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Anno VIII n° 2 aprile - giugno 2008 - Studi Cassinati

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148brevi viuzze in pochi minuti rigurgitano di allievi, e gli abitanti gioiscono di questa scena,per loro nuovissima, che conferisce una inattesa nota di gaiezza alla loro festa. Lefinestre delle case sono affollate di curiosi, le persone che non si accorsero dell’arrivodel Battaglione rimangono sorprese a vedere le viuzze congestionate da quelli ingorghiviventi.I rappresentanti l’autorità e le altre notabilità del luogo si presentano gentilmente alcomandante delle truppe e fanno gruppo brillante con gli ufficiali.All’ora stabilita i reparti si riuniscono e si inizia la marcia di ritorno. Due fitte ali dipopolani assistono con rimpianto alla partenza di tanta balda gioventù. Lo strascicodella folla segue il Battaglione fino all’uscita del villaggio, salutando gli ospiti e augurandoche questi ritornino presto ad allietare la loro contrada.Altre canzoni, altre arie più o meno regionali le più svariate, vengono intonate dagliallievi non appena si trovano nuovamente sulla strada di ritorno. Questa volta la marciaè più celere, sia perché si va in discesa e sia – forse con certezza – perché dopo unabuona passeggiata i giovani allievi si sentono incitati dallo stomaco a correre in caserma,dove li attende un buon rancio caldo.Le popolane dei cascinali fanno ancora capolino alle finestre e lanciano sorrisi e occhiatepiene di espressione e di desiderio ai baldi allievi, i quali ripetono lo stesso gestodi espansione della prima volta.Rientrando nel Campo gli allievi sfilanobaldi e disinvolti davanti al Comandante,e dal loro aspetto gagliardoe fiero si rivela quel senso diletizia che si possiede solamente a 20anni, dopo una passeggiata di piacere.UN RITO E UN GIURAMENTOLe quattro compagnie degli allievisono schierate in due grandi ammassamenti, uno di fronte all’altro. In mezzo sta lacappella del campo, semplice e severa, dove un religioso dell’Abbazia di Montecassinosta per officiare la messa domenicale.Il sole, pur essendo sorto da qualche ora, è leggermente velato da piccole fascie dicaligine che ne attenuano lo splendore. Per un leggero residuo di brina della notte, senon si sente un freddo rigido, si avverte tanto freddo da costringere a non togliersi gliabiti d’inverno. La natura circostante, nella sua veste da mezza stagione, pur non essendocompletamente brulla, non è neppure ancora rivestita della sua bella veste primaverile.Sì che tutto fa considerare che il cielo e la terra partecipino con compunzioneed austerità, ai riti solenni che si stanno per celebrare, in quell’abbigliamento modestoe severo voluto dalla circostanza.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>

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