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Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio ... - Colle Don Bosco

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sa d’Av<strong>il</strong>a.Santa Teresina di Lisieux.che lo vivificava e lo consumava, fecerodi lui un grande santo, un grande maestronel cammino della fede, <strong>da</strong>l «nulla»verso <strong>il</strong> «tutto» che è <strong>Dio</strong>, di generazionidi anime avviate alla contemplazione eall’unione con <strong>Dio</strong>. Fu una delle più altevoci della lirica spagnola.Canonizzato <strong>da</strong> Benedetto XIII <strong>il</strong> 27dicembre 1726, fu procl<strong>amato</strong> Dottoredella Chiesa <strong>da</strong> Pio XI <strong>il</strong> 24 agosto 1926.Il messaggiodi San Giovanni della CrocePotrebbe essere sintetizzato così:«Su, coraggio, alzati: non stagnare inuna pietà superficiale e in un debole impegnovirtuoso. Affronta decisamente leavversità della notte, sali <strong>il</strong> sentiero asprodel nulla, per attingere l’incandescenzadell’Amore. Sul monte, al di là del nullac’è godib<strong>il</strong>e per te <strong>il</strong> Tutto, <strong>Dio</strong>».Edith Stein(Santa Teresa Benedetta della Croce).I <strong>suo</strong>i scrittiIl Cantico Spirituale e La Notte oscuradell’anima, sono considerate tra le migliorie più sublimi poesie in lingua spagnola.Il primo è <strong>il</strong> canto della «sposa»(l’anima) che ricerca <strong>il</strong> <strong>suo</strong> «sposo» (Cristo).È l’angoscia per averlo perso: mala gioia è immensa per ambedue quandosi sono ritrovati e riuniti. Ricalca, in liberaversione, <strong>il</strong> libro biblico del Canticodei Cantici. Il secondo narra <strong>il</strong> viaggiodell’anima <strong>da</strong>lla propria sede corporaleverso l’unione con <strong>Dio</strong>. Avviene durantela «notte» che rappresenta le avversità,gli ostacoli che l’anima incontra per raggiungerela «luce» del <strong>suo</strong> Creatore.Accanto a queste liriche e come commentoad esse, sotto lo stesso titolo, Giovannicompone due trattati di teologiamistica.Un terzo trattato, la Salita al MonteCarmelo, contiene uno studio più sistematicodello sforzo ascetico dell’animain ricerca dell’unione perfetta con <strong>Dio</strong> edegli eventi mistici che accadono durantele fasi del cammino. Introdotto <strong>da</strong> unapoesia, <strong>il</strong> testo <strong>ha</strong> un forte significatoteologico e letterario: <strong>il</strong> Monte rappresentala mèta della liberazione <strong>da</strong> ognipeso che la separa <strong>da</strong> <strong>Dio</strong> che è <strong>il</strong> beneassoluto.San Giovanni della Croce, in questisublimi scritti di spiritualità invita allarinuncia, che non è negazione di sé oabdicazione <strong>da</strong> sé, ma promozione delmeglio di sé. Tutti i <strong>suo</strong>i pensieri, i detti,gli scritti sono come criteri che regolano<strong>il</strong> modo di camminare sulle orme di Cristo…Un codice della stra<strong>da</strong>, se si vuole,ma della vera stra<strong>da</strong>: l’imitazione di Cristoche è egli stesso Via. Ma <strong>il</strong> passaggioobbligato è quello della Croce.Il <strong>suo</strong> linguaggio poetico, pieno diimmagini e simboli, è <strong>il</strong> linguaggio dellapassione e dell’amore, con uno spiritonuovo, <strong>da</strong> umanista e rinascimentale:un valido aiuto per <strong>il</strong> cammino cristianodell’uomo moderno.Queste tre opere, insieme ai <strong>suo</strong>iPensieri sull’amore e sulla pace <strong>ha</strong>nnoinfluenzato molti scrittori spirituali successivi,tra i quali T. S. Eliot, Santa Teresadi Lisieux, Edith Stein (Santa TeresaBenedetta della Croce), Thomas Merton;<strong>ha</strong>nno anche ispirato f<strong>il</strong>osofi comeJacques Maritain, teologi come Hansvon Balt<strong>ha</strong>sar. La cantautrice GiuniRusso vi <strong>ha</strong> trovato negli ultimi anni <strong>il</strong>senso della vita. Giovanni Paolo II ne fuun appassionato ammiratore in gioventùfino a valutare un eventuale ingressonell’Ordine Carmelitano.La memoria liturgica di San Giovannidella Croce si celebra <strong>il</strong> 14 dicembre. ❑TestimoniChiesa e conventodi Santa Teresa ad Av<strong>il</strong>a.Castello di Medina al Campo.Alla fine delladella vitasarai giudicatosull’amore(San Giovannidella Croce).5


Negli anni del Seminario <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>sv<strong>il</strong>uppò l’interesse per la Bibbia, arrivandoaddirittura a conoscere a memoriatesti nella lingua originale.Le pareti parlano di <strong>Dio</strong>Per completare l’istruzione catechisticae renderla visib<strong>il</strong>e, decise di ornarei muri e le arcate della casa dell’Oratoriodi scritte tratte <strong>da</strong>lla Sacra Scrittura, collegandolealla Confessione e al Decalogo(MB 5,542-43).Eccone alcune: «Nella casa del Signorechiunque chiede riceve, chi cerca trova ea chi bussa sarà aperto» (Mt 8,8). «DisseGesù ai <strong>suo</strong>i apostoli: “Quelli a cui rimetteretei peccati sono rimessi, quelli a cui liriterrete sono ritenuti”» (Gv 20,23). «Seconfessiamo i nostri peccati, <strong>Dio</strong> è fedelee giusto per rimetterci in nostri peccati epurificarci <strong>da</strong> ogni iniquità» (1 Gv 1,9).Sul palazzo costruito nel 1861 feceaggiungere sette nuove citazioni dellaSacra Scrittura attinenti alla adolescenza(MB 6,948-49). Ecco un esempio:«Nessuno disprezzi la tua giovinezza; masii tu <strong>il</strong> modello dei fedeli nel parlare, nelconversare, nella carità, nella fede, nellacastità» (1 Tim 4,12). «Buona cosa è perl’uomo l’aver portato <strong>il</strong> giogo fin <strong>da</strong>lla suaadolescenza» (Ger 3,27).Infine altre 4 scritte bibliche venneroaggiunte nel 1864 per richiamare l’importanzadella salvezza dell’anima, dellapreghiera, del canto e della Confessione(MB 7,426).L’insegnamento sistematico della SacraScrittura era iniziato con <strong>il</strong> <strong>suo</strong> stab<strong>il</strong>irsidefinitivo a Valdocco nel 1846 attraverso<strong>il</strong> racconto regolare della StoriaSacra (MO 138).Grande successo ebbe nel 1847 lapubblicazione della Storia Sacra chedestinò ai fanciulli delle scuole, dicendoche era a fon<strong>da</strong>mento della nostra santareligione, per cui nessun altro insegnamentopoteva essere più ut<strong>il</strong>e e importantedi questo.Ut<strong>il</strong>izzò anche <strong>il</strong> teatro per renderepopolare la Storia Sacra, facendo dei<strong>suo</strong>i giovani attori degli annunciatoridella Parola di <strong>Dio</strong> in modo avvincente ea<strong>da</strong>tto ai loro coetanei.Cosa farebbe oggi con tutte le tecnologieche i nostri ragazzi usano con piùdimestichezza?Una vocazione <strong>da</strong> riscoprireSi servì anche dei <strong>suo</strong>i primi giovanicresciuti accanto a lui, come MicheleRua, lo stesso Domenico Savio e MicheleMagone per <strong>il</strong> catechismo domenicaleagli oratoriani o ai loro piccoli amici durantele vacanze nei loro paesi.Da questa presentazione di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>catechista deduciamo come è urgentee importante dei giovani migliori, deicatechisti a questo prezioso servizio, soprattuttodei genitori che sono per i figl<strong>il</strong>a testimonianza vivente della fede.Il nostro Arcivescovo nella sua letterapastorale di inizio anno, <strong>ha</strong> ricor<strong>da</strong>toai genitori <strong>il</strong> dovere di <strong>da</strong>re continuitàall’itinerario battesimale dei figli neglianni della prima infanzia, e <strong>ha</strong> auspicatoche la Quaresima sia <strong>il</strong> tempo propizioper svolgere in ogni comunità un camminocatecumenale di riappropriazionedel Battesimo come sacramento fon<strong>da</strong>mentaledella fede e della vita cristiana.Ci consola <strong>il</strong> pensiero che diversiparroci <strong>ha</strong>nno ripreso la Catechesi degliadulti con corsi qualificati di formazionepermanente, che continua dopo gliincontri limitati per la preparazione aisacramenti, che li accompagni per tuttala vita.La passione di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> catechista,si rinnovi nei nostri sacerdoti, genitori,catechisti, educatori: è l’augurio più belloche ci facciamo a conclusione di questenostre riflessioni.❑<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>catechistaIl portico con le scritteall’Oratorio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>a Valdocco (To).7


