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AvventuraAnno XXXI - n. 297 novembre <strong>2005</strong>SettimanaleAvventura Poste italiane s.p.a.Spedizione periodico inabbonamento postaleL. 46/04 art. 1 comma 2,DCB BOLOGNA


SOMMARIOAvventura 8/<strong>2005</strong>SOMMARIOnovembreDirettore Responsabile: Sergio GattiRedattore Capo: Giorgio CusmaIn redazione: Mauro Bonomini,Filomena Calzedda, Margot Castiglione,Dario Fontanesca, Chiara Fontanot,Stefano Garzaro, Giorgio Infante, DonDamiano Marino, Stefania Martiniello,Antonio Oggiano, Don Luca Meacci,Sara Meloni, Andrea Provini, EnricoRocchetti, Isabella Samà, AlessandroTesta, Salvo Tomarchio, Paolo Vanzini,Jean Claudio VinciAvventuraLAB: Giorgia Coviello,Francesco Iandolo, Giada Martin,Elisabetta Percivati, Sara Palombo,Erika Polimeni, Elisabetta SchieppatiGrazie a: Filippo Mellis, FedericaTocco, Andrea BorsettoProgetto grafico: TechnographGrafica: TechnographDisegni di: Chiara Beucci, ElisabettaDamini, Chiara Fontanot, PierreJoubert, Sara Palombo, StefanoSandri, Simona Spadaro, PaoloVanzini, Jean Claudio VinciFoto di: Andrea Baldassarri, MauroBonomini, Andrea Borsetto, GiorgioCusma, Fabio Fois, Luigi Ferrando,Beatrice Lindiri, Bobo Lossu,Damiano Marino, Sara Marongiu,Chiara Odoni, Padre Beppe Pireddu,Marco Pusceddu, Jean Claudio Vinci,Giovanni ZanottoFoto di copertina: Foto di MauroBonominiPer scrivere, inviare materiale, corrisponderecon Avventura ecco il recapitoda riportare esattamente sulla busta:Redazione di Avventura c/o GiorgioCusma – Santa Croce 438 – 34010Trieste TSscout.avventura@agesci.itAvventura on line:www.agesci.it/avventura/Webmaster: Emanuele CesenaManoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.EditorialeLo spirito della leggeA loro, ai nostri bravi capi SquadrigliaLe tradizioni dei “passaggi”No Martino? ...No Party!Luca e MatteoScherzo o Natale?Compagni di bancoLa misteriosa B.A. di LucaIl soffio della vita del buon DioCorreva l’anno...Un Natale speciale: re magi e una stella cometaChi aiuterà Babbo Natale?L’errore più grandeE meno male che i lupetti giocano sempre...La vittoria di ordine su caosIl campo regionale E/G della SardegnaI giochi dei nonniI giochi dell’accoglienzaTopo di BibliotecaFare candeleIl cucchiaio di legnoSpazio E/GC’è posta per voiInserto: La Squadriglia anima346810111213141516171819202224272931323436382Avventura 8/<strong>2005</strong>


RACCONTI DI NATALE…ED OCCHIO AI MESSAGGI !!!Ci stiamo avvicinando a grandi passi alNatale, una festa particolarmente gioiosaperché celebra la nascita di Gesù. E’ tempo dibuoni propositi e grandi promesse, sarà difficilemantenerle tutte ma questo non conta molto:conta molto di più provarci con animo sincero!Il Signore terrà conto soprattutto del vostroimpegno e non se l’avrà a male se i risultatisaranno inferiori alle aspettative.Essere buoni va bene, cercare di esserloanche, e non dobbiamo mai smettere con lascusa: -“… ma tanto, io non ce la faccio!”. Viassicuro che ci si riesce!Quindi attendete con gioia l’arrivo del Signoree regalategli sia la vostra bontà che gli sforzifalliti.Tutto servirà a riscaldare la povera mangiatoiain cui verrà deposto.In Squadriglia attendete insieme il Natale, comesempre non sarà semplice convivere con tutti ivostri compagni che, ricordate, sono vostri fratelli,ma impegnatevi a superare le piccole controversiedi ogni giorno e percorrete uniti ilsentiero che vi conduce alla Grotta: il Bambinovi regalerà la forza dell’amicizia.L’amicizia che rappresenta il legame più vero epiù forte della vostra Squadriglia e che, così,rimarrà nei vostri cuori ancora per molti Natali.In questo numero vi presentiamo una serie diracconti natalizi, gli Autori si sono impegnati adinventarli per voi, non li troverete su altri libri ogiornali. Leggeteli, speriamo che vi piacciano eche vi accompagnino durante l’Avvento. Parlanodi amicizia e di lealtà, di rispetto e di sorrisi: nonsono molto lunghi, appena una pagina per ognuno…abbiamo pensato anche a questo per nonfarvi stancare gli occhietti.Ma, con i racconti, non finisce qui: da qualcheparte, tra queste pagine, si parla di un piccoloconcorso, legato proprio a loro, e non basta…infatti, di concorsi ce n’è anche un altro: scopriteloda voi! Noi aspettiamo gli sviluppi!Il periodo natalizio, o meglio, le vacanze di questoperiodo, segnano anche la vostra vita scoutcon un’evento importante e tanto atteso: ilCampo Invernale. Lo avete già progettato? Beh,in verità c’è ancora un po’ di tempo per farlo.Certamente conoscete la rubrica “spazio E/G”che Avventura riserva a voi tutti, sono pagineAvventura 8/<strong>2005</strong>che vanno riempite con vostre testimonianzedirette: foto con brevi dediche, riassunti divostre Imprese o altre attività, tanta e solo robavostra insomma. In questa occasione non dovetedimenticare di mandarci le foto più belle deivostri Campi, fateci sognare con paesaggi pienidi neve, con vostre immagini in piena attivitàall’aperto: anche se non è un concorso crediamovi farà piacere vedervi su queste pagine: noicercheremo di accontentare tutti!Per qualcuno di voi sarà già tempo di Promesse:perché non condividete con noi anche quelleimmagini?Certamente per tutti, invece, è tempo anchedi Imprese, che possono iniziare in sede econcludersi all’aperto: non perdete anchequesta occasione. Le vostre Squadriglie, probabilmente,sono nuove e cimentarsi inun’Impresa con la collaborazione di tutti,Novizi compresi, rinforzerà ancor di più ivostri legami ed, al tempo stesso, acquisteretetutti una maggior competenza: piccolo particolareper niente trascurabile!Ed ora vi lasciamo ai vostri progetti natalizi,Campi Invernali, Promesse ed Imprese, certi cheriuscirete a vivere tutto con grande entusiasmoe soddisfazione.A nome di tutta la Redazione, di AvventuraLAB,dei collaboratori e dei corrispondenti, ricevetei migliori auguri di buon Natale e felice annonuovo,GiorgioEDITORIALE3


LO SPIRITODELLA LEGGELA LEGGE SCRITTA NEL CUOREE QUELLA DI BPDI DON LUCA MEACCIDISEGNI DI PIERRE JOUBERTFOTO DI ANDREA BALDASSARRILO SPIRITO DELLA LEGGE4Vi confesso che addentrarmi su certi argomentiper me, è come camminare in uncampo minato, perché oggi parlare di leggi, diosservare le leggi, di proporre a ragazzi e ragazzedi osservare una norma, credo non sia unacosa molto facile. Diciamo pure che un po’ tuttinoi nutriamo qualche sentimento di repulsionedinnanzi alla norma, specialmente quando questacontrasta con un modo di fare che ci torna piùcomodo e conveniente. La regola ci va un po’stretta. Quante volte, durante lo svolgimento diun Grande Gioco, vediamo che basterebbe attraversarequel fosso per arrivare primi alla meta, maciò non è possibile perché ci hanno detto che viscorrono acque infestate da pirana e coccodrilli,che non mangiano da mesi………eppure siamosull’Appennino a fare il Campo Estivo! Non è facileosservare la Legge, sono tante le tentazioni e lescorciatoie che vorremmo prendere, ma siatenecerti che ogni volta che sbagliamo, è perché nonl’abbiamo voluta applicare.Dobbiamo però riconoscere che le leggi, se dauna parte sembra che ci limitino, dall’altra ci aiutanonella vita comunitaria e in quella personale.Non possiamo pensare che quello che “io vorreifare” lo posso fare sempre e comunque; provatead immaginare, per assurdo, che durante una partitadi calcio, la squadra avversaria inizi ad utilizzareanche le mani e spintonare gli altri giocatori,sostenendo che a loro và di giocare a calcio inquel modo! Concorderete con me che delleregole, delle leggi da rispettare per poter viverecon gli altri ci devono essere.B.-P. ha avuto una grande intuizione proponendoa tutti i ragazzi e giovani, di ogni parte del mondo,la stessa Legge, la stessa Promessa e lo stessoMotto. Questa è la proposta che anche tu ed ioabbiamo accettato: una Legge che ci proponei valori sui quali giocare la nostravita “nella squadra di Dio”.La Legge scout è, come ogni altra legge,un patto che unisce e vincola tutti coloroche in essa si riconoscono; per noiScout è un “tesoro” di valori che desideriamoprima di tutto, vivere. Una Leggenon data per privarci di qualcosa, ma permeglio identificare il tipo di uomo e didonna che vogliamo essere; quindi è unabussola che guida la formazione di ciascunodi noi, un punto di riferimento perCapi e ragazzi, che lo condividono nelbellissimo itinerario dalla Promessa allaPartenza. Lungo questo percorso laLegge è un punto fisso di riferimento,doveogni Esploratore e Guida, riconoscono la loro“stella Polare”.Ho sempre amato definire la Legge scout, comeuna legge “in-positivo”, cioè che non impone, nonlimita, ma suggerisce ciò che è buono e bello fareed essere; è una Legge che trova il suo fondamentonella Legge di Dio, espressa nelle 10 parole(Decalogo dell’AT), nell’elenco delle Beatitudini, masoprattutto, nel comandamento nuovo: amatevi gliuni gli altri, come io ho amato voi. Gli E/G si impegnanoad osservaree viverela Leggescout, perchévoglionoviverela vita conla stessa intensitàdiGesù e siimpegnanoad amaretutti, con lastessa misurad’amoreconla qualesiamo statiamati dalSignore.Quandoabbiamopronunciatola Promessa,ci èAvventura 8/<strong>2005</strong>


stata affidatala Legge, noncome se fosseun manualedi comportamento,macome un’immaginepositivadella vita,dove i Capi ei ragazzi sonoi protagonistiattivi della lorocrescita.Credo dinon esagerarese affermoche la Leggescout, è unpossibile riflesso della Legge di Dio. La Legge checi siamo impegnati ad osservare ci chiede didare sempre il meglio, di non adagiarci sui nostrilimiti, di rimboccarci le maniche, di guardare confiducia e speranza alla vita, di rispettare la naturama anche la vita di ogni altra persona: è questoil cammino di perfezione alla quale Dio chiamaogni suo figlio. La Legge scout però non èsoltanto un punto di riferimento per il singolo,ma è anche uno strumento per verificare il camminodi una comunità, infatti il momento piùsolenne della vita di Reparto, dove la comunità èchiamata a verificare il cammino svolto, nelrispetto delle regole che tutti ci siamo impegnatiad osservare, inizia con la proclamazione dellaLegge scout.Qualche volta mi è capitato di incontrare personeche, non conoscendo bene il cammino scout,irridevano alla Legge, definendola un qualcosa diantico e, visti i tempi, inutile. Credo invece che lanostra Legge sia di grande attualità e porti in séuna forza prorompente.Ora mi riferisco solo ad alcuni aspetti che i dieciarticoli propongono:• quante persone cercano di ingannare gli altri?Molto spesso sentiamo notizie di frodi fiscali, truffea danno dello Stato o di persone:essere leali,onesti,veri, fedeli alla parola data, non credo sia unqualcosa di vecchio o fuori moda;• da più parti ci viene proposto un modello disocietà, dove ognuno pensa per sé, così non ti devipreoccupare troppo, perché l’importante è che tustia bene: rendersi utile, aiutare gli altri non èun hobby, ma uno modo di essere sull’esempiodi Gesù. Essere cortesi vuol dire farsi attentialle situazioni che ci circondano, per cogliernesubito i bisogni e capire cosa è giusto fare per risolvereogni situazione;• assistiamo ad una realtà internazionale frammentatae divisa:popoli in guerra,fazioni dello stesso popoloche si fronteggiano. Allora: non è forse rivoluzionarioessere amico e fratello di altre persone?Avventura 8/<strong>2005</strong>• l’interesse economico ci ha portati a calpestareil creato che Dio ci ha affidato con il compito dicustodirlo: noi ci impegniamo ad amare e arispettare la natura, prima ancora che leNazioni definissero il trattato di Kioto;quanti ragazzi entrano in crisi perché qualcosa èandato storto, quanti non sono in grado di sbrigarselada soli e pretendono di vivere beati esigendoche altri si impegnino al loro posto? LoScout è una persona di speranza che siimpegna per costruire un mondo migliore,che si rimbocca le maniche dandosi da fare perottenere ciò che desidera;• c’è chi ama sporcare tutto, guardare tutto conmalizia e cattiveria, sembra quasi che parlare dipurezza, nei pensieri, nelle parole e neigesti, sia come parlare della preistoria: invece,quanto è bello e importante saper rispettare lasacralità dell’altro, del mio e dell’altrui corpo, nonper castigare gli affetti, ma per valorizzare i verigesti dell’amore.Tutti noi però dobbiamo, con un altro piccolosforzo: fare in modo che la Legge, non rimangascritta, magari su delle belle tavole di legno benpirografate, essa deve essere interiorizzata, fattanostra, deve diventare vita. Solitamente, quandomi presento, non dico mai che “faccio lo Scout”,ma che “sono Scout”. Non vorrei che qualcunopensasse che siamo Scout solo quandoabbiamo il fazzolettone al collo: lo siamosempre, perché quando abbiamo fatto laPromessa, alla domanda: per quanto tempo?Abbiamo risposto: Se piace a Dio per sempre!LO SPIRITO DELLA LEGGE5


A LORO, AI NOSTRI BR<strong>AV</strong>ICAPI SQUADRIGLIAA CURA DI PICCHIO VOLENTEROSOCON LA COLLABORAZIONE DEI REDATTORI DI <strong>AV</strong>VENTURALABFOTO DI MAURO BONOMINI, GIORGIO CUSMA E CHIARA ODONIA<strong>AV</strong>VENTURALAB colpisce ancora, o meglio ancora una volta siete voi a colpire e scrivere!L’iniziativa di coinvolgere alcuni di voi procede a gonfie vele, questa volta abbiamo chiestoai nostri giovani collaboratori di rivolgersi ai loro C. Sq., di ricordarli.A LORO, AI NOSTRI BR<strong>AV</strong>I CAPI SQUADRIGLIA6L’atmosfera è giàcarica di nostalgia,si inizia conlo scambiarsi iregali e si finiscecon le lacrime dialcuni.Le parole che sidicono sono tuttebelle e carichedi speranza per ilfuturo del Repartoche rimanea guardare isuoi “grandi”che, uno ad uno,intraprendono la loro Strada.E il momento si avvicina.Il Capo Reparto chiama lui, si proprio il mio CapoSquadriglia che per primo lascerà il Sentiero perqualcosa di più grande, più impegnativo: la Strada.Inizia a fare il giro dei saluti… stringe la mano atutti, un bacio e un abbraccio.Arriva davanti a me, uno sguardo, un forte abbraccio,e due pacche sulla spalle senza dirsi più ditanto, anzi, sicuri che la nostra amicizia dureràoltre e che le nostre Strade si incontreranno dinuovo.L’importante non è tanto quello che si dice o si fao si regala durante una Cerimonia del Passaggio,ma è quello che si riesce a dimostrare dopo.Il regalo, che forse sarà il più bello, si potrà capiredagli occhi del vecchio Capo Squadriglia in cui sipotrà scorgerequel luccichio quasid’invidia, chedimostra tutto ilsuo orgoglio nelvedere la sua vecchiaSquadrigliaportare in alto ilGuidone sventolante,nonostantemagarimanchi il vento,nonostantemanchi lui.FrancescoIandoloL’ Uscita dei Passaggi è un qualcosa di speciale;bisogna rimettersi in gioco nuovamente, ma èanche l’ora dell’addio.Le strade si dividono con la speranza che il temponon “deteriorerà” i legami; c’è chi passerà diBranca, ma c’è il sogno che questo significhi unrafforzamento delle relazioni interpersonali e nonun affievolimento.La Capo Squadriglia lascerà, nelle mani della suaVice, la famiglia che ha guidato per un anno, è venutal’ora per lei di percorrere una nuova Strada chela condurrà in Clan.II momento è uno dei più malinconici della vitadella comunità di Reparto, per le Novizie che ”laprima Capo Squadriglia non si scorda mai”…Per me è stato davvero così, Costanza è stata coleiche ha tracciato la strada del mio cammino scout,mi ha insegnato a sorridere e a cantare anche nelledifficoltà, cogliendo la vera essenza della Promessa.Buona caccia ai futuri Capi Squadriglia, vivete almeglio quest’incarico, senza timore, al momentogiusto saprete tirare fuori la grinta grazie alla qualeavete superato tutte le difficoltà che vi hanno portatoad essere Esploratori e Guide competenti eresponsabili.Raccogliete i consigli di chi vi ha preceduto,migliorateli in modo che possano essere ilbagaglio perfetto per chi vi seguirà.Giada MartinEro di primo anno e mi trovavo alla mia prima cerimoniadi passaggio, poiché non avevo frequentato iLupetti.Non sapevo conesattezza cosa sarebbeaccaduto,l’unica cosa checapivo era che daquella sera la miaCapo Squadrigliasarebbe stataun’altra.Una per volta leragazze, che quellasera sarebberopassate, vennerochiamate dalla CapoReparto perfare l’ultimo saluto.Avventura 8/<strong>2005</strong>


Avevano dei doniper noi.Un CD, una lettera eogni altra cosa chedivenne subito unpretesto per ricordarei momenti dell’annopassati insieme,belli e brutti!Nel buio della seratasi distinguevano inostri occhi che luccicavanodi lacrime!La mia Capo Squadrigliami diede unfoglio pitturato di rosa con sopra scritte dolciparole per farmi capire quanto quell’anno ciavesse legate, quasi come due sorelle.In cuor nostro sapevamo che ci saremmo vistedi meno, ma eravamo anche convinte che nonci saremmo mai perse, perché tutte le esperienzegioiose, ma anche le difficoltà superateinsieme ci avevano arricchite e unite comeraramente capita tra le persone.Certo, allora non dissi molto su quanta importanzaaveva avuto per me, come anche le altre,nonostante non fossero state le mie CapoSquadriglia, ma gli sguardi, gli abbracci e le lacrimeparlarono per tutte quante.Oggi non ho rimpianti, perché so che lorohanno capito che li sono infinitamente grata.Elisabetta SchieppatiCrik &Crak da quando eravamo coccinelle, vicinedi casa, compagne di giochi…Con la mia Capo Squadriglia siamo state davverouna squadra perfetta!Complici e amiche. Grazie agli Scout abbiamovissuto insieme tantissime avventure: dalletotemizzazioni alle Missioni di Squadriglia in cuici siamo anche perse, bagnate; ma quanto ne èvalsa la pena osservare il magnifico paesaggioche s’offriva ai nostri occhi dalla cima di quellamontagna che sembrava impossibile da scalare!In Squadriglia abbiamo anche trovato modo dilitigare come matte!Esperienze che, comunque, ci hanno aiutato acrescere, consapevoli che avere opinioni diverseè costruttivo.Quando la mia Capo Squadriglia passò alNoviziato, il Sentiero si divise: il suo siallargò un po’ di più e divenne Strada.Un po’ perché, come dal suo totem, parlava giàlei abbastanza, un po’ perché sapevo che non cene sarebbe stato bisogno - ci capivamo al volo- non le dissi tutto ciò che avrei voluto.Credo però di aver mantenuto la promessa cheti dovevo: Volpe dalla Fluente Favella, terrò altol’onore della Squadriglia trapassando i valori incui crediamo da sempre. Ricorderò tutti imomenti stupendi passati insieme - anche leAvventura 8/<strong>2005</strong>esperienze meno “divertenti” perché da tuttosi può imparare. Grazie per tutto quello che mihai donato!Buona Strada!La tua Vice.Erika PolimeniLa giornata dei Passaggimi ha sempre riempita diadrenalina, curiosità per ilfuturo e un pizzico di tristezzaper il passato.Appena entrata per laprima volta nel grandeQuadrato del Reparto,speravo di poter far partedella Squadriglia Panterecon Elisa e Nadia comeCapo Squadriglia e Vice epresto il mio desiderio siavverò.Loro mi trasmettevanosempre una certa sicurezzaperché non davanosubito tutte le risposte aidubbi impressi sul mio viso, ma mi facevano scoprirequel nuovo mondo insieme a loro.Entrambe del quarto anno, affrontavano l’avventurain modi diversi ed è per questo che ho cercatodi imparare il doppio.Elisa, la mia Capo Squadriglia, era molto riflessiva,cortese e amichevole, ma le mancava quella puntadi follia, d’improvvisazione e di caparbietà che mitrasmetteva Nadia, la Vice.Il mio ringraziamento va quindi ad entrambe perchémi hanno accompagnato durante il mio primoanno di Cammino Scout non affrontando ledifficoltà al posto mio, ma insegnandomi adaffrontarle insieme a tutta la Squadriglia.Mi hanno salutato con due lettere che ancoraoggi rileggo con gli occhi lucidi.“…avrai delle difficoltà sicuramente, ma dovraitener duro e le supererai…Elisa”“… devi sempre far sentire la tua voce, buttartinel gioco vivendo l’avventura… Nadia”.Un grazie a loro due perché ancora oggi apprezzoi loro insegnamenti.Giorgia CovielloA LORO, AI NOSTRI BR<strong>AV</strong>I CAPI SQUADRIGLIA7


