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Lectio divina quotidiana - Vitanostra-nuovaciteaux.it

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Formazione<strong>Lectio</strong> <strong>divina</strong><strong>quotidiana</strong>di P. Amedeo Cencini * fdccoggi si parla molto di lectio <strong>divina</strong>, forseancor più di quanto la si pratichi realmentee <strong>quotidiana</strong>mente. Vogliamo offrirecon queste pagine qualche semplice suggestionesulla natura, ovvero sul concetto esulla metodologia, di questa preghiera cheapre ogni giorno la nostra v<strong>it</strong>a di apostolie consacrati, preghiera che la tradizioneci consegna e che la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à modernanon fa che raccomandare ad ogni credente.Quanto più a un consacrato!La vedremo alla luce di quattro caratteristiche:«lectio matutina», <strong>divina</strong>, continua,vespertina (o «nocturna»).1. «<strong>Lectio</strong> matutina»La matur<strong>it</strong>à spir<strong>it</strong>uale o la sintonia con idesideri di dio nasce e cresce ogni giornoesattamente attraverso la lettura per eccellenzadella v<strong>it</strong>a del credente, quella delleScr<strong>it</strong>ture sante e più in particolare tram<strong>it</strong>e lalettura della Parola-del-giorno.non potrebbe avere altra fonte, altrascuola, altro contenuto, altro maestro, altror<strong>it</strong>mo quotidiano e mattutino.* docente dell’Univers<strong>it</strong>à Pontificia Salesiana.Articolo preso in sostanza dalla pubblicazione: A.Cencini, La v<strong>it</strong>a al r<strong>it</strong>mo della Parola. Come lasciarsiplasmare dalla Scr<strong>it</strong>tura, San Paolo, Cinisello B.2008.<strong>Lectio</strong> straordinaria?Forse non è particolarmente originaledire questo, la lectio è entrata ormainella cultura del credente, all’interno diquel movimento di r<strong>it</strong>orno alla central<strong>it</strong>àdella Parola innescato dal Concilio, e chesenz’altro è stato uno dei suoi frutti più belli.eppure si ha l’impressione che si stentiancora a comprenderne la natura profonda,ben oltre il fatto d’esser una pratica di pietà,più o meno facoltativa.La med<strong>it</strong>azione della Parola è ciò chenormalmente apre la giornata del credentee del discepolo, il quale è tale proprio perchécrede nella Parola, si nutre d’essa, e17


solo d’essa, secondo il menù preparato dalPadre ogni giorno, e dunque della Paroladel-giorno,quella di cui tutti i credenti intutta la Chiesa sono inv<strong>it</strong>ati a nutrirsi.natura e funzione della Parola-delgiornoè quella di aprire e accompagnare lagiornata, come cost<strong>it</strong>uisse il respiro segretoe cadenzato, il punto di riferimento d’ognigiorno della v<strong>it</strong>a, senz’alcuna eccezione, esenza pure esser essenzialmente in funzionedel proprio ministero, della catechesi odella predicazione o dello studio personale,quasi usandola in modo interessato.Ogni giorno, ogni mattinoPer questo motivo non può esser soloqualcosa di speciale, da fare una volta allasettimana, perché cost<strong>it</strong>uisce invece ciò chedà il r<strong>it</strong>mo a ogni giorno, quasi la sua un<strong>it</strong>àdi misura, ciò che la raccoglie attorno a uncentro che le affida un comp<strong>it</strong>o, qualcosache non può mancare per nessun motivo eche va collocato ragionevolmente all’iniziodella giornata. ogni vocazione, infatti, èmattutina 1 , prima ancora che io mi sveglie dia il via alle corse quotidiane; essa ègià all’opera, già pensata e pronunciatadall’eterno, alta e luminosa come il sole chesorge sul giorno che sta per cominciare.e così la Parola-del-giorno: è mattutinaper natura sua, perché contiene e svela lavocazione di colui che la legge, perché nonsolo la Parola-del-giorno apre la giornata,perché ha la precedenza su tutto