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Nuova serie (1977) XII, fascicolo 5-6 - Brixia Sacra

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BRIXIA SACRABR I X I A SACRAMEMORIE STORICHE DELLA DIOCESI DI BRESCIA<strong>Nuova</strong> <strong>serie</strong> - Anno <strong>XII</strong> - N. 5·6 . Settembre· Dicembre <strong>1977</strong><strong>Nuova</strong> <strong>serie</strong> - Anno <strong>XII</strong> - N. 5 - 6 - Settembre - Dicembre <strong>1977</strong>Comitato di Redazione :LUCIANO ANELLl - OTTAVIO CAVALLERI . ANTONIO ClSTELLlNI -LUCIANO ANELLI- OTT AVIO CAV ALLERI - ANTONIO CISTELLINI -GIOVANNI CQRADAZZI - WCIANA DOSIO • ANTONIO FAPPANI .GIOVANNI CORADAZZI - LUCIANA DOSIO - ANTONIO FAPPANI -LUIGI FOSSATI · ANTONIO MASE1TI ZANNINI - GIAN LODOVICOLUIGI FOSSATI - ANTONIO MASETTI ZANNINI - GIAN LODOVICOAIASE1Tl ZANNINI . LEONARDO AlAZZOLDI - STEFANO MINELLI •MASETTI ZANNINI - LEONARDO MAZZOLDI - STEFANO MINELLI -ALBERTO NOVARI . UGO VACUA . OMtELLO V ALFITI.ALBERTO NODARI - UGO VAGLIA - ORNELLO V ALETTI.AI,uoriuwonc delSelrttario di rtdatiQnt: G IOVANNI SCARABELLISegretario di redazione: GIOVANNI SCARABELLIResponsabile: ANTONIO FAPPANIResponsabile: ANTONIO FAPPANITribunale di Brescia in data 18 JCllllaiodel Rcaimo Giornali e PeriodiciAutorizza~ione del Tribunale di Brescia in data>18 gennaiQ 1966 - N. 244del Registro Giornali e Periodici. ~,1966 • N. 244SOMMARIO,SOMMARIO:pagopagoANACLETO MOSCONI, Fondazioni francescane in territorio bresciano . 97ANACLETO MOSCONI , FonJo'l.ioni /ranctICont iiI Urrilorio b,tlciano . 97Dalla Vo/tabbia all'Ungheria: tracce di lisi t cosllllllanu 1iIl1rgicht' prollenirntiDalla Valsabbia all'Ungheria: tracce di usi e costumanze liturgiche provenientidal!' unica matrice di Aquileia . 109dall'unica malricl! di Aquiltia 109DOCUMENTAZIONEGIUSEPPE PAGANI, Don Don Cesare Ctsart Bolognini Bolognini -_fabbrica/art fabbricatore d'organi d'organi -- .. 114UGO VAGLIA, VAGLIA, Canonum Canonum Studiosis, SlUdioris, manoscritto manoscrillO di di p. p. Cesar CtSart I( Catini Calini S.]. SI(see. (stc. XVIII) XVT1I) 128 128CARLO SABATTI - SANDRO GUERRINI, Dipinti inediti di Pietro ScalviniCARLO SABA'ITI • SANDRO GUERRIN I, Dipinti ùltdi/i di Pirlro SCtlfvilli( /718·1792) ti Mtlgno ,li Gllrdont V.T. 132(1718-1792) a Magno di Gardone V.T. 132GIOVANNI, SCARABELLI, SCARABELLI. Un UII interessante i"tert sStlnli' testamento li'slamtn/o del dtl 1505 U05 . 136 136FONTI ARCHIVISTICHEfONTI ARCHIVISTICHEFRANçOIS MENANT, Due DIIi' l·egistri rrgistri della del/Il mensa mel/So vescovile vescovi/e in il/ QuiriniClnCl Qlliril/i.lI/tI 14314 3MARINELLA PETRERA, PETRERA. La L1 "'OS/M mostra di di Grazio Grazio Cassali (OSIati ad ad Orzinuovi Orzinuovi 146 146RECENSIONILUCIANO ANELLI . 148 1'18SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 15115 1Abbonamento annuale con adesione alla Società L. 5.000 - Sostenitore L. 10.000C.C. P. N. 17 /2nSI . Soc. per la sloria della Chiesa di Bl'nci.Abbonamemo annuale oon adesione alla Socied L. 5.000 . SostenilOre L. 10.000CCP. N. 17/27581 - Soc. per la storia della Chiesa di BresciaVia Tosio l/a - 25100 BresciaVi. l'osio l / a . 25100 Bresci.


FONDAZIONI FRANCESCANE IN TERRITORIO BRESCIANOFONDAZIONI FRANCESCANE IN TEHRITORIO BRESCIANOI francescani in LombardiaFrancesco d'Assisi, nel suo mistico ardore di evangeliche conquiste, benpresto diresse i suoi pensieri e i suoi passi verso la Lombardia. Giunsero primai suoi frati, poi egli stesso.La più antica e autorevole testimonianza del loro arrivo la troviamo inuna lettera di Giacomo da Vitry, Vescovo e poi Cardinale, scritta da Genovanell'ottobre 1216 e indirizzata ai suoi amici di Francia ai quali racconta il suoviaggio in Italia.Dopo d'aver detto che ha trovato a Milano «un vero covo di eretici »,che a Perugia ha visto la salma del grande Innocenzo III abbandonata insepolta,e che i curiali s'interessano più delle cose temporali e mondane che di quellespirituali, scrive: «Ho trovato però, in quelle regioni, una cosa che mi è stataFrancesco d'Assisi, nel suopresto diresse i suoi pensieri e ii suoi frati, poi egli stesso.mistico ardore disuoi passi verso laI francescani in Lombardiaevangeliche conquiste, benLombardia. Giunsero primaLa più antica e autorevole testimonianza del loro arrivo la troviamo inuna lettera di Giacomo da Vitry, Vescovo e poi Cardinale, scritta da Genovanell'ottobre 1216 e indirizzata ai suoi amici di Francia ai quali racconta il suoviaggio in Italia.Dopo d'aver detto che ha trovato a Milano «un vero covo di eretici)lo,che a Perugia ha visto la salma del grande Innocenzo III abbandonata insepolta,e che i curiali s'interessano più delle cose temporali e mondane che di quellespirituali, scrive: «Ho trovato pero, in quelle regioni, una cosa che mi è statadi grande consolazione: delle persone, d'ambo i sessi, ricchi e laici, che, spogliandosidi ogni proprietà per Cristo, abbandonavano il mondo. Si chiamavanofrati minori e sorelle minori, e sono tenuti in grande considerazione dal Papae dai cardinali.Costoro vivono secondo la forma della Chiesa primitiva, della quale èscritto: «La moltitudine dei credenti era un cuore solo e un'anima sola ».Durante il giorno entrano nelle città e nei paesi, adoprandosi attivamente perguadagnare altri al Signore; la notte ritornano negli eremi o in qualche luogosolitario per attendere alla contemplazione.Le donne invece dimorano insieme in alcuni ospizi non lontani dalle città,e non accettano alcuna donazione, ma vivono col lavoro delle proprie mani.Non piccolo è il loro rammarico e turbamento vedendosi onorate più che nonvorrebbero da chierici e laici.Gli uomini di questa "religione" convengono una volta l'anno nel luogostabilito, per rallegrarsi nel Signore e mangiare insieme, ricavando da questiincontri notevoli benefici. Qui avvalendosi del consiglio di persone esperte,formulano e promulgano delle leggi sante, che sottopongono al Papa perl'approvazione. Dopo di che, si separano per tutto l'anno disperdendosi per laLombardia, la Toscana, le Puglie e la Sicilia» (1) .di grande consolazione: delle persone, d'ambo i sessi, ricchi e laici, che, spogliandosidi ogni proprietà per Cristo, abbandonavano il mondo. Si chiamavanofrati minori e sorelle minori, e sono tenuti in grande considerazione dal Papae dai cardinali.Costoro vivono secondo la forma della Chiesa primitiva, della quale èscritto: «La moltitudine dei credenti era un cuore solo e un'anima sola ».Durante il giorno entrano nelle città e nei paesi, adoprandosi attivamente perguadagnare altri al Signore; la notte ritornano negli eremi o in qualche luogosolitario per attendere alla contemplazione.Le donne invece dimorano insieme in alcuni ospizi non lontani dalle città,e non accettano alcuna donazione, ma vivono col lavoro delle proprie mani.Non piccolo è il loro rammarico e turbamento vedendosi onorate più che nonvorrebbero da chierici e laici.Gli uomini di questa "religione" convengono una volta l'anno nel luogostabilito, per rallegrarsi nel Signore e mangiare insieme, ricavando da questiincontri notevoli bene6ci. Qui avvalendosi del consiglio di persone esperte,formulano e promulgano delle leggi sante, che sottopongono al Papa perl'approvazione. Dopo di che, si separano per tutto l'anno disperdendosi per laLombardia, la Toscana, le Puglie e la Sicilia» (1).(1) Fonti Francescane, VoI. II, Bologna <strong>1977</strong>, pp. 1905-1908, n. 2200-2208.(1) Font; FrtlffCtSCtlnt, VoI. II, Bologna 19n, pp. 190~ · 1908, n. 220().2208.97


si può considerare il luogo dove sostarono nella loro prima venuta il Poverelloe i suoi frati, la più antica fondazione francescana in territorio bresciano.A tale convento doveva appartenere quel frate che, nel terremoto del 1222,la notte del 25 dicembre, trovandosi ivi in preghiera mentre la --:hiesa crollava«sub ruina lapidum illaesus iIlaesus inventus est », come ci d riferisce il contemporaneofra Tommaso da Eccleston nelle pagine della sua Cronaca (7). Ivi abitava pureil frate ricordato dal Celano che da Brescia nel 1226 venne a Siena e, grazie aduno stratagemma di fra Pacifico (bacio (bado delle mani) riuscì duscl a vedere le Stimmatedel Santo Poverello (8).. Di quella comunità faceva parte anche un certo fraPietro da Brescia che nel 1230, con i più eminenti francescani del tempo, sirecò rero a Roma per chiedere a Gregorio IX una dichiarazione autentica ed ufficialesul testamento di S. Francesco (9).I Frati ConventualiIn terra bresciana fu tale l'entusiasmo suscitato da quegli uomini "evangelici",predicatori della pace pllce e del bene, che, in breve volger di tempo, molti chieserodi vestire il saio, cinger "l'umile capestro" capestIo" e far parte della "gente poverella".E, pertanto, sorsero i conventi, molti conventi, così cosl che nel 1270 essi costituivanogià la seconda delle cinque Custodie (Milano, Brescia, Como, Monza, Ver­Verocelli) in cui si suddivideva la lo. vasta «Provincia« Mediolanensis o Langobardiae»Langobardiae,.che comprendeva ben 25 conventi.Abbiamo così, cosi, oltre il già ricordato S. Giorgio in Brescia, le fondazioni diIseo, poi Isola di Garda divenuta "Isola dei frati", Gargnano, Bienno in Valca­Valca·monica, e finalmente fìnalmeme lo splendido e monume1!tale monumentale S. Francesco di Brescia. Il 11Malvezzi Malvezz.i ce ne parla con viva ammirazione scrivendo: «Est enim diebus meisis locus amoenitate precipuus, magna devouonis devotionis reverentia reverenda observatus. Ibi nobileset plebis multitudo ad divina officia maxime concurrunt; concurrunti ibi religiosorum frattum fratrumsolertia solercia ad celebrandum sacrorum cultus nullis nulJis unquam horum deficere conspici­conspici·tur, quorum venerabilis coetus religiosis re1igiosis et honestis personis necnon ncenon et <strong>Sacra</strong>rumScripturarum erudicissimis eruditissimis Magistris usque in meae adolescentiae dies quasi chorusllagrabat flagrabat angelicus» (lO). (10).Un altro convento sarebbe dovuto sorgere anche a Sirmione, e ciò nonper volontà popolare, ma per una singolare forma di assoluzione papale. AvendoVerona fornito aiuti il a Corradino, nipote di Federico II, l'imperatore avversariodel Papa, lo. la città eta era stata colpita da diverse censure ecclesiastiche. Passata labufera, il Pontefice Niccolò III accondiscese ad assolverla e con la lo. Bolla «Man. «Man­suetidinis Apostolicae plenitudo» pIeni » del 18 agosto 1278 ne diede facoltà al frano(7) Fonti Franceuane, Francescane, VoI. II, Bologna <strong>1977</strong>, p. 2039, num. nUID. 2460.(8) Fonti Francescane, VoI. I, Bologna <strong>1977</strong>, p, p. 663, num. nUID. 721.(9) Fonti Francescane, VoI. II, Bologna <strong>1977</strong>, p. 20'8, 2058, flUID. num. 250J. 2503.(10) ]. J. MALVECII, Chronicon <strong>Brixia</strong>num, disto VIII, cap. VIII.100


cescano P. Filippo Bonaccolsi, Inquisitore della Marca Trevisana, ma ... «adhibitistamen quibusdam conditionibus, atque illa iIIa prae ceteris, ut deponeret in tuto locoquattuor millia librarum librarurn pro construendo monasterio Fratrum Frattum Minorum in Sirmionisoppido» (11). Detta costruzione sembra però non sia mai avvenuta.In seguito i frati Conventuali s'insediarono anche ad Erbusco, a Calcinatoe ad Orzinuovi.I l Frati della Regolare OsservanzaFrattanto il rapido ed esuberante sviluppo dell'Ordine francescano portònel secolo XIV e XV ad una decadenza alla aUa quale successe, come reazione, unadifferenziazione e una divisione in più rami o riforme. La prima e più importante,che rivitalizzò il francescanesimo, fu chiamata con nome significativo la "RegolareOsservanza". .Iniziatore ne fu il nobile laico Paolo Trinci di Foligno, detto per la suapiccola statura Paoluccio. Desiderando far una vita più rigorosa e osservante,specialmente con più impegno nella neUa povertà e nell'orazione, chiese nel 1368 diritirarsi nell'eremo neU'eremo di Brogliano sopra Foligno.Il luogo era orrido e i viottoli che vi conducevano erano infestati di serpenti;per difendersi, Paoluccio e c i suoi compagni pensarono di portare deglizoccoli di legno e da quest'uso venne ai frati dell'Osservanza il nome di "Zocco­''Zoccolanti".Il tenore di vita instaurato da Paoluccio a Brogliano fu rigidissimo eoltre la Regola, tanto che a volte si trovò con un unico compagno e addiritturasolo, ma la riforma sua non tardò ad affermarsi e propagarsi.Per farsene un'idea, ecco come descrive la rigida vita degli Osservanti diallora a Fiesole un cronista francescano del secolo XVI, Dionisio Pulinari: «In« questo luoco si servava strettissima clausura c, e, da un sabato all'altro, non s'aprivala porta del martello, e, allora, ne usciva una coppia sola, per andare a cercareil pane, di maniera che, quando si sentivano gli zoccoli, le finestre e gli usci siempivano di donne e fanciulle che, per devozione, correvano a vedere quei santifrati; e le madri dicevano alle figlie: : "imparate dai frati dell'Osservanza d'andarecomposte e con gli occhi bassi a terra")Io. ».E scrive ancora: «In questo luoco un fiasco di vino con fatica si finiva in15 giorni, perché nessuno beveva vino, se non qualche vecchio e debole, e quelloancora sforzato per obbedienza dal suo prelato)lo prelato» (12).Ma chi ridiede all'Ordine francescano la prodigiosa fioritura delle originifu Bernardino da Siena che perciò appunto si meritò il titolo di "secondo fondatoredell'Ordine".(11) Archivio di Stato di Verona, S. Fermo Maggiore, Rotoli B.I. perg. 5J 53(12) D. CRESI, S. Francesco e i suoi Ordini, Firenze 1955, pp. 106-107.1011


A lui si aggiunsero Giovanni da Capestrano, Alberto da Sarteano e Giacomodella Marca, legati fra loro in intima amicizia e chiamati le "quattro colonne dell'Osservanza", la quale si andò sempre più distinguendosi e staccandosi dai Con-Con·ventuali.Tutti e quattro questi santi ed eloquenti predicatori vennero a Brescia ove, ave,riferiscono i cronisti del tempo, furono accolti con indescrivibile entusiasmo,suscitarono numerose vocazioni e molti Comuni andarono a gara nel costruire eoffrire loro chiese c e conventi.Ed ecco a Brescia per gli Osservanti le sedi di S. Apollonio e S. Rocco, poiAguzano di Orzinuovi, Gardone in Valtrompia, Pralboino, Lovere S. Maurizio,Chiari, Ghedi, Quinzano, Lonato, Salò, Isola d'Iseo, Gavardo, Lovere S. Mariain Valvendra, fino 6no al grande S. Giuseppe di Brescia. Divenne - questo - lasede centrale della nuova « Provincia Osservante di Brescia », staccatasi da quelladi Milano, e, dal suo governo, dipendevano ben 35 conventi, sparsi nel brescianoe nelle vicine e confinanti diocesi, e riprodotti dal vero in altrettanti piccoliquadri dipinti sulle pareti del primo chiostro insieme con le figure più illustridell'Osservanza. Della chiesa di S. Giuseppe scrive il Gonzaga: « ... elegantersatis, saris, satisque auguste constructa ... Nam et longitudine, et latitudine, atque eriam etiampulchritudine coeteras antecellit ecc1esias, ecclesias, eaque de causa ipsa cathedralis ecc1esia ecclesia<strong>Brixia</strong>nis frequentior est» (13).( ).l I Frati Amadeiti e CapriolantiVerso la metà del secolo XV ecco eero un'altra riforma dovuta al Beato AmedeoMenez de Sylva (1420-1482), (1420·1482), un francescano portoghese la cui santità gli suscitòdiscepoli anche in terra bresciana, dove passò e ottenne diversi conventi, qualiErbusco, Brescia S. Maria delle Rose con S. Rocco, Quinzano, Borno e Iseo giàdei Conventuali.Gli Amadeiti Amadciti li tennero fino all'estinzione della loro Congregazione, quandonel 1568 il papa Pio V ordinò che rientrassero e si riunissero agli Osservanti, aiquali passarono perciò anche i loro conventi.A Brescia troviamo, per poco più di una decina d'anni e cioè dal 1467 al1479, anche un gruppo di frati separatisti separaristi e dissidenti che dal nome del loroiniziatore - P. Pietro Caprioli - furono chiamati, non senza una punta di mali­mali.ziosa ironia, Frati Capriolanti. Loro sede in città fu il costruendo convento deiSS. Bernardino e Rocco, loro componenti i frati dei conventi di Ghedi e Isoladel Garda. Tutto si ricompose in pace col loro rientro tra gli Osservanti nel 1479.(13) F. GONZAGA, De origine Seraphicae Seraphicat Religionis Rtligionis ...,) Romae 1587, p. 488.102


I Frati Cappuccini e RiformatiI Frati Cappucdni e RiformatiSorto negli anni 1525-1528 il ramo dei Frati Cappuccini, essi furono subitoaccolti da enorme simpatia e popolarità, ed ebbero presto una grande dilIusionetra i bresciani, ave a cominciare dal 1536 si installarono a Badia di Brescia, poia Cologne, Rezzato, Drugolo, Manerbio, Salò, Iseo, Breno, Montichiari, BresciaSorto negli anni 1525-1528 il ramo dei Frati Cappuccini, essi furono subitoaccolti da enorme simpatia e popolarità, ed ebbero presto una grande diffusionetra i bresciani, ove a cominciare dal 1536 si installarono a Badia di Brescia, poia Cologne, Rezzato, Drugolo, Manerbio, Salò, Iseo, Breno, Montichiari, Bresciaai SS. SS. Pietro Pietro e e Marcellino, Marcellino, Gambara, Gambara, Vestone, Vestone, Verola Verola <strong>Nuova</strong>, <strong>Nuova</strong>, Edolo, Edolo, Bovegno, Bovegno,Gargnano, Corzano, Trenzano, Lovere. E poterono anch'essi costituire un'autonoma«Provincia dei Cappuccini di Brescia ».Gargnano, Corzano, Trenzano, Lovere. E poterono anch'essi costituire un'autonoma«Provincia dei Cappuccini di Brescia ».Ma l'esempio dei Cappuccini suscitò anche in seno agli Osservanti unaMa l'esempio dei Cappuccini suscitò anche in seno agli Osservanti unanuova riforma, patrocinata da quei religiosi che desideravano una disciplina piùrigida e una vita pil\ povera, ed ecco i frati «della più stretta osservanza» -strictioris observantiae - chiamati poi semplicemente col nome di Riformati.nuova riforma, patrocinata da quei religiosi che desideravano una disciplina piùrigida e una vita piil povera, ed ecco i frati «della più stretta osservanza» -strictioris observantiae - chiamati poi semplicemente col nome di Riformati.Ebbero iniz.io da noi ufficialmente nel 1532 con la Bolla «In suprema militantisecclesiae» di papa Clemente VII. In genere essi non fondarono nuoviconventi, ma si raccolsero in quelli degli Osservanti, a loro ceduti appositamente.Nel territorio bresciano perciò i Riformati ebbero solamente il S. Mauriziodi Lovere e l'Annunciata di Borno, cui aggiunsero più tardi il nuovo' conventodi S. Dorotea di Cemmo in Valcamonica (1638) e il S. Cristo di Brescia, com·perato dai Gesuati nel 1669. Questo divenne la loro sede provincializia, dallaquale dipendevano 13 conventi che, benché si trovassero per la maggior partenella diocesi di Bergamo, pure preferirono darsi il nome di '" Provincia dei Riformatidi Brescia)lo.Ebbero inizio da noi ufficialmente nel 1532 con la Bolla « In suprema militantisecclesiae» di papa Clemente VII. In genere essi non fondarono nuoviéonventi, ma si raccolsero in quelli degli Osservanti, a loro ceduti appositamente.Nel territorio bresciano perciò i Riformati ebbero solamente il S. Mauriziodi Lovere e l'Annunciata di Borno, cui aggiunsero più tardi il nuovo' conventodi S. Dorotea di Cemmo in Valcamonica (1638) e il S. Cristo di Brescia, comperatodai Gesuati nel 1669. Questo divenne la loro sede provincializia, dallaquale dipendevano 13 conventi che, benché si trovassero per la maggior partenella diocesi di Bergamo, pure preferirono darsi il nome di « Provincia dei Riformatidi Brescia ».Il Secondo Ordine: le Monache ClarisseIl Secondo Ordine: le Monache ClarisseE veniamo a trattare ora del ramo femminile, che costituisce la secondafamiglia francescana e fu detto penanto "Secondo Ordine". Esso è formato daquelle pie donne che, seguendo la Regola di S. Chiara d'Assisi, la più fedelediscepola e interprete del Poverello, si sono chiuse nei monasteri a vivere nellapiù stretta clausura e ad incarnare la dimensione mistica e contemplativa dellaspiritualità serafica. Esse furono chiamate con diversi appellativi: Damianite, Minorisse,Urbaniste, Cappuccine, e finalmente Clarisse.In generale le loro fondazioni sorgevano nelle stesse località, o a breve distanzadai COnventi dei Frati Minori per esserne poi più facilmente assistite e direttespiritualmente. Dai documenti che ci sono rimasti risultano presenti in Bresciaalmeno dall'anno 1255 (14), ma possiamo ritenere che vi giungessero molto prima.Ebbero in città i monasteri di S. Chiara Vecchia, S. Chiara <strong>Nuova</strong>, S. Marta, S.Maria ad Nives, e, fuo ri ; monasteri di Orzinuovi, Lovere, Capriolo, Lonato.E veniamo a trattare ora del ramo femminile, che costituisce la secondafamiglia francescana e fu detto pertanto "Secondo Ordine". Esso è formato daquelle pie donne che, seguendo la Regola di S. Chiara d'Assisi, la più fedelediscepola e interprete del Poverello, si sono chiuse nei monasteri a vivere nellapiù stretta clausura e ad incarnare la dimensione mistica e contemplativa dellaspiritualità serafica. Esse furono chiamate con diversi appellativi: Damianite, Minorisse,Urbaniste, Cappuccine, e finalmente Clarisse.In generale le loro fondazioni sorgevano nelle stesse località, o a breve distanzadai conventi dei Frati Minori per esserne poi più facilmente assistite e direttespiritualmente. Dai documenti che ci sono rimasti risultano presenti in Bresciaalmeno dall'anno 1255 (14), ma possiamo ritenere che vi giungessero molto prima.Ebbero in città i monasteri di S. Chiara Vecchia, S. Chiara <strong>Nuova</strong>, S. Marta, S.Maria ad Nives, e, fuori ,i monasteri di Orzinuovi, Lovere, Capriolo, Lonato.(14) Archivio di Stato di Milano, Bolle e Brevi papali, cart. <strong>XII</strong>I.(14) Archivio di Stato di Milano, Bolle e Brevi papali, cart. <strong>XII</strong>I.103103


