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padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap. - Le Famiglie della ...

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iceverlo con il rispetto che il Padre celeste si aspettava?Non solo i fatti ma anche le parole del vangelo ascoltate nella Messa acquistano un senso nuovo epiù forte. Un giorno d’estate, mi trovavo a celebrare la Messa in un piccolo monastero di clausura.C’era, come brano evangelico, Matteo 12. Non dimenticherò mai l’impressione che mi fecero quelleparole di Gesù: “Ecco, ora qui c’è più di Giona... Ecco ora qui c’è più di Salomone”. Era come se leascoltassi in quel momento per la prima volta. <strong>Cap</strong>ivo che quei due avverbi “ora” e “qui”significavano veramente ora e qui, cioè in quel momento e in quel luogo, non soltanto nel tempo incui Gesù era sulla terra, tanti secoli fa. Da quel giorno d’estate, quelle parole mi sono diventate caree familiari in un modo nuovo. Spesso, nella Messa, al momento in cui mi genufletto e mi rialzodopo la consacrazione, mi viene da ripetere dentro di me: “Ecco, ora qui c’è più di Salomone! Ecco,ora qui c’è più di Giona!”“Voi che siete soliti prendere parte ai divini misteri, diceva Origene ai cristiani del suo tempo,quando ricevete il corpo del Signore lo conservate con ogni cautela e ogni venerazione perchénemmeno una briciola cada a terra, perché nulla si perda del dono consacrato. Siete convinti,giustamente, che sia una colpa lasciarne cadere dei frammenti per trascuratezza. Se per conservare ilsuo corpo siete tanto cauti - ed è giusto che lo siate -, sappiate che trascurare la parola di Dio non ècolpa minore che trascurare il suo corpo” 9.Tra le tante parole di Dio che ogni giorno ascoltiamo nella Messa o nella Liturgia delle ore, ce n’èquasi sempre una destinata in particolare a noi. Da sola, essa può riempire l’intera nostra giornata eilluminare la nostra preghiera. Si tratta di non lasciarla cadere nel vuoto. Diverse sculture ebassorilievi dell’antico oriente mostrano lo scriba in atto di raccogliere la voce del sovrano che dettao parla: lo si vede tutto attenzione: gambe accavallate, busto eretto, occhi spalancati, orecchiprotesi. È l’atteggiamento che in Isaia viene attribuito al Servo del Signore: “Ogni mattina fa attentoil mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati” (Is 50, 4). Così dovremmo essere noi quandoviene proclamata la parola di Dio.Accogliamo dunque come rivolta a noi l’esortazione che che si legge nel Prologo <strong>della</strong> Regola disan Benedetto: “Aperti i nostri occhi alla luce divina, ascoltiamo con orecchie attente e piene distupore la voce divina che ogni giorno si rivolge a noi e grida: Oggi, se udite la sua voce, nonindurite il vostro cuore, e ancora: Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Sal 94,8)” 10.************1 S. Ireneo, Adv. Haer. III, 2.2 Cf. S. Agostino, <strong>Le</strong>ttere, 55, 1,2.3 Sacrosanctum concilium 7.4 Dei Verbum, 8.5 Cf. S. Giovanni <strong>della</strong> Croce, Salita al monte Carmelo II, 22, 4-5.6 Cf. Lumen Gentium, 48.7 S. Agostino, Trattati sul vangelo di Giovanni, 80,3;8 S. Agostino, Confessioni, VIII,12.9 Origene, In Exod. hom. XIII, 3.10 Regole monastiche d’occidente, Qiqajon, Comunità di Bose, 1989, p. 53.6/24

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