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Anno VIII n° 2 aprile - giugno 2008 - Studi Cassinati

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149Un segnale di tromba avverte che incomincia la messa.Non un minimo rumore, non un bisbiglio si percepisce in quella schiera di circa tremilacinquecentouomini.Anche senza darsi l’aria di amanti di originalità, si puó assicurare che nessuna cerimoniareligiosa impressiona e conquide quanto la messa celebrata all’aperto, doveper tempio è la gran volta del cielo e per paramenti le bellezze armoniche della natura.Ivi l’anima, non distrutta dalle visioni profane, frivole o classiche, si raccoglie meglionella preghiera e si sente più vicina a Dio.I nostri gloriosi combattenti potranno confermare queste mie considerazioni, giacchého avuto occasione di osservare che, persone che in città non andavano mai in chiesao vi andavano senza alcun pio trasporto, non mancavano mai di intervenire alla messadel campo, celebrata nelle ore di tregua, senza pompa, senza paludamenti, in mezzoalle schiere degli eroi.Un secondo segnale di tromba avverte che il rito religioso è terminato e che sta peravere luogo un altro rito non meno solenne, non meno importante.Le due ali di truppe lasciano la primitiva formazione e, con brevi ed adeguati comandi,si congiungono e si riordinano in un imponente quadrato con un lato aperto.Quivi prende posto il Colonnello Comandante della Legione Allievi, venuto espressamentedalla Capitale. Egli, con un discorso sobrio ma ispirato, illustra alle reclute ilsignificato del giuramento, facendo accenno ad indovinate considerazioni sul sentimentospirituale del rito testè celebrato e sull’altezza e la importanza morale della promessache loro stanno per proferire; della bellezza di quel voto supremo, per il quale ilmilitare spontaneamente si spoglia e rinunzia ad ogni fine egoistico e particolare, vincolandoquanto di sé ha più sacro, l’onore e la libertà per far dono della propria opera,delle proprie virtù e, occorrendo, far olocausto della propria vita nell’interesse dellasocietà, della patria e del suo sovrano.Indi le truppe presentano le armi, mentre il Comandante legge la formula del giuramentoed invita le reclute a giurare.Un formidabile grido: ‘Lo giuro’, prorompe da quei tremilacinquecento petti; mentrealtrettante mani si elevano verso Dio, come a confermare e protestare con quel gestodi fierezza la sincerità di quella sacra parola.Per alcuni istanti l’eco di quel grido magnifico si ode per la vallata e nelle gole deimonti circostanti, e sembra che anche la natura lo ripeta a testimonianza di quel solenneimpegno di coscienza e d’onore che quella schiera di generosa gioventù prendeper il bene inseparabile del Re e della Patria. Terminata la cerimonia del giuramentogli allievi sfilano in bell’ordine e marziali davanti al loro Comandante, compiendo cosìun doveroso atto di omaggio alla disciplina, che nel militare tutto ordina, tutto sostienee a tutto dà forza, valore e vita.Il sole, che intanto ha percorso discreto tratto del suo cammino, si è liberato dallepiccole nuvole e si presenta ora in tutto il suo splendore, preludendo a una magnificaCDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>

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