il resto,sulla mia agenda, su quella fila di pensieri cheaffollano la mia mente non appena mi sveglio,1) Nuove vocazioni per una nuova Europa,documento finale del Congresso sulle Vocazioni alSacerdozio e alla V<strong>it</strong>a Consacrata in europa, Roma,5-10 maggio 1997, 26 a.pretendendo ognuno la precedenza, e chespesso hanno il potere di diventare sub<strong>it</strong>opre-occupazioni e, al tempo stesso la Paroladi oggi è ciò che dà senso e ordine a quel chefarò durante il giorno, che dà intelligenza almio essere e rende attento il mio agire.Il buongiorno di DioLa Parola-del-giorno è il buongiorno didio al mio risveglio, come un messaggiopuntuale e sempre nuovo, che non cessa d<strong>it</strong>rasmettermi giorno per giorno il suo pianoamoroso; per questo non può che essereuna lectio amorosa. Per questo, soprattutto,senza la lectio del mattino io perdo la chiavedi lettura della mia persona, come fossiprivo d’intelligenza e ignorante. Il giorno sipreannuncia vuoto e insensato, gli impegnidiventano dispersivi, i rapporti umani superficialio ambigui, gli imprevisti una rotturache viene a spezzare il r<strong>it</strong>mo che io pretendod’aver impresso al mio tempo, mentre l’ag<strong>it</strong>azionenervosa di fronte alle tante cose dafare prende il sopravvento e sottrae la gioiapacata (come in Marta); e poi siccome sonotante, davvero tante, devo correre e nonposso stare a fare med<strong>it</strong>azione o dedicarletroppo tempo... Mica sono un novizio, poi!Che tristezza quando la med<strong>it</strong>azionediventa semplice pratica di pietà od obbligodisciplinare, e non è cercata come dono,come dono di dio che m’illumina, comeordo o regola di v<strong>it</strong>a che dà ordine alla miagiornata, come parola autorevole che miassegna un comp<strong>it</strong>o da attuare duranteil giorno, come gesto affettuoso di chi siprende cura di me, come amore prevenienteche ha la precedenza su tutti i miei appuntamenti,oasi che calma la mia fretta e sgonfiale mie ansietà.18


Come potrei non tener conto di questo inv<strong>it</strong>o,sottovalutarlo e trattarlo con sufficienza, or<strong>it</strong>enere che il mio cammino di cresc<strong>it</strong>a possaavere altri punti di riferimento al di fuori dellasua Parola, nella quale anch’io, come tuttele cose, sono stato creato, pensato, amato?3. <strong>Lectio</strong> continuaCon le prime due sottolineature abbiamoindicato soprattutto il contenuto della nostraconoscenza (e formazione) <strong>quotidiana</strong>, conle prossime due indichiamo in particolare ilmetodo che ci porta allo stesso obiettivoconosc<strong>it</strong>ivo e formativo.La lectio nella giornataLa lectio è continua quando seguein modo regolare il medesimo libro dellaScr<strong>it</strong>tura, senza interruzioni o salti di sorta.Ma non è questo il senso che noi attribuiamoora all’espressione: la lectio è continuaquando l’approccio med<strong>it</strong>ativo mattutinoalla Parola-del-giorno continua lungo lagiornata. ovvero, quando la Parola che haaperto la giornata la accompagna nel suosvolgersi, d’istante in istante, fino a sera, inqualche modo compiendosi in essa. È perquesto, in fondo, che la Parola è stata dettada dio, non per una semplice consolazionespir<strong>it</strong>uale del pio lettore, ma per incarnarsinella storia, nella piccola storia di ciascunodi noi, e realizzare salvezza. Altrimenti siamosimili a quel terreno pietroso di cui diceGesù, che ha accolto all’inizio con entusiasmola Parola e fatto germogliare i semi,lasciandoli poi inaridire (cf Lc 8,6.13). nonbasta la prima adesione mattutina.La Parola fecondata dagli eventiQuella Parola, allora, come dice il profeta(Is 55,10-11), non tornerà al Padre cosìcome è usc<strong>it</strong>a dalla sua bocca, bensì riccadi ciò che ha operato nel cuore del credente,ma ciò avverrà solo se la giornata delcredente, e dunque la sua v<strong>it</strong>a, la sua persona,i suoi affetti, le sue relazioni, persinoi suoi fallimenti e delusioni, tutto, insomma,diventa come un grembo, come il grembodi Maria, ancora, che ogni giorno partorisceuna parola sempre nuova di dio.