LE TRADIZIONIDEI “PASSAGGI”TRADIZIONI DIVERSE, MASEMPRE MOTIVO DI FESTA EDI QUALCHE LACRIMUCCIAA CURA DI GIORGIO CUSMACON LA COLLABORAZIONE DEI CORRISPONDENTI DI <strong>AV</strong>VENTURAFOTO DI MAURO BONOMINI, ANDREA BORSETTO, DAMIANO MARINO, PADRE BEPPE PIREDDUStavolta i contributi dei nostri corrispondenti sono stati veramente corposi, si vede che l’argomentoporta ad essere descritto con tanti dettagli. Per non togliere la parola a nessuno di loro ma, altempo stesso, rimanere nello spazio assegnato, ridurrò gli interventi alle loro parti più essenziali.Quelle parti cioè che sinteticamente rispondono alla domanda che avevamo posto:“I passaggi sono un momento importante nella vita delle varie Unità e viene solennizzatocon tradizionali cerimonie. Come si svolgono queste cerimonie nel vostroGruppo?”Ed ecco le risposte!LE TRADIZIONI DEI “PASSAGGI”8Sq. Gheppi - Roma 102… Sia il passaggio da L/C a E/G che da E/G alNoviziato si svolge durante un’uscita di due giorni…la sera, al Fuoco di Bivacco, si partecipa adun rituale con abiti cavallereschi… E si pronunciail proprio SI per poter entrare nella Branca successiva...dopo una notte di veglia,la mattina c’è lacerimonia delle Promesse, la parte più bella ed...emozionante!!! Si crea un’atmosfera particolare,che, credetemi,si vive solo in queste occasioni!Serena Saponaro - Grottaglie 1… Il momento dei passaggi di Branca è moltoatteso da tutti ed avviene nella domenica di inizioattività: ci disponiamo in tre cerchi (Branco,Reparto, Clan) e, a turno, ogni Scout che deve passarealla Branca successiva, viene chiamato ad altavoce ad entrare nella nuova comunità.Giulia Rossi - Adria 2Fine ottobre : come al solito, si avvicina l‘ uscita deipassaggi. Nel modo più classico possibile: gioco asquadre, pernottamento, accoglienza. Cerchio perbranche, ricordo dei momenti trascorsi insieme,cerchio unico per i nuovi arrivati.È inevitabile qualche lacrima, o no?Francesca Morelli - Tuscania 1… I passaggi sono un’ occasione molto importante,un motivo di unione tra i due GruppiCamposampiero 1 e 2 che durante l’ anno non siritrovano mai.La cerimonia, solitamente fissata nel mese di ottobre,comprende un pernottamento in tenda.La vera e propria cerimonia si svolge il sabato, tuttele Unità si riuniscono, pronte0 per essere rinnovate.Si comincia dai Lupetti e si procede per gradi.Ogni singolo passante viene chiamato e deve svolgereun percorso che lo porta al suo nuovo gruppocon cui farà una grande festa!Inoltre l’ uscita in tenda, parlo soprattutto per i/lenovizi/e, è un’ esperienza importante perché dà lapossibilità di legare subito con la Squadriglia. I CapiSq. vengono informati, prima della cerimonia, diquali novizi avranno in Sq.Il giorno dei passaggi è un turbinio di sentimenti, siva dalla tristezza, per la gente che ci abbandona, allagioia, per quella che arriva.Sara Zanchin - Camposampiero 1… Il nostro Gruppo, verso l’inizio di ottobre, organizzaun bivacco per segnare l’inizio dell’anno scout.Questo è il bivacco dei passaggi: il Reparto in tenda,i Lupetti in casa, ma comunque tutti insieme in attesadella cerimonia che tutti aspettano:i passaggi.Durantela cerimoniaci dividiamo inPassaggio “bagnato” - Sanluri 1cerchi: Lupetti eCoccinelle,Reparto, Noviziatoe Clan. I Lupettidel C.D.A.vengono bendatie dopo un percorso,abbastanzalungo, arrivano alReparto dovevengono fatti saltaresu un “ponte”fatto di braccia. Ilpassaggio vero eproprio avviene


durante la prima riunionein sede: li facciamofare una serie diprove e poi li dividiamonelle Squadriglie.Miriam Fiorenza -Genova 25… Non sempre sisegue una tradizione! ILupetti passano chiamati,da noi E/G, perPassaggio allegro - Sanluri 1nome. I Capi Sq. devonoprendere il guidonee tirarlo al proprio successore (senza tirarglielo intesta o in un occhio) che DOVREBBE prenderlo alvolo! Salutano tutte le persone del Reparto, conbacetti, strette di mano e roba simile. Infine se nevanno, seguiti dal canto dell’addio!”Benny Capuani - Teramo 1… I Lupetti, che devono passare al Reparto, passanoun’oretta con i Vecchi Lupi… la mattina:prima passano quelli del Clan, poi quelli delReparto, e poi quelli dei Lupetti... per tutti è unagiornata tristissima: si perdono persone a cui siteneva molto…Marta Todeschini - Sarmeola 1… i Reparti, maschile e femminile, vanno all’uscitadenominata “delle foglie morte”, l’ultima uscitacon l’ormai vecchia Alta Squadriglia ed i Capi dell’anno...l’ultima notte per ricordarsi dell’anno trascorso,vissuto e passato. Il giorno seguente tuttoil Gruppo partecipa alla Messa... poi ci si disponein file, a semicerchio, seduti, per Unità. Il CapoGruppo apre la cerimonia con un discorso, successivamente,sempre partendo dai più piccoli,ogni Unità va in mezzo al semicerchio e grida ilproprio “urlo”… poi i Capi Unità chiamano i nomidi chi deve passare alla Branca successiva... L/Cvengono accolti nel Reparto... esperti Esploratorie Guide continuano il loro cammino nel Noviziatoe poi Clan... con simpatici giochi, ogni Unità scoprei Capi che avrà per l’anno a venire...si chiudela cerimonia tutti insieme, con un canto, con lapreghiera ed il voga finale...e...tutti pronti perincominciare un anno nuovo!Elena Bassoli - Carpi 5… Di solito l’evento avviene in una fresca giornatadi ottobre. Il passaggio avviene in una piccola raduradelimitata dai tipici muretti a secco pugliesi. Ma ilpassaggio del nostri Esploratori e Guide sembra disolito un funerale.Anche se la brezza ci accarezza ilvolto, come una consolazione al momento che cista aspettando.Sapete,un’esperienza di Reparto è più di una comuneuscita, si impara a conosceree ad accettare meglioMomento di passaggi - Fiorenzuola 1le persone, perchè di ogniLupetto che entra bisognaapprezzare qualità e difetti.… non ho mai assistito aduna cerimonia in cui gli E/Gdiventano novizi, ma me nehanno parlato, hanno dettoche un secondo dopo avervisto i loro compagni scompariredal cerchio, alcunisaltano felici ma altri hannogià nostalgia… consiglio divivere l’esperienza del passaggiocome un momentodi divertimento e un’occasioneper essere vicini conil cuore a chi se ne va e,ricordate, non è un funerale, anche se noi la facciace l’abbiamo.Giuseppina Monteleone - Noicattaro 1… Ogni anno si assiste ai passaggi, ma non si è maipronti per viverli inprima persona… inizianoi Lupetti salutando ilBranco. Il Reparto intona“Cenerentola” e agran voce pronuncia ilnome chi dovrà passare.Dopo il CDA, tocca alConsiglio Capi, ilNoviziato inizia a cantarequalcosa e terminaurlando il totem dicolui/ei che inizierà laprova. Con altre prove ilNoviziato passerà nelClan.Martina Antoniciello- Caserta I.… E SUCCEDE ANCHE DI QUESTO, PER CARITA’ NON IMITATELI!Un reale segno di passaggio - Varese 7... da noi c’è da sempre la tradizione di sottoporre i ragazzi che passano a dei piacevoli, o disastrosi(dipende dai punti di vista), scherzetti che di sicuro si ricordano... quando due anni fa é toccato ame: ci hanno ricoperto di farina e poi, bendati, dovevamo colpire, con dei bastoni, dei palloncini pienid’acqua (con il piccolo particolare che noi non conoscevamo il contenuto) che ci cadeva addosso,facendo diventare la farina una melma indescrivibile!!!! Che schifo... non dimenticherò mai la sensazionedi sporco che provavo in quei momenti ma... che risate!!!!LE TRADIZIONI DEI “PASSAGGI”Avventura 8/<strong>2005</strong> 9


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleRaccontiNO MARTINO?... NO PARTY!DI SARA MELONIDISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCINO MARTINO?... NO PARTY!Che freddo stanotte, pensò Martino.L’inverno era arrivato da un pezzo ela neve continuava a cadere senza sosta.Il reparto, come impresa di Natale, avevascelto di metter su uno spettacolo. Un’ideapoco entusiasmante per chi, come lui, era semprestato abituato a maneggiare cordini e costruirepercorsi Hébert.Sabato pomeriggio, l’ennesima riunione di Repartoe ancora una sgridata da parte dei Capi. “Senzaimpegno non si conclude niente: il centro Anzianiconta su di noi” - aveva urlato Silvia, la CapoReparto.Quella sera Martino era triste perché aveva capitoche c’era qualcosa che non andava. Ma cosa?Sotto le coperte del suo letto si addormentò,ripensando alla riunione del pomeriggio e, appenadopo, cominciò a sognare.Si trovava in un teatro, al cospetto di molte personeche riusciva a distinguere a fatica .Tutta colpa diquel faro che aveva puntato negli occhi, il tipicofaro da teatro.Attimi di panico, non sapeva cosa dire. La luce eratroppo forte e lo abbagliava.Si svegliò di soprassalto.Aprì gli occhi a stento perchéaveva ancora impressa nella mente quella lucemolto forte.In realtà, nella sua stanza cominciavano ad intravedersile prime luci del giorno. Era Domenica.Si alzò, si lavò e indossò l’uniforme. Era pronto perla riunione di Reparto.Salutando la mamma, dopo aver fatto colazione, sidiresse verso la sede, in bicicletta.Lungo la strada incontrò Giorgio e Marco che avevanouna faccia così insonnolita da far invidia ad unbradipo in letargo.“Su ragazzi, siamo in ritardo…correre, correre!”I due lo guardarono con delle facce spaesate e,forse per il sonno, cominciarono veramente a correreverso la sede.“Stranamente siamo tutti!” esclamò Martino appenaarrivato.“Benissimo, da oggi si comincia a lavorareseriamente”.Margherita, perennemente rintontita, non esitò aguardarlo con la faccia da punto interrogativo.Martino salì sulla cassa della squadriglia Pantere, ecominciò a dire:“Abbiamo stampato e distribuito ivolantini, abbiamo fatto autofinanziamento percomprare il materiale di scena, siamo stati pomeriggiinteri a cucire costumi e montare impianti.Tradieci giorni precisi, tutti i nostri genitori, insiemealle persone del quartiere, verranno a vedere ilnostro spettacolo. Che figura faremmo se, almomento opportuno, dimenticassimo le battute, leluci non funzionassero e la musica andasse avanti acaso? Ci siamo impegnati a raccogliere fondi per ilcentro anziani: vorrete mica andare ai lavori forzatiper recuperarli?”In men che non si dica, il reparto cominciò a lavorare.Tuttiavevano realizzato che il tempo rimastoera veramente poco e che le cose da fare eranotante.Andrea cominciò a muoversi freneticamentecon i cavi da collegare al mixer. Margherita rincorrevaMarco con un ago in mano perché dovevaprendere ancora le misure per cucirgli una tunicadella sua misura.Trascorsero i dieci giorni tra telefonate, appuntamenti,riunioni e soprattutto prove.La sera dello spettacolo il Reparto era febbricitante.La paura che qualcosa non andasse per il meglio e laresponsabilità della raccolta fondi per il centroanziani, non aiutavano certo le cose.Lo spettacolo, però, andò per il verso giusto. Allafine, tutti gli applausi furono giustamente meritati. IlReparto si era impegnato e la raccolta fondi avevadato i suoi frutti.Tutti i vecchietti del quartiere ringraziaronolautamente il Reparto offrendodolci e cioccolata calda a tutti gli attori.Mai come quella sera Martino, sotto lecoperte, fece sonni tranquilli.10Avventura 8/<strong>2005</strong>


Racconti di di Natale NataleLUCA E MATTEODI ALESSANDRO TESTADISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCIRacconti di di Natale NataleRaccontiOgni anno, all’inizio di dicembre, Luca diventavapensieroso: tra poco sarebbe stato dinuovo Natale. A lui sarebbe anche piaciuta l’atmosfera“da cartolina”, ma la sua esperienza personaleera ben diversa. Figlio di genitori divorziati,per lui il Natale significava prima di tutto la difficileimpresa di “festeggiarlo” senza scontentarenessuno dei due, cosa non facile per via dei turnilavorativi di suo padre che impedivano di creareuna regola fissa.Quell’anno poi aveva una preoccupazione inpiù: era l’ultimo anno che avrebbe potuto vincerela corsa di beneficenza, che il parrocoorganizzava il giorno di Santo Stefano tra tutti igruppi giovanili.Sapeva già che sarebbe finita come l’anno scorso:lui e Matteo, il suo Capo Squadriglia, avrebberodistanziato nettamente tutti e poi, all’uscita delbosco, si sarebbe dovuto arrendere al suo scattofinale. Ormai c’era quasi abituato: lui e Matteosi conoscevano fin dalle elementari, e da alloraera sempre andata così.Nati a distanza di neanche un mese, si eranotrovati insieme anche alle medie, alle superiori,e nella vita scout. Luca invidiava le molte occasioniin più che la vita aveva offerto a Matteo: unafamiglia unita, la sorella che aveva aspettato inutilmente,sport e corsi a non finire (tennis, nuoto,chitarra, ecc.), ogni anno la settimana bianca e lavacanza studio in Inghilterra…ed era anche moltoconteso dalle ragazze!Matteo, però, era rimasto un ragazzo semplice,perciò era difficile avercela davvero con lui. Lucaaveva fin lì mantenuto nei suoi confronti sentimentiambigui: invidia, ma anche rispetto.La situazione esplose due giorni prima di Natale,quando Luca vide sul corso Matteo con Elisa, laVice delle Pantere, con cui stava forse nascendoqualcosa. Questo era troppo! Passino le umiliazionidi anni. Passi non fare il Capo Sq. a vantaggio diMatteo, ma Elisa no! Questa volta gliel’avrebbefatta pagare. E la corsa capitava a proposito…La gara consisteva nel raggiungere, aiutati dallacartina, un punto del bosco e tornare lungo un’altradirezione. Il piano di Luca era semplice: procurarsiuna cartina in bianco ed offrirsi alla partenzadi distribuirle, dandone a Matteo una truccata permandarlo fuori strada!Dopo il via, Luca e Matteodistanziarono subitotutti. Poi Luca finse distaccarsi, e vide da lontanoMatteo che cadevaAvventura 8/<strong>2005</strong>nella trappola: aveva deviato verso il vecchioabbeveratoio, mentre lui continuava a salireverso la chiesetta abbandonata. Già si vedevaspuntare fuori dal bosco fra gli applausi e vincerela corsa….Ma la troppa foga gli fu fatale: mise male un piedee cadde lungo la scarpata. Battè la testa e svenne,senza che gli altri, più indietro, se ne accorgessero.Nel frattempo Matteo, rimasto solo, aveva capitodi essere stato imbrogliato. Questo da Luca nonse lo sarebbe mai aspettato! Stava tornandoindietro di corsa quando se lo ritrovò davanti,svenuto e sporco di sangue.E’ difficile descrivere il risveglio di Luca di frontea Matteo: la testa gli ronzava, aveva una cavigliacosì gonfia che non poteva reggersi in piedi, e lelacrime gli cadevano così forti da non riuscireneanche a parlare. Mentre tornavano lentamenteinsieme a casa, non ci fu bisogno di fare domande:Luca confessò il colpo basso e il perché lo avevafatto. A quel punto Matteo si calmò del tutto escoppiò in una risata: quel pomeriggio era uscitocon Elisa per aiutarla a scegliere cosa regalare aLuca per Natale! Lungo il resto della strada Lucae Matteo, che pur conoscendosi da sempre non sierano mai parlati davvero, ebbero il tempo dispiegarsi e raccontarsi un sacco di cose…All’arrivo Matteo disse semplicemente di essersiperso, e non raccontò mai la verità. Da quellamattina i due divennero grandi amici, e continuaronoa scambiarsi consigli per tutta la vita, anchequando, cresciuti, presero strade diverse.LUCA E MATTEO11


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleSCHERZO O NATALE?RaccontiDI GIORGIO INFANTECON IL CONTRIBUTO DI ANDREA BORSETTODISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCISCHERZO O NATALE?12Rosalba aveva convocato la Squadriglia cometradizione per il sabato. Ordine del giornotrovare un’Impresa da fare per Natale. Le ideescarseggiano, le poche che emergono sono pocofantasiose. Uscita sulla neve: fatta l’anno prima.Spettacolo alla casa di riposo: non è che a Natalesono tutti lì e il resto dell’anno non ci va nessuno?Insomma la riunione finì con un nulla di fatto.Tutto rinviato alla settimana successiva, ma il 25dicembre ormai si avvicinava sempre di più.Le più piccole della Squadriglia avevano deciso ditrovarsi prima della riunione per parlare un po’.Con loro grande sorpresa Irene e Silvia notaronoche la sede era aperta, fatto inconsueto perl’ora. Prese dal mistero di scoprire chi c’era insede, entrarono. Era Bagheera, il Capo Branco.Grande festa. In fondo erano pochi mesi cheerano passate dal Branco al Reparto. Le dueGuide notarono che stava lavorando con dei piccolitappi di sughero, stuzzicadenti e un po’ di fildi ferro. Il loro ex Capo li raccontò che stavafacendo dei regalini di Natale per il Branco. Soloche il lavoro era sempre più pressante e il temposempre meno.Aveva, infatti, appena cambiato lavoro,e per forza di cose si trovava a fare orari moltoimpegnativi, lamentandosi di non avere il tempo chedesiderava per fare i lavoretti per il Branco. Mentreraccontava arrivò Rosalba e via via le altre dellaSquadriglia. Intanto Bagheera salutò e disse cheandava al lavoro: cominciò così la riunione. Stessoproblema della volta precedente, nessuna idea.Intanto Irene e Silvia stavano ancora pensando airegali dei Lupetti: non erano riuscite a vedere nessunlavoretto finito, però sul tavolo c’erano alcuneconfezioni già chiuse. La tentazione di guardare ilcontenuto era indubbiamente alta, ma per un po’resistettero. Ma allaprima pausa della riunione,non ci riuscironopiù e sbirciarono: iregalini consistevanoin piccole barchette.Ma la fattura lasciavamolto a desiderare, sivedeva che la fretta,nella realizzazione,aveva impedito unbuon risultatofinale. Si guardaronoun attimonegli occhi ein un batterdi ciglia nacquel’idea per l’Impresa. Idea che venne approvatadal Consiglio di Squadriglia, anche se in effetti serpeggiavaun po’ di incertezza.Nelle settimane successive, la Squadriglia si trovavanon in sede ma a casa di Viviana. Questo perchèera assolutamente importante manteneresegretezza sull’Impresa. A turno però una squadriglieragirava per la sede con l’intento di trovareBagheera per ottenere informazioni.L’informazione arrivò: si seppe che l’occasione,per la consegna dei regali, era la S.Messa diGruppo, due giorni prima di Natale. Quindi tuttoandava preparato per quella data.Trascorsero le settimane, la Squadriglia continuònella sua opera silenziosa e misteriosa. I CapiReparto erano quasi intimoriti, Rosalba si erarifiutata di rivelare il contenuto dell’Impresa diSquadriglia, sostenendo che si trattasse di unasorpresa. Il giorno prima della Messa, le Pandaentrarono di soppiatto in sede. Cercarono subitodi capire se erano sole e se c’erano ancora i regalini.Dopo essersene assicurate cominciarono adaprire tutte le confezioni. Così ebbero la confermache tutte le barchette non erano il massimo.Le sostituirono una ad una con delle nuove, fattea casa di Viviana, estremamente ben fatte.Addirittura si potevano vedere anche piccolefinezze, come l’ancora fatta con il fil di ferro.Riconfezionarono il tutto e lo lasciarono come senulla fosse successo. Alla consegna dei regali alBranco, i Lupetti rimasero molto colpiti dai regalini,ma anche Akela si complimentò con Bagheeraper l’ottimo lavoro. Tanti sorrisini e sguardi diapprovazione fra le squadrigliere delle Panda, manessun gesto esplicito. L’Impresa sarebbe dovutarestare assolutamente segreta.Avventura 8/<strong>2005</strong>