In famigliala voce del tempoGiovanna Colonna8Fine del giorno.Fine della settimana.Fine del mese.Fine dell’anno.Al termine del giorno proviamo a fareun esame di coscienza tra uno sbadiglioe un occhio rivolto al cuscino che cisussurra di abbandonarci e dimenticarele pene, gli errori, le sconfitte, le um<strong>il</strong>iazioni,per trovare pace e assenza.Il fine settimana chiude un lavoro,una vacanza, un’<strong>il</strong>lusione, una fuga e sitorna per riprendere la solita vita.La fine del mese segna <strong>il</strong> tempo chepassa, allontana <strong>da</strong> un periodo per avvicinarciad un altro, chiude una stagione,apre ai desideri di cambiare qualcosa…La fine dell’anno non è un giorno comegli altri, è <strong>il</strong> giorno! È lo spartiacquetra le delusioni e le speranze, tra le occasioniperdute e <strong>il</strong> desiderio di riscatto, trala noia e un rinnovato vigore, tra l’amarezzadel quotidiano e l’aspirazione almeglio, al buono, al pulito, al completo.Festeggiare la fine dell’anno e, soprattutto,festeggiare l’inizio di un annonuovo significa cercare qualcosa che cirende migliori e capaci perciò di cercaree fare di più, per noi e per gli altri. Pronosticie scongiuri, riti propiziatori, rinnovodi tradizioni, pubbliche promesse esegreti auspici fanno del capo<strong>da</strong>nno unmomento diverso <strong>da</strong>gli altri: dimenticare<strong>il</strong> passato per navigare verso un futuroammaliante, che ammicca e ci incuriosisce,ci stuzzica e ci fa credere di essereeterni, invincib<strong>il</strong>i, invulnerab<strong>il</strong>i.La storia, però, è già stata divisa inmodo significativo: prima e dopo Cristo,<strong>il</strong> nostro capo<strong>da</strong>nno è stato celebratouna volta per sempre, e <strong>da</strong> allora in poic’è solo speranza, troppo preziosa peressere rinnegata, troppo cercata per essererifiutata, troppo faticosa per essereportata <strong>da</strong> soli.Perché aspettare l’anno nuovo, noi,che siamo nell’era nuova! Perché festeggiarela fine di un periodo quando pernoi esiste solo l’eternità? Perché aspettaree sperare quando non dobbiamoaspettare niente e nessuno, abbiamo giàColui che ci accompagna, che viaggiacon noi, mai un passo avanti, né unoindietro, sempre allineato, pronto a sorreggerci,a fare lo scatto, a rallentare, atrascinare, a morire per noi.Come sarà la nostra fine? Quandosarà <strong>il</strong> nostro ultimo giorno, la nostraultima estate, l’ultima vacanza, l’ultimoregalo, l’ultimo respiro: saremo soli,saremo a casa, con noi ci saranno lepersone care oppure degli estranei? Saràuna morte violenta, come un temporale,oppure sarà un lento appassire, comele foglie in autunno? La falce reciderà<strong>il</strong> nostro stelo in un periodo felice dellanostra vita, oppure invocheremo la finecon la stessa sforza con cui si invoca acquanel deserto?


Non conosciamo la sofferenza delnascere, l’angoscia che si prova a lasciareun luogo conosciuto, protetto, per <strong>il</strong><strong>mondo</strong> esterno, freddo, ost<strong>il</strong>e, pericoloso;tutta la nostra esistenza la passiamoa cercare di ricuperare e ricostruire quel<strong>mondo</strong> che ci <strong>ha</strong> ospitati, protetti, cullati,rassicurati. Ed ecco che avvertiamouna nuova paura, quella di abbandonarequesto <strong>mondo</strong>, a volte incomprensib<strong>il</strong>e,per an<strong>da</strong>re… dove? Da soli?È meglio non pensarci, siamo sani,forti, giovani, perché morire? Perchéadesso, magari domani, se proprio nonpossiamo passare l’amaro calice. Domaninon saremo ancora pronti, avremoancora delle cose <strong>da</strong> fare, degli impegni<strong>da</strong> soddisfare, degli appuntamenti chenon potremo disdire, a cui non potremomancare, la morte può aspettare, magaripuò cercare qualcun altro.Vita e morte, grandi misteri, affascinante<strong>il</strong> primo, angosciante <strong>il</strong> secondo;è fantastico pensare alla vita ed è assurdoprendere in considerazione la morte:perché tutto deve finire? Facciamo cosìfatica a vivere, cerchiamo anno dopoanno di migliorare e poi, all’improvviso,arriviamo al capolinea e dobbiamoscendere <strong>da</strong>l treno, la corsa è finita e <strong>il</strong>biglietto è scaduto.Non possiamo neanche prendere levaligie, resteranno sul treno e gli altripasseggeri si divideranno <strong>il</strong> nostro tesoro,ignari del significato di tanti oggetti,le foto, i nostri libri, <strong>il</strong> maglione preferito,<strong>il</strong> quadro di valore, la collana ereditatanel tempo, <strong>da</strong> generazioni…Nudi siamo nati e nudi moriremo,non avevamo nulla alla nascita e nonavremo nulla nel momento della morte,solo ricordi. La vita finisce, inizia la morte:abbiamo conosciuto la vita, sappiamoquantificarla in anni; non conosciamola morte e non sappiamo misurarlase non con <strong>il</strong> dolore dell’abbandono, delvuoto, dello smarrimento che abbiamoprovato quando è morto qualcuno che ciera molto caro.Gesù è morto tre giorni, è l’unica unitàdi misura che possediamo. Forse nel<strong>mondo</strong> dove non esiste <strong>il</strong> tempo, dove ledistanze sono azzerate e l’eterno presenteci avvolge e ci consola morire tre giorniè sufficiente per capire quanto sia dolorosoe insensato stare lontano <strong>da</strong> <strong>Dio</strong>:invocheremo la salvezza, la risurrezione,per scappare <strong>da</strong>l buio, <strong>da</strong>lla solitudine,<strong>da</strong>ll’abbandono e tornare nel giardinoeternamente florido a conversare con<strong>Dio</strong>, con <strong>il</strong> <strong>Figlio</strong>, con lo Spirito Santo ecapiremo che sono una persona sola contre voci, un unico amore con tre carezze.L’anno non finisce, prosegue in quellonuovo, e <strong>il</strong> nuovo anno sarà innestatonel successivo; l’eterno fluire delle cosesi manifesta in una preghiera globale diringraziamento dell’esistenza e di fiduciosoabbandono per quel nuovo annoche ci attende tutti e ci accoglie in ununico abbraccio materno.❑In famigliaIl fluire del tempoe delle cosesi manifestain unapreghiera globaledi ringraziamentoe di fiduciosoabbandono.9


