficio Urbanistica del Comune, provvidea presentare una D.I.A. ovvero una Denuncia<strong>di</strong> Inizio Attività per la “Occupazione<strong>di</strong> suolo privato ad uso pubblico”.<strong>Il</strong> <strong>Consorzio</strong>, dopo aver espletato unagara per la posa della nuova pavimentazione,<strong>di</strong>ede corso ai lavori <strong>di</strong> propria competenza,mentre per il chiosco in legno si atteseroi 30 giorni richiesti dalla proceduraD.I.A. prima <strong>di</strong> avviarne la installazione.E qui prese il via una strana vicenda,piuttosto nebulosa, dov’è nostra ferma intenzionefare chiarezza al più presto. Mave<strong>di</strong>amo la cronistoria dei fatti…Apre finalmente il cantiere, ma…Aperto il cantiere e iniziate le opere, èaccaduto che tutti i santi giorni personaggipiù o meno noti si alternavano sul postoper scattare fotografie verso gli operaiintenti a lavorare. E tra questi personaggi(fotografie a parte) c’è stato anche chi lanciavainvettive, chi <strong>di</strong>ffidava a proseguire ilavori e chi inveiva con parole non propriamentecivili verso chiunque si trovasse inquella zona ad operare per il <strong>Consorzio</strong> oper il nuovo chiosco. Insomma un clima daintimidazione mafiosa o poco ci manca…Una situazione non certo ideale per chi stafacendo il proprio dovere nella legalità. Pernon parlare delle autorità preposte ai controlli,che si sono succedute una <strong>di</strong>etro l’altra,dalla Asl alla Polizia locale, dai tecnicicomunali ai Carabinieri, questi ultimi giuntimolte volte sul posto dove hanno sempreprovveduto a identificare i lavoratori.Conclusione: tutto sempre perfettamentein regola!<strong>Il</strong> ricorso al T.A.R.Passò qualche giorno e venimmo aconoscenza che la società proprietaria delvecchio chiosco (quello su piazzale Lucertola,a ridosso della proprietà privata,chiuso da tre anni in quanto – com’è noto– privo <strong>di</strong> autorizzazione) aveva promossoun ricorso al T.A.R. del Lazio, richiedendola sospensiva delle opere <strong>di</strong> cui al progettodel <strong>Consorzio</strong>, per il timore che i lavori incorso <strong>di</strong> realizzazione potessero danneggiareil vecchio chiosco, struttura oltretuttofatiscente, abbandonata e anche pericolosaper la pubblica incolumità dei passanti e inspecial modo dei bambini.<strong>Il</strong> T.A.R., in attesa delle opportune verifiche,concesse la sospensiva, ma limitatamentealle opere che – appunto – potesseroin qualche modo danneggiare o ad<strong>di</strong>rittura“<strong>di</strong>struggere” il vecchio chiosco. <strong>Il</strong> Comunequin<strong>di</strong>, ricevuta la sospensiva delT.A.R., or<strong>di</strong>nò al <strong>Consorzio</strong>, con notificadel 30 maggio, <strong>di</strong> sospendere i lavori limitatamentealla parte che, nelle imme<strong>di</strong>atea<strong>di</strong>acenze del vecchio chiosco, potesserodanneggiarlo o <strong>di</strong>struggerlo. Ciò in attesadella decisione definitiva del T.A.R. stesso,che sarebbe seguita <strong>di</strong> lì a pochi giorni.<strong>Il</strong> <strong>Consorzio</strong> sospese i lavori, ma attraversoil proprio tecnico confermò subito alComune, esibendo foto e planimetrie progettuali,che il vecchio chiosco <strong>di</strong> piazzaleLucertola non poteva in alcun modo esseredanneggiato, tantomeno <strong>di</strong>strutto ma neancheminimamente sfiorato dai lavori, inquanto completamente al <strong>di</strong> fuori, per <strong>di</strong>versimetri, dall’area <strong>di</strong> cantiere. Un ricorsoal T.A.R. che pertanto non ci risultò fondatoe le cui finalità francamente non riusciamoancora oggi a capire. Tant’è che giovedì 8giugno il responsabile dell’Ufficio Urbanisticadel Comune <strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, accompagnatoda un geometra suo assistente e dauna pattuglia della Polizia locale, effettuòun sopralluogo e verificò quanto asseritodal <strong>Consorzio</strong> e cioè la totale estraneità delleopere <strong>di</strong> nuovo arredo urbano in via TrePesci rispetto al vecchio chiosco <strong>di</strong> piazzaleLucertola. L’Ufficio Urbanistica dunque, conatto del 12 giugno, revocò la precedente or<strong>di</strong>nanza<strong>di</strong> sospensione dei lavori e il giornosuccessivo il T.A.R. fece altrettanto.La prima denuncia-querela<strong>Il</strong> 14 giugno accadde l’inverosimile: i Carabinieri<strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, ricevuta una denuncia-querelada parte della società proprietariadel vecchio chiosco, si recarono nuovamentesul cantiere assieme a un geometradell’Ufficio Urbanistica del Comune <strong>di</strong>La<strong>di</strong>spoli, lo stesso geometra che l’8 giugnoera presente al sopralluogo dove fu accertatadalle autorità comunali la piena regolaritàdelle opere in corso. Quest’ultimo, dandoevidentemente cre<strong>di</strong>to al contenuto delladenuncia-querela, verbalizzò che per le6 Gen/Mar <strong>20</strong>12