Racconti di di Natale NataleCOMPAGNI DI BANCORacconti di di Natale NataleRaccontiDI MAURO BONOMINIDISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCILa ditta in cui lavorava aveva chiuso e il padredi Giacomo aveva dovuto trasferirsi, con lafamiglia, in un’altra città. Era stato difficile lasciarecompagnia, scuola, il Reparto dove era CapoSquadriglia, ma la vita bisogna saperla accettarecosì come viene.Appena il tempo di sistemarsi eaveva già preso contatti con il Reparto della nuovacittà, il Capo Reparto, dopo essersi messo in contattocon il precedente Capo del ragazzo, gli avevaaffidato l’incarico di Vice delle Pantere.Con Gianni, il Capo Squadriglia, si era trovato subitobene, si era già riunito due volte con laSquadriglia, sarebbe stato di certo un buon anno.Più difficile gli sembrava inserirsi nella nuova scuola:programmi diversi, professori diversi. Il primogiorno aveva conosciuto gli altri compagni, si eranoscambiati notizie scolastiche e pettegolezzi. Poi,dopo l’appello c’era stata l’assegnazione dei banchi.Giacomo era finito in terza fila, tra una ragazzabionda e carina, Elena, e un ragazzo di originemarocchina,Ahmed. Loro tre avevano subito legato,erano rimasti a parlare anche durante la ricreazione.Tuttosembrava meraviglioso, meno i programmidi due materie: matematica e scienze, in cui si eraaccorto di essere veramente molto indietro.Alloraavevano organizzato una coalizione.Ahmed, bravissimoin matematica, aiutava gli altri due in questaAvventura 8/<strong>2005</strong>materia, Elena si occupava di scienze e Giacomo,piuttosto dotato nello scrivere, dirigeva i lavori diitaliano.Tra i soliti alti e bassi della scuola, si arrivòa dicembre. In quel periodo Ahmed cominciò acambiare: era sempre assonnato, non si era piùincontrato con i due compagni di banco. Giacomoed Elena lo presero in mezzo e lo misero alle strette.Così Ahmed raccontò che suo padre avevainstallato una piccola attività, montava spine elettriche,bamboline di plastica, tutta merce che finiva neisupermercati. Per quel mese gli era arrivata unagrossa commessa di spine, solo che non ce la facevanoa stare dietro all’ordine: lavoravano giorno enotte e Ahmed li aiutava. Giacomo ed Elena, all’uscitadi scuola si fermarono un attimo, non civolle molto per mettersi d’accordo. Al pomeriggioerano davanti a casa di Ahmed, Elena avevaportato con sé altri due ragazzi, Fabio e Francesco,avrebbero dato una mano anche loro. Per tre settimaneoffrirono ad Ahmed e alla sua famiglia il lorolavoro. Con otto braccia in più la commessa furispettata, il padre di Ahmed voleva pagarli, ma loronon accettarono nulla, lo avevano fatto… per amicizia,solo per amicizia.L’ultimo giorno di scuola Ahmed portò, per ognunodei quattro, un bellissimo caffettano, uno diquei camicioni lunghi che si usano nei paesi arabi.Insistette perché lo accettassero e disse ancheloro che, pur non essendo della stessa religione,augurava loro un felice Natale. Quella stessa seraGiacomo si mise in uniforme e attese che Giannilo venisse a prendere. In una chiesa del capoluogoCapi e Vice del Reparto avrebbero partecipatoad una veglia con le Alte Squadriglie della Zona.La veglia fu una delle più belle a cui Giacomoaveva partecipato, parlava di un veliero che partivaper un viaggio, con le vele piene di buoni propositi.Appena fuori dalla chiesa quasi si scontròcon una ragazza bionda. :”Scusa!” Le disse… erimase a bocca aperta. La ragazza era Elena :”NegliScout? Anche tu?” Lei sorrise e gli disse :”Certo!Allora… amici?” Giacomotese il braccio destro nelsaluto scout e strinse lamano sinistra di Elena chericambiò il saluto: ”Fratelli,non solo amici!”.COMPAGNI DI BANCO13


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleLA MISTERIOSA B.A. DI LUCARaccontiDI LUCIO COSTANTINI, LUPO CHE CANTADISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCILA MISTERIOSA B.A. DI LUCA14Per il terzo venerdì consecutivo Luca, il Vice deiPellicani, si presentò alla riunione diSquadriglia con ben mezz’ora di ritardo biascicandodelle scuse del tutto incomprensibili. Fabio, il CapoSquadriglia,interrompendo la chiacchierata di topografia,gli lanciò un’occhiataccia guardando conostentazione l’orologio. Pensò che fosse giunto ilmomento di parlargli.Dirigendosi verso casa - i due amici abitavano vicini- Fabio prese per i giardinetti.Sedettero sulla solitapanchina, dove i rumori del traffico arrivavanosmorzati. Lì impostavano costantemente programmidi uscite e riunioni di Squadriglia.Tra le piantefiltravano, discrete, le luci degli addobbi natalizi dellavicina piazza. Luca intuì che il suo Capo voleva parlargli.Lo prevenne.“Fabio,so cosa mi vuoi dire.Con i miei ritardi nonsono di buon esempio per i nostri squadriglieri,ma… la cosa non dipende da me e… – sembravache il Vice dei Pellicani facesse fatica adaprirsi con il suo amico più caro – dammi unpo’ di tempo.Ti spiegherò tutto più avanti…Non insistere. Proprio… non posso. Eccotutto”. Luca guardava nel vuoto, dritto davanti a sé,visibilmente a disagio. Fabio si arrese.I ritardi di Luca si mantennero tali e quali per diversevolte. Poi la cosa, quando Dio volle, terminò.Luca si ripresentò alle riunioni di Squadriglia in perfettoorario. I suoi occhi si erano fatti stranamenteluminosi.Al termine d’una riunione, seduti sulla loro panchina,fu ancora Luca a parlare per primo:“Fabio, ho sciolto il mio nodo”.“Che nodo?” fece Fabio preso alla sprovvista daquell’ inizio insolito.“Quello fatto sul mio fazzolettone”.“Una B.A.? Perché me ne vuoi parlare? Le B.A. nonsi raccontano mai!”.“Lo so, ma questa è stata un po’ speciale e… puòspiegare i miei ritardi alle riunioni…”.Fabio guardò l’amico con occhi interrogativi e unpoco increduli.”E’ stata la mia vicina”.“Francesca? Me l’immaginavo. Ho sempre pensatoche ti piacesse! Del resto non si può dire che nonsia carina”.“Cos’hai capito? – Luca rise – Nonlei. Sua madre”.“Sua madre?” gli occhi di Fabio sisgranarono ancora di più.“Sì, è stata lei a fermarmisotto casa ea chiedermi unacortesia. Si trattavadell’altro figlio…”.“Claudio?”.“Sì. Entrambi lo ricordiamoda semprerannicchiato inquella carrozzella,incapace di muoverlada solo. Ha sempreavuto bisogno diqualcuno che lo aiutassea raggiungere,ogni pomeriggio, ilcentro di riabilitazione.Ho vistospesso il padre, avolte Francesca, o lamamma dietro quellacarrozzella. Beh!Non voglio fartelalunga. La mamma di Claudio mi ha chiesto di darleuna mano, dato che per un certo periodo il maritosi sarebbe assentato per non so che lavoro all’esteroe nemmeno Francesca era in grado di aiutare ilfratello. Così mi sono preso l’impegno di andare aprendere Claudio ogni pomeriggio, all’uscita dalcentro di riabilitazione. Se non lo avessi fatto, suamadre si sarebbe trovata in difficoltà.Una volta riaccompagnatoloa casa sostavo un poco con lui. Poi dicorsa a riunione”.A Fabio parve che la voce di Luca si incrinasse unpoco, poi l’amico riprese:“Sai… Claudio è un ragazzodolcissimo e anche se non si esprime come noiè in grado di comunicare a modo suo… Forse avreidovuto avvertirti, ma si trattava di una BuonaAzione e sappiamo – ce l’hanno insegnato i Capi –che una è una faccenda tutta tua, non devi parlarnecon nessuno… Purtroppo il rientro a casa diClaudio coincideva con l’inizio della riunioni diSquadriglia e…”.“O.K. vecchio mio… ho capito”. Fabio, senzaaggiungere altro, pose dolcemente un braccioattorno alle spalle dell’amico.A entrambiparve che le luci natalizie seminascostetra gli alberi ammiccassero, più luminose…Avventura 8/<strong>2005</strong>


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleIL SOFFIO DELLA VITA DEL BUON DIORaccontiDI STEFANO GARZARODISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCIGiacomo fece un sogno spaventoso. Era contutta la Squadriglia in un presepe, ma propriodentro, in mezzo a pecore e pastori.Camminava verso la grotta, quando san Pietro glisbarrò il passo. San Pietro nel presepe? Giacomostava per dirgli che aveva sbagliato storia, ma ilvecchiaccio lo fulminò con un’occhiata: quello erail giorno del giudizio, e per passare bisognavasuperare l’esame. D’accordo. Giacomo aveva lacoscienza a posto: rispettava il prossimo, nonprendeva in giro i genitori, diceva poche parolaccee faceva molte altre cose ammirevoli. Ma alladomanda «Come tratti le piante e gli animali?»,Giacomo fu davvero sorpreso: «Ma che c’entrano?Non vengono mica in Paradiso con noi?».«Ne sei così sicuro?» ribattè ilvecchio mentre si grattava laschiena con una delle grosse chiavi.Spiegò al ragazzo che le piantee le bestie non hanno un’animacome la nostra, ma provano dellesensazioni. I fiori, ad esempio,distinguono se la mano che siavvicina è lì per curarli oppureper strapparli e farne un mazzoche presto seccherà.Gli animali sono ben più sensibili:provano affetto per i loro piccoli e per il branco,sentono la paura, soffrono non soltanto per unazampa rotta, ma ancor più quando vengonoabbandonati e maltrattati, quando si sentono traditida chi credevano li amasse. Giacomo pensò achi va in vacanza buttando il cane sull’autostrada,a chi uccide a bastonate i cuccioli di foca per ricavarnela pelliccia, a chi usa il fucile a doppia cannacontro le oche, disarmate, che stanno migrando.Pensò ancora alla tigre impazzita dietro alle sbarredello zoo, e alle facce tristissime delle scimmieprigioniere nelle gabbie dei laboratori di vivisezione,destinate cioè a essere fatte a pezzi da vivedurante gli esperimenti. E qualcuno dice che nonc’è nulla di male, convinto che le bestie non soffrano.«La differenza tra gli animali e le persone – disseil custode del Regno della Felicità – è che gli animalinon cambiano modo di vivere con il passaredei millenni; il loro istinto li porta a mangiare, cacciaree giocare sempre allo stesso modo, perchénon possono scegliere un comportamento piuttostoche un altro. Se la tigre ammazza il cacciatore,non è la tigre ad essere cattiva, ma è il cacciatoreche è scemo».«Quindi gli animali hanno un po’ di anima?».Avventura 8/<strong>2005</strong>«Non come la tua, certamente, ma anche lorohanno ricevuto il soffio della vita del buon Dio».«E noi?».«Le persone – spiegò Pietro – possono sceglieretra il bene e il male: se tu vuoi far soffrire il tuoprossimo, nessuno te lo può impedire. Ricordati,però, che quando starai qui davanti a me dovrairisponderne. E potrebbero essere guai seri».Giacomo si svegliò terrorizzato. La stanza erafredda, ma lui sudava come un termosifone. Maipiù sarebbe entrato in un presepe, nemmeno insogno.Sentì il respiro di Mandrake, il suo cane pelosoche dormiva accanto al letto.Avrebbe voluto svegliarloe gridargli: «Io ti tratto bene, hai capito? Almomento giusto, ricordati di dirlo a quel vecchiocon le chiavi».La mattina seguente Giacomo partì per il CampoInvernale. I Capi gli avevano permesso di portarsiMandrake. Durante la preghiera della sera venneletto un antichissimo brano della Bibbia che raccontavacom’è fatto il Paradiso. Diceva che là tuttisono amici, che il lupo e l’agnello abitano insieme,così come il leone e la gazzella.Allora è vero chein Paradiso ci sono gli animali.Mentre camminava sul sentiero, si disse che unpezzo di Paradiso lo stava già vivendo, perché luiera davvero il migliore amico di Mandrake, cheintanto si divertiva a saltare come un matto sullaneve.IL SOFFIO DELLA VITA DEL BUON DIO15


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleCORREVA L’ANNO...RaccontiDI FABIO FOGUDISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCICORREVA L’ANNO...16Correva l’anno...di preciso, qualefosse non ricordo, mala storia è moltoconosciuta e l’avretegià sentita tante altrevolte. Un signore,ormai non più tantogiovane, stava tranquillonella sua casaquando a un certopunto sentì una voce:«Vattene dal tuopaese, dalla tua patriae dalla casa di tuopadre, verso il paeseche io ti indicherò.Farò di te un grandepopolo e ti benedirò,renderò grande il tuonome e diventeraiuna benedizione;benedirò coloro cheti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò,ein te si diranno benedette tutte le famigliedella terra». Scelse di obbedire. Si fidò di quellavoce e partì. Quel signore si chiamava Abramo ela voce che sentì era quella di Dio.Correva l’anno 1928 quando anche un gruppo digiovani Scout sentì improvvisamente una voce. Inrealtà nessuno disse niente ma tutto fu scritto inun documento. Le parole erano più o meno queste:«Non potete più esistere, lasciate le vostresedi, le vostre uniformi e i vostri ideali». Scelserodi obbedire, ma alla loro Promessa, alla loroLegge. Continuarono, di nascosto, a vestire la lorouniforme e a vivere secondo gli insegnamentidello scoutismo. Quei ragazzi erano le AquileRandagie e la voce, che non ascoltarono, era quellache durante il periodo fascista soppresse ilmovimento scoutistico.Correva un anno e un giorno qualsiasi.Un qualsiasi ragazzo con qualsiasi nome sentivadelle voci. Quelle dei genitori a casa, degli insegnantia scuola, dei Capi Reparto e dell’Assistentein sede. Uno scelse di obbedire, ma solo per tapparela bocca a mamma e papà, al Capo e all’insegnante.«Almeno la piantano di rompere».Un altro a quelle voci non ci faceva caso «megliofar finta di niente,così non hai nemmenoil problema dipensare cosa sia giustofare».Un terzo invece sidivertiva a fare sempreil contrario diquello che la vocechiedeva. Ma non perseguire e obbedire aun proprio ideale, oper chissà quale altrascelta. Ma per ilgusto di trasgredire,perchè «oggi chi nontrasgredisce non ècool, non è al centrodella compagnia diamici e chi si piega aiconsigli della mammae del Capo Repartorischia di essere unosfigato che non sa ragionare con la propria testa».Quando l’anno qualsiasi stava per terminare lasua corsa, si avvicinò il Santo Natale.I ragazzi qualsiasi e con qualsiasi nome pensaronoche era arrivato il momento di ascoltare tuttele voci. Quelle di mamma e papà, degli insegnantie dei Capi Reparto. Anche se a loro non importavaniente di cosa dicevano, l’importante eraascoltare; non potevano rischiare che qualche«no» di troppo influisse sulla quantità di pacchiche avrebbero trovato sotto l’albero.Correrà un anno, o forse è già corso, in cui losguardo di un ragazzo qualsiasi e con qualsiasinome si soffermerà su un quadro appeso sullaparete della sede scout e inizierà a leggere.Quando arriverà alla settima riga probabilmentegli tornerà in mente quella antica storia moltoconosciuta. Capirà allora che Abramo non haascoltato la voce di Dio per «farlo contento» enemmeno per il semplice dovere di «eseguire unordine imposto dall’alto». Poi penserà al 1928 ealle Aquile Randagie. Scoprirà che si può ascoltareanche più di una voce. Ma poi l’importante èsaper obbedire a quella più giusta: quella cheanche con sacrificio e sofferenza ci fa raggiungeregli obiettivi.Avventura 8/<strong>2005</strong>


Racconti di di Natale NataleDI BUBBA - ELEFANTE LABORIOSODISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCIRacconti di di Natale NataleUN NATALE SPECIALE: RE MAGIE UNA STELLA COMETARacconti25 dicembre 1980.Erano passati precisamente un mese e due giornida quando quegli interminabili sessanta secondiavevano cambiato la storia di quel popolo.Avellinesi, gente umile, abitanti di una cittàsegnata dal grande boom demografico, bramosadi riscatto sul piano culturale e urbanistico. Maquel terremoto cambiò ogni cosa: palazzi abbattuti,strade dissestate, ponti crollati; la Torre dell’orologio,simbolo della città, era ormai solo labase di una lunga costruzione che non scandivapiù le ore e il duomo, da poco restituito ai fedeli,appariva quasi totalmente distrutto. Fu unadelle catastrofi più disastrose che l’Italia ricordi.Furono molte le persone che persero la vita, maancor di più quelle che persero la casa, fu cosìche si misero in moto i primi aiuti. Ma non arrivaronosolo le forze militari, arrivarono soprattuttotanti volontari: Scout, Misericordia, CroceRossa, infermieri, medici ma anche tante personecomuni che avevano sentito la necessità diporgere una mano a chi in quel momento era indifficoltà.Si erano iniziatea montaretendopolie a provvedereal viverequotidiano: sidistribuivanoogni giornoinnumerevolipasti, si distribuivanocoperte, insommasi cercavadi sopperire,per quelche era ilnecessario, aciò che il terremotoavevaormai tolto.Così si arrivòalla vigilia diNatale, solitamentegiornoAvventura 8/<strong>2005</strong>di gran festa, di grandi preparativi, ma l’atmosferanon era delle migliori. Di regali nemmeno a parlarne,sarebbero stati troppi i sacrifici da dover affrontarenel prossimo futuro.C’erano diverse tendopoli sparse in varie zonedella città, la più centrale era quella che sorgevaintorno alla chiesa parrocchiale di S. Ciro.Molte erano le famiglie ospitate nelle tende; ibambini presenti, con o senza la propria famiglia,erano quelli che concedevano ai più grandiqualche minuto di distrazione.Ma quella mattina tutti si erano accorti che nell’ariac’era qualcosa di diverso, i bambini, correvanoe giocavano, come sempre, i grandi si davanoda fare come al solito, ma i volontari, tra iquali molti scout, avevano dei misteriosi atteggiamenti,erano strani.Alcuni volontari stavano iniziando ad addobbarealcuni dei grandi alberi che erano nel viale, altriinvece si muovevano freneticamente con moltipacchettini in mano portandoli da una parteall’altra, altri ancora si aggiravano con mestoli ecucchiai, altri invece con pali e corde cercavanodi costruire qualcosa.Le ore passavano ma i volontari continuavano aritmi frenetici il loro lavoro. Finalmente era arrivatal’ora di svelare il tanto muoversi di quel giorno.Chiamate tutte le persone a tavola, si presentòdavanti gli occhi di alcuni Avellinesi uno spettacolodavvero unico: una trentina di volontari con unbuffo cappello da babbo natale portavano in manodei vassoi pieni di ogni bontà e pacchetti coloratiper ognuno di loro.Arrivò così tra la gioia di tutti il momento piùimportante della serata, la grande Veglia Nataliziapresieduta dal Vescovo. La Messa si celebrava all’aperto,ma il calore della gente era tale da non farpercepire minimamente il freddo.Si era creata ormai un atmosfera davvero unica, lagente stretta l’una all’altra cantava allegramente efinalmente si rideva spensieratamente per la primavolta dopo tanto tempo.La serata era ormai al termine, unbambino, uno tra i più piccoli, condue occhioni pieni di stuporerichiama l’attenzione degli altri edice:“ho visto una stella cometa”…UN NATALE SPECIALE: RE MAGI E UNA STELLA COMETA17


