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Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio ... - Colle Don Bosco

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EmergenzaeducativaSi calcola che siano due m<strong>il</strong>ioni i minoriche si prostituiscono. Un bambinofinisce a vivere nella stra<strong>da</strong> perché persopravvivere deve lavorare; si accontentadi fare qualsiasi lavoro o altrimenti ricorreal furto, alla prostituzione, alle rapine,alla droga. Il <strong>suo</strong> comportamentodiviene antisociale, risentito, diffidente.La società si difende spesso eliminandolo:<strong>il</strong> piccolo delinquente di oggisarà <strong>il</strong> grande delinquente di domani. I«ragazzi della stra<strong>da</strong>» diventano così unproblema che va risolto. Solo negli ultimi5 anni, secondo i <strong>da</strong>ti della CommissioneParlamentare di in<strong>da</strong>gine sulla violenzacontro i minori, sono stati 16.414i «ragazzi di stra<strong>da</strong>» assassinati <strong>da</strong>glisquadroni della morte.Un altro problema urgente oggi sulpianeta Terra è anch’esso presente nellavita del piccolo Gesù: sono le massedi persone che fuggono <strong>da</strong>l loro paese e<strong>da</strong>lle loro case per mettersi al sicuro <strong>da</strong>un pericolo.In base all’articolo n.1 della ConvenzioneInternazionale per i Rifugiati del1951, viene riconosciuto come rifugiato«colui che, temendo a ragione di essereperseguitato per motivi di razza, religione,nazionalità, appartenenza a undeterminato gruppo sociale o per le sueopinioni politiche, si trovi fuori del paesedi cui è cittadino e non possa o non voglia,a causa di questo timore, avvalersidella protezione di questo; oppure coluiche, non avendo una cittadinanza e trovandosifuori del paese in cui aveva la residenzaabituale, non possa o non vogliatornarvi per <strong>il</strong> timore di cui sopra».Tra queste persone moltissimi sono ibambini, spesso orfani, perché la guerra<strong>ha</strong> portato loro via le famiglie o semplicementele <strong>ha</strong> separate <strong>da</strong> loro.Nel <strong>suo</strong> ultimo libro Bambini perduti(Sperling e Kupfer 2010), l’antropologotorinese Alberto Salza racconta tantestorie di bambini tra cui quella dei bambiniperduti del Su<strong>da</strong>n. In Su<strong>da</strong>n, tra <strong>il</strong>1990 e <strong>il</strong> 2000, nel momento più ferocedella guerra tra Nord e Sud Su<strong>da</strong>n, oltreventim<strong>il</strong>a bambini che avevano perduto igenitori, si incolonnarono e cominciaronoun lunghissimo viaggio a piedi, che liportò per migliaia di ch<strong>il</strong>ometri attraverso<strong>il</strong> deserto, a raggiungere prima l’Etiopia,poi l’Ugan<strong>da</strong> e infine <strong>il</strong> Kenya. Quivennero ammassati per anni nel campoprofughi di Kakuma, uno dei più grandial <strong>mondo</strong>, dove all’epoca era presenteanche <strong>il</strong> VIS. Che fine avranno fatto queibambini?Nascere in un luogo o in un altro nonè un merito.Poter vivere dignitosamente in qualsias<strong>il</strong>uogo è un diritto.Se i bambini non possono vivere la loroinfanzia questo è un crimine.I bambini alzano gli occhi e ti sorridono,i bambini piangono, i bambini giocano.Molti bambini non sorridono, nonpiangono, non giocano.Muoiono mentre gli adulti non sanno<strong>da</strong>re loro risposta alla doman<strong>da</strong>: «Perchésono nato?»Buon Natale!Il <strong>Figlio</strong> di <strong>Dio</strong><strong>ha</strong> voluto provaresin <strong>da</strong>lla nascita laprecarietàdella condizioneumana.A noi lasciaun’indicazionesu ciò che dobbiamocorreggerenella nostra società.15

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