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Quadri per una storia del concetto di modernismo - Allegoria

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allegoria63eloquente <strong>di</strong> <strong>una</strong> ben precisa tem<strong>per</strong>ie culturale: quella vera e propria rivoluzionenegli stu<strong>di</strong> letterari rappresentata dall’irruzione nel mondo accademicoamericano <strong>del</strong> post-strutturalismo e <strong>del</strong>la decostruzione che,sullo scorcio degli anni Settanta, inaugura la stagione <strong>del</strong>la “teoria continentale”.La costruzione <strong>del</strong> post<strong>modernismo</strong> e <strong>del</strong>le forme <strong>di</strong> testualitàche gli sarebbero peculiari avviene dunque attraverso la costruzione simmetrica<strong>di</strong> un <strong>modernismo</strong> che ne costituisce il rovescio. L’o<strong>per</strong>a postmodernapuò definirsi come anti-gerarchica, a<strong>per</strong>ta alla collaborazione <strong>del</strong>fruitore, caratterizzata da <strong>una</strong> polisemia infinita e da un sospetto ironicoverso qualsiasi pretesa <strong>di</strong> poter spezzare il libero gioco dei significanti ecolmare il <strong>di</strong>vario tra linguaggio e realtà. Al contrario, quella modernistaè fortemente gerarchizzata e “fallogocentrica”, si sarebbe detto all’epoca,con un fort<strong>una</strong>to neologismo (non a caso “fallico” e “logos” sono entrambinella colonna dei “cattivi”). Le sue strategie formali, dall’uso <strong>di</strong> formechiuse al ricorso a schemi e archetipi precostituiti (il “metodo mitico” eliotianoè ancora <strong>una</strong> volta un punto <strong>di</strong> riferimento imprescin<strong>di</strong>bile), sonospie <strong>del</strong>la fiducia nella possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare verità oggettive non sottomessealla relatività dei sistemi segnici (da qui il riferimento al Dio Padreunico, opposto al più postmoderno Spirito Santo, che si rivela attraversola propria <strong>di</strong>sseminazione tra i fe<strong>del</strong>i). Infine, l’interpretazione <strong>del</strong> <strong>modernismo</strong>come <strong>una</strong> forma <strong>di</strong> autoritarismo culturale appariva coerentecon le simpatie <strong>del</strong>le figure maggiori <strong>del</strong> <strong>modernismo</strong> inglese – Pound,Eliot e Lewis in particolare – <strong>per</strong> le ideologie reazionarie <strong>del</strong> Novecento.Si tratta, come è ovvio, <strong>di</strong> <strong>una</strong> caricatura <strong>del</strong> <strong>modernismo</strong>, che al contrarioè stato il primo movimento ad aver messo in crisi la fiducia <strong>del</strong>lacultura positivista nel potere totalizzante <strong>del</strong>la ragione e nella <strong>per</strong>fettaconoscibilità <strong>del</strong> mondo attraverso il linguaggio. La <strong>di</strong>fferenza crucialetra i due momenti sta piuttosto nel fatto che il <strong>modernismo</strong> vive tale crisinon nel modo celebratorio e talvolta anche troppo giulivo <strong>del</strong> postmoderno,ma piuttosto come un lutto da elaborare. 32 Vi è poi un altro limitein questo <strong>di</strong>battito, giustamente rilevato da Sanford Schwartz in uno stu<strong>di</strong>omolto attento e circostanziato <strong>del</strong>la “<strong>di</strong>slettura” <strong>del</strong> <strong>modernismo</strong> da parte<strong>del</strong>la critica postmoderna: il fatto che in esso non è stata adeguatamentearticolata la <strong>di</strong>stinzione tra modernità e <strong>modernismo</strong> (e conseguentementetra postmodernità e post<strong>modernismo</strong>), condensando in un unica, vaganozione un <strong>per</strong>iodo storico ed <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> fenomeni culturali. 33 La mo-Dagli “uomini<strong>del</strong> 1914” alla“planetarietà”.<strong>Quadri</strong> <strong>per</strong> <strong>una</strong><strong>storia</strong> <strong>del</strong><strong>concetto</strong> <strong>di</strong><strong>modernismo</strong>32 Sulla questione, rimando anche alle conclusioni <strong>del</strong> mio Modernism and the Quest for the Real:On Massimo Bontempelli’s «Minnie la can<strong>di</strong>da», in Italian Modernism. Italian Culture between Decadentismand Avant-Garde, a cura <strong>di</strong> L. Somigli e M. Moroni, University of Toronto Press, Toronto2004, pp. 333-336. Utili a riguardo anche le osservazioni <strong>di</strong> Raffaele Donnarumma inGadda e il <strong>modernismo</strong>, in Id., Gadda modernista, ETS, Pisa 2006, p. 11.33 S. Schwarz, The Postmodernity of Modernism, in The Future of Modernism, a cura <strong>di</strong> H. Witemeyer,University of Michigan Press, Ann Arbor 1997.15

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