106Ligure che capoluogo dell’omonima provincia soppressa nel 1859 ed inserita nel Piemonte,aggregata alla provincia di Alessandria, successivamente si è voluta caratterizzare con unidentificativo a rimarcare l’antica appartenenza alla Liguria). Dunque dal 1862 al 1927 purfacendo parte amministrativamente della Campania il comune si identificava come “San Vittoredel Lazio”. All’indomani dell’Unità d’Italia nessuno poteva immaginare che la riformaterritoriale-amministrativa voluta da Mussolini nel 1927 portasse alla costruzione a tavolinodi una regione Lazio ampliata rispetto a quella precedente e non più coincidente con un’unicaprovincia, quella di Roma. Quell’ampio movimento di ridefinizione portò alla contemporaneacostituzione di ben tre nuove province nel Lazio (Rieti, Viterbo e Frosinone, cui siaggiunse, nel 1934, quella di Littoria-Latina), con l’allargamento dei suoi confini e l’inglobamentodi aree umbre e poi abruzzesi e campane. Sul versante meridionale i termini regionalivennero spostati più a sud, fissati sull’asse foce del Garigliano-San Vittore, con quest’ultimocomune che solo da quel momento è divenuto un centro, l’ultimo, della regioneLazio.Altre variazioni prodottesi negli anni successivi hanno riguardato la variazione totale oparziale del nome del comune (nel 1907 Bauco mutò in Boville Ernica; nel 1938 Filettinodivenne Filettino Graziani salvo poi, dal 1945, ritornare a Filettino; nel 1954 Brocco è divenutoBroccostella), oppure il raggiungimento dell’autonomia amministrativa con l’elevazionea comune. Nel 1923 Coldragone e Villa Felice si staccarono da Rocca d’Arce per darvita a Colfelice, nel 1948 toccò a Gallinaro, distaccatosi da San Donato Valle di Comino enel 1957 a Posta Fibreno, già frazione di Vicalvi.Sempre in merito all’autonomia amministrativa un’ultima annotazione concernente i centridel Golfo. La Fortezza di Gaeta, il Borgo e i sobborghi di Mola e Castellone avevano costituitoun’unica circoscrizione amministrativa col nome di Università di Gaeta. Dopo la formazionedel comune di Mola e Castellone, che, come già ricordato, nel 1862 mutò nome inFormia, anche il Borgo di Gaeta chiese ed ottenne l’autonomia amministrativa. L’aspirazionesi concretizzò con il R.D. del 18 febbraio 1897 che istituì il comune di “Elena”. Il nomedel nuovo centro venne scelto in onore della principessa di Montenegro che il 24 ottobre1896 aveva sposato l’erede al trono di casa Savoia, Vittorio Emanuele. La deliberazione consiliaredel 14 novembre di quell’anno chiarisce che “non l’Elena filia Iovis, non Flavia IuliaElena moglie di Costanzo, madre di Costantino magno … ma è l’Elena di Montenegro,la cui Augusta stirpe è la vittoria gloriosa vivente del Cristianesimo contro l’Islamismo, eche in felice e fausto connubio del nostro E. Principe Ereditario sarà la futura Regina dellanostra patria in avvenire” 49 . Poi i movimenti di ridefinizione territoriale operati dal fascismosancirono, con R.D. 17 febbraio 1927, la riunificazione di Elena a Gaeta.49 De Santis Angelo, I Comuni della provincia di Caserta … cit., pp. 40-41; L’atto di omaggio degliamministratori del Borgo di Gaeta alla casa regnante italiana non rappresenta un caso isolato. Giànel 1862 il comune di Verrua (TO) aveva aggiunto l’identificativo Savoia, poi nel 1879 due comunimeridionali, Saline di Barletta (FG) e Salvia (PZ), cambiarono il loro nome, rispettivamente, in“Margherita di Savoia” e in “Savoia di Lucania”, così come nel 1911 quello emiliano di Le Venezie(FE) mutò il proprio in “Jolanda di Savoia”.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
107La via Consolare borbonica da Cassino a SoraRassegna delle colonnette miliari superstitidiFerdinando CorradiniA scuola ci hanno insegnato che l’attività prediletta dai Borboni di Napoli era di perseguitarei giacobini e i liberali. Nessuno ci ha mai detto, però, che l’ orditura stradaledel Lazio meridionale – precedente alle odierne autostrada del Sole e “superstrade” –l’hanno realizzata loro. E ciò nonostante che di tali loro iniziative siano ancora ben presentiin situ le testimonianze.La costruzione della stradaLa prima di tali strade a essere realizzata fu quella che andava (e va) da Napoli a Sora.Il suo tracciato, nel tratto da Capua al cimitero di Arce, coincide – meno che nellazona di Teano – con la via Casilina e, dal detto cimitero, fino a Sora – a eccezione diuna piccola variante nel territorio di Fontana Liri che vedremo meglio in seguito – conla Valle del Liri. Tale strada rotabile veniva indicata con il nome di “Consolare” probabilmenteperché, a imitazione delle vie realizzate nel periodo romano, seguiva un tracciatodi fondovalle, mentre le precedenti vie, che erano poco più che mulattiere, eranoposte per lo più sulle colline.Da sottolineare l’iter che portò alla decisione di realizzare tale strada: sul finire delSettecento il canonico Giacinto Pistilli di Isola del Liri presentò alla Regia Corte di Napolialcuni suoi progetti industriali da attuare sfruttando le acque dei fiumi Liri e Fibreno;nell’ambito di tali iniziative si ravvisò l’opportunità di realizzare una via rotabileche collegasse le erigende fabbriche con la capitale del Regno 1 . Vi è da dire che, indipendentementedalle iniziative prese dal canonico Pistilli, nella regione solcata dai fiumiLiri e Fibreno erano già presenti da tempo numerosi insediamenti industriali relativialla produzione dei panni di lana e della carta: anche questa circostanza, con ogni probabilità,avrà indotto le autorità dell’epoca a costruire la strada di cui ci stiamo occupando,al fine di creare un agevole collegamento fra le dette fabbriche e il porto di Napoli2. In favore della realizzazione della strada avranno, probabilmente, svolto un ruolo1 F. De Negri, La “reintegra” al demanio dello Stato di Sora: un momento del dibattito sulla feudalitànel regno di Napoli alla fine del ‘700, in Viabilità e Territorio nel Lazio meridionale. Persistenze emutamenti fra ‘700 e ‘800, Frosinone 1992, pp. 73-94.2 Per le iniziative industriali presenti sul territorio, vd. Trasformazioni industriali nella media valle delLiri in età moderna e contemporanea, Atti del ciclo di conferenze tenute in Sora, I.T.C. “C. Baronio”,Novembre 1984-Aprile 1985, Isola del Liri 1988; e, in particolare, A. Viscogliosi, I Boncompagnie l’Industria (1580-1796), pp. 13-36; S. de Majo, Organizzazione del lavoro e strutturafabbrica nei lanifici della Media Valle del Liri nell’Ottocento preunitario, pp. 37-88; A. dell’Orefice,L’industria della carta nella Valle del Liri durante il XIX secolo: dallo sviluppo alla crisi, pp.CDSC - STUDI CASSINATI - 2/<strong>2008</strong>
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