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Alzo gli occhi verso i monti Salmi delle Ascensioni<br />
gerà la tua vita” il testo ebraico dice: proteggerà la tua nefesh, cioè la tua gola, o il tuo collo, che<br />
nella mentalità biblica è la sede del respiro e dunque della vita. Davvero la custodia di Dio abbraccia<br />
tutta la vita dell’uomo, dal suo occhio al suo piede, dalla sua mano al suo respiro.<br />
Custodisce anche tutto ciò che l’uomo fa: Il Signore, recita l’ultimo versetto, ti custodisce quando<br />
esci e quando entri. Ancora due poli opposti – entrare/uscire – per narrare ogni azione dell’uomo.<br />
Uscire ed entrare significano qualsiasi cosa l’uomo faccia. Ma suggeriscono anche che qualsiasi<br />
cosa l’uomo faccia è un continuo entrare e uscire, sempre le stesse cose. Ma proprio in<br />
questa monotonia Dio è presente. La sua presenza rende nuovo il quotidiano12.<br />
Ancora, insistendo, il Signore custodisce tutto il tempo dell’uomo: «da ora e per sempre», come<br />
dice l’ultimo versetto, di giorno e di notte, come suggerisce il v. 6. Tutto il passato, tutto il presente,<br />
tutto il futuro sono nelle mani di Dio. L’immagine stessa dell’entrare e dell’uscire allude a tutta<br />
la parabola della vita dell’uomo, ricordando che Dio veglia su di noi dal nostro uscire nella vita, al<br />
momento della nascita, al nostro entrare nella morte e nel riposo eterno.<br />
Non c’è istante dell’esistenza che non sia abbracciato da questa sollecitudine di Dio. Proprio per<br />
questo motivo egli ci proteggerà da ogni male, come ricorda il v. 7. «L’uomo può affidarsi al va e<br />
vieni della vita, perché il Signore custodisce questo andirivieni»13. Può farlo perché egli è sempre<br />
vigile, non si addormenta, non prende sonno il custode di Israele. Non è come gli idoli muti che al<br />
contrario dormono, nel loro avere occhi e non vedere, nel loro avere bocca e non parlare, nel loro<br />
avere orecchi e non udire. Quando Elia sul Monte Carmelo sfida i profeti di Baal a invocare il loro<br />
dio che al contrario non risponde, così li deride:<br />
«Gridate con voce più alta, perché egli è un dio. Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in<br />
viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà» (1 Re 18,27).<br />
Ma, continua il testo di 1 Re, «non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione»<br />
(v. 29). Baal, un idolo morto, continua a dormire. Non soltanto gli idoli, spesso gli uomini<br />
stessi dormono. Così infatti il profeta Isaia denuncia i capi che non vigilano:<br />
I suoi guardiani [coloro che dovrebbero essere i custodi del popolo]<br />
sono tutti ciechi,<br />
non si accorgono di nulla.<br />
Sono tutti cani muti,<br />
incapaci di abbaiare;<br />
sonnecchiano accovacciati,<br />
amano appisolarsi (Is 56,10).<br />
Pensiamo anche a Caino che dopo aver ucciso Abele afferma di non volere essere il custode di suo<br />
fratello. Diversamente da Caino, dai capi indegni o dagli idoli morti, il custode di Israele non prende<br />
sonno, continua a vegliare, e se lui veglia noi possiamo dormire, sapendo che se il sole non ci<br />
colpirà di giorno, quando vegliamo, nello stesso modo la luna non potrà colpirci di notte, quando<br />
dormiamo, perché, dirà san Paolo nel Nuovo Testamento, sia che vegliamo sia che dormiamo, noi<br />
siamo del Signore. Siamo suoi perché egli è il nostro custode. «Tutti possono dormire perché Uno<br />
non dorme»14, come ricorda il salmo 4: «In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo Signore<br />
al sicuro mi fai riposare» (v. 9).<br />
12 B. MAGGIONI, Davanti a Dio, p. 211.<br />
13 L. Alonso Schökel - C. Carniti, I <strong>salmi</strong>, vol. 2, p. 637.<br />
14 Ibid., p. 636.<br />
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