10.07.2015 Views

Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

REVIEWS / RECENSIONES 473limitato, ma lo stesso scopo non può giustificare una sintesi riduttivae semplificante. Dopo la lettura di questo libro, un lettore piùattento, soprattutto un “aristotelico” o “personalista” rimane deluso,in primo luogo, dalla ricostruzione del personalismo etico “classico”e, in secondo luogo, dalla sua interpretazione dal punto di vista delpersonalismo “storico”, moderno e contemporaneo. Nella ricostruzionedel “personalismo etico classico” – in quanto sistema aristotelico- l’autore ha preso in considerazione soltanto il principio primodella cosiddetta causalità di ragion d’essere e d’agire, cioè la finalitàidentificata con la felicità vera, la beatitudine e l’amore di Dio comela razionalità dei diversi comportamenti-tipo. Aristotele e gli aristotelici,invece, constatarono che ci sono quattro generi di cause, dueinterne: la materia e la forma (ciò di cui la cosa è fatta, ciò che essaè), e due esterne: il movimento da cui risulta e il fine in vista delquale essa è e opera. Non è necessario, dunque, che ogni essere abbiauna causa, poiché la nozione di causa non è un trascendentale. Ilbuon uso del principio non consiste appunto nel dedurre analiticamentedelle conoscenze reali o speculative (com’è il caso di questovolume). Il suo buon uso segue dalla sua natura. Consiste nell’esercitareuna critica costante sulle operazioni dell’uomo nei suoi treordini principali: scienza, morale e arte. Esso controlla tutto, inmodo che, non prescrivendo mai alcuna operazione particolare,impedisce di smarrirsi al seguito di oggetti ideali. L’autore, soccombendoin una forma alla tentazione dell’idealismo, parla in terminimolto generici ed astratti dell’uomo e dell’etica.Un contributo forse più importante del personalismo “storico” èstato totalmente abbandonato sia a livello del contenuto e del metodoche a livello del linguaggio personalistico-esistenziale. Il personalismomoderno e contemporaneo, invece, è stato ridotto ad alcunifilosofi più adatti o convenienti alla sua schema prescelta e rigorosamentedifesa (ad esempio, alla deontologia di I. Kant). Si sente subitola mancanza di tali autori come: s. Anselmo, s. Bonaventura, J. H.Newman, A. Rosmini, E. Gilson, P. A. Florenski o W. N. Losski, enucleatiin Fides et ratio (n. 75) e anche G. Marcel, H. Jonas o P. Ricoeur(citato da Chalmeta in modo “negativo”, cioè solamente come un criticodel personalismo). Un “ritorno alla persona” negli anni ‘80-‘90,come nota P. Ricoeur in Meurt le personnalisme, revient la personne,si è tradotto a “livello teoretico non soltanto nell’offerta di significativicontributi mirati a dare fondamento critico al pensiero di E.Mounier”, ma soprattutto a “rivisitare criticamente i contesti cultu-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!