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Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio ... - Colle Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:Memoriedell’Oratorioa cura di<strong>Don</strong> Em<strong>il</strong>io Zeni«Scrivo anzituttoper i miei carissimifigli Salesiani».Non con le percossemacon la mansuetudinee la caritàdovrai gua<strong>da</strong>gnarequesti tuoi amici.Giovannino giocoliere(di Nino Musìo).16DONBOSCOsiraccontaIl primo sogno❷A quell’età ho fatto un sogno, che mi rimaseprofon<strong>da</strong>mente impresso nella menteper tutta la vita. Nel sonno mi parve diessere vicino a casa in un cort<strong>il</strong>e assai spazioso,dove stava raccolta una moltitudinedi fanciulli, che si trastullavano. Alcuniridevano, altri giuocavano, non pochi bestemmiavano.All’udire quelle bestemmiemi sono subito lanciato in mezzo di loroadoperando pugni e parole per farli tacere.In quel momento apparve un uomo venerando,in vir<strong>il</strong>e età, nob<strong>il</strong>mente vestito.Un manto gli copriva tutta la persona; mala sua faccia era così luminosa, che io nonpoteva rimirarlo. Egli mi chiamò per nomee mi ordinò di pormi alla testa di que’ fanciulliaggiungendo queste parole:«Non con le percosse ma con la mansuetudinee con la carità dovrai gua<strong>da</strong>gnare questituoi amici. Mettiti adunque immediatamentea fare loro un’istruzione sulla bruttezzadel peccato e sulla preziosità della virtù».Confuso e spaventato soggiunsi che ioera un povero ed ignorante fanciullo incapacedi parlare di religione a que’ giovanetti.In quel momento que’ ragazzi, cessando<strong>da</strong>lle risse, <strong>da</strong>gli schiamazzi e <strong>da</strong>lle bestemmie,si raccolsero tutti intorno a Colui, cheparlava.Quasi senza sapere che mi dicessi, «Chisiete voi, soggiunsi, che mi coman<strong>da</strong>tecosa impossib<strong>il</strong>e?»...– Io sono <strong>il</strong> figlio di Colei, che tua madreti ammaestrò di salutar tre volte algiorno.– Mia madre mi dice di non associarmicon quelli che non conosco, senza <strong>suo</strong> permesso;perciò ditemi <strong>il</strong> vostro nome.– Il mio nome diman<strong>da</strong>lo a mia madre.In quel momento vidi accanto di luiuna donna di maestoso aspetto, vestita diun manto, che risplendeva <strong>da</strong> tutte parti...Scorgendomi ognor più confuso, miaccennò di avvicinarmi a lei che, presomicon bontà per mano, «Guar<strong>da</strong>», mi disse.Guar<strong>da</strong>ndo mi accorsi che quei fanciullierano tutti fuggiti, ed in loro vece vidi unamoltitudine di capretti, di cani, di gatti,orsi e di parecchi altri animali.«Ecco <strong>il</strong> tuo campo, ecco dove devi lavorare.Renditi um<strong>il</strong>e, forte, robusto; e ciò chein questo momento vedi succedere di questianimali, tu dovrai farlo pei figli miei».Volsi allora lo sguardo ed ecco invecedi animali feroci apparvero altrettantimansueti agnelli...A quel punto, sempre nel sonno, mimisi a piangere... Allora ella mi pose lamano sul capo dicendomi:«A <strong>suo</strong> tempo tutto comprenderai!»Ciò detto un rumore mi svegliò, eogni cosa disparve. Io rimasi sbalordito.Sembravami di avere le mani che facesseromale pei pugni che aveva <strong>da</strong>to... di poi quelpersonaggio, quella donna, le cose dettee le cose udite mi occuparono talmentela mente, che per quella notte non mi fupossib<strong>il</strong>e prendere sonno. Al mattino hotosto con premura raccontato quel sognoprima a’ miei fratelli, che si misero a ridere,poi a mia madre ed alla nonna. Il fratelloGiuseppe diceva:«Tu diventerai guardiano di capre, dipecore o di altri animali».Mia madre:«Chi sa che non abbi a diventar prete».Antonio con secco accento:«Forse sarai capo di briganti».Ma la nonna diede sentenza definitivadicendo:«Non bisogna ba<strong>da</strong>re ai sogni».Io ero del parere della nonna, tuttavianon mi fu mai possib<strong>il</strong>e togliermi quel sogno<strong>da</strong>lla mente…Io ho sempre taciuto ogni cosa; i mieiparenti non ne fecero caso.Il sogno dei nove anni (Luigi Zonta).

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