Il Terz'Ordine Secolare e RegolareS. Francesco istitul istituì anche una terza famiglia - il Terz'Ordine Secolare -che comprende i laici, uomini e donne, sposati e no, che vivono la spiritualitàe l'ideale del Poverel1o Poverello rimanendo nel mondo, nelle proprie case, attendendo alproprio lavoro, esercitando soprattutto le opere della carità, intenti e impegnatia edificare una "civitas temporale" più umana e più cristiana. Furono cbiamati chiamati~ « fratelli e sorelle della penitenza », e, più pitI tardi, semplicemente Terziari e Terziarie.Essi ebbero una grande diffusione anche nel territorio bresciano, e, raggruppatiin Fraternità, si radunavano periodicamente nei conventi dei Frati Minori,dai quali ricevevano la loro spirtuale formazione. Ovviamente essi non ebberoconventi, ma fondarono o sostennero generosamente numerose opere benefiche eassistenziali.Ma la fecondità del vigoroso albero francescano dette vita ad un altto altro ramocon la nascita del Terz'Ordine Regolare maschile e femminile. Derivando l'ispirazionedal Terz'Ordine Secolare, alcune persone più fervorose pensarono di riunirsiin piccole comunità, appartate dal mondo e sotto una Regola più rigida.Così, CosÌ, in terra bresciana, già dal secolo XIV troviamo una piccola fondazione delgenere in un eremo a Borno dedicato ai SS. Cosma e Damiano, cui segue poiSoiano del Lago, Brescia - Le Fornaci, Saiano in Franciacorta, Brescia S. Antonino.Si costituì costituÌ perfino, secondo i documenti, una «Provincia ~ del Terz'OrdineRegolare di Brescia », che riuniva e governava i religiosi di almeno sei conven­conventini(15).Anche il ramo femminile del Terz'Ordine Regolare ebbe le sue fondazioni,iniziate con la Beata Angelina da Marsciano (t 1435) 143.5) della quale il MartirologioFrancescano dice: : «( <strong>Sacra</strong>e Tertiariarum in claustro degentium initium dedit» (16)..Di questo ramo abbiamo scarsa documentazione, specialmente perché assunse diversinomi e spesso ebbe breve durata, pur sorgendo qua e là frequentemente.In territorio bresciano conosciamo solamente la fondazione di Chiari - S.Maria Parva -fiorita nel secolo XVI e durata un cinquantennio, e un'altra imprecisata,presente in Contrada delle Palle (S. . Martino) a Brescia ai tempi della soppressionenapoleonica.Le soppressioni dei religiosiQuesto, a rapidi tratti, è il quadro storico delle fondazioni francescane nelterritorio bresciano dalle orgini argini fino al periodo delle grandi soppressioni religiose,la Napoleonica del 1810 e quella Italica del 1868. Calcolando e comprendendoanche le 9 piccole case, chiamate "Ospizi", perché ospitavano saltuariamente ilpredicatore o questuante impossibilitato a raggiungere il troppo lontano convento,(15) Archivio di Stato di Venezia, Deputaz. ad pias causas, busta 48 e 74.(16) Ibidem alla data 14 luglio.104


il Primo Ordine dei Frati Minori, nei suoi vari rami e nomi, ebbe fondazioniil Primo Ordine dei Frati Minori, nei suoi vari rami e nomi, ebbe fondazioni(chiese e conventi) in numero veramente ragguardevole di 60. Il Secondo Ordinedelle Clarisse raggiunse il numero di 8 monasteri, il Terz'Ordine Regolare maschilene ebbe 5, e quello femminile 2.Con un breve tratto di penna e con un enorme atto d'arbitrio e di ingiu·stizia Napoleone prima, e il Regno d'Italia poi, soppressero quasi interamentequesti istituti religiosi ,liquidandone l'asse ecclesiastico, incamerandone i beni,distruggendo un incalcolable patrimonio artistico e religioso, lasciatoci dai padria testimoniare l'alto livello della loro fede e deUa loro civiltà.(chiese e conventi) in numero veramente ragguardevole di 60. Il Secondo Ordinedelle Clarisse raggiunse il numero di 8 monasteri, il Terz'Ordine Regolare maschilene ebbe 5, e quello femminile 2.Con un breve tratto di penna e con un enorme atto d'arbitrio e di ingiustiziaNapoleone prima, e il Regno d'Italia poi, soppressero quasi interamentequesti istituti religiosi ,liquidandone l'asse ecclesiastico, incamerandone i beni,distruggendo un incalcolable patrimonio artistico e religioso, lasciato ci dai padria testimoniare l'alto livello della loro fede e della loro civiltà.Il francescanesimo ai giorni nostriIl francescanesimo ai giorni nostriMa lo spirito religioso e francescano è in profonda sintonia con le più auten·tiche aspirazioni dell'uomo, ed ecco che, passata la bufera, esso è tornato a rivi·vere, a suscitare vocazioni, a fondare conventi.Ma lo spirito religioso e francescano è in profonda sintonia con le più autenticheaspirazioni dell'uomo, ed ecco che, passata la bufera, esso è tornato a rivivere,a suscitare vocazioni, a fondare conventi.Ai giorni nostri - col Primo Ordine - ritroviamo i Conventuali a Brescianel rinnovato S. Francesco, a Lumezzane con una Parrocchia, a Rivoltella conAi giorni nostri - col Primo Ordine - ritroviamo i Conventuali a Brescianel rinnovato S. Francesco, a Lumezzane con una Parrocchia, a Rivoltella conun Collegio. Pure i Frati Minori (Osservanti e Riformati riuniti) sono presenti aBrescia in S. Gaetano, negH Spedali Civili, al Franciscanum, a Rezzato, a Saiano,a Gargnano, al Tonale. E i Cappuccini svolgono il loro apostolato a Brescia nellaParrocchia del S. Cuore e al Cimitero Vantiniano, a Lovere, a Borno in Valca·manica, a Barbarano di Salò.E ritroviamo anche le sorelle del Secondo Ordine - le Clarisse - con unloro monastero a Brescia e un altro a Lovere.un Collegio. Pure i Frati Minori (Osservanti e Riformati riuniti) sono presenti aBrescia in S.Gaetano, negli Spedali Civili, al Franciscanum, a Rezzato, a Saiano,a Gargnano, al Tonale. E i Cappuccini svolgono il loro apostolato a Brescia nellaParrocchia del S. Cuore e al Cimitero Vantiniano, a Lovere, a Borno in Valcamonica,a Barbarano di Salò.E ritroviamo anche le sorelle del Secondo Ordine - le Clarisse - con unloro monastero a Brescia e un altro a Lovere.I! Terz'Ordine Secolare ha preso tale uno sviluppo che oggi si può direIl Terz'Ordine Secolare ha preso tale uno sviluppo che oggi si può direche è presente in quasi tutte le Parrocchie del bresciano, ave tien desto e vivoche è presente in quasi tutte le Parrocchie del bresciano, ove tien desto e vivoil messaggio francescano.il messaggio francescano.Il Terz'Ordine Regolare maschile invece da noi non ha più fondato alcunaIl Terz'Ordine Regolare maschile invece da noi non ha più fondato alcunacasa, mentre quello femminile è fiorente sotto diversi nomi, ed è presente innumerose località: Castenedolo, Cologne, Nuvolera, Salò, Barbariga, Breno, ecc.Infine, aggiornandosi coi tempi nuovi, rispuntando sempre sotto varie formee istituzioni, il francescanesimo ha dato vita, e proprio in diocesi di Brescia, adun nuovo ramo - un Istituto Secolare - la Piccola Famiglia Francescana, fondatadal P. Ireneo Mazzotti (f 1976) da Cologne, e con la sua casa madre a Ome.casa, mentre quello femminile è fiorente sotto diversi nomi, ed è presente innumerose località: Castenedolo, Cologne, Nuvolera, Salò, Barbariga, Breno, ecc.Infine, aggiornandosi coi tempi nuovi, rispuntando sempre sotto varie formee istituzioni, il francescanesimo ha dato vita, e proprio in diocesi di Brescia, adun nuovo ramo - un Istituto Secolare - la Piccola Famiglia Francescana, fondatadal P. Ireneo Mazzotti (t 1976) da Cologne, e con la sua casa madre a Ome.Insediamenti frllncescaniInsediamenti francescaniA questa rapida e schematica rassegna di chiese e conventi francescani, vogliamofar seguire alcune considerazioni generali. Anzitutto circa la loro ubicazione.Diversamente da quanto spesso si dice, la scelta del luogo ove costruire unasede francescana veniva fatta secondo precise finalità religiose intrinseche all'idealestesso. Infatti, nei documenti ufficiali di ogni fondazione troviamo costantementeuna formula o dicitura che mentre ne precisa l'ubicazione, ne esprime pure impli-A questa rapida e schematica rassegna di chiese e conventi francescani, vogliamofar seguire alcune considerazioni generali. Anzitutto circa la loro ubicazione.Diversamente da quanto spesso si dice, la scelta del luogo ave costruire unasede francescana veniva fatta secondo precise finalità reHgiose intrinseche all'idealestesso. Infatti, nei documenti ufficiali di ogni fondazione troviamo costantementeuna formula o dicitura che mentre ne precisa l'ubicazione, ne esprime pure impli.105105


citamente una duplice finalità. Un convento "francescano" dev'essere costruito« prope et extra muros civitatis », ossia vicino, ma fuori dell'abitato. E' il richiamodell'eremo e della contemplazione, abbinato e alternato con l'impegno apostolicoe il il ritorno fra fra gli gli uomini per comunicare loro i i doni del Signore, la la pace e il il bene.« prope et extra M UroS civitatis )), ossia vicino, ma fuori dell'abitato. E' il richiamoE' la la caratteristica già già rilevata e descritta fin fin dalle origini da da Giacomo da daVitry, da noi riportata all'inizio di questo articolo e che qui ripetiamo: «« (I (I FratiMinori) durante il il giorno entrano nelle città città e nei nei paesi, adoprandosi attivamenteper guadagnare altri al Signore; la la notte ritornano negli eremi o in qualche luogosolitario per per attendere alla contemplazione)).».Le chiese francescaneLe chiese dei francescani, veri centri di spiritualità e di devozione, venivanosolitamente frequentate da molta gente, che assisteva a funzioni liturgiche celebratecon decoro e solennità, e ascoltava prediche tenute da valenti oratori, soprattuttonei periodi dell'Avvento, della Quaresima e dell'Annuale. Inoltre vi facevanocapo diverse associazioni religiose di laici che qui qui potevano attendere liberamentealle loro pratiche · di di pietà.Anche l'arte aveva in esse un un suo fortunato regno dove gli artisti, grandi epiccoli, venivano chiamali chiamati dai dai frati frati e favoriti da generosi benefattori, che quierigevano le le loro cappelle e le loro sepoltute sepolture nell'ambizione di tramandare ai aisecoli nome e gloria, o venivano invitati dalle varie confraternite laiche, che quivolevano erigere un degno altare al loro celeste Patrono. Molte di di tali chiese riuscironovere gallerie d'arte!L'architettura ebbe pure alcune alcune tipiche e nuove espressioni, particolarmentenelle chiese erette dagli Osservanti, tali da far far parlare patlare di uno speciale "stile di diS. Bernardino" (transetto, parete divisoria, ecc.).I conventi del Primo OrdineI conventi erano non solo oasi di pace e di di silenzio, ma ma anche fervidi centridi studio e di cultura, poiché in molti di essi si tenevano corsi di lettere, di diritto,di filosofia, di teologia, per l'istruzione e la formazione di coloro che venivanoavviati al sacerdozio, o alla predicazione oppure all'insegnamento nell'Ordine, e,a tali tali corsi, non di rado partecipavano anche studenti laici, oppure vi si si tenevanoaperte al al pubblico elucubrate dispute o erudite dissertazioni.Sulla parete destra della chiesa di S. S. Francescco in Brescia un affresco delsecolo XIV XIV ritrae una scena ave ove si si vede sulla sinistra un gruppo di giovani studenticol berretto goliardico, e sulla destra un gruppo di frati Mendicanti: Domenicani,Eremitani, Carmelitani e - soprattutto - Francescani. CosÌ Cosi pure troviamoatti notarili notarili che che sono stati rogati «in in scholis fratrum minorum de de <strong>Brixia</strong> ». ».Celebre fu fu lo Studio di Teologia Scotista che fiorì fiori nell'Isola di di Garda alprincipio del secolo XVI XVI col dottissimo P. Francesco Lechi detto il il Licheto «a «a106Le chiese francescaneLe chiese dei francescani, veri centri di spiritualità e di devozione, venivanoS. Bernardino" (transetto, parete divisoria, ecc.) .1 convenIi del Primo Ordinedi studio e di cultura, poiché in molti di essi si tenevano corsi di lettere, di diritto,di 61oso6a, di teologia, per l'istruzione e la formazione di coloro che venivano106


comodità del quale - scrive il Gratarola (17) - ci si fabbricò un loco, a guisadi mezza luna, o sia di Teatro, ma piccolo, dove i frati, e gli altri secolari dispu.tavano, passeggiando come facevano i peripatetici nell'Accademia di Atene; conun Tribunale da capo, dov'ei leggeva, et con un grado solo d'attorno dove glialtri ascoltavano sedendo».Anche il famoso giurista, che fu Governatore di Gavardo, Albertano daBrescia si dice che tenesse le sue lezioni presso i francescani di S. Giorgio. ENiccolò Tartaglia sostenne le sue tesi contro il Cardano proprio nella sede deiRiformati di S. Maria del Giardino a Milano, nei pressi del Teatro alla Scala.comodità del quale - scrive il Gratarola (17) - ci si fabbricò un laco, a guisadi mezza luna, o sia di Teatro, ma piccolo, dove i fra ti , e gli altri secolari dispu·tavano, passeggiando come facevano i peripatetici nell'Accademia di Atene; conun Tribunale da capo, dov'ei leggeva, et con un grado solo d'attorno dove glialtri ascoltavano sedendo ».Anche il famoso giurista, che fu Governatore di Gavardo, Albettano daBrescia si dice che tenesse le sue lezioni presso i francescani di S. Giorgio. ENiccolò Tartaglia sostenne le sue tesi contro il Cardano proprio nella sede deiRiformati di S. Maria del Giardino a Milano, nei pressi del Teatro alla Scala.E come non ricordare che i Conventuali furono sempre notissimi cultoridella musica , gli Osservanti tenevano frequentare Farmacie, e i Cappuccini nelSettecento avevano a Brescia persino una regolare scuola di chirurgia e di medicina?E non parliamo poi di archivi e di biblioteche che furono sempre una gloria degliOrdini religiosi!E come non ricordare che i Conventuali furono sempre notissimi cultoridella musica, gli Osservanti tenevano frequentate Farmacie, e i Cappuccini nelSettecento avevano a Brescia persino una regolare scuola di chirurgia e di medicina?E non parliamo poi di archivi e di biblioteche che furono sempre una gloria degliOrdini religiosi!Centri di operosità e di lavoro materiale, queste dimore dei frati, poichévi venivano istruiti e formati nelle diverse arti e mestieri i cosidetti "fratelli laicio conversi", cioè non sacerdoti, che attendevano a tutte le occupazioni internee ai molteplici bisogni di una comunità così da rendere il convento il più possibileautosufficiente.Centri di operosità e di lavoro materiale, queste dimore dei frati, poichévi venivano istruiti e formati nelle diverse arti e mestieri i cosidetti "fratelli laicio conversi", cioè non sacerdoti, che attendevano a tutte le occupazioni internee al molteplici bisogni di una comunità cosI da rendere il convento il più possibileautosufficiente.E centri della carità, alle cui porte bussavano e bussano ricchi e poveri, bisognosidi pane o di conforto, e dai quali partivano e partono iniziative benefiched'ogni genere, originate e sostenute da quella inventiva generosa e serafica cheil Santo di Assisi ha trasmesso ai suoi figH, e che il Manzoni ha celebrato nelnotissimo episodio di fra Galdino con quella sua conclusione: «Noi siam comeil mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi ».E centri della carità, alle cui porte bussavano e bussano ricchi e poveri, bisognosidi pane o di conforto, e dai quali partivano e partono iniziative benefiched'ogni genere, originate e sostenute da quella inventiva generosa e serafica cheil Santo di Assisi ha trasmesso ai suoi figi" e che il Manzoni ha celebrato nelnotissimo episodio di fra Galdino con quella sua conclusione: «Noi siam comeil mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi ,..Ma se una sede francescana comporta una chiesa, un convento, un centrocaritativo "in loco", promuove poi tutta una vasta <strong>serie</strong> di opere all'esterno: chisvolge una forma di apostolato itinerante e popolare come il frate predicatore chetien desta la fede e cristiani i costumi, chi suscita contro l'usura e in favore deipoveri i Monti di Pietà, chi si presenta arditamente allo straniero oppressorecome il Padre Malvestiti, chi assiste e conforta un patriota condannato a mortecome fece il p. Baccaglioni, chi si dedica all'assistenza spirituale degli ammalati,e chi si occupa dei carcerati come l'indimenticabile padre Michele Marella (t 1930).Ma se una sede francescana comporta una chiesa, un convento, un centrocaritativo "in 1000", promuove poi tutta una vasta <strong>serie</strong> di opere all'esterno: chisvolge una forma di apostolato itinerante e popolare come il frate predicatore chetien desta la fede e cristiani i costumi, chi suscita contro l'usura e in fa vore deipoveri i Monti di Pietà, chi si presenta arditamente allo straniero oppressorecome il Padre Malvestiti, chi assiste e conforta un patriota condannato a mortecome fece il p. Baccaglioni, chi si dedica all 'assistenza spirituale degli ammalati,e chi si occupa dei carcerati come l'indimenticabile padre Michele Marella (t 1930) .Infine, dove non poteva giungere la voce o l'opera del Padre predicatore,arrivava la parola semplice dell'umile frate questuante, il quale "pedibus calcantibus"e "andando di porta in porta" come vuole S. Francesco, recava la paroladi Dio "a domicilio", entrando nella viva e concreta situazione delle persone edelle famiglie, rendendo la sua parola più efficace e convincente con il personaleInfine, dove non poteva giungere la voce o l'opera del Padre predicatore,arrivava la parola semplice dell'umile frate questuante, il quale "pedibus calcantibus"e "andando di porta in porta" come vuole S. Francesco, recava la paroladi Dio "a domicilio", entrando nella viva e concreta situazione delle persone edelle famiglie, rendendo la sua parola più efficace e convincente con il personale(17) BONGIANI GRATAROLA, Historia della Riviera di Salò, Brescia MDXCIX, pp. 124-125.(17) BONGIANI GRATAROLA, HislorÌ4 ddla Riviera di Salò, Brescia MDXCIX, pp. 124·12'.107f 07


esempio e operando un bene immenso, che sfugge alle nostre ricerche rlcerche ed è notosolamente a Colui che tutto vede.I monasteri del Secondo OrdineNon è cosa facile parlare di questi sacri recinti, circondati dalle alte muradella clausura, dominati da una silenziosa e imperturbata pace, ove ave domina sovrana"Madonna Povertà", che spesso richiedeva fin sacrifici eroici. Francesco d'Assisiritenne l'azione spirituale e mistica di queste sue discepole generose come parteintegrante del suo ideale di rinnovamento evangelico di tutti i membri dellaChiesa, e perciò nei momenti difficili della sua vita e del suo apostolato facevaricorso alle loro preghiere. E appunto per tale motivo i monasteri delle Clarissesorgevano e sorgono quasi sempre nei pressi di un convento del Primo Ordine.I Frati Minori andranno per le vie del mondo a diffondere tra i popoli, conmolteplice e attivo apostolato, il dolce messaggio di Francesco, mentre nel nomedi Chiara queste loro sorelle, con l'interno e nascosto appoggio della preghierae della penitenza, ne sosterranno e ne alimenteranno invisibilmente le iniziativee l'operosità.Le Fratemità Fraternità del Terz'Ordine T erl'OrdineL'ideale francescano ha sempre conquistato molte anime generose anchefuori delle mura dei chiostri, nel mondo, tra i laici, che hanno costituito le Fraternitàdel Terz'Ordine.Terziari e Terziarie formano cos1 così come la lo. forza "esterna" delle istituzionifrancescane non solo, ma vivendo e operando nel vivo tessuto della vita civileti e politica, portano il messaggio della pace e del bene nelle situazioni e nellestrutture temporali e mondane, arrivando e penetrando anche là dove non puògiungere lo. la voce o la presenza del frate.Vi furono tempi in cui questa associazione laicale e popolare, che insegnòa molti nostri padri non solo la lo. religione e la carità, ma anche la vera democrazia,fu cos1 così organizzata e forte da essere temuta dai prepotenti. Prova ne sia che ilgrande Napoleone la volle soppressa insieme con gli altri istituti religiosi, maanch'essa ben presto riprese a fiorire nel nome del Santo di As~isi. Assisi.ANACLETO MOSCONI108


DALLA VALSABBIA ALL'UNGHERIA:ALL'UNGHERIA,TRACCE DI USI E COSTUMANZE LITURGICHEPROVENIENTI DALL'UNICA MATRICE DI AQUILEIA' *Leggendo gli "Statuti rurali" di Anfo in Valsabbia (pubblicati recentementedal benemerito ed instancabile segretario segrelario del nostro Ateneo bresciano, dotto UgoVaglia, unitamente a quelli di Darfo e Darzo, Dano, dei secoli XV-XVI (1), (I), fratanti ordinamenti belli ne spicca uno di significato profondamente religioso,riguardante una cerimonia che rivela ancora quanto nel secolo XV-XVI fosseforte lo spirito comunitario nelle nostre valli (contrariamente a 8quanto è affermatoe detto anche in studi recenti) nell'ambito delle antiche chiese battesimalifra il centro cenuo cosidetto "pievano" e le numerose parrocchie e cappellanie che daquesto, lungo i secoli, per necessità varie si erano venute staccando.In concreto trattasi di cerimonie e processioni solenni dette pure, intermini liturgici, "Litanie minori", che si compivano nel periodo delle Roga­Roga.zioni (2) in Idro (Valsabbia, diocesi di Brescia) nei giorni antecedenti od anchesusseguenti la solennità dell'Ascensione (come avveniva fino a qualche decenniofa in tante parrocchie rurali del mondo cattolico occidentale), e a OJi cui dovevanointervenire tutti coloro che appartenevano a questa pieve, ma particolarmentequelli di Anfo che ancora in quegli anni non avevano raggiunto [se dobbiamostare ai documenti di una visita di S. s. Carlo, compiuta in queste valli comevisitatore Apostolico nel 1580, in cui si dice come la chiesa locale dei sS. 55.... * Per dovere di grlltitudine gratitudine qui qUI si SI ringrll:r;illno ringraziano qUllnli quanti in qualche modo ci hanno favorito conindica:r;ioni indicazioni e pubblicazioni, e particolarmente il dotto Ugo Vaglia, segretario dell'Ateneo diBrescia, per le preziose indicazioni riguardanti usi e costumi religiosi reli'giosi in Valle Sabbia; i rev.diSl1Cerdoti sacerdoti don Battista Sburlino, direttore de "LA "La vita cattolica" .di Udine, e don Pietro DelMedico, parroco pa"OCO di T Tomba amba di Mereto (Udine), per foto e articoli rigu.trdanti riguardanti la cerimonia del"Bacio della Croce" in Carnia, di cui qui si la fa mtnzione. menzione.(1) Cfr. UGO VAGLIA, Statuti rurali di Anfo, Darfo e Darzo nl.'l nel secoli XV·XVI XV-XVI, [Supplementoai Commentari dcll'Ateneo dell'Ateneo di Bresçia Brescia .- Brescia 1969, (pp. '·175)]. 5-175)]. 611re Oltre lapresentazione, il testo è impreziosito dr di: succinte notizie di storia per ogni Statuto, nonchéalla fine di un glossario di vocaboli caduti in disuso o poco noti.(2) Per quanto concerne le Rogazioni o "Litanie minorr", minori:", da distinguere bene dalle "Litaniemaggiori", e sul loro rispettivo 5ignifiCllto, significato, rimandiamo ad ordinari testi di Liturgi-a: Liturgi:a:MARIO RIGHETI'I, RIGHETTI, Storia liturgica, voI. I (cd. (ed. II), Milano 1950, pp. 334-335; pureil testo classico di I. L SCHUSTER, Liber <strong>Sacra</strong>mtntorum, <strong>Sacra</strong>mentorum, vol. voI. IV, Torino.Roma Torino-Roma 1922,pp. 119 SS. 55. e pp. 136 5S.109


Apostoli Pietro e Paolo di Anfo è ancora « membrum parochialis ecclesiae sanclaeMariae Hidri ]t (.3)] l'autonomia parrocchiale.Apostoli Pietro e Paolo di Anfo è ancora « membrum parochialis ecclesiae sanctaeMariae Hidri» (3)] l'autonomia parrocchiale.Gli abitanti di questo borgo dovevano essere rappresentati ufficialmenteda tutti i capi famiglia, praticamente da quanti formavano la "vidnia", penauna multa in denaro, o nel caso che questi fossero ammalati o assenti dal paese,da un congiunto che avesse almeno compiuto il 14.0 anno di età.Gli abitanti di questo borgo dovevano essere rappresentati ufficialmenteda tutti i capi famiglia, praticamente da quanti formavano la "vicinia", penauna multa in denaro, o nel caso che questi fossero ammalati o assenti dal paese,da un congiunto che avesse almeno compiuto il 14.0 anno di età.Inoltre v'era l'obbligo (e questo è l'aspetto che in questa sede interessamaggiormente) di recarsi alla pieve denominata "S. Maria ad Undas" (4)ciascuno con la propria croce, per testimoniare coram populo, come davantiInoltre v'era l'obbligo (e questo è l'aspetto che in questa sede interessamaggiormente) di recarsi alla pieve denominata "S. Maria ad Undas" (4)ciascuno con la propria croce, per testimoniare coram populo, come davantiai propri consoli e notari (5), visibilmente, lo stretto rapporto religioso-socialeche nella zona doveva intercorrere fra tutti gli abitanti della pieve, che avevasaputo donare agli antichi "Edrani" (6) una identità assai più forte e piùmarcata di quanto non avesse potuto fare l'antico pago o concilium romanonella stessa zona.ai propri consoli e notari (5), visibilmente, lo stretto rapporto religioso-socialeche nella zona doveva intercorrere fra tutti gli abitanti della pieve, che avevasaputo donare agli antichi "Edrani" (6) una identità assai più forte e piùmarcata di quanto non avesse potuto fare l'antico pago o concilium romanonella stessa zona.Orbene, una cerimonia simile anche se in forma più vistosa l'abbiamopure in una località della Carnia (alta provincia di Udine) a Zuglio {l'antico"Iulium Carnicum" (7), municipio romano sull'antica via imperiale: la "IuliaOrbene, una cerimonia simile anche se in forma più vistosa l'abbiamopure in una località della Carnia (alta provincia di Udine) a Zuglio (l'antico"Iulium Carnicum" (7), municipio romano sull'antica via imperiale: la "Iulial')(3)(4)(4)(5)l')(6)(6)(7)110Per gli Atti della VISita apostolica di 5. Carlo nella regione bresciana e partirolarmentePer gli Atti della Visita apostolica di s. Carlo nella regione bresciana e particolarmentenella Valle Sabbia, dr. l'opera fondamentale del Vaglia (U. VAGLIA, Storia dd/a Vallenella Valle Sabbia, cfr. l'opera fondamentale del Vaglia (U. VAGLIA, Storia della ValleSabbia, voI. II [Supplemento ai Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1963(pp. 7-461)] a pp. 97ss.); per l'appartenenza di Anfo alla pieve di Idro in quegli anni,cfr. IDEM, ibidem, p. 134. La visita di Anfo venne compiuta dal Santo il 5 maggio 1580nello stesso giorno in cui aveva compiuto quella di Idro.La de~ominazione di S. Maria ad Undas (titolo che la pieve cangiò in seguito, nel 1604,con quello di S. Michele allorché venne trasferita in frazione di Crone) la troviamosempre in Vaglia (U. VAGLIA, Storia della Valle Sabbia, voI. I, op. cit., p. 71).Del decreto in cui sono contenute tutte queste specifiche ordinazioni crediamo utile offrireSabbia, voI. 11 lSupplemento ai Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1963(pp. 7461)] a pp. 9755.); per l'appartenenza di Anfo alla pieve di Idro in quegli ~nni ,cfr. IDEM, ibidem, p. 134. La visita di Anfo venne rompiuta dal Santo il 5 maggio USOnclIo Stesso giorno in cui aveva oompiuto quella di Idro.La denominazione di S. Maria ad Undas (titolo che la pieve cangiò in seguito, nel 1604,con quclIo di S. Michele allorché venne trasferita in fruione di Crone) la troviamosempre in Vaglia (U. VAGLIA, Siorill ddla Vafle Sabbia, voI. I, op. cii., p. 71).Del decreto in cui sono rontenute IUtte queste specifiche ordinazioni crediamo utile offrireil testo integrale cosi come si trova traScritto dal Vagli. (U. VAGLIA, Slatuli rurali diil testo integrale così come si trova trascritto dal Vaglia (U. VAGLIA, Statuti rurali diAnfo, Darfo e Dano eu:., op. cit., pp. 39-(0):Anfo, Darfo e Darzo etc., op. cit., pp. 39-40):«Qualiter il consulo debea comandare a caduno Capo de familia vada cum la Cruce.Item hano statuito et ordinato che il consulo de Ampho ogni ano al zorno del luneavanti et appresso el zorno dela Ascentione del 110stro Signore Jesu Xsto deba comandarea caduno capo de familia che debea andare cum la Cruce secundo lo consueto et nonsiando dicto capo a causa aut fosse amalato una persona de casa sua da anni quattordesein susa possa et debea andare in loro del Capo vide/icet dicte Cruce ala pieve a tore«Qualiler ii ron$ulo dehell comandare a caduno Capo de famitia vada cum la Cruu.IUm bano slaluilo et ordinalo cbe il ronsulo de Ampbo ogni ano al lorno del luneIIVIInti et appresso et lOrnO dela Ascenlione del nOSlro Signore }esu Xsto debll comandarea caduno Cllpo de familia che debea andllre cum la Cruce su undo lo consuelo el nonsiando dicto capo a causa aut fosse amalalO una persona de casa sua da anni quallordesein suso possa el debea andare in loro del Capo videlicet diele Cruce ala pieve a lorela Cruce. Cruce. Et Et ivi ivi il il dicto diclo consule comule debea debea insema insema cum CUlti el nodaro /lodaro inquirire inquirire et et fare fare la mostra mostraper sapere si alcunO capo di famitia li mancha. Et si alcuno capo di fllmi/ia od de suaper sapere si alcuno capo di familia li mancha. Et si alcuno capo di familia vel de suafamilia in suo loco ut supra non li fosse, debea pagare per pena et bando soldi dai percaduno capo li mancharà vel suo loco. Et la quale pena cum effecto dicto consulo senzaremissione debea scadere in termine de zorni acta alora proximi subsequenti et comprarnetanta cera vada a la illuminatione del divino offitio in la giesia de Sacto Peder e SantoZoane de Ampho, sotto pena de soldi cinque de planetti da esser tolta a essa consuloper caduno capo de familia sera caduto in dicta pena, non scodando ut supra ».familia in suo loco ul supra non li losse, debea pagare per pena et bando soldi doi percaduno capo li mancharo vel suo loco. Et la quale pena cum effecto dicto consulo senUlremi$Sione debea scadere in termine de lorni aclo alora proximi subsequenti et comprarnetllJlta cera vllda a la illuminatione dd divino offilio in la giesia de Saclo Peder e SantoZOIIne de Ampbo, sotto pena de soldi cinque de planetti da esser toltll a essa consuloper caduno capo de fllmilta sera cadulo in dieta pena, non scodando ut supra ».Di questa questa antichissima antichissima popolazione popolazione vi vi- è è testimonianza testimonianza in in una una lapide lapide che che ancora ancora conservasi ronscrvasinella vecchia pieve sita ancora in riva allago, cfr. U. VAGLIA, Storia della Valle Sabbia,voI. I , op. cit., pp. 39-40.Per qualche breve cenno su questo importante municipio nell'epoca romana cfr. P.M. MO­RO, Romanità in Carnia - Zuglio, Tolmezzo 1953, (pp. 9-26) ,nella vecchia pieve sita anrora in riva allago, cfr. U. VAGLIA, Storia defla Valle Sabbia,vol. I, op. cit., pp. J9-40.(7) Per qualche breve cenno su questo importante municipio nell'epoca romana dr. P.M. MQ.RO, Romanito in Carnia - Zuglio, Tolmezzo 19.'3, (pp. 9·26).110


