Summaries / Resúmenes - Studia Moralia
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490 REVIEWS / RECENSIONES“La Chiesa in tanto è annunzio bello al mondo, in quanto è incaricatadi offrigli il servizio della salvezza. In quanto sacramento e prolungamentodi Cristo, la Chiesa è in lui e come lui… La comunità cheCristo ha fondato è una figura che ha come emblema il grembiule delservizio e non lo scettro del dominio” (p. 116-117). Il vivere dei credentisi articolerà come culto, cioè come servizio sacerdotale, regalee profetico per la vita del mondo (cap. 6).Il segreto o l’anima del “bello annunzio” è lo Spirito Santo (cap.7). Vengono dettagliati i diversi aspetti e dimensioni dell’opera delloSpirito: “guida di Gesù, vangelo di Dio” e degli apostoli “vangelo diGesù”; principio di unità e di diversità. Egli è l’amore, sempre invocato:è “l’unica salvezza di un mondo che oggi va precipitando nell’asfissia”,perché gli ridà “il respiro” della spiritualità, che non èaltro se non “l’attivazione dei dinamismi profondi dello spiritoumano, in quanto è guidato dallo Spirito santo, anima di ogni anima”(p. 173). Ne deriva l’urgenza per l’uomo di “accogliere la bella notiziache il respiro di Dio – lo Spirito – può essere comunicato a lui comeil respiro della sua vita. Per allietare la sua storia. Per cogliere i segnidei tempi. Per costruire le prime arcate di una ‘civiltà dell’amore’” (p.177).Modello dell’annunzio è Maria (cap. 8). In lei, partner di Dio edesperta della Pasqua, si fondono bellezza e tenerezza: “Ecco la bellanotizia scolpita da Dio nell’evento di Maria di Nazareth. Il Dio viventesi presenta qui come tenerezza divina recettiva. Si consegna allebraccia della tenerezza umana attiva. E ogni persona umana, nellafede, può godere il cielo che si è rivestito dei palpiti della sensibilitàumana. C’è un senso, dunque, per l’esistenza” (p. 193-194).Gli ultimi tre capitoli sono dedicati più esplicitamente agli atteggiamentie agli impegni che scaturiscono dalla bella notizia.Innanzitutto la gioia come “atmosfera” dell’annunzio (cap. 9). Lapasqua del Cristo fa infatti di ogni credente “un esperto della gioia”(p. 214), sperimentata e testimoniata come “energetico di storia” (p.223).L’urgenza fondamentale dell’annunzio viene poi individuatanella pace (cap. 10). Il punto di riferimento e la fonte sono sempre ilCristo pasquale: in lui la pace ci si svela “fondata sulla giustizianuova, che fa coincidere il principio dell’unicuique suum con quellodell’unicuique tuum. Che è tanto dire: a ciascun essere umano donatutto il tuo essere e il tuo servizio. È questa la specificità, immaginatanel quotidiano, del principio salvifico” (p. 249).
