110tiche sorgenti di acqua alle quali si abbeveravano i cavalli che trainavano i carri che trasportavanoi prodotti del triangolo industriale di Terra di Lavoro – costituito da Arpino,Sora e Isola Liri – al porto di Napoli. Dal catasto murattiano del 1815 apprendiamo chealla Murata vi erano ben tre taverne. Qui si stabilirono anche famiglie provenienti daArce, Rocca d’Arce, Santopadre, ecc. 8Ulteriori vantaggi vennero a Arce a seguito della realizzazione, negli anni cinquanta dell’Ottocento,della strada rotabile Civita-Farnese che collegava (e collega), da Itri a Arcepassando per Pico e San Giovanni Incarico, la via Appia con la Consolare e, quindi,la costa tirrenica con l’entroterra 9 .I miliariLa costruzione della strada Consolare subì diverse battute d’arresto per le note vicendeche coinvolsero (e sconvolsero) il regno di Napoli fra la fine del Settecento e gl’inizidell’Ottocento (Repubblica napoletana, Decennio francese, ecc.). Nel 1820 poteva dirsiultimata e nel 1823, lungo il suo tracciato, furono poste le colonnette miliari 10 . Lestesse erano posizionate sul ciglio destro della strada, nel senso di marcia da Napoli aSora, in quanto nel Regno di Napoli i veicoli erano obbligati a tenere la destra. Su ciascunadi esse era inciso un numero che indicava la distanza in miglia dalla città capitale,Napoli. Erano allocate in modo che il numero prospettasse verso la strada affinchéfosse ben visibile da chi la percorreva in entrambi i sensi di marcia. Furono realizzatein pietra calcarea locale. Sarà bene tener presente che il miglio napoletano corrispondevaa 1.851 metri circa 11 .Le misure dei miliariPartendo dal basso, abbiamo naturalmentela parte che andava interrata.Abbiamo tratto le misure ditale parte dal miglio n. 55, che èl'unico di quelli analizzati a esseretutto fuori terra. Vi è dapprima unaparte non rifinita, di forma nonperfettamente quadrata, dellospessore di circa quindici centimetri.Proseguendo verso l'alto, lapietra è bocciardata per un'altezzadi circa venti centimetri. Tale parterifinita del basamento è di for-8 F. Corradini, ...di Arce in Terra di Lavoro…,vol. II, Arce 2004, pp. 137-142.9 Sulla strada Civita-Farnese, vd. A. Di Biasio, Territorio e viabilità, cit., pp. 77-81.10 A. Di Biasio, Territorio e viabilità, cit., pp. 47-51.11 B. Scafi, Notizie storiche, cit., p. 173.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
111ma quadrata, con un lato di circa cinquantadue centimetri. Dal basamento si stacca unacorona circolare, della circonferenza di circa centosettanta centimetri e dell'altezza dicirca diciassette. Da tale corona si stacca il fusto vero e proprio, che presenta un'altezzadi ottantacinque centimetri circa e una circonferenza di centosessanta circa. Il fustoè come coperto dalla testata, che presenta un'altezza di circa quattordici centimetri e unacirconferenza di circa centosettanta, uguale a quella, già riportata, della corona posta aldi sotto del fusto. La testata si sviluppa in verticale per circa sei centimetri; dopodichéinizia la parte a ombrello della stessa. L'altezza delle cifre è di circa ventisei centimetri.Le misure della parte fuori terra sono state tratte dal miglio n. 65. È assai probabile che,nella realizzazione delle colonnette, che sono monolitiche, sia stato preso a riferimentoil palmo napoletano, che corrisponde a millimetri duecentosessantaquattro e aveva qualesottomisura il pollice o oncia, che era pari a millimetri ventuno.I miliari superstitiIniziamo il nostro excursus, eseguito nel febbraio <strong>2008</strong>, con ilmiglio n. 47, posto al km. 141,990 circa della via Casilina, posizionatosul lato destro della detta strada per chi la percorrada Napoli verso Cassino. Il successivo, contraddistinto dal n.48, è posto sulla prima rotatoria nella quale si imbatte chi entraa Cassino da Sud. Quando stava per essere realizzata la dettarotatoria, il nostro direttore, Emilio Pistilli, intervenne sulleautorità competenti perché tale colonnetta fosse preservata:è questo, con ogni probabilità, il motivo per cui si è salvata. Ilmaggior pericolo che corrono questi testimoni del nostro passatoè costituito, infatti, proprio dalle opere di urbanizzazioneche negli ultimi decenni si vanno realizzando lungo la Casilina:capita sovente che, in occasione di tali interventi, scompaiano,per finire non si sa dove. Quelli contraddistinti con iIl miglio n. 47.numeri 49 e 50non sono statida me rinvenuti:avrebbero dovutotrovarsi nelcentro urbano diCassino, in unazona sconvoltadagli eventi dell’ultimaguerra,anche se non è da escludere che gli stessi abbiano subito leancor più tragiche (per loro) conseguenze del dopoguerra. HoIl miglio n. 48rinvenuto, invece, il n. 51 al km. 134,718 circa della Casili-CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
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