I salmi dell'ascensione - Decanato

I salmi dell'ascensione - Decanato I salmi dell'ascensione - Decanato

20.11.2012 Views

Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni proporre: attraverso questa esperienza di lettura della parola di Dio desideriamo condividere un’esperienza spirituale che sfocia nella preghiera, pur non avvenendo in un contesto celebrativo o liturgico. Difatti ogni nostro incontro si concluderà, dopo la mia esposizione, con un breve spazio aperto alla condivisione, in cui si potranno anche fare domande o richieste di approfondimento, ma in cui sarebbe importante riuscissimo a condividere un po’, in una semplice ma profonda comunicazione nella fede, le intuizioni spirituali che l’ascolto della parola può aver suscitato in noi. Infine, come suo compimento, ogni nostro incontro si concluderà con una preghiera, che potremo celebrare insieme. Questo contesto di preghiera peraltro è quest’anno particolarmente favorito dal tipo di testi che approfondiremo. Leggeremo alcuni salmi che costituiscono una sezione unitaria all’interno del Salterio, cioè di quel libro della Bibbia, appartenente ai libri sapienziali, che raccoglie 150 Salmi, che come hanno nutrito la preghiera del popolo ebraico e dello stesso Gesù, così ora continuano a nutrire la nostra preghiera, liturgica e personale. I salmi sono l’espressione più tipica della preghiera biblica: sono testi di preghiera, parola che dall’uomo sale a Dio, pur rimanendo parola di Dio, e dunque parola che da Dio scende verso l’uomo. Nei salmi l’aspetto dialogico della parola di Dio raggiunge la sua massima evidenza, perché in essi si incontrano e fanno comunione, quasi un solo spirito, la parola di Dio per l’uomo e la parola dell’uomo per Dio. Ricorda D. Bonhoeffer nel suo Pregare i Salmi con Cristo: «Se la Bibbia contiene anche un libro di preghiera, questo ci insegna che la parola di Dio non è solo quella che Dio ci dice, ma è anche quella che egli vuole udire da noi, in quanto Parola del Figlio che egli ama».3 Quella del salmi è parola di Dio espressa in preghiera: in questa prospettiva è già compimento dell’Alleanza, luogo in cui il dialogo tra l’uomo e Dio compiutamente si realizza. Ciò significa che nei salmi troviamo rispecchiata anche tutta la nostra esperienza umana, nella varietà delle sue situazioni e delle sue esigenze. Leggendo quest’anno alcuni salmi saremmo aiutati a vivere quell’esperienza che dovrebbe realizzarsi sempre, ogni volta che leggiamo un testo biblico: l’esperienza cioè di un incontro profondo tra la parola di Dio e la nostra vita, che viene così trasformata e rigenerata. Questo dovrebbe avvenire sempre quando leggiamo o ascoltiamo un brano della Bibbia. Non si tratta solo di leggere per capire, ma più profondamente per comprendere, dando a questo verbo un significato molto forte e ampio. «La comprensione del testo avviene infatti sempre nella forma di una condivisione da parte del lettore dell’esperienza che il testo comunica. […] il significato del testo si coglie partecipando a quanto il testo permette di rivivere. […] Leggere un testo significa entrare nel suo mondo per abitarlo 4. Se questo è vero per ogni pagina della Bibbia, lo è in modo del tutto peculiare per i salmi, proprio perché sono preghiera, e quindi accolgono in sé tutto il modo che ha l’uomo di porsi davanti a Dio, non solo in ascolto della sua parola, ma più globalmente in relazione con la sua persona e la sua vita. In un testo particolarmente significativo Giovanni Cassiano affermava che il credente 3 D. Bonhoeffer, Il libro di preghiera nella Bibbia. Introduzione ai salmi, Queriniana, Brescia 1991 (= ODB 5), p. 101. 4 P. Tremolada, Itinerari di lettura biblica, 702. 3

Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni « si immedesima a tal punto di tutti i sentimenti espressi nei Salmi, che ormai li recita, non più come composti dal profeta, ma come una preghiera personale, o almeno ritiene che siano stati composti espressamente per lui, convinto che ciò che essi esprimono non si è realizzato solamente un tempo nella persona del profeta, ma trova ancora in lui ogni giorno il suo compimento. Le divine Scritture, infatti, si rivelano a noi più chiaramente, e in qualche modo ci si manifesta il loro cuore e il loro midollo, allorché la nostra esperienza, non solamente ci permette di prenderne conoscenza, ma fa sì che noi preveniamo questa stessa conoscenza, e che il senso delle parole si sveli a noi non attraverso una spiegazione, ma attraverso la prova che ne abbiamo fatta. Compenetrati dei medesimi sentimenti nei quali il Salmo è stato cantato o composto, noi ne diventiamo, per così dire, gli autori; e ne preveniamo il pensiero, piuttosto che seguirlo; ne cogliamo il senso prima di conoscerne la lettera. Pregare un salmo, o cercare di leggerlo o di comprenderlo significa dunque riviverne a tal punto i sentimenti espressi da divenirne quasi gli “autori”. 2 Salmi delle ascensioni (o salite) e del pellegrinaggio Non leggeremo dei salmi scelti qua e là tra i 150 salmi che compongono il salterio biblico, ma una sezione ben definita. Si tratta di quindici salmi appartenenti al Quinto libro del salterio: quelli che nella numerazione ebraica vanno dal 120 al 134, o in quella latina dal 119 al 133. (I salmi hanno due numerazioni che corrispondono alle due edizioni del salterio: l’edizione in lingua ebraica e l’edizione in lingua greca o latina. L’edizione latina è quella che utilizziamo per la liturgia, quindi nel breviario abbiamo la numerazione latina. Nella Bibbia invece troviamo la numerazione ebraica). Questi salmi sono accomunati tutti da uno stesso titolo. Anche se non sempre ci facciamo caso, i salmi hanno spesso dei titoli o delle intestazioni; anche quando il titolo manca, non è senza una ragione. Normalmente queste intestazioni attribuiscono il salmo a un autore, per cui si parla ad esempio di Salmi di Davide o di Salomone, di Core o di Asaf; un solo salmo è attribuito a Mosè. In altri casi le intestazioni contengono delle indicazioni liturgiche, per l’esecuzione del salmo, per il suo canto o per l’accompagnamento musicale. A volte ci sono indicazioni sul contesto storico o sulla situazione in cui il salmo è nato. Così ad esempio del Salmo 63 (62) [il bellissimo «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco / di te ha sete l’anima mia»] il titolo afferma che è un «Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda». I quindici salmi che leggeremo nei nostri incontri rappresentano invece un caso unico in tutto il Salterio, poiché recano tutti la stessa intestazione, che li raggruppa in una sezione unitaria, collocandoli uno dopo l’altro. Nessun altro salmo, al di fuori di essi, ha lo stesso titolo. Vengono chiamati – secondo la traduzione della CEI – «canti delle ascensioni». Altre traduzioni possibili: canti delle salite, o del pellegrinaggio; oppure, basandosi sulla traduzione latina della Vulgata, «salmi graduali». Perché questo titolo? Può essere utile per capire il significato di questa raccolta e anche quello di ciascun salmo al suo interno. C’è una certa discussione tra gli studiosi nell’interpretare il significato esatto di questa intestazione: secondo alcuni è riconoscibile in questi salmi un movimento di tipo ascendente per il quale alcuni termini di un versetto vengono ripresi in quelli successivi in un crescendo di significato. 4

Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni<br />

proporre: attraverso questa esperienza di lettura della parola di Dio desideriamo condividere<br />

un’esperienza spirituale che sfocia nella preghiera, pur non avvenendo in un contesto celebrativo<br />

o liturgico. Difatti ogni nostro incontro si concluderà, dopo la mia esposizione, con un breve spazio<br />

aperto alla condivisione, in cui si potranno anche fare domande o richieste di approfondimento,<br />

ma in cui sarebbe importante riuscissimo a condividere un po’, in una semplice ma profonda comunicazione<br />

nella fede, le intuizioni spirituali che l’ascolto della parola può aver suscitato in noi.<br />