È lo schema rigorosamente biblico dellaParola fecondata dagli eventi. La Paroladel-giornoè seme divino, da dio seminatonel terreno della nostra giornata: sarà solol’incontro tra i due elementi che consentiràalla Parola di svelarsi pienamente, d’essercompresa in tutta la sua ricchezza, di compiersiin maniera sempre nuova e ined<strong>it</strong>aper la salvezza. Quel compimento, o tuttequelle fasi che portano a esso, è la nostraformazione permanente ordinaria.A che serve, infatti, una med<strong>it</strong>azioneaccurata e condotta secondo le moderne eclassiche regole della lectio, se resta confinatain uno spazio rigoroso?A che pro med<strong>it</strong>are, passando ordinatamentee con certo sussiego attraversolectio, med<strong>it</strong>atio, oratio, contemplatio,discretio, se questo non continua poi lungoil giorno?Come si può parlare di un<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>aattorno alla Parola se il credente non trovail modo di proseguire durante le attiv<strong>it</strong>àquotidiane il suo rapporto con quella Parolaspecifica?Sarebbe come uno che si nutre anche21


abbondantemente (della Parola), ma poinon fa movimento (= non fa circolare laParola lungo la giornata). ovvero c’è in noiuna certa abbondanza di conoscenza dellaScr<strong>it</strong>tura, ma con scarso risvolto e coinvolgimentoesistenziale; e la Parola rimane sterilein un discepolo sterile, che magari nonricorderà nemmeno durante il giorno qualeParola ha dato l’avvio al giorno.Credo che sia uno dei lim<strong>it</strong>i dell’interpretazioneodierna della lectio, che finisceper relegare l’incontro con la Parola a unmomento della giornata, per quanto dign<strong>it</strong>osamentegest<strong>it</strong>o. È, tutto sommato, un’interpretazioneriduttiva e debole, che fa dellalectio una pratica di pietà qualsiasi e nonrispetta la central<strong>it</strong>à assoluta della Parolanella v<strong>it</strong>a del discepolo, non solo in teoriao nella sua testa di studioso (quando vabene). In particolare nella v<strong>it</strong>a così dinamicae complessa dell’apostolo oggi è fondamentalechiarire questo punto, nel quale consistebuona parte di quella che chiamiamo formazionepermanente ordinaria, <strong>quotidiana</strong>. Saràcerto indispensabile l’approccio mattutinocon la Parola-del-giorno, ma senza pretendered’esaurire in quel momento il rapportocon la Parola stessa. Quello è solo il primoapproccio, destinato a segnare la giornatae continuare in maniera sempre più intensae articolata nella giornata stessa. In chemodo? Con alcune attenzioni metodologicheriguardanti sia il momento specifico dellamed<strong>it</strong>azione che il ségu<strong>it</strong>o poi della giornata.Custodire la ParolaAnz<strong>it</strong>utto, in concreto, dalla med<strong>it</strong>azionedel mattino è importante che il lettorene venga via con una Parola, un versetto,una scena o immagine precisa, qualcosain cui sente concentrarsi il dono e l’appellodel Signore per quella giornata. dice infattiBossuet che, quando si med<strong>it</strong>a e si coglieuna ver<strong>it</strong>à rilevante per la propria personaè importante fermarsi, e non passare daun pensiero all’altro, da una ver<strong>it</strong>à all’altra:«Tenetene una, stringetela finché penetriin voi; legate a essa il vostro cuore, estraetene,per così dire, tutto il succo a forzadi strizzarla con la vostra attenzione» 5 . Lamed<strong>it</strong>azione mattutina è più il momentodell’accoglienza che non quello della comprensione,momento nel quale si lascia