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Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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504 REVIEWS / RECENSIONESlo a fare penitenza, annunciando che l’eucaristia conferisce la salvezza.In questo stesso periodo, Antonio da Padova intraprende unapredicazione ai fedeli che non si limita soltanto alle domeniche edalle festività ma a tutti i giorni che precedono la Pasqua. La predicazionediviene, così, il mezzo più adatto per indurre i fedeli ad adempiereal precetto ecclesiastico della confessione annuale e prepararlia ricevere la comunione. Inizia a profilarsi una stretta connessionetra predicazione e confessione.Quest’ultima assume particolare importanza nel periodo liturgicodella Quaresima, quando la predicazione quotidiana ricopre unruolo catechistico e, cioè, di preparazione all’adempimento del precettoecclesiastico della confessione annuale e della comunionepasquale. La predicazione in lingua volgare, durante la seconda metàdel ‘400, appare decisamente orientata a seguire l’indirizzo di un“didattismo enumerativo”, grazie anche ad una semplificazione dellastruttura del sermone medievale tale da facilitare la memorizzazionedi quanto è trasmesso.S’intensificano i cicli di predicazione quotidiana anche al difuori del periodo quaresimale e, particolarmente, nelle settimane cheprecedono la festività del Natale. L’Avvento diviene un periodo liturgiconel quale, attraverso la frequenza alle prediche, i fedeli si preparanoalla confessione ed alla comunione. Tra il 1470 ed il 1520,inoltre, la manualistica penitenziale si sviluppa sempre di più anchea causa della diffusione della stampa a caratteri mobili e della linguavolgare. Nell’evoluzione del sacramento della penitenza e della prassidell’ascolto delle confessioni individuali, è da considerare importanteil periodo che va dai primi decenni del secolo XV alla fine delsecolo XVI. La legislazione ecclesiastica, dai sinodi diocesani ai conciliprovinciali e, persino gli atti delle visite pastorali, sono, tuttavia,estremamente avari di informazioni sull’osservanza della confessioneannuale. Questo si pone in contrasto con l’enorme diffusione deitesti penitenziali, come già abbiamo affermato.Interessante risulta anche considerare il modo in cui la penitenzae la confessione sono riprodotte dall’iconografia. Tra la secondametà del secolo XII e gli inizi del XVI, si diffondono le figurae (Cf. p.161). È molto conosciuta, ad esempio, l’immagine di un predicatoreche, dal pulpito, si scaglia contro il peccato mentre, in un angolodella Chiesa, un confessore ascolta un penitente inginocchiato.Comune è anche la rappresentazione di un confessore che assolve unmoribondo: ciò apre uno spiraglio sulla confessione in fin di vita.

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