Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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10.07.2015 Views

PROBLEMI ETICI DEGLI XENOTRAPIANTI 267Bioethics in un documento sugli xenotrapianti 70 . “La novità insitanella posizione del Nuffield Council – nota Maria ChiaraTallacchini – consiste nell’adottare un principio etico-ambientalein una valutazione bioetica, a conferma di quella inseparabilitàtra laboratorio e natura globale che caratterizza ormai l’interventoumano sul mondo … L’applicazione del principio cautelareagli xenotrapianti deve tradursi operativamente nell’inversionedell’onere della prova da chi sostiene la pericolosità dellanuova tecnica a chi, traendone vantaggio, ne afferma l’innocuità:le industrie e i ricercatori interessati sono quindi chiamatia dimostrare che le pratiche degli xenotrapianti non produrrannoseri danni” 71 .Ovviamente non si tratta qui di assumere il principio di precauzionenella sua versione forte che porterebbe, a rigore, ad un“blocco” totale di ogni sperimentazione. Per passare, infatti, dalnon sapere al sapere, dall’ignoto al noto, è necessario tentare vienuove e procedere a prove sperimentali e, anche nel caso deglixenotrapianti, potremmo saperne di più sul rischio di zoonosiattraverso prove e sperimentazioni. Il principio dice che non sipuò andare avanti nei tentativi sull’uomo fino a che non si sianoraccolte prove sull’innocuità della procedura, ma queste rispostepossono venire solo dalla sperimentazione stessa. Il principio diprecauzione dovrà essere assunto in modo più flessibile e ragionevole,come regola di prudenza. Nel sospetto del rischio di zoonositrasmesse all’uomo, bisognerà avanzare verso la sperimentazionesull’uomo “a piccoli passi” e solo dopo aver raccolto tuttii dati che possono venire dalla fase pre-clinica, coinvolgendonella sperimentazione il minor numero possibile di soggetti, conun monitoraggio attento e continuo, pronti a modificare e adattarei piani sperimentali, sulla base dei nuovi dati emergenti.Quando, superata la fase strettamente sperimentale, si giungeràall’applicazione clinica dello xenotrapianto, allora sarànecessario selezionare con cura i candidati, in base a criteri70NUFFIELD COUNCIL OF BIOETHICS, Animal-to-Human Transplants: theEthics of Xenotransplantation, 72.71TALLACCHINI M.C., Etica e xenotrapianti. Un primo approccio, “Vita ePensiero” 80 (1997), 586-587.

268 MAURIZIO FAGGIONIchiari e prestabiliti; effettuare un monitoraggio costante deipazienti trapiantati, con la possibilità di isolare il soggetto – sefosse necessario – per evitare una diffusione epidemica di infezione72 . Una forma di monitoraggio dovrebbe essere previstaanche per coloro che vivono a stretto contatto col paziente trapiantatoe sarà necessaria una grande cautela soprattutto neirapporti sessuali per evitare possibili trasmissioni virali attraversoquesta via. Fino a che non si avranno informazioni certesull’assenza del rischio di ricombinazione genetica a carico dellecellule germinali, un paziente trapiantato dovrebbe rinunciare aprocreare.5. Dalla sperimentazione alla clinicaTenendo conto dei dati tecnici che sono stati riassunti all’inizioe delle riflessioni etiche fin qui elaborate, possiamo tentaredi indicare linee guida di tipo operativo per orientare il camminodi ricerca e di sviluppo dello xenotrapianto applicatoall’uomo con particolare riguardo al passaggio dalla sperimentazionepreclinica (da animale ad animale) alla sperimentazioneclinica (su soggetti umani selezionati) e infine alla clinica (nellapratica chirurgica).La situazione è diversa se consideriamo il trapianto di organisolidi o semplicemente di cellule e tessuti. Poiché cellule e tessuti,una volta trapiantati, non sono immediatamente perfusicon il sangue del ricevente, essi non vanno incontro a rigetto iperacuto,i trials clinici di questo tipo di trapianto hanno avuto unosviluppo maggiore rispetto ai trials clinici di organi solidi. Insulepancreatiche di maiale sono state trapiantate in pazienti diabetici73 e cellule neuronali fetali di maiale sono state iniettate in un72Vedi BECKMANN J.P., Xenotransplantation aus ethischer Sicht. EineSkizze, “Zentralbl Chir” 124 (1999), 636-640; WELIN S., Starting Clinical Trialsof Xenotransplantation. Reflections on the Ethics of the Early Phase, “Journalof Medical Ethics” 26 (2000), 231-236.73Cfr. GROTH C.G., KORSGREN O., TIBELL A. et al., Transplantation ofPorcine fetal pancreas to diabetic patients, “The Lancet” 344 (1994), 1402-1404.

268 MAURIZIO FAGGIONIchiari e prestabiliti; effettuare un monitoraggio costante deipazienti trapiantati, con la possibilità di isolare il soggetto – sefosse necessario – per evitare una diffusione epidemica di infezione72 . Una forma di monitoraggio dovrebbe essere previstaanche per coloro che vivono a stretto contatto col paziente trapiantatoe sarà necessaria una grande cautela soprattutto neirapporti sessuali per evitare possibili trasmissioni virali attraversoquesta via. Fino a che non si avranno informazioni certesull’assenza del rischio di ricombinazione genetica a carico dellecellule germinali, un paziente trapiantato dovrebbe rinunciare aprocreare.5. Dalla sperimentazione alla clinicaTenendo conto dei dati tecnici che sono stati riassunti all’inizioe delle riflessioni etiche fin qui elaborate, possiamo tentaredi indicare linee guida di tipo operativo per orientare il camminodi ricerca e di sviluppo dello xenotrapianto applicatoall’uomo con particolare riguardo al passaggio dalla sperimentazionepreclinica (da animale ad animale) alla sperimentazioneclinica (su soggetti umani selezionati) e infine alla clinica (nellapratica chirurgica).La situazione è diversa se consideriamo il trapianto di organisolidi o semplicemente di cellule e tessuti. Poiché cellule e tessuti,una volta trapiantati, non sono immediatamente perfusicon il sangue del ricevente, essi non vanno incontro a rigetto iperacuto,i trials clinici di questo tipo di trapianto hanno avuto unosviluppo maggiore rispetto ai trials clinici di organi solidi. Insulepancreatiche di maiale sono state trapiantate in pazienti diabetici73 e cellule neuronali fetali di maiale sono state iniettate in un72Vedi BECKMANN J.P., Xenotransplantation aus ethischer Sicht. EineSkizze, “Zentralbl Chir” 124 (1999), 636-640; WELIN S., Starting Clinical Trialsof Xenotransplantation. Reflections on the Ethics of the Early Phase, “Journalof Medical Ethics” 26 (2000), 231-236.73Cfr. GROTH C.G., KORSGREN O., TIBELL A. et al., Transplantation ofPorcine fetal pancreas to diabetic patients, “The Lancet” 344 (1994), 1402-1404.

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