chela Parola o una parte d’essa entri nel propriocuore, per esservi custod<strong>it</strong>a e conservatalungo la giornata come un tesoro, anche senon è stata «cap<strong>it</strong>a» in tutto il suo senso (èl’ascolto verginale, di chi, come Maria, nonfa alcuna violenza alla Parola, neppure percapirla o per capirla sub<strong>it</strong>o, cf Lc 2,19.51).Quella Parola così custod<strong>it</strong>a assumerà semprepiù un ruolo attivo nella v<strong>it</strong>a del credente,diventerà suo custode: «Se conserveraie custodirai la Parola… in modo che scendanel profondo della tua anima e si trasfondanei tuoi affetti e nei tuoi costumi…, nonc’è dubbio che tu pure sarai conservato daessa», dice infatti san Bernardo. e qui iniziala lectio nella giornata, o durante la giornata.Rimanere nella ParolaQuella stessa Parola conservata-custod<strong>it</strong>adovrà concretamente durante il giornodiventare la radice d’ogni gesto e pensiero,affetto e desiderio, in modo che tuttonell’essere e nell’agire della persona trovi inessa la propria sorgente e forza, come fossepiantato in essa, esattamente come il tralcioche è un<strong>it</strong>o alla v<strong>it</strong>e (cf Gv 15), o come se il5) J. Bossuet, Méd<strong>it</strong>ations sur l’Evangile, c<strong>it</strong>. daG. Ravasi, Med<strong>it</strong>are e masticare, in «Avvenire»,17/V/1997, 1.22


credente desse in ogni circostanza la parolaa Gesù, fidandosi del vangelo e andandoben oltre il buon senso umano o le proprieesclusive congetture. Così nasce di fatto lafamiliar<strong>it</strong>à profonda e appassionata con laScr<strong>it</strong>tura, mentre la Parola «rimane» nel cuoree nella mente, è proprio questo rapportocostante e v<strong>it</strong>ale tra la Parola-del-giorno eil credente che dà luogo lentamente a quelprocesso d’incarnazione della Parola stessanella v<strong>it</strong>a del discepolo, che ne renderà semprepiù comprensibile il mistero. La formazionepermanente è parte e frutto di questoprocesso, ed è già in atto a questo punto,rinnovando la mente e mantenendola giovanee creativa. Come ben dice origene: «Lanostra mente si rinnova, eserc<strong>it</strong>andosi nellasapienza, con la med<strong>it</strong>azione della Parola diDio e l’intelligenza spir<strong>it</strong>uale della sua Legge,e quanto più trae prof<strong>it</strong>to <strong>quotidiana</strong>mentedalla Scr<strong>it</strong>tura e penetra in essa, tanto piùsi rinnova. Non so come possa rinnovarsiinvece una mente pigra nel leggere la SacraScr<strong>it</strong>tura e nell’esercizio della med<strong>it</strong>azione,la quale ci permette non solo di capire ciòche abbiamo letto, ma anche di chiarirloulteriormente e comunicarlo agli altri» 6Scommettere sulla ParolaIl passo successivo in tale cammino è ilriferimento esplic<strong>it</strong>o alla Parola-del-giornoquando c’è da prendere qualche decisionelungo la giornata. ovvero si tratta di renderla Parola che dio ha in qualche modoconsegnato al credente cr<strong>it</strong>erio di discernimentoin generale e punto di riferimentospecifico delle proprie scelte, piccole ograndi che siano; e noi sappiamo quante6) oriGene, Commento alla Lettera ai Romani, a curadi F. Cocchini, vol II, Genova 1986, 95 (In epistola adRomanos IX, 1 commento a Rm 12,1-2.siano o quante potrebbero essere le scelteche riempiono un giorno. La Parola-delgiornoè compresa solo se e quando ogniprogetto passa attraverso essa, ne è filtratoe purificato nelle sue componenti impure,e solo quando quella stessa Parola divental’unico motivo, l’unico fondamento, l’unicaspiegazione della decisione. Anzi, lì nasceil credente, quando uno può dire, comePietro quella volta sul lago: «Signore, questascelta la faccio solo poggiandomi sullatua Parola, non perché una certa logicaumana vorrebbe portarmi in questa direzione,ma perché