e del Veneto. All'atto annuale d'ossequio della filiale alla pieve matrice SI siaccenna sino negli atti del Concilio di Cividale Civ~dale (796).Esso è visibilmente mantenuto in tu"tta tutta la sua forma spettacolare a s.Pietro in Carnia. Le croci appartenenti alle varie filiali, giunte dopo lungocammino e rette da ragazzi e da vecchi, si uniscono per "l'appello" della crocedella matrice nd nel cimitero. Tutte o quasi sono riccamente adornate "con inastri di seta che cinsero il fianco verginale delle spose, nel giorno delle nozze,e che esse offersero lo stesso giorno alla Madonna, secondo un'usanza pienadi poetico significato". Alla chiamata del pievano, ogni croce SI si china a sfiorarequella di s. Pietro, quasi a baciarla.I portatori di croci disadorne sono dileggiati, i rari assenti aspramentecriticati. L'ordine di chiamata, il posto fissato nel corteo (che raggiungerà poiun prato vicino) sono rigidamente rispettati. lo Lo spettacolo delle croci ornatedi nastri multicolori, mossi dal vento, è unico ».Non saremmo però completi se non aggiungessimo pure come tali cerimonieo costumanze religiose non si riscontrano soltanto nell'area italiana: diqueste abbiamo segnalazione anche .in zone estere, come ad esempio in Ungheria,dove nelle domeniche e nelle feste più importanti dell'anno era stato sanzionatodal sinodo ungherese di $zabolcs Szabolcs (a. 1092) l'obbligo ai fedeli di recarsi per le lèsacre funzioni festive alla chiesa battesimale (sotto pena non di multe comealla pieve di Idro per la circostanza delle Rogazioni, ma di vergate), o, incaso di assoluto impedimento perché i fedeli erano lontani, di farsi rappresentareda qualcuno che doveva recare non solo doni (in pane, cera, ecc.), ma purela mazza o il vessillo che simboleggiavano le chiese-cappellanie dipendenti dallamatrice (12).In conclusione, che si può dire ancora? Trattasi come ognuno vede probabilmentedi usi e costumi che si erano andati diffondendo un po' ovunque,soprattutto attraverso l'influsso della grande Chiesa madre di Aquileia, purnel contrasto delle famose lotte tricapitoline, che unitamente all'altra grandeChiesa, quella di Milano, fu alla base con i suoi vescovi, con i suoi sinodi, conla sua legislazione, con i suoi toccanti riti liturgici, di quel cattolicesimo cosìpotentemente organizzato che fu proprio fino ad alcuni decenni fa del Nord­Italia.(12) Infatti al Concilio Concili:o ungherese di S7.abolcs Szabolcs dell'anno 1092 si dice: «Si quis in dominicisdiebus, aut in maioribus festivitatibus ad eccfesiam ecclesiam non venerit parochialem, verberibusc01ripiatur: corripiatur: sivero illae remotae fuerint, et ad eccfesiam ecclesiam Sflam suam parochialem villani venirenon potuerint, unus, tamen ex eis nomine omnium baculo ad eccfesiam ecclesiam veniat, et trespanes, et candefam candelam ad altare aQeral afferat ». aro Cfr. MANSI, Sacrorum Conciliorum nova et amplissimacoJlectio collectio etc., voI. XX, co!!. collo 763-764. Il testo riferito pure da! dal Violante [cfr.VIOLANTE, Studi sulla Cristianità Medioevale, Milano 1975, 197.5, (p. 3-379 a cui vannoaggiunti prefazione ed indici preziosi)] in una sua raccolta di saggi,a a p. 56.112


Che quanto asseriamo non sia lontana ipotesi è convalidato dal semplicefatto che il patriarcato di Aquileia comprendeva un territorio enorme che andavada Lubiana a Como, per estendersi a nord delle Alpi su tutta la Carinzia (13).Niente quindi di strano che cerimonie o costumanze come quella di Idro,o come quella sanzionata al concilio di Szabolcs e come quelle soprattutto diZuglio dipendano da un'unica matrice dell'area aquileiese, tanto più che suquesti vasti territori fu per lunghi secoli in uso, o comunque non mancò difare sentire l'inBusso, l'influsso, il rito patriarchino (14)..(13) (Il)(14)Riferimenti intorno al vastiSSImo vastissimo patriarcato di Aquileia si possono ttovare trovare in G.C.MENIS, Storia del Friuli, Udine 1969, 1%9, (pp. 1-278), 1·278), e nelle classiche clauich!: opere del Paschini,particolarmente, della dcll. storia del Friuli [P. PASCHINI, Storia del Friuli, valumi: I (pp.9-345 9·}4': e II 11 (pp. 7-442), Udine 1954 19.H (II ed.)]. .Ad esempio nella diocesi di Como il rito patriarchino p3triarchino è rimasto in vigore fino agli inizidel secolo XVI.113


DOCUMENTAZIONEDON CESARE BOLOGNINIBOWGNINI- fabbricatore d'organi -Il Sacerdote don Cesare Bolognini è uno fra Era i più notevoli fabbricatori diorgani della prima metà del '700.Di questa singolare Figura si è occupato per primo mons. mans. Paolo Guerrini Guertini chenel 1929 ne ha pubblicato il Catalogo (incompleto) (1), assieme alle vicendedell'organo di Cazzago S. Martino, che ha desunto desumo da Memorie della Parrocchiadi Cazzago tuttora conservate alla Queriniana Queriniann (2).Lo 1.0 stesso Catalogo è stato integralmente pubblicato da O. Mischiati nel1974 (3).Giuseppe Serassi $erassi nelle sue "Lettere" del 1816 lo elenca frafabbricatorid'organi meritevoli di ricordo (4).Il valore di questo fabbricatore è provato dagli oltre cento organi costrultl COStrulUnon solo nella nostra provincia, ma anche in altre province del nord. La scarsitàdelle notizie ha portato a frequenti dimenticanze della sua opera anche in scrittistorici e organari di un certo rilievo (5). ,Ciò mi ha spinto alla stesura di questo lavoro che, pur non raggiungendola completezza, porta a buon punto la conoscenza biografica biogra6ca e storica del Bologninie dei suoi continuatori.Nasce a Lumezzane nel 1673. 167.3. Il 5 .5maggio 1695 gli vennero concesse le"dimissionali" per ricevere il Suddiaconato - Cesare Antonio Bolognino - (ilché fa ritenere che detta ordinazione avvenne fuori Diocesi).(1) (l)(2)(3)(4)(5)D. PAOLO PAOW GUERRINI, «Un Organaro OrganarQ Bresciano del Settecento» ... in «Santa Cecilia»...Rivista Rivist. trimestrale di Musica <strong>Sacra</strong> e Liturgica. XXXI, Torino 1929, ,pp. 26-28.Memorie Istoriche della Chiesa Chitlll parrocchiale di Cazzago Cawgo sotto il titolo della B.v.M.chiamata anticamente La Madonna MlIdonna del Castelletto opera di Giuseppe Bonetti· PreteMDCCXLIV. Presso Biblioteca Queriniana sotto souo «Fondo • Fe' d'Ostiani» » n. 3.O O. . MISCHIATI, MlSO-lIATI, «I . 1 Cataloghi di tre Organari Bresciani Bruciani Antegnati -_ Bolognini -_ Tonati» Tono/i »in «L'Organo • L'Orgllno », Rivista di Cultura Organaria e Organistica <strong>XII</strong>, 1974, pp. 47-59.GIUSEPPE SERASSI, «Sugli .Sugli Organi Lettere 1816», Ristampa anastatica con una po­p0-stilla e indici a cura di O. Mischiati. Mis


Il 21 settembre 1695 viene ordinato Diacomo da mons. Bartolomeo Gradenigoe il 24 settembre viene ordinato Sacerdote, nella Cappella del palazzoVescovile, dallo stesso mons. Gradenigo (6).Dal 1713 al 1717 celebra a S. Filippo di Lumezzane (7).In quale modo e in qual tempo si avvicini all'organaria non è noto. Nel1705 colloca l'organo a Verziano, nel 1714 14 a S. Eufemia della Fonte, nel 1741a Brozzo.La sua dovette essere una vita di intenso lavoro se è riuscito a costruiretanti strumenti. Certamente fu amato e stimato.Muore a Brescia 1'8 agosto 1746 ed è stato sepolto in S. Giuseppe (8)..Oggi non si conservano (a prova sicura) organi integrali Bolognini o comunqueusciti dalla sua fabbrica. Questo mette in condizione di non avere elementiprecisi per un confronto e per una valutazione complessiva. Resta comunque ilfatto !.atto che tutti gli organi ricostruiti conservano larga, o poco meno, parte delmateriale fonico primitivo. Questo fa ritenere che tutti i fabbricatori intervenutisugli originali Bolognini (Serassi - Amati ~Bossi - Giudici ecc.) hanno ritenutodetto materiale valido, anzi snzi quando il riutilizzo era sostanzioso accordavano il loroorgano al tono del riutilizzato onde non alterare il rapporto diametro-lunghezzadelle canne.La ragione della sostituzione degli originali organi è da ricercare nel desiderio,dettato dal nascente gusto musicale 800.sco, di avere organi più grossi,con registri più numerosi ed eclatanti dei raffinati timbri 700.schi. La collocazionedegli organi 800.schi avviene sempre nelle originali casse anche al prezzodi una difficoltà di manutenzione.Le caratteristiche tecniche ricostruibili su materiale presente negli organirifatti e dai Contratti sono:Impiego di leghe ricche, fattura delle canne accurata.- Tavolozza timbrica fondata sui Principali fino flno alla XXXVI, accompagnati daFlauti nelle varie misure, Cornetti, Voce Umana e registri ad Ancia.- Tastiera di 45 tasti dal DO 1 l al DO 5 con prima ottava corta divisa in bassie soprani.12 suoni alla pedaliera.- Il Corista circa 1/2 tono sotto l'attuale.- Il Somiere di tipo "a Tiro" (a Stecche) o "a Vento" (Ventilabrini) con prevalenzadi questo sull'altro.pre-(6)(7)(8)Arch. Vescovile Brescia: Regimo Registro X delle Ordinazioni, f. 22 v per le dimissionali, f. 24 e24 v per la Ord,inazioni Ordinazioni a Diacono e Sacerdote.[Gentile e premurosa comunicazione di D. Antonio Masetti Zannini, Arrivista} Arcivista]. .E. SPADA, "ù «La Pieve Pirvt di Lumtwnr Lumezzane ... ,. » cit., p. 72.Are. Par.le "S5. "Ss. Faustino e Giovita" Bresda Brescia - Libtr Liber Mortuorum ab Ilnno anno 1742 usqur usque adannum 1755 - VoI. 10, p. 55. Vedi foto.annum In, - VoI. lO, p. ". Vedi foto .115


Queste caratteristiche sono poi conservate negli organi dei suoi continuatori.Alla morte di don Cesare la fabbrica ha continuato a funzionare nare per manodel "nepote" Gio: Giacomo, che appare nel Contratto di Brezzo, Brozzo, e dal figlio diquesti Giuseppe, che appare nel Contratto di S. Lorenzo.Le aggiunte manoscritte al Catalogo degli Organi costruiti sono opera diquesti a cui si aggiungono l'organo di Esine e di S. Lorenzo in Brescia.CATALOGODEGLI ORGANI FABBRICATI DAL REVERENDO D. CESAREBOLOGNINO DI LUMEZANE FINO ALL'ANNO 1744* Organo di Piedi 12. doppio, cioè condue tastature, di Registri 44. fattoalla Pieve di Lumezane.* Org. di P. 12. con due tastature, diReg. 30. ad Astezato lontano duemiglia da Bergamo.* Org. di P. 12. con due tastature, diReg. 30. a Travagliato.* Org. Orge di P. 12. di Reg. 25. a Nave.* Org. di facciata di P. 12. con duetastature, di Reg. 30. a S. Apollonia Apolloniodi Lumezane.* Org. di P. 8. di Reg. 25. con duetastature, nella Parochiale di S. Giacomodi Crema.* Org. di P. 8. di Reg. 20. a Codognonella Chiesa del Cristo.* Org. di P. 8 di Reg. 20. a Codognonella Chiesa de' Morti.* Org. di P. 8. di Reg. 18. a S. Nicolòfuori di Piacenza.[attualmente]* Organo Porro Diego (9) fine XIXsec.* Organo Cadei Felice 1.a l.a metà XIXsec. di recente restaurato.* Organo Tonoli Giovanni 2.a metàXIX sec. (lO).* Organo Frigerio-Fusari 1924.* Al Catalogo Serassi n. 134 (11).* Organo Serassi 1819.(9) G PAGANI, .. «Gli Organi deIJa della Val Trompia!>, Trompia», Società per la Storia della Chi~a Chiesa aBrescia. Fonti e documenti· - 3. Brescia 1975.Anche in «<strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong>», <strong>Sacra</strong>!>, anno VII, pago 82·102, 82-102, 1972 e VIII, p. 38-47, 84-88, 1973.(lO) G. PAGANI, «Giovanni Tonoli fabbrica/iore fabbricatiore d'organi» d'organi!> in "<strong>Brixia</strong> «<strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong> », anno VI,1971, pp. 75-79. 7:)·79.(11) C. TRAINI, «Organari Bergamaschi », a cura del Comune. Bergamo 1958.116


." * Org. di P. 8. fatto all'Eminentiss.Sig. Cardino Cardin. Alberoni in Piacenza, edè nel Monastero delle RR. Madri diValverde di detta Città.* Org. di P. 8 fatto all'Illustriss. Sig.Giuseppe Gola Tesorier Tesoricr Generale diS.M.R. di Sardegna in Torino.* Org. di P. 8. di Reg. 20. a Goglionedi sopra (= Prevalle). .* Org. diP. 8.di Reg. 20. a Goglionedi sotto (= Prevalle).* Org. di P. 8. di Reg. 18. a Mazano.* Org. di P. 8. di Reg. 20. a Botticinodi sera.* Org. di P. 8. di Reg. 18. a Virle.* Org. di P. 8. di Reg .... a Visano.'!, * Chiesa demolita (12).* Organo Tonoli Giovanni.* Organo Bianchetti Giovanni 1906.* Organo Foglia Prospero metà XIXsec.." * Organo Cesare Bernasconi e figlioGiovanni di Varese../< * Organo Bianchetti Giovanni 1891-1903.* Organo Porro Diego.ORGANIFATTI TII NEL BERGAMASCOOLTRE QUELLO DI ASTEZATO* Org. di P. 8. di Reg. 17. nella Parochialedi Calepio.* Org. di P. 8. di Reg. 16 al Foresto.* Org. di P. 8. di Reg. 12. a Tavernola.* Org. di P. 8. di Reg. 15. n. a Mologno.* Org. di P. 8. di Reg. 15. a Scanzo. $canzo.* Org. di P. 8 di Reg. 16. a Ranica.... * Org. di p. 8. di Reg. 17. ad Endenain Val Brembana.* Org. di P. 8. di Reg. 12. a Sforzaticadi sotto.* Org. di P. 8. di Reg. 12. a Sforzaticadi sopra.... * Org. di P. 8. di Reg. 17. a Presesso.... * Org. di P. 8. di Reg. 12. ad Almenno.* Al catalogo Locatelli 1912 (11).* Al catalogo Serassi 1803 e Locatelli LocatelH1890.* Al catalogo Serassi Scrassi n. 575 poi pu­pu·lito 1857.(12) Comunicazione Comuni~azi~ne della deUa Prof.ssa Prof.ss.t Giuseppina Perotti di Piacenza.117


* Org. Org. di di P. P. 8. 8. con con due due tastature tastature e eReg. 27. nella Parochiale di Vilminoredi Valle di Scalve.Reg. 27. nella Parochiale di Vilnti.oore di Valle di Scalve.NELLA CITI A' DI BRESCIANELLA CITTA' DI BRESCIA* Org. Org. di di P P. . 8. con con due due tastature, tastaNre, di diReg. 18. alle RR.MM. di S. Spirito:Reg. 18. alle RR.MM. di S. Spirito:* Org. di P. 8. di Reg. 14 a S. OrsaIa.* Org. di P. 8. di Reg. 14 a S. Orsola.* Org. di P.8. di Reg. 17. alle RR.-;'> Org. di P.8. di Reg. 17 . alle RR.MM. di Santa Croce.MM. di Santa Croce.* Org. Org. di di P. P. 8. 8. di di Reg. Reg. 15. 1.5. a a S. S. Luca Lucadell'OspitaI Maggiore.dell'OspitaI Maggiore.* Org. di P. 8. di Reg. lO. alle RR.* Org. di P . 8. di Reg. lO. alle RR.MM. di Santa Caterina.MM. di Santa Caterina.* Org. di P . 8. di Reg. 11 . alle RR.* Org. di P. 8. di Reg. 11. alle RR.MM. degli Angeli.MM. degli Angeli.* Organi Organi due due di di P P. . 8. 8. alle a1le RR. RR. MM. MM.di S. Paolo.di S. Paolo.* Organetto Organetto di di P. P. 8. 8. alli alli RR.PP. RR.PP. di diSanta Teresa.Santa Teresa.* Org. Org. di di P. P. 8. 8. alle alle RR.MM. RR.MM. di di Santa SantaChiara.Chiara.* Org. di P. 8. alla Chiesa di S. Zeno.* Org. di P. 8. alla Chiesa di S. Zeno.* Org. Org. di di P. P. 8. 8. a a Santa Santa Brigida. Brigida.* Org. di P. 8. fatto all'Eminentissimo,', Org. di P. 8. fatto all'EminentissimoSig. Card. Querini nel Duomo nuovo.Sig. Card. Querini nel Duomo nuo-­vo.* Organetto alli RR. Padri di Santa* Organetto alli RR. Padri di SantaEufemia.Eufemia.* Chiesa sconsacrata.• Chiesa sconsacrata.* Organo Organo T Tonoli anali Giovanni Giovanni poi poi Macca­Macca·rinelli Armando circa 1930.rinelli Armando circa 1930.* Organo Porro Diego circa 1910 (12'/, Organo Porro Diego circa 1910 (12bis).bis).* Organo Tonoli Giovanni.* Organo Tonoli Giovanni.* Chiesa demolita.* Chiesa demolita.* Non esiste organo.• Non esiste organo.* Non esiste organo.* Non esiste organo.* Chiesa Chiesa corrispondente corrispondente a a S. S. Pietro Pietro in inOliveto vi è un Serassi risultante alcatalogo sotto "del Seminario" al n.Oliveto vi è un Serassi risultante alcatalogo sotto "del Seminario" al n.396 del 1822 (13).396 del 1822 (13) .* Chiesa Chiesa sconsacrata.sconsacrata.* Organo Tonoli Giovanni.'/, Organo T onoli Giovanni.* Chiesa Chiesa sconsacrata.sconsacrata.* Organo Organo rifatto rifatto dai dai continuatori continuatori poi poiTonoli Giovanni 1855 riformato daPorro Diego nel 1916 e affiancato daun moderno Mascioni.Tonoli Giovanni 18.5.5 riformato daPorro Diego nel 1916 e affiancato daun moderno Mascioni.* Inzoli 1870, a fa piccolo Balbiani in* Inzoli 1870, ora piccolo Balbiani incoro.coro.(12bis) Vedi documento n. 1.(13) «Quattro secoli del Seminario di Brescia» a cura del Comitato Seminario nuovo.Brescia 1968.(12bia) Vedi documento n. 1.(13) «Quattro stcOli dtl Stminario di Brtscia. a cura dc:! Comitato Seminario nuovo.Brescia 1968.118118


NELLE CHIUSURE, EVICINANZA DI BRESCIANELLE CHIUSURE, EVICINANZA DI BRESCIA• Org. di P. 8. nella Chiesa di S. Giovannidel Borgo Pile.,~ Org. di P. 8. nella Chiesa di S. Giovannidel Borgo Pile.* Organetto Organetto nell'oratorio nell'oratorio di di S. S. Gio: Gio: diDio nel detto Borgo.Dio nel detto Borgo.* Organetto a Fiumicello.• Organetto a Fiumicello.• Organetto alla B.V. della fiera.* Organetto alla B.V. della Fiera.* Org. Org. di di P. P. 8. 8. a a Poncarale. Poncarale.* Org. di P. 8. a Verziano.* Org. di P. 8. a Verziano.* Org. di P. 8. a Flero.* Org. di P. 8. a Cobiato.* Org. di P. 8. a Flero.* Org. di P. 8. a Cabiato.• Organo di P. 8. a Mompiano.* Organo di P. 8. Reg. 11. a Caian.* Organo di P . 8. a Mompiano.* Organo di P. 8. Reg. 11. a Caionvico.vico.* Org. Org. di di p. p. 8. 8. Reg. Reg. 11. 11. a a Santa Santa Eu­Eu­femia fuori.femia fuori.* Antica Antica Parrocchiale Parrocchiale di di Borgo Borgo Trento Trentoora adibita ad usi civili. Vi è succe·ora adibita ad usi civili. Vi è succedutoun Amati padre e figlio 1828che è stato trasportato nella attualeParrocchiale (14).duto un Amati padre e 6glio 1828che è stato trasportato nella attualeParrocchiale (14).* Ubicata nei pressi della Parrocchiale* Ubicata nei pressi della Parrocchialeè ora adibita ad usi civili.è ora adibita ad usi civili.* Organo 800.sco.* Organo 800.sco.* Chiesa demolita.i, Chiesa demolita.* Non esiste organo, a Borgo Poncarale.Organo Porro-Maccarinelli Gio,* Non esiste organo, a Borgo Poncarale.Organo Porro-Maccarinelli Gio.1890.1890.* Costruito Costruito nel nel 1705 1705 è è stato stato rifatto rifatto da daZamboni-Sgritta e recentemente restaurato(15).Zamboni·Sgritta e recentemente restaurato(15).* Organo 800.sco.* Organo Amati padre e figlio 1831,., Organo 800.sco.,., Organo Amati padre e figlio 1831e Porro-Maccarinelli 1896.e Porro-Maccarinelli 1896.* Organo Tonoli Giovanni.,., Organo Tonoli Giovanni.* Organo 800.sco.'il' Organo 800.sco.* 1714, Cadei Felice e Giovanni 1855-'il' 1714, Cadei Felice e Giovanni 18"-58, ora piccolo Rotelli di Cremona58, ora piccolo Rotelli di Cremona(16).( 16).NEL BRESCIANOOLTRE LI SOPRA NOMINATINEL BRESCIANOOLTRE LI SOPRA NOMINATI* Org. Org. di di P. P. 8. 8. alla alla Pieve Pieve di di Bovegno. Bovegno.* Org. Org. di di P. P. 8. 8. a a Piano Piano di di Bovegno. Bovegno.* Org. di P. 8. di Reg. 13. a Lavone.* Org. di P. 8. di Reg. 13 . a Lavone.* Org. di P P. . 8. 8. di Reg. 18. a Brozzo. Brazzo.,~ Organo Cadei Felice 1829.'il' Organo Cadei Felice 1829.'il' Organo Serassi 1856 n. 633.'il' Organo Tonoli Giovanni.'il' 1741, Organo Sgritta Egidio 1876,", Organo Serassi 1856 n. 633."l'Organo T onoli Giovanni.* 1741, Organo Sgritta Egidio 1876recentemente restaurato (17) .recentemente restaurato (17).(14)(14)(15)(U)(16)(16)(17)(17)L. MONCHIERI, «Il mio Borgo », a cura della Comunità Parrocchiale di Cristo Re.L. MONOUERI, ., II ",io Borgo., a 1;\1111 della Comunità Parrocchiale di CriSto Re.Brescia 14 aprile 1973, pp. 7 e lO.Vedi documento n. Ibis.Vedi documento n. 2.Vedi documento n. 3.Brescia 14 aprile 1973, pp. 7 e lO.Vedi documento n. Ibis.Vedi. documento n. 2.Vedi documento n. J.119119


