Summaries / Resúmenes - Studia Moralia
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PLURALISMO ANTROPOLOGICO E APPROCCIO ETICO 371ne della libertà-responsabilità sartriana, che si presenta senzaappoggi e senza scuse 59 . In questo quadro, la libertà è gratuitàcome fine a se stessa 60 . Manca in Jean-Paul Sartre lo sfondo dell’alterità,che colloca la libertà in funzione della responsabilitàad un appello. Mentre in Sartre la libertà è un puro per-sé, inLévinas questo per-sé non resta racchiuso nel sé autarchico, masi ritrova costitutivamente aperto al per-altri. La rivelazione dell’uomosi compie a partire dalla sua esperienza di incontro conil volto. La sua responsorialità è la radice della situata “responsabilitàcome della struttura essenziale, primordiale, fondamentaledella soggettività” 61 .L’analisi fenomenologica ci aiuta a riscoprire la responsabilità,che nasce nell’area della struttura del soggetto, come rivelatricedella presenza del soggetto simmetrico al sé. L’uomo è totalitàindissaldabile, in cui le fasi fenomenologiche dell’in-sé, delper-sé, del per-altri si richiamano e si integrano continuamente.Il momento dello studio analitico le osserva distintamente, maquesta necessità di metodo è un distinguere per unire, comeaffermava Jacques Maritain 62 .6.5. Il principio-responsabilità. Oggi, il rinvenimento criticamentefondato della responsabilità si presenta urgente in unpanorama di ipertrofia tecnologia e ipotrofia sapienziale. Ed è unfatto inedito, in quanto la vecchia tecnologia Hans Jonas così ladescrive: “ Il Prometeo irresistibilmente scatenato, al quale lascienza conferisce forze senza precedenti e l’economia imprime59“Siamo soli, senza scuse” (J.-P. SARTRE, L’esistenzialismo è un umanismo,Mursia-GUM, Milano [s/d], p. 41).60“La libertà in ogni circostanza concreta non può avere altro scopo chedi volere se stessa. Ogni volta che l’uomo abbia riconosciuto che egli ponedei valori – nell’abbandono – egli stesso non può più volere che una cosa: lalibertà come fondamento di tutti i valori. Questo non significa che egli lavoglia in astratto: vuol dire semplicemente che gli atti dell’uomo di buonafede hanno come significato ultimo la ricerca della libertà come tale”(Ibidem, pp. 76-77).61E. LÉVINAS, Etica e infinito, o.c., p. 108.62J. MARITAIN, Distinguere per unire. I gradi del sapere, Morcelliana,Brescia 1981.
372 SABINO PALUMBIERIun impulso incessante, esige un’etica che mediante auto-restrizioniimpedisca alla sua potenza di diventare una sventura perl’uomo” 63 . La modalità pregressa della tecnologia era manovratain ordine al miglioramento della qualità della vita. Era unmezzo, in ragione del conseguimento di molteplici obiettiviumani e umanizzanti. Ma, con la crescita esponenziale della virtualità,della bioingegneria, della energia nucleare, si afferma latendenza all’obnubilamento dei fini e del fine che è l’uomo, e laprevalenza dello spirito del tecnicismo che è lo strapotere deimezzi che sfuggono dalle mani dell’uomo che li manovra 64 .Jonas propone l’esplorazione interiore sulla struttura d’essereresponsoriale, chiamato da lui principio responsabilità, miratoverso il futuro, a partire dall’antropo-ontologia 65 . Egli partedalla tendenza di ogni vivente dotato di essere, ma costantementeminacciato di non essere nello scambio costante conl’ambiente da lui chiamato metabolismo (Stoffwechsel). Il viventeè spinto a dire sempre sì alla vita, grazie all’istinto di conservazione.Nell’uomo questo si invera e si completa con l’autotrascendimento,che è un tendere all’oltre verso ogni oltre. Con l’appariredell’uomo nell’area dei viventi, poi, si impone la coscienzadel sé e la scelta fedele alla propria vita che è pluridimensionale.La coscienza etica è la sede decisionale del futuro. L’Autorerimarca la responsabilità non limitata al già-di-essere raggiuntodall’umanità; ma, in lunghezza, protesa al non-ancora-dell’essere.È la responsabilità non formale ma effettiva 66 verso la realtàconcreta, che rivendica il suo diritto di essere di fronte allaminaccia del suo annientamento.Alla confluenza tra la richiesta percepita degli esseri vulnerabilie il dovere sentito dell’uomo, consapevole del suo potere,si colloca il sentimento di responsabilità da Jonas chiamato finalistica67 .63H. JONAS, Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica,Einaudi, Torino 1993, p. XXVII.64Cf. U. GALIMBERTI, Psiche e techne, Feltrinelli, Milano 1999.65Cf. H. JONAS, Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica,Einaudi, Torino 1999; ID., Il principio responsabilità, o.c.,; ID., Sull’orlo dell’abisso.Conversazioni sul rapporto tra uomo e natura, Einaudi, Torino 2000.66Cf. ID., Il principio responsabilità, o.c., pp. 101ss.67Cf. Ibidem.
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