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Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni<br />
esposta a proiezioni soggettive più o meno psicologiche»1; neppure vuole indicare una lettura esistenziale<br />
o semplicemente attualizzata. La intenderei piuttosto come una lettura tesa, attraverso<br />
un confronto serio con il testo delle Scritture, all’incontro con il mistero di Dio che in quelle Scritture<br />
si rivela, si rende presente, ci comunica qualcosa del suo indicibile mistero.<br />
Si tratta cioè di leggere la parola di Dio ma per giungere all’incontro personale e comunitario con<br />
Colui che attraverso quella parola mi parla e ci parla. Quindi è una lettura che desidera non solo<br />
capire ciò che sta leggendo, ma osa spingersi più in là, fino alla soglia del mistero, fino all’incontro<br />
personale con il Dio che si rivela nella sua parola. «L’obiettivo degli Itinerari di Lettura Biblica è vivere<br />
questa esperienza di grazia, nella quale la lettura critica dei testi apre all’incontro con il mistero<br />
che custodiscono»2.<br />
Nella consapevolezza che questo incontro trasforma anche la vita, la chiama a conversione, la giudica,<br />
la consola, la sostiene, la orienta nel cammino. Ma tutto questo scaturisce da un’esperienza<br />
più originaria, che è quella di incontro e di una comunione che si realizza tra colui che parla e colui<br />
che ascolta.<br />
La parola umana tende sempre a un incontro e a una comunione, perché noi parliamo non solo<br />
per comunicare qualche notizia o informazione, ma per comunicare noi stessi e per consegnarci e<br />
accoglierci reciprocamente; questo rimane vero, anzi massimamente vero per la parola di Dio. Dio<br />
parla per rivelare e comunicare se stesso alla storia e alla nostra vita; Dio parla per accoglierci nel<br />
suo mistero e nella sua dimora. Anche in questo senso possiamo parlare di lettura spirituale: lo è<br />
perché attraverso la sua Parola Dio ci dona il suo stesso Spirito, cioè ci dona se stesso, il suo mistero,<br />
la comunione vitale con la sua vita, ci dona quello Spirito attraverso il quale possiamo conoscere<br />
e contemplare il suo volto ineffabile, perché, come ricorda san Paolo nella prima lettera alla<br />
comunità di Corinto:<br />
Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo<br />
spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non<br />
lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere<br />
tutto ciò che Dio ci ha donato (1 Cor 2, 10-12).<br />
La domanda fondamentale con la quale dobbiamo interrogare le Scritture quando le leggiamo è la<br />
stessa che san Paolo pone sulla via di Damasco, dopo che è stato folgorato dall’incontro con il Risorto:<br />
«Signore, chi sei?». Solo dopo, e come conseguenza di questa rivelazione del mistero di Dio,<br />
nasce il secondo interrogativo: «Signore, cosa devo fare?», o come il Risorto dice a Paolo: «alzati e<br />
va’, ti sarà detto ciò che devi fare» (cfr At 9,5-6). La parola di Dio ci chiama a una novità di vita<br />
perché ci fa meglio conoscere e contemplare il mistero di Dio.<br />
Comprendiamo allora che una lettura spirituale è davvero una lettura dialogica in cui si attua<br />
un’autentica comunicazione interpersonale tra noi e Dio, come ricorda la Dei Verbum: Nei libri sacri<br />
il Padre viene incontro ai suoi figli con molta amorevolezza ed entra in conversazione con loro<br />
(DV, 21). Per questa ragione, afferma il documento conciliare, … Si ricordino che la lettura della sacra<br />
scrittura deve essere accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio<br />
e l’uomo» (Dei Verbum 25).<br />
Anche questa è una caratteristica della lettura spirituale che questo itinerario di lettura intende<br />
1 P. Tremolada, Itinerari di lettura biblica: una proposta, in «La Rivista del Clero Italiano» 86 (2005) 700-715: 707.<br />
2 ibidem, 708.<br />
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