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el caballero de la orden de santiago salvatore ... - Página de inicio

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200 Il cavaliere di Santiago Salvatore Aymerich e Pietro Cavaro ...Alessandra Pasolinistata avanzata l’ipotesi che <strong>la</strong> bottega di Pietro Cavaro compren<strong>de</strong>sse anche intagliatori, specializzati n<strong>el</strong><strong>la</strong> realizzazionedi Crocifissi lignei gotico-dolorosi 21 , motivo che diventa sig<strong>la</strong> i<strong>de</strong>ntificativa d<strong>el</strong><strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> di Stampace. Inpartico<strong>la</strong>re, qui interessa segna<strong>la</strong>re che tra i personaggi d<strong>el</strong><strong>la</strong> Crocifissione di Vil<strong>la</strong>mar compare un uomo giovane,che indossa una camicia bianca, chiusa al collo da una spil<strong>la</strong>, un giuppone nero, una berretta nera con dueprotuberanze <strong>la</strong>terali (Fig. 3), caratteristico copricapo di panno o f<strong>el</strong>tro usato tra <strong>la</strong> fine d<strong>el</strong> ‘400 ed i primi d<strong>el</strong>‘500 in Italia e in Spagna da persone abbienti e appartenenti al<strong>la</strong> nobiltà 22 . I pittori rinascimentali utilizzavanoquesto vestiario per i ritratti di loro contemporanei, si veda per esempio il Ritratto di uomo (Frankfurt am Main,Städ<strong>el</strong> Museum) d<strong>el</strong> pittore bolognese Amico Aspertini (1474-1552) 23 oppure i ritratti che il Pintoricchio inseriscenegli affreschi con Storie di Pio II n<strong>el</strong><strong>la</strong> Libreria Piccolomini d<strong>el</strong> duomo di Siena (1505-1507), dove i personaggiindossano copricapi neri molto simili come foggia all’esempio sardo 24 .Sappiamo che il Retablo di Vil<strong>la</strong>mar fu commissionato da Salvatore Aymerich (Cagliari 1493-1563) signoredi Mara, che fece apporre i suoi stemmi all’estremità <strong>de</strong>i polvaroli: possiamo riconoscere n<strong>el</strong> giovane raffiguratoda Pietro n<strong>el</strong><strong>la</strong> Crocefissione un “ritratto” d<strong>el</strong> nobile committente? Diamo intanto qualche ragguaglio sul<strong>la</strong> vitadi questo illustre personaggio: n<strong>el</strong> 1486 gli Aymerich acquisiscono il feudo e Salvatore, nato a Cagliari il 23 Maggio1493, lo eredita al<strong>la</strong> morte d<strong>el</strong> padre Pietro, avvenuta in tenera età; cresce, quindi, sotto <strong>la</strong> tut<strong>el</strong>a d<strong>el</strong>lo zioGiovanni Nicolò 25 . Presto si dimostra così saggio e maturo che n<strong>el</strong> 1507, appena quattordicenne, ottiene da parted<strong>el</strong> Re <strong>la</strong> facoltà di amministrare i propri beni senza tut<strong>el</strong>a. N<strong>el</strong> 1515 lo troviamo impegnato a curare gli interessid<strong>el</strong><strong>la</strong> Compagnia Aymerich, società mercantile con se<strong>de</strong> a Barc<strong>el</strong>lona; questo incarico lo porta a spostarsi frequentementetra Catalogna e <strong>la</strong> Sar<strong>de</strong>gna. Segue i sovrani iberici n<strong>el</strong>le campagne militari in Francia, Spagna,Germania, Italia ed Africa. Per meriti militari il 20 dicembre 1521 ottiene da Carlo V il diploma di nobiltà; n<strong>el</strong>1524, inviato a Madrid presso <strong>la</strong> Corte dallo stamento militare d<strong>el</strong> par<strong>la</strong>mento sardo, riesce ad ottenere l’esenzioned<strong>el</strong> donativo straordinario in occasione d<strong>el</strong>le nozze reali 26 . Il 25 maggio 1518, quando Pietro Cavaro firmail retablo di Vil<strong>la</strong>mar, don Salvatore aveva appena compiuto venticinque anni di età.E’ ben noto come n<strong>el</strong>l’arte sarda <strong>de</strong>i secoli XV e XVI, pur non mancando qualche raro esempio scultoreo,ebbe netta prevalenza il retablo pittorico, n<strong>el</strong><strong>la</strong> cui struttura e <strong>de</strong>corazione venivano coinvolti altri operatori specializzati(falegname, intagliatore, stuccatore, doratore) che coadiuvavano il pittore 27 . A Vil<strong>la</strong>mar tutte le tavoledipinte, ad eccezione d<strong>el</strong><strong>la</strong> Crocifissione che è un notturno, sono arricchite dal<strong>la</strong> foglia d’oro, data n<strong>el</strong><strong>la</strong> tecnicad<strong>el</strong> guazzo