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el caballero de la orden de santiago salvatore ... - Página de inicio

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Il cavaliere di Santiago Salvatore Aymerich e Pietro Cavaro ...199N<strong>el</strong> 1501 Lorenzo firma orgogliosamente il Retablo di S. Paolo per il vil<strong>la</strong>ggio scomparso di Serz<strong>el</strong>a, oggi n<strong>el</strong><strong>la</strong>parrocchiale di Gonnostramatza, con <strong>la</strong> seguente (scorretta) iscrizione: “En l’anny MDI es estada feta lo dit retaulper mans <strong>de</strong> mestre Lorens Cavaro <strong>de</strong> Stampas feta a XV <strong>de</strong> <strong>de</strong>sembre <strong>de</strong>sus dit” 6 . Lo stesso pittore realizza ilRetablo di Giorgino, oggi diviso tra <strong>la</strong> Pinacoteca Nazionale di Cagliari, dove si conserva una Crocifissione datata1507, ed una collezione privata a Torino con <strong>la</strong> Madonna in trono. In quest’ultima tavo<strong>la</strong> compare un’iscrizione,in cui s’intravve<strong>de</strong> il nome d<strong>el</strong><strong>la</strong> committente finora letto come donna Franxisca Cadoni 7 , ma che quipropongo di i<strong>de</strong>ntificare invece in donna Franxisca Cardona, componente di un’antica famiglia feudale cata<strong>la</strong>na8 . A rafforzare questa nuova ipotesi di lettura va il motivo d<strong>el</strong> drappo d’onore alle spalle d<strong>el</strong><strong>la</strong> Vergine, basatosul<strong>la</strong> ripetizione d<strong>el</strong><strong>la</strong> foglia spinosa d<strong>el</strong> cardo, che si configura quindi come motivo araldico; n<strong>el</strong>lo stemma ‘par<strong>la</strong>nte’d<strong>el</strong><strong>la</strong> casata comparivano infatti tre cardi d’oro in campo rosso 9 .Anche se non conosciamo con precisione quando nacque Pietro Cavaro, possiamo presumere che <strong>la</strong> datad<strong>el</strong><strong>la</strong> sua nascita vada collocata all’incirca negli anni tra il 1480 e il 1483, soprattutto in consi<strong>de</strong>razione d<strong>el</strong> fattoche Antonio Cavaro (che potrebbe essere suo padre) risulta già <strong>de</strong>funto n<strong>el</strong> 1482 e che Pietro risulta resi<strong>de</strong>nte eoperante a Barc<strong>el</strong>lona n<strong>el</strong> 1508; in questa data infatti s’impegna a pagare un retablo per <strong>la</strong> capp<strong>el</strong><strong>la</strong> di S. Lucan<strong>el</strong><strong>la</strong> chiesa di Nostra Signora d<strong>el</strong><strong>la</strong> Merce<strong>de</strong> con un gruppo di pittori tra cui compare il napoletano Nico<strong>la</strong>u daCre<strong>de</strong>nsa (doc. 1497/†1558), il quale n<strong>el</strong> 1518 pren<strong>de</strong> come apprendista il sardo Francesco <strong>de</strong> Liper 10 .Possiamo presumere che Pietro arrivi a Barc<strong>el</strong>lona intorno al 1498, più o meno contemporaneamente a Nico<strong>la</strong>uda Cre<strong>de</strong>nsa. Evi<strong>de</strong>ntemente <strong>la</strong> città aveva un gran<strong>de</strong> potere di attrazione per i pittori forestieri che vi accorrevanoin gran numero (te<strong>de</strong>schi, fiamminghi, portoghesi e napoletani) cercando di affermarsi; vi operavano iseguaci d<strong>el</strong>l’Huguet, scomparso n<strong>el</strong> 1492, e <strong>la</strong> bottega <strong>de</strong>i Vergós. Non è dato sapere, però, dove Pietro abbiasvolto il suo apprendistato nè sono state al momento individuate opere d<strong>el</strong><strong>la</strong> sua attività giovanile in Catalogna.In una lettera d<strong>el</strong> 20 marzo 1524 al veneziano Marcantonio Michi<strong>el</strong> sul<strong>la</strong> situazione artistica a Napoli PietroSummonte scrive: “In Santa Maria d<strong>el</strong><strong>la</strong> Gratia un’altra cona d<strong>el</strong><strong>la</strong> Visitatione fatta pur qua di mano di un maestroPetro, che poi si fe’ eremita. Ipso era sardo”. Nicolini e Aru i<strong>de</strong>ntificarono in qu<strong>el</strong> tale maestro Petro sardoproprio Pietro Cavaro 11 , mentre gli studiosi successivi (Abbate, Previtali, Leone <strong>de</strong> Castris) individuano l’opera n<strong>el</strong>l’anconad<strong>el</strong><strong>la</strong> Visitazione di S. Maria d<strong>el</strong>le Grazie a Caponapoli (1508), oggi a Capodimonte, attribuita a PedroFernán<strong>de</strong>z, pittore di Murcia (già noto come