... * Org. di P. 8 di Reg. 15. a Cimmo.~, ... Org. di P. 8. Reg. 15. a Marcheno.*... Organetto nella Chiesa dl di S. Carlodi Gardone.... * Org. di P. 8. Reg. 12 a Villa.... * Org. di P. 8. con due tastature, diReg. 20. a Barghe. .... ,,< Org. di P. 8. di Reg. 16 a Preseglie.... * Org. di P. 8. a Sabbio.... * Org. di P. 8. nella Pieve di Savallo.~, ... Org. di P. 8. alta aUa B.V. in Auro diSavallo.... "k Org. di P. 8. Reg. 12. a Livemmo.... i< Org. di P. 8. a Ono.... * Organetto alla B.V. di Visello.... ~, Organetto ad Agnoseno.... * Organetto a Teglie.... i< Organetto a Salò.... i< Org. di P. 8. a Seniga.*... Org. di P. 8. a Milzano.... * Org. di P. 8. a Cigole.... ";' Org. di P. 8. a S. Gervaso.*... Org. di P. 8. a Pedergnana.... * Org. di P. 8. a Oriano.... * Org. di P. 8. a Coniolo.... * Org. di P. 8. a Pievedizio.*... Org. di P. 8. Reg .... a Ronco.... ~, Org. di P. 8. Reg. 18. all'Ospitaletto.... ,,< Org. di P. 8. a S. Bernardino diChiare.... * Org. di P. 8. a S. Orsola OrsaIa di Chiare.... ~, Organo Cadei Felice 1844..... i< Organo 800.sco. .... i< Organo 700.sco molto vicino all'originale(Cadei Giuseppe 178.5). 1785) .... i< (di Salò?) Organo Bianchetti.Facchettiprimi '900.*... Organo Marchesini Gaetano 1854Bianchetti-Fac­(18)..... ,,< Organo Serassi 1845.... * Organo Pedrini Arturo 1949. .... * Organo Luigi Amati 1803 - PaoloAmati 1853 .- Marchesini 1884. .... * Organo 700.sco.~,•... ,,< Organo Bianchetti-Facchetti Bianchetti·Pacchetti 1897. .~, ... Organo Bianchetti Giovanni 1904. .1, ... Non esiste organo.i< ... Organo Bianchetti.Pacchetti Bianchetti-Facchetti 1899. .... i< Organo Pedrini Ferruccio.... Non identificabile..... i< Organo Frigerio·Pusari-MaccarineliiFrigerio-Fusari-Maccarinelli1919-1926. 1919·1926 .... i< Organo Serassi 1855 18.55 di recente pu· pulito..... i< Organo De Lorenzi G.B. di Vicenzametà XIX sec..... * Organo Serassi n. 627 1855. .*... Organo Tamburini Giovanni.* Organo Serassi.*... Organo Serassi n. 668 1861.* Organo Pedrini 1923..... i< (di Gussago?) Organo Giudici eCompagno 1858. 18.58 .... * Organo Giudici. .... ,,< Organo F.lli Ruffatti* Non esiste organo..(18) E. PODAVINI, «Gli Organi di Salò ... », cii., cit., ~r per questa Zona.G. PAGANI, «Francesco Marchesini e Figli fabbricalori fabbricatori d'organi» in «<strong>Brixia</strong> Bri"ia .sacra» <strong>Sacra</strong>»X, 1975, pp. 101-104.120


* Org. di P. 8. a S. Giorgio di Erbusco.* Org. di P. 8. a Scandolara nel Cre­Creomonese.Oltre molti organetti fatti a PersoneParticolari.* Organo 800.sco (19).,', * Organo Rotelli.AGGIUNTA MANOSCRITTAMANOSCRITIA* Org. di P. 8. a Longhena.* Org. di P. 8. alla Pace nova in Bre­Bre·scia l'anno 1746."* Organo di P. 8. a Cazzago.* Organo di P. 8. a Offiaga.* Organo a Calino di piedi 8. 1748.* Organo di Piedi ... a S. Domenico inBrescia 1748.* Organo di piedi ... in Domo novo."* Organo di piedi ... nella Parochialenova di Sale 1754.* Organo a Marone 1756.* Organo a ESINE 1750.* Organo a S. LORENZO in Brescia1754."* Organo Pedrini Ferruccio"* Organo Angelo Amati recentementerestaurato e conglobabile in un Tam­Tam·burini di Crema.'k * Organo Giudici 1858 (20).1, * Organo Tonoli Tonati Giovanni e rifaci­rifaci·menti.,', * Organo Perolini Pietro 1875."* Chiesa demolita.* Vedi retro sotto sono stesso titolo.1, * Organo Porro Diego.* Organo Frigerio Fusari 1926.(scoperti nel corso del presente lavoro)* Organo Angelo Bossi recentementerestaurato (21).1, * Organo Marchesini Francesco e figlioLuigi 1863-64 1863·64 (22).fioglia GIUSEPPE PAGANI(19) E. SPADA, «Arçbtologill «Archeologia t e Sto,ill Storia "t nella Ua ZO"II zona di E,busco Erbusco t e di ViUIl Villa Ptdt,gnllno Pedergnano _, », Brescia1971, p. 51.Or. Cfr. Arch. Pan.!e Parr.le Villa VHla Erbusco.(20) Vedi documento n. 4.(21) Vedi documento n. ,. 5.(22) Vedi documento n. 6.121


APPENDICE DOCUMENTIn. D. 1Al Sig. Commendatore Barone Prefetto di BresciaDalla Direzione Demaniale è stato venduto l'organo che esisteva nellasoppressa chiesa di Santa Croce, sette benemeriti chiusureschi attaccati alla chiesanuova in Bottonaga, Bartonaga, succursale di questa Parrocchia, si sono offerti di condurredetto organo sin a Villanuova ViUanuDva lasciando il prezzo del carreggio a vantaggio dell'in~ dell'in·dicata chiesa come fede di quel Reverendo Curato, che si compiega. Essi caradorl caradatihanno i carri colle ruote di vecchia costruzione,e e non volute dalla Legge, quindiricorriamo alla di Lei Carica implorando pel pet bene della Chiesa che sieno abilitatia detta condotta coi vecchi carrt carri:Abbiamo la gloria di dichiararci con vera stimaCarlo Appiani PresidenteNicola Beschi Cancelliere[Arch. {A,ch. Parr.le Porde "Ss. "Sc. Nazaro NazarQ e Celso" Brescia Breuia Fabbriceria, 13 Ottobre 1812 pro.n. 267. Faldone A.] A.JNel progetto poi realizzato dell'organaro Giuseppe Alchisio (1851) (18.51) sonoelencati i registri dell'organo vecchio che si "ritengono servibili".Quinta 10 Decima Nona Vigesima seconda Vigcsima nonaPrincipale 2docon (l'impiego delle vecchie canne di facciata)Flauto in 8van. 4 mantici.Segue la precisazione che per ogni registro vecchio verranno aggiunte n. 11canne onde arrivare alle .56 canne per registro previste per il nuovo organo.Questi registri sono ancora collocati nell'organo con qualche lieve sposta­sposta·mento avvenuto nel trasporto dalla vecchia (dove esiste la vecchia cassa dell'organo)alla nuova parrocchiale.[Arch. Parr.le Pa".le "S. Cuore di Gesù" Villanuova sul Clisi]n. 1bis IbisIlI.mi Ill.mi Sig.ri Presid.tiDesiderando noi Sindeci et Presidenti della Ven.da Scole di Verziano, di farcostrurre un organo in detta Chiesa ad honore di Dio, supplichiamo però, Voi V.iSig.e IlI.me Ill.me di concederci licenza di poter rompere le muraglie in detta chiesaper ponervi il suddetto organo, facendo agiustar in bona et laudabil forma li murimedesimi Supplicandoli medesamente di agraciarci a~raciarci di concederci qualche legnameper il bisogno del medesimo dovendo, il medesimo organo restar alla chiesamedesima facendo noi la spesa per honor di Dio et per beneficio della medesimaChiesa.Verziano li 19 Giugno 1705[Arch. di Stato Brescia "Arch. Ospedale" sotto "O.M. Istrumenti filza Ha Ila anno1480-1706" dal n. 1 al n. 160 al n. 155.Clr.: Cfr.: "Decretorum a Die Is Innar; Innarj 1700 per totum Mensem Iulii 1975 197.5 Xx." XX."al 19 Giugno 1705 pago 186 libro n. 46.Per lo la parte BOO.ua: 800.sca: Ufficio Rurale Ospedale Civile cartella 0/2.J 0/2.]n.2D. 2A di 29 Giugno 1714Congregato il sp. . Concilio della V. Scola per discorer sopra il bisogno delorgano, trovandosi questo molto mal concio, e perché nel ministerio d'esso vi122


concore la saputa et il voto delli Regenti della B.V.M. e di S.to Rocho sono ancheessi avisati per tale fontione e parimente v'entra la sp. Comunità anch'essi faranoil loro Consiglio. C'erano l'infrascritti l'infrascrittL. ...Posta parte di dar facolta a S.ri Regenti di tutti trei uei Altari, di far agiustard. Organo a conformità del suo bisogno, e la spesa repartita, conforme il solito. solltode altre volte.Onde dispensati li voti e quelli racolti rarotti fu presa parte come segue in affermazionedieci sette e negative una.171477 GiugnoCongregati nella sacrestia della chiesa Parochiale di S.ta Euffemia Eullemia li S.ri S.tiSindici Sindiei del Sp. Comunità e S.ri Sindici della V. Scola come pure li S.ri Regentidella B.V.M. e S.to Rocho per ocasione del acconciamento e facitura bcitura del organoposto in d.a chiesa Parochiale, per far eletione detione di trei Persone, habile et suficientiper rcever i danaro promesoli promesoH dal sp Comun e li sud.i Altari come pure dalPopulo della frazione che hanno offerto ollerto anch'essi elemosine e di poter far scrittoet acordio et altre ocorenze per la facitura di d. Organo e d'haver in ciò facultàdi far ciò li piacerà conviniente per d.a Facitura Faatura et acordio e vi erano li infrascritti infraseritti ...[Arch. Par.le . Eufemia Eu/emia D.F. "Consigli j'Consigli Generali et Spesiali" in "Documenti varidi Compravendita 1600-1800"]1600-1800"1«Progetti di opere necessarie ed indispensabili da eseguirsi all'organo dellaPar.Ie Par.le di S. Eufemia realizzato mediante minuto esame e diligente praticatovi inquest'oggi 14 7.mbre 1843 ».L'organo viene definito bisognoso di revisione generale con particolare riguardoalle Trombe perché perehé fatte all'antica. all'antierl. Si desume inoltre che possedeva una tastieradi 45 note, tre mantici e che era da tirare Il a corista comodo per suonatori emusicanti. Infine afferma, l'organaro Giovanni Panseri di Bergamo, che l'organoè antico.[Arch. Par.le S. Eufemia Eu/emia d.F. d.P. Cartella Organo e Organisti]Esistono altri preventivi intorno al 1850 fino al progetto e alla costruzionedell'organo per mano di Felice Cadei Ctdei nel 1855-58.Nasce in questo tempo una disputa con gli Eredi Cadei.Anche lo strumento Cadei fu tolto. Si trattava di un normale normllle organo 800 scocollocato, con apposita nicchia, nicchia. ove ave ora si trova la porta laterale "degli uomini".[Arch. Par.le S. Eufemia Eu/emia cit.]n. 3Sistema d'un organo orp:anode Piedi Otto de registri comeseguePrincipale di stagno tutto intiero mt.J.eroOttava di piombo, come pure liqui seguenti registriDuodecimaQuinta Ouinta decimaDecima Nona123


Vigesima SecondaVigesima SestaVigesima NonaTrigesima T Terzaquali soprad.i registri sono di ripienoFlauto in ottavaFlauto in DuodecimaCornetto primo con canne due per tastoCornetto secondo canne due per tastoquali due cornetti s'intendono dalla mettàdella tastadura in sù ascendendo nellisoprani' come si usaVoce Umana dalla metta della tastadura insù ascendendo nelli soprani, come si usaContrabassi n. 12 di assi di pagheraaperti se il sito lo permetterà, et in casoche li primi due più lunghi non si potesserocapire, si faranno chiusi.Tromboni nelli bassi dalla mettà dellatastadura in giù discendendo nelli bassi,di banda d'ottone.Trombe nelIi soprani dalla mettà dellatastadura in sù ascendendo nelli nelIi soprani,medesamente d'ottone.Somiero per li sud.i registri a ventoSomiero per li ContrabassiMantici n. 4 a stecca competenti per d. OrganoTastadura de' tasti n. 45Condotti, Crivello, legature, pedali, riduzioniet altri attrcij spettanti all'arteficedell'org.o.Adi 10 lO 7.mbre 1741Si dichiara in virtù del presente scritto qualmente il M.to kev. Rev. Sig. DonCezare Bolognini di Lumezane s'obliga e promette fare un organo a tutte suespese del sistema descritto nel foglio antescritto, servtente serviente per la Ven.da Chiesa ChiesàParochiale di Brozzo, et questo dentro il termine d'un anno avvenire, qual organodebba essr fatto di robba di bona qualità, e questo resta accordato nel prezzostabilito mercato di scudi n. 375 d.lt d.!t 7 l'uno quali guali dovranno esser pagati dalliinf.ti Sig.ri Deputati della Fabbrica di d.ta Parochiale al segnato R.mo . Sig.r DonCezare nelle rathe seguenti, cioè: Scudi 100 da qui al mese di ... , altri Scudi 140posto che sarà l'organo in opera, et il resto al compimento della somma neltermine d'un altro anno suseguente seguente doppo la sud.a ratha; et oltre il pagamentosud.o siano tenuti l'infr. i Sig.i Deputati condurre tutta la robba da Lumezane aBrozzo serviente per l'organo med.o, un matangone marangone di legname in aiuto per tuttoil tempo che occorerà nel pone in opera il d.to organo et anco una persona alevar i mantici per incordar l'organo; e di più siano tenuti prender l'a1ogio, l'alogio, etnutricilij necesarij per il vitto e dormire. In fede di ché anche le predette partisi sottoscriveranno. Qual scritto debba sussistere se cos1 cosi piacera a anche al M.toR.mo S.r Rett.e che sarà eletto alla Parochia sud.a di permettere la libertà dipoter far il cazotto s.a la sua camarina fuori della chiesa sud.ta altramente s'abbiapoi a rinovare l'accordo del organo sud.o.124


·' -..•'.- , . .~,:.;-:.-:-.., .. ~." ;.r .La Pieve di Idro


~,'!IIi_;,dalle ragaue e dalle spose, al termine della cerimonia si inchinano rendendo omaggio alla croce matrice .ad una sola decina di parrocchie, stando ad una segnalazione fattaci da Don Del Medico) ornate con nastri di setala processione a Zuglio Carnico si inizia fra il canto delle litanie. Tutte le croci (appartenenti praticamente oggidalle ragazze e dalle spose, al termine della cerimonia si inchinano rendendo omaggio alla croce matrice.La processione a Zuglio Carnico si inizia fra il canto delle litanie. Tutte le croci (appartenenti praticamente oggiad una sola decina di parrocchie, stando ad una segnalazione fattaci da Don Del Medico) ornate con nastri di setaFoto Studio Policolor - Cividale del Friuli (per gentile concessione di Don Sburlino)Foto Studio Policolor - Cividale del Friul i (per gentile concessione di Don Sburlino)


Foto Cirillo Molinari M - Zuglio (per gentile concessione di Don Oon Sburlino)la La millenaria pieve di S. Pietro in Carnia dove confluiscono ancora oggi nel giornodell'Ascensione le popolazioni della valle del But per la processione proeessione delle croci.ICanna di i Duodecima di Gio: Giacomo Bolognini


'~'~CIO'O!Ilal:oal(,)c::O'O:t;«Iai'Oalc::O'N«ICc::c::.,".r,•,- , ,," ,' .. -,,r•. ~";..~i3•o


P.SCALVINI -• IL, MIRACOLO DI S. ISIDORO


P. SCAlVINI . Il MARTIRIO DI S. PANACEAP. 5CALVINI· IL MARTIRIO DI 5. PANACEA


IIIP. SCALVINI . MADONNA CON S. DOMENICO E 5. CATER INAP. SCALVINI . MADONNA CON S. DOMENICO É S. CATERINA


P. SCALVINI - .PARTICOLARE ,PARTICOLARE DEL SOFFITTO


Santuario: particolare dell'arcone di sinistra del ppresbiterio co"n tirm lirmdello Scalvini e data) Scalvini - Santuario: particolare dell'arcone di sinistra del presbiterio


o.;:'"l/)oa:Q)"O'"c:c:o"O'"~~Q)"O'"'"c..Q)Q)c:Cl...Q):::;->=.>ccX"' ...=Q)Q) I/)"O ~Q) c:.... -",>:::~"'CJ::...(/)Q)O"o ...",]!~a.0 ._(/)"0'"~OCJ'"EE.!!o~•!•••.~Cii =>=.>mX~~.­~ -~:E.>::";.u~~o.~­••:;0::..-~~..•,;u•EE'E>•Jl.:


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lo D. Cezare Bolognini a nome ancora di Gio: Giacomo Bologni mio nepote:prometto et affermo come di sopra.[Arch. Parr.le di Erozzo: Brozzo: foglio volante in/es/alo intestato Organo.} Organo.]n. 4D. 4Stante un pio, comune desiderio di tutta l'università di Cazzago di riffarSI riffarsll'Organo vien da me fatta la supplica al particolar Consiglio e approvata a pienivoti, come fatta la nomina degli Eletti a quest'opera. Il primo Consiglio particolareviene fatto li ...L'anno 1745, confirmato connrmato questo d'altro generai generaI Consiglio a pieni voti approvandopure la nomina degli eletti che sono il M.to R. Sig.r D. Fortunato RizzinoD. Giuseppe Bonetti, segue questo li ... L'anno sud.to compartendoci ampia,amplissima facoltà per quanto ocorrenza di spesa applicando oltre al legato colare sarà dò ciò di questo effetto di scudi n. 50 di P.le sette l'uno anche allo Legatofatto alla Parochiale dal q.m Amedeo Grisio Orisio di scudi pure 50. Viene accordataparti­l'opera al R. Sig. D. Cesare Bolognini da Lumezane professar professor celeberrimo in scudidue cento settanta dnque cinque da p.le sette l'uno. Appare da scrittura sottoscritta efatta sotto il dì ... dell'anno sud.o.L'organo consiste in un Principale tutto di stagno di piedi otto, con la mostradistribuita in tre campi.Flauto in DuodecimaVigesima SestaVigesima NonaCornetti due, con due canne per tasto per cadauno dalla metà della tastatura tura insù ascendendo nelli neUi sop.ni come si usaVoce Umana, osia Fiffaro dalla metà della tastatura in su come sopraContrabassi di legno n. 12Ottave de Contrabassi canne n. 9 di piombo e tre di legnoAggionta alli reggistri vecchi delle prime 3 canne tosse per cad.o e di quattricanne nelli soprani per cadaunoLi reggistri vecchi sono n. 6. Cinque di Ripieno, e un Flauto in 8.a opera defamosi antichi Antegnati ritrovato il nome in due laghi. loghi.[Anno/azione [Annotazione a marJ!,.ine} margine] "l'organo posto in opera il mese di Marzo 1746 variadalla scrittura e si nota nel foglio che segue".{Al/Ta} [Altra] "Che sia opera degli Antegnati si vede notato (organo in S. Maria diCazzago) in libro stampato chiamato "L'Antegnata intavolatura" in Venezia 1608.L'organo sudetto fu posto in opera l'anno ... come vedesi notato nella faciata fadatalevata dell'organo.Tastadura nova da tasti n. 45Somiero a tiro novo per li reggistri vecchi e naviMantici a stecca n. 4 e tutti li altri flltri attressi aspettanti all'opera sudettaTutte le parti come la scrittura principale sono nell'archivio Parochiale.L'Organo posto in operaconsiste come segueli registri vechj sonosignati +Principale tutto di stagnoOttavaQuinta Xma+ Dex.ma 9na125


+ Vigesima 2daVigesima 6taVigesima 9naTrigesima 3aTrigesima 6aCornetto 2doCornetto p.moFlauto in doudecimaFlauto in 8a+ FiffaroContrabassi di legno n. 12+ Ottava de Contrabassi[Ann. a marg.] "Aggiornta alli Registri vechj canne n. 7 per cadauno, a riservadel Fiffaro mancando nell'acuto".[" [,'Memorie Istoriche ... . " cit.]n. 5La Storia dell'Organodella Parrocchia di Esine« ... La costruzione dell'organo vennen affidata all'oeganaro all'organaro Gio: Giacomo Bolognini.Troviamo che al 28 Maggio 1750 fu pagata al medesimo la rata delprossimo settembre in L. 403. Cosi Così il 4 settembre dello stesso anno, soldi30 per uno, il resto per carità a tre biolche per vitture fatte per condurrel'organo da Pisogne ... ».(D. Venturini in "El Carobe" anno IX n. 2 1975)Prospetto di magnifico ingrandimento da farsiall'organo della Arcipretale di S. Paoloin Esine.1. Tutto l'organo attuale si conserva tutto in quanto alli registri di metallo incominciandodal Principale Primo di otto in faciata sino alla Trigesimaterza esesquialtara di ripieno che sono n. Il registri.Secondo Principale Basso e Soprano pure di otto si ridarà in principale in16 piedi incominciando colla seconda ottava Bassi C n. 9 in degradazione,diviso in due registri, Basso e Soprano.Flauto in 8a, Flauto in <strong>XII</strong>a, Cornetta Prima e Seconda a due canne, VoceUmana, questi sono tutti li registri dell'organo vecchio.2. A tutti li sopra speci6cati specificati Registri si farà la crescita di cinque canne a ciaschedunregistro, nelli acuti sino al F adò aciò l'orgnoo l'organo sia perfetto di tasti cinquanta,e queste canne sarà di stagno eguale all'organo.ecc ...ANGELO BOSSI Fabb.re D'Organiin Borgo Canale al n. 39BergamoEsine li 3 lullio 1831.Scarti dei capi dell'organo non servihile servibile che si dovrà tradurre a Bergamopresso olI. off. Bossi.l 1 Un simiero2 CadenacciaturaCadenacciatul'a3 Catenasoni126


4 Crivello5 Registratura6 Tastiera7 Pedaliera8 Mantici9 Somiero delli Contrab(lssi Contrabassi10 lO Trombe Basse e Soprani11 Il Flauto in duodecimafArch. [Arch. Par.le ESINE]n.6 611 Luglio 1754Si dichiara con la lo. presente scrittura, quale vogliono le parti abbi forza comefosse pubblico Instromento nella più ampia forma ecc. qualmente il Prevosto diS. Lorenzo facendo a nomc nome della Fabrica di S. Lorenzo di cui è Deputato, accordacol sig. Gio: Giacomo Bolognini facendo anchc anche per Gioscppe Gioseppe suo figliuolo, l'organonovo da farsi secondo i Capitoli qui sotto descritti per il prezzo e stabilitomercato di scudi Bresciani 400 da sette lire piccole l'uno, l 'il11o, restando i manticivecchi allo stesso sud.o Bolognini, ed obligandosi inoltre il Prevosto sud.o a darela mattina il Pranzo a quei che metteranno in opera detto Organo. Qual prezzodi scudi 400 saranno sbors:ui sborsati in tre rate, lo. la prima subito dopo il contratto, laseconda subito posto in opera detto Organo, la terza un anno dopo che sarà statoposto in opera. Doverà l'organo essere fatto a tutta perfezione in tutte le sueparti e doverà la Cassa e Cavalletti necessari essete essere fatti da un marangone matangone sceltodal sud.o Prevosto e per le prossime S. Feste di Pasqua, cioè del 1755 doveràil sud.o Organo senza alcuna opposizione essere già stabilito e posto in opera. LiCapitoli sono i seguenti:L'Organo vecchio che resta, a cui va aggiunto il novo, è il seguente:Principale, Ottava, Quinta Decima, Decima Nona, Vigesima Seconda, VigesimaSesta, Flauto in Duodecima, Flauto in Ottava, Piffato, Piffaro, Tastadura.L'organo novo a cui s'obbliga il sud.o Artefice, che va in aggionta, è ilseguente: Principale tutto di stagno fino con altre otto canne in faciata che devonoservire per contraba~si contrabassi di più dell'organo di otto piedi, Duodecima, VigesimaNona, Trigesima Terza, Ceilfaut, Cornetto Primo con due canne per tasto comesi usa, Cornetto Secondo come sopra. Somiero a tiro per tutti li registri vecchie navi, Mantici n. 4 competenti a detta opera, Contrabassi 12 di legno di pagheraaperti, Pedali novi, Somieto Somiero di contrabassi et altri atreccij atrecdj per detto Organo.In Confermazione di ché le parti si sottoscriveranno:Gio: Pietro Dolfin Dol6n Prev. di S. Lorenzo e Deputato alla Fabricalo Gio: Giacomo Bolognino afermo e mi obUgo obligo C.s.lo Orazio Pollaroli san son statto presente al sud.o contrattolo Leonardo Vescovi fui presente alla pubblicazione della d. Scrittura.[Mons. [Mom. Paolo Guerrini "Là "La Chiesa Prepositurale di S. Lorenzo in Brescia", 1940,pago 77].Si sono fatte e riportate a suo luogo le due Cantorie. Ancora l'organol'organo vecchio, che serve ora di ripieno. Si è fatto il Camerino dei mantiCi manticIe posti ii i· nuovi mantici intesi: insomma tutto ciò che appartiene a detto Organo(Dicembre 1755) [Cito [Cit. pago 56]."1762 3 maggio. Accordo con Giuseppe Soatti e Sovatti per la lo. pittura delledue Cantorie e della Cassa dell'Organo, per il prezzo di 50 scudi bresciani"[cit. [cito pago 67].127


CANONUM STUDIOSISmanoscritto di p. Cesare Catini Colini S.f. SI (sec. XVIII)Il p. Cesare Calini, gesuita, lasciò in dono al nipote Ferdinando Calini,dello stesso Ordine religioso, il voluminoso e nutrito manoscritto di un suo studiosui Sacri Canoni, probabilmente derivato da un progranima programma di insegnamento alungo sperimentato.« Expedita introductio introducuo ad studium sacrorum sacromffi canonum auctore auctare Caesare CalinoSoc. Jesu» Jesll» è il titolo. Esso travasi segnato alo. n. 256 dei manoscritti raccoltinella Biblioteca "Ugo Da Como" in Lonato; e non avendone trovata, fino 6no adoggi, nessuna citazione, non credo inutile presentarlo, sia pure brevemente, ancheper l'autorità dell'Autore, noto fra gli studiosi e gli oratori del Settecento (1).Si legge nella premessa, sotto il titolo Canonum studiosis: «Ad studiumsacrorum canonum introductionem promitto; plenum sacrorum canonum Magisteriumnon promitto. Id assequi, , privati vestri laboris erit. Nemo Magister fit 6t subMagistro... Verumtamen quod deest Magistro, et tempori, ingenio, et lahore laborevestro supplebitur ».L'introduzione inizia coi prolegomena, prolegomel1d, nei quali dà notizie sulle parti checompongono il Corpus Juris Universalis (pp. 3·25) 3-25) e cioè:1) Decretum Gratiani, raccolta delle antichissime leggi, dalle origini della Chiesaal 1050, scelte dal monaco benedettino Graziano. Consta di tre parti: dedistinctionibus, de callsis, causis, de conservatione.2) Decretalis Gregorii IX, o decreti pontifici ponti.6ci raccolti da S. Raymondo de Pennafortsotto il pontificato di Gregorio IX, e co~ co?fermati nel 1230.3) Sextum Decretalium additum a Bonifacio VIII. Raccolta di 'sanzioni di papaBonifacio VIII e dagli altri papi da Gregorio IX comprese le sanzioni deidue concilii di Lione convocati da Innocenza Innocenzo IV e da Gregorio X.4) Clementinae, decreti del Concilio viennese celebrato da Clemente V e pub­pub·blicati dopo la sua morte dal Successore Giovanni X<strong>XII</strong> nel 1317 con forzadi legge.(1) Cesare Giuseppe, figlio di Carlo Francesco Calini e Elena Provaglio, nato a Brescia il4 febbraio 1670, mori morì a Bologna il 19 agosto 1749. Compiuti i corsi scolastici a Brescianel collegio dei nobili "S. Antonio Vienncse", Viennese", entrò nella Compagnia di Gesù, ove sidistinse per zelo e dottrina. Fu autore di dotte e accurate "Lezioni Spirituali" e di "Con· "Con­siderazioni e discorsi familiari e morali" tradotte in varie lingue.128


