Anno VIII n° 2 aprile - giugno 2008 - Studi Cassinati
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146Gli alloggiamenti per i carabinieri sulla strada per Caira: l’attuale “Concentramento”.Queste mosche umane hanno un intuito, un fiuto tale che indovinano sempre, se giànon lo sanno in precedenza, il giorno, l’ora, e la mèta delle marce e dei movimenti delletruppe e, per quanto si voglia talvolta uscire improvvisamente e con segretezza nonsi puó mai liberarsi dalla loro presenza.Il grande nastro grigio-verde è già fuori del campo; è disteso completamente su untratto diritto del grande stradale, e dai punti più salienti si scorge per tutta la lunghezza,avanzare lentamente, tra due file di pioppi brulli e rigidi che sembra siano stati schieratiper fare ala d’onore ai passanti. Due luccicanti rivoli d’acqua scorrono ai fianchidella strada, formando, con i cespugli e le siepi circostanti, dei bordi a frange multicolori.I contadini che vangano nei campi adiacenti sospendono momentaneamente il lorolavoro per considerare la lunga fila dei fieri giovani, e pensano al bene che questifuturi militi della “Benemerita” renderanno alla Patria e ai cittadini allorché sarannoal loro posto di dovere.“Al passo di strada”. La colonna apre le righe e si fende gradatamente dalla testa allacoda, per lasciare libero transito ai viandanti.La fanfara tace, ma si innalzano e si sperdono nella tranquillità dello spazio le piùdisparate canzoni: dalla “Leggenda del Piave” a “Santa Lucia luntana”, cantate daivari gruppi e gruppetti di militari, ciascuno dei quali intona la canzone in voga nellapropria regione.Delle graziose villanelle fanno capolino alle finestre dei cascinali prospicenti allaCDSC - STUDI CASSINATI - 2/2008
147Una rarissima foto dall’archivio di A. Mangiante.strada e sorridono birichine ai baldi giovani che sfilano davanti a loro. Gli allievi però,pur non avendo acquistato ancora quella gravità di portamento che distingue il nostrotipo di vecchio carabiniere, sentono già di essere ometti serii, e perciò, ai sorrisi provocantidelle procaci contadine non rispondono con lazzi, né con motteggi galanti, malimitano la loro giovanile espansione ad una furtiva e discreta occhiata e ad una lisciatinaai baffetti incipienti.Comincia la salita e comincia anche a rallentare il passo, talmente che il gigantesconastro grigio- verde, sembra ora trascinato più che tirato verso l’erta. I cascinali sonopiù spessi, la strada meglio mantenuta; ancora una fila di case ed eccoci a S. Elia, piccolafrazione nel Comune di Cassino. È un gruppo di case addossate fra loro e dispostea corona di un colle, che sembra formare un gradino della gigantesca scalinata delversante orientale dell’Appennino Meridionale.La testa della colonna si ferma, le file si serrano, i reparti si riordinano e il Battaglione,al suono della fanfara, si ammassa. Al suo giungere lo accoglie un fitto crepitiodi mortaretti e un frastuono di campane, che confondono e soverchiano la musica e annunzianoagli arrivati che il villaggio è in festa. Difatti la processione è appena rientratanella prossima Chiesa e la moltitudine di villici, che poco prima la seguiva salmodiando,si riversa ora nella piazza ad ammirare la graziosa scena. Avviene intantouno spettacolo davvero originale, quando al ‘Rompete le righe’ lo sciame di allievi sisparpaglia di corsa per tutti i versi, battendo, con impetuose ondate umane contro leimboccature dei dedalucci di vicoli che mettono nel cuore del villaggio, le cui strette eCDSC - STUDI CASSINATI - 2/2008
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