Anno VIII n° 2 aprile - giugno 2008 - Studi Cassinati

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84Ummidia Quadratillaa cura diFernando SidonioIntitolare una strada a don Angelo Pantoni è una cosa giusta e meritoria, anzi tardivaconsiderato quanto questo illustre monaco ha fatto per tutto il nostro territorio, ma ritengofuori da ogni logica farlo a discapito della memoria dell’illustre matrona UmmidiaQuadratilla.Forse è opportuno ricordare a chi di dovere chi essa fu, vista la leggerezza con cui èstata rimossa l’intitolazione della strada.Nacque da Gajo Ummidio Durmio Quadrato, che fu questore ai tempi di Augusto,proconsole in Siria e in altre importanti regioni dell’Impero, ed esercitò diverse carichesotto gli imperatori Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone; Durmio Quadrato morì in Sirianell’anno 60 dopo Cristo. La matrona viene raccontata ai posteri negli scritti di Plinioil Giovane, precettore del nipote di Ummidia, in una lettera che lo stesso Plinio scrisseal suo amico Geminio.Un profilo biografico è tracciato da Giovanbattista Gennaro Grossi 1 .“Noi siam d’avviso che non solo gli uomini illustri per le lettere, per le armi, e per latoga possono essere l’oggetto di un articolo di Biografia, ma che ogni individuo, che abbiain qualunque modo beneficiato la Patria, o che colla particolarità del suo carattereabbia nei tempi decorsi richiamata a sé l’ammirazione dei suoi concittadini, possa interessarela gloria nazionale, e quindi abbia diritto alle nostre ricerche. Queste due circostanzeconcorrendo appunto nella nostra Ummidia Quadratilla ci hanno indotto a tessereil presente brevissimo elogio istorico”.Al fine di dare il giusto valore storico e culturale a questo benemerito personaggiodell’antica Casinum, riportiamo di seguito la traduzione della lettera di Plinio il Giovanefatta dallo stesso Gennaro Grossi.“È morta, scriss’egli, Ummidia Quadratilla in età poco meno degli anni ottanta, finoall’ultima malattia vegeta, e fuori del solito delle matrone di corporatura valida, e robusta.È mancata di vivere con un testamento molto onesto. Ha istituiti eredi in due terzeparti il nipote e nel rimanente la nipote. Io poco conosco costei. Amo io il nipote contrasporto, e familiarmente: giovanetto singolare, degno di essere amato non da’ soli dilui congiunti di sangue. Egli di bellissimo aspetto, ragazzo, e giovane ha saputo scansaretutte le dicerie degli uomini maligni. Fra’ venti e ventiquattro anni è divenuto ma-1 G.B.G.Grossi nacque ad Arce il 24 giugno 1856, e morì a Napoli il 23 marzo1823. Laureato in“utroque iure” ebbe affidati dal re Ferdinando IV di Borbone innumerevoli incarichi tra i qualiquello del 1799 di Segretario della “Reale officina dell’Amministrazione generale dei Beni de’Rei di Stato”, e nel 1802 quello di “Uditore Generale dello Stato di Montecassino”. Tratto dallaristampa anagrafica “Lettere Istorico-filologiche-Epigrafiche e Scientifiche” di G.B.G.Grossi -Biografia a cura di Ferdinando Corradini -.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/2008

