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I salmi dell'ascensione - Decanato

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Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni<br />

guardo e possono sostare. Gerusalemme dunque è la meta verso cui il pellegrinaggio tende, anche<br />

se, come vedremo, ogni viaggio nella fede, una volta che arriva, o presume di essere arrivato, scopre<br />

di dover di nuovo rimettersi in cammino, perché nell’esperienza di Dio è così: ogni traguardo<br />

che si raggiunge non è mai conquistato una volta per sempre, non è mai definitivo, ci rimette in<br />

cammino, apre davanti a noi una nuova via, perché il Signore è sempre più avanti, è sempre al di là<br />

nella nostra attesa e della nostra speranza, è sempre nuovo e ulteriore rispetto a ciò che pensiamo<br />

di aver compreso o sperimentato di lui. Comunque, avevamo già intuito che la meta del viaggio<br />

era Gerusalemme, ma non ci era stato esplicitamente detto nei due <strong>salmi</strong> che abbiamo letto nel<br />

primo incontro, perché è solo ora, in questo Salmo 122, che il nome Gerusalemme fa la sua apparizione<br />

nei <strong>salmi</strong> delle ascensioni. Anzi, il nome della città in questi versetti ricorre tre volte, con<br />

insistenza e pienezza: precisamente ai vv. 2, 3 e 6. Ci sono altri termini che ricorrono anch’essi tre<br />

volte (né una di più né una di meno) in questo salmo, e sono “Signore”, “casa”, “pace”.<br />

In sintesi il salmo presenta quattro ripetizioni ternarie: Gerusalemme, Signore, casa, pace16.<br />

Su di essi viene così concentrata la nostra attenzione: rappresentano una importante chiave di interpretazione<br />

che ci consente di aprire il senso del testo. Vedremo di precisare il significato di questi<br />

termini nel tessuto del salmo; possiamo già anticipare che Gerusalemme viene cercata dal pellegrino<br />

e celebrata dal salmo come dimora del Signore, come casa, come luogo di pace. In altri<br />

termini: quando sale a Gerusalemme, il pellegrino cerca in questa città tre dimensioni: il Signore,<br />

una casa, la pace. Occorrerà tenere presente questo aspetto per capire meglio il salmo e anche per<br />

consentire a questo testo di illuminare e di consolare la nostra vita. Infatti in questo modo ci viene<br />

consegnata una domanda: che cosa significa anche per noi camminare verso Gerusalemme. Meglio:<br />

che senso ha per la nostra vita desiderare l’incontro con il Signore, cercare una casa, aspirare<br />

alla pace? Il Signore, una casa, la pace: sono davvero questi tre desideri profondi che abitano la verità<br />

del nostro cuore?<br />

5.2 Tre strofe, tre tempi<br />

Questa prima osservazione ci consegna così alcune domande per accostare il salmo. Prima di addentrarci<br />

nell’esame più dettagliato dei suoi versetti, facciamo ancora un paio di osservazioni più<br />

generali, che guardano al salmo nel suo insieme.<br />

Possiamo suddividere il testo in tre strofe:<br />

� La prima è costituita da un solo versetto, subito dopo il titolo: «Quale gioia quando mi dissero:<br />

“Andremo alla casa del Signore”». Qui il verbo è al passato, c’è l’esperienza di un ricordo, che<br />

riporta al momento iniziale del pellegrinaggio. Nella memoria si torna ad assaporare la gioia:<br />

quale gioia quando mi dissero.<br />

� Una seconda strofa, più lunga, abbraccia i versetti dal 2 al 6: ora i nostri piedi si fermano. Dopo<br />

il ricordo del passato abbiamo l’esperienza del presente: il viaggio è finito, siamo giunti alle<br />

porte di Gerusalemme.<br />

� Infine c’è una terza strofa, dai vv. dal 6 al 9. In essa si invoca la pace per Gerusalemme e per<br />

coloro che la amano. Qui lo sguardo si apre verso il futuro, perché l’invocazione e la preghiera<br />

guardano in avanti, a qualcosa che ancora non c’è, o non c’è pienamente, per invocarlo come<br />

dono da Dio.<br />

Appare evidente che in queste tre strofe il salmo abbraccia il tempo dell’uomo in tutte le sue dimensioni:<br />

il passato, di cui si fa memoria; il presente, che si percepisce nella sua attualità; il futuro,<br />

che si invoca nella preghiera. L’uomo che prega sta davanti a Dio con tutto il suo tempo. Ha com-<br />

16 L. Alonso Schökel - C. Carniti, I <strong>salmi</strong>, Borla, Roma 1993, vol. 2, p. 642.<br />

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