La preghieradelbuon cristianola gioia del síD. Giorgio C<strong>ha</strong>trian, sdbTi adoro, mio <strong>Dio</strong>,ti amo con tutto <strong>il</strong> cuore,ti ringraziodi avermi creato,fatto cristiano...Se qualche beneho compiuto,accettalo.Lau<strong>da</strong>to si’,mi’ Signore,cum tuctele tue creature...10La Parola di <strong>Dio</strong>Salmo 8: Se guardo <strong>il</strong> Tuo cielo, opera delle Tuedita, la luna e le stelle che Tu <strong>ha</strong>i fissate, checosa è l’uomo perché Te ne ricordi e <strong>il</strong> figliodell’uomo perché Te ne curi? Eppure l’<strong>ha</strong>i fattopoco meno degli angeli, di gloria e di onorelo <strong>ha</strong>i coronato: gli <strong>ha</strong>i <strong>da</strong>to potere sulle operedelle Tue mani,Sal 119,117: Gioirò sempre nei tuoi decreti.Col 2,5: Io gioisco a vedere la vostra condottaordinata.2 Cor 9,7: <strong>Dio</strong> ama chi dona con gioia.Di bene se ne fa, ogni giorno e <strong>tanto</strong>.Come quando nel Monastero di clausuracarmelitano di Chiavazza, non lontano<strong>da</strong> Biella, Suor Aurora, la Priora dàl’avvio ad un incontro di preghiera unpo’ speciale che <strong>ha</strong> come tema: Sulle ormedi Elia.Vengono presentati cinque momentidell’esperienza di questo grande profeta:la fuga <strong>da</strong>lla siccità e l’incontro con lavedova di Zarepta, la sfi<strong>da</strong> con i profetidi Baal, <strong>Dio</strong> che gli si rivela nel mormoriodi un vento leggero, <strong>il</strong> dramma di Nabote <strong>il</strong> rapimento di Elia in cielo.Alcuni amici del monastero presentanoi singoli episodi, i ragazzi della Comunitàterapeutica “Casa della Speranza”,per ragazzi che <strong>ha</strong>nno fatto uso disostanze, vicina al monastero, leggono apiù voci del brano biblico correlativo, lemonache condividono con tutti una preghieracomposta <strong>da</strong> loro sull’episodiotrattato e <strong>il</strong> Coro Gospel “Free Spirit”di Chieri, conclude i singoli quadri conuna canzone che attualizza <strong>il</strong> messaggiodi Elia.Un… mix di vissuti ed esperienzeveramente inedito, perché impensato equasi impensab<strong>il</strong>e! Colui che <strong>ha</strong> ripresocon una videocamera l’evento è uscitocon questa osservazione: «Un bel pomeriggio.Allarga <strong>il</strong> cuore. Iniziative comequesta dovrebbero finire sui giornali oessere trasmesse <strong>da</strong>i telegiornali».Naturalmente non è successo nulladi tutto questo e <strong>il</strong> TG, anche di quellasera, <strong>ha</strong> vomitato nelle nostre case unaserie impressionante di orrori, violenze enegatività oppure l’ennesima puntata diuna tragedia successa mesi se non anniprima. Fa notizia solo <strong>il</strong> male, quasi mai<strong>il</strong> bene.Un insegnante di una Scuola Mediasalesiana, aveva una bacheca sotto<strong>il</strong> portico, intitolata BBN, Banca delleBuone Notizie.L’aggiornava periodicamente facendocontroinformazione positiva di fattieccezionali come quel ragazzo che, <strong>da</strong>toche mamma e papà erano al lavoro,con coraggio <strong>ha</strong> sfi<strong>da</strong>to <strong>il</strong> fuoco di unincendio che stava distruggendo la casa,si è caricato <strong>il</strong> fratellino sulle spalle e,scendendo le scale “a memoria”, perchéormai invase <strong>da</strong>l fumo, lo <strong>ha</strong> portato insalvo.Riportava sulla bacheca anche notizieminute, quotidiane: una mamma chetutte le mattine chiama <strong>suo</strong> figlio e gliprepara la colazione prima di an<strong>da</strong>re ascuola; una famiglia che tiene in casa lanonna non più del tutto autosufficienteinvece di scaricarla in un ospizio; unnonno che sa apprezzare le cose belle chevivono figli e nipoti senza dire continuamente:“Ai miei tempi!”Un giovane che si prepara al futuroalternando studio ai momenti di lavoro,anche per non pesare del tutto sui genitori.Quanto è diffic<strong>il</strong>e vedere la bottigliamezza piena, o ricor<strong>da</strong>rsi che se si vedonole nubi è perché sopra di loro c’è<strong>il</strong> sole! Fa sempre più rumore un alberoche cade piuttosto che tutta la forestache cresce!Ma perché dobbiamo lasciare la scenaai profeti di sventura o ai pessimistiche sottolineano sempre gli errori e glisbagli di chi incontrano? Sono così abituatia “pensare negativo” che, alla fine,si convincono loro e quasi quasi convinconoanche noi che <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> è un grumodi negatività dove tutto precipita in unauniversale infelicità.Un campione di questo modo dipensare è <strong>il</strong> Leopardi, come quando nelCanto notturno di un pastore errante perl’Asia, conclude la celebre poesia rivolgendosial <strong>suo</strong> gregge e alla luna:


Forse s’avess’io l’ale (…)più felice sarei, dolce mia greggia,più felice sarei, candi<strong>da</strong> luna...È funesto a chi nasce <strong>il</strong> dì natale.A ben guar<strong>da</strong>re la Parola di <strong>Dio</strong> riportadi frequente i termini felice, felicità,gioia, <strong>il</strong> verbo gioire in tutte le suedeclinazioni!Non solo Jovanotti “pensa positivo”,come recita la sua nota canzone, ma anche<strong>il</strong> Buon <strong>Dio</strong>. Anzi noi dobbiamo essereottimisti proprio perché <strong>Dio</strong> ci <strong>ha</strong>messo le ali che ci fanno volare nel cieloblu della vita verso la felicità senza.Sembra un sogno a occhi aperti…Invece ciascuno di noi scopre di averele ali quando prende coscienza che <strong>Dio</strong>con l’Incarnazione, la Passione, Morte eRisurrezione di Suo <strong>Figlio</strong> Gesù Cristoama così <strong>tanto</strong> <strong>da</strong> non chiamarci più servima amici. <strong>Dio</strong> è amore e tutto quelloche fa gli viene… bene perché <strong>da</strong>ll’amorevero – e quello di <strong>Dio</strong> è limpido e totale,– può venire solo <strong>il</strong> bene.Pensiamo solo alla creazione quandodiciamo, con Francesco:Lau<strong>da</strong>to si’ mi’ Signorecum tucte le tue creature…Bellissimo anche <strong>il</strong> Salmo 8: «Seguardo <strong>il</strong> Tuo cielo, opera delle Tue dita,la luna e le stelle che Tu <strong>ha</strong>i fissate, checosa è l’uomo perché Te ne ricordi e <strong>il</strong> figliodell’uomo perché Te ne curi?»Forse pensiamo anche noi che <strong>il</strong><strong>mondo</strong>, questo oscuro granel di sabbia, <strong>il</strong>qual di terra <strong>ha</strong> nome, sempre usando leparole di Leopardi (La Ginestra) sia nulladi nulla. Invece no: è stato consegnatoall’uomo e alla donna che devono popolarlo,mantenerlo bello, anzi renderloancora migliore, assieme a tanti fratellie sorelle che camminano felici con loro.Questo è <strong>il</strong> bene che in <strong>Dio</strong> <strong>ha</strong> la sua sorgentee che, nonostante la guerra spietatache gli fa <strong>il</strong> male, non verrà mai menoe lascerà sempre a tutti <strong>il</strong> sorriso sullelabbra e la pace nel cuore.Profezia di questo sogno è la Chiesaradunata per offrire al Padre, con laforza dello Spirito Santo, <strong>il</strong> sacrificio d<strong>il</strong>ode del Cristo che rende nuova la vita ditutti i credenti che, piano piano, contageràanche <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> intero.Il bene non fa rumore, come l’alberoche cresce. È contagioso anche se lavorasui tempi lunghi e non fa mai <strong>il</strong> botto come<strong>il</strong> male.Pensiamo all’abisso che c’è fra <strong>il</strong> sussurraredei giorni di fedeltà in una vitaa due nel matrimonio e <strong>il</strong> fragore devastantedi un solo adulterio.Il bene va fatto bene: a volte rischiamodi vanificare <strong>il</strong> bene compiuto perchécondito di superbia, di approssimazioneo di vanità. Il bene va fatto perché è benee stop. Una mamma ripeteva sempre ai<strong>suo</strong>i figli: «Il bene non si fa perché qualcunolo sappia, ma perchè qualcuno <strong>ha</strong>bisogno». Questa è una preziosa ereditàche loro tengono stretta nei cuori, orache la mamma non c’è più.È bello sapere che noi, ciascuno dinoi, possiamo entrare in questo circuitodi bene che bisogna imparare a scoprirenelle pieghe della quotidianità e su tuttele strade del <strong>mondo</strong>. Proprio per questooccorre essere protagonisti in primapersona, <strong>da</strong> quando squ<strong>il</strong>la la sveglia almattino fino al momento in cui ci addormentiamodopo aver ringraziato, col Tiadoro proprio per <strong>il</strong> bene compiuto durantela giornata.La preghiera <strong>ha</strong> però due sottolineature:«se qualche bene»: fosse vero poterriempire tutta la giornata seminando solobene! Purtroppo a volte le ore passanogrigie e lente senza un raggio di sole chevenga a scal<strong>da</strong>rle. La preghiera ci mettein bocca solo l’ipotesi di aver compiuto<strong>il</strong> bene (se…) perché a volte (spesso) larealtà è ben diversa.Ma con l’aiuto di <strong>Dio</strong> che abbiamoinvocato al mattino («Ti offro le azionidi questa giornata, fa’ che siano tutte secondola tua santa volontà») possiamofarcela e riusciremo a seminare anchenoi <strong>il</strong> bene che alla sera – ecco la secon<strong>da</strong>sottolineatura – offriamo a <strong>Dio</strong> restituendogli,in un certo senso, <strong>il</strong> donoche ci fatto creandoci a sua immagine esomiglianza.Non grumi di male, ma cellule vive<strong>da</strong> cui fiorisce un <strong>mondo</strong> di bene. Nonsmetteremo mai di ringraziare per questoregalo.La Preghiera diventa VitaMi sforzerò ogni giorno di fare bene<strong>il</strong> bene, sapendo che non fa rumoreed è contagioso perché lavora sui temp<strong>il</strong>unghi. Proprio per questo lo condirò dipazienza.❑La preghieradelbuon cristianoIl benenon si fa perchéqualcuno lo sappia,ma perchéqualcuno <strong>ha</strong> bisogno11


a Gesù Bambinodi Umberto SabaLa notte è scesae br<strong>il</strong>la la cometache <strong>ha</strong> segnato <strong>il</strong> cammino.Sono <strong>da</strong>vanti a te,Santo Bambino!Tu, Re dell’universo,ci <strong>ha</strong>i insegnatoche tutte le creaturesono uguali,che le distingue solo la bontà,tesoro immenso,<strong>da</strong>to al povero e al ricco.Gesù, fa’ ch’io sia buono,che in cuorenon abbia che dolcezza.Fa’ che <strong>il</strong> tuo donos’accresca in me ogni giornoe intorno lo diffon<strong>da</strong>,nel Tuo nome.


EmergenzaeducativaDIRITTI DI NataleS<strong>il</strong>via FalcioneSembra che a Gesù eai <strong>suo</strong>i genitorii principali dirittisiano stati negati.14Dalla Convenzione dei Diritti del Bambino(semplificata).Art. 3 Tutti quelli che coman<strong>da</strong>no devonoproteggere <strong>il</strong> bambino e assicurargli le cure necessarieper <strong>il</strong> <strong>suo</strong> benessere.Art. 7 Quando nasce un bambino <strong>ha</strong> dirittoa un nome, ad essere registrato e ad avere l’affettodei genitori.Art. 8 Il bambino <strong>ha</strong> diritto alla propriaidentità, alla propria nazionalità, e a rimaneresempre in relazione alla sua famiglia.Art. 25 Ogni bambino <strong>ha</strong> diritto a viverebene. La famiglia <strong>ha</strong> la responsab<strong>il</strong>ità di nutrirlo,vestirlo, <strong>da</strong>rgli una casa, e gli Stati devonoaiutare le famiglie in questo compito se ne <strong>ha</strong>nnobisogno.Siamo vicini al Natale e tutti ci confronteremocon <strong>il</strong> racconto della nascitadi Gesù, <strong>il</strong> censimento, la ricerca di unastanza in albergo che viene negata e lasua nascita in una stalla nelle condizionipiù misere. Poi la persecuzione di Erodee <strong>il</strong> rifugiarsi in un paese straniero.Sembra proprio che a Gesù e ai <strong>suo</strong>igenitori, i principali diritti siano statinegati. È come se <strong>il</strong> <strong>Figlio</strong> di <strong>Dio</strong> avessevoluto provare sin <strong>da</strong>lla nascita la precarietàdella condizione umana per lasciarciun’indicazione su ciò che noi umanitàdobbiamo correggere nelle nostre società.Oggi nel <strong>mondo</strong> le situazioni infant<strong>il</strong>isim<strong>il</strong>i a quella vissuta in prima persona<strong>da</strong> Gesù sono ancora troppe. Troppibambini in molti paesi del <strong>mondo</strong>, queipaesi che sono ancora in pre<strong>da</strong> al sottosv<strong>il</strong>uppo,ma anche paesi con un PILassai rispettab<strong>il</strong>e come <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e, sonocostretti a vivere per stra<strong>da</strong>.Le stime variano a secon<strong>da</strong> dei parametriconsiderati e dei paesi di riferimento,ma una stima globale parla di 100-150 m<strong>il</strong>ioni di bambini che vivono solinelle strade del <strong>mondo</strong>, <strong>da</strong>ll’est Europa,all’Africa, all’Asia, all’America Latina.I bambini di stra<strong>da</strong>, i ragazzi di stra<strong>da</strong>sono bambini in grave stato di abbandono,la cui vita si svolge al di fuori dellafamiglia e di qualsiasi comunità o strutturaa<strong>da</strong>tta ad accudirli. Vengono cosìchiamati in quanto la loro vita si svolgepraticamente sulla stra<strong>da</strong>.Le ragioni per le quali i bambini abbandonanole loro case sono molteplici,come la povertà estrema, acuti conflittifam<strong>il</strong>iari, abusi e maltrattamenti, oppurela dipendenza dei genitori <strong>da</strong>ll’alcool e<strong>da</strong> sostanze stupefacenti.I fattori che li attraggono verso lastra<strong>da</strong> sono la percezione di relativa libertànelle strade, e un modo miglioreper provvedere a se stessi. In breve, <strong>il</strong>bambino sente di avere migliori opportunitàper la stra<strong>da</strong> che in casa.Un caso emblematico è quello delBras<strong>il</strong>e dove è appunto stato coniato <strong>il</strong>termine «meninos de rua», che traduciamoin «bambini di stra<strong>da</strong>».Almeno sette m<strong>il</strong>ioni di bambini eadolescenti vivono abbandonati per lestrade delle principali città bras<strong>il</strong>iane ein media quattro di essi sono assassinatiogni giorno <strong>da</strong> gruppi di sterminio o<strong>da</strong>lla polizia. Lo sostiene Mario Volpi,presidente del Movimento bras<strong>il</strong>iano dei«meninos de rua».In questa realtà la famiglia non cela fa, è distrutta <strong>da</strong>lla vita. Infatti, dietroun bambino abbandonato, c’è unafamiglia abbandonata e una società chel’abbandona.