Infine, come suo compimento, ogni nostro incontro si concluderà con una preghiera, che potremo<br />

celebrare insieme.<br />

Questo contesto di preghiera peraltro è quest’anno particolarmente favorito dal tipo di testi che<br />

approfondiremo. Leggeremo alcuni <strong>salmi</strong> che costituiscono una sezione unitaria all’interno del Salterio,<br />

cioè di quel libro della Bibbia, appartenente ai libri sapienziali, che raccoglie 150 Salmi, che<br />

come hanno nutrito la preghiera del popolo ebraico e dello stesso Gesù, così ora continuano a nutrire<br />

la nostra preghiera, liturgica e personale.<br />

I <strong>salmi</strong> sono l’espressione più tipica della preghiera biblica: sono testi di preghiera, parola che<br />

dall’uomo sale a Dio, pur rimanendo parola di Dio, e dunque parola che da Dio scende verso<br />

l’uomo. Nei <strong>salmi</strong> l’aspetto dialogico della parola di Dio raggiunge la sua massima evidenza, perché<br />

in essi si incontrano e fanno comunione, quasi un solo spirito, la parola di Dio per l’uomo e la parola<br />

dell’uomo per Dio.<br />

Ricorda D. Bonhoeffer nel suo Pregare i Salmi con Cristo:<br />

«Se la Bibbia contiene anche un libro di preghiera, questo ci insegna che la parola di Dio<br />

non è solo quella che Dio ci dice, ma è anche quella che egli vuole udire da noi, in quanto<br />

Parola del Figlio che egli ama».3<br />

Quella del <strong>salmi</strong> è parola di Dio espressa in preghiera: in questa prospettiva è già compimento<br />

dell’Alleanza, luogo in cui il dialogo tra l’uomo e Dio compiutamente si realizza. Ciò significa che<br />

nei <strong>salmi</strong> troviamo rispecchiata anche tutta la nostra esperienza umana, nella varietà delle sue situazioni<br />

e delle sue esigenze. Leggendo quest’anno alcuni <strong>salmi</strong> saremmo aiutati a vivere<br />

quell’esperienza che dovrebbe realizzarsi sempre, ogni volta che leggiamo un testo biblico:<br />

l’esperienza cioè di un incontro profondo tra la parola di Dio e la nostra vita, che viene così trasformata<br />

e rigenerata. Questo dovrebbe avvenire sempre quando leggiamo o ascoltiamo un brano<br />

della Bibbia.<br />

Non si tratta solo di leggere per capire, ma più profondamente per comprendere, dando a questo<br />

verbo un significato molto forte e ampio. «La comprensione del testo avviene infatti sempre nella<br />

forma di una condivisione da parte del lettore dell’esperienza che il testo comunica. […] il significato<br />

del testo si coglie partecipando a quanto il testo permette di rivivere. […] Leggere un testo significa<br />

entrare nel suo mondo per abitarlo 4.<br />

Se questo è vero per ogni pagina della Bibbia, lo è in modo del tutto peculiare per i <strong>salmi</strong>, proprio<br />

perché sono preghiera, e quindi accolgono in sé tutto il modo che ha l’uomo di porsi davanti a Dio,<br />

non solo in ascolto della sua parola, ma più globalmente in relazione con la sua persona e la sua<br />

vita. In un testo particolarmente significativo Giovanni Cassiano affermava che il credente<br />

3 D. Bonhoeffer, Il libro di preghiera nella Bibbia. Introduzione ai <strong>salmi</strong>, Queriniana, Brescia 1991 (= ODB 5), p. 101.<br />

4 P. Tremolada, Itinerari di lettura biblica, 702.<br />

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