Racconti di di Natale NataleRacconti di di Natale NataleCHI AIUTERÀ BABBO NATALE?RaccontiDI VOLPE CHE PERCORRE IL SENTIERO FINO IN FONDODISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCICHI AIUTERÀ BABBO NATALE?18Le vetrine scintillavanoe per le stradeilluminate a festa, l’ariapizzicava un po’.Quanta gente sorridenteche passeggiava!Tutti correvano per gliultimi acquisti, qualcuno,per via dei giubbottitroppo lunghi eingombranti, rotolava.Ah! Frenesia natalizia…Con i candidi fiocchi dineve che scendevanolenti, il mio sguardo si posò sul negozio di giocattolida dove uscivano, gioiosi, tanti bambini conpacchi enormi e infiocchettati.Il nuovo modellino di fuoristrada sfrecciava luminosodavvero a velocità supersonica!E che dire della nuova bambola? Lei sì che eradavvero alla moda! E che accessori! Tanti da fareinvidia persino ad una vera diva…E, nella strada delle contraddizioni, all’angolo dellavia, s’ergeva, scuro, l’orfanotrofio.Una bambina scrutava dal cortile quel via vai digente.“Quest’anno Babbo Natale passerà anche perlei!” mi ripromisi.A casa feci partire subito una catena telefonicaper tutti i miei Squadriglieri.“Ma Capo, domani è il 23!” disse qualcuno, “Fanulla… alle 8:00 in sede! Con ago e filo e tutti iritagli di stoffa della nonna che trovate.Dimenticavo: tanti ditali!”.Io avrei “preso in prestito”, dalla falegnameria dimio zio, alcuni piccoli scarti di legno da cui, conl’aiuto di un po’ di carta vetrata, avrei ricavatodelle bellissime costruzioni in legno.Il giorno dopo, nonostante fossimo in vacanza, lasveglia suonò per tutti molto presto… o quasi.Quando anche Peppe, con gli occhi ancora pienidi sonno e le pantofole ai piedi, arrivò, avevo giàproposto alla Squadriglia il progetto: fabbricarecon le nostre mani tante bambole di pezza edelle costruzioni di legno da far trovare ai bambinidell’orfanotrofio ai piedi del letto, la notte diNatale.Tutti furono d’accordo da subito, nonostantesapessimo bene che, se con le costruzioni nonc’erano problemi, per le bambole… beh, nessunodi noi aveva mai cucito una bambola, al massimol’aveva privata dei capelli, per fare un dispetto alleamiche!Fortuna che Giulio aveva la specialità di sarto!Tutto merito di nonna Teresa che da sempre loobbligava a rammendarsi da sé i calzettoni chebucava ai campi.Incuriosita dal nostro progetto, nostra complicefu quindi anche la nonna di Giulio, sarta di professione,che, in qualche modo, riuscì ad insegnarcivelocemente qualcosa.Aveva procurato dei piccoli bottoni colorati perfare gli occhi, e della spugna per imbottire le bamboline;tutti ritagli di camicie vecchie e calzini.Per le costruzioni fu tutto molto più semplice.Occorreva carteggiarle un po’ e dipingerle dicolori vivaci.Ci impegnammo per la nostra nobile causa e, allafine, avevamo cucito in poche ore 26 bamboline emesso insieme un sacco pieno di costruzioni.Che impresa per noi ragazzi tenere ago e filo inmano! Fortuna che avevamo i ditali! Altrimenti…Persino la nonna di Giulio restò sorpresa: “Nonavevo mai visto una mano che somigliasse ad uncolapasta!”.E, osservando le bambole un incoraggiamento:“Non avrei saputo fare di meglio! Con un po’ dibuona volontà si può davvero fare tutto, eh!”, cheesperienza!Notte di Natale, avemmo tutti la medesima idea:offrire ai bambini dell’orfanotrofio anche deibiscotti fatti in casa…Ci incontrammo in uniforme per ascoltare laSanta Messa.Poi ci incamminammo verso l’orfanotrofio.Portammo di persona i regali ai piedi dei lettini,mentre i bambini dormivano.Fra il silenzio della stanza, unabimba si svegliò, mi guardònegli occhi, mi salutò con lamanina e sussurrò felice:“Allora sei passato veramenteBabbo Natale!”.


Racconti di di Natale NataleDI PICCHIO VOLENTEROSODISEGNO DI JEAN CLAUDIO VINCIRacconti di di Natale NataleL’ERRORE PIÙ GRANDERaccontiE'il 20 Ottobre del 1991, nella contrada diRovittello, Francesca è appena salita alNoviziato, dopo aver vissuto un anno diReparto.Francesca è una delle ragazze più carine delReparto Fenice dell’Acireale 3, tutti gliEsploratori più grandi si sono fatti sotto, l’hannocorteggiata, ricoperta di mille attenzioni, malei ha delicatamente bloccato quegli sforzi.Non si sente ancora pronta, forse perché ètroppo timida o forse perché nessuno, di queiragazzi, le ha fatto battere forte forte il cuore.Dario è al primo anno di Clan, un Clan appenariaperto, dove lui, Caterina ed Alessandro, i suoimigliori amici, sono i più grandi.Alessandro e Caterina sono quasi sempre silenziosi,non criticano, non giudicano, non diconomale, non pensano male, non fanno mai male.Il contrario di Dario che negli ultimi tempi èpresuntuoso, vanitoso, spesso superbo, sempreduro e poco pulito nel dire, nel fare, nel pensarele cose.Si espone sempre e comunque, nel bene e nelmale, nelle attività o nei confronti è sempre ilprimo a partire, ma troppo spesso, in questi ultimitempi, i suoi pensieri si tramutano in gesti eparole taglienti e dolorosissimi che fanno dannatamentemale.Il 20 Ottobre 1991 è la Domenica in cui Darioe Francesca si conoscono, scambiano qualchechiacchiera, condividono qualche momento inallegria.Ritornano sullo stesso autobus, Dario osservaquei nuovi ingressi e pensa, Caterina eAlessandro lo guardano e sanno che i suoi pensierinon promettono nulla di buono…Passano le settimane, Natale arriverà presto.Il Natale piace a Francesca, quelle luci, queicolori, quella gioia, Francesca sente il cuorecominciare a battere forte forte e ha la sensazioneche non sia solo per il Natale ormai prossimo,c’è qualcos’altro.Qualcos’altro che però non fa male, anzi è bellissimoperché è amore…Ma succede qualcosa in una sera di metà dicembre,in una sera di freddo pungente dove peròtutto è bello e colorato perché il Natale si avvicina.Succede che Dario legge unbigliettino scritto daFrancesca.Succede che quel bigliettinoaltro non è che il sogno diuna sedicenne diventatoinchiostro, nient’altro, ildesiderio di fermare il tempo quando lei è vicinaa lui, la sensazione che tutto diventi cosìmeravigliosamente sereno quando lei sente lavoce di lui, la consapevolezza che, se per ilmondo Dario è qualcuno, per Francesca Darioè il mondo intero.Ma la realtà è un’altra cosa, la realtà è inveceuna persona stupida ed ottusa che la deride e larimprovera; un ragazzo che, solo perché piùgrande, si reputa in diritto di insultarla, perchénon ha avuto il coraggio di dichiarargli quei sentimenti.Ma la più sporca azione è quella di voltarle lespalle ed andarsene, lasciandola lì immobile,mentre lo guarda e sente il suo viso bagnatodalle lacrime, mentre lui se ne va accompagnatoda quella dolce canzoncina di Natale che sidiffonde per quella stradina.Adesso Francesca vive a Scicli, ha lasciatoAcireale dove invece continuano a vivere i suoicompagni di Clan che spesso proprio nel periodonatalizio si riuniscono e la ricordano.Si dice sia felicemente sposata, Dario invece ècambiato, è un altro, anzi, è proprio l’opposto diquello che era in Clan.Quel pensare, quelle parole, quell’agire non gliappartengono più, perché ha capito che non c’ècura per le ferite inferte dai nostri cattivi atteggiamentie soprattutto che prima o poi ti siritorcono contro.Ed infatti, ancora oggi, Dario è spesso preda divergogna e rabbia per come ha trattato “Lei”,che è rimasta e per sempre rimarrà l’errorepiù grande.Vorrebbe trovare il modo di chiedere scusa efarsi perdonare, ma non sa da dove cominciare,oppure forse lo so, forse posso cominciareda qui: ”Francesca, se puoi, perdonami...”.L’ERRORE PIÙ GRANDEAvventura 8/<strong>2005</strong>19


E MENO MALE CHEI LUPETTI GIOCANO SEMPRE...DI PICCHIO VOLENTEROSODISEGNI DI CHIARA BEUCCIE MENO MALE CHE I LUPETTI GIOCANO SEMPRE...20Quando, nel 1429, Giovanna d’Arco sconfissegli inglesi a Orléans aveva diciassetteanni, una contadinotta, poco più che una bambina,un pidocchio; oggi Giovanna d’Arco è Santa.Quando Davide sconfisse Golia era un giovanepastore, niente di che, uno fra tanti della tribù;quella di Davide è la stirpe dalla quale discendeNostro Signore Gesù.Quando, nel 1762, Mozart compì la sua primaesibizione a Vienna, aveva solamente sei anni;Wolfgang Amadeus Mozart è, ad oggi, consideratouno dei migliori esempi di “bambino prodigio”che la storia della musica possa ricordare.Questa digressione vorrebbe sortire un effettoche per il momento resta poco realizzabile.Quello di far capire a molti zucconi sparsi perl’Italia che non sempre chi appare più piccolo odebole, lo è nei fatti.Magari, è un complesso di chi (come me) daLupetto non era molto “robusto”, ma si ha l’impressioneche troppo frequentemente iLupetti/Coccinelle (altrimenti chiamati “quelliche passano da giù”) vengano trattati diversamentedal resto della Squadriglia, o delReparto, e per loro vengano adottati “trattamentispeciali”.Al fine di evitare cose del genere, abbiamo realizzatoun promemoria che i più “sbadati potrannoutilizzare all’occorrenza” (vedi box a fondopagina).A motivazione di ciò molti si giustificano con ilfatto che i Lupetti/Coccinelle non sappiano faraltro che giocare.Perchè si ha la convinzione, purtroppo moltospesso ben radicata ed altrettanto sbagliata, che iLupetti e le Coccinelle pensino solo a giocare esappiano fare solo questo?Forse lo pensiamo perchè (eccezion fatta per imomenti solenni) è questo che maggiormentericordiamo degli anni vissuti con Akela oArcanda!E forse ricordiamo i momenti in cui giochiamoperchè è con il gioco che si stringe amicizia,è giocando che si abbattono le diffidenze, ènel gioco che si sviluppa lo spirito di squadra,grazie anche al gioco si impara adessere meno egoisti, a pensare all’altroprima che a se stessi.Il gioco ci ha trasformati, ci ha fatti crescere, ci haresi Guide ed Esploratori, e deve essere statoper questo motivo che lo stesso Signor Baden-Powell azzardò la definizione di “bel gioco” proprioper l’intero movimento scout.Si, lo Scautismo è un bel gioco, fra Scout si giocatanto e bene.Evitiamo dunque di prospettare alLupetto/Cocinella salito dal Branco, un’atmosferada “Qui si fa sul serio, hai finito di giocare,d’ora in poi solo lavori forzati e schiavismo dafine Ottocento!”.Chi adesso è Capo Squadriglia, ma anche chi nonlo è, si sforzi, cerchi di ricordare quali siano iragazzi che meglio si sono inseriti, che non hannomai avuto paura di restare in Reparto e quelli cheinvece sono scappati via.IL LUPETTO/COCCINELLA• non corrisponde necessariamente a “piccolo Scout buono solo per giocare”• non è termine indicante colui o colei che assume sempre ruoli di poca importanza• non segnala essere umano da relegare in fondo alla tenda• non coincide con “schiavo lavapentole” o “mulo trasportatore d’acqua”• non ha significato di “zavorra della Squadriglia”Avventura 8/<strong>2005</strong>


INCARICOCICALADI GIORGIOCUSMAAbbiamo visto che i canti sono molto importanti nei momentidi animazione. Risulta quindi chiaro che c’è bisogno di unesperto per preparare una scaletta con le canzoni più adattee poi fare in modo che tutti le cantino, o sotto la sua guida ocon i classici foglietti con i testi scritti.Agesci ● Vita di Squadriglia n. 12LaSquadrigliaanimavita di SquadrigliaLITURGISTAMAGAZZINIERECASSIEREL’animazione prevede anche i momenti spirituali. Un buonliturgista saprà consigliare e rendere più incisiva qualsiasitipo di celebrazione liturgica: dalla S.Messa alla veglia dipreghiera.Per quanto essenziale possa essere un’animazione, ci saràprima o poi bisogno di qualche materiale: teli, stoffe, corde,candele, ecc. Molte di queste cose sono nella normale dotazionedi Squadriglia ed il magazziniere sa perfettamente dovesono riposte ed in che condizioni si trovano.Inevitabilmente, succede sempre… che una cosa che ci serveora, nel magazzino non ci sia proprio.Vuoi perché non ci eramai servita, vuoi perché l’abbiamo consumata, finita alCampo Estivo: sta di fatto che bisogna andarla a comperare!La cinghia della borsa ce l’ha lui: il cassiere. Il guaio è che,quando occorre, non c’è niente in cassa perché qualcuno è inarretrato con le quote!!! Fuori i soldi….Nelle pagine precedenti non ne abbiamo parlato ma si può fare anche dell’animazionetecnica!Impiegherete i Posti d’Azione, le Specialità ed i Brevetti. Spiegare le tecnichead un laboratorio, non è semplice ma qualche accorgimento può aiutare a farmeglio:- presentate solo qualche aspetto della vostra tecnica, non potete spiegaretutta la topografia in un’oretta… ma riuscirete invece a far capire com’è chefunziona e come è fatta una bussola- non usare parole difficili, non siate i sapientini di turno (se siete troppo tecnici,chi vi ascolta non vi capisce e perde ogni interesse alle vostre spiegazioni:sbadiglia, parla con il vicino e, se puo’, va ad ascoltare qualcun altro)- mostrate lentamente come si fanno le cose che proponete (ad esempio unnodo)- coinvolgete gli “allievi” (il nodo fateglielo fare: impareranno meglio) cosìnon si annoiano16INSERTO di SCOUT <strong>AV</strong>VENTURA n.8 di NOVEMBRE <strong>2005</strong>a cura della redazione di SCOUT Avventura ● scout.avventura@agesci.it


Coordinamentoeditoriale:Giorgio CusmaProgetto graficoe Impaginazione:Technograph - TSTesti di:Mauro BonominiGiorgio CusmaSara MeloniGiada MartinErika PolimeniIsabella SamàDisegni di:Chiara FontanotSara PalomboStefano SandriSimona SpadaroElisabetta DaminiLa squadriglia anima…Non è cosa da poco,non tanto per l’impegnoche si richiede, infondo lo stesso di altreattività, quanto per ciòche sottende. Cosasignifica “animare”?Significa dare l’anima,conferire l’anima, ossiala presenza di qualcosadi sacro e profondo aduna situazione checoinvolge più persone.Se ci pensate bene, nonè facile dare una definizionedi anima, ma èproprio lo sforzo dicapire questo concetto,di interrogarsi sullasua valenza che fa sìche ci avviciniamo alsignificato di animare,come Squadriglia, unaveglia, un fuoco, unaMessa o una cerimonia.Avere a che fare conl’anima significa renderciconto che siamofatti di più livelli e chepiù ci spostiamo nelprofondo di noi, piùaiutiamo gli altri aguardarsi dentro senzaDI ISABELLA SAMÀDISEGNO DI STEFANO SANDRIpaura e con onestà epiù scopriamo la verità,quella verità checi fa persone libere efelici.La Squadriglia dunqueanima con questa intenzione,con la vogliadi avventurarsi nelprofondo, di domandarsii perché, di misurarequesta vita conun’altra migliore, dicapire ciò che contaveramente e farne partecipi,curiosi, pensantianche gli altri.L’animazione fa usodelle tecniche dell’espressione,come ilcanto, il racconto, ilmimo, la danza, perchél’espressione conduceal centro di se stessi eal cuore degli altri, fatrovare il linguaggio,simbolico e poetico,che dà voce all’anima ea tutti quei sogni, queivalori, quegli idealiche le parole, normalmente,non riescono arendere.Animare una cerimoniasignifica celebrareun momento di passaggio,di crescita di unragazzo o di una ragazza.Animare una Messavuol dire sentirsi partecipidel banchetto diCristo. Animare unfuoco significa farecomunità.Animareuna vegliasignificacontemplaree viverel’attesa.Ogni animazionerimandaad unariflessioneprofonda,ad una crescitainterioree comunitaria.Perfarla riuscire,c’è bisognodi viverlae farlavivere conuno spiritoconsono. Seper esempiola Squadrigliasi fa scoprireimpreparatao malauguratamentescoppiaa ridereduranteun’animazioneoppure la conducesdrammatizzando,impedisce a sé e aglialtri, di accedere ai significatipiù profondied importanti del momento,cioè butta allamalora quelle pocheoccasioni che oggigiorno abbiamo nellanostra vita per guardarcidentro, capircimeglio, farci delledomande intelligentie… cercare delle risposte.23


VEGLIA ALLAPROMESSA (VEGLIAD’ARMI)DI VOLPE CHE PERCORRE IL SENTIERO FINO IN FONDODISEGNI DI SIMONA SPADAROLe tradizioni variano di Reparto in Reparto, ma ci sono alcuni piccoli accorgimentiche vanno oltre le tradizioni e possono aiutare a semplificare lecerimonie importanti per la vita di ogni E/G.Per rivivere il clima dicui ci parla B.-P., sidovrebbe creare un’atmosferasuggestiva eraccolta, meglio seattorno al fuoco, conTutti voi, Capi Pattugliaed Esploratori, sietele stelle che suggerisconoal Novizio ledunque come queicavalieri e i loro uomini,soprattutto se terre-imprese dei cavalieristorie e le antichete sempre presente il erranti, per rifletteresui valori dellavostro onore, e se faretedel vostro meglio per Il Campo è in silenzioPromessa. (Fig.)aiutare tutti quelli che ed il momento è tuttosono in difficoltà o che per il Novizio. Occorrequindi aver preparatohanno bisogno di aiuto.le letture, le preghiere,(B.-P.)le riflessioni e i canti aFIG.1tema, in modo che laveglia sia partecipataattivamente. Bisognainsomma coinvolgereil Novizio. I C.Sq. possonoaiutarlo in alcuneriflessioni raccontandoi momenti più bellilegati alla loro Vegliad’armi: racconti brevi,spontanei, e nondovranno mai caderein banalità, mai discorsitroppo costruiti!La voce dovrà usciredal cuore…Il Maestro del Fuoco,nel rispetto dell’atmosferae con discrezione,manterrà la fiammao, a secondo delmomento, la brace.La veglia non dev’esserelunga!Si rischia che qualcunocrolli per la stanchezza!Altro che cavalieriassennati! Assonnatiforse.Il Capo ha già fischiatoil silenzio, quindi, dopola benedizione, chivuole può rimanere ameditare aiutato dallabrace…E’proprio qui la veglia!Un momento spiritualeunico e individuale.Ogni Novizio ha oral’opportunità di fermarsiper riflettere dasolo attorno al fuoco evicino a Dio.PROMESSAÈ il momento di prometteree cominciarel’avventura nella squadradi Dio… (Fig.)La cerimonia sarà benpreparata e solennizzataperché la Promessasia uno deimomenti più importantidella vita.È bene che dal Novizio,al Capo Sq., all’alfiere,al singolo Squadrigliere,tutti conoscanoil proprio ruolo(si può pensare a unapiccola prova preliminare).Il materiale necessario(spille, distintivi, nodi,fazzolettone) va predispostoin anticipo.La cerimonia è apertaanche ai genitori chesaranno informaticirca la solennità delmomento e si disporrannoin rispettosoFIG.2silenzio dietro il quadratoufficiale.Va bene fotografare,ma che non si disturbicon commenti inopportunie si mantengail silenzio! Tutti i presenti,dovrà esserechiaro, sono testimoniprivilegiati di quantoavviene e il Novizioche sta promettendo,nelle mani dei propriCapi e di fronte a Dio,saprà che è solo e sololui “attore” principaledi questo momento dialta spiritualità.ALZA E AMMAINABANDIERAPrima di partire per ilCampo assicurarsi chetutte le bandiere, ilTricolore, quella diGruppo o europea equella dell’Agesci, sianointegre, ben lavatee ripiegate. Il pennonepiù alto e centrale saràdel Tricolore, a destral’Europea o i colori delGruppo, a sinistraquella dell’Agesci.L’uniforme nei quadratiufficiali è obbligatoria:va verificato che leuniformi siano semprepulite.E che tutti abbiano icalzettoni blu… alzatisin sotto il ginocchio.(Fig.)Anche al Campo, lostile rimane semprestile.Al C.R che chiede:“Pronti per l’alzabandiera?”risponde“Pronti!” solo chi isseràil tricolore.Il Reparto conosce icanti (l’Inno di Mameli,Insieme) e al comandoalza bandieraseguito dal fischiopunto linea, intonerà,salutando le bandiere,quello più adatto.Il “lato” composto daiCapi avrà cura di girarsi,verso le bandiereche stanno per essereissate, mentre gli45