mi pare che tu mi chiedaquesto attraverso quella Parola che haaperto oggi la mia giornata; anzi, un certocr<strong>it</strong>erio umano mi condurrebbe altrove, maio voglio scommettere su quella Parola chem’hai donato, e proprio perché me l’haidonata oggi so che essa ha qualcosa dadire a questa mia giornata e può dar sensoe vigore alle mie scelte, voglio credere cheessa è vera e non inganna, voglio provarecosa diventa la mia v<strong>it</strong>a costru<strong>it</strong>a solo inverbo tuo…». Rigorosamente parlando, chinon ha mai fatto questo tipo di scommessatratta la Parola come un libro interessante,che magari parla di Marte e dell’ipotesi div<strong>it</strong>a su quel pianeta. ovvero, chi non ha maiscommesso sulla Parola non è credente,tutt’al più è un’ipotesi di credente.Compiere la ParolaQuando invece c’è il coraggio di scommetteresulla Parola allora la Parola si compiee anche la nostra formazione si compie,ovvero diventa permanente nel giorno qualsiasi.Si compie la Parola per la sua forzaintrinseca, come disse quella volta Gesùnella sinagoga di nazaret (cf Lc 4,21); maanche perché di fatto il credente la compie,23


le dà v<strong>it</strong>a e sembianze umane, le dà visibil<strong>it</strong>àe calore nella sua persona, le dà original<strong>it</strong>àe nov<strong>it</strong>à nell’imprevedibil<strong>it</strong>à del proprio viverequotidiano. Anzi, «uno diventa la Parolache ascolta (...). La assimila come latte» 7 .La compie come in Maria si compironoi giorni del parto e diede alla luce Gesù.torniamo ancora per un attimo al mosaicodell’Annunciazione di padre Rupnik: Mariavi è rappresentata con in mano un gom<strong>it</strong>olodi lana rossa appoggiato discretamente sulsuo grembo, mentre il filo già in parte srotolatodal gom<strong>it</strong>olo giunge all’altra mano, lasinistra, tenuta aperta a significare l’assensodella Vergine. Il filo rosso che dal grembo diMaria va fino alla mano girando attorno alled<strong>it</strong>a indica che la decisione contenuta nelsuo «sì» è già un tessere la carne del Verbo.È il mistero dell’Incarnazione: misterogrande che può essere racchiuso nella misurapiccola e lim<strong>it</strong>ata di ogni nostra giornata,di ogni nostra scelta! La Parola-del-giornoè come il filo rosso che lega tra loro tutti gliistanti della giornata, li connette tra loro dandoun<strong>it</strong>à alla v<strong>it</strong>a e alla personal<strong>it</strong>à del credente,ma è anche il filo rosso con cui ognuno dinoi tesse la carne al Verbo nel grembo verginaledella sua giornata, d’ogni sua giornata.Con gelosa vigilanza e pazienza testarda,con senso di responsabil<strong>it</strong>à e cuorepensante senza pretendere che ogni giornovenga fuori chissà quale ricamo, ovvero cheogni giorno vi sia chissà quale rivelazionee scoperta, ma semplicemente «accontentandosi»di realizzare la propria v<strong>it</strong>a incoerenza con quella Parola, o di compierequella Parola nel tessuto della v<strong>it</strong>a. detto inaltre parole: la formazione diventa davveropermanente, o diciamo pure «si compie»nell’ordinarietà della v<strong>it</strong>a, grazie al donoquotidiano e sempre nuovo della Parola,che trova terreno accogliente nel discepolodella Parola, nel suo impegno fattivo, nellaserietà con cui accoglie la Parola ognigiorno.La conserva, la custodisce in sé comeun tesoro, rimane in essa facendone laradice d’ogni espressione v<strong>it</strong>ale, e il puntodi riferimento d’ogni sua scelta. È come untessere e r<strong>it</strong>essere il tessuto della vocazionecon il filo della Parola. Così quella Parola sicompie nella sua v<strong>it</strong>a. Formazione permanentenella dimensione ordinaria vuol dire infondo passare dalla concezione antica dellamed<strong>it</strong>azione come preghiera del mattino, aquesta logica della