REVIEWS / RECENSIONES 491Si arriva così al passo finale del libro: la “risposta pasquale allasfida del male” (cap. 11). Essa “chiede ai discepoli la collaborazionenon tanto di braccia, quanto di costati trafitti. Come quello dell’agnelloimmolato… La pasqua è il trionfo sull’assurdo più abissale,che è la morte. La tomba è vuota. La morte è morta. Il senso c’è” (p.272). Perciò “chi annunzia la bella notizia e la incarna coerentemente,anche sotto la croce, anzi, attraverso la croce è capace di riflettereun raggio della bellezza del Crocifisso risuscitato” (p. 283).Questa veloce sintesi permette solo di intuire la ricchezza delcammino che il libro invita a percorrere. Al termine il lettore si senteveramente “introdotto” in un cristianesimo gioioso. Le pagine hannoun tono meditativo, che stimola a fermarsi per riflettere e interiorizzare.Vogliono parlare prima di tutto al cuore. Per questo, anchequando, a volte, il discorso è solo iniziato, il lettore si sente spintoall’approfondimento, aiutato dai suggerimenti bibliografici, chearricchiscono costantemente il testo.S. MAJORANOMiguel Anxo Pena González, Francisco José de Jaca. La primerapropuesta abolicionista de la esclavitud en el pensamiento hispano,Bibliotheca Salmanticesis, Estudios 252, PublicacionesUniversidad Pontificia de Salamanca, Salamanca 2003, 433 pp.Esta es una de las obras que invitan a felicitarnos por distintasrazones. En primer lugar, por el conocimiento y aproximación a lafigura austera y profética del capuchino Francisco José de Jaca y suobra, verdaderos protagonistas. En segundo lugar, porque permitesuperar ciertas simplificaciones y clichés históricos sobre el compromisopor suprimir la institución de la esclavitud y la trata deesclavos.Como escribe el profesor Francisco Moreno Rejón –tan vinculadoa la Academia Alfonsiana por su formación teológico-moral-, elhecho de que la Iglesia haya pedido solemnemente perdón por la participaciónde hombres de Iglesia en el degradante comercio esclavistaafricano, “no debe servir para ocultar la verdad histórica en dosaspectos importantes: la responsabilidad de la esclavitud no puedeatribuirse únicamente a la Iglesia sino que se entiende mucho másallá de sus fronteras y, en segundo lugar, es completamente falso quelas primeras protestas vinieran de los hombres de la Ilustración.
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REVIEWS / RECENSIONES 491Si arriva così al passo finale del libro: la “risposta pasquale allasfida del male” (cap. 11). Essa “chiede ai discepoli la collaborazionenon tanto di braccia, quanto di costati trafitti. Come quello dell’agnelloimmolato… La pasqua è il trionfo sull’assurdo più abissale,che è la morte. La tomba è vuota. La morte è morta. Il senso c’è” (p.272). Perciò “chi annunzia la bella notizia e la incarna coerentemente,anche sotto la croce, anzi, attraverso la croce è capace di riflettereun raggio della bellezza del Crocifisso risuscitato” (p. 283).Questa veloce sintesi permette solo di intuire la ricchezza delcammino che il libro invita a percorrere. Al termine il lettore si senteveramente “introdotto” in un cristianesimo gioioso. Le pagine hannoun tono meditativo, che stimola a fermarsi per riflettere e interiorizzare.Vogliono parlare prima di tutto al cuore. Per questo, anchequando, a volte, il discorso è solo iniziato, il lettore si sente spintoall’approfondimento, aiutato dai suggerimenti bibliografici, chearricchiscono costantemente il testo.S. MAJORANOMiguel Anxo Pena González, Francisco José de Jaca. La primerapropuesta abolicionista de la esclavitud en el pensamiento hispano,Bibliotheca Salmanticesis, Estudios 252, PublicacionesUniversidad Pontificia de Salamanca, Salamanca 2003, 433 pp.Esta es una de las obras que invitan a felicitarnos por distintasrazones. En primer lugar, por el conocimiento y aproximación a lafigura austera y profética del capuchino Francisco José de Jaca y suobra, verdaderos protagonistas. En segundo lugar, porque permitesuperar ciertas simplificaciones y clichés históricos sobre el compromisopor suprimir la institución de la esclavitud y la trata deesclavos.Como escribe el profesor Francisco Moreno Rejón –tan vinculadoa la Academia Alfonsiana por su formación teológico-moral-, elhecho de que la Iglesia haya pedido solemnemente perdón por la participaciónde hombres de Iglesia en el degradante comercio esclavistaafricano, “no debe servir para ocultar la verdad histórica en dosaspectos importantes: la responsabilidad de la esclavitud no puedeatribuirse únicamente a la Iglesia sino que se entiende mucho másallá de sus fronteras y, en segundo lugar, es completamente falso quelas primeras protestas vinieran de los hombres de la Ilustración.