FIG.3“alfieri” stanno legandoi drappi al cavo.Per l’ammaina, che puòessere effettuatoanche senza un quadratoufficiale, si scelgasempre uno stessoorario (come per l’alza)e così le Squadrigliesaranno preparate araccogliersi in unmomento di attenti.Al fischio, il Campo siferma, ognuno si volgeverso l’alza, anche selontano, e saluta lasciandoin sospesoqualsiasi attività.Naturalmente ogni E/Gconosce e vive ladimensione della fratellanzainternazionalerappresentata da questimmenti.PASSAGGIAl di là dei consiglistrettamente tecnicilegati alla preparazionedell’evento, alla preparazionespirituale oalla sistemazione “strategica”che ogniGruppo o Reparto sapràcurare a secondadelle tradizioni, qui c’èun unico consiglio: trovare,prima del momentodel passaggio,un pò di tempo dadedicare alla Sq.Ci saranno tantissimeultime cose che chipassa vorrà dire alla Sqe viceversa…Il passaggio è qualcosadi molto forte, ma vavissuto con serenità.È un momento di crescita!E, soprattuttoper chi passa, sorridete!Perché il Repartosarà sempre il Reparto,ma la vita scout attendemille altre avventure…(Fig.)L’uniforme va indossatasolo per imomenti ufficiali:non indossiamolaanche durante lecostruzioni, o le attività!Abbiamone cura e poniamolaben ripiegatain un sacchetto dovenon si stropicci e sia aportata di mano.FIG.4“Alcuni Reparti - forsepiù opportunamente -collegano la totemizzazionenon solo e nontanto alla relativa cerimonia,ma altresì alsuperamento di proveimpegnative (hike, impreseecc.), con una tradizioneche ricorda leusanze che nelle tribùprimitive segnavano ilpassaggio dalla fanciullezzaalla maturità (il“ragazzo Zulù” di B.-P.)”(da Cerimonie scout diMario Sica pagg - ,edizioni Scout Agesci /Nuova Fiordaliso)Ora passiamo ad alcuniaspetti tecnici sulla cerimonia.AmbientazioneGeneralmente, la cerimoniaè segreta. E’necessario dunque ricreareun clima di segretezzache può essere resocon una luce, meglio soffusa,che può essere unfuoco centrale (bassocon legna che dà fuocolento senza fiamme alte)oppure un’illuminazionetutt’intorno, ad esempiocon padelle romane interrate.E’ senz’altro di notevoleimpatto e decisamentesuggestivo ricreare le atmosferedei villaggidelle tribù indiane,realizzandoveri e propritotem indiani;possiamo utilizzarecartone, legno,cartapesta.Se proprio voglia-DI PINGUINO DETERMINATODISEGNI DI ELISABETTA DAMINIIl totem è un nome particolare che si rifà ad elementi naturali (animali,vegetali, eventi atmosferici…) seguito da un aggettivo, volti a rispecchiareuna caratteristica fisica ed una caratteriale di una persona, esso derivadalle antiche usanze pellerossa.Non si tratta di una cerimonia Scout ufficiale, ma solo di una delle varietradizioni dei Gruppi che aiutano a mantenere un’identità propria.mo esagerare,perché non ricostruirei famositepee, le tendeconiche delle tribùpellerossa?Scenografia da o-scar richiede altrettantaattenzionenei costumitipici e nella curadei particolari deltravestimento:nelle calde serated’estate (evitiamostupidi atti dimostratividi coraggio, sec’è freddo) i giovanimaschi totemizzati possonoscoprire il torace edecorarlo a piacimento,le giovani “squaw” (ledonne pellerossa) possonogiocare con fasce,67


ende e monili vari peradornare il capo ed ilcollo. Per i colori, privilegiamosfumature cherichiamino gli elementinaturali (terra, acqua,fuoco, aria).Pensiamo anche ad intonarecanti (stile urliindiani), come sottofondo,intonati a bassa voceper mantenere il senso disolennità della cerimonia.Scartiamo le prove violente,gli atti stile “nonnismo”e gli scherzi di cattivogusto! La totemizzazionenon è mai una cretinata,ma al contrarioun momento di passaggioverso la maturità.Piuttosto pensiamo adorganizzare giochi diorientamento ed abilità,possono esserci proveche puntano a metterealla prova i cinque sensi,(tipo assaggiare intruglidagli ingredienti misteriosi),ma evitiamo pentolonidi schifezze chepossono far star male imalcapitati.Che non ci siano attivitàimprovvisate, al contrariola comunità develavorare con la massimaattenzione per la realizzazionedi questomomento significativoed emozionante.Facciamo bene attenzioneall’area dove si svolgela cerimonia, deve essereprecedentemente pulitae liberata da eventualipericoli (se ad esempio,nel Gruppo c’è la tradizionedel salto del fuoco,controlliamo che il bracierenon sia troppolargo, che le pietre che locircondano siano posizionatein modo corretto,senza sporgenze chepotrebbero ostacolare laprova e mettere in pericolochi deve ricevere iltotem!).Questi sono solo deglispunti, ognuno puòseguire la propria tradizione,ma se essa prevedestupidi rituali, allora èmeglio abbandonarla!…per molte tribù primitive il totem era lo spirito di un animale che proteggevala comunità, il cui nome era segreto, conosciuto soltanto dagliadulti… E nei vostri Reparti?Quando si pensa ad unaattività che coinvolge lafede capita spesso dinotare sguardi fuggenti,sbuffate impazienti, fugheimprovvise. Qualchevolta, durante le celebrazioni,si sentonochiacchiere, risate, rumoriinopportuni cheinterrompono la concentrazionee l’attenzione.Sembrerebbe proprioche sia tutto “unabarba!”, una rottura discatole, una serie digesti e parole buttati alvento, noiosi e tristi.(Fig.)FIG.1Se leggiamo le Scritturevenire a contatto, parlarecon Dio è tutt’altroche noioso. L’AnticoTestamento ci parla digioia, di canti, di danzee queste sono le partipiù belle, certamentepiù interessantidell’enumerazionedei nemiciuccisidal tal re odalle terreconquistatedal talaltro.Il NuovoTestamentonon è triste…pernulla! Gesù partecipa afeste, dice cose gioiose,che offrono libertà efelicità, non patimenti epenitenze, ma amore efraternità. E’ questagioia e questo senso dilibertà e di impegno chedobbiamo ritrovare efar ritrovare a tutti inostri squadriglieriquando animiamoun’attività di fede.Certo, gioia non vuolDI MAURO BONOMINIDISEGNI DI CHIARA FONTANOTFIG.2dire confusione, sregolatezza,scherzi: il messaggiodi Gesù non èuno scherzo, è la cosapiù seria del mondo.(Fig.)Allora dobbiamo curareogni particolare perchéognuno possa riuscire amettersi in comunicazionegioiosa con Dio econ gli altri sorelle e fratelliche pregano insieme.Un angolo di preghierasemplice, macurato e ben disposto,sono un buon punto dipartenza, come la sceltadi un luogo adeguato aduna veglia o ad unacelebrazione significativaper la Squadriglia o ilReparto. Noi Scoutamiamo la natura enella natura è più facile8 9


pregare: un altare bencostruito, con gli alberiche svettano comecolonne è molto suggestivo.In questo casousiamo la parola nel suosignificato di “Che suggerisce”.La bellezza delmondo ci ricorda quantopuò essere bello vivereinsieme, se ognuno dinoi si impegna a volerbene agli altri. Nell’angolodella Squadrigliaun’icona costruita conle nostre mani merita ilposto d’onore e puòessere accompagnata daun leggio su cui poseremola Bibbia o ilVangelo. (Fig.)Il canto liturgico è unpo’ trascurato. Eppuremolti canti sono bellissimie fa molto piacereascoltarli. Perché alloranon impegnarci? Ilcanto unisce, riscalda lospirito del gruppo, i testisignificativi che accompagnanole note aiutanola comprensione…ed essere stonati non èuna scusa, basta cantarea voce un po’ più bassadi chi invece è intonato.Gli strumenti musicali,ben suonati, accompagnanomagnificamenteil nostro canto. (Fig.)Anche strumenti ritmicipossono dare, con laFIG.3g i u s t amisura, piùcuore e forzaal cantoe alla musica,anchestrumentic o s t r u i t iartigianalmentedallenostre abilimani (percussioni,maracas,tamburelli…).Se poivogliamoveramenteimpegnarci, il canto gregoriano,se pur impegnativo,è veramenteuna gioia per le orecchiee per il cuore. Magarinella nostra città c’èqualcuno che lo sa cantaree ci può aiutare adimpararlo!Anche le letture e lepreghiere richiedonoimpegno e abilità espressive:dobbiamo farcapire a chi ascolta ilsignificato di quantoleggiamo. Quindi paroleben scandite, voce alta(senza urlare), ritmoFIG.4FIG.5giusto di lettura (nétroppo lento, né troppoveloce) ed espressivitàdella voce (attenzionealla monotonia –voce sempre uguale).(Fig.)Leggere prima i testi cipermetterà di non fareerrori e qualche provapratica ci permetterà diottenere buoni risultatiespressivi. I simboli egesti che si compiononelle celebrazioni edurante le riflessionidevono essere significativi.Essi sono la rappresentazionedi unsignificato, l’unionecon un valore importante,se li trascuriamoperdono il loro valore.Ci sono persone chetengono come cosa piùcara il simbolo di unasquadra di calcio o credeteche Gesù sia menoimportante di un calciatore?In una vegliache precede un momentodi preghiera oanche semplicementeprima di una celebrazione,si possono utilizzarealtre tecnicheespressive, che sappianofar riflettere e aprirele menti e i cuori. Ilmimo, la recitazione(ancora oggi in molteparti d’Italia e delmondo, si tengono sacrerappresentazionipubbliche nei momentiliturgici forti), ma anche(alla sera) il teatrodelle ombre, i quadrifissi o i quadri mobili,la danza, possono essereutilizzati con soddisfazione,basta chetutto sia ben preparatoe non buttato lì consciatteria, fretta e indifferenza.Già è pocoScout presentare scenettemal fatte duranteun fuoco di bivacco,ripetere lo stesso comportamentoin attivitàdi fede è veramentebruttissimo. Anche lalettura del Vangelopuò essere accompagnatada mimo o animatada più voci, siaalternandosi nella lettura,che affidando leparti descrittive ad unnarratore e facendoleggere a lettori distintile parti dei personaggi.Impegnarci e faredel nostro meglio ciporterà a comprenderepiù a fondo il messaggiodi Gesù, ci aiuteràad esserne buoni testimoni,Guide e Scoutche si impegnano acambiare il mondo perchédiventi, da subito,un posto dove la gentesi vuole bene.1011


Suggerimenti e consigli...da ascoltare e mettere in praticaQuando la sera al Campopartecipate ai fuochi dibivacco, come si svolgono?Avete mai fatto casoche all’inizio laSquadriglia, che ha ilcompito di animare,chiama tutti intorno alfuoco con una canzone ocon un ban, qualcosa didivertente e che riesca adattirare l’attenzione dellealtre Squadriglie?Poi il fuoco si svolgecome programmato e,salutati tutti, si fa ora didarsi la buonanotte.Tutti i Reparti che si rispettinoperò, prima disalutarsi, si raccolgonointorno al fuoco a pregaree a riflettere sulla giornataappena passata.Senza stare a spiegare ilsignificato del momentoin cui si prega e si ringraziail Signore, il momentoin cui si riflette sulla giornatatrascorsa, e su quelleche ancora dovrannopassare, comprendiamoche serve anche a creareuna particolare atmosfera.Perché il fuoco, iniziacon un certo slancio e,finisce sottovoce.Maschere famoseFinire il fuoco cantandoun canone e la preghieradella sera serveanche a conciliare ilmomento di assolutoriposo che ci attende:la notte. Se il fischio delsilenzio suonasse propriodopo che vi sieteProve allo specchioDI SARA MELONIDISEGNI DI SARA PALOMBOcaricati con bans edanze, saltando e cantandoa squarciagola,secondo voi ci sarebbequalcuno disposto adandare in tenda a riposare?Non so perché, maqualcosa mi dice di no!Al contrario invece,prima di un grandeevento, magari dellarealizzazione della fasefinale di un’impresadi Squadriglia o di Reparto,oppure primadell’entrata in scenaper lo spettacolo cheavete preparato pertutto il quartiere, ènecessario caricarsi:bisogna fare in modoche lo spirito di gruppoentri in gioco perIn scenaaiutare tutti a superarequelle piccole-grandidifficoltà che potrebberopresentarsi.Sarebbe opportunoche questi momentifossero gestiti da unanimatore, cioè da unapersona in grado diprendere in mano lasituazione, senza lasciarsiabbandonareall’agitazione del caso.Un animatore che siacapace di trasmettereagli altri l’entusiasmonecessario per riuscirenell’impresa.Che si tratti di calmarsio di caricarsi, sesi vuole riuscire nelmigliore dei modi, inqueste occasioni tuttova preparato nei minimiparticolari.L’animazione di unevento o di un momentoparticolare, richiedeattenzione. Illancio di un’attività èpiù efficace se vi presenteretein mascheradavanti alla platea.Dovrete distinguervidalle persone che viascoltano, attirare laloro attenzione, solleticarela loro curiosità.Dovrete fare in modoche le persone, chemagari fino ad unattimo prima non viconoscono, possanoentrare presto in sintoniacon voi e conquello che state proponendo.Il trucco e itravestimenti o lemaschere, in questicasi, funzionano daesca. Se poi c’è bisogno,dopo il lancio,che tutti si mascherinoper cominciare agiocare, munitevi di1213


carta crespa, spille dabalia, stoffe e magarianche ago e filo.Ognuno avrà l’opportunitàdi travestirsiseguendo la propriafantasia.Poi, a seconda dei momentiche state vivendoe di ciò che voletefar vivere agli altri,dovrete utilizzare tecnichedifferenti.Considerato che ognimomento d’animazionevuole trasmettereuna o più sensazioni,dovrete scegliere comeproporvi al vostropubblico.Le tecniche più comunie che sicuramenteognuno di voiconosce, sono: ilmimo, la recitazione,la danza, il racconto, ilcanto (solo per dirnealcune).Se state animando unmomento di festaeuforica e dovete cercaredi mantenere altala gioia e il trasportodi tutti, proponetequalche canzone moltoconosciuta. In questomodo, ognuno sisentirà coinvolto epotrà cantare, stonatoo intonato che sia,insieme agli altri. Mivengono in mente,tanto per fare unesempio, canzoni comeLa Gioia, Una pietradopo l’altra o altrecanzoni che nel vostroReparto si cantanospesso.Quando invece la vostraanimazione dovràpuntare a sviluppare lafantasia dei vostri uditori,allora cominciatea raccontare, magaristorie di mistero chelasciano qualcosa inMateriali per costumisospeso. In questomodo insospettiretechi vi ascolta, che presteràsempre maggioreattenzione. Molto importante,in questi casi,è anche l’utilizzodel tono della voce. Visembrerà strano, ma sipuò attirare l’attenzioneurlando quantoparlando sottovoce.Proprio così. Se cominciatea parlare a bassavoce, il Reparto, chesta facendo confusione,inizierà a fare silenzioper sentire ciòche state dicendo. Oppure,state raccontandouna storia misteriosae volete trasmetterela suspenceadatta all’occasione?Potrete allora abbassareil tono della vocee raccontare lentamentetutti i particolaridella storia. Ivostri ascoltatori siincuriosiranno e spalancherannogli occhiin attesa di una sorpresa.Alcune volte,invece, è necessarioalzare il tono, percatalizzare l’attenzionedegli altri, per sorprenderlio per svegliarli.Se volete che sia la fantasiavisiva (anche dettaimmaginazione), a farlada padrone, bendatetutti e, dopo aver messouna musica di sottofondoche sia rilassante,leggete una storia lentamentee scandendotutte le parole, standoattenti a dare la giustaintonazione al brano.Con la danza riuscireteIl mimoa trasmettere i sentimentidel vostro animare.I movimenti delcorpo, insieme a unamusica capace di stimolarel’attenzione,saranno in grado dicatalizzare anche glispettatori più distratti,incuriositi da quelloche sta accadendo.Ancora, con il mimopotrete unire alla concretezzadei movimentidel corpo la fantasia dichi vi sta di fronte, chesarà intento a capire lascena che state rappresentando.Rigorosamente vestitidi nero e con la facciatruccata con il ceronebianco, potrete sbizzarrirvia ricreare ambienti,mimandoli (se sietein tanti), oppure metterein scena semplicimomenti di vita quotidiana:l’importante èche i movimenti risultinoessere lenti ed e-stremamente curati.E poi la recitazione. Lasi può utilizzare quandosi vuole dare maggioreconcretezza allastoria, quando vi sembratroppo complicatoutilizzare le altre tecniche,quando il momentoesige una comunicazionepiù sempliceed immediata.Come avrete capito,ogni occasione richiedetecniche differenti.Ci sono dei piccolitrucchi che potreteimparare facendo eche, se messi in pratica,faranno in modoche la vostra animazionerisulti efficace edivertente, oltre cheben fatta.1415


Chi è accolto giocando, in allegria, con ilsorriso e l’entusiasmo della Squadriglia,difficilmente ci abbandonerà.Il gioco è proprio quello che ci vuole per rompereil ghiaccio, per conoscersi, per assicurareall’ultimo arrivato che è tra fratelli, che noncondividono solo l’indossare un’Uniforme, perconvincerlo della felicità di averlo lì con noi.Proprio e soprattutto con l’arrivo dinuove Guide e nuovi Esploratori ilReparto e le Squadriglie sperimentano ecostruiscono nuovi giochi, nuovi scenari,nuove tecniche d’attuazione per i giochi.Un gioco ripetuto, alla fine stanca, la Salita inReparto, le nuove presenze in generale, stimolanola creatività di ciascuno, introducononovità ed inattese avventure.E perchè questo si verifichi al meglio, organizziamonelle prime riunioni giochi cheassomiglino (magari un pizzico più complicati,senza esagerare...) a quelli in cui le nostreZampe Tenere erano abilissimi in Branco(basta perseguitare per circa una settimana l’interoStaff dei Vecchi Lupi, a rotazione, mi raccomando,non prendetevela solo con uno...).Oppure inventiamo giochi in cui l’esserepiccoli, sfuggenti, minuscoli, leggeri siaun’arma fondamentale e vincente (strettipassaggi, lotte con il compagno sulle spalle e viacosì).Ma non avete cuore?Quei poveri bambini proiettati all’improvviso inuna dimensione di: Azimut e Nadir, nodi di terzaruolo,fratture esposte, tende sopraelevate, piombature,trote salmonate cucinate al cartoccio...Avventura 8/<strong>2005</strong>E che dire di tutte quelle settimanecosì improvvisamente piene, così, tutted’un colpo?Riunione di Reparto, riunione diSquadriglia, Consiglio d’Impresa, riunionidi quà, riunioni di là, il tutto spaventosamentesenza mai giocare unpo’, ma vi pare normale?E pensate a quei poveri genitori che sierano abituati ad almeno un viaggettoal mese in ospedale, reparto ortopedia,per infrazioni, piccole fratture, leggeredistorsioni...E i nonni? Cosa ne faranno i nonni di tutti gliintrugli a base di alloro, se non ci saranno piùquei giochi di riconoscimento degli ingredientidella pozione magica del Mago Pazzo, che solitamenteprovocano gastroenteriti al più cinghialedei Lupi?E i commercianti dei mercatini?Sareste così insensibili e crudeli da mandare sullastrico i venditori delle magliette, delle tute,dei pantaloni che puntualmente vanno in brandellinelle attività di gioco, manco fossero statiaddentati da un pitbull?Per non parlare della cassetta di ProntoSoccorso comperata inutilmente.Suvvia, siate sensibili, giocate...BADEN-POWELL LA PENS<strong>AV</strong>A COSÌ!Lo Scautismo è un bel gioco, se ci diamo dentro e lo prendiamo nel modo giusto, con veroentusiasmo. E come per altri giochi, scopriremo anche che, giocandolo, guadagneremo forzanel corpo, nella mente e nello spirito. Ma, non dimenticatelo, si tratta di un gioco all’ariaaperta e dunque ogni volta che ne capiti l’occasione andatevene all’aperto.(Scautismo per ragazzi, pg. 353, IX edizione Nuova Fiordaliso)E MENO MALE CHE I LUPETTI GIOCANO SEMPRE...21