EmergenzaeducativaSi calcola che siano due m<strong>il</strong>ioni i minoriche si prostituiscono. Un bambinofinisce a vivere nella stra<strong>da</strong> perché persopravvivere deve lavorare; si accontentadi fare qualsiasi lavoro o altrimenti ricorreal furto, alla prostituzione, alle rapine,alla droga. Il <strong>suo</strong> comportamentodiviene antisociale, risentito, diffidente.La società si difende spesso eliminandolo:<strong>il</strong> piccolo delinquente di oggisarà <strong>il</strong> grande delinquente di domani. I«ragazzi della stra<strong>da</strong>» diventano così unproblema che va risolto. Solo negli ultimi5 anni, secondo i <strong>da</strong>ti della CommissioneParlamentare di in<strong>da</strong>gine sulla violenzacontro i minori, sono stati 16.414i «ragazzi di stra<strong>da</strong>» assassinati <strong>da</strong>glisquadroni della morte.Un altro problema urgente oggi sulpianeta Terra è anch’esso presente nellavita del piccolo Gesù: sono le massedi persone che fuggono <strong>da</strong>l loro paese e<strong>da</strong>lle loro case per mettersi al sicuro <strong>da</strong>un pericolo.In base all’articolo n.1 della ConvenzioneInternazionale per i Rifugiati del1951, viene riconosciuto come rifugiato«colui che, temendo a ragione di essereperseguitato per motivi di razza, religione,nazionalità, appartenenza a undeterminato gruppo sociale o per le sueopinioni politiche, si trovi fuori del paesedi cui è cittadino e non possa o non voglia,a causa di questo timore, avvalersidella protezione di questo; oppure coluiche, non avendo una cittadinanza e trovandosifuori del paese in cui aveva la residenzaabituale, non possa o non vogliatornarvi per <strong>il</strong> timore di cui sopra».Tra queste persone moltissimi sono ibambini, spesso orfani, perché la guerra<strong>ha</strong> portato loro via le famiglie o semplicementele <strong>ha</strong> separate <strong>da</strong> loro.Nel <strong>suo</strong> ultimo libro Bambini perduti(Sperling e Kupfer 2010), l’antropologotorinese Alberto Salza racconta tantestorie di bambini tra cui quella dei bambiniperduti del Su<strong>da</strong>n. In Su<strong>da</strong>n, tra <strong>il</strong>1990 e <strong>il</strong> 2000, nel momento più ferocedella guerra tra Nord e Sud Su<strong>da</strong>n, oltreventim<strong>il</strong>a bambini che avevano perduto igenitori, si incolonnarono e cominciaronoun lunghissimo viaggio a piedi, che liportò per migliaia di ch<strong>il</strong>ometri attraverso<strong>il</strong> deserto, a raggiungere prima l’Etiopia,poi l’Ugan<strong>da</strong> e infine <strong>il</strong> Kenya. Quivennero ammassati per anni nel campoprofughi di Kakuma, uno dei più grandial <strong>mondo</strong>, dove all’epoca era presenteanche <strong>il</strong> VIS. Che fine avranno fatto queibambini?Nascere in un luogo o in un altro nonè un merito.Poter vivere dignitosamente in qualsias<strong>il</strong>uogo è un diritto.Se i bambini non possono vivere la loroinfanzia questo è un crimine.I bambini alzano gli occhi e ti sorridono,i bambini piangono, i bambini giocano.Molti bambini non sorridono, nonpiangono, non giocano.Muoiono mentre gli adulti non sanno<strong>da</strong>re loro risposta alla doman<strong>da</strong>: «Perchésono nato?»Buon Natale!Il <strong>Figlio</strong> di <strong>Dio</strong><strong>ha</strong> voluto provaresin <strong>da</strong>lla nascita laprecarietàdella condizioneumana.A noi lasciaun’indicazionesu ciò che dobbiamocorreggerenella nostra società.15


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:Memoriedell’Oratorioa cura di<strong>Don</strong> Em<strong>il</strong>io Zeni«Scrivo anzituttoper i miei carissimifigli Salesiani».Non con le percossemacon la mansuetudinee la caritàdovrai gua<strong>da</strong>gnarequesti tuoi amici.Giovannino giocoliere(di Nino Musìo).16DONBOSCOsiraccontaIl primo sogno❷A quell’età ho fatto un sogno, che mi rimaseprofon<strong>da</strong>mente impresso nella menteper tutta la vita. Nel sonno mi parve diessere vicino a casa in un cort<strong>il</strong>e assai spazioso,dove stava raccolta una moltitudinedi fanciulli, che si trastullavano. Alcuniridevano, altri giuocavano, non pochi bestemmiavano.All’udire quelle bestemmiemi sono subito lanciato in mezzo di loroadoperando pugni e parole per farli tacere.In quel momento apparve un uomo venerando,in vir<strong>il</strong>e età, nob<strong>il</strong>mente vestito.Un manto gli copriva tutta la persona; mala sua faccia era così luminosa, che io nonpoteva rimirarlo. Egli mi chiamò per nomee mi ordinò di pormi alla testa di que’ fanciulliaggiungendo queste parole:«Non con le percosse ma con la mansuetudinee con la carità dovrai gua<strong>da</strong>gnare questituoi amici. Mettiti adunque immediatamentea fare loro un’istruzione sulla bruttezzadel peccato e sulla preziosità della virtù».Confuso e spaventato soggiunsi che ioera un povero ed ignorante fanciullo incapacedi parlare di religione a que’ giovanetti.In quel momento que’ ragazzi, cessando<strong>da</strong>lle risse, <strong>da</strong>gli schiamazzi e <strong>da</strong>lle bestemmie,si raccolsero tutti intorno a Colui, cheparlava.Quasi senza sapere che mi dicessi, «Chisiete voi, soggiunsi, che mi coman<strong>da</strong>tecosa impossib<strong>il</strong>e?»...– Io sono <strong>il</strong> figlio di Colei, che tua madreti ammaestrò di salutar tre volte algiorno.– Mia madre mi dice di non associarmicon quelli che non conosco, senza <strong>suo</strong> permesso;perciò ditemi <strong>il</strong> vostro nome.– Il mio nome diman<strong>da</strong>lo a mia madre.In quel momento vidi accanto di luiuna donna di maestoso aspetto, vestita diun manto, che risplendeva <strong>da</strong> tutte parti...Scorgendomi ognor più confuso, miaccennò di avvicinarmi a lei che, presomicon bontà per mano, «Guar<strong>da</strong>», mi disse.Guar<strong>da</strong>ndo mi accorsi che quei fanciullierano tutti fuggiti, ed in loro vece vidi unamoltitudine di capretti, di cani, di gatti,orsi e di parecchi altri animali.«Ecco <strong>il</strong> tuo campo, ecco dove devi lavorare.Renditi um<strong>il</strong>e, forte, robusto; e ciò chein questo momento vedi succedere di questianimali, tu dovrai farlo pei figli miei».Volsi allora lo sguardo ed ecco invecedi animali feroci apparvero altrettantimansueti agnelli...A quel punto, sempre nel sonno, mimisi a piangere... Allora ella mi pose lamano sul capo dicendomi:«A <strong>suo</strong> tempo tutto comprenderai!»Ciò detto un rumore mi svegliò, eogni cosa disparve. Io rimasi sbalordito.Sembravami di avere le mani che facesseromale pei pugni che aveva <strong>da</strong>to... di poi quelpersonaggio, quella donna, le cose dettee le cose udite mi occuparono talmentela mente, che per quella notte non mi fupossib<strong>il</strong>e prendere sonno. Al mattino hotosto con premura raccontato quel sognoprima a’ miei fratelli, che si misero a ridere,poi a mia madre ed alla nonna. Il fratelloGiuseppe diceva:«Tu diventerai guardiano di capre, dipecore o di altri animali».Mia madre:«Chi sa che non abbi a diventar prete».Antonio con secco accento:«Forse sarai capo di briganti».Ma la nonna diede sentenza definitivadicendo:«Non bisogna ba<strong>da</strong>re ai sogni».Io ero del parere della nonna, tuttavianon mi fu mai possib<strong>il</strong>e togliermi quel sogno<strong>da</strong>lla mente…Io ho sempre taciuto ogni cosa; i mieiparenti non ne fecero caso.Il sogno dei nove anni (Luigi Zonta).


