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padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap. - Le Famiglie della ...

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Ben presto però questa prassi divenne impossibile sia per l’ostilità nei loro confronti da parte <strong>della</strong>comunità ebraica, sia perché ormai le Scritture avevano acquistato per essi un senso nuovo, tuttoorientato al Cristo. Fu così che anche l’ascolto <strong>della</strong> Scrittura si trasferì dal tempio e dalla sinagogaai luoghi di culto cristiani, divenendo l’attuale liturgia <strong>della</strong> parola che precede la preghieraeucaristica.San Giustino, nel II secolo, da una descrizione <strong>della</strong> celebrazione eucaristica in cui sono ormaipresenti tutti gli elementi essenziali <strong>della</strong> futura Messa. Non solo la liturgia <strong>della</strong> parola è parteintegrante di essa, ma alle letture dell’Antico Testamento si sono affiancare ormai quelle che il santochiama “le memorie degli apostoli”, cioè i vangeli e le lettere, in pratica il Nuovo Testamento.Ascoltate nella liturgia, le letture bibliche acquistano un senso nuovo e più forte di quando sonolette in altri contesti. Non hanno tanto lo scopo di conoscere meglio la Bibbia, come quando la silegge a casa o in una scuola biblica, quanto quello di riconoscere colui che si fa presente nellospezzare il pane, di illuminare ogni volta un aspetto particolare del mistero che si sta per ricevere.Questo appare in modo quasi programmatico nell’episodio dei due discepoli di Emmaus: fuascoltando la spiegazione delle Scritture che il cuore dei discepoli cominciò a sciogliersi, sicchéfurono poi capaci di riconoscerlo allo spezzare il pane.Un esempio tra tanti: le letture <strong>della</strong> XXIX Domenica del tempo ordinario del ciclo B. La primalettura è un brano sul servo sofferente che si addossa le iniquità del popolo (Is 53, 2-11); la secondalettura parla di Cristo sommo sacerdote provato in tutto come noi, eccetto il peccato; il branoevangelico parla del Figlio dell’uomo che è venuto a dare la sua vita in riscatto per molti. Insiemequesti tre brani mettono in luce un aspetto fondamentale del mistero che si sta per celebrare ericevere nella liturgia eucaristica.Nella Messa le parole e gli episodi <strong>della</strong> Bibbia non sono soltanto narrati, ma rivissuti; la memoriadiventa realtà e presenza. Ciò che avvenne “in quel tempo”, avviene “in questo tempo”,“oggi” (hodie) come ama esprimersi la liturgia. Noi non siamo soltanto uditori <strong>della</strong> parola, mainterlocutori e attori in essa. È a noi, lì presenti, che è rivolta la parola; siamo chiamati a prenderenoi il posto dei personaggi evocati.Anche qui alcuni esempi aiuteranno a capire. Si legge, nella prima lettura, l’episodio di Dio cheparla a Mosè dal roveto ardente: noi siamo, nella Messa, davanti al vero roveto ardente…Si legge diIsaia che riceve sulle labbra il carbone ardente che lo purifica per la missione: noi stiamo perricevere sulle labbra il vero carbone ardente, colui che è venuto a portare il fuoco sulla terra…Ezechiele è invitato a mangiare il rotolo degli oracoli profetici e noi ci apprestiamo a mangiare coluiche è la parola stessa fatta carne e fatta pane…La cosa diventa ancora più chiara se dall’Antico Testamento passiamo al nuovo, dalla prima letturaal brano evangelico. La donna che soffriva di emorragia è sicura di essere guarita se riuscirà atoccare il lembo del mantello di Gesú: che dire di noi che stiamo per toccare ben più che il lembodel suo mantello? Una volta ascoltavo nel vangelo l’episodio di Zaccheo e fui colpito dalla sua“attualità”. Ero io Zaccheo; erano rivolte a me le parole: “Oggi devo venire a casa tua”; era di meche si poteva dire: “È andato ad alloggiare da un peccatore!” ed era a me, dopo averlo ricevuto nellacomunione, che Gesú diceva: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa”.Così di ogni singolo episodio evangelico. Come non identificarsi nella Messa con il paralitico a cuiGesú dice: “Ti sono rimessi i tuoi peccati” e “Alzati e va a casa tua”, con Simeone che stringe tra lebraccia il Bambino Gesú, con Tommaso che tocca tremante le sue piaghe? Nella celebrazioneferiale, il vangelo di oggi, Venerdì <strong>della</strong> seconda settimana di Quaresima, è la parabola dei vignaioliomicidi (Mt 21, 33-45): “Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di miofiglio!”. Ricordo l’effetto di queste parole su di me mentre le ascoltavo una volta piuttostodistrattamente. Quello stesso Figlio stava per essere dato a me nella comunione: ero io preparato a5/24

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