LA VITTORIA DIORDINE SU CAOSBASTA CON LE COLTIVAZIONIDI FUNGHI NELLE CASSE DISQUADRIGLIADI TERENZIO MAC KENZIEDISEGNI DI SIMONA SPADAROFIG. 1LA VITTORIA DI ORDINE SU CAOS22Da molto tempo rifiutavo l’invito del mio amicoPiero, finalmente dopo anni mi ero deciso diandarlo a trovare.Di ritorno dalla mia ormai abitudinaria camminata inNepal, invece di prendere la mia fida mongolfiera efare rotta verso casa (l’Alaska N.d.R.) ho attuato unapiccola deviazione e, passando per un paio di deserti,a dorso di cammello, e solcando un paio di mari, abordo del mio superaccessoriato pattino, sono finalmentegiunto in Italia.Ragazzi!! La parte più avventurosa del viaggio!! DaBrindisi al paese del mio amico Piero in provincia diNovara due settimane, fra scioperi, rotture di treni,eccetera.Certo io non mi sono scoraggiato, ma avrei forsefatto prima a piedi.Finalmente sono giunto a destinazione e Piero,che fail Capo Reparto, ha insistito moltissimo perché loaccompagnassi alla prima riunione di Alta Squadrigliadell’anno.Appena entrati in sede, mi sono complimentato conlui per la bella idea avuta, di organizzare una coltivazionedi funghi per l’autofinanziamento, me ne sonoaccorto subito grazie al mio olfatto super sviluppato:c’era il classico odore di umido, di marcio e di fogliein decomposizione, che accompagna il sottobosco inquei mesi in cui i porcini spuntano tra l’erba,.Pregustavo, tra le altre cose, già una cenetta a base diquesti deliziosi frutti della natura.Lui mi ha subito smentito, dicendo che l’olezzo venivadalle tende di Squadriglia, usate al Campo, smontatesotto la pioggia, riposte nei loro sacchi e…maipiù aperte. (Fig.1)Complimenti! Gli ho subito stretto la mano,in segnodi ammirazione nei confronti dell’organizzazione diReparto, così precisa ed attenta al materiale, mamentre mi spostavo nel semibuio in cui era quell’an-tro puzzolente, sono inciampato in un groviglio di filiche si trovava adagiato sul pavimento. La mia cadutaè stata un po’ attutita dalle casse delle Squadriglie,abbandonate un po’ qua e un po’ là, fra un teloneimpermeabile ed un piccone.Con una mano sono finito in una pentola in cui erastata “dimenticata”, un’abbondante porzione delrisotto dell’ultima sera di Campo, mentre l’altrobraccio, che avevo usato come ammortizzatore, eraarrivato in prossimità della lama di una sega, lasciataa terra senza custodia.Dopo una mezz’ora sono riuscito a liberarmi, quelgroviglio di fili che altro non era se non la dotazionedi Reparto di cordini lasciati a terra, mi aveva avvoltocome una mosca in una ragnatela.Ho dato una mano a Piero a rialzarsi perché, mentreio cadevo, aveva cercato di acchiapparmi al volo scivolandoperò a sua volta su un pezzo di sapone diMarsiglia,ancora semi umido,che si trovava nascostonell’oscurità pronto a zompare fuori e fare danni.Ho subito letto negli occhi del mio amico lo sgomentoe la vergogna per quanto era accaduto, ancheperché egli aveva ancora nella mente la sua visitanella mia sede, di quando venne a fare il CampoEstivo dalle mie parti.E sapete noi alaskiani, no alaskesi, beh noi abitantidell’Alaska! Abbiamo molta cura per le nostre case ela sede di Reparto, all’interno di un Parco Nazionale,completamente costruita in tronchi di abete, daltetto al pavimento, è il nostro fiore all’occhiello.Voi sapete come sono fatto, non tollero il disordinee gli sprechi, sono balzato su di uno sgabello ed hocominciato a dare ordini a dritta e manca.I Capi Squadriglia li ho spediti nel campo della par-FIG. 2Avventura 8/<strong>2005</strong>


occhia a piantare le tende, in modo da poterle puliresia dalla muffa, usando delle spugne imbevute divarechina, sia dalla sporcizia sui catini, usando delsapone.Si è potuto così anche ridare un po’ di impermeabilizzanteai soprattetti, in maniera da non corrererischi in caso di acquazzoni violenti.I Vice Capi Squadriglia invece li ho pregati di prendersicura del cordame, dopo aver loro insegnato adarrotolare correttamente un cordino. (Fig.2)Le corde di canapa, essendo una fibra naturale, devonoessere ben asciugate e poi regolarmente unte diolio di lino, in modo da ridonare loro elasticità eforza.Piero e gli Aiuti Capi Reparto, che nel frattempo ciavevano raggiunti, sono stati destinati al ripristino delmateriale da taglio.Le accette abbisognano spesso di una ripassata sulfilo, con l’apposita pietra, e i manici in legno vannotrattati anch’essi con olio di lino.Per quanto riguarda le seghe invece, è una buonanorma passare della carta vetrata leggera sulla lamaper rimuovere ogni residuo di resina e ruggine. Poi sipuò ungere con dell’olio protettivo, va bene ancheuno spray antiossidante.Le tende riposte nel magazzino, gli attrezzi al loroposto e i cordini nelle apposite sacche e già la sedesembrava un’altra cosa: prima si aveva l’impressionefosse esplosa una rivendita scout o un magazzinomilitare, ora si cominciava a respirare aria nuova.Restavano da sistemare pentole e stovigliame, ogniconvenuto alla riunione, alla fine della giornata, sisarebbe portato a casa un pezzo da lavare con cura.Anche le casse di legno, usate al Campo, vanno svuotatecompletamente e ripulite di qualsiasi sporcizia visi possa trovare all’interno.Spesso,dentro,si rovesciaogni tipo di sostanza, dall’olio per friggere al petroliodella lampada.Va tutto ripulito, perché in un ambientedel genere vi sarà sicuramente il proliferare di ognimuffa e batterio conosciuto, e non, con il rischio difar ammalare chi avrà il coraggio di stivare, ancora lìdentro, il materiale da portare via.Finalmente potevo scendere dallo sgabello delcomando. Devo dire che cominciavo a stare scomodo,cosìin piedi,al disopra di tutto e di tutti.Del restoera uno sporco lavoro, ma andava fatto e mi sonosacrificato io. Sono bastati i ringraziamenti di Piero edegli altri per farmi riprendere….scherzi a parte,avevamosvolto in poche ore un lavoro che si dovevafare appena tornati dal Campo. Si sarebbe risparmiataparecchia fatica se non fosse passato tutto queltempo. (Fig.3)E si avrebbe avuta anche la sede pulita, a disposizionedelle Squadriglie che, durante l’estate, avrebberopotuto approfittarne per ritrovarsi.Tra le altre cose ora ci si poteva dedicare ad abbellirlacon i trofei del Campo: le foto, le panchettecostruite con il metodo del froissartage, le tracce ingesso del raid di Reparto, le relazioni degli hike diSquadriglia nel Libro d’Oro.La mia visita stava volgendo al termine, mancavaFIG. 3poco all’arrivo del treno che mi portava la mia vecchiamongolfiera,con cui avrei ripreso il viaggio versocasa.Non mi restava che salutare i miei amici e raccomandarloro di fare le cose per bene.Anche perché, gli ambienti e i materiali, che ci vengonoaffidati, valgono molto e non è giusto che, perla nostra incuria, si rovinino irrimediabilmente. Mabasta prediche, è ora di andare, a casa mia sta peraffacciarsi ormai l’autunno ed i cervi e gli orsi scendonoverso valle. E’ un’ottima occasione per fotografarlinel loro ambiente.E’ sottinteso che se volete dare un’occhiata alla sededel mio Reparto basta che veniate a trovarmi, sonosempre a disposizione. Quando sono a casa! Vedetecon tutto il movimento di Scout in giro per ilmondo… Eurojam,Jamboree,Campi Nazionali eccetera…sono spesso in viaggio, ho tanti amici da salutare.(Fig.4)E….tante sedi da sistemare.Buona caccia!TMKFIG. 4LA VITTORIA DI ORDINE SU CAOSAvventura 8/<strong>2005</strong> 23


IL CAMPO REGIONALEE/G DELLA SARDEGNAFOTO DI MARCO PUSCEDDU, SARA MARONGIU, FABIO FOIS (SANLURI 1)E DI BEATRICE LINDIRI, BOBO LOSSU (CAGLIARI 6)IL CAMPO REGIONALE E/G DELLA SARDEGNAL’<strong>AV</strong>VENTURA GIORNO PER GIORNODI ANTONIO OGGIANO, FEDERICA TOCCO E FILOMENA CALZEDDAIl nucleo centrale del Campo Regionale si è sviluppato nei cinque giorni tra il 25 e il 30 luglio. In questegiornate gli Esploratori e le Guide hanno vissuto le attività fondamentali, certo anche nei due giorni precedenti,dedicati alla costruzione degli Angoli, e in quello finale, dedicato allo smontaggio, si sono fattecose importanti, ma in quei giorni centrali si è vissuta la grande avventura a cui ci si era preparati nell’annoprecedente.Ma in cosa consistevano queste attività ???Ecco una sintesi di come si e svolto il Campo.I segreti di EscanamapiUna giornata, tutta intera, dedicata alla scoperta dei segreti di Escanamapi (chissà che vuol dire?). Chiaro no?Abbiamo preso le iniziali di ESpressione, CAmpismo, NAtura, Mani Abili, PIoneristica ed ecco un nome un pòmisterioso per un luogo fantastico come il Regno di Amorth. Si trattava di partecipare a un laboratorio tecnico dialto livello. Dalla mattina, fino al pomeriggio inoltrato, gli staff dei Reparti hanno proposto a Esploratori e Guide dialtri Reparti una tecnica nuova, mai provata in precedenza…dei laboratori diversi, che il Consiglio dei CapiSquadriglia sceglieva per ogni E/G del Reparto, a seconda del suo sentiero e delle sue attitudini.A fine giornata,così tutti i componenti del Reparto, hanno imparato qualcosa dinuovo ed originale, da raccontare e far scoprire agli altri. Ne abbiamovisto delle belle:dalla lavorazione del sughero e del legno,ai lavo-L’arrivo del Sanluri 1 al Campori di sartoria, alle tante idee per l’autofinanziamento, ai teatrini in cuisono state sperimentate varie tecniche espressive e a tutte lecostruzioni che rendono un campo ricco di comfort!Insomma grandi idee, per nuove Imprese da proporre in futuroanche a chi non ha potuto vivere con noi questa meravigliosa avventura!Le pozioni di LandolfUna giornata intera per giocare insieme, superando avventure eprove proposte da maghi ed elfi della zona, una giornata per selezionarele Squadriglie più in gamba, quelle più scaltre e preparate,che avrebbero insieme contribuito ad aprire le porte del regno diAmorth.E/G all’arena di aperturaErgon kai andreiaSaper fare con forza e vigore, per realizzare Imprese: grandi Imprese!Imprese speciali, quelle che sono state realizzate al Campo, Impreseprogettate con cura da tutte le Squadriglie partecipanti,Imprese chesono state realizzate in un giorno di grande lavoro ed impegno, sottocampoper sottocampo.Un’occasione unica per dimostrare la competenza di ogniSquadriglia, ma anche per farsi venire delle nuove idee, confrontandosicon gli altri, per progettare nuove avventure, scoprendo piccolie grandi trucchi, che altre Squadriglie mettevano in pratica a pochimetri di distanza.Oltre i territori del regnoL’avventura si è estesa oltre i territori della base scout di S.Martino,oltre i limiti del Campo…un’avventura diversa per ogni Squadriglia,dal mattino sino al tramonto. Un’avventura per scoprire luoghi e Capi all’aperturapaesi, per conoscere persone, per intessere relazioni e compiereBuone Azioni. Ma la Missione è stata anche occasione di competenza,per sapersi orientare e saper camminare nel rispetto della regoledi sicurezza,per aiutare chi è in difficoltà e per rendere ancora piùunita la Squadriglia.SconfinandoSi è viaggiato anche oltre i territori del regno, oltre i limiti terrestridella nostra splendida Sardegna, si è arrivati più lontano, a scoprirequesto grande ed affascinante mondo che il Signore ci ha dato la24


possibilità di abitare.Una giornata dedicata a conoscere ricchezze e povertà delpianeta terra, ad imparare usi e costumi di popoli vicini e lontani, ma non solo.Una giornata dedicata anche a regalare agli altri le peculiarità della propria cittào paese di origine,con una fiera delle tradizioni ricca di suoni,gusti,colori e profumi,una fiera preparata da ognuno per gli altri con la consapevolezza che nessunoe così povero da non avere niente da dare e nessuno e così ricco da nonavere bisogno di qualcosa da ricevere dagli altri!LA TRACCIA COMUNENEI SENTIERI DELLANOSTRA VITAIl discorso dei Capi Campo e dell’A.E.DI FILIPPO MELLISLa mattina del 23 luglio, Esploratori e Guide coi loro Capi, si sono alzatimolto presto: una doccia fresca, una borraccia da riempire, due paninie un berrettino per il sole e poi, indossata l’uniforme, salire su un treno,o su un pullman, e arrivare ad Abbasanta dove si sono incontrati ben 58Reparti!Un treno, già caldo fin dall’alba, e poco dopo un sole giallo e rovente chestarà con noi per tutta la settimana, anche e soprattutto su quella stradache dalla stazione arriva fino alla base scout di San Martino…“Filippo, ma che ore sono?” – “Quasi le dieci! Filomena, dobbiamo correre alportale del campo: stanno arrivando i primi. Chiamiamo anche Padre Marco.”Ed eccoci qui, ad accogliere il primo Reparto che arriva da Carbonia…poi Sassari, Nuoro: un po’ di stupore nel conoscere questi tre CapiCampo, ma negli occhi, fin da subito, traspare la gioia e l’emozione perun’avventura enorme che alla fine vedrà impegnati, in giochi e missioni eimprese, circa 2000 scout.Alle tredici si decide che è meglio andare a pranzo, perché ormai dallastazione sono arrivati tutti, ma qui siamo ancora meno della metà. Nelpomeriggio arriverà la maggior parte dei Reparti da Cagliari e dal suddell’isola: quando si capisce che ci siamo tutti sono già le otto di sera,abbiamo fame, siamo arrostiti dal sole, abbiamo la gola secca, ed il boscoè attraversato da chi va a prendere l’acqua, da chi accende i primi fornelli,da chi lancia un urlo di Squadriglia…Ma tutti insieme siamo davvero tanti: lo scopriamo alla cerimonia inauguraledella domenica sera. Urli di Squadriglia che non finiscono, bandiereche salgono al cielo su un orizzonte arancione per il sole che cala.Sindaci e presidenti di provincia fanno festa con noi, vescovi, sacerdoti,Incaricata e Assistente Nazionale Esploratori e Guide, ComitatoRegionale al completo ma soprattutto tutti noi: un inno squarciagola perdire che il campo è cominciato: “Non ci sentiremo mai stanchi di faredei sogni la nostra realtà!”.Campo Regionale! Non succedeva dal 1986! Per arrivarci abbiamo lavoratodue anni, per realizzare le nostre Imprese, sognare i nostri Sentierie capire che qui l’amicizia sarebbe stata un’occasione vera, che non ci a-vrebbe permesso di tornare indietro a dormire senza sognare.Il piacere, l’orgoglio e l’onere di ospitare 8 reparti di altre regioni ed unodi Chester in Gran Bretagna. Scoprire gli altri in mezzo ai boschi disughere e roverelle, per mostrare le nostre tradizioni in una fiera serale,ogni giorno a cantare le canzoni nei diversi dialetti, ballare in costumitradizionali, gustare le ricette tipiche preparate al Campo: per unasettimana!E poi il Campo finisce… sì, a San Martino resta un po’ di erba abbassataCucina internazionalePreparativi per l’animazioneSi giocaIL CAMPO REGIONALE E/G DELLA SARDEGNA25


laddove c’erano le tende, le strade sono un po’ più polverose diprima, ma nient’altro… “Uff che faticaccia! E’ andato tutto benissimoper fortuna: ci siamo divertiti, un’avventura indimenticabile!”.“Tutto qui?” – “Ma davvero non avete altro da raccontare?”Beh, io qualcosa da dire ce l’ho ancora… non so però se ne valgala pena.Riguarda il sogno, Luca, che conquista la specialità di topografo,scopre che in quell’anno può mettere a frutto le proprie competenzedurante la Missione che con la Squadriglia vivrà al CampoRegionale.Impara tutto quel che riesce a mandar a memoria,arrivaal campo, scopre che quel che ha fatto in tutto l’anno è tantissimo,ma non sa crederci fino in fondo, e d’altronde non eraancora convinto fino a quando non ha visto che la sua Squadrigliaha ricevuto un Guidoncino Verde ed è una Squadriglia speciale:solo allora lascia spazio anche alla commozione, perché ha saputoessere pronto, e ha fatto davvero del proprio meglio per tuttiquelli che erano intorno.Ma anche il sogno di Mara che ha lavorato per un anno, conquistandola Specialità di sarta e preparando costumi e un bel spettacoloper l’Impresa di Squadriglia al Campo: un successo che ciha fatto sganasciare dalle risate!Tecnica e divertimentoDurante la MissioneIL CAMPO REGIONALE E/G DELLA SARDEGNAAltre brevi dal Campo: lo stile del Reparto di Siniscola; il viaggioinfinito e la gioia dei Capi di Massafra arrivati fino ad Abbasantadalla lontana Puglia… in furgone; il Repartino del Cagliari 5 e iRepartoni dell’Alghero 1, dell’Iglesias 6; le scenette del Repartodel Sassari 5; le radio da costruire al reparto di Selargius; le garedi cucina con il pollo allo zenzero, che piaceva a tutti, ma che nessunoha mai assaggiato; le Squadriglie ed il ballo sardo di Ussassai;le costruzioni e le tecniche dei quartesi; la Missione dellaSquadriglia di Oliena e la passeggiata sulla strada statale 131.Raccogliendo alcune frasi, rubate ai Consigli della Legge di fineCampo, ho scoperto che confrontarsi di fronte alla Legge, significasoprattutto saper credere che il sogno, che abbiamo vissuto,era il nostro modo di metterci in gioco, per meritare la fiduciadegli altri. Ma anche che la lealtà era quella di essere tutti insiemeamici fra noi: non un’offesa al bosco, non una gara giocata o vintasenza esserci divertiti fino in fondo.E poi, l’amicizia e la capacità di sorridere, quando c’erano 42 gradiper sei ore di fila!Sono stato due settimane fa a san Martino: c’era un silenzio assordantee i primi fili d’erba verde e fresca… l’arena dove e-ravamo tutti insieme era di nuovo lasciata alle pecore, e tutta lastrada era stata risistemata…Io vedevo ancora l’angolo dei Gabbiani di Sassari, dei Puma diMilano,anche se non c’erano più da molto e non c’eranotracce… mi sono ricordato che B.-P. diceva di Consegna Guidoncini verdi“lasciare dietro di noi niente e il nostro grazie”.Salutandovi tutti al Campo, so che dentro di noi sonrimaste davvero delle tracce, che forse durerannoper tutta la vita, so anche che il grazie più grande èquello che dobbiamo darci a vicenda,per avere avutofiducia gli uni negli altri. Perché siamo riusciti acostruire insieme un Campo per tutti!Semplice? No, davvero complicato: ci è sembratofacile perché la nostra Legge scout è fatta per esserevissuta ogni giorno, come un’avventura… giocatasenza frontiere!I Bisonti preparano la catechesi26