Parola-del-giorno cheabbraccia tutta la giornata. o, altrimenti detto,la formazione iniziale sta alla formazionepermanente così come la lectio matutina staalla lectio continua.7) Mosconi, Med<strong>it</strong>azione, 10.4. <strong>Lectio</strong> vespertina (o nocturna)e siamo alla fine della giornata.L’appuntamento con quella Parola che haaperto la giornata e che è prosegu<strong>it</strong>o lungola giornata stessa, non cessa ma continuaancora. Anzi, è sempre quella stessa Parola,7) Mosconi, Med<strong>it</strong>azione, 10.che ha aperto la giornata, che ora la chiude.Logico che sia così, in teoria.Contemplazione grataIn altre parole, la lectio prosegue, proseguecon quella preghiera della sera cheè posta al termine del giorno del discepolo.24


Potremmo addir<strong>it</strong>tura dire che è piùlectio quella della sera, che non quella delmattino. Perché? Perché al termine dellagiornata il credente ha di fronte a sé nonsolo la Parola, ma la Parola più gli eventi delgiorno nei quali la Parola stessa s’è compiuta,come prima abbiamo visto, dunqueuna Parola più chiara e comprensibile, piùevidente nel suo significato, più bella dacontemplare, più viva e vivente.È, in effetti, il momento della contemplazione.di quella cogn<strong>it</strong>io vespertina o visionenuova, serale, forse notturna, comunqueconclusiva della giornata, in cui la luces’oscura, il sole scompare, le voci tacciono,certe tensioni s’allentano, ed è un’altra laluce quieta che illumina gli occhi e rendemente e cuore capaci di intus-legere.È la tipica contemplazione dell’apostolo,contemplazione piena di grat<strong>it</strong>udine perquanto il Signore ha rivelato di sé, ma anchecontemplazione ruspante, terra terra, intrisadi storia, di vicende umane, di domandemagari rimaste inevase, di ansie che si sonoriversate nel cuore dell’apostolo, ma tuttoquesto è ora lasciato aperto alla potenzadella Parola e della Parola-del-giorno, è luogomisterioso di grazia, per una rivelazioneancora non del tutto chiara, per certi versiopaca, ma quanto basta perché l’apostolovi scorga il seme del Regno che sta pervenire, i germi di quella salvezza che si staper compiere.«Buonanotte, mio Dio»e allora può pregare con Simeone: «Oralascia, Signore che il tuo servo vada in pace,perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza…» (Lc 2,29-30). Simeone pregò cosìal termine della sua lunga v<strong>it</strong>a, dopo averfinalmente «visto» la salvezza; il discepolodella Parola prega così al termine dellasua giornata, di ogni giornata, perché ognigiorno vissuto alla luce della Parola è perlui giorno in cui si compie la salvezza. È lamaturazione e matur<strong>it</strong>à della fede, favor<strong>it</strong>adall’intelligenza delle Scr<strong>it</strong>ture: gli occhie tutti i sensi si sono resi attenti, cuore emente son sempre più intelligenti, capaci di«leggere dentro» il mistero, la persona interasempre più docibilis per lasciarsi formareogni giorno dalla Parola-del-giorno.e così il cantico del vecchio credenteche saluta la v<strong>it</strong>a diventa simile alla buonanotteche il credente di oggi rivolge a diocon cuore grato; come la lectio matutina è ilbuongiorno di dio, così la lectio vespertina onocturna è la buonanotte del discepolo. Lagiornata è proprio fin<strong>it</strong>a, attraversata dallaParola che s’è compiuta in essa.e l’animo è pieno di gioia, quella gioiaserena e distesa che concilia il sonno eprepara una nuova giornata, in cui un’altraParola si compirà.Pace e distensioneL’apostolo che ha faticato tutta la giornatanon potrebbe concludere diversamentela sua giornata, non potrebbe trovarealtra distensione al di fuori di quella chegli è offerta dal r<strong>it</strong>orno a quella Parola cheha aperto la giornata e che ora vede comedispiegarsi lungo la giornata medesima,raccogliendola e dandole un cuore e quasiilluminarsi così d’una luce nuova.Questo, ripeto, è distensivo, oltrechéintrinsecamente formativo, perché profondamenterappacificante, armonico, divino eumano, lineare e coerente (e nulla è distensivocome la coerenza). L’apostolo che haannunciato l’evangelo ai piccoli e agli umiliha bisogno di distensione, di distensione25


