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Untitled - Azienda USL di Reggio Emilia

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Sezione 11Il patrimonio culturale del San Lazzaro: storia e prospettiverealizzati da un ricoverato con le suole delle scarpe. Il pa<strong>di</strong>glione restaurato èstato presentato in anteprima durante la Fotografia europea 2011 ed è statoufficialmente inaugurato in occasione della “VI e<strong>di</strong>zione della Settimana dellaSalute Mentale” (24 settembre 2011).In attesa del trasloco e degli interventi <strong>di</strong> restauro sugli oggetti, il museo è almomento chiuso ai visitatori.11.5. L’archivio fotograficoSull’esempio <strong>di</strong> quanto fatto da Charcot alla Salpetrière, al San Lazzaro lafotografia venne introdotta a fine ‘800 da Augusto Tamburini (<strong>di</strong>rettore dal 1877al 1907) e l’Istituto reggiano <strong>di</strong>venne anche per questo un modello per gli altriospedali psichiatrici italiani.Di quell’epoca ancora oggi si conserva la strumentazione originale (apparecchi,lastre, accessori, ecc..), oltre al ricco archivio fotografico, costituito da oltre 1.500fotografie, organizzate in album tematici. I nuclei principali riguardano i ritratti deipazienti, le immagini degli e<strong>di</strong>fici del San Lazzaro, le scene della vita comune ele attività lavorative.Diversi sono i fotografi che si sono occupati della documentazione della vita alSan Lazzaro: il guardarobiere Poli (dal 1872 alla morte, nel 1899) e l’ex degenteMorini (fino al 1908) hanno ritratto i pazienti, mentre le immagini dei pa<strong>di</strong>glionisi devono, tra gli altri, ai fotografi reggiani Fantuzzi (qui negli anni 1899-1915) eVaiani (1920-1930).Nei decenni più recenti la fotografia, perso il legame con la <strong>di</strong>agnostica, è statautilizzata per documentare i momenti <strong>di</strong> svago e <strong>di</strong> ricreazione (teatro, carnevale,festa dell’uva, ecc..), soprattutto relativi al convitto per minori Marro-De Sanctisistituito nel 1922.379 38311.6. Opere d’arte dei ricoveratiSono conservate oltre 8.000 opere grafiche realizzate da pazienti del SanLazzaro da fine ‘800 alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico. Le opere più antichesono realizzate a inchiostro su carta e spesso sono state rinvenute all’internodelle cartelle cliniche. Alcuni autori si <strong>di</strong>stinguono in particolare per la grandecultura grafica delle loro opere.La parte numericamente più rilevante è quella prodotta dagli atelier <strong>di</strong> arteterapia realizzati a partire dagli anni ’70 e de<strong>di</strong>cati ad adulti e minori. Sempreagli atelier va ricondotta la produzione <strong>di</strong> manufatti in terracotta, <strong>di</strong> soggettoantropomorfo animale.Una sezione particolare è quella della cosiddetta Ars canusina, uno stileartistico ispirato ai motivi del romanico dell’Appennino, messo a punto da MariaBertolani Del Rio per le creazioni artistiche (tessuti e ceramiche) realizzate daiminori del convitto Marro-De Sanctis.I manufatti dell’Ars canusina, una selezione delle opere dei ricoverati e degli

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