I GIOCHI DEI NONNIDI ORSO LABORIOSODISEGNI DI PAOLO VANZINIFIG. 1Andrea stava alla consolle della playstation,sparando ad una serie di mostri cheerano usciti fuori dalla foresta: stava per raggiungereun nuovo livello, quando… driiin, ilcitofono! «Maledizione – esclamò – proprioadesso?». (Fig.1)Rassegnato di essere stato ucciso da un mutantementre si era distratto con il citofono, andòalla porta: era Luigi, il suo Vice Capo Squadriglia.Aveva una faccia da funerale: che era successo?Il nonno diLuigi gli avevastaccato i filidel computere della playstation:erastufo di continuarea dirglidi non stareore a giocareda solo, e poia dire che «aisuoi tempi…».Era unritornellocontinuo.In quel momentoentròla mamma diAndrea. Aveva ascoltato tutto, e ne approfittò:«Beh– disse – il nonno di Luigi non ha tuttii torti! Te lo abbiamo ripetuto tante volte anchenoi! Anzi, sai che ti dico? Chiudi anche tu, cosìve ne andate assieme all’oratorio. Chissà chetroviate qualcuno con cui giocare!».Andrea e Luigi si guardarono in faccia: sembravache ci fosse una congiura contro di loro, econtro le playstation. Se ne arrivarono all’oratorio,ma nei campi non c’era nessuno. Si sentivanosolo le voci dalla stanza del gruppo deglianziani, dove si doveva svolgere una animatapartita a carte.Guardandosi negli occhi tutti e due dissero lastessa cosa:«Si va in sede!».Luigi era magazziniere e sfruttò la situazioneper mettere un po’ a posto il materiale. Mac’era poco da fare, quindi, dopo aver riavvoltotre matasse di cordino e unto, con un po’ digrasso, la lama dell’accetta, si ritrovarono sedutinell’Angolo di Squadriglia. Ad un certo puntola faccia di Luigi si illuminò:«E se organizzassimoun torneo? Sì, coinvolgendo i nonni, con i lorogiochi! Ci dicono sempre “ai miei tempi…”,allora vediamoli questi tempi, questi giochi chefacevano!». L’idea piacque ad Andrea, e subitochiamarono gli altri dei Castori: consiglio diSquadriglia di urgenza!Tutta la Squadriglia, un po’ incuriosita, si presentòin sede venti minuti dopo (non gli avevanodetto il motivo, se non a Matteo, il CapoSquadriglia). Arrivati tutti, la parola fu data aLuigi, che raccontò la loro giornata e l’idea cheera venuta. Era una cosa fattibile? Tutti si guardaronoin faccia, tutti avevano sentito e strasentito«Ai miei tempi…!». Sì, si poteva fare, macome? Chi li conosceva i tempi dei nonni, quelloche facevano da piccoli? E poi sarebbe stataottima per la specialità di Squadriglia di Civitasche volevano raggiungere!Ecco allora che ci si organizzò: Matteo eGiorgio, il segretario di Squadriglia, avrebberogestito il tutto, dai tempi ai luoghi, dalle iscrizioniai premi; Luigi ed Andrea, naturalmente, dovevanochiedere ai nonni – e al circolo degli anziani,perché no – quelli che erano i loro giochi, echiedere loro se volevano iscriversi a questotorneo “intergenerazionale”, a loro si aggregòFrancesco, l’ultimo arrivato della Squadriglia,che di nonni ne poteva vantare addirittura sei,avendo anche due bisnonni! Infine Paolo eGianluca, una volta scelti i giochi, si sarebberooccupati del materiale e di tutte le questionitecnico-pratiche.Matteo e Giorgio andarono subito dal Don, perchiedere se era possibile avere a disposizione icampi della parrocchia per un pomeriggio. IlDon fece addirittura di più! Consigliò di coinvolgereanche le nonne: queste non avrebberovoluto giocare, ma volentieri avrebbero organizzatouna mega-merenda a fine del torneo.Ottimo! Per i premi Giorgio, che voleva prenderela specialità di falegname, si offrì a farli inlegno. Belle medaglie, ma anche un trofeo scolpitonel legno: sarebbe stato duro, ma ci volevaprovare.Luigi,Andrea e Francesco contattarono i proprinonni e quelli del circolo degli anziani, e stilaronouna bella lista di giochi accorgendosi, poi,che molti giochi si fanno ancora oggi! Alcuni,vista l’età dei partecipanti, si annullarono, tipo la“cavallina” e l’“asina”, conosciuto da molti comeil “tre tre giù giù”.Altri, come “un, due, tre, stella”o i “quattro cantoni” non si adattavano ad untorneo. Ne rimanevano però alcuni, come “battimuro”,corsa col “cerchio”, la “lippa” e la“corsa dei rocchetti”.Paolo e Gianluca si ritrovarono quasi senzalavoro, infatti per questi giochi praticamenteI GIOCHI DEI NONNIAvventura 8/<strong>2005</strong>27


FIG. 2non serve gran materiale, e se serve è tutto dirisulta. (fig.2)L’unico problema lo ebbero con i rocchetti difilo, infatti oggi non si usano più quelli dilegno. Qui intervennero alcunenonne che, nel loro cestino dicucito trovarono alcuni rocchetti.Passarono il filo su rocchettidi plastica e diederoquelli di legnoper il torneo.Tutto era pronto.Tutti potevanogiocare, grandi epiccoli, dai 9 ai 99anni! Molti gliiscritti: oltre ainonni – e anchemolti papà – deglisquadriglieri, anchel’annuncio alla fine della Messa diede i suoi frutti,tanto che si dovettero organizzare diversepartite ed eliminatorie. La Squadriglia, col restodel Reparto, che tra l’altro si era mostrato scetticosull’impresa, rimase stupefatta! Vecchiettifelici che correvano e giocavano, nonne che siscambiavano ricette di dolci, giovani che ridevano,goffi, alle prese con il “cerchio” e con la“lippa” – «chissà che ci vuole», avevano detto –,e il Don che si rivelò un gran campione di “battimuro”.Fu un successo: gli anziani conobbero gli Scoute tornarono a casa felici, come ragazzini; laSquadriglia si accorse che realmente, con pocoo niente materiale, è possibile passare ore a giocaree divertirsi assieme agli altri. Poi, con la sfilzadi giochi trovati, li proposero al resto delReparto durante l’anno. E naturalmente, la tantoagognata specialità di Squadriglia fu raggiunta,con tanto di complimenti degli IncaricatiRegionali!ALCUNI GIOCHI DA PROVARE…LIPPA (anche conosciuto come nizza o tirolo)Questo gioco viene fatto con un legno di circa tre cm di diametro e 10 -15 cmdi lunghezza,appuntito da entrambe le estremità,chiamato,appunto “lippa”.Il bastone viene appoggiato per terra o su un sasso; con un altro bastone,di caratteristiche indifferenti, si dà un colpo a una delle estremità della“lippa”, in modo che si sollevi da terra o dal sasso. Con un altro colpo dibastone lo si lancia nella direzione voluta. Il gioco di volta in volta prevede che il bastoneappuntito venga lanciato il più lontano possibile o,in alternativa,il più vicinopossibile ad un punto prestabilito.I GIOCHI DEI NONNIBATTIMURO.Si gioca con le monete da 5 centesimi (una volta con le 10 lire), perché hanno il “peso”e la dimensione giusta. Il primo giocatore lancia una moneta sul muro, il secondo giocatorelancia anche lui la sua moneta e se la moneta si ferma a un palmo della sua manodalla prima moneta le vince entrambe. Se sono distanti più del palmo non si vince e sicontinua. Ci si può accordare sul numero delle monete per ogni giocatore.Naturalmente le monete sono solo uno strumento per il gioco, alla fine ognuno tornaa casa sua con i suoi soldi.CERCHIO.Questo gioco consiste nel mantenere in posizione verticale, correndo,un cerchio di ferro (si può fare con un cerchione di bicicletta senza iraggi, abbastanza grande – ottimo quello delle biciclette dacorsa!). Il cerchio viene retto con un bastoncino di ferropiegato a “u”. La bravura sta nel saper far delle curvestrette a grande velocità.CORSA DEI ROCCHETTI.Servono dei rocchetti di legno,come quelli di una volta (sono quelli dove si avvolge il filo per cucire). Si procedead intaccare il rocchetto su ambedue i lati, quindi si inserisce nel buco passante delrocchetto un elastico e lo si ferma con un bastoncino, poi dalla parte opposta si inseriscealtro bastoncino leggermente più lungo e lo si gira fin dove è possibile, quindi lo sipone in terra e il rocchetto inizierà a camminare.Vince il gioco il proprietario del rocchettoche arriva primo a un traguardo già predisposto.Avventura 8/<strong>2005</strong>28


Giochi Giochi per per la la SquadrigliaGiochi Giochi per per la la SquadriglI GIOCHIDELL’ACCOGLIENZATESTO E DISEGNI DI CHIARA FONTANOTDRITTE E CONSIGLISULL’ATMOSFERA DA VIVERERitrovarsi dopo uno o due mesi di vacanza e riprendere le attività scout è un fatto naturale e piacevole,perché è atteso. Per i nuovi arrivati in Reparto invece, è una nuova avventura, soprattutto per i ragazziche non provengono dal Branco, ma anche per chi la vita scout l’ha già vissuta da Lupetto: le abitudiniconsolidate sono messe in discussione, cambiano i ritmi e cambiano i rapporti interpersonali.Da parte nostra è importante prestare alcune attenzioni percercare di mettere i nuovi arrivati a proprio agio:innanzi tutto cerchiamo di conoscerli e farci conoscerenon solo per nome e cognome, ma anche per quanto riguardagusti, hobby e abitudinifacciamoli sentire parte del gruppo, evitando di ignorarlicompletamente, ma cercando anche di non metterli al centrodell’attenzione in situazioni che noi consideriamo divertenti,ma che per loro potrebbero rivelarsi imbarazzanti.Quando non ci si conosce ancora, si pone spesso il problema dicome presentarsi.Con questo tipo di presentazione di solito si dimenticano velocementei nomi di tutti quelli che si sono presentati.La presentazione del proprio nome, accompagnata da qualcheazione fisica come un gesto, un salto, un mimo, ecc… vienememorizzata più facilmente, perchè è un modo più coinvolgentedi conoscere, che aumenta l’attenzione delle persone.Per conoscerci meglio e far sentire i nuovi arrivati parte del gruppo:quale mezzo, migliore di un gioco? Allora eccovene alcuni...SIAMO LA FAMIGLIA DEI...Materiale occorrente: nessunoNumero giocatori: almeno 20 personeI giocatori vengono bendati all’interno di uncampo delimitato.Il capo gioco dice: “Dividetevi nelle famiglie deimesi di nascita”. I giocatori devono iniziare a girareper il campo di gioco continuando a dire ilproprio mese di nascita. Quando trovano un’altrapersona che dice lo stesso mese si danno lamano, e così via finche non si sono ritrovate tuttele persone nate nello stesso mese. Quando ilcapo gioco vede che i gruppi si sono formati,ferma il gioco, i giocatori si tolgono la benda eogni gruppo a turno dice: “Siamo la famiglia deinati in…”.Il gioco prosegue, solo che il capo gioco farà dividerei giocatori in base all’età, poi in base allatappa, all’ultima specialità conquistata, al nome, alsegno zodiacale, allo sport praticato, alle inizialidel nome….CHI SONO?Materiale occorrente: dei foglietti e del nastro adesivo,una penna o un pennarelloNumero giocatori: una o più SquadriglieIl capo gioco attacca sulla schiena di ciascun giocatoreun foglietto con il nome di un altro giocatore.A turnoogni partecipante dovrà scoprire il nome della personache ha sulla schiena.Per farlo dovrà mostrare la propria schiena agli altrigiocatori disposti in cerchio, poi potrà fare delledomande sulla persona scritta sul foglietto. Se i giocatorinon hanno ancora avuto modo di conoscersi, ledomande possono riguardare solo caratteristiche fisiche,altrimenti possono riferirsi anche al carattereoppure agli hobby.In ogni caso la risposta alla domanda può essere soloun sì o un no.Quando il giocatore ha ottenuto indizi sufficienti, puòprovare ad indovinare qual è la persona scritta sulfoglietto.Il gioco termina quando tutti hanno scoperto la personascritta sul proprio foglietto o quando il capogioco decide di concluderlo.Giochi Giochi per per la la SquadrigliaAvventura 8/<strong>2005</strong> 29


Giochi per la SquadrigliaGiochi per la Squadriglia30LA RAGNATELAMateriale occorrente: un gomitolo di lanaabbastanza lungoNumero giocatori: una o più SquadriglieI giocatori sono seduti in cerchio; uno alla voltaparla di sé in 20 secondi, poi lancia il gomitolo dilana che ha in mano ad un’altra persona, dopoessersi legato l’estremità al polso. La persona cheprende il gomitolo parla di sé e poi dopo essersifatto passare il gomitolo attorno, lo passa adun’altra persona. Quando tutti hanno parlato disé, si cerca di sciogliere la ragnatela che si è formata.Variante: se ci si conosce già un po’, si può fareuna modifica: chi prende il gomitolo non deveparlare di sé, ma della persona che glielo ha lanciato.Chi inizia, parlerà alla fine dell’ultimo che riceve ilgomitolo.REMI TI SEI SEDUTO PROPRIO QUI?Materiale occorrente: nessunoNumero giocatori: una o più SquadriglieTutti i giocatori sono seduti in cerchio, solo uno, Remì,è in piedi all’interno, bendato.Remì si siede sulle gambe di un qualsiasi giocatore delcerchio. Quest’ultimo chiede: “Remì, ti sei seduto proprioqui?”, cercando di camuffare la voce per non farsiriconoscere. Se Remì non riconosce subito il giocatoresu cui si è seduto, può provare a fargli delle domande inmodo da sentirne la voce. Le domande non richiedonouna risposta sincera.Se Remì riconosce la persona sulla quale si è seduto, idue si scambiano il ruolo e toccherà all’altro giocatoresedersi su un’altra persona, se non indovina, sempretenendo la benda sugli occhi, va a provare con un’altrapersona.Variante: i giocatori sono in cerchio in piedi e sidanno la mano. Quando la persona bendata si avvicina,il cerchio, senza spezzarsi, si sposta in modo da impedirledi toccare qualcuno (come mosca cieca). Quandoun giocatore viene toccato il cerchio si ferma, tutti sisiedono e il gioco prosegue come già descritto.Materiale occorrente: nessunoNumero giocatori: una o più SquadriglieI giocatori sono in cerchio. Il capo gioco inizia dicendo:“Quelli con il nome che inizia con la lettera P sono legalline, quelli che hanno il nome che inizia con la letteraF sono i maiali….”.Man mano che le persone vengononominate, devono fare il verso dell’animale assegnato.Allafine del gioco si formeranno diversi gruppi ognunodei quali deve cercare di fare il più forte possibile ilverso di un animale della fattoria. I gruppi si possonoricreare secondo altri criteri come gli sport praticati,l’età, il numero di scarpe, le specialità conquistate, latappa…LA FATTORIAMateriale occorrente: una sedia ed un fogliettoper ogni giocatore, penne o pennarelliNumero giocatori: una o più SquadriglieI giocatori sono seduti tutti in cerchio. Ogni giocatorescrive il proprio nome su un foglietto e loattacca sullo schienale della sedia. Un giocatore ascelta deve alzarsi, togliere dal cerchio la propriasedia e mettersi al centro del cerchio. I giocatorisi scambiano di posto evitando di sedersi sullasedia con il proprio nome. Appena tutti si sonosistemati, la persona che si trova al centro delcerchio chiama il nome di una persona, la personachiamata e quella seduta sulla sedia con ilnome chiamato devono scambiarsi di posto. Lapersona che si trova al centro del cerchio devecercare di sedersi in uno dei due posti. Chi rimanein piedi va al centro del cerchio e chiamaun’altra persona.Di tanto in tanto sarà necessario cambiare dinuovo i posti a sedere, per permettere a tutti diessere chiamati e di chiamare a loro volta.RUBAPOSTOLA BOMBAMateriale occorrente: una pallaNumero giocatori: una o più SquadriglieTutti i giocatori sono in cerchio, una persona si mette alcentro con la palla in mano.Quando il giocatore che si trova al centro del cerchiolancia la palla in aria e grida il nome di un altro giocatore,tutti devono scappare (compreso il giocatore cheha lanciato la palla) tranne la persona che è stata chiamata,la quale deve recuperare la palla: una volta che hapreso la palla in mano deve gridare “Stop” e tutti immediatamentedevono fermarsi sul proprio posto. Il giocatoreche ha la palla in mano può fare tre passi per avvicinarsiad un compagno e cercare di colpirlo con lapalla.Se il giocatore viene colpito, tocca a lui lanciare la pallanel turno successivo, se non viene colpito, tocca a chiha lanciato la palla. Se la palla viene presa al volo il lancioviene annullato e va ripetuto dalla stessa persona.METTETEVI IN ORDINEMateriale occorrente: nessunoNumero giocatori: almeno 20 personeI giocatori sono divisi in due o più squadre di almeno 8persone ciascuna.Il capo gioco dice: “Mettetevi in ordine alfabetico inbase al nome”. Ciascunasquadra deve mettersi inordine nel minor tempopossibile. Chi finisceprima riceve un punto.Successivamente il capogioco può far metterele squadre in ordine inbase al numero di scarpe,all’età, all’altezza, alpeso….Vince la squadrache alla fine delgioco ha totalizzatopiù punti.


Topo Topo di di BibliotecaTopo Topo di di BibliotecaA CURA DI MAURO BONOMINITitolo: Legge Scout, Legge di LibertàAutrici: Federica Frattini, Carla BertinelliEditrice: Nuova FiordalisoPrezzo: € 11,36Titolo: Promessa scout:nelle parole, una identitàAutrici: Federica Frattini,Emanuela IaconoEditrice: Nuova FiordalisoPrezzo: € 12Dopo aver finito di leggere i due libri, il Topo di biblioteca è rimasto un attimoa pensare, con le due copertine appoggiate sul tavolo. Indubbiamente sono duelibri di grande valore, sia per chi lo scoutismo lo vive, sia per chi lo vuole conoscere,quindi libri che si possono regalare a qualcuno di cui abbiamo stima eche, pensiamo, possa comprendere il significato. Ma da leggere in età E/G sonotroppo “tosti”? Si, forse sì, però… al Topo sono venuti alla mente i volti delleragazze e dei ragazzi, che la scorsa estate hanno partecipato al Campo di Competenza di ProntoSoccorso. Loro hanno saputo discutere e ribattere su temi altrettanto tosti e si sono dimostrati attenti,intuitivi e creativi. Come loro, nei Reparti, ce ne sono di certo tantissimi. Capi Squadriglia in gamba chevogliono approfondire il senso delle Legge e della Promessa troveranno in queste pagine (i due libri sonocomplementari) approfondimenti e idee per stimolare i propri squadriglieri. Sapranno tener conto delletestimonianze rese da persone che lo scoutismo lo vivono e lo hanno vissuto con coraggio e serenità,rispettando e amando la Legge e testimoniando nella vita la loro Promessa. Il Topo ha avuto occasione diincontrare alcuni di loro, sono persone splendide: prima fra tutte la piccola, grande suor Eugenia che, trale difficoltà e i pericoli, è ancora in Africa a diffondere la luce della fede e dello scoutismo. E, se proprionon ve la sentite di leggerli, raccomandateli ai vostri Capi!Titolo: Specialità e Brevetti: le tecniche nel sentiero E/GAutore: Agesci - a cura della Redazione di “ScoutAvventura”Editore: Nuova FiordalisoPrezzo: € 6,50Ecco invece un libro che è dedicato a voi, a tutti voi: dal novizio all’anzianoCapo Squadriglia. Il tema che viene trattato è di estremo interesse perEsploratori e Guide: si parla di Specialità, di Brevetti di Competenza e diSpecialità di Squadriglia. E se ne parla in maniera diretta e molto pratica:chedevi fare per ottenere la Specialità di Topografo, che comporta puntare ad unBrevetto, la Squadriglia è veramente capace di conquistare una Specialità? Tuttedomande che trovano risposta in questo libro. Non dovrebbe mancare nelle biblioteche personali ed èessenziale in quelle di Squadriglia!Topo di musicotecaTopo di musicotecaAvventura 8/<strong>2005</strong>31