vera, del corpo e della mente, al terminedella fatica <strong>quotidiana</strong>, ne ha dir<strong>it</strong>to.nessuno dica, allora, che non fa la preghieradella sera perché è stanco, perchévorrebbe dire che non ha cap<strong>it</strong>o nulla dellanatura della stessa preghiera della sera,e perché sarebbe contradd<strong>it</strong>torio: proprioperché è stanco ha bisogno dell’orazionedella lectio vespertina e di quella pace profondae rilassante che solo dalla Parola puòvenire. e stia attento, semmai, a non cercareforme strane e improprie di distensione afine-giornata (dando una sorta di libera usc<strong>it</strong>a,più o meno trasgressiva, a certi impulsie istinti, in modi irriflessi, o semplicementecliccando e navigando), forme distensivestrane e improprie nel senso che, al di làdell’esser moralmente rilevanti, non sarebberoin linea con la sua ident<strong>it</strong>à e ver<strong>it</strong>à, edunque sarebbero anche incapaci di dargliquel che lui cerca e che esse sembrano promettergli,non potrebbero mai assicurarglila vera distensione della mente e del cuore,ma tutt’al più solo qualche briciola di gratificazionedei sensi, sub<strong>it</strong>o bruciata da unretrogusto doloroso, ma pronta poi a ripresentarsisempre più esigente e prepotente,fino a renderlo dipendente.Altro che distensione, qui nascono pianopiano nuove schiav<strong>it</strong>ù! Ancora una volta, aldi là della virtù o della fedeltà in senso morale,c’è poca intelligenza e molta stoltezzanella facil<strong>it</strong>à e leggerezza con cui molti nons’accorgono di questi tranelli finendo persvendere dign<strong>it</strong>à e libertà personale e persmarrire la pace interiore.Verifica di fronte alla ParolaAl tempo stesso la Parola dinanzi allaquale si conclude la giornata diventa ancheverifica molto realistica, punto di riferimentoper un esame di coscienza puntuale. edè del tutto logico e coerente con quantoabbiamo detto: la contemplazione dellaParola che s’è compiuta negli eventi delgiorno, renderà inev<strong>it</strong>abilmente più chiaried evidenti quei momenti della giornata oquegli atteggiamenti del discepolo che nonhanno consent<strong>it</strong>o alla Parola, per quantodipende dall’uomo, di compiersi e operaresalvezza.d’altronde è nella natura della Parola:non sei tu che la leggi e contempli, ma èessa che ti guarda, ti fissa, ti rivolge unosguardo tenero e pure severo, ti accusa, tiferisce, ti risana, ti salva, ti chiama, ti accarezza,ti trafigge il cuore.Per questo la Bibbia appartiene a chila legge, perché ogni lettore sa che in unrotolo del libro c’è qualcosa scr<strong>it</strong>to su di luie per lui (cf Sal 40,8).e proprio questo, forse, si sente e scopreancor più nella preghiera della sera.e così l’esame di coscienza assumeimportanza a partire anch’esso dallaParola-del-giorno, perché può esser fattosolo dinanzi a essa, per cui non sarà mairipet<strong>it</strong>ivo e scontato (per poi finire peresser abbandonato come cosa non cosìimportante), ma mi darà di conosceresempre aspetti nuovi della mia povertà edebolezza.e così la conoscenza di me, del miomondo interiore, cresce assieme alla conoscenzadi dio, della sua Parola, della suasalvezza.e si realizza così uno dei primi obiettividella formazione permanente: la capac<strong>it</strong>àdi lettura della v<strong>it</strong>a alla luce dell’intelligenzadelle Scr<strong>it</strong>ture.Perché la v<strong>it</strong>a sia «vera».26

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