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Piano di gestione dell'emergenza - La Venaria Reale

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VENARIA REGGIA – PARCHEGGIO A E B<strong>La</strong> fisiografia dei bacini nella parte <strong>di</strong> testata è quella propria <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna,con versanti ripi<strong>di</strong> e copertura boscosa intervallata ad aree sterili per colti detritiche e rocciaaffiorante.Il drenaggio avviene attraverso solchi <strong>di</strong> impluvio brevi e rettilinei che alimentano l’astaprincipale e per apporti <strong>di</strong>retti legati allo scorrimento superficiale ed ipodermico.Muovendo verso valle le incisioni <strong>di</strong>vengono via via meglio definite, con alvei costretti traversanti ripi<strong>di</strong> ed a tratti caratterizzati da fondo roccioso.<strong>La</strong> lunghezza dell’intera asta rettificata del T. Ceronda risulta pari a 23.36 km, <strong>di</strong> cui 16.09 kmsviluppati a monte della confluenza col T.Casternone, mentre quest’ultimo raggiunge unalunghezza rettificata pari a 16.61 km.<strong>La</strong> rete idrografica delle acque meteoriche <strong>di</strong> scorrimento superficiale può essere <strong>di</strong>stintasostanzialmente in un’idrografia naturale (rii) ed in parte artificiale (reticolato irriguo) con varieforme interme<strong>di</strong>e. All’originario e naturale sistema idrografico minore si è quin<strong>di</strong> sovrappostonel tempo un reticolato irriguo-smaltitore, la cui <strong>gestione</strong> è stata assicurata nel corso del tempodai consorzi irrigui.2.4 Caratteristiche dell’alveoIl Torrente Ceronda è caratterizzato da un alveo con morfologia unicursale, in cui tratti subrettilinei si alternano ad altri sinuoso-irregolari.In alcuni tratti, ad esempio a valle <strong>di</strong> Fiano per il T. Ceronda, la notevole quantità <strong>di</strong> depositoalluvionale in alveo determina la locale formazione <strong>di</strong> barre, con creazione <strong>di</strong> rami multiplieffimeri la cui attivazione è unicamente legata ad occasionali aumenti <strong>di</strong> portata.Or<strong>di</strong>nariamente il deflusso è concentrato in un unico canale che a luoghi tende ad approfon<strong>di</strong>rsiper fenomeni <strong>di</strong> erosione. Nell’ ambito del comune <strong>di</strong> <strong>Venaria</strong> il Ceronda presenta un alveo pocoinciso, con possibilità <strong>di</strong> allagamenti poco estesi e deposito <strong>di</strong> materiali fini.Durante le piene più significative si verifica con facilità l’asportazione delle barre preesistenti,con formazione <strong>di</strong> nuove strutture <strong>di</strong> deposito che mo<strong>di</strong>ficano il locale aspetto dell’alveo ma nonne cambiano le caratteristiche complessive.Nella sua parte me<strong>di</strong>o terminale il torrente incide costantemente i propri depositi alluvionali;l’alveo è compreso tra sponde ovunque ben definite, la cui altezza non è me<strong>di</strong>amente superiore ai2 m quando inciso nei propri depositi alluvionali me<strong>di</strong>o-recenti.I materiali alluvionali in alveo mostrano, come ovvio, una granulometria progressivamentedecrescente da monte verso valle, pur restando costantemente nell’ambito dei depositi ghiaiosiciottolosi.In particolare, nei settori prossimali prevalgono le facies maggiormente grossolane prive <strong>di</strong>cassazione, con locale presenza <strong>di</strong> blocchi pluridecimetrici, testimonianti un’energia <strong>di</strong> trasportorelativamente elevata in un ambito <strong>di</strong> deflussi a carattere torrentizio.Ci si riferisce, in particolare, al tratto del torrente Ceronda a monte del gomito <strong>di</strong> Fiano.Più a valle, con il <strong>di</strong>minuire della pendenza <strong>di</strong> fondo, si rileva un fuso granulometricoprogressivamente più ristretto, con <strong>di</strong>ametri me<strong>di</strong> dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> qualche centimetro, in presenza<strong>di</strong> una frazione <strong>di</strong> ghiaia minuta e sabbia via via più significativa.<strong>La</strong> natura dei clasti riflette strettamente la litologia predominante nell’ambito del bacino e,quin<strong>di</strong>, si rileva una grande prevalenza <strong>di</strong> termini serpentinitico peridotitico. Per altro, litologiedel tutto estranee a quelle in cui è inciso il bacino testimoniano del rimaneggiamento dei depositialluvionali antichi e fluivo glaciali, geneticamente connessi ad areali <strong>di</strong> alimentazione estesilitologicamente molto eterogenei.4

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