5) Extravagantes, Extravagantl."s, o costituzioni aggiunte da Giovanni X<strong>XII</strong>.6) Extravagantes comunes, gli altri decreti di altri Pontefici Ponte6ci ordinati da Bonifacio.Presenta, inoltre:1) Aliae Pontificiae Ponti6ciae Constitutiones, che contengono le bolle e i brevi. Bolle sonodette le lettere apostoliche papali spedite dalla Cancelleria sotto sottO regolare sigillo.Brevi le lettere brevi scritte su membrane sottili e bianche con nitido carat­caratotere latino. Molte, fra le Costituzioni pontificie, ponti6cie, furono raccolte da Leone Xe Paolo V.2) Rubricae, distinte in diapositive, declarative, estensive. ..3) J) Glosse, annotazioni fatte al testo delle leggi romane da Irnario Imario e dai suoidiscepoli. Grande l'autorità delle glosse, anche se prive di forza legislativa,per l'intelligenza del diritto.4) Decreta Sacrorum Sactorum Congregationum, in cui sono contenuti in ordine alfabeticoi disposti circa i Concili provinciali, i Sinodi diocesa~i, diocesani, i Vescovi e i Prelati.5) Rota Romana, il tribunale dei Pontefici costituita da 12 Uditori, che giudicanosui casi ecclesiastici di tutto il mondo e riferiscono al Ponte6ce. Pontefice.6) Jus Civile. Comprende: a) i j vecchi digesti; b) hl i 4 libri delle istituzioni giustinianee;c) i 12 libri del codice di Giustinano; d) le Novelle, come si trovanonella edizione di Lione del 1580.« In his omnibus (scrive l'Autore) versari debet studiosus Sacrorum Canonummulto autem magis in eo quod vocat JUI Jus novum, et sunt Decreta, et CanonesConcilii Tridentini ».Appare evidente che il Calini pone il fondamento della vita nel rispetto deiCanoni Tridentini, i quali non negano alla volontà la libera scelta; ma aiutanol'uomo a rendersi conto della sua funzione umana in sé e nei rapporti con lasocietà, in quanto essere sociale. Argomento di lezioni; ma pure argomento -si può congetturare -in polemica con le correnti illuministiche, che tendevanoa isolare l'uomo in se stesso.Il Jus Novum, sancito dal Concilio di Trento (1545-15~4)(1545-1564) costituisce un'altra fonte del diritto canonico. Dopo il Concilio di Trento, leggi e decreti edisposizioni canoniche si moltiplicarono fino al punto di riuscire quasi impossibileil loro studio, specialmente ai meno iniziati alla legge.Per rendere ai chierici e ai giovani sacerdoti più semplice e chiaro lo studiodei Sacri Canoni, il Calini si sobbarcò la fatica di esporre in un volume i puntiprincipali delle leggi. La materia trova una precisa e organica disciplina espostanei titoli in cui sono riassunte le notizie e le informazioni più importanti inmateria ecclesiastica, rimaste a fondamento del vivere civile: «ad recta vivendum,aeternamque salutem consequendam, et Justitia in populo Christiano conservandam».L'esposizione e l'ampiezza della materia si adegua alla disponibilità del tempoconcesso agli studenti, con l'orario delle lezioni certamente esperimentato dal129


Calini quando coprì l'incarico di lettore dei Sacri Canoni nel Collegio di S. Luciaa Bologna negli anni 1720-1721 e poi dal 1733 al 1746: «Annus noster sexaginta,ve! ad summum septuaginta scmihoris per6citur »; dalle 30 alle 35 orecomplessive neU'anno scolastico.Calini quando coprì l'incarico di lettore dei Sacri Canoni nel Collegio di S. Luciaa Bologna negli anni 1720-1721 e poi dal 1733 al 1746: «Annus noster sexaginta,vel ad summum septuaginta semihoris perficitur »; dalle 30 alle 35 orecomplessive nell'anno scolastico.Il manoscritto, manoscritto, cartonato cartonato e· e ricoperto ricoperto di di pergamena, pergamena, è è di di complessivi complessivi fogli fogli41.3 (cm. 21,5x31), dei quali 22 bianchi. In scrittura corsiva umanistica sono413 (cm. 21,5x31), dei quali 22 bianchi. In scrittura corsiva umanistica sonoscritti i primi 179 fogli; in due diverse scritture corsive i rimanenti. La carta amano è filigranata con tre diversi stemmi: un leone araldico con criniera a raggerae le lettere G F; scudo crociato sorretto da due palle sovrapposte con lelettere G E; chiavi pontificie sotto baldacchino sormontato da croce latina, sucartiglio ,le lettere G M.scritti i primi 179 fogli; in due diverse scritture corsive i rimanenti. La carta amano è filigranata con tre diversi stemmi; un leone araldico con criniera a raggerae le lettere G F; scudo crociato sorretto da due palle sovrapposte con lelettere G E; chiavi pontificie sotto baldacchino sormontato da croce latina, sucartiglio le lettere G M.Nel frontespizio, a pié pagina, si legge la nota « M. Ferdinandi Catini NepotisDilectissimi ex dono Auctoris ».Nel frontespizio, a pié pagina, si legge la nota «M. Ferdinandi Calini NepotisDilectissimi ex dono Auctoris ».Padre Ferdinando Calini, soppressa la Compagnia di Gesù nel 1773, siritirò a Brescia ove nel palazzo avito rimase fino alla morte intento agli studi (2).Coi suoi libri avrà trasportato, possiamo crederlo, il manoscritto dello zio CesarePadre Ferdinando Calini, soppressa la Compagnia di Gesù nel 1773, siritirò a Brescia ove nel palazzo avito rimase fino alla morte intento agli studi (2).Coi suoi libri avrà trasportato, possiamo crederlo, il manoscritto dello zio Cesarefinito, non sappiamo per quali vie, alla Fondazione "Ugo Da Como" di Lonato.finito, non sappiamo per quaIi vie, alla Fondazione "Ugo Da Como" di Lonato.PIANO DELL'OPERAPIANO DELL'OPERACanonum studiosis p. 1Sacrorum Canonum - Prolegomena p. 3-33Abbreviationes p. 23-25Expedita introductio ad studium Sacrorum CanoDum (Prolegomena proposuimusanno elapso. Descendo ad primum Iibrum Decretalium, ex quo propono vobis perCanonum studiosis p. 1Sacrorum Canonum - Prolegomena p. 3-33Abbreviationes p. 23-25Expedita introductio ad studium Sacrorum Canonum (Prolegomena proposuimusanno elapso. Descendo ad primum librum Decretalium, ex quo propono vobis persingulos titulos, quae scire magis debet; et hoc per modum conclusionum, omissispropter angustiam temporis probationibus). La materia è suddivisa in 43 titoli.singulos titulos, quae scire magis debet; et hoc per modum conclusionum, omissispropter angustiam temporis probationibus). La materia è suddivisa in 43 titoli.II 1.0 "De Summa Trinitate et Fide CathoIica", il 43 "De Arbitris", p. 27-179.Il 1.0 "De Summa Trinitate et Fide Catholica", il 43 "De Arbitris", p. 27-179.Liber secundus - Decretalium, in 30 titoli. Il 1.0 "De Judiciis" l'ultimo "De ConbrmatioDeutili ve! inutili", p. 1·12.5.Liber tertius - Decretalium, in 50 titoli. II 1.0 "De vita et honestate clericorum",l'ultimo "De immutitate ecclesiarum", p. 1-142.Ad Librum quattum - Decretalium. De Matrimonio (multa iura novo ConciliiTridentini sint immutata ..). Non per singulos titulos ... propono, p. 1-32.Liber secundus - Decretalium, in 30 titoli. Il 1.0 "De Judiciis" l'ultimo "De Confirmationeutili vel inutili", p. 1-125.Liber tertius - Decretalium, in 50 titoli. Il 1.0 "De vita et honestate clericorum" ,l'ultimo "De immutitate ecclesiarum", p. 1-142.Ad Librum quartum - Decretalium. De Matrimonio (multa iuta novo ConciliiTridentini sin t immutata ..). Non per singulos titulos ... propono, p. 1-32.(2) Ferdinando di Orazio Calini e Ottavia Conforti, nato il 25 maggio 1713, fu accolto nellaCompagnia di Gesù il 15 ottobre 1730 a Bologna ove insegnò lettere umanistiche, sacrascrittura e catechismo, e dove fece parte dell' Accademia di storia ecclesiastica. Soppressanel 1773 la Compagnia di Gesù, si ritirò a Brescia ove morì 1'8 marzo 1780. Scrisse opereagiografiche su S. Girolamo e S. Agostino, e nel 1787 pubblicò a Venezia il CatechismoRagionato dedicato ai pronipoti Carlo, Beniamino, Antonio, coi quali visse nel palazzoavito di via Cairoli 2.Su Calini: Cfr. U. VAGLIA, I Conti Calini della Compagnia di Gesù, in Comm. Ateneo(2) Ferdinando di Orazio Calini e Oltavia Conforti, nato il 25 maggio 1713, fu accolto nellaCompagnia di Gesù il 15 ollobre 1730 a Bologna ove insegnò lettere umanistichc, $IICrIlscrittura e CIltechismo, e dove fece parte dell'Accademia di storia ecclesiastica. Soppressancl 1773 la Compagnia di Gesù, si ritirò a Brescia ove morl 1'8 marzo 1780. Scrisse opereagiografiche su S. Girolamo e S. Agostino, e ncl 1787 pubblicò a Venna il CatechismoRagionato dediouo ai pronipoti Carlo, Beniamino, Antonio, coi quali visse nel paluzoavito di via Cairoli 2.Su Calini: aro U. VAGLIA, I Conti Calini della Compagnia di Gesù, in Comm. Ateneo130130di Brescia 19'3; Dizionario Biografico degli Italiani.di Brescia 1953; Dizionario Biografico degli Italiani.


Ad Librum quintum _ Decretalium. Si compone di 41 titoli. Il 1.0 "De Accusa·Ad Librum quintum - Decretalium. Si compone di 41 titoli. Il 1.0 "De Accusationibus,Denunciationibus et Inquisitionibus". L'ultimo "De regulis Juris", p.1-89.Index Titulorum (su due colonne), p. 1-4.De Usuris - Ad tit 19 1.5 - Decretalium (su due colonne con 30 capoversi) p. 1.tionibus, Denundationibus et Inquisitionibus". L'ultimo "De regulis Juris", p.1·89.Index Titulotum (su due colonne), p. 1-4.De Usuris - Ad tit 19 1.5 - Decretalium (su due colonne con 30 capoversi) p. 1.UGO VAGLIA131131


DIPINTI INEDITI DI PIETRO SCALVINI (1718-1792)(1718.1792)'.A MAGNO DI GARDONE V.T.In data datll 24 ottobre <strong>1977</strong>, , in occasione occa~ione di un sopralluogo al santuario di S.Bartolomeo, si è effettuata la piacevole scoperta della firma dell'artista che hadipinto a Il tempera il presbiterio e la navata sinistra dell'antica chiesetta (1), conla data d'esecuzione dello stupendo ciclo pittorico. Nell'arcone Nell'arrone di sinistra delpresbiterio, con falsa finestra al centro, è rilevabile la scritta: Piet. Scalvino Sca/vino I /P. 1742, in un cartiglio dipinto sotto una tavolozza con pennelli vari. La data èripetuta più sotto (è stata così confermata !'ipotesi l'ipotesi avanzata nel 1976 da AntonioFappani e da Sandro Sandra Guerrini). Altra sorpresa si è avuta osservando l'arcone didestra: in un ricciolo, accanto ad una cazzuola, in corrispondenza della scrittacitata, è dipinta la seguente: M.ro Atro Dom.co Dom.Co Fiorenza F. (cioè maestro DomenicoFiorenza fece; la cazzuola e l'abbreviazione iniziale indicano che il Fiorenza fuil capomastro o il "maestro da muro" (2). Più sotto la scritta: «Rifabricata «Rijabricala nellianni / 1737 fino al 1742 da (?)>>)l'conferma anche l'iscrizione latina incisa sull'architrave della porta laterale del santuario: RAEDIFICATUM / EX ELNIS(Eleemosynis) POPULI / AB AN(NO) 1737 AD 1742. In quegli anni i Magnoivollero una chiesa sussidiaria più bella e decorosa e, contribuendo con generoseelemosine e lasciti, fecero riedificare riedi6care !'orotorio l'oratorio dedicato all'apostolo Bartolomeoe alla SS. Trinità.1.0 Lo Scalvini (3), forse in collaborazione con un anonimo quadraturista, nel1742 dipinse a tempera il presbiterio, rappresentando sul lato sinistro S. Panaceamartire, mentre sta per essere crudemente uccisa a colpi di fuso dalla perfida(1) Per la storia dc:lla della çhiesetta chiesetta dr. cfr. C. SABATII SABATTI -• F. TROVATI· - S. GUERRINI, Il santuariodi S. Bartolomeo, Bulolomeo, in .. «Magno di Gardone V.T.: note di storia e d'arte d'arIe », La <strong>Nuova</strong> Cartografica,Brescia, dicembre <strong>1977</strong>, pp. 135-154. I3.'-1.H.(2) Risulta rusulta anche confermata la tesi espressa da don Angelo Bregoli clle che nelle sue «Notizieff tolte da un carteggio ... », redatte redane il 22-7-1921 scriveva çhe che la chiesetta chieseua di S. Bartolomeoera stata .. «eretta erella nel 1742 per opera di ... Domenico FiorenZA» Fiorenza» e dipinta ... «dal pittore piUoreScalvini.. ». ... «Le Notizie NotWe ... "» sono conservate nell'archivio parrocchrale parrocchi:ale di Magno diGardone V.T. A. Fappani ha attribuito allo &a1.vini Scalvini anche un ovale, olio su tela,rappresentante S. Giovanni Nepomuceno, dipinto e appeso in origine sopra l'architrave:della porta laterale, custodito ora nella canonica parrocchiale.(3) 1.0 Lo Scalvini con Francesco Paglia, padre di Antonio e di Angelo, ~ è uno dei maestribresciani che prevalgono in Valtrompia. Suoi affreschi o tele ad olio sono visibili nelsantuario dell. della Madonnina A a Marcheno (1760-176'), (1760-1765), in S. Carlo. a Gardone V.T. (1773), inS. Rocco di Ombriano (17m. (1757), nella parrocchiale parroc-chiale di Cimmo (17:51 (1751 e 1765) 176') oltre cile che A aDosso di Marmentino, Pezzaze, Pezzaze:, Magno di Bovegno e Carcina. Or. Cfr. G. PANAZZA, Itinerario Itiner(1rioarlistico artistico in Valle Trompia, in .. «Antologia gavardese », Bresda Brescia 1969, pp. 27-28 e 40 n. 169.132


matrigna; sul lato destro è illustrata una conversazione tra S. Isidoro, patronodegli agricoltori, nelle vesti di un contadino e un giovane signore elegantissimo,mentre un angelo, con una verga in mano, governa i buoi (4). Vicino alla puntadella spada del signorotto c'è la 1:t scritta: EX LEGATO / MARIAE RIZINAE;tale Maria Rizzini, nel '700, aveva fatto un lascito perché il santuario fosse deco· decoratoa regola d'arte.Altro esempio del più gustoso e signorile barocco settecentesco è la decorazionedella parte centrale del presbiterio. Su ampie e bianche volute «si libraun bellissimo angelo che tiene COI: con la mano, raccolto a vertice, un drappo granatae blu sul quale si adagia come posata su morbido velluto la pala d'altare» (5) (.5)..La tela, dipinta per legato di Barbara Rizzini, rappresenta S. Bernardo abatee S. Bartolomeo, che adora la Trinità; è centinata, firmata Antonio (?) Paglia edatata 1741 (6)_ . Lo splendore tiepolesco del presbiterio trova una felice continuazionenella navata, dove, sulla parete di sinistra, è dipinta, fra un'elegante archi­archi·tettura, una dolcissima Immacolata che cbe schiaccia il serpente, drago alato poco ter­ter·rificante rata(7).(4) L'identificazione dei santi rappresentati sulle pareti del presbiterio, che è sormontato sormOntato daun elegante cupolino, è derNata derivata da una secolare tradi7.ione tradizione orale popolare. Il martirio diS. Panacea, venerata anche in Piemonte, sembra comunque leggendario.(5) M. MANCINI - G. ZOLI, Chiese e santuari di Inzino Intino e di Magno: storia ed arte, in.., «Antologia gudonese gardonese », cit., p. 168.(6) La pala, in fondo, a destra, reca la seguente scritta (incompleta): : EX LEGATO / BARBA­ BARBA·RAE / RINZINAE RlNZINAE / ... .vS VS / ... PALEA (o PALEE?) / 1741, , misura, cm. 280 x 157.E' impossibile rilevare il nome di uno dei Paglia, perché la tela era forata in que! quel puntogià prima del mediocre restauro del 1958. E' da escludere Francesco Paglia che morl mori nel1713. A nomo nostro giudizio l'opera si può attribuire ad Antonio, nato a Brescia nel ne! 1680e morto ne! nel 1747. L'artista fu a Venezia, alla scuola di Sebastiano Ricci, dove apprese adanimare la forma con un colcri-smo colorismo schiarito, in contrasto con gli insegnamenti del padre,convinto guercinista, e privilegò l'imitazione dei dipinti di Jacopo Bassano. Dallo scultoreSanto Callegari imparò imparo a formarsi modellini ifI in creta, che, vestiti ed illuminati, copiava,ottenendo cosI così ~ «nelle me sue storie una gran mana massa di chiaro e scuro ».E' anche accertato che con lui collaborò il fratello Angelo (1681-1763). (1681·1763). La pala, gradevolee discreta -anche se un poco ammanierata e tradizionale _- rivela qualche pregio soprat· soprat­tutto nei particolari, anzi anzr è migliore in ogni singob singola figura piuttosto che nell'insieme. Inte· Inte­resantissimo è il santo a sinistra (S. . Bernardo), cosI così cspTCl;sh-o espressivo nel suo raccoglimento. Laluce che irradia dalla figure, caratterizzate da scuhorea scultorea plasticitl, plasticità, può convincere rijluardo riguardoall'attribuzione proposta. Cfr. B. PASSAMANI, La pil/ura pittura dei secoli XVII-XVIII, in«Storia di Brescia », voI. val. III, pp. 631·632. 631-632.aro Cfr. S. FENAROLI, Di:t.ionario Dizionario degli arlisti artisti bresciani, Brescia 1887, pp. 191-193 e G. G .PANAZZA, op. cit., pp. 27, 40 n. 165 e 41 n. 180; l'aurore l'autore cita dipinti di- di· Antonio Pagliaa Lumezzane S. Sebastiano (1723) e a Go=lo Gazzola (1710) e quelli attribuiti attribuit~ ad Angelo inS. Rocco di Ombriano (quadro di S. Giuseppe), a Bovegno, a Lumezzane S. Sebastiano(1728) e a Carcina (1736)..(7) L'Immacolata volge il volto coronatO coronato di stelle e disegna con tuUo tutto il corpo COl'pO una delicatalinea serpeggiante serpeggiante che si riallaccia all'iconografia marina del Seicento. E' ugualmenteattribuita allo Scalvini, 001 col quale collaborò l'anonimo quadraturista. Evidenti analogiestilisdche stilistiche con quest'ultimo sono intracciabili negli altari laterali della parrocchia di Concesioe della abbazia olivetana di Rodengo. Cfr. A. FAPPANI, Enciclopedia Bresciana,voI. val. II, sub voce «Conasio «Concesio », specificamente p. 324.133


In S. Bartolomeo lavorarono due artisti, uno alle quadrature, l'altro alle aUe figure,e dalla daUa loro collaborazione uscì un autentico (anche se fino 6no ad ora quasi sconosciuto)gioiello del Barocchetto bresciano.L'autore delle figure 6gure si ispira al Tiepolo e fa sfoggio di una tavolozza ricca,dai colori densi e corposi, da sembrare quasi ad olio; rimangono impressi nellamemoria gli azzurri brillanti del cielo, gli incarnati vivaci, i gialli e i verdi dellevesti.Nel riquadro di sinistra, strustra, il corpo della giovane martire si contorce in unaposizione irreale e nervosa, docile fibra alla fantasia sbrigliata dell'artista deU'artista contagiatadall'arricciarsi delle cornici delle quadrature.Nell'affresco di destra ci colpisce l'atletica e spavalda figura 6gura del cavaliere,ma ci affascina ancor di più il suo abito grigio azzurro variegato da ricami d'argento.E' questo un vero "pezzo" di abilità, in cui sentiamo la lo. gioia del dipingere edello strabiliare.E' lo stesso Scalvini salottiero ed elegante di palazzo Soncini Sonani in Brescia percerte finezze 6nezze nella stesura delle ombre e per la lo. scioltezza delle figure 6gure. . Il quadra­quadra·turista, dal canto suo, costituisce una architettura tutta luttO. agitata e rotta, fantasiosae fastosa, ma non disdegna di lasciarci un piccolo brano di realtà quotidiana nella neUafinta 6nta finestra deUa della navata, dove una semplice tenda si raccoglie accanto ad un'altrettanto semplicissima e luminosa vetrata.Queste tempere sono ancora perfettamente conservate (possiamo veramentedire per un miracolo!), nonostante l'abbandono e la lo. parziale rovina in cui versada anni la lo. chiesetta; un intervento di restauro si impone, data la lo. loro bellezzae la lo.loro importanza.Lo Scalvini, avendo dimostrato già all'età di 24 anni (!) (l) la lo. capacità di riprenderecon grande fantasia, anche se in tono discorsivo, la lo. tradizione pittorica dellascuola tiepolesca, nonché quella di Francesco Monti e di Carlo Cadoni, Carloni, fu nuovamenteimpegnato a dipingere la lo. pala dell'altare della Madonna del Rosario perlo. la chiesa di S. Martino, sempre in Magno. L'artista L'artis[3 vi ha rappresentato la lo. Madonnacol Bambino e i santi Caterina e Domenico (olio su tela, cm. 160x130), conla lo. firma: Pietro Scalvino, Sca/vino, posta a destra, in basso.Il dipinto, in buon stato di conservazione, è pervaso da brio e colore, digusto schiettamente veneto.Lo Scalvini, celebre come autore di cicli di affreschi, spesso risulta artistapiù piacevole e scaltrito nei dipinti ad olio, dove il colore brilla in tutte le suegamme.In questa tela, nella quale è debitore del Tiepolo di S. Apollinare a Venezia(


Il dipinto, fino al 1957, era la pala dell'altare della Madonna e fu appesosopra il confessionale in occasione dei restauri della parrocchiale. Nel settembredel <strong>1977</strong> è stato ricollocato al suo posto originario, dove valorizza pienamentela soasa attribuibile a Gaspare Bianchi (8) .CARLO SABATII BATTI .• SANDRa SANDRO GUERRINI GUER,RINI(8)Cfr. G.A. DELL'ACQUA· DELL'ACQUA. F. RUSSOLI, La pinacoteca di Brera, Milano 1960, tav. 156 U6(G. BATIISTA BATTISTA TIEPOLO .- Venezia 1696. Madrd 1770· - La Madonna del Carmelo e leanime del Purgatorio) e IBIDEM, lav. tav. XXXVII (a colori); lo Scalvini ha avuto comemodello appunto il particolare della Madonna col Bambino.P. P . GUERRJNI, GUERRINI, Memorie storiche della diocesi di Brescia, Brescia 1935, tav. VIII (dopo lap. 128). Sembra proprio che lo Scalvini abbia imitato alla aUa perfezione la tipologia del S. Giovannivanru,della Madonna e del Bimbo, compresa la loro positura, oltre all'architettura che neè lo sfondo (in alto, a destra); di suo ha aggiunto S. Caterina da Siena e altri particolari,come quello vivace del cane che addenta una fiaccola fiacro!a accesa, dipinto vidno vicino a S. Domenico,ricordo della leggendaria visione avuta dalla madre del santo.La festa de\!a della B. Vergine del Rosaario fu istituita per tutta la cristianità dal papa Pio V,anche am;he per ringraziare la Madonna per la vittoria del 1571, , ottenuta a Lepanto dai Venezianicontro i Turchi. Lo «Statuto ~Statutodi Va/trompia» Valtrompia» del 1576 (cap. 31, p. 43) include tra lenumerose feste da celebrarsi anche quella«di S. Gil/stina Giustina giorno vittorioso à sette diottobre », omaggio alla Repubbli'Ca Repubblica di Venezia che occupò - quasi ininterrottamente -dal 1426 al 1797 il territorio bresciano. (Assai opportunamente la Comunità Montana diValle Trompia, soprattutto grazie allo specifico interessamento del suo 'presideme, presidente, prof. ptof.Giovanni Bondio, in occasione del IV centenario della prima pubblicazione dello «Statuto »,ne ha provveduto la ristampa anastatica, ottimamente curata da «La <strong>Nuova</strong> Cartografica»di Brescia).Si rileva che la firma è stata da noi individuata nel settembre del 1976, quando il fotoclub fotodub di Gardone V.T. approntò la documentazione fotografica dle patrimonio storicoartisticodi Magno, valorizzando e facendo conoscere ed apprezzare anche attraverso lasplendida mostra fotografica 8.11estita allestita in Gardone V.T. dal 20 al 29 dkembre dicembre 1976.Cine­Secondo G G. . Panazza, Panaz:i!a, E. Scalvini è anche autore dell'ovale (olio su tela) rappresentanteS. Martino in abiti ves ve$COvili, covili, dipinto cucito sulla seta (ora rovinata) del gonfalone processionale(èl bandierù). bandierÙ). Il noto criti'Co critico d'arte propone per questa tela e per la pala dellaMadonna del Rosario la datazione 1779 circa, drca, che pare piuttosto tarda, Iarda, perché l'artistafu brillantemente brillamemente attivo in Magno già nel 1742. Cfr. a ro G G. . PANAZZA, Itinerario artisticoin Valle Trompia, in op. cit., p. 40 n. 169.135