su una preparazione di bolo rosso; l’oro, dopo <strong>la</strong> brunitura per una perfetta a<strong>de</strong>sione al supportoligneo, è stato impreziosito da una ricca <strong>de</strong>corazione incisa a bulino 28 .N<strong>el</strong> fondo oro d<strong>el</strong> Retablo di Vil<strong>la</strong>mar individuiamo il motivo <strong>de</strong>corativo più diffuso n<strong>el</strong><strong>la</strong> tessitura n<strong>el</strong> corsod<strong>el</strong> Quattrocento, qu<strong>el</strong>lo “d<strong>el</strong><strong>la</strong> m<strong>el</strong>agrana”, inserito entro maglie polilobate, inferiormente aperte e unite traloro da sontuosi <strong>el</strong>ementi vegetali (rami, fogliame, ecc.) accartocciati e intrecciati tra loro 29 (Figs. 4-5). Il partitoornamentale, disposto a coprire tutta <strong>la</strong> superficie aurea, si compone di una sorta di “cand<strong>el</strong>abra” vegetale a sviluppoverticale e disposizione sfalsata: da un fusto centrale, che alterna vasi con bouquet, frutti di m<strong>el</strong>agrana erami ondu<strong>la</strong>nti e simmetricamente specu<strong>la</strong>ri, nascono carnosi fiori e foglie d’acanto.La m<strong>el</strong>agrana, motivo antichissimo simbolo d<strong>el</strong><strong>la</strong> rinascita, di origine persiana, in ambito cristiano assumemolteplici valenze simboliche: <strong>la</strong> presenza di tanti semi in un unico involucro allu<strong>de</strong> al<strong>la</strong> comunione <strong>de</strong>i santi equindi al<strong>la</strong> Chiesa, oppure al<strong>la</strong> vita eterna, al<strong>la</strong> resurrezione; il legno secco che rifiorisce è invece simbolica allusioneal<strong>la</strong> croce di Cristo, così come le foglie spinose d<strong>el</strong> cardo alludono al<strong>la</strong> sua Passione 30 . Gli schemi compositivicon motivo al<strong>la</strong> m<strong>el</strong>agrana (contaminato con <strong>la</strong> pigna o altri semi o frutti come <strong>la</strong> mora) sono riconducibili adue tipologie: a pigna iso<strong>la</strong>ta e simmetrica entro maglie ogivali oppure a tronco ondu<strong>la</strong>nte, rispettivamente <strong>de</strong>finiti“a cammino” o “a griccia” con i termini storici utilizzati n<strong>el</strong> Trattato d<strong>el</strong>l’Arte d<strong>el</strong><strong>la</strong> Seta, di Anonimo fiorentinod<strong>el</strong><strong>la</strong> II metà d<strong>el</strong> XV secolo, pubblicato dal Gargiolli (1868) (Tav. I ). A lungo lo schema a griccia, che haprevalso n<strong>el</strong><strong>la</strong> prima metà d<strong>el</strong> XV secolo per scomparire al<strong>la</strong> fine d<strong>el</strong> secolo, è stato consi<strong>de</strong>rato più antico rispettoa qu<strong>el</strong>lo a cammino, che ha goduto di ampia fortuna anche n<strong>el</strong> corso d<strong>el</strong> XVI secolo, mentre oggi si ten<strong>de</strong> aconsi<strong>de</strong>rare le due varianti pressochè coeve; negli ultimi anni è stato evi<strong>de</strong>nziato che i due termini cammino egriccia alludono a dati tecnici, quali l’armatura d<strong>el</strong> t<strong>el</strong>aio e <strong>la</strong> costruzione d<strong>el</strong> tessuto, e non ad <strong>el</strong>ementi stilistico-compositivi.La <strong>de</strong>corazione, per <strong>la</strong> quale solitamente si preferiva il v<strong>el</strong>luto di seta, ve<strong>de</strong> prevalere due mod<strong>el</strong>li,risultanti da una complessa evoluzione storica: il raffinato motivo di m<strong>el</strong>agrane e fiori di cardo su troncoondu<strong>la</strong>to e <strong>la</strong> sua variante d<strong>el</strong> disegno cosid<strong>de</strong>tto “ad inferriata” tipico d<strong>el</strong>le manifatture veneziane, che all’<strong>el</strong>ementod<strong>el</strong> frutto inserito entro un disegno a foglia gotica lobata unisce temi d<strong>el</strong><strong>la</strong> canc<strong>el</strong><strong>la</strong>ta orientale in ferrobattuto 31 (Tav. II).In Europa <strong>la</strong> diffusione di questa tipologia tessile n<strong>el</strong> XV e XVI secolo fu vastissima come documentano leopere rinascimentali di maestri fiamminghi (Jan van Eyck, Vergine e Bambino con il canc<strong>el</strong>liere Nico<strong>la</strong>s Rolin,QUINTANA Nº8 2009. ISSN 1579-7414. pp. 173-211

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