Ma quando, nel 1858, an<strong>da</strong>i a Romaper trattar col Papa della CongregazioneSalesiana, egli si fece minutamente raccontaretutte le cose che avessero anche soloapparenza di soprannaturale. Raccontaiallora per la prima volta <strong>il</strong> sogno fatto inetà di nove in dieci anni.Il Papa mi comandò di scriverlo nel <strong>suo</strong>senso letterale, minuto e lasciarlo per incoraggiamentoai figli della Congregazione...Il primo “oratorio”Voi mi avete più volte diman<strong>da</strong>to aquale età abbia cominciato ad occuparmidei fanciulli. Ascoltate.Era ancora piccolino assai e studiavagià <strong>il</strong> carattere dei compagni miei...Essi mi amavano assai, affinché in casodi rissa prendessi di loro difesa… a segnoche nascendo quistioni o risse io divenivaarbitro dei...Ma ciò che li raccoglieva intorno a me,e li allettava fino alla follia, erano i raccontiche loro faceva. Gli esempi uditi nelleprediche o nei catechismi; la lettura deiReali di Francia, del Guerino Meschino, diBertoldo, Bertoldino, mi somministravanomolta materia. Appena i miei compagni mivedevano, correvano affollati... A costorosi aggiunsero parecchi adulti…Nelle stagioni invernali poi tutti mivolevano nella stalla per farsi raccontarequalche storiella. Colà raccoglievasi gentedi ogni età e condizione, e tutti godevano dipoter passare la serata ascoltando immob<strong>il</strong>i<strong>il</strong> lettore dei Reali di Francia, che <strong>il</strong> poverooratore esponeva ritto sopra una panca...Siccome però dicevasi che venivanoad ascoltare la predica, così prima e dopoi miei racconti facevamo tutti <strong>il</strong> segno dellasanta croce colla recita dell’Ave Maria.Nella bella stagione, specialmente ne’giorni festivi, si radunavano quelli del vicinatoe non pochi forestieri. Qui la cosaprendeva aspetto assai più serio. Io <strong>da</strong>vaa tutti un trattenimento con alcuni giuocarelliche io stesso aveva <strong>da</strong> altri imparato.Spesso sui mercati e sulle fiere vi eranociarlatani e saltimbanchi, che io an<strong>da</strong>va avedere, osservando attentamente ogni piùpiccola loro prodezza; me ne an<strong>da</strong>va di poia casa e mi esercitava fino a <strong>tanto</strong> che avessiimparato a fare altret<strong>tanto</strong>.Immaginatevi le scosse, gli urti, gli stramazzoni,i capitomboli cui ad ogni momentoan<strong>da</strong>va soggetto...Ai Becchi avvi un prato, dove alloraesistevano diverse piante, di cui tuttorasussiste un pero martinello. A questo alberoattaccava una fune, che an<strong>da</strong>va a ranno<strong>da</strong>rsiad un altro a qualche distanza, di poiun tavolino colla bisaccia; indi un tappetoa terra per farvi sopra i salti.Quando ogni cosa era preparata edognuno stava ansioso di ammirare novità,allora li invitava tutti a recitare la terza partedel Rosario, dopo cui si cantava una lodesacra... faceva la predica, o meglio ripetevaquanto mi ricor<strong>da</strong>va della spiegazionedel vangelo udita al mattino in chiesa...Poi si <strong>da</strong>va principio ai trattenimenti.In quel momento voi avreste veduto l’oratoredivenire un ciarlatano di professione.Fare la rondinella, <strong>il</strong> salto mortale, camminaresulle mani col corpo in alto; poicingermi la bisaccia, mangiare gli scudi(ndr. le monete) per an<strong>da</strong>rli a ripigliaresulla punta del naso dell’uno o dell’altro;poi moltiplicare le uova, cangiare l’acquain vino...Sulla cor<strong>da</strong> poi camminava come perun sentiero; saltava, <strong>da</strong>nzava, mi appendevaora per un piede, ora per due...Quando io era ben stanco, cessava ognitrastullo, facevasi breve preghiera ed ognunose ne an<strong>da</strong>va pe’ fatti <strong>suo</strong>i.Da queste radunanze erano esclusi tuttiquelli che avessero bestemmiato, fattocattivi discorsi, o avessero rifiutato di prendereparte alle pratiche religiose.Qui voi mi farete una diman<strong>da</strong>: peran<strong>da</strong>re alle fiere, provvedere quanto occorrevaerano necessari i <strong>da</strong>nari, e questidove si prendevano? A questo io potevaprovvedere in più modi… le piccole mance,i regali... Di più io era peritissimo aduccellare... praticissimo delle nidiate... Iosapeva venderli assai bene. I funghi, l’erbatintoria, erano per me sorgente di <strong>da</strong>naro.Voi qui mi dimanderete: e la madre miaera contenta che spendessi <strong>il</strong> tempo a fare<strong>il</strong> ciarlatano? Vi dirò che mia madre mi volevamolto bene; e io le aveva confidenza<strong>il</strong>limitata, e senza <strong>il</strong> <strong>suo</strong> consenso non avreimosso un piede. Ella sapeva tutto, osservavatutto e mi lasciava fare…❑<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:Memoriedell’OratorioRenditi um<strong>il</strong>e,forte, robusto...A <strong>suo</strong> tempotutto comprenderai.Giovannino narratore(di Nino Musìo).Mia madremi voleva molto bene,io avevoconfidenza <strong>il</strong>limitata...Ella sapeva tutto,tutto osservavae mi lasciava fare.17


La catechesiBNnell’OratorioBuona Notte«<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> accoglieva tanti ragazzi, ma mi disse più volte:“Di molti sono sicuro che non riusciranno fare moltecose; ma non stessero che un mese, una settimana in casae non potessero in questo tempo che studiare le cose principalidel catechismo, non potessero che mettersi una voltal’anima in grazia in <strong>Dio</strong>, noi avremmo già fatto grandecosa”.Un giorno, un giovanetto di quattordici anni fu condotto<strong>da</strong> me in chiesa. Il primo giorno che fu ricoverato <strong>da</strong><strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, mi domandò che fosse quella cosa, e mi indicòl’altare. Interrogato, mi disse: “Mi pare che <strong>da</strong> bambinomi abbiano condotto qualche volta in chiesa, ma nonmi ricordo d’aver veduto quella cosa”. E mi confessò chenon era mai più stato in chiesa. Eppure era di famiglia cattolica,e <strong>suo</strong> padre era un professore conosciutissimo inTorino. Quando raccontai questa cosa a <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, miespresse questo pensiero: “Uno scopo principale che mispinse ad aprire l’Oratorio fu questo: tanti poveri giovanidisprezzano la religione perché non ne conoscono niente.Ciò che avvenne a costui, posso assicurarti che avvennenell’Oratorio a centinaia di altri. Occupiamoci, occupiamocidei giovanetti, inst<strong>il</strong>liamo i principi della fede, e <strong>il</strong> Signorefarà <strong>il</strong> resto”».(<strong>Don</strong> Giulio Barberis)Claudio RussoA lato la copertina del volumeche raccoglie le “Buone notti”.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> aveva capito che l’ost<strong>il</strong>ità nei confronti della religione nasce<strong>da</strong>ll’ignoranza. Aveva visto che anche i non credenti accolgono lareligione se è predicata con “franchezza e chiarezza”.Buona notte!