UN INTERESSANTE TESTAMENTO DEL 1505UN INTERESSANTE TESTAMENTO DEL 1505Nel <strong>fascicolo</strong> «La Comunità di Caionvico nel XXV di Parrocchiato di donGiuseppe Maifredi» (1) avevo rapidamente delineato negli "Asterischi storici"alle pagg. 17-19 le vicende della Confraternita del Corpus Domini o SS.mo<strong>Sacra</strong>mento della Parrocchia di Caionvico segnalandone l'antichità in base ad unalapide murata in locale adiacente la Chiesa (2). La lapide in caratteri assimilabilialla capitale quadrata, per la verità male incisa da un lapicida che per di piùsapeva poco legge in quanto vi sono contenuti errori ortografici, così suona:« PECIA TERE IN CONTRATA SPI- / NI LEGATA P.Q. GEORGIUM DE/ CLNSONO SCOLE CORPORIS / XPI DE ANO 1505 DIE 6 MESIS /OCTOBRIS UT CONSTAT TEST" Ror / P.Q.S. ANTONIUM V-IGININOT. IN / BRIXIA PLODII VNNIO CV / DIMIDIO NEL.Nel <strong>fascicolo</strong> -4( La Comunità di Caionvico nel XXV di Parrocchiato di donGiuseppe Maifredi» (1) avevo rapidamente delineato negli "Asterischi storici"alle pagg. 17·19 le vicende della Confraternita del Corpus Domini o 55.mo<strong>Sacra</strong>mento della Parrocchia di Caionvico segnalandone l'antichità in base ad unalapide murata in locale adiacente la Chiesa (2). La lapide in caratteri assimilabiliaUa capitale quadrata, per la verità male incisa da un lapicida che per di piùsapeva poco legge in quanto vi sono contenuti errori ortografici, cosI suona:«PECIA TERE IN CONTRATA SPI- / NI LEGATA P.Q. GEORGlUM DE/ CLNSONO SCOLE CORPORIS / XPI DE ANO 1505 DIE 6 MESIS /OcrOBRIS UT CONSTAT TEST' ROT" / P.Q.s. ANTONlUM V-IGININOT. IN / BRIXIA PLODII UNNIO CU / DIMIDIO NEL.Confortato anche dall'autorevole parere del prof. Leonardo Mazzoldi, cosìl'avevo tradotta e interpretata: «Pezza di terra sita in contrada Spini legatadal fu Giorgio di Clusone alla Scuola del Corpo di Cristo nell'anno 1505 ilgiorno 6 ottobre come risulta dal testamento re gato dal fu Antonio Vicininotaio in Brescia di un piò e mezzo circa ». Evidentemente le "N" di "CLNSONO"e "NEL" erano lette come "V" (3) e la vocale mancante di "V-IGINI" eraletta come ''l''.Confortato anche dall'autorevole parere del prof. Leonardo Mazzoldi, cosIl'avevo tradotta e interpretata: «Pezza di terra sita in contrada Spini legatadal fu Giorgio di Clusone alla Scuola del Corpo di Cristo nell'anno 1505 ilgiorno 6 ottobre come risulta dal testamento regato dal fu Antonio Vicininotaio in Brescia di un piò e mezzo circa ». Evidentemente le "N" di "CLNSONO"e "NEL" erano lette come "V" (3) e la vocale mancante di "V-IGINI" eraletta come ''l''.A indiscutibile sostegno di questa interpretazione ho fortuitamente trovatoil testamento di quel tal Giorgio di Clusone nel riordinare le carte dell' Archiviodella Biblioteca Fornasini di Castenedolo.A indiscutibile sostegno di questa interpretazione ho fortuitamente trovatoil testamento di quel tal Giorgio di Clusone nel riordinare le cane dell'Archiviodella Biblioteca Fornasini di Castenedolo.Poiché questo testamento riveste più d'un motivo d'interesse ho credutobene trascriverne la parte attinente la vita religiosa, sciogliendone le abbrevia-Poiché questo testamento riveste più d'un motivo d'interesse ho credutobene trascriverne la pane attinente la vita religiosa, sciogliendone le abbrevia.(1) La Comunità di Caionvico nel XXV di Parrocchiato di Don Giuseppe Maifedi, s.i.t.,Brescia, 1976, pago 56.(2) Colgo l'occasione per segnalare l'errore della didascalia alla riproduzione deHa lapidepubblicata a pago lO. Non si tratta del 1502, ma del 1505.Ricordo che la prima Scuola o Confraternità del Ss.mo <strong>Sacra</strong>mento istituita a Brescia risalealla predicazione del B. Bernardino da Feltre nel settembre-ottobre 1494. L'essere destinatariadi beni di un certo valore testimonia una tradizione già consolidata a Caionvico(1) lA Comunità di Cflionvico nel XXV di PfI"occbialo di Don Giuuppe Mfliledi, s.i.t.,Brescia, 1976, pago '6.(2) Colgo l'oa.:asione per segnalare ['errore della didascalia alla riproduùone della lapidepubblicata a pago lO. Non si trana del 1502, ma dci lJO'.Ricordo che la prima Scuola o Confraternità dci 55.mO Sac:ramento istituita a Brescia risaIealla predicazione del B. Bernardino da Feltre nel sertembre-onobre 1494. L'essere desti·nataria dì beni di un rerto valore testimonia una trad~ione gli consolidata a Caionvicoper quel che riguarda la Confraternità del SS.mo <strong>Sacra</strong>mento. La data di fondazione èquindi anteriore al 1505, il che ci consente - come affermato - di ascrivere la Confraternitàdi Caionvico fra le più antiche della Diocesi.(3) L'errore ortografico "N" invece di "D" è comprensibile se si vede la calligrafia usata nel136per quel che riguarda la Confraterniti del SS.mo <strong>Sacra</strong>mento. La data di fondazione ~quindi anteriore al 1'05. il che ci consente - come alIcrmato _ di ascrivere la Confraternit"di Caionvico fra le più antiche della Diocesi.(3) L'errore ortografico "N" invece di "v" è comprensibile se si vede la calligrafia usata neltestamento; le due lettere sono scritte quasi allo stesso modo e per un illetterato come èpresumibile che fosse il lapicida era pressoché inevitabile lo scambio.136testamento: le due lettere sono scritte quasi allo stesso modo e per un illetterato come èpresumibile che fosse il lapicida era pressoché inevitabile lo scambio.


zioni. Nei punti dubbi o oscuri mi mi sono avvalso della competenza del prof. prof.Leonardo Mazzoldi, al quale esprimo la più viva riconoscenza.li testamento è scritto su cinque fogli doppi legati al centro da cordicelle,Il testamento è scritto su cinque fogli doppi legati al centro da cordicelle,costituenti così cos1 un <strong>fascicolo</strong> di 20 pagine di h. 31,5 cm. e b. 21,5 cm. Il<strong>fascicolo</strong> porta potta in in cima al al primo foglio il il numero 34 seguito da da un un 1: l: il il primonumero credo che si si debba riferire alla posizione della pratica notarile notarue ed ed ilsecondo alla numerazione del foglio. I fogli sono sono numerati solo nella parterecta dall'l all'8. Bianchi sono il il verso del f. f. 8, il il recto re::to ed il il verso del f. f. 9(che è è largamente mutilo) e il il recto del f. f. lO. Sul verso del f. f. lO si si leggesoltanto in alto nella metà destra: dcstra: «Testamento / I de mio barba / I zorzo Cluso ». JIo.Tutti i fogli sono al ccntro forati per il passaggio della filza. La calligrafiaTutti i fogli sono al centro forati per il passaggio della filza . La calligrafiaè cancelleresca notarile del XV secolo.è cancelleresca notarile del XV secolo.Di Giorgio di di Clusone non ho trovato nulla che che possa in in qualche mododelinearne la personalità. Da Da quanto è è detto nel nel testamento risulta essere statomercante, probabilmente della corporazione dei Lanai, se il il legato di una certaquantità di pane ai ai poveri poveri di questa corporazione vuoI vuoi significare soJjdarietà solidarietàcon gli ex colleghi di lavoro. Abitava a Brescia in case costruite in in contrada«Sancti Georgii, sive Sancti Thome ». Sposato a Maria «fijia quondam spectebilisdoctoris domini Faustini de de Laude» Laude» non aveva avuto figli 6g1i o gli gli erano premortiin quanto lascia tutto tutto a fratelli e nipoti ex fratribus, oltre che ad altrepersone legate da parentela o enti religiosi. . In un atto notarile del 30 30 dicembre1510 (4) è qualificato «nobilis vir dominus Georgius nlius quondam egregijviri viri domini Ma60li Manoli de Clusono mercator dvis civis et et habitator <strong>Brixia</strong>e ». ». Avevaquindi unn una assai rispettabile condizione sociale accompagnata da da beni di fortunadi una certa cospicuità. Dalla notazione finale sulla registrazione del presentetestamento risulta che Giorgio di Clusone morl morì ai primi di dicembre dell'anno1513 (5).«Sancti Georgii, sive Sancti Thome ». Sposato a Maria «filia quondam specte­I jlO (4) è qualificato «nobilis vir dominus Georgius 61ius quondam egregijdi una certa cospicuità. Dalla notazione finale sulla registrazione del presente1'13 ('l.I! testamento si compone di una parte generale, seguita da 23 codicilli, unaIl testamento si compone di una parte generale, seguita da 23 codicilli, unaintegrazione e si conclude con le formule di rito in questi documenti. Dopo Dopo la(4) Archivio della Biblioteca Fornasini di Castenedolo, carte non anoora classificate: «Carla(4) Archivio della Biblioteca Fornasini di Castenedolo, carte non ancora classificate: «Cartade procura lata per 20r1l;0 a mi Bernardino » suo fratello, rogata dal notaio Antonio Viginidel fu Giovan Battista il 30 dicembre 1510. Può essere interessante riportare la datazione:.. Anno domini _ nativi tale esiudem millesimo quingentesimo undccimo indictione quartadecimadie penultimo mensis deccmbris ... Essendo "a nativitate" il }O dicembre risultavaessere gii nell'anno 1511, mentre in realt~ appartiene, secondo l'attuale calendario, ancorade procura fata per Zorzo a mi Bernardino» suo fratello, rogata dal notaio Antoni'o Viginidel fu Giovan Battista il 30 dicembre 1510. Può essere interessante riportare la datazione:«Anno domini a nativitate esiudem millesimo quingentesimo undecimo indictione quartadecimadie penultimo mensis decembris ». Essendo "a nativitate" il 30 dicembre risultavaessere già nell'anno 1511, mentre in realtà appartiene, secondo l'attuale calendario, ancoraal 1510.(5) A completamento di quanto detto, si può aggiungere che A. A. MONTI DELLA CORTE,in Armerista Bresciano, Camuno, Benacense e di Valsabbia (Brescia, 1974) a pago 26elenca la famiglia CIusani (de Clusono) dicendo che «figurano nel "Libro d'oro" e sonopure ricordati dal Nassino fra le "Casate Bressane" ("veneno da Clusone, terra bergamascha").AI principio del sec. XVI, un Todesco q. Zuane de Clusone era "salni1:raro" privilegiato».Lo stemma è: «interzato in fascia: nel 1" d'argento, all'aquila di nero; nel 2° di rosso alla_l 1510.(5) A completamento di quanto detto, si può aggiungere che A. A. MONTI DELLA CORTE,in Armerista Busci/Jno, C/Jmuno, &nacenu e Jj Vttlsabbia (Brescia, 1974) a pago 26elenca la famiglia Ciusani (de Qusano) dicendo che «figurano nel "Libro d'oro" e sonopure rirordati dal Nassino fra le "Casate Bressane" ("veneno da Qusane, terra bergamascha").AI principio del sec. XVI, un Todesco q. Zuane de Clusone era "salnitraro" privilegiato".Lo stemma è: .. intenato in faseia: nel l" d'argenlO, all'aquila di nero; nel 2 di rosso allapunta di verde aerostata da sinistra da un drago dello Stesso; nel J" d'argento a due banded'llzturro " .punta di verde accostata da sinistra da un drago dello stesso; nel 3" d'argento a due banded'azzurro ».137137


parte generale ho trascritto i codiciUi che ci danno soprattuttO la fisionomiareligiosa del testatore e nel contempo documentano un certo tipo di mentalitàcorrente negli ambienti socialmente più alti del tempo.5i può fare ancora una annotazione che può forse _ ipotesi pero cheandrebbe suffragata da ben più consistenti elementi _ indicard il sorgere edl'affermarsi di una spiritualità laicalc. Nel legate il piò e mezzo di terra allaConfraternita del 55.mo di Caionvico sottolinea: ~ dummodo ipsa schola regaturet gubernetur per homines LBycos Mondanos et non per presbiteros et personasecclesiasticas et 5acerdotales ».parte generale ho trascritto i codicilli che ci danno soprattutto la fisionomiareligiosa del testatore e nel contempo documentano un certo tipo di mentalitàcorrente negli ambienti socialmente più alti del tempo.Si può fare ancora una annotazione che può forse _ ipotesi però cheandrebbe suffragata da ben più consistenti elementi - indicarci il sorgere edl'affermarsi di una spiritualità laicale. Nel legare il piò e mezzo di terra allaConfraternita del SS.mo di Caionvico sottolinea: «dummodo ipsa schola regaturet gubernetur per homines Laycos Mondanos et non per presbiteros et personasecclesiasticas et Sacerdotales ».Altra osservazione interessante è che ben 9 codicilli su 23, oltre a tuttala lunga parte generale, sono dedicati alla regolamentazione di legati attinentila vita religiosa del testatore.E poiché l'interesse a questo argomento è scaturito dalla lapide muratain locale adiacente la chiesa di Caionvico è opportuno rilevare come la lapidestessa sia originata da una precisa disposizione contenuta nel presente testamento:«Bernardinus seu domina Maria uxor dicti domini testatoris teneatur et obligatasit fieri facere memoriam de ipso legato in uno lapide ponendo in ecclesia dieteterre cum nomine mei Antoni notari qui rogatus sum de presenti testamento etde die mensis et millesimo et breviter et boc expensis hereditatis dieti dominitestatoris ». La lapide pertanto è certamente successiva al 1513, anno dellamorte di Giorgio di Clusone, al quale era già probabilmente premorto il notaioAntonio Vigini.Ho creduto bene, infine, trascrivere e pubblicare anche la lunga formulaconclusiva perché contiene alcuni elementi di qualche interesse per Caionvico.1505 6 8bre Testamenti domini Georgi de Clusono 34 1In Christi nomine amen. Cun nihil sit certius morte er nihH ineertius hora mortis. Idcireodominus Georgius quodam domini Maphioli de Clusono olim merchatoris brixiae civis ethabitator brixiae sanus mente intelleetu ae corpore suorum rerum et bonorum ac jurium suorumper praesentem noneupatum testamentum et ultimam voluntatem sive seriptam in hune modumet formam fecit et proeuravit ae facit et proeurat ne aliqua his questio seu eontruersia intraEius posteros orriat post Eius deeessum.In primis quidem animan suam: altissimo et onnipotenti Deo Eiusque Beatissime MatriMarie semper Virgini eommendavit et legavit et Jure legati relliquit sehole et regentibus seholaesaeratissimi Corporis Christi eedesiae terre de Cayunvico districtus brixiae dummodo ipsa seholaregatur et gabernetur per homines Layeos Mondanos et non per presbiteros et personas eedesiasticaset saeerdotales. Unam petiam terre aratam sitam in territorio diete terre de Cayunvicoin Cuntrata Spini cui eoherent amane heredes quodam ser Constantini de Ganassonibus et amane similiter partim a sero filij quodam Dominici de pesentis de bergomo de brixia Medianteseriola que diseurrit ad locum de buffalora a meddie heredes quondam Gervasij andrae deCayunvico et amane partim salvis alijs eoherentiis cun Jure implendi et evacuandi petiamterre sopraseriptorum de pesentis videlieet a meridie parte Eiusdem sive per Cavedagnam queest a meridie parte petie terre eundo versus sero et mare et similiter Cum Jure Implendi etEvacuandi il1am a meridie et per Cavedagnam petie terre illorum de Savallo que est a seroparte diete perpetuis temporibus stare et permanere debeat et regi et gubernari debeat per138Altra osservazione interessante è che ben 9 codicilli su 23. oltre a tuttala lunga parte generAle, sono dedicati alla regolamentazione di legati attinentila vita religiosa del testatore,E poiché l'interesse a questo argomento è scaturito dalla lapide murataIn locale adiacente la chiesa di Caionvico è opportuno rilevare come la lapidestessa sia originata da una precisa disposizione contenuta nel presente testamento:«Bernardinus seu domina Maria uxor dicti domini testatoris teneatur et obligatasit fieri facete memoriam de ipso legato in uno lapide ponendo in ecclesia dietetene cum nomine mci Antoni notari qui rogatus sum de presenti testamento etde die mensis et millesimo et breviter et hoc expensis hereditatis dicti dominitestatoris ». La lapide pertanto è certamente successiva al 1513, anno dellamorte di Giorgio di Clusone, al quale era già probabilmente premotto il notaioAntonio Vigini.Ho creduto bene, infine, trascrivere e pubblicare anche la lunga formulaconclusiva perché contiene alcuni elementi di qualche interesse per Caionvico.U05 6 8bre Testamenti domini Georgi de Qusono J4 lIn Christi nomine amen. Cun nihil sit certius morte er nihH incertius hora mortis. Idcircodominus Georgil.ls quodam domini Maphioli de Qusono olim merchatoris brixiae dvis ethabimtor brixiae sanus mente intellectu ae corpore suorum rerum et bonorum le jurium suorumper praesentem noncupatum testamentum et ultimam voluntatem sive scriptam in hune modumet formam fccit et protUl'llvit ae facit et proturat ne aliqua his questio scu contruersia intraEius posteros orriat post Eius dec:essum.In primis quidem animan 5uam: altissimo ct onnipotenti Dco Eiusque Beatissime MattiMarie scmper Virgini commendavit et legavit et Jure legati relliql.lit schole et regentibus scholaesaetatissimi Corporis Christi eeclesiae lerre dc Cayunvico districtus brixiae dl.lmmodo ipu scholaregatur ct gabernetur per homines Laycos Mondanos et non per presbiteros et personas ecc:lesiaslicaset sacerdotales. Unam petiam lerre .ratam sitam in territorio diete terre de Cayunvicoin CunU'llta Spini cui coherem amane hcrc:dcs quodam ser Constantini dc GanassonibU5 et amanc similiter pl!rlim a scro filij quodam Dominici dc pescntis de bcrgomo de brixia Medianteseriola que discurrit ad locum dc buffatora a meridie heredes quondam Gervasij andrae deCayunvico et • mane partim salvis .Iijs coherentiis cun Jure implendi et evacuandi petiamterre soprascriptorum de pesentis videlicet a meridie parte Eiusdcm sivc per Caveclagnam queest a meridie parte petie terre eundo versus sero et mare et similiter Cum Jure Implendi etEvacuandi iUam a meridie et per Cavedagnam petie terre illorum de SavaUo que est a seroparte diete perpetuis temporibus stare et permanere debcat et regi et gubcrnari dcbeat per138


tnassarios rnassarios et homines diete sehole schole seu regentes regemes ipsam ipsarn seholam scholam modo quo supra et de Introita InUOitaEiusdem debeat dcbeat emi de dc Cera Comburenda in assotiando assQtiando Corpus Saeratissimi $scratissimi Corporis Christi Caisliquando portatur Infirmis Inficmis et ad alia officia offida diete schole prout videbit ipsis ip~hominibus diete dkteSeholae Schollle cum hoc quod casu calU quo qua per aliqua tempora lempora futura ipsa Sehola Schola veniret ad nihilum etnon regeretur nee ncc gubernaretur gubernarelur modo quo supra Eo casu easu legavit et el mandavit quod ipsa petiaterre lerre statim slatim deveniret et el devenisse devcnisse intellegatur intelJegatur in infrascriptos heredes herooes institutos inslitutos ut IIt infra mfra etsuecessoribus successoribus eorum corum et si non reperiretur esse in natura vel ve! in modo suecessores sucçessores eorum schuli sçhuli quod eo co casu g:atus sum de presenti testamento teslamento et de clie diemensis et millesimo et breviter et el hoc expe1lsis expensis hereditatis heredilalÌs dkti dieti domini testatoris teslalons Ita quodintellegatur inleUegatur perpetuis temporibus quod ipsa petia terre sint sini et esse legaI t per infraseriptuminlrascriptUffidominum testatorem diele diete sehole sçhole ex causa praedicta Plllooicta salvo et reservato quod ipse testator voluit voluiliussit Mandavit Mandavil et mandat mandai quo ipsa stabit slabi! usufruetus usufructus bonorum bonotum dicci dieti domini testatoris testaloris Cum hocquod quoti ipsa domina Maria teneatur et obbligata sit SÌ! distribuere omnen intratam dicte diete petie terre:omni amni anno in emendo de Ceriolis Combure:ndis Comburendis quando portatur portalur sacratissimum saeratissimum Corpus Chrìsti Christiformam consuetam diete schole modo quo supra aut dare pretium diete Intrate Massario dietesçhole sehole si erit eril massarius qui de ipso pretio emere debeat debeal de Cera comburenda modo qua quo suprasalvis infrascriptis.1 l - Item lIem Legavit ct et Jure: Legati relliqui1: relliquit quod domina Maria ~hria uxor dieti dicti domini testatoris testatori!usufruetuaria usufructuaria ut supra teneatur tet I obbligata sii sit statim post mortem dicci dieti domini testatoris tori! fierifacere qU3tuor quatuor officia mortuorum hoc modo videlieet vide1icet unum ofIicium officium tereium ttrcium septimum trigesimumet unum in fine anni de missis novem pro ,singulo officia officio et etiam ultra ipsas novem unammissam a!tam altam in Cantu sccundum seeundum consuetum consuerum et dare saccrdotibus saeerdotibus ipsis celebrantibus c:eram eeram condecentempro ipsis missis sic sie celltbrandis. eellebrandis. Et hoc in iUa ilIa ecclesia eealesia in qua sepellietur Cadaver dicti dietidomini testatoris sive in alia aJ:a ecclesia eeelesia prout videbit et placuerit plaeuerit pre:ffate preffate dominae Marie.2 - Item I legavit legavil quod ipsa domina Maria uxor sua teneatur teneatut et obbligata sit cclebratj celebrarjfacere fucere missas mortuorum numero centum infra duos annos continuos post mortem dicti dieti dominitestatoris cum cera condecente in ecclesia ecelesia diete terre de Cayunvico Cayunvieo sue alibi prout videbituret plaeuerit placuerit ipsi domine Marie Et hoc in remedium remooium anime dicti dieti domini testatoris lestatoris ct et teneatur tenealurutisfacere satisfaeere pro ipsis missis sic sie celebnandis celebrandis cum hoc quod casu quo cc1eblllrentur celebrarentur in altera alttraEeelesia Ecdesia de Cayunvico Cayunvieo quod te eo casu ille presbitCf presbiter qui celebravit teneatur leneatur canere officium offidummortuorum rnarluorum secundum seeundum consuetum eonsuetum habendo soldos duos planet pro singula missa et officio offidopraedieto.} 3 - Item legavil legavit quod domina Maria UXOf uxor dicti dieti testaloris testatoris pro co eo tempore qua quo ipsa 51abit stabitusufructuaria usufrUClUaria bonorum dicti testatoris teslitOTiS ut infra teneatur et obligata obHgata sit fieri facere unum officiummoctuotum mortuorum de missis dicem dieem pro singulo offida offido singulo anno in Ecclesia Eeelesia in qua erit sepultuscadaver dicti dieti domini testatoris ut alibi prout melius videbil videbit et placeurit ipsi dominae dominlle Marie139 '39


et dare ceram condecentem et satisfacere dominis fratribus seu presbiteris pro ipsis missis siecellebrantibus in quibus missis cantetur una missa alta salvis infrascriptis.4 - Item salvis praemissis legavit quod post usufructum legatum ipsi dominae Mariect dare ceram condeccntcm et satisfncere dominis fratribus seu presbiteri! pro ipsis missis sleeellebrantibus in quibus missis cantetur una missa alta salvis infrascriptis.


gesimo Et hoc amore Dei et in Remedium Remedruni animarum dieti testatoris t(Statoris el et dcfunctorum defunetorum suorumpro quibus obligarus obligatus est bene facere pro illis. illi!.7 - Item Legavit iussh iussit et mandavit quod ipse Bernardinus et heredes et succcssores successores suiteneantur et obligati sint facto et cocco cacto ipso pane ad tempora praedieta prnedicta ipsum panem dare etconsignare cum eum effcctu efIectu ministro et massario discipline sancti laustini faustini Maroris Maioris brixiae singuloanno et singula vice viee una cum pollitia pollilia super qua descripta sint et esse debeant nomina etCognomina ipsorum pauperum diele diete artis lanificij ut supra Et quod minrster minister seu massariusteneatur dare et tradere duO$ duos panes cuiJibet cuilibet persone descripte et annoiate annotate super ipsa pollitia pollitiAfienda 6enda danda e roruignanda consignanda ut supra cum hoc hoe pacto et condietione eondietione quod casu easu quo ipseBemardinus Bernardinus et Eus Eius heredes et SuCCC'SSOn:s Successores sui cessarel cessaret vel ve! cessarent eessarent in coquendo faciendo fadendo etdando dictas dietas quantitates panis dandi: et dimibuendi distribuendi diebus pnedictis praedietis singulo anno modo quosupra et hoe hoc per binas viees vices in anno quod tune et Eo Casu Iegavit legavit el et Jussit et Mandavit quodusufructus spettans speetans · patrono pauono et domino unius petie terre aratae aIlltae et vitatae vilatae et adagatoriae adagatociae Jurisdieti testatocis testatoris sitae rntra mlIll itinerario de Rezate Rezale in Conll1lda Contrada Circim qua vocatur cl el Circin Cirein cuicoherent a meridie dieta pretia terre Vocata vocata el cl Circinetto amane bernardus Maschera salvisalij! alijs coherentiis piodiorum plodiorum septem vel ve! circa siI sit et esse clebeat debeat disciplinatorum et disciplineSaneli Sancti faustini (austini maioris brixiae qui disciplinat~ disciplinati: et ct homines diete discipline teneantur et obligatisint sinI satisfacere ulisfacere et adimplere adimpiere dieto legato panis cocti. modo quo supra dc de ipso usufruetu usufruelu usquead suplementum dietum annorum finiendorum !iniendorum dc de dieto dicto anno millesimo quingentesimo quingcntcsimo trigesimoet subinde ipsa petia terre cun eun usufructu usufruetu Eiusdem deveniat CI et deveniri debeat in dietumbernardinum bemardinum et Eius heredes hered~ et Sliccessores suceessores ut UI infra habita scmper semper dieta pollitia pauperum etdieto bernardino bemardino et Eius heredes hcrc:des et Successoribus si illam dare ,·oluerit voluerit salvis et el cetera.8 - Itcm Item Legavit et Jure Legati relliquit dari debere per Infrascriptum Eius heredem hercdemmonti pietatis piellUs civitatis brixiae libra sex planet infra imra duos annos annO$ rontinuos continuos post mortem dieti diccitestatoris tori, sue per ipsam dominam Mariam de bonis diele dkte hereditatis hercditatis et hoc amore dei et inremedium animae dieti testatoris. tcstatoris.omissis12 - Item I Legavit Lcgavit quod dieta et el infrascripta domina Maria usufructuaria usufruetllaria ut supra et infrateneatur et el obligata sit dare et tt solvere Dominis Dom1nis fratribus fralribus Sancti Saneli appoIonij appoloni; Extra et prope propc:<strong>Brixia</strong>e libras duodecim duodccim pianet planel ut ul :llijs alijs dominis fratribus fralribus prout sibi dominae dominac: Marie videbituret placuerit Cum hoc quod ipsi domini fratres Sancti appolonij ut alij Elligendi EUigcndi per ipsamdominam Mariam teneantur Icneantur et obligati obligali sint Celebrare missas santi Gregorij per quatuor viees vicesIn Sua ecclesia ecdesia Et hoc Infra annos quinque continuos ronunuos proximos futuros fUluros post mortem mortcm dkti dictidomini testatoris [estatoris et hoc in remedium animarum dieti domini testatoris dicti dieti domini patris suiet quondam dominae Matris Mattis Sue et quondam domini Jeronimi de Clusono olim avi Sui saivis salvisinfrascriptis. inflllscriptis.omissisActum Conditum et ordinatum ordinntum fuit fuÌ! suprascriptum supraseriptum testamentum et CI ultima voluntas persuprascriptum dominum Georgium GeorgiUffi de Clusono testatorem sanum Mente Intellectu ae Corporeut supra SUPIll Existentem In apotheca sartorie Magistri Magistti benedieti bcnedieti filii !ilii quondam Armi Anni de Bardellissartoris sita sHa in terra de Cayunvico Cayunv:co districtus distrietus brixiae brixiac: in Contrata Contrat:a poze vei ve! Sancte SancIC: Ursule annoDomini a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo quingcntesimo quinto indictione oetava octava die sexto se:xtomensis octobris OClobris in supraseripto suprascripto Ioeo 1000 praesentibus ser Joanne et ser Augustino fratribus filiis filii.squondam Domini thome tbome de Ganassonibus et ser Lodovico filio quondam Domini Christofori Olristoforide Soldo Civibus brixiae Magistro Magimo Christoforo Christofoto filio !ilio Magistri Magistti appoIonij appoloni; de dc pasottis CaligarioCivis brixiae Andrea filio ' quondam Comini de iumalijs de timolinis garzono gan.ono suprascriptiMagistri Christophori de pasottis pasonis Antonio filio Jacobi de Reda Rc:da Joanne filio !ilio Jacobi de menonoTognino filio quondam Christophorj Chrislophor; de pharonibus de Gussago hieronimo filio !ilio quondamJoannis de Lagoyona de Serlis omnibus habitoribus in presentiarum in ipsa terra de dc Cayunvico141 ,.,


testibus rogatis notis et vocatis a dieto testatore et a me notario infrascripto de quibus omnibusrogatus sum Ego.Ego Joannes petrus filius quondam domini Antoni de Viginis Civis et abitator brixiaepublica Inperiali auctoritate notarius ex Commissione mihi: tradita per spectabilem doctoremdominum Joannem testam Auditorem Magnifici Domini Gubernatoris brixiae In publica formaextraendi omnia Instrumenta et Scripturas pradieti quondam patris meij ut patet Instrumentarogata per dominum Nieolam de Albertanrs notari praefati domini Auditoris InstrumentumInfrascriptum rogatum per quondam dietum patrem meum Cum essen alijs occupatus peralienam manum ab Eius principali Imbrematura transcribere feci et qua cum illa auscultaviet concordatum Inveni. Ideo me subscripsi in fidem praemissorum cum cassatione per quoddicitur rogatum per ser Gasparem de Cignano notarium civem briziae et hoc pro partespectante dieto testa tori.Ego Jacobus fayta publieus notarius civis brixiae et habitator brixiae ac communis brixiaeRegistrator praescriptum infrascriptum rogatum ut supra registravi in libro meij registri dieonodecimo mensis decembris millesimi quingentesimi tercidecimi qua dietus testator decessitde mense decembris millesimi suprascripti Ideo In fidem praemissorum mea solita attestationesubscripsi.testibus rugatis notis et vocatis I dieto testatore et a me notlrio infrascripto de quibus omnibusrogatus sum Ego.Ego JOInne5 petrus filius quondam domini Antoni de Viginis Civis et abitltar brixiaepublica Inperiali luctoritl te notlrius ex Commissione mihi tradita per spectlbilern doclorcmdominum JOInnem testam Auditorem Magnifici Domini Gubemaloris bri:J:iae In publica formaeXlraendi ornnia Inurumenta el Scripturas pradicti quondam patris meii ut patet Instrumentatogatl per dominum Nicolam de Albertanis nollri praefati domini Auditoris InstrumenrumInfrascriptum rogatum per quondam dictum patrem meum Cum essen .liil occuparus peralienam manum ab Bus prindpali l mhrematura transcribere feci et qua rom ili. luscultaviet roncordatum Inveru. Ideo me subscripsi in fidern praemissorum rum wsatione per quoddieitur rogatum per ser Gasparem de Cignano notarium civem briziae et hoc pro partespectante dieto lestatori.Ego Jacobus farta publirus notarius civis brixiae et habitator brixi.e ae rommurus bririaeRegistrator praescriptum infrascriptum rogatum 1.11 supra registr.vi in libro meii registri dieooodecimo mensis decembris millesinli quingentesimi tereidecimi qua dietu! testator decessitde mense decembris millesimi suprascripti Ideo In fidem praemissorum mea solita .tteultionesuhscripsi.GIOVANNI SCARABELUGIOVANNI SCARABELLI142142