ito, e se Dio lo avesse voluto, sarebbe anche padre.Egli è vivuto sotto l’educazione di sua ava, donna delicata,con molta severità, ma però obbedientemente.Ella avea i suoi pantomimi, che favoriva con trasportopiù che una Dama conveniva. Quadrato nonvedeva costoro, né nel teatro, né in casa, né l’ava lorichiedeva. Io ho inteso da lei narrare, allora quandomi raccomandava gli studj di suo nipote, ch’era ellasolita, come donna, a sollevare l’animo suo in quell’oziodel sesso, col giuoco de’ dadi: era solita purea veder agire i suoi pantomimi, ma quando era perfare l’uno, o l’altro, precettava sempre a suo nipotedi andare via, e studiare. Qual cosa a me pareva ch’ellafacesse non tanto per amore, quanto per un certorispetto, che aveva per lui. Tu rimarrai ammirato, edio son pur marito. Né prossimi passati ludi sacerdotali,in cui agirono i pantomimi, uscendo Quadrato, Incisione di inizio Ottocentoed io dal Teatro, mi disse; sai che oggi è la prima volta, che io ho veduto ballare il libertodi mia Ava? Ciò mi disse il nipote.Ma per dirti il vero, le più straniere, e sconosciute persone eran quelle, che per uncerto ufficio di adulazione, per far onore a Quadratilla (mi vergogno di aver detto onore)di qua di là correvano al teatro, facevan festa e plausi, e ammirazioni.In fine i pantomimi replicavano tutt’i gesti della padrona, accompagnandoli co’ canti,essi ora riceveranno pinguissimi legati, corollario delle opere teatrali, dall’erede, chenel teatro non interveniva.Perché, dirai, mi hai scritto tutto questo? Perché sei solito d’udire ben volentieri tuttoquello, che accade di nuovo. E poi, perché è cosa a me gioconda di non togliermi quelpiacere, che ho incominciato a sentire nello scrivere. Dappoicchè mi rallegro della pietàdella defunta, e dell’onore dell’ottimo giovane. Mi rallegro ancora che finalmente la casadi questo Gajo Cassio, che fu Principe, e padre della scuola Cassiana servirà ad unpadrone di non minor merito. Imperciocchè il mio Quadrato la ricoprirà di decoro, siccomesi conveniva, rialzandola di nuovo all’antica dignità, celebrità, e gloria; perché sivedrà uscire da essa sì grande oratore per quanto gran giureconsulto fu quegli”.Infine, prosegue il Grossi: di quante, e belle osservazioni non sarebbe questa pistolaPliniana capace? Ma la brevità, che ci abbiamo prefissa ce ne fa ragionevolmente astenere.Diciam solo ch’egli è probabile che la nostra Ummidia fosse nata circa l’anno vigesimodi nostra Era, ed in età di circa ottanta fosse mancata di vivere verso la fine delprimo secolo. Ma ella dopo mille settecento diciotto anni già vive fra noi, mercè l’esistenzade’ suoi grandiosi monumenti, e vivrà in eterno per effetto della lettera circostanziatadi Plinio”.85CDSC - STUDI CASSINATI - 2/2008

ito, e se Dio lo avesse voluto, sarebbe anche padre.Egli è vivuto sotto l’educazione di sua ava, donna delicata,con molta severità, ma però obbedientemente.Ella avea i suoi pantomimi, che favoriva con trasportopiù che una Dama conveniva. Quadrato nonvedeva costoro, né nel teatro, né in casa, né l’ava lorichiedeva. Io ho inteso da lei narrare, allora quandomi raccomandava gli studj di suo nipote, ch’era ellasolita, come donna, a sollevare l’animo suo in quell’oziodel sesso, col giuoco de’ dadi: era solita purea veder agire i suoi pantomimi, ma quando era perfare l’uno, o l’altro, precettava sempre a suo nipotedi andare via, e studiare. Qual cosa a me pareva ch’ellafacesse non tanto per amore, quanto per un certorispetto, che aveva per lui. Tu rimarrai ammirato, edio son pur marito. Né prossimi passati ludi sacerdotali,in cui agirono i pantomimi, uscendo Quadrato, Incisione di inizio Ottocentoed io dal Teatro, mi disse; sai che oggi è la prima volta, che io ho veduto ballare il libertodi mia Ava? Ciò mi disse il nipote.Ma per dirti il vero, le più straniere, e sconosciute persone eran quelle, che per uncerto ufficio di adulazione, per far onore a Quadratilla (mi vergogno di aver detto onore)di qua di là correvano al teatro, facevan festa e plausi, e ammirazioni.In fine i pantomimi replicavano tutt’i gesti della padrona, accompagnandoli co’ canti,essi ora riceveranno pinguissimi legati, corollario delle opere teatrali, dall’erede, chenel teatro non interveniva.Perché, dirai, mi hai scritto tutto questo? Perché sei solito d’udire ben volentieri tuttoquello, che accade di nuovo. E poi, perché è cosa a me gioconda di non togliermi quelpiacere, che ho incominciato a sentire nello scrivere. Dappoicchè mi rallegro della pietàdella defunta, e dell’onore dell’ottimo giovane. Mi rallegro ancora che finalmente la casadi questo Gajo Cassio, che fu Principe, e padre della scuola Cassiana servirà ad unpadrone di non minor merito. Imperciocchè il mio Quadrato la ricoprirà di decoro, siccomesi conveniva, rialzandola di nuovo all’antica dignità, celebrità, e gloria; perché sivedrà uscire da essa sì grande oratore per quanto gran giureconsulto fu quegli”.Infine, prosegue il Grossi: di quante, e belle osservazioni non sarebbe questa pistolaPliniana capace? Ma la brevità, che ci abbiamo prefissa ce ne fa ragionevolmente astenere.Diciam solo ch’egli è probabile che la nostra Ummidia fosse nata circa l’anno vigesimodi nostra Era, ed in età di circa ottanta fosse mancata di vivere verso la fine delprimo secolo. Ma ella dopo mille settecento diciotto anni già vive fra noi, mercè l’esistenzade’ suoi grandiosi monumenti, e vivrà in eterno per effetto della lettera circostanziatadi Plinio”.85CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>

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