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Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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REVIEWS / RECENSIONES 505Con la Riforma, però, si assiste ad una graduale soppressione delsacramento della penitenza nella forma di confessione individualedei peccati (Cf. p. 277) .Nella prima fase dei lavori conciliari, nell’ambito del decretodella giustificazione, la penitenza e la confessione individuale emergonoin maniera subordinata. Nella seconda fase, allorquando le prospettivedi una ricomposizione dottrinale e disciplinare della fratturavengono meno, sono approvati i decreti relativi ai sacramenti dell’eucaristia,della penitenza e dell’estrema unzione, mentre la deliberazionesull’ordine e sul matrimonio sono collocati nell’ultima fasedei lavori conciliari (Cf. pp. 304-307). Con la Controriforma, al contrario,la confessione dei fedeli assume sempre più importanza tantoche deve essere registrata in apposite cedole e registri parrocchiali.Gian Matteo Giberti, vescovo di Verona, introduce, agli inizi del1540, il confessionale, per evitare il contatto visivo tra una penitentee il confessore. La sua adozione diviene obbligatoria per tutta laChiesa Cattolica, con le prescrizioni del Rituale Romanum, nell’edizionedel 1614. Da quel momento in poi, il nuovo arredo ligneo entraa far parte dell’immaginario della Controriforma.Da una prima lettura del saggio, può apparire una mancanza disistematicità dovuta alla complessità degli argomenti che sono ripresiin capitoli differenti. Questo potrebbe provocare una certa confusionedel lettore che non riesce a trovare il filo conduttore. In realtà un talmodo di procedere, per la complessità dell’argomento, da la possibilitàdi rivedere e chiarificare sotto aspetti differenti il tema trattato.Dobbiamo, nondimeno, sottolineare che emerge, inequivocabilmente,il ruolo preminente attribuito dagli Ordini Mendicanti, rispettoal clero secolare, alla penitenza. Ormai i frati, predicando in volgaree ricevendo la facoltà di ascoltare la confessione, diventano, alla finedel Medioevo, i protagonisti indiscussi della pastorale. La chiave divolta di tutto il processo, come sottolinea Rusconi, è la stretta connessionetra predicazione e confessione. Essa è una prerogativa degli ordinireligiosi che mirano alla conversione dei peccatori, ai quali, precedentemente,bisogna aver sminuzzato il pane evangelico. È interessantenotare come, nel saggio, si arrivi alla conclusione che il periododella Riforma e della Controriforma, nonostante sia conosciuto come“il secolo della confessione”, non riesca a superare l’incapacità deifedeli di confessare i propri peccati (Cf. p. 341).ALFONSO AMARANTE, C.SS.R.

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