FONTI ARCHIVISTICHEDUE REGISTRI DELLA MENSA VESCOVILE IN QUIRINIANA (*)Il fondo Odorid Odorici della Quiriniana consta di vari documenti originali raccoltidallo stesso Odorid Odorici e dalle copie di molti documenti che l'Odorici aveva prepar~to preparz.toper la pubblicazione del Codice Diplomatico pubblicato in appendice alle Storiebresciane (1). TI Il primo volume contiene in particolare due registri dell'Archiviodella Mensa Vescovile separati dalla <strong>serie</strong> orignaria e dalla loro sede naturaleinsieme agli altri che si trovano nell'Archivio di Stato di Brescia (2). L'unocontiene lo stesso testo del registro n. 5 dell'Arch. vescovo di Brescia, l'altroè l'originale "originale del registro n. 8 dell'A.V.B. Ambedue fanno parte della <strong>serie</strong>d'inventario dei beni della Mensa Vescovile realizzato durante l'episcopato diBerardo Maggi (1275-1308) (3).I) Descrizione dei beni del Vescovado di Brescia nella Pieve di ummo, Cemmo,compiuta nel 1299. Fogli pergamenacei di mm. 400x290. Fogli quattronon numerati. Seti Scritura minuscola gotica libraria regolare con note marginaliin minuscola gotica notarile. ... «Exemplum breviaturarum et scriputurarum Jacobi Ferrarini etc... Desi· Desi­gnatio fictorum et possesionum et jurium et bonorum episcopatus <strong>Brixia</strong>e Brooaein terra et territorio et plebatu Cemmi....a) Infrascripta sunt nomina manentorum de Cemmo: elenco di 47 uominio famiglie sottoposti a: - districtu, fodro et guadia -: f. 1b) 1299, aprile 7, martedl, in lobia Plebis Cemmi: : designazione dei redditiin presenta di Cazoyno vicario vescovile. Ficta in Cemmo de denariis;in prato sancti Martini; in contratha Pededevi Pedeclevi et de Prevathu1is: Prevathulis: f. 1v. Iv.e) c) 1299, aprile 5, domenica, ivi: descrizione di un reddito di pesce aSaviore; a Zero, manenti, fodro, decime, fiui fitti e novagli: f. 3d) Stesso giorno, stesso luogo: giuramento di fedeltà degli abitanti di(*) Traduzione dal {nnccse francese di Antonio Masetti Zannmi. Zannrni.(1) Segnarul'1l.: Segnatura: O.VIl.1-21.1 O.vU.1-21.1 documenti sono quasr quasi' tutti rutti dei secoli <strong>XII</strong>I·XV <strong>XII</strong>I-XV e provengono,per lo più, da enti ecclesiastici della Diocesi.(2) Cfr. BRIXIA SACRA, n.s. VIII (1973), pp. 158·160; 158-160; IX (1974), pp. 43-40; 43·40; 98-99; ; X (1975),pp. 61-63.In queste schede di fonti archivistiche non sono compresi i registri n. 5 e n. 8 della MensaVescovile.(3) Indichiamo con la lettera (A) i manoscritti della Queriniana e COD con la lettera letlera (B) quellidell'Archivio Vesrovile Vescovile di Brescia.143


Cemmo (formula di giuramento ed elenco dei partecipanti numero 41): f. 4.Fatto il confronto tra il registro n. 5 dell' Archivio Vescovile di Brescia equesto registro quiriniano ho potuto rilevare quanto segue:a) il foglio doppio centrale manca nel registro quiriniano (A). La versione(B) comporta in più la finale dei: - ficta in Cemmo de denariis; fictavini in Cemmo; fictum grani; designatio novalium de Cemmo -b) (A) è una copia ridotta di (B) che continua coi giuramenti di fedeltàed i redditi nei diversi luoghi della Pieve di Cemmo ed una designazionedel 1252 a Zero.c) Le Le abbondanti abbondanti annotazioni annotazioni esistenti esistenti in in (A) (A) mostrano mostrano che che il il manoscritto manoscrittoè stato regolarmente aggiornato in occasione dei mutamenti delle locazioni.Queste annotazioni sano, invece, eccezionali in (B), ciò dimostrache l'esemplare (B) era conservata in Vescovado mentre l'esemplare(A) si trovava nella gastaldia di Cemmo e, da questa, poté pervenirenella collezione Odorici che non contiene altri documenti dell' ArchiviaVescovile.II) Descrizione dei beni del Vescovado di Brescia nella Pieve di Pisogne nel1299. Fogli pergamenacei di mm. 400x290. Fogli n. 14 non numerati,scrittura come il precedente.«Exemplum breviaturarum et scripturarum episcapatus <strong>Brixia</strong>e in terra etterritaria de Pisoneis factarum manu Benvenuti Rescatii...Hec est designatia omnium bonorum... facta tempore... domini Berardiepiscopi <strong>Brixia</strong>e. In Pisoneis.a) 1299, giugno 19, giovedi, in casaturi domini Episcopi 111 terra dePisoneis super platea. Dominus Cazoynus de Margottis de Capriola,c1ericus camerlengus episcopi... presenta ad Alberto de la Turri deFraginis, console del Comune e degli uomini della Pieve di Pisogneuna lettera del Vescovo del 16 giugno che ordina il designal11ento deibeni della Mensa V escov. f. 2b) 1299, giugno. 20, sabato: elezione di dodici abitanti per il designamentodei beni, costoro dichiarano che il Vescovo è signore universale deglionori di tutta la Pieve e che tutti gli abitanti gli devono prestaregiuramento di fedeltà «cum guadia et fodro », f. 2v.c) Descrizione Descrizione dei dei censi censi e e delle delle terre tette del del Vescavado Vescovado nelle nelle diverse diverse contrade contradedi Pisogne, f. 4v.d) 1299, giugno 21 domenica: in c1ausuris plebatus de Pisoneis - i viciniconfermano questo designamento e prestano fedeltà in numero di 147,f. 13.Questo testo corrisponde a quello del regstro 8 dell'Archivio Vescovile diBrescia che è assai mutilo ed è una copia su carta in scrittura notarile deldesignamento del reg. 5 (Edolo., Iseo, Cemmo). La presenza del designamentodei beni di Pisogne conferma che il registro (A) appartiene alla medesima <strong>serie</strong>.144Cemmo (formula di giuramento ed elenco dei partecipanti numero 41): f. 4.Fatto il confronto tra il registro n. 5 dell'Archivio Vescovile di Brescia equesto registro quiriniano ho potuto rilevare quanto segue:a) il foglio doppio centrale manca nel registro quiriniano (A). La versione(B) compotta in più la finale dei: - 6cta in Cemmo de denariis; 6ctavini i n Cemmo; 6ctum grani; designatio novalium de Cemmo -b) (A) è una copia ridotta di (B) che continua coi giuramenti di fedeltàed i redditi nei diversi luoghi della Pieve di Cemmo ed una designazionedel 1252 a Zero.è stato regolarmente aggiornato in occasione dci mutamenti delle locazioni.Queste annotazioni sono, invece, eccezionali in (B), ciò dimostrache l'esemplare (B) era conservatO in Vescovado mentre l'esemplare(A) si trovava nella gastaldill di Cemmo e, da questa, poté pervenirenella collezione Odorici che non contiene altri documenti dell'ArchivioVeseovile.II) Descrizione dei beni del Vescovado di Brescia nella Pieve di Pisogne nel1299. Fogli pergamenacei di mm. 400x290. Fogli n. 14 non numerati,scrittura. come il precedente.«Exemplum breviaturarum et scripturarum episcopatus <strong>Brixia</strong>e in terra etterritorio de Pisoneis factarum m:mu Benvenuti Rescatii ...Hec est designatio omnium banorum... facta tempore... domini Berardiepiscopi <strong>Brixia</strong>e. In Pisoneis.a) 1299, giugno 19, giovedl, in casaturi domini Episcopi In terra dePisoneis super platea. Dominus Cazoynus de Margottis de Capriolo,clericus camcrlengus episcopi ... presenta ad Alberto de la Turri deFraginis, console del Comune e degli uomini della Pieve di Pisogneuna lettera del Vescovo del 16 giugno che ordina il designamento deibeni della Mensa Vescovo f. 2b) 1299, giugno 20, sabato: elezione di dodici abitanti per il designamentodei beni, costoro dichiarano che il Vescovo è signore universale deglionori di tulta la Pieve e che tutti gli abitanti gli devono prestaregiuramento di fedeltà «cum guadia et fodro », f. 2v.di Pisogne, f. 4v.d) 1299, giugno 21 domenica: in clausuris plebatus de Pisoneis - i viciniconfermano questo designamento e prestano fedeltà in numero di 147,f. 13.Questo testo corrisponde a quello del regstro 8 dell'Archivio Vescovile diBrescia che è assai mutilo ed è una copia su carta in scrittura notarile deldesignamento del reg. 5 (Edolo, Iseo, Gemmo). La presenza del designamentodei beni di Pisogne conferma che il registro (A) appartiene alla medesima <strong>serie</strong>.144


La versione (B) segue fedelmente (A) salvo alcune varianti nei toponimi.Occupava dieci fogli (I-X) del registro 8 del quale sono andati perdutii due primi e l'ultimo. Contrariamente ad (A), che era conservato sul posto comel'altro del fondo Òdorici, non vi sono note marginali.Dei documenti riportati nei H. 1v .e 14 del reg. (A), non abbiamo ritrovatoaltre versioni nell' Archivio vescovile di Brescia.La versione (B) segue fedelmente (A) salvo alcune varianti nel toponimi.Occupava dieci fogli (I·X) del registro 8 del quale sono andati perdutii due primi e l'ultimo. Contrariamente ad (A), che era conservato sul posto comel'altro del fondo odorici, non vi sono note marginali.Dei documenti riportati nei H. lv .e 14 del reg. (A), non abbiamo ritrovatoahre versioni nell'Archivio vcscoviIe di Brescia.Il foglio foglio doppio doppio che che contiene contiene la la prima prima e e l'ultima l'ultima pagina, pagina, prima prima di di servire servireda copertina a questo registro, fu già utilizzato. II f. Iv. presenta al rovescioun testo databile all'epoca dell'episcopato di Berardo Maggi (l'anno non è piùleggibile).da copertina a questo registro, fu già utilizzato. Il f. Iv. presenta al rovescioun testo databile all'epoca dell'episcopato di Berardo Maggi (l'anno non è piùleggibile) .Il procuratore procuratore presenta presenta all'assemblea all'assemblea comunale comunale di di Torri Torri del del Benaco Benaco una unalettera del capi tano generale di Verona Albertino della Scala che ordina di farelettera del capitano generale di Verona Albertino della Scala che ordina di fareil designamento dei beni del Vescovado di Brescia (il designamento che segueil designamento dei beni del Vescovado di Brescia (il designamento che segueè stato interrotto dopo le prime righe). Questo testo è nondimeno importanteè stato interrotto dopo le prime righe). Questo testo è nondimeno importanteperché è: l'unica testimonianza dei beni del Vescovado sulla sponda veronesedel lago di Garda.perché è l'unica testimonianza dei beni del Vescovado sulla sponda veronesedel lago di Garda.Il f. f. 14 14 costituisce costituisce invece invece la la continuazione continuazione del del designamento designarnento dei dei beni beni di diPisogne: 1299, settembre 4, venerdì, in Curia Episc. <strong>Brixia</strong>e, gli uomini chehanno fatto il designamento di Pisogne confermano che è esatto e confo rme aquello (perduto) del 1234, novembre 30. Il f. 14 porta una decina di righe discrittura differente (notarile) in cui si enumerano alcune sorti di Pisogne.Pisogne: 1299, settembre 4, venerdì, in Curia Episc. <strong>Brixia</strong>e, gli uomini chehanno fatto il designamento di Pisogne confermano che è esatto e conforme aquello (perduto) del 1234, novembre 30. Il f. 14 porta una decina di righe discrittura differente (notarile) in cui si enumerano alcune sorti di Pisogne.FRANçOIS MENANTfRANçOIS MENANTt C{)le françalse de Rome~cole Française de Rome145145


LA MOSTRA DI GRAZIO COSSALi AD ORZINUOVILA MOSTRA DI GRAZIO COSSALI AD ORZINUOVIOrzinuovi ha ospitato in questo periodo, nella cornice dei suoi giardini,all'interno del Santuario della Madonna Addolorata, la mostra di Grazio Cossali,pittore orceano, vissuto tra la seconda metà del Cinquecento e i primi decennidel Seicento. La mostra ha avuto inizio il 27 agosto, all'inaugurazione eranopresenti numerosi visitatori, molte autorità e persone di cultura. Mons. Frana,osservatore permanente apostolico del Vaticano presso l'UNESCO con il discorsoinaugurale SI e espresso con parole di elogio all'indirizzo degli organizzatori epromotori della mostra. L'esortazione maggiore che ne è scaturita è stata dicontinuare nella ricerca, già per altro ben approfondita, per divulgare ad unpubblico sempre più vasto il discorso di Grazio Cossali. E' stata sottolineatal'importanza di tali iniziative atte a sensibilizzare l'opinione pubblica e amuovere le sfere più alte direttamente interessate alla salvaguardia del patrimonioartistico-culturale. Anelli, dal canto suo, prendendo la parola dopo mons.Frana ha ringraziato i patrocinatori della mostra e ha manifestato il desideriodi far conoscere negli anni prossimi, con un discorso analogo e concatenato,altri orceani illustri quali: Bagnatore e Montagna.La mostra allestita nel piccolo Santuario, ha presentato relativamente pochetele, che tuttavia sono state valorizzate dalla ambientazione raccolta e hannocreato un armonico insieme. Le opere presentate: Il Martirio di San Lorenzo;L'Offerta di Orzinuovi alla Vergine da S. Maria del Carnerio; L'Elia e l'angelo,della parrocchiale di Orzinuovi, La Pietà; Un vescovo, S. Pietro da Verona, unaltro santo, della chiesa di S. Domenico di Orzinuovi; La caduta di Gesù sottola Croce, della chiesa di S. Giacomo a Soncino ed infine, Il Ritratto di S. CarloBorromeo, di proprietà del dotto Mussatto di Remedello.Accanto alle sette opere, affissa su grandi pannelli, una attenta documentazionefotografica e didascalica, il tutto per dare al visitatore un'idea precisacirca l'attività del pittore nei vari periodi della sua vita travagliata. Alcunedelle tele sono apparse in non perfetto stato di conservazione e restaurate inmalo modo, tutto ciò a parer nostro non è stato presentato al pubblico occa-­sionalmente, ma, per rendere noto il poco conto in cui vengono tenute, lamaggior parte delle opere d'arte in Italia. Si è cercato con questa esposizionedi stimolare in modo particolare i Bresciani ad interessarsi più da vicino delpatrimonio artistico che li circonda ed a ricercare non solamente le opere ritenutecomunemente importanti, bensl a prestare attenzione anche alle manifestazioni146Orzinuovi ha ospitato in questo periodo, nella cornice dei suoi giardini,all'interno del Santuario della Madonna Addolorata, la mosua di Grazio Cossali,pittore orceano, vissuto tca In seconda metà del Cinquecento e i primi decennidel Seicento. La mostra ha avuto inizio il 27 agosto, all'inaugurazione eranopresenti numerosi visitatori, molte autorità e persone di cultura. Mons. Frana,osservatore permanente apostolico del Vaticano presso l'UNESCO con il discorsoinaugurale si è espresso con parole di elogio all'indirizzo degli organizzatori epromotori della mostra. L'esortazione maggiore che ne è scaturita è stata dicontinuare nella ricerca, già per altro ben approfondita, per divulgare ad unpubblico sempre più vasto il discorso di Grazio Cassali. E' stata sottolineatal'importanza di tali iniziative atte a sensibilizzare l'opinione pubblica e amuovere le sfere più alte direttamente interessate alla salvaguardia del patrimonioartistico-culturale. Anelli, dal canto suo, prendendo la parola dopo mons.Frana ha ringraziato i patrocina tori della mostra e ha manifestato il desideriodi far conoscere negli anni prossimi, con un discorso analogo e concatenato,altri orceani illustri quali: Bagnatore e Montagna.La mostra allestita nel piccolo Santuario, ha presentato relativamente pochetele, che tuttavia sono state valorizzate dalla ambientazione raccolta e hannocreato un armonico insieme. Le opere presentate: Il Martirio di San Lorenzo;L'Offerta di Orzinuovi alla Vergine da S. Maria del Carnerio; L'Elia e l'angelo,della parrocchiale di Orzinuovi, La Pietà; Un vescovo, S. Pietro da Verona, unaltro san/o, della chiesa di S. Domenico di Orzinuovi; La caduta di Gesù sottola Croce, della chiesa di S. Giacomo a Soncino ed infine, Il Ritratto di S. CarloBorromeo, di proprietà del dou. Mussatto di Remedello.Accanto alle sette opere, affissa su grandi pannelli, una attenta documentazionefotografica e didascalica, il tutto per dare al visitatore un'idea precisacirca l'attività del pittore nei vari periodi della sua vita travagliata. Alcunedelle tele sono apparse in non perfetto stato di conservazione e restaurate inmalo modo, tutto dò a parer nostro non è stato presentato al pubblico occasionalmente,ma, per rendere noto il poco conto in cui vengono tenute, lamaggior parte delle opere d'arte in Italia. Si è cercato con questa esposizionedi stimolare in modo particolare i Bresciani ad interessarsi più da vicino delpatrimonio artistico che li circonda ed Il ricercare non solamente le opere ritenutecomunemente importanti, bensi Il prestare attenzione anche alle manifestazioni146


meno evidenti, ma ugualmente interessanti dal punto di vista culturale. Orzinuovi,cittadina sensibile alla cultura, ha avuto il compito, quindi, attraverso il pittoreCassali, di iniziare questa campagna di sensibilizzazione e di divulgazione. Leopere presentate hanno mostrato quasi esclusivamente soggetti religiosi e questonon ci meraviglia se si tiene presente che il periodo storico nel quale si svolgela vita di Cassali è quello posterIOre al Concilio di Trento e che i committentisono quasi esclusivamente religiosi. Cassali non è stato scelto a caso tra i pittoridell'epoca, ma con accuratezza in quanto tra gli altri egli si eleva, lavora unpo' ovunque: in Lomellina, a Cremona, a Bergamo, a Milano, è pagato meglioe pur eseguendo gli stessi soggetti di altri, si distingue per le sue spiccatequalità pittoriche. Pur dipingendo infatti Carlo Borromeo come molti pittori,egli viene definito il pittore di S. Carlo, in quanto si esprime con grande efficacia,effonde nei suoi quadri degli accenti coloristici nuovi e in parte legatiagli schemi manieristici Veneti e Milanesi. Cossali è un pittore interessantesoprattutto dal punto di vista della sua evoluzione stiHstica infatti, in moltidipinti della giovinezza risente dell'ambiente provinciale nel quale vive, si mostraun po' legato ed impacciato. Più tardi si manifesta in un colorismo tintorettesconelle numerose gamme di bianchi, rossi e grigi che in lui divengono soventeviolenti e incisivi.Anelli ci dice che rimane ancora sconosciuta buona parte della ritrattisticadi Cassali. Ci si augura che continuando a ricercare si possa trovare ancoraqualche cosa di nuovo, si attende peraltro con interesse la pubblicazione sulpittore.meno evidenti, ma ugualmente interessanti dal punto di vista culturale. Orzinuovi,cittadina sensibile alla cultura, ha avuto il compito, quindi, attraverso il pittoreCossali, di iniziare questa campagna di sensibilizzazione e di divulgazione. Leopere presentate hanno mostrato quasi esclusivamente soggetti religiosi e questonon ci meraviglia se si tiene presente che il periodo storico nel quale si svolgela vita di Cossali è quello postenore al Concilio di Trento e che i committentisono quasi esclusivamente religiosi. Cossali non è stato scelto a caso tra i pittoridell'epoca, ma con accuratezza in quanto tra gli altri egli si eleva, lavora unpo' ovunque: in Lomellina, a Cremona, a Bergamo, a Milano, è pagato meglioe pur eseguendo gli stessi soggetti di altri, si distingue per le sue spiccatequalità pittoriche. Pur dipingendo infatti Carlo Borromeo come molti pittori,egli viene definito il pittore di S. Carlo, in quanto si esprime con grande efficacia,effonde nei suoi quadri degli accenti coloristici nuovi e in parte legatiagli schemi manieristici Veneti e Milanesi. Cossali è un pittore interessantesoprattutto dal punto di vista della sua evoluzione stilistica infatti, in moltidipinti della giovinezza risente dell'ambiente provinciale nel quale vive, si mostraun po' legato ed impacciato. Più tardi si manifesta in un colorismo tintorettesconelle numerose gamme di bianchi, rossi e grigi che in lui divengono soventeviolenti e incisivi.Anelli ci dice che rimane ancora sconosciuta buona parte della ritrattisticadi Cossali. Ci si augura che continuando a ricercare si possa trovare ancoraqualche cosa di nuovo, si attende peraltro con interesse la pubblicazione su]pittore.MARINELLA PETRERAMARINELLA PEllRERA147147


RECENSIONIRECENSIONICAMILLO BOSELLI, Regesto artistico dei 1/o/ai rogonti in Brescia dall'annoCAMILLO BOSELLI, Regesto artzstzco dei notai rogantz zn Brescia dall'anno1500 all'anno 1560, supplemento ai "Commentari dell'Ateneo di Brescia"per il 1976, tipo Geroldi, Brescia <strong>1977</strong>, voI. 1: Regesto (pp. 332); voI. II:Documenti (pp. 100).Lotto ogn giorno una lotta inutile contro la la disinformazione mia nel campoarduo degli studi storico-artistici. Poi, capita tra capo e collo un volume comel'ultimo di Camillo Boselli, e la misura è colma, e inevitabilmente mi viene vogliadi cambiare mestiere.Le ragioni saranno subito chiare a chi ha già sfogliato il volume; e losaranno immediatamente a coloro che andranno a sfogliarlo.Gaetano Panazza ha intitolato una sua recensione sul "Giornale di Brescia":Terremoto negli studi dell'Arte bresciana (3-9-77, p. 3). Il titolo è perfettamentegiusti1ìcato, giustificato, perché sfogliando il il volume del regesto del Boselli, e quello dellatrascrizione (un poco più avara, per per vero) dei documenti, si si ha la sensazione(che poi solo sensazione non non è, è, perché ben documentata dai fatti) che moltodi quanto è stato scritto sull'arte bresciana a partire dall'Ottocento fino .6no ad oggidovrà essere riscritto e rivisto nella prospettiva dei nuovi contribui portatidallo spoglio dei notai roganti in in Bresca (naturalmente la scelta è è riduttiva, mameno di quanto si si potrebbe supporre, perché i notai roganti fuori città erano al alconfronto assai pochi) pochi) dal 1500 al al 1560. Le Le date indicate saranno sufficienti adindicare la portata dei problemi: si si sa che all'interno di esse si si dipana la granparte della miglior produzione della pittura del nostro secolo d'oro.Certo, Panazza recensendo il libro esortava lo studioso a darci i regestianche per il il sec. XV, la curiosità e l'interesse - se se possibile - aumenterebbero.Ma, a prescindere dal fatto che non per l'intero secolo esistono le filze filze notarili,noi ormai sappiamo che il il Boselli sta già indagando indagando e trascrivendo il materialerelativo al periodo 1561-1630, e che (son parole sue) ciò non lo occuperà per permeno di sei o sette anni.Dopo quella data, certo anche noi vorremmo vedere aperti apeni i i forzieri forzieri eruditi eruditianche per il il sec. sec. XV, ma per intanto par par già di pregustare le sensazionalinovità. sul nostro Manierismo (1561-30, appunto) che fra tutti tutti i periodi storicidell'arte bresciana pare a tutt'oggi, credo, il più oscuro ed il più trascuratofinora (se si esclude forse l'Ottocento nostrano), ma ma non il il meno appassionanteed il il meno ricco di fermenti artistici e di riferimenti ideali che possono trovarenella nostra epoca ragioni di un'indagine ulteriore più stimolante ed attualizzata.1481500 all'anno 1560, supplemento ai "Commentari dell'Ateneo di Brescia"per il 1976, tipo Geroldi, Brescia <strong>1977</strong>, voL I: Reges/o (pp. 332); voL II:Documenti (pp. 100).l'ultimo di Camillo Boselli, c la misura è colma, e inevitabilmente mi viene vogliadi cambiare mestiere.Le ragioni saranno subito chiare a chi ha già sfogliato il volume; e loGaetano Panazza ha intitolato una sua recensione sul "Giornale di Brescia":T erremoto negli swdi dell'Arte bresciana (3-9-77, p. 3). Il titolo è perfettamenteCeno, Panazza recensendo il libro esortava lo studioso a darci i regestidell'ane bresciana pare a tutt'oggi, credo, il più OSCUrO ed il più trascurato148


