144gelo Santilli e suo fratello Vincenzo. Gli altri due fratelli, Giuseppe e Giovanni, eranoriusciti in tempo a trovare riparo presso conoscenti. Molti degli scritti di Angelo Santillifurono dati alle fiamme ed il suo corpo martoriato assieme a quello del fratello; entrambifurono gettati in una fossa comune.Furono in molti a ricordare Angelo Santilli nelle loro memorie: Francesco De Sanctis,Luigi Settembrini, Salvatore Di Giacomo, Marco Lanni, Mario Mandalari, Atto Vannuccie, più recentemente, Franco Della Peruta ed Alberto Guzzardella.Nel 1865 l’ antico Corso Dante che attraversava il centro storico di S. Elia fu intitolatoad Angelo Santilli ed ancora oggi porta il suo nome. Dal 1886 e dal 1889, per voleredel maggiore medico Antonio Riga (1833-1918) e del pittore Enrico Risi (1855-1915), due lapidi lo ricordano, la prima sulla facciata della casa natale di S. Elia, in viaRisorgimento, e la seconda a Napoli in Largo Monteoliveto sulla facciata della casa dell’eccidio.Dal 1981 anche la Scuola Media Statale di S. Elia Fiumerapido porta il suonome. Ora è in animo dell’Amministrazione Comunale di S. Elia ristrutturare la casanatale del Santilli e farne sede della biblioteca comunale e di un centro studi.In memoria di Ettore PetroliniIl 4 <strong>aprile</strong> scorso ci ha lasciati la splendida figura di avvocato egalantuomo, il nostro socio Ettore Petrolini.Con tanta tristezza ci uniamo al dolore della signora Vanda edei figli Alessandro e Chiara. La sua dipartita è stata una graveperdita anche per noi del CDSC e per il Foro di Cassino.Ci piace ricordarlo con le parole del suo collega, avv. LuigiMontanelli, che nel discorso di commiato durante la cerimoniafunebre in Cervaro ha così concluso:“È stata una splendida persona, per bene. Un signore, un galantuomo,un generoso. Ottimo avvocato e giurista, ha esercitatola professione con intemerata probità, retaggio della sua cultura e della sua educazione.La probità nel suo caso non era solo l’onestà, bensì una rigorosa delicatezza,un’abnegazione disinteressata, una nobiltà ed elevatezza di sentimenti che respingevanoogni azione in cui la virtù non potesse specchiarsi, e che la respingevano qualunquepotesse essere il profitto che ne poteva derivare. Una sorta di fede illibata, una virtuosaintegrità che arrecavano fiducia e prestigio a lui e alla classe forense alla qualeapparteneva. Tali qualità erano connotate dal disinteresse, dalla dignità della vita, dall’altezzadel carattere e, per tali doti, gli venivano legittimamente riservate la stima e l’ammirazione dei suoi assistiti e dei suoi colleghi. La sua probità riportava al mistico ritoche si svolgeva in Atene, ove una legge circondava il ministero dell’Avvocato di uncarattere presso che religioso, ordinando che il recinto del Tribunale fosse reputato luogosacro e cosparso d’acqua lustrale”.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
145La scuola allievi carabinieri di Cassinodal 1920 al 1927diAlberto MangianteIl volumetto, ritrovato sul mercato antiquario, “Fiaccola (Bozzetti)”, di Giuseppe Musu,edito nel 1928, tratteggia, in vari episodi, le gesta dei Carabinieri Reali. Due capitolisono dedicati proprio alla Scuola Allievi Carabinieri in Cassino. Riporto di seguitola trascrizione dei due brani che mostrano le vicende e le usanze in vigore nei primi anniventi del XX secolo.SEGUENDO IL BATTAGLIONE ALLIEVI CARABINIERI REALI IN MARCIAUna aggiustata al posto letto, una rapida passeggiata a sbalzi della spazzola, chesaltella dal colletto al ginocchio e dal petto alla punta delle scarpe e… fuori di corsa,alla adunata nel vasto piazzale. C’è la marcia.Spiegatoci: per l’allievo carabiniere la marcia non rappresenta la leggendaria e temutamarcia del non meno leggendario fantaccino, dei tempi remoti, il quale, pur discansarla escogitava tutti i mezzi possibili ed impossibili, simulando col famoso “marcavisita” tutte le infermità e tutti i malesseri di cui neppure la scienza medica è mairiuscita a scoprire l’esistenza. Per l’allievo carabiniere la marcia è una deliziosa passeggiata.Dopo aver atteso alle intense istruzioni di caserma per una mezza settimana, studiandoleggi e regolamenti, si puó ben sentire la necessità di sgranchirsi le gambe, facendouna marcia su uno stradale, attraverso i campi o su per i costoni dei monti checircondano questo bel Distaccamento.Epperò il giorno in cui ha luogo la marcia l’Allievo carabiniere vi interviene congioia.Dopo i brevi comandi di rito per la presentazione delle truppe al Comandante delBattaglione si inizia la partenza. La fanfara intona una marcetta allegra che fa sbizzarrireun poco i cavalli degli ufficiali, i quali, al pari degli uomini pregustano il piaceredi una deliziosa passeggiata in campagna.La compatta massa grigio-verde comincia a sciogliersi e a formare un gran nastro,che sembra venga stirato per un capo dagli uomini a cavallo che lo precedono. Dietroi cancelli del campo, sulla strada, una accolta irrequieta di persone di ambo i sessi ediverse età attende impaziente l’uscita della truppa. Sono gli immancabili rivenditori difrutta, cioccolato e cibarie diverse che, come un nuvolo di mosche, appostano le truppeogni qual volta queste escono per le marce, e le seguono, le aggrediscono quasi conle loro assordanti voci, offrendo le loro mercanzie e decantandone la bontà.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
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