INprimoPIANOstesse opere non fossero sufficienti i rispettivititoli autorizzativi: al <strong>Consorzio</strong> infatticontestò la C.I.L. e al titolare del chiosco laD.I.A., ritenendo che in entrambi i casi fosseobbligatorio il “Permesso <strong>di</strong> costruire”.Conseguenza: la Polizia locale fu obbligataa or<strong>di</strong>nare il sequestro preventivo del cantiere,avvenuto lo stesso giorno 14 giugno,in attesa della decisione del Magistrato. Magistratoche, esaminate bene le carte, ritennevalida la procedura seguita dal <strong>Consorzio</strong> e<strong>di</strong>spose il giorno successivo, quin<strong>di</strong> il giorno15 giugno, l’imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong>ssequestro delcantiere con la semplice motivazione “sonostati rispettati i termini <strong>di</strong> legge”. Le operehanno quin<strong>di</strong> ripreso il via e sono tuttora incorso <strong>di</strong> completamento.La seconda denuncia-querelaNel frattempo siamo venuti a conoscenza<strong>di</strong> un’altra denuncia-querela, presentataprecedentemente e sempre ai Carabinieri<strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, da tre consorziati eda un consigliere comunale, in cui i firmataricontestano che il <strong>Consorzio</strong> abbiaproseguito i lavori nonostante la sospensiva<strong>di</strong>sposta dal T.A.R.. Una denunciaquerelaanch’essa totalmente infondata inquanto, in quella data, il <strong>Consorzio</strong> nonaveva ancora ricevuto alcuna or<strong>di</strong>nanza<strong>di</strong> sospensiva, cosa avvenuta con notificadel Comune <strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, come detto, il 30maggio e a seguito della quale il <strong>Consorzio</strong>sospese i lavori.Come <strong>di</strong>cevamo, restano ancora aperti<strong>di</strong>versi interrogativi, a cui speriamo <strong>di</strong>dare risposta al più presto, nell’interessedel <strong>Consorzio</strong> e dei consorziati. Oltre achiederci quale possa essere l’utilità del ricorsoal T.A.R. presentato dai proprietaridel vecchio chiosco (che, ripetiamo, è totalmenteal <strong>di</strong> fuori dell’area <strong>di</strong> cantiere),ci doman<strong>di</strong>amo ad esempio come mai iltecnico del Comune, cioè lo stesso che l’8giugno certificò la perfetta regolarità deilavori, il giorno 14 ne abbia sancito la irregolarità…Le conclusioniNell’attesa <strong>di</strong> chiarire ogni aspetto dellavicenda, come necessario, resta il fattoche tutta questa situazione – in particolarei ricorsi e le denunce-querele che hannocausato prima la sospensione dei lavori epoi il sequestro del cantiere – ha causato ritar<strong>di</strong>nella esecuzione delle opere con tuttii danni conseguenti, compresi quelli all’immaginedel Consiglio <strong>di</strong> Amministrazionee del <strong>Consorzio</strong>.<strong>Il</strong> Cda pertanto si scusa con i consorziatiper i <strong>di</strong>sagi, tuttavia in<strong>di</strong>pendenti dallasua volontà, <strong>di</strong>sagi causati dal protrarsidei lavori. Ma nel contempo assicura chesia per i ritar<strong>di</strong> sia per i danni sarannochiamati a rispondere davanti al Giu<strong>di</strong>cetutti coloro che, in un modo o nell’altro, lihanno provocati.Ancora una volta il Cda in carica può<strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> rispettare la legge nellagestione del comprensorio, agendo sempre,solo e soltanto negli interessi deiconsorziati, tenendo ovviamente fedealle delibere assembleari. Qualcun altro,invece, continua ad aggre<strong>di</strong>re fumosamente,ma riceve puntuali risposte coni fatti alle sue chiacchiere. Più il tempopassa, più certi personaggicercano <strong>di</strong>speratamenteappigli per poter attaccareil <strong>Consorzio</strong> ovunque ecomunque, mentre la loroacre<strong>di</strong>ne inevitabilmentesale ogni giorno <strong>di</strong> più.Fermo restando che, comesi <strong>di</strong>ce, tutti i no<strong>di</strong> verrannoal pettine e che la Magistraturaa tempo debitone trarrà le dovute conclusioni…ci <strong>di</strong>spiace perloro, ma con la legge e laragione dalla nostra partecontinueremo imperterriti a proseguirenel giusto cammino intrapreso.Non possiamo chiudere questo articolosenza esprimere solidarietà all’Amministrazionecomunale <strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, bersaglioanch’essa, assieme a noi, delle stesse aggressioni,verbali e scritte. Ebbene l’Amministrazionee in particolare il sindaco Paliottasono accusati <strong>di</strong> essere stati in combuttacon il <strong>Consorzio</strong>, in questa come in altreanaloghe situazioni pregresse, per chissàquale recon<strong>di</strong>to losco fine. Ai posteri l’arduasentenza…Gen/Mar <strong>20</strong>127