Ancora il Panazza (nel citato articolo) lamentava in un certo senso chenon vi si trovassero i riferimenti agli armaioli, ai ricamaton, agli arazzieri. Ma,poiché lo stesso studioso notava che si sono dati documenti per 102 pittori, 107lapicidi e picapietre, 47 falegnami e intarsiatori, 132 ora6, 40 intagliatori, 22organisti, 141iutai musici e moestri di viola ,6 miniatori, 17 architetti, 19 scultori,2 fonditori, 7 ingegneri, 2 maestri di vetrate, 1 pi ttore di maioliche, l carrozzieree 512 marangoni; poiché, dunque, la messe è tanto vasta non bisognerà fareuna colpa allo studioso di quel poco che ha tralasciato per dare "un taglio",altrimenti "non la finiva più". a sono anche delle giustificazioni obiettive: gliarmaioli a Brescia sono già stali studiati dal Rossi; di arazzieri non v'è traccia;e, infine, mi diceva l'Autore che, secondo lui, i ricamatori, almeno a Brescia,non esprimevano un momento creativo artistico, limitandosi a tradurre in operai disegni dati dai pittori.Ancora il Panazza (nel citato articolo) lamentava in un certo senso chenon vi si trovassero i riferimenti agli armaioli, ai ricamatori, agli arazzieri. Ma,poiché lo stesso studioso notava che si sono dati documenti per 102 pittori, 107lapicidi e picapietre, 47 falegnami e intarsiatori, 132 orafi, 40 intagliatori, 22organisti, 14 liutai musici e maestri di viola ,6 miniatori, 17 architetti, 19 scultori,2 fonditori, 7 ingegneri, 2 maestri di vetrate, 1 pittore di maioliche, 1 carrozzieree 512 marangoni; poiché, dunque, la messe è tanto vasta non bisognerà fareuna colpa allo studioso di quel poco che ha tralasciato per dare "un taglio",altrimenti "non la finiva più". Ci sono anche delle giustificazioni obiettive: gliarmaioli a Brescia sono già stati studiati dal Rossi; di arazzieri non v'è traccia;e, infine, mi diceva l'Autore che, secondo lui, i ricamatori, almeno a Brescia,non esprimevano un momento creativo artistico, limitandosi a tradurre in operai disegni dati dai pittori.Ma i maggiori artisti dell'epoca vi sono tutti ricordati: il Foppa (dat. degliMa i maggiori artisti dell'epoca vi sono tutti ricordati: il Foppa (dat. degliaffreschi della capp. Averoldi), Stefano Lamberti, Maffeo Olivieri, Romanino(che qui si dimostra essere stato largamente aiutato dai fratelli e da una attivabottega), il Ferramola, Paolo da Cailina il Giovane, il Civerchio, Callisto Piazzada Lodi, Savoldo, Lattanzio Gambara, Ludovico Beretta, il Piantavigna, gliAntegnati, Gasparo da Salò.affreschi della capp. Averoldi), Stefano Lamberti, Maffeo Olivieri , Romanino(che qui si dimostra essere stato largamente aiutato dai fratelli e da una attivabottega), il Ferramola, Paolo da Cailina il Giovane, il Civercruo, Callisto Piazzada Lodi, Savoldo, Lattanzio Gambara, Ludovico Beretta, il Piantavigna, gliAntegnati, Gasparo da Salò.E, poi, una <strong>serie</strong> immane di artisti ed artigiani, che, per non essere noti- o solo poco noti - fIon sono però da trascurare se si vuole ricostruire ilE, poi, una <strong>serie</strong> immane di artisti ed artigiani, che, per non essere noti- o solo poco noti - l'lon sono però da trascurare se si vuole ricostruire ilvolto vero della Brescia artistica della prima metà del Cinquecento. Volto chevolto vero della Brescia artistica della prima metà del Cinquecento. Volto chenon è costituito solo dai segni sublimi dei grandi maestri, ma anche da tuttequelle piccole tracce (magari anche grandi, certo sempre più numerose di quelledei Maestri) che in pratica costituivano il tessuto connettivo di tutta una civiltànon è costituito solo dai segni sublimi dei grandi maestri, ma anche da tuttequelle piccole tracce (magari anche grandi, certo sempre più numerose di quelledei Maestri) che in pratica costituivano il tessuto connettivo di tutta una civiltàcon caratteri proprii, spesso assai originali.con caratteri proprii, spesso assai originali.* * ** * *Oggi non si tende più - ed è questa una fonuna per la cultura nostra -Oggi non si tende più - ed è questa una fortuna per la cultura nostra -ad indagare, nel fare Storia dell' Arte, le tele considerate capolavori o i grandipittori unanimamente riconosciuti come Maestri. Oggi finalmente si è capito checiò che interessa è il contenuto culturale di quei quadri e di quelle epochestorico-artistiche; e il loro significato in rapporto allo spazio ed al tempo neiquali vanno collocati. Da qui la necessità - che ormai si sente da più parti -e negli ambienti più avveduti della cultura figurativa italiana - di tracciare nontanto la storia ed il profilo di singole personalità artstiche, quanto l'ambiente,la koiné culturale, il dialogo che è intercorso, nei secoli passati più fitto e piùfecondo di oggi, tra i Maestri e gli artisti che, divulgando e volgarizzando inampi strati sociali le voci della cultura loro, hanno avuto forse un ruolo didiffusione, se non di stimolazione, più importante e più duraturo' di quelli.ad indagare, nel fare Storia dell'Arte, le tele considerate capolavori o i grandipittori unanimamente riconosciuti come Maestri. Oggi finalmente si è capito checiò che interessa è il contenuto culturale di quei quadri e di quelle epochestorico-artistiche; e il loro significato in rapporto allo spazio ed al tempo neiquali vanno collocati. Da qui la necessità - che ormai si sente da più parti -e negli ambienti più avveduti della cultura figurativa italiana - di t:n1cciare nontanto la storia ed il profilo di singole personalità artstiche, quanto l'ambiente,la koiné culturale, il dialogo che è intercorso, nei secoli passati più 6tto e piùfecondo di oggi, tra i Maestri e gli artisti che, divulgando e volgarizzando inampi strati sociali le voci della cultura loro, hanno avuto forse un ruolo didiffusione, se non di stimolazione, più importante e più duraturo di quelli.Cetto, come ben ricordava il P:mazza (ancora nel citato articolo) i risultatiCerto, come ben ricordava il Panazza (ancora nel citato articolo) i risultatinuovi su problemi vecchi e grossi sono davvero molti: io non voglio qui oranuovi su problemi vecchi e grossi sono davvero molti: io non voglio qui ora149149


ancora ricordarli; anzitutto perché già l'ha fatto il Panazza, e poi, perché, perquanto lunga la elencazione non sarebbe mai esaustiva se non a patto di fareun libro ben più grosso di quello del Boselli.ancora ricordarli ; anzitutto perché già l'ha fatto il Panazza, e poi, perché, perquanto lunga la elencazione non sarebbe mai esaustiva se non a patto di fareun libro ben più grosso di quello del Boselli.Insomma, bisogna convincersi di una cosa: la storia dell'Arte bresciana delCinquecento va riscritta; e questa nuova redazione deve passare dai nuovi documentipassati dal Boselli, il quale, con la sua fatica, si è limitato (ma l'espressioneInsomma, bisogna convincersi di una cosa: la storia dell'Arte bresciana delCinquecento va riscritta; e questa nuova redazione deve passare dai nuovi documentipassati dal BoseHi, il quale, con la sua fatica, si è limitato (ma l'espressionenon deve essere intesa come riduttiva) a fornire il materiale documentario aglistudiosi che vorranno ritracciare i profili di questo o di quell'artista.non deve essere jntesa come riduttiva) a fornire il materiale documentario aglistudiosi che vorranno ritracciore i profili di questo o di quell'artista.Dire quanto è stato immane il lavoro di Camillo Boselli è inutile, perchéchi abbia anche solo una piccola infarinatura di problemi storico-artistici già l'hacapito, mentre chi ai problemi c'è dentro non ha bisogno di sentirselo dire.Dire quanto è stato immane il lavoro di Camillo Boselli è inutile, perchéchi abbia anche solo una piccola infarinatura di problemi storico-artistici già l'hacapito, mentre chi ai problemi c'è dent1'O non ha bisogno di sentirselo dire.Ma vorrei notare ancora una cosa: con questo suo ultimo libro l'Autoremostra di voler proseguire quel suo dialogo caldo e appassionante, « a tu per tu »,con gli artisti dei secoli passati; quel dialogo che gli invidiamo (sia detto nelpiù cordiale dei toni) con le anime grandi (ma anche con quelle meno grandi)che hanno costruito la nostra Storia; quel dialogo affettuoso che già notavamoin altri suoi lavori, e che ora lo Studioso confessa di perseguire quando dice diattuare un dialogo «fra noi e loro », «sur un piano attuale, come se fosserouomini d'oggi ».Ciò scrive il Boselli nell'introduzione, che è brevissima; anzi, se mi concedetedi dirlo, è avara, almeno se si rapporta la "quantità" delle righe al desiderio dichi prende in mano il volume. Ma che è, anche, una di quelle introduzioni che"muovono", tra le righe, grossi problemi. Il Boselli vi fa cenno per sommicapi alle grandi epoche della ricerca storico-artistica, laddove, specialmente, chiamain causa le grandi generazioni degli eruditi del XVIII secolo. L'Autore individuain essi una consentaneità, nel fare storia dell'arte, che certo è molto maggioreche quella con tanta critica d'arte pih recente. Le posizioni potrebbero esserediscusse; e ciascuna avrebbe chanches sufficienti, crediamo, ed argomenti a iosada portare alle proprie tesi. Ma non è questo che interessa. Mi viene in mente"Il torto torto e e il il dritto dritto del del non non si si può" può" del del Bartali: Bartoli: uno, uno, appunto, appunto, dei dei grandi grandi eruditi eruditie poligrafi in ogni campo del sapere, dell'epoca di civiltà precedente alla nostra:di quella sorta di serpeggiante Classicismo che preparò la strada - intrecciandosialle vicende della civiltà barocca - al Neodassicismo propriamente detto. Poichéil discorso, discorso, a a valerIa volerlo riassumere riassumere nei nei minimi minimi termini, termini, sta sta propriamente propriamente tutto tutto qui: qui:noi viviamo ancora in un clima culturale sostanzialmente romantico - conquanto di bene e di male ciò comporta - nonostante i conati timidi e bellissimidel Nuovo Classicismo che s'affacciò in Europa nel terzo decennio del Novecento,seminando germi non più germinati perché incompatibili con le nostre inquietudinipsicologistiche. Ma, Camillo Boselli s'apparenta di più e meglio allaEpoca precedente, anticipando - m'auguro - quella che dovrà venire.15()Ma vorrei notare ancora una cosa: con questo suo ultimo libro l'Autoremostra di voler proseguire quel suo dialogo caldo e appassionante, « a tu per tu »,con gli artisti dei secoli passati; quel dialogo che gli invidiamo (sia detto nelpiù cordiale dei toni) con le anime grandi (ma anche con quelle meno grandi)che hanno costruito la nostra Storia; quel dialogo affettuoso che già nm8vamoin altri suoi lavori, e che ora lo Studioso confessa di perseguire quando dice diattuare un dialogo «fra noi e loro », «SUI un piano attuale, come se fosserouomini d'oggi».Ciò scrive il Boselli nell'introduzione, che è brevissima; anzi, se mi concedeledi dirlo, è avara, almeno se si rapporta la "quantità" delle righe al desiderio dichi prende in mano il volume. Ma che è, anche, una di quelle introduzioni che"muovono", tra le righe, grossi problemi. Il Boselli vi fa cenno per sommicapi alle grandi epoche della ricerca storico-artistica, laddove, specialmente, chiamain causa le grandi generazioni degli eruditi del XVIII secolo. L'Autore individuain essi una consentaneità, nel fare storia dell'arte, che certo è molto maggioreche quella con tanta critica d'arte più recente. Le posizioni potrebbero esserediscusse; e ciascuna avrebbe chanches sufficienti, crediamo, ed argomenti a iosada portare alle proprie tesi. Ma non è questo che interessa. Mi viene in mentee poligrafi in ogni campo del sapere, dell'epoca di civiltà precedente aUa nostra:di quella sorta di serpeggiante Classicismo che preparò la strada - intrecciandosiaUe vicende della civiltà barocca - al Neoi::lassicismo propriamente detto. Poichénoi viviamo ancora in un clima culturale sostanzialmente romantico - conquanto di bene e di male ciò comporta - nonostante j conati timidi e bellissimidel Nuovo Classicismo che s'affacciò in Europa nel terzo decennio del Novecento,seminando germi non più germinati perché incompatibili con le nostre inquietudinipsicologistiche. Ma, Camillo Boselli s'apparenta di più e meglio allaEpoca precedente, anticipando - m'auguro - quella che dovrà venire.15"E' troppo?E' n oppo?


Se qualcuno, leggendo queste righe, sarà indotto a dire che io, avendoSe qualcuno, leggendo queste righe, sarà indotto a dire che io, avendoprincipato dalle cose piccole di un libro inerente l'Arte bresciana del Cinquecento,mi sono lasciato andare a sfiorare cose grandi, questo lettore avrà colto nelsegno, perché è le cose grandi che suscita un libro come questo del Boselli edprincipato dalle cose piccole di un libro inerente l'Arte bresciana del Cinquecento,mi sono lasciato andare a sfiorare cose grandi, questo lettore avrà colto nelsegno, perché è le cose grandi che suscita un libro come questo del Boselli edè alle cose grandi che guarda l'Autore, al di là delle infinite minuzie sapientissimedi cui sono intessute e ricamate le pagine; e vorrà dire che questa mia brevissimalettura non è stata inutile.è alle cose grandi che guarda l'Autore, al di là delle infinite minuzie sapientissimedi cui sono intessute e ricamate le pagine; e vorrà dire che questa mia brevissimalettura non è stata inutile.LUCIANO ANELLILUCIANO ANELLISEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHESEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHEGREGORIO AMBROSI, Napoleone in alta Va/camonica (1796-1806). Memorie dei fatti avvenutiin Ponte di Legno e sua vicinanze ... Esine, Ed. S. Marco, <strong>1977</strong>, 182 p.GREGORIO AMBROSI, Napoleone in alta Valcamonica (1796·1806) . Memorie dei fatd avvenutiin Ponte di Legno e sua vicinanze ... Esine, Ed. S. Marco, <strong>1977</strong>, 182 p.Si lraua di una vasta relazione scritta dal Parroco di Ponte di Legno, don Gregorio Ambrosi,Si tratta di una vasta relazione scritta dal Parroco di Ponte di Legno, don Gregorio Ambrosi,nella quale descrive con candore e precisione i fani avvenuti in alta Valcamonica dal l° giugnonella quale descrive con candore e precisione i fatti avvenuti in alta Valcamonica dal l° giugno1796 al 31 dicembre 1806. Vi sono registrati soprattutto movimenti di truppe francesi eaustriache e lo stat o delle popolazioni camune in un perioro di tensioni politiche, soci'llli ereligiose.1796 al 31 dicembre 1806. Vi sono registrQti soprattutto movimenti di truppe francesi eaUStriache e lo stato delle popolazioni camune in un perioro di tensioni politiche, sodali ereligiose.LORENZO ERCOLIANI, I Valllassori bresciani, Esine, Ed. S. Maf("O, <strong>1977</strong>.E' la fedele riproduzione anastatica dci famoso romanzo storico di ambiente medievale Ietlo avidamentedai bresciani e costruito completamenle suUe fandomie inlessute per beHa dal Biemmi,nella sua storia di Ardiccio Aimoni, inventata per divertirsi alle spalle degli storici che nonLORENZO ERCOLIANI, I Valvassori bresciani, Esine, Ed. S. Marco, <strong>1977</strong>.E' la fedele riproduzione anastatica del famoso romanzo storico di ambiente medievale letto avidamentedai bresciani e costruito completamente sulle fandomie intessute per beffa dal Biemmi,nella sua storia di Ardiccio Aimoni, inventata per divertirsi alle spalle degli storici che nonavevano apprezzato la sua storia di Brescia.avevano apprezzato la sua storia di Brescia.GIUSEPPE FRANGI, Foppa, lo strndardo di Orzinuovi, Brescia, Grafo edizioni, 19n.Bellissima pubbliCll2ione ehe illustra uno dei capolavori foppeschi segnalato ncl 1876 da donFrancesco Perini e illustrali fin dal 1909 da Costanee Jocc:lyn Efou1kes e da Rodolfo Mariocçhi .GIUSEPPE FRANGI, Foppa, lo stendardo di Orzinuovi, Brescia, Grafo edizioni, <strong>1977</strong>.Bemssima pubblicazione che illustra uno dei capolavori foppeschi segnalato · nel 1876 da donFrancesco Perini e illustrati fin dal 1909 da Costance Jocelyn Efoulkes e da Rodolfo Mariocchi.RIZZI OON GIUSEPPE, Il tmo,~ F~drrico Gllmbllr~Ui, MonsiUlorr, Albino (Bergamo), 6RIZZI DON GIUSEPPE, Il tenore Federico Gambarelli, Monsignore, Albino (Bergamo), 6maggio 1858 - 5 ghigno 1922, Bergamo 1976, 220 p. .maggio 1858 • 5 giugno 1922, Bergamo 1976, 220 p.E' la biografi!1 riccamente illustrata di un tenore bergamasco ehe dopo aver calcato le scened'Italia e estere si- fe


INDICE DELL'ANNATA <strong>1977</strong>N. 1 - Gennaio - Febbraio <strong>1977</strong>DANIELE MONTANARI, Il diavolo, il liberalismo e l'unità d'Italia nella",m/alitò della Chiesa b,escùlna dUfllnle l'episcopato di Grrolamo Vmrri .GIAN LUDOVICO MASETTI ZANNINI, Don Andrea Arici e la Scuola dimentalità della Chiesa bresciana durante l'episcopato di Gerolamo Verzeri . 1"Gramatica et altre arti virtuose" in Cigole (1580-1597) 23RECENSIONI 28SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 3-2N. 2·3 - Marzo - Giugno <strong>1977</strong>LUCIANA DOSIO, Due documenti del culto di Maria a Brescia . 33MARINELLA PETRERA, Spunti iconografici negli stucchi e negli affreschidecorativi delle Grazie . . . . . . . . . . 43SILV ANA BOZZETTI, S. Agata e S. Eufemia: due modi di intendere «LaQuadratura» .. . . ..... 46LUCIANO ANELLI, Quattro raccontini in linguaggio popolaresco 49FONTI ARCHIVISTICHEGRAZIA ZILIANI, Archivio Vescovile di Brescia - Documenti anagraficiSecolo XVI . . . . . . 52Costituita la commissione per i Beni Culturali. . . . . . . 56ANTONIO FAPPANI, La devozione a Carcaboso in Spagna ai santi Faustinoe Giovita . 57RECENSIONIMAURIZIO PEGRARI, L. Andrighettoni, I Vicariati foranei della ValleCamonica nelle visite pastorali dal Concilio di Trento ad oggi . . . 59CESARE BRESCIANI, L. Anelli, La chiesa dei Santi Nazaro e Celso in Brescia 60SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE . 63N. 4 - Luglio - Agosto <strong>1977</strong>GAETANO PANAZZA, Aggiunte al Catalogo delle opere di G. Romaninoe V. Foppa . . . . . . . . .. 65LUCIANO ANELLI, Sei schede per la pittura manieristica bresciana. 75SANDRO GUERRINI, Grazio Cossali, il pittore dei fasti degli Avogadro 84DOCUMENTIRegolamento degli Archivi della Diocesi . 90N. 5-6 - Ottobre - Dicembre <strong>1977</strong>ANACLETO MOSCONI, Fondazioni francescane in territorio bresciano . 97Dalla Valsabbia all'Ungheria: tracce di usi e costumanze liturgiche provenientidall'unica matrice di Aquileia . 109DOCUMENTAZIONEGIUSEPPE PAGANI, Don Cesare Bolognini - fabbricatore d'organi - . 114UGO VAGLIA, Canonum Studiosis, manoscritto di p. Cesare Calini S.].UGO VAGLIA, Canonum Studiosis, manoscritto di p. CeStire C,,/ini S.I.(sec. XVIII) . . . . . . . . . . . . 128CARLO SABATTI - SANDRO GUERRINI, Dipinti inediti di Pietro Scalvini(1718-1792) a Magno di Gardone V.T. . . . .. 132GIOVANNI SCARABELLI, Un interessante testamento del 1505 . 136FONTI ARCHIVISTICHEFRANçOIS MENANT, Due registri della mensa vescovile in ·Quiriniana 143MARINELLA PETRERA, La mostra di Grazio Cossali ad Orzinuovi 146RECENSIONIINDICE DELL'ANNATA <strong>1977</strong>N. 1 • Gennaio - Febbraio <strong>1977</strong>DANIELE MONTANARI, Il diavolo, il libcralismo e l'unità d'Italia nellaG IAN LUDOVICO MASETII ZANNINI, Don AndTca Arid e la SCUolil di"Grumat;ciI et altre art; virtuose" in Cigole (U80-U97) 23RECENSIONI 28SEGNALAZIONI BIBLIOGRAfiCHE Jo2N. 2-3 - Marzo· Giugno <strong>1977</strong>LUCIANA DOSIO, Due documt!nli dd culto di AlaTili a Bruda . 33MARINELLA FETRERA, Spunti iconogrll/ici negli stucchi e negli (lffrescbidtcoTativ; ddle Gra:àe . . . _ _ . _ .' 43SILVANA BOZZETII, S. Agata e S. Eufemia: due modi di intendere c UQUIldratura _ .' .• _ . . 46LUCIANO ANELLI, QUQUro ,acconti,,; in linguaggio popolaresco 49FONTI ARCHIVISTICHEGRAZIA ZILIANI, Archivio Vescovile di Brescia - Documenti flnagrtl/iciSecclo XVI. .. '2Costituita L1 commissione per i Beni Culturah ...... 56ANTONIO FAPPANI, La delJozione a Carcaboso in Spagna ai santi Faustinoe Giovita . '57RECENSIONIMAURIZIO PEGRARI, L. Andrighectoni, I Vica,;ali foranei della ValleCamonica nelle visite pastorali da/. Condlio di Trento ad oggi. . . 59CESARE BRESCIANI, L. Anelli, lA chiesll dei Santi NaZllro e Celso in Breu;1l 60SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE . 63N. 4 . Luglio . Agosto <strong>1977</strong>GAETANO PANAZZA, Aggiunte al Calalogo delle opere di G. Romaninoe V. Foppa . . . . . . . . . .. 65LUCIANO ANELLI, Sei schede per lo pillura manierisliCIl bresciana. 75SANDRO GUERRINI, Grazio Couali, il pittore dei f"sti de"i Avocadro 84DOCUMENTIRegolamento degli Archivi della Diocesi. 90N. 5-6 . Ottobre . Dicembre <strong>1977</strong>ANACLETO MOSCONI, Fondazioni francescane in territorio bresciano. 97Da/t" Vals"bbis all'Unguri,,: tracce di usi e costumanu liturgiche provenientidall'unica matrice di Aquileia 109DOCUMENTAZIONEGIUSEPPE PAGANI, Don Cesare Bolognini -fabbricatore d'organi _ . 114(sec. XVIII) . . . . . . . . . . . . 128CARLO SABATI! - SANDRO GUERRINI, Dipblli inediti di Pietro Scalvini(1718-1792) a Magno di Gardone V.T. . . . . 132GIOVANNI SCARABELLI, Un ;ntertuante testamento del 1505 . 136FONn ARCHIVISTICHEFRANçOIS MENANT, Due registri de/t" ",enlo "escovile in .Quiriniana 143MARINELLA PETRERA, La mostra di Grtnio Cossali "d Oninuovi. 146RECENSIONILUCIANO ANELLI . 148LUCIANO ANELLI . 148SEGNALAZIONI BIBUOGRAFICHE 151SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 151


BANCA S. PAOLOBANCA S. PAOLOBRESCIASoc. per Azioni fondata nel 1888Capitale e Riserve (<strong>1977</strong>) L. 22.538.000.000SEDE IN BRESCIA - FILIALE IN MILANOUfficio di rappresentanza in ROMA9 Agenzie di Città in BresciaSportello presso Spedali Civi li di Brescia57 Agenzie di ProvinciaBRESCIASoc. per Azioni fondata nel 1888Capitale a Riserve (<strong>1977</strong>) L. 22.538.000,000SEDE IN BRESCIA _ FILIALE IN MILANOUfficio di rappresentanza in ROMA9 Agenzie di Città In BresciaSportello presso Speda1J Civili di Brescia57 Agenzie di PrOvinciaSportello Stagionale In ClusaneSportello Stag ionale in Cl usaneBANCA AUTORIZZATA AD OPERARE IN :BANCA AUTORIZZATA AD OPERARE IN:LOMBARDIA - PIEMONTE· EMILIA ROMAGNA· VENETO _ TENTINO ALTO ADIGELOMBARDIA - PIEMONTE · EMILIA ROMAGNA. VENETO. TENTINO ALTO ADIGE• Tutte le operazioni di Banca, Titoli, Borsa, Cambio, Estero• Cassette di sicurezza - Cassa continua• Convenzionata col servizio ~ BANKAMERICARD ~• Tutte le operazioni di Banca, Titoli, Borsa , Cambio, Estero• Cassette di sicurezza . Cassa continua• Convenzionata col servizio «BANKAMERICARD»• Finanziamenti a medio termine fruenti di agevolazioni fiscali• Anticipazioni su merci e prodotti agricoli in deposito presso MagazziniGeneraH Borghetto• Prestiti artigiani a tasso agevolato• Prestiti a commercianti a tasso agevolato• Prestiti agrari d'esercizio e, a tasso agevolato, di conduzione per incre·• Finanziamenti a medio termine fruenti di ag8volazlonl fiscali• Anticipazioni su merci e prodOtil agricoli In deposito presso I MagaulnlGenerali Borghetto• Prestiti artigiani a tasso agevolato• Prestiti a commercianti a tasso agevolato• Prestiti agrari d'esercizio e. a tasso agevolato, di conduzione per incrementozootecnlco e per acquisto macchine agricole.• Elfettua operazioni speciali con appoggio a:- Mediocredito Regionale lombardo - Istituto Italiano- leaslng Regionale lombardo di Credito Fondiario- Etibanca - Istituto Mobiliare Itallanomento zootecnico e per acquisto macchine agricole.• Effettua operazioni speciali con appoggio a:- Mediocredito Regionale Lombardo - Istituto Italiano- Leasing Regionale Lombardo di Credito Fondiario- Efibanca - Istituto Mobiliare ItalianoPatrimonio sociale L. 22.918.463.707• • •* * *Sede In BRESCIA, Via Trieste, 8Sede in BRESCIA, Via Tri,este, 8Filiale in Milano9 Agenzie in città di BresciaFiliale in Milano9 Agenzie in città di BresciaS2 Agenzie in provincia di Brescia52 Agenzie in provincia di Brescia2 Agenzie in provincia di Trento3 Sportelli stagionali: Tignale, Tonale, Zone* * *2 Agenzie in provincia di Trento3 Sportelli stagionali: Tignale, Tonale, Zone• • •BANCA INTERREGIONALEBANCA INTERREGIONALE• • •* *Corrispondenti in tutto Il mondoCorrispondenti in tutto il mondoS.p.A.S.p.A.fondata nelfondata nel1883


ICARIPLO; CARIPLO CARIPLOfatuaCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLOCARIPLObancaCARIPLOCARIPLOICASSA DI RISPARMIO DELLE PROVINCIE LOMBARDE

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