45 ªpaceGIORNATA MONDIALE DELLAIl Santo Padre Benedetto XVI <strong>ha</strong>scelto <strong>il</strong> seguente tema per la celebrazionedella 45ª Giornata Mondiale dellaPace del prossimo 1° gennaio 2012:«Educare i giovani alla giustizia e allapace». Il tema entra nel vivo di una questioneurgente nel <strong>mondo</strong> di oggi: ascoltaree valorizzare le nuove generazioninella realizzazione del bene comune enell’affermazione di un ordine socialegiusto e pacifico dove possano esserepienamente espressi e realizzati i diritti ele libertà fon<strong>da</strong>mentali dell’uomo.Risulta quindi un dovere delle presentigenerazioni di porre quelle futurenelle condizioni di esprimere in manieralibera e responsab<strong>il</strong>e l’urgenza per un«<strong>mondo</strong> nuovo». La Chiesa accoglie igiovani e le loro istanze come <strong>il</strong> segnodi una sempre promettente primaveraed indica loro Gesù come modello diamore che rende «nuove tutte le cose»(Ap 21,5).I responsab<strong>il</strong>i della cosa pubblicasono chiamati ad operare affinché istituzioni,leggi e ambienti di vita sianopervasi <strong>da</strong> umanesimo trascendente cheoffra alle nuove generazioni opportunitàdi piena realizzazione e lavoro percostruire la civ<strong>il</strong>tà dell’amore fraternocoerente alle più profonde esigenze diverità, di libertà, di amore e di giustiziadell’uomo.Di qui, allora, la dimensione profeticadel tema scelto <strong>da</strong>l Santo Padre, che siinserisce nel solco della «pe<strong>da</strong>gogia dellapace» tracciato <strong>da</strong> Giovanni Paolo II nel1985: La pace ed i giovani camminano insieme»,nel 1979: «Per giungere alla pace,educare alla pace» e nel 2004: «Un impegnosempre attuale: educare alla pace».I giovani dovranno essere operatoridi giustizia e di pace in un <strong>mondo</strong> complessoe globalizzato. Ciò rende necessariauna nuova «alleanza pe<strong>da</strong>gogica»di tutti i soggetti responsab<strong>il</strong>i. Il temapreannuncia una preziosa tappa delMagistero proposto <strong>da</strong> Benedetto XVInei Messaggi per la celebrazione dellaGiornata Mondiale della Pace, iniziatonel segno della verità: 2006: «Nella veritàla pace», proseguito con le riflessionisulla dignità dell’uomo: 2007: «Personaumana, cuore della pace», sulla famigliaumana: 2008: «Famiglia umana, comunitàdi pace», sulla povertà: 2009: «Combattetela povertà, costruire la pace»,sulla custodia del creato: 2010: «Se vuoicoltivare la pace, custodisci <strong>il</strong> creato» esulla libertà religiosa: 2011: «Libertàreligiosa, via per la pace», e che ora sirivolge alle menti e ai cuori pulsanti deigiovani: «Educare i giovani alla giustiziae alla pace».(Comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace)


Cronaca22Cooperatori Salesiani della Corea.In<strong>tanto</strong> i fedeli e i pellegrini che oggisono entrati nella Bas<strong>il</strong>ica superiore <strong>ha</strong>nnotrovato la statua del grande Cristo Risortoingabbiata <strong>da</strong>i ponteggi che sono statimontati per i lavori di pulizia e manutenzionea cura dello scultore Corrado Piazzae dei <strong>suo</strong>i aiutanti.Martedì 25. Giunge un piccolo gruppodi ragazzi <strong>da</strong> Valdocco con <strong>Don</strong> ClaudioGhione. Hanno la Santa Messa nel Santuariettodi Maria Aus<strong>il</strong>iatrice. Abbiamopoi <strong>il</strong> pellegrinaggio di 120 ragazzi<strong>da</strong>ll’Istituto Salesiano di via Copernico diM<strong>il</strong>ano con <strong>Don</strong> Raffaele Galli; nel pomeriggioun gruppo di adulti giunge <strong>da</strong> Melazzo(AL) che partecipa alla Santa Messadelle ore 17.Giovedì 27. Alla Casa dei Giovani pernottano75 allievi della scuola salesiana diPordenone con <strong>Don</strong> Marco.Venerdì 28. Approfittando del ponte deiSanti, diversi gruppi pernottano al <strong>Colle</strong>per un momento di riflessione: in Istitutosono ospitati missionari provenienti <strong>da</strong>tutto <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> per un corso di formazionegui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong> <strong>Don</strong> Pacide Calavà; alla CasaMazzarello è presente un gruppo di volontaricon <strong>Don</strong> Obermüller; in Istituto 110ragazzi di Bresso (MI) con <strong>Don</strong> Roberto.Sabato 29 e Domenica 30. Visita conmolta devozione <strong>il</strong> gruppo di Missionari diGesù, e si reca poi al Santuarietto per larecita del Rosario.Altro gruppo presente è quello di Gozzano(NO) ed un gruppo di oratoriani <strong>da</strong>Valdocco con <strong>Don</strong> Gianni Moriondo.Lunedì 31. Il nostro don Egidio gui<strong>da</strong>un gruppo di ragazzi di 1ª e 2ª Media <strong>da</strong>Brescia; <strong>Don</strong> Trotta gui<strong>da</strong> nella visita ungruppo di Cusago M<strong>il</strong>anino; un gruppo d<strong>il</strong>iceisti <strong>da</strong> M<strong>il</strong>ano sono gui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong>l loro sacerdote<strong>Don</strong> Galbusera.NOVEMBREMartedì 1. Abbastanza frequentate leSante Messe di orario. Molti si accostanoal Sacramento della Penitenza in vista anchedell’Indulgenza per i defunti. La SantaMessa delle ore 11 è animata <strong>da</strong>lla Coraledella Bas<strong>il</strong>ica.Giovedì 3. Da oggi sino al 5 pernotta allaCasa dei Giovani un gruppo di ragazzi<strong>da</strong> Este con <strong>Don</strong> David.Il tempo si fa piovoso, persisterà talesino a martedì, creando non poche difficoltàsoprattutto in Liguria e Toscana coninon<strong>da</strong>zioni di fiumi e torrenti, ed anchepurtroppo con alcune vittime. Siamo vicinia questi nostri fratelli in difficoltà con lapreghiera e con l’aiuto concreto possib<strong>il</strong>e.Giovedì 6. Giornata di convegno per laColdiretti del Piemonte, si radunano nelsalone San Domenico Savio <strong>da</strong>lle 9,30 alle13. Nel pomeriggio ritiro di preparazioneimmediata alla Cresima dei ragazzi di Poirinocon <strong>il</strong> loro parroco, <strong>Don</strong> Ottavio. 150ragazzi delle scuole medie di Treviglio (BS)visitano per conto loro tutto <strong>il</strong> <strong>Colle</strong>.Venerdì 11. Oggi giornata di ritiro peruna quarantina di ragazzi della scuola mediadi Ivrea; è con loro <strong>il</strong> Direttore <strong>Don</strong>Eligio Caprioglio e <strong>il</strong> Preside <strong>Don</strong> DantePietrobon.Sabato 12. Pernottano nell’Istituto enella Casa dei Giovani i ragazzi del SavioClub di 1ª e 2ª Media della nostra Ispettoriadel Piemonte.Domenica 13. I ragazzi del Savio Club<strong>ha</strong>nno un momento di preghiera in mattinatae la Santa Messa nel pomeriggio nellaBas<strong>il</strong>ica superiore. I genitori della ScuolaMedia di To-Valdocco, dopo aver visitatola cantina sociale di Castelnuovo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>giungono al <strong>Colle</strong> dove sono gui<strong>da</strong>ti<strong>da</strong>l loro Direttore <strong>Don</strong> Enzo Baccini, visitano<strong>il</strong> tutto; nel pomeriggio, dopo <strong>il</strong> pranzoconsumato al Ristoro Mamma Margherita,alle 15,30 <strong>ha</strong>nno la Santa Messanella Bas<strong>il</strong>ica inferiore. Alla Santa Messadelle ore 11 partecipa un gruppo di scoutdi Grugliasco.Lunedì 14. Da oggi sino al 16 si alternanoalcuni gruppi di liceisti di Novara con<strong>il</strong> direttore <strong>Don</strong> Piermario Mainetti e con<strong>Don</strong> Frigerio.Giovedì 17. Giungono pellegrini <strong>da</strong>Alessandria, un gruppo di commerciantipensionati, vengono gui<strong>da</strong>ti nella visita <strong>da</strong><strong>Don</strong> Egidio Deiana.Venerdì 18. Giungono oggi dei piccolipellegrini della Scuola Materna G. Goriadi V<strong>il</strong>lafranca d’Asti che, gui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong>lladirettrice, Suor Alma Serra e <strong>da</strong>lle loromaestre, visitano con <strong>tanto</strong> interesse edentusiasmo tutto <strong>il</strong> <strong>Colle</strong>. Sono molto ben


