Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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PROBLEMI ETICI DEGLI XENOTRAPIANTI 253tro di “mettere il piede su qualcosa” e può assumere, a secondadei contesti, un significato violento oppure pacifico, nel qual casoindica una semplice presa di possesso (Sal 8, 7; Gs 18, 1) 36 .Analogamente il verbo râdâh non significa soltanto dominare,ma anche regnare e talvolta si applica anche all’atto del pastoredi accompagnare o guidare un gregge 37 . Il contesto di benedizionee di alleanza in cui si colloca il mandato divino orienta a privilegiarei significati pacifici dei verbi impiegati 38 . L’uomo è, difatto, colui che prende possesso del creato, ma non come untiranno, bensì come un re saggio e premuroso, che di frequente èparagonato dagli Antichi ad un pastore.L’enciclica Evangelium vitae in una pagina molto bella mettein evidenza le dimensioni della signoria partecipata da Dio all’uomo,signoria sulla vita umana e sulla vita non umana, che cosìviene descritta:Difendere e promuovere, venerare e amare la vita è un compitoche Dio affida a ogni uomo, chiamandolo, come sua palpitanteimmagine, a partecipare alla signoria che Egli ha sul mondo 39 .Essendo la signoria umana una signoria partecipata, l’uomonon può esercitare sul creato un dominio assoluto e senza limiti.“Il dominio accordato dal Creatore all’uomo - si legge nell’enciclicaSollicitudo rei socialis - non è un potere assoluto, né sipuò parlare di libertà di usare e abusare, o di disporre delle cosecome meglio aggrada … Nei confronti della natura visibile edegli elementi che formano il cosmo, noi siamo sottomessi aleggi non solo biologiche, ma anche morali, che non si possonoimpunemente trasgredire” 40 .36vWAGNER S., Kâbash, in Theologisches Wörterbuch, vol. 4, 1982, coll. 54-59 (soprattutto col. 56).37ZEBEL H.J., Râdâh , in Theologisches Wörterbuch, vol. 7, 1993, coll.351-358.38In Gen 1, 29 l’ordine di cibarsi solo di vegetali per uomo e animali rappresentaun messaggio di non violenza che chiarisce il senso del dominiumdi Gen 1, 26. Cfr. RODINÓ N., La decima parola della creazione (Gen. 1, 29). Unmessaggio di non violenza, “Rassegna di Teologia” 33 (1992), 243-266.39GIOVANNI PAOLO II, Lett. Enc. Evangelium vitae 25-3-1995, n. 42.40GIOVANNI PAOLO II, Lett. Enc. Sollicitudo rei socialis, 30-11-1987, n. 34.

254 MAURIZIO FAGGIONIDio resta il signore e il legislatore e l’uomo non può sostituirsia lui: il dominio umano non può sconvolgere le dinamicheintrinseche della creatura, né violare senza ragionevole motivo ildiritto dell’animale di vivere e di esistere secondo le sue caratteristichenaturali. Non è vero che la vita animale e la vita umanaabbiano lo stesso valore, ma non è neppure vero che soltanto lavita umana abbia valore: anche gli animali sono creature di Dio,usciti dalla mano di Dio nella bellezza e nell’armonia del creatoe le loro esistenze sono portatrici di un bene e di un valore.In questo riconoscimento del valore intrinseco e non solostrumentale della vita animale sta la maggiore divergenza conl’impostazione classica della teologia cattolica, come è elaborata,ad esempio, da san Tommaso nell’articolo di esordio dellaquaestio 64 della II-IIae 41 . Il perno concettuale dell’articolo è l’affermazionemetafisica che “in rerum … ordine imperfectiorasunt propter perfectiora”: dal momento che le piante esistonoper gli animali e gli animali esistono per l’uomo ne consegueche, non essendo un male usare una cosa secondo il fine per cuiesiste, sia lecito servirsi di piante e animale a favore dell’uomo.Il notevole documento che la Pontificia Academia pro vita hadedicato agli xenotrapianti si colloca in questa prospettiva espiega che l’uomo, usando e manipolando gli animali per i trapianti,non solo non compie un male, ma anzi, che proprio usandoliper il suo beneficio permette ad essi di conseguire il lorofine naturale 42 .Se è vero, tuttavia, che la superiorità ontologica dell’uomo,in quanto creatura razionale, implica una finalizzazione dellecreature subumane all’uomo – quella che U. Krolzik ha chiamatola teleologia antropocentrica – per cui tutte le creature sonostate poste dal Creatore al servizio dell’uomo ed egli può usarneliberamente, è anche vero che le creature esistono prima per lagloria di Dio e soltanto dopo anche per l’utile dell’uomo.Nel bioregno esistono diverse specie dotate di crescentecomplessità organizzativa e di crescenti capacità autopercettive41S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theologiae, II-IIae, q. 64, art.1.42PONT. ACADEMIA PRO VITA, La prospettiva degli xenotrapianti. Aspettiscientifici e considerazioni etiche, Città del Vaticano 2001, n. 8.

254 MAURIZIO FAGGIONIDio resta il signore e il legislatore e l’uomo non può sostituirsia lui: il dominio umano non può sconvolgere le dinamicheintrinseche della creatura, né violare senza ragionevole motivo ildiritto dell’animale di vivere e di esistere secondo le sue caratteristichenaturali. Non è vero che la vita animale e la vita umanaabbiano lo stesso valore, ma non è neppure vero che soltanto lavita umana abbia valore: anche gli animali sono creature di Dio,usciti dalla mano di Dio nella bellezza e nell’armonia del creatoe le loro esistenze sono portatrici di un bene e di un valore.In questo riconoscimento del valore intrinseco e non solostrumentale della vita animale sta la maggiore divergenza conl’impostazione classica della teologia cattolica, come è elaborata,ad esempio, da san Tommaso nell’articolo di esordio dellaquaestio 64 della II-IIae 41 . Il perno concettuale dell’articolo è l’affermazionemetafisica che “in rerum … ordine imperfectiorasunt propter perfectiora”: dal momento che le piante esistonoper gli animali e gli animali esistono per l’uomo ne consegueche, non essendo un male usare una cosa secondo il fine per cuiesiste, sia lecito servirsi di piante e animale a favore dell’uomo.Il notevole documento che la Pontificia Academia pro vita hadedicato agli xenotrapianti si colloca in questa prospettiva espiega che l’uomo, usando e manipolando gli animali per i trapianti,non solo non compie un male, ma anzi, che proprio usandoliper il suo beneficio permette ad essi di conseguire il lorofine naturale 42 .Se è vero, tuttavia, che la superiorità ontologica dell’uomo,in quanto creatura razionale, implica una finalizzazione dellecreature subumane all’uomo – quella che U. Krolzik ha chiamatola teleologia antropocentrica – per cui tutte le creature sonostate poste dal Creatore al servizio dell’uomo ed egli può usarneliberamente, è anche vero che le creature esistono prima per lagloria di Dio e soltanto dopo anche per l’utile dell’uomo.Nel bioregno esistono diverse specie dotate di crescentecomplessità organizzativa e di crescenti capacità autopercettive41S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theologiae, II-IIae, q. 64, art.1.42PONT. ACADEMIA PRO VITA, La prospettiva degli xenotrapianti. Aspettiscientifici e considerazioni etiche, Città del Vaticano 2001, n. 8.

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