Pseudo-Bramantino), che si spostò per l’Italia assimi<strong>la</strong>ndo influssi raffa<strong>el</strong>leschi,napoletani e lombardi e poi rientrò in Spagna, dove n<strong>el</strong> 1521 realizzò il retablo di Sant’Elena a Girona 12 .Questa segna<strong>la</strong>zione, insieme ad altri <strong>el</strong>ementi connessi al<strong>la</strong> biografia e ai caratteri d<strong>el</strong><strong>la</strong> pittura di Pietro,fanno venti<strong>la</strong>re una sua sosta n<strong>el</strong><strong>la</strong> città partenopea tra il 1508 e il 1512. Grazie ai documenti segna<strong>la</strong>ti da AldoPillittu, sappiamo che Pietro era presente continuativamente a Cagliari tra il 1512 ed il 1517 13 . N<strong>el</strong> 1512 fungeda testimone in un testamento con i pittori Giuliano Salba e Guillem Mesquida. Dalle prime nozze con JoanaGodi<strong>el</strong>, avvenute forse a Napoli, in data imprecisata nasce il figlio Mich<strong>el</strong>e; rimasto vedovo, Pietro n<strong>el</strong> 1515 chied<strong>el</strong>a dispensa all’arcivescovo di Cagliari per poter sposare in secon<strong>de</strong> nozze <strong>la</strong> sarda Antonia Orrù, figlia d<strong>el</strong> maestroAntonio. N<strong>el</strong> 1517 l’artista presenta un’istanza all’arcivescovo di Cagliari a nome d<strong>el</strong> suocero.Tra queste notizie, merita un partico<strong>la</strong>re accento qu<strong>el</strong><strong>la</strong> d<strong>el</strong> 1512: <strong>la</strong> compresenza in città n<strong>el</strong><strong>la</strong> stessa data<strong>de</strong>i tre pittori induce Pillittu ad attribuire loro <strong>la</strong> realizzazione d<strong>el</strong> Retablo di S. Eligio (Cagliari, Pinacoteca Nazionale),n<strong>el</strong> tentativo di spiegare i divergenti influssi stilistici qui presenti, prevalentemente cata<strong>la</strong>no-valenzani erinascimentali italiani 14 . L’importante e problematico retablo, proveniente dal<strong>la</strong> chiesa di S. Pietro a Sanluri, inrealtà avrebbe avuto originaria collocazione n<strong>el</strong><strong>la</strong> capp<strong>el</strong><strong>la</strong> di S. Eligio all’interno d<strong>el</strong> duomo di Cagliari 15 , se<strong>de</strong>d<strong>el</strong><strong>la</strong> confraternita <strong>de</strong>gli orefici e fabbri ferrai sino al 1564, quando sorse una controversia con il Capitolo e gliartigiani ne furono estromessi 16 ; da lì sarebbe stato trasferito n<strong>el</strong><strong>la</strong> chiesa francescana di S. Maria di Jesus inCagliari e poi portato a Sanluri. Anche se l’intervento diretto di Pietro n<strong>el</strong>l’opera non è stato accolto concor<strong>de</strong>mente17 , è senz’altro vero che il Retablo di S. Eligio è una fonte figurativa importante per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> cagliaritanadi Stampace, ben presente all’artista quando realizza il retablo di Vil<strong>la</strong>mar.N<strong>el</strong> presbiterio d<strong>el</strong><strong>la</strong> chiesa parrocchiale di Vil<strong>la</strong>mar, coperto da b<strong>el</strong><strong>la</strong> volta a crociera in pietra, si erge nei suoisette metri e mezzo di altezza il Retablo di S. Giovanni Battista (Fig. 1): n<strong>el</strong><strong>la</strong> tradizionale struttura architettonicaa doppio trittico, è diviso in sette scomparti dipinti ed è completo di polvaroli, pred<strong>el</strong><strong>la</strong> e portals. Entro <strong>la</strong> nicchiacentrale è ubicato il dolce simu<strong>la</strong>cro ligneo d<strong>el</strong><strong>la</strong> Madonna d<strong>el</strong> Latte, opera attribuita allo scultorenapoletano Giovanni da No<strong>la</strong> 18 . N<strong>el</strong>le estremità <strong>de</strong>i polvaroli un’iscrizione <strong>la</strong>tina, dai raffinati caratteri in minusco<strong>la</strong>gotica, riporta <strong>la</strong> data e l’autore d<strong>el</strong>l’opera: Anno salutis MDXVIII die XXV mensis maius/ pinsit hoc retabolum/Petri Cavaro pictor minimus Stampacis 19 .N<strong>el</strong><strong>la</strong> Crocifissione di Vil<strong>la</strong>mar (Fig. 2), come di consueto posta all’apice d<strong>el</strong> retablo, è attestata per <strong>la</strong> primavolta una tipologia sarda di crocifisso, esemp<strong>la</strong>to sul gotico Cristo di S. Francesco di Oristano 20 ; recentemente èAlessandra PasoliniQUINTANA Nº8 2009. ISSN 1579-7414. pp. 173-211

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