organizzati in piccoli gruppi, ed è un veropiacere vederli girare e poi soffermarsia pregare con l’innocenza tipica di questipiccini.Sabato 19. Accogliamo oggi di primamattinata <strong>il</strong> gruppo <strong>Don</strong>ne italiane volontarieassociate di Torino. In istituto pernottanoi Savio Club di 3° Media del Piemonte.Domenica 20. Solennità di Cristo Redell’Universo. In questa ultima domenicadell’anno liturgico, caratterizzata anche<strong>da</strong> una buona temperatura e <strong>da</strong> un bel sole,raggiungono la Bas<strong>il</strong>ica di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:l’Oratorio San Giovanni <strong>Bosco</strong> di Bienatedi Magnago (MI) con <strong>Don</strong> Lamberto Leva;la parrocchia Nostra Signora di Lourdesdi Asti con <strong>Don</strong> Italo Francalanci; <strong>il</strong>gruppo di adulti della zona del Cremascoche vengono gui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong> Beppe Ruaro. LaSanta Messa delle ore 11 viene animata<strong>da</strong>lla Corale della Bas<strong>il</strong>ica, mentre quelladelle ore 16 viene animata <strong>da</strong>lla Corale diMoriondo e V<strong>il</strong>lanova d’Asti.Lunedì 22. Memoria liturgica di SantaCec<strong>il</strong>ia Patrona della musica, molto veneratanelle case salesiane. Pernottano allaCasa dei Giovani gli allievi della scuolasuperiore delle Figlie di Maria Aus<strong>il</strong>iatricedi M<strong>il</strong>ano.Venerdì 25. Anniversario della mortedella Venerab<strong>il</strong>e Mamma Margherita; inquesto giorno secondo ciò che è prescritto<strong>da</strong>lle Costituzioni Salesiane facciamo unparticolare ricordo di suffragio per tutti igenitori defunti dei Salesiani.Alle ore 17, a Capriglio, paese natale diMamma Margherita, è stata celebrata unaSanta Messa ricor<strong>da</strong>ndo questa figura dimamma eccezionale.Giornata del Ringraziamentoper i frutti della terra.Dopo le Messe pomeridianecal<strong>da</strong>rroste per tutti.CronacaPierino e la minestra“Mamma – chiede Pierino – è pronta la minestra?Ho una gran fame…”.“Devi aspettare tesoro: è a metà cottura”.“E tu <strong>da</strong>mmi la metà già cotta...!”Uccellini informaticiChe cosa dice un uccellino <strong>da</strong>vanti al computer?Micro-cip!Dal dottore“Dottore, dopo pranzo mi gira la testa permezz’ora. Che cosa mi consiglia?”“Una cosa semplice: mangi mezz’ora dopo!”Dialogo tra due appuntatiIl primo spiega al secondo come la Natura avolte ricompensi i difetti delle persone.“Per esempio, se un uomo è sordo, può avereuna vista eccellente; se uno è cieco, di solito<strong>ha</strong> un olfatto finissimo”.“Penso di aver capito cosa intendi”, dice <strong>il</strong>secondo. “Ho spesso notato che se un uomo<strong>ha</strong> una gamba corta, allora l’altra è piùlunga!”Pierino al cinemaDurante <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m, Pierino si alza per an<strong>da</strong>realla to<strong>il</strong>ette, inciampa nella gamba di un altrospettatore e gli pesta un piede.Al ritorno gli chiede: “Scusi, è a lei che hopestato un piede, prima?”L’uomo, seccato: “Sì! Finalmente ti sei decisoa chiedermi scusa!”Pierino: “Mah, a dire <strong>il</strong> vero volevo esseresicuro di trovare <strong>il</strong> mio posto nella f<strong>il</strong>a...”.A presto, M<strong>il</strong>enaBuon Natalee Felice Anno NuovoL'angolodelsorriso23


Agen<strong>da</strong>16 dicembre, venerdìInizio della novena del Santo Natale18 dicembre, domenicaConcerto di Natale ore 2124 dicembre, sabatoVig<strong>il</strong>ia della Solennità del Santo Nataleore 16: Santa Messa della Vig<strong>il</strong>iaore 23,30: Veglia Natalizia di preghieraore 24: Santa Messa Solenne di MezzanotteConfessioni: ore 9,30-12; 15-18; 22-24Dalle ore 21 a Castelnuovo Presepio Vivente25 dicembre, domenicaSolennità del Natale del SignoreSante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 14 - 17,1526 dicembre, lunedìFesta di Santo StefanoSante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 16 - 17,1531 dicembre, sabatoVig<strong>il</strong>ia della Solennitàdi Maria SS. Madre di <strong>Dio</strong>ore 16: Santa Messa della Vig<strong>il</strong>iaore 22,30: Veglia di preghieraore 23: Santa Messa - Canto del Te DeumGENNAIO 20121 gennaio, domenicaSolennità di Maria SS. Madre di <strong>Dio</strong>45a Giornata Mondiale della PaceSante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 16 - 17,155 gennaio, giovedìore 16: Santa Messa della Vig<strong>il</strong>ia dell’Epifania6 gennaio, venerdìSolennità dell‘Epifania del SignoreSante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 16 - 17,158 gennaio, domenicaFesta del Battesimo di Gesùore 15: Concerto d’organoFoto Beppe RuaroIMPORTANTEIl conto correntepostale inserito in ogni numero,mentre serve all’ufficio spedizioni comeetichetta di indirizzo, intende offrire,a quanti lo desiderano, la possib<strong>il</strong>itàdi inviare <strong>il</strong> proprio contributo neitempi e nei modi preferiti: non è assolutamenteun sollecito di pagamento!24GRAZIE a coloro che in varie maniere sostengonola vita e le iniziative del Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, favorisconola stampa e la diffusione di questo periodico,condividono con noi la costante attenzione per lemissioni, per le varie urgenze di carità che <strong>da</strong> più partie con frequenza chiedono soli<strong>da</strong>rietà. Ogni ultima domenicadel mese le cinque Ss. Messe di orario sonocelebrate per i benefattori, vivi e defunti.COMUNICAZIONE - I <strong>da</strong>ti e gli indirizzi per l’inviodella rivista “Il Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>” sono gestitiunicamente <strong>da</strong>ll’amministrazione della rivista. Nelrispetto della legge 675/96, i <strong>da</strong>ti personali dei nostriabbonati non saranno oggetto di comunicazioneo diffusione a terzi se non per ciò che riguar<strong>da</strong>la spedizione della rivista o iniziative <strong>da</strong> essapromosse. In ogni momento potranno essere richiestemodifiche, aggiornamenti o cancellazione.AVVISO PER IL PORTALETTERE: in caso di mancato recapito restituire al mittente presso CMP Torino NORD.Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.

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