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I salmi dell'ascensione - Decanato

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Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni<br />

Se il Salmo 121 ci ha ricordato che Dio veglia sul nostro cammino, proteggendoci da pericoli esterni,<br />

questo salmo ci ricorda che veglia anche sui nostri possibili nemici interni; veglia cioè sul nostro<br />

cuore, sulle tentazioni e su quei nemici interni che possono ugualmente attentare alla nostra vita,<br />

conducendoci a pensare e ad agire secondo criteri mondani, e non più secondo i criteri di Dio. Dio<br />

veglia perché i suoi giusti non cadano in questa tentazione.<br />

Da qui nasce l’invocazione del v. 4, quello centrale della strofa, in cui, come ho osservato all’inizio,<br />

dalla terza persona si passa alla seconda persona del dialogo diretto con Dio. «La tua bontà, Signore,<br />

sia con i buoni e con i retti di cuore». Incontriamo qui l’invito, o meglio la richiesta perché Dio si<br />

renda vicino, con tutta la sua prossimità misericordiosa, ai buoni e ai retti di cuore, proprio mentre<br />

sperimentano la tentazione di incamminarsi anche loro per vie tortuose, a motivo dell’ingiustizia<br />

che patiscono, o della fatica che vivono nel rimanere fedeli alla rettitudine in una storia in cui<br />

sembra, al contrario, prevalere e risultare vincente la logica dei perversi, degli ingiusti, degli oppressori.<br />

Il <strong>salmi</strong>sta chiede al Signore di farsi vicino con tutto il suo bene a chi vive questa difficoltà<br />

e questa tentazione, per sostenerli e consolarli nella difficile lotta che stanno sostenendo. Una lotta<br />

non solo contro nemici esterni, che si possono annidare all’interno del popolo di Israele, ma con<br />

nemici più interni, e proprio per questo in un certo senso più insidiosi, che si nascondono nelle<br />

pieghe del nostro cuore. La stabilità di chi confida nel Signore si precisa allora come un perseverare<br />

nella via della fedeltà e della giustizia proprio quando intorno a noi tutto sembra tentarci a intraprendere<br />

vie diverse. I retti di cuore possono continuare a camminare su una via diritta solo se<br />

la loro bontà può radicarsi nella bontà stessa di Dio, che si fa loro vicina. Non è tanto la nostra<br />

bontà che ci avvicina a Dio, quanto, prima di tutto, è la bontà stessa di Dio a farsi prossima alla nostra<br />

vita così da renderci buoni e consentirci di rimanere stabili in una via di bene nonostante tutte<br />

le tentazioni cui siamo esposti, soprattutto a motivo dell’ingiustizia degli empi, che appare spesso<br />

più produttiva e vincente. Come i monti circondano Gerusalemme, così anche il Signore deve abbracciare<br />

i suoi giusti, perché non soccombano nella tentazione.<br />

8.6 La verità della preghiera<br />

Infine, oltre questa custodia proteggente, il <strong>salmi</strong>sta chiede al Signore luce per giudicare, fare chiarezza<br />

e verità sulla propria vita e sulla vita di tutti. «Quelli che vanno per sentieri tortuosi il Signore<br />

li accomuni alla sorte dei malvagi». Non dobbiamo intendere questa affermazione anzitutto come<br />

richiesta di una punizione; c’è indubbiamente anche questo aspetto, ma in un orizzonte più ampio,<br />

quello di chi prega chiedendo a Dio di fare verità, luce, di smascherare ogni possibile ambiguità o<br />

alibi con cui tentiamo a volte di giustificare le nostre condotte e i nostri comportamenti non limpidi.<br />

Quando ad esempio siamo tentati di autogiustificarci dicendo: “ciò che faccio non è poi così<br />

grave”, oppure “così fan tutti”, o ancora “mi devo difendere con le loro stesse armi”. Il Signore<br />

smascheri questi tentativi, ricordandoci che ogni via tortuosa, magari non palesemente malvagia o<br />

ingiusta, ma ugualmente non limpida, non diritta, che cede a destra e a sinistra cercando facili<br />

compromessi con le logiche mondane, che vive le tortuosità degli alibi e delle ipocrisie, che anziché<br />

perseverare in una rettitudine di condotta vacilla e si lascia sedurre o distrarre, è comunque<br />

una via che ci accomuna alla sorte dei malvagi. Le vie tortuose non sono sempre manifestamente<br />

ingiuste o cattive, ma ci conducono ugualmente a condividere la sorte dei malvagi, ci introducono<br />

cioè in un pensare e in un agire che non sono più secondo Dio, che non ci rendono più stabilmente<br />

fondati sulla roccia della sua fedeltà e della sua bontà. Occorre chiedere a Dio con insistenza questa<br />

sua verità sulla nostra vita, perché è solo in questa luce che possiamo discernere il bene dal<br />

male, è solo nella sua custodia che ci abbraccia e ci sostiene che possiamo operare fedelmente secondo<br />

quel bene che abbiamo nella sua luce riconosciuto e contemplato. Solo questa via di luce, di<br />

verità, di giustizia, ci conduce poi in quella pace autentica, che infine il <strong>salmi</strong>sta invoca su tutto il<br />

popolo. Possiamo perciò intuire che la pace che egli cerca e domanda è proprio quella che scaturisce<br />

nel superamento di ogni divisione tra giusti ed empi, tra oppressori ed oppressi; è la pace di un<br />

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