Mani Mani abili abiliMani Mani abili abiliMani Mani abili abiliFARE CANDELETESTO E FOTO DI LUIGI DI CANTALUPALe candele sono un grande conforto durante le veglie,brillano con allegria nella notte, sprigionando un delicatoodore e sfrigolando, con la fiamma appena mossa dalvento e dal respiro. Guardare la candela che si consumaporta a riflettere sul valore del tempo e delle cose.Mani abiliMani abiliFare da sé le candele è un’attività facile e divertente equando le accenderete, saranno molto più belle di quellecomprate. Questo che segue è un procedimento antichissimo,ma sempre valido che funziona di sicuro. Le candelesi possono infatti fare anche con degli stampi, colandodirettamente la cera dentro un contenitore, avendo inserito precedentementelo stoppino. Spesso però, il raffreddamento dellacera non è regolare e fa spezzare le candele o scollare gli stoppini.Innanzitutto occorre dire che la gran parte delle candele in commercionon è fatta di cera d’api ma di cere vegetali ed animali, moltomeno pregiate. Se volete fare da voi le candele dovreste riuscire aprocurarvi della vera cera d’api (fig.1).La cera d’api è il materiale con cui le api fabbricano le cellette delmiele. Gli apicoltori, dopo aver estratto il miele, separano e fondonoin panetti la cera. Non è facile da trovare, ma non è particolarmentecara e d’altronde la ricerca fa parte del gioco. Qualchetelefonata e scoprirete chi, nella vostra zona, fa il miele in casa o haun vecchio pezzo di cera da vendere. Il profumo vi ripagherà dellaricerca. Procuratevi poi dello stoppino presso un negozio di bricolageo ferramenta. Forse sarà più difficile trovare lo stoppino chela cera.Tuttavia trovare quello giusto è indispensabile. I cordini nonvanno bene. Lo stoppino non deve essere troppo piccolo ne troppogrande, in particolare deve essere proporzionato alle dimensionidella candela.Recuperati gli ingredienti, avete bisogno degli attrezzi, che sonomolto semplici: un fornello a gas, due pentole, un pentolinoprofondo, tipo quelli per scaldare il latte, e un coltellino.Prendete le due pentole più grosse e riempitele d’acqua a metà.Una mettetela sul fuoco l’altra lasciatela da parte. Prendete il pentolinoprofondo e riempitelo dei pezzi della cera (fig.2) mettetelo abagno maria nella pentola sul fuoco, quando l’acqua bollirà la cerainizierà a fondere sprigionando un odore delizioso (fig.3).Aggiungete cera fino ad avere il pentolino quasi pieno lasciandosempre il fuoco acceso. Prendete lo stoppino e dividetelo in porzionilunghe circa 25 cm (fig.4).Tenendone una per l’ estremità, immergetela nella cera fusa e successivamentenell’acqua fredda della pentola che avete messo daparte (fig.5).La cera diventerà immediatamente dura, avvolgendo lo stoppino. InFIG.2FIG.3FIG.132


Mani Mani abili abili33FIG.5FIG.4questo primo passaggio fate in modo che lo stoppino stiaben dritto altrimenti tutta la candela sarà storta.Immergete nuovamente lo stoppino nella cera fusa e dinuovo rapidamente nell’acqua. Ripetete più volte l’operazionee vi accorgerete che la candela prenderà forma piano piano. Non aspettatevi una candela cilindrica,verrà più simile a un cono perché la cera fusa va verso il basso (fig.6).Se vi accorgete che la candela sta prendendo una forma più simile ad una patata che ad un cono, pelatevia la parte in eccesso con il coltellino e riprendete le immersioni ed i raffreddamenti. Quando lacandela avrà, alla base, la dimensione di circa 3 cm, terminate le immersioni, pareggiate appianando labase e tagliate lo stoppino eccedente in alto.La candela è ora pronta per essere sistemata su una base di legno che consenta di appoggiarla e spostarla(fig.7).Andrà benissimo una rondella di legno al cui centro avrete piantato un chiodo sporgente. Infilzate lacandela ed ecco fatto il lavoro. In questo modo potete produrre molte candele: tutte quelle che viservono.FIG.6Quando accenderete la candela sentirete la fiamma che fa sfrigolare le particelle di acqua che sonorimaste intrappolate nella candela. Forse si spegnerà più spesso ma la soddisfazione di averla fatta dasoli, ripagherà qualche inconveniente.FIG.7


IL CUCCHIAIO DI LEGNOTESTO E FOTO DI LUIGI DI CANTALUPAFIG.1La sera accanto al fuoco, il trappeur prepara la suazuppa di fagioli, gli ingredienti sono pochi e semplici:legumi, pancetta, un pò di peperoncino speciale, donodegli indiani del sud; ecco, dalla padella sale un profumobuonissimo. Il trappeur tira fuori il suo cucchiaio dilegno, si accovaccia contro la quercia e, fissando l’orizzonte,si gusta la sua cena.Mani abiliMani abiliFIG.2FIG.3Prova a costruire un cucchiaio di legno, sarà il tuo fido attrezzoda portare al campo e potrete fare una bella figuraalla gara di cucina se tutta la Squadriglia si sarà preparatail proprio cucchiaio.Per prima cosa, occorre un pezzo di legno ancora fresco.Ricordati che non è difficile trovare la legna appena tagliata,nei posti giusti e nella stagione giusta. Siccome poi a tene basta un pezzo piccolo, anche un falegname, che hafatto tagliare un noce od un acero, te ne darà un pezzo.L’acero va molto bene perchè è compatto e resistente; illegno di pero è ideale ma non è facile trovarlo. Il tiglio vabene per fare dei mestoli, siccome è molto tenero si puòscavare in profondità. Il noce pure va bene e anche il faggio.Un pò meno adatto è il legno del castagno, per il contenutodi tannino che lo fa diventare scuro e lascia ungusto un pò amaro. Fai invece estrema attenzione ai legnivelenosi, possono essere molto pericolosi. In particolarenon usare mai né l’oleandro, né il tasso: chiedi sempre chetipo di legno stai usando e se, per caso, ha sapore o è velenoso.Per prima cosa taglia un pezzo di ramo dritto esenza nodi, lungo circa 30 cm e di diametro 8 cm, scorteccialoaccuratamente e attacca anche il legno, sottostantela corteccia, che è più tenero e si deteriorerebbe più infretta. (fig.1)Devi togliere almeno i primi 5 mm superficiali. Poi, con unaccetta posizionata sulla sezione, dividi in due per la lunghezzail legno. (fig.2 e 3)Da uno dei due pezzi dovrai ricavare il cucchiaio. Con lamatita traccia l’ellisse del cucchiaio, le proporzioni delmanico e la parte interna da scavare; poi con l’accetta iniziaa seguire i profili che hai segnato. (fig.4)Ricorda che ora stai facendo un lavoro grossolano che poidovrai rifinire con il coltello. Per prima cosa demarca beneil distacco tra manico e cucchiaio, poi arrotonda la coppa,assottiglia via via il manico, dandogli magari un pò di curvatura.(fig.5 e 6)Per scavare la parte interna del cucchiaio dovrai utilizzareuna sgorbia tagliente di larghezza elevata, circa 2 cm e conun raggio di curvatura abbastanza accentuato. (fig.7)34Avventura 8/<strong>2005</strong>


Mani Mani abili abiliFIG.5Ricorda che, sia quando lavori con la sgorbia chequando usi l’accetta o il coltello, non devi lasciarticondurre dalle venature ma dal disegno. Se il coltellosi impunta e tu insisti, il legno si aprirà lungouna vena e non come vuoi tu; devi allora riprendereil taglio in controvena, con pazienza. Per fare unFIG.4cucchiaio ci vuole circa 1 ora ma per rovinarlo, conun taglio sbagliato, pochi secondi.Con la sgorbia segui tutto il contorno che hai disegnato, poi inizia ad approfondire la conca. Usasempre la sgorbia in modo che se ti dovesse scappare non ti possa ferire. In questa fase tipotrebbe fare comodo una morsa di legno o un morsetto, potresti anche solo assicurare il cucchiaioad un cavalletto o ad una panca con una legatura parallela. In ogni caso fai molta attenzione.Terminata questa fase il cucchiaio deve già avere le dimensioni e le proporzioni corrette, deveentrare comodamente in bocca e contenere un bel pò di zuppa.Con il coltello dovrai ora rifinire il tutto. Per facilitarti il lavoro ti insegno un trucco. Non cercaredi ottenere subito dei bei contorni arrotondati, per arrotondare c’è sempre tempo, lavoracon un numero limitato di facce e poi elimina gli spigoli. Ad esempio per ottenere un cilindroperfetto dal legno, dovrai prima ottenere un prisma quadrato, poi un prisma ottagonale, eliminandogli spigoli del quadrato ed infine un prisma a 16 lati che sarà in tutto e per tutto ugualea un cilindro. Anche con il cucchiaio vale questo trucco. Se il legno è molto verde lascialo seccareun giorno in un posto umido, poi con un pezzo di carta vetro potrai arrotondarlo ancoradi più. Fagli un foro con la punta del coltelloo un succhiello sulla parte terminale delFIG.7manico, così lo potrai appendere e le formichenon lo visiteranno.FIG.6Avventura 8/<strong>2005</strong>35


Il Reparto del Canosa 1Spazio E/G E/GSpazio Spazio E/G E/GSpazio Spazio E/G E/GIl Reparto del Canosa 1 all’ultimo Campo Estivotenutosi ad Ortucchio (AQ), dal 3 al 10 agosto<strong>2005</strong>. Ci siamo tutti, ma proprio tutti Reparto,Capi ed Aiuti.Un istante incastonato in un ricordo perenne. Ungrande bacio a tutti i miei Esploratori e Guide, edun grande grazie a tutto lo Staff, sopratutto agliAiuti.Vito Balzano – Capo RepartoLa Sq.TigriLa mia Squadriglia, le Tigri, al campo:in basso a destra ci sono io(quella con la fascetta) poi , in senso orario, Benedetta, Piera,Valentina, Caterina, Martina, Daniela e Rebecca.Un caro saluto a tutti!Sara Palombo – Sambuceto 1Spazio E/GSpazio E/GGentile Redazione di Avventura,vi invio alcune foto dell’appena conclusoCampo Estivo dei RepartiSantoni e Mintaka di Jesi 1 (AN) svoltosia Fiuminata (MC) dal 29 luglio all’8 agosto, con la preghiera di pubblicarlenel giornalino. Un saluto ed uncaro ricordo a tutti i partecipanti.Il Capo Reparto - Jesi 1Reparti Santoni e Mintaka - Jesi 1Ciao, sono la terza diuna super Squadriglia!!!I Pinguini dell’Ugo Bracciolani dell’Ascoli1!!!Quest’annoabbiamo realizzatol’Impresa per riconfermarela specialità diespressione, che l’annoscorso abbiamo conquistato con tanto impegnoe con una marea di sorrisi!!! Volevo ringraziare la miaCapo Sq. (Francesca) che quest’anno mi ha insegnatoun sacco di cose (a me ed al resto della Sq.), levogliamo un sacco di bene e ci fidiamo pienamentedi lei. Il mio Vice è Martina un concentrato di energiae di creatività. Poi c’è Alessandra sempre con ilsorriso sulle labbra. Siamo molto unite, quest’annopuntiamo a vincere il Campo Estivo, visto che l’annoscorso siamo arrivate seconde per un pelo. Salutotutto il mio mitico Reparto e soprattutto i miei Capi:Valeria e Osvaldo.Natalia PugliaPS - Eccoci al campo mentre facciamo l’urlo... IlCampo è andato benissimo: abbiamo vinto lagara di cucina, il Campo e seconde all’Hebert...Non poteva andare meglio!!!36Avventura 8/<strong>2005</strong>


VITA DI SQUADRIGLIA: GIOIE O DOLORI?Vivere in Squadriglia non è una cosa semplice. Si sa bene dopo un Campo Estivo, dove gli umori si alterano facilmente escoppiano liti, spesso banali, a causa della stanchezza per il sonno insufficiente e lo stress accumulato. Ma l’importante èche ogni situazione scomoda venga sempre risolta con calma e condiplomazia, in un Consiglio di Squadriglia dove vengano chiariti i contrasti,si faccia una riflessione e si sistemi tutto, ricordandosi che si èuna famiglia: un nido che ti tiene al sicuro fino a che non sei prontoper volare via.Quante meravigliose esperienze viviamo con la nostra Squadriglia:uscite sensazionali ,dove a volte risalta quella piacevole sensazionedi pericolo mista ad eccitazione. Campi impregnati di sudore, didivertimento, d’allegria, di impegno per migliorarsi, ma sempre erigorosamente insieme alle nostre inseparabili Squadrigliere,senza le quali quell’ avventura non avrebbe potuto essere così speciale.A tutti, inoltre, sono ben note quelle lunghecorse contro il tempoprima delSq. Pinguini nella SopraelevataUn piccolo pensiero per quattro anni meravigliosi…mi mancherete… vi voglio beneLaura – Piove di Sacco 1Sq. Pinguini in posaCampo perpreparare tutto il materiale diSquadriglia. In quel momento non manca lafatica e a volte riflettiamo se ne vale la pena, maabbiamo ben presente come tutto verrà ripagato alCampo Estivo.Alla fine del Campo, poi, è bello riavvolgere i ricordi,come un film, e tutte insieme far scorrere lentamenteil nastro per commentare e ripensare aquei giorni felici, passati con la propria piccola famiglia.Si può concludere affermando che la Squadriglia a volte nonrisulta piacevole ma una volta che ci si riunisce e si collabora diventa una gioia.Sara Zanchin – Sq. Pinguini - Camposampiero 1°La mia ex Squadriglia, le AQUILE, nel giornodelle Olimpiadi al Campo Estivo.Ringrazio le mie compagne per tutto quelloche mi hanno insegnato (soprattutto Valentina eRossella). Ciao bellissime!Angelica De Blasi – Matera 2Spazio Spazio E/G E/GAvventura 8/<strong>2005</strong>37


C’è posta posta per per voi voi C’è C’è posta posta per per voi voiC’è C’è posta posta per per voi voiA CURA DELLA REDAZIONE DI <strong>AV</strong>VENTURAFOTO DI MAURO BONOMINI E GIOVANNI ZANOTTOQuesto mese sembra che nessun Esploratore cerchi di conquistare la specialità di corrispondente,né abbia il desiderio di sfogare il proprio estro creativo nella ricerca diamici di penna. Peccato! Cercare il confronto con gli altri, fruendo di tutte le forme dicomunicazione, è sempre interessante. Conoscere altre persone ci arricchisce contante nuove scoperte e ci rende più disponibili nell’accettare gli altri. Le Guide losanno, per questo sono sempre presenti con i loro annunci. Forse, spegnendo un po’ diplaystation (come per Luigi ed Andrea di pag.25) ne guadagnerebbe la comunicazione.Esther ANGRISANI - Sono una Guida delReparto Salerno °, con tanta voglia di conoscervi(Scout e Guide) ed imparare altre cosesul mondo scout. D’altronde prenderò anche laspecialità di corrispondente!!! Sono moltoesuberante, ma anche riflessiva e ho un caratteremolto aperto. Vi aspetto numerosiEsther!! Vi prego scrivetemi a questo indirizzo:Via Pietro del Pezzo n. – Salerno SA,oppure a questo indirizzo e-mail: arianna@tiscali.it!!Giulia CALABRO’ – Ciao a tutti!!! Ho quasi anni, ho la specialità di sarta e vorrei conquistarequella di corrispondente. Sono simpatica,socievole ed il mio hobby è la musica! Sono unacampionessa di tennis e vorrei avere tanti amicidi penna! Scrivetemi: la risposta è assicurata!!!Il mio recapito è: viale Santa Panacia n° – SiracusaScrivetemi in viadella Mantovana – TrentoTNChiara FRANCIO-SO – Sono unaCanterina di anni,cerco un/unapen-friend! Amola musica , adoroleggere e scriveree sono un tipo simpatico.Vorrei tantofare nuove amicizie.Il mio indirizzoè: via E.Toti – Racale LEPS – Risponderò atutti coloro che miscriveranno.C’è posta per voiC’è posta per voiGenny CAS<strong>AV</strong>ECCHIA – Ho tanta voglia di corrisponderecon tutti gli E/G d’Italia!!!Prometto risposta assicurata per una corrispondenzaduratura! Se vi va, scrivetemi in viaPiero Godetti – Cagli PUGiulia COLOMBARA – Ciao!!! Ho anni e vorreicorrispondere con tutti gli E/G d’Italia. Miritengo simpatica e ho tanta voglia di conoscerenuovi amici. Prometto risposta al %.Paola ILLUMINA-TI – siamo due Guide della Squadriglia Panda,Reparto Fratello Sole, Gruppo Corridonia (MC). Stiamo disperatamente cercando unaSquadriglia con cui corrispondere e che non ciabbandoni dopo le prime due lettere. Vi preghiamo,vi supplichiamo, vi scongiuriamo,abbiate pietà e inviate le vostre numerose (…speriamo!!!) lettere in via Sibillini - Corridonia MCSara LEO – Ho anni, SquadrigliaScoiattoli del Reparto Orione, GruppoStatte (TA). Sono allegra, simpatica epiena di vita. Adoro gli Scout, ma le miepassioni sono la musica ed i film, nonché loscrivere! Cerco nuovi amici/he attraversola Specialità di corrispondente. Il mio indirizzoè: via P.Mascagni – Statte T<strong>AV</strong>alentina MILLOCH – Hola! Mi nombrees Valentina…Ok, queste sono le unicheparole che so di spagnolo!Ho tantavoglia di conoscere tutti gli E/G possibili,e se poi ci scappa la Specialità, beh,tanto meglio! Ho anni e mi piace praticaretutti gli sport, specie se di squadra!Sono Vice delle Dingo, una Squa-38Avventura 8/<strong>2005</strong>


driglia, a dirpoco, fantastica!Scrivetemi,il mioindirizzo è:via della Stazione – Paviadi Udine UDGiusi MON-TELEONE –Ciao! Sonouna Guida di anni delGruppo scoutNoicattaro .Sono una dellepiù estroversepanteredel mioReparto. Mipiacerebbecorrispondere con tanti E/G d’Italia perché vorreitrovare nuove e lunghe amicizie, insommase piace,piace e se non piace… piacenza!Risponderò a tutte le lettere che troverò nellamia cassetta. Indrizzo: via S.Chiara – Noicattaro BA. Mail: giusyantonella@libero.itAnna Claudia RATTI – Salve ragazzi/e!!! Ho anni e desidero corrispondere con Guide edEsploratori di tutta Italia e di tutte le età. Mipiacerebbe scambiare con voi bans, idee e passioninonchè foto e fazzolettoni.Allora che aspettate! Penna alla mano e via…inizia la corrispondenza! Indirizzate in via FossoneBasso bis – Carrara MSAngelica RICCIATO – Ho voglia di conoscerenuovi E/G sparsi in tutta Italia. Mi chiamoKoala Sorridente e sono Capo Squadriglia diCobra del Reparto Aliseo del Taranto . Mi piacerebbecollezionare i fazzolettoni di quasitutta Italia. Vi aspetto in molti al mio indirizzo:via Lago Trasimeno – Taranto TASofia VAN RAAY – ho anni e vorrei corrisponderecon E/G di tutta Italia e anche perchého l’estremo bisogno di prendere almeno unaspecialità! Se volete conoscermi SCRIVETE-MI!! Il mio indirizzo è: via Pintor – Rimini RNEleonora POMANTI – Ciao a tutti! Ho anni efaccio parte della Squadriglia più bizzarra d’Italia!Gli Scoiattoli del favoloso Reparto Stella Polare delGruppo S.Nicolò a Tordino . Ascolto ore su (ndr: anche quando dorme!!!!) la musica punk erock, ma soprattutto punk. Ma mi piace ancheuscire con le mie amiche e giocare tutti insiemeall’aria aperta. La risposta è assicurata al %.Scrivetemi in via Badia – Teramo TE.Oppure contattatemi alla mail lovebilliejoe@hotmail.com...Aspetto numerose risposte per lunghecorrispondenze. Ciao, ciao!!!Avventura 8/<strong>2005</strong>SIETE MAESTRI DI SCOUTING?Lo scouting è l’arte di elaborare le informazioni raccolte, cioè osservare, vedere, leggere,ascoltare per capire i “messaggi” che le varie situazioni ci trasmettono e poi agire di conseguenza.Se la mamma, quando rientriamo a casa, ci accoglie con viso severo deduciamo immediatamenteche ce l’ha con qualcuno… speriamo non con noi. Ecco, da un segnale (il viso serio)abbiamo elaborato il messaggio trasmesso (probabili guai!) e sappiamo come agire: meglio starbuonini!In questo numero di Avventura abbiamo inserito 2 tipi di segnali, vediamoli.1° SEGNALE – I racconti – da pag.12 a pag.21 – Trasmettono un messaggio relativoad un importantissimo tema comune, condiviso da noi tutti. Quale?2° SEGNALE – Su 10 bordi pagina (lato colorato verticale), ci sono segnali che fornisconoun secondo messaggio. Quale?Scoprite i messaggi e scriveteceli: la prima e-mail e la prima lettera, contenenti la soluzioneesatta, di uno e/o dell’altro dei due messaggi, che giungeranno ad Avventura verranno premiaticon un libro della Nuova Fiordaliso. Se c’è un titolo che vi interessa particolarmente,chiedetelo nella mail/lettera e vi accontenteremo… se ne avrete conquistato il diritto!Buona caccia!PS – I nostri indirizzi sono a pagina 2, in fondo a sinistra.C’è C’è posta posta per per voi voi39


SCOUT - Anno XXXI - n. 29 - 7 novembre <strong>2005</strong> - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA -€ 0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero15811 presso il Tribunale di Roma - Stampa: So.Gra.Ro., via I. Pettinengo 39, Roma - tiratura di questo numero copie 63.000 - Finito di stampare nel novembre <strong>2005</strong>La rivista è stampata su carta riciclataAssociatoall'Unione StampaPeriodica Italiana

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