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ha pronunciato la presente Sul ricorso numero di registro generale ...

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N. 01767/2010 REG.DEC.N. 08308/2007 REG.RIC.R E P U B B L I C A I T A L I A N A<strong>ha</strong> <strong>pronunciato</strong> <strong>la</strong> <strong>presente</strong>IN NOME DEL POPOLO ITALIANOIl Consiglio <strong>di</strong> Statoin sede giuris<strong>di</strong>zionale (Sezione Quarta)DECISIONE<strong>Sul</strong> <strong>ricorso</strong> <strong>numero</strong> <strong>di</strong> <strong>registro</strong> <strong>generale</strong> 8308 del 2007, proposto dal<strong>la</strong>società SIVAM a r.l., rappresentata e <strong>di</strong>fesa dagli avv. Santina Bernar<strong>di</strong> eAntonio Campagno<strong>la</strong>, con domicilio eletto presso Santina Bernar<strong>di</strong> inRoma, piazza Verbano 8;controComune <strong>di</strong> Roma, rappresentato e <strong>di</strong>feso dall'avv. Carlo Sportelli,domiciliato presso <strong>la</strong> sede dell’Avvocatura Comunale in Roma, via delTempio <strong>di</strong> Giove, 21;nei confronti <strong>di</strong>Istituto <strong>di</strong> Ortofonologia Srl, rappresentato e <strong>di</strong>feso dall'avv. GrazianoPungi, con domicilio eletto presso Graziano Pungi in Roma, via Ottaviano,9;per <strong>la</strong> riformadel<strong>la</strong> sentenza del TAR LAZIO – ROMA: Sezione II BIS n. 03917/2007,resa tra le parti, concernente RIGETTO ISTANZA DI CONDONOEDILIZIO.Visto il <strong>ricorso</strong> in appello con i re<strong>la</strong>tivi allegati;Visti gli atti <strong>di</strong> costituzione in giu<strong>di</strong>zio del Comune <strong>di</strong> Roma e dell’Istituto


<strong>di</strong> Ortofonologia;Viste le memorie <strong>di</strong>fensive prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive<strong>di</strong>fese;Visti tutti gli atti del<strong>la</strong> causa;Re<strong>la</strong>tore nell'u<strong>di</strong>enza pubblica del giorno 26 gennaio 2010 il Cons. VitoCarel<strong>la</strong> e u<strong>di</strong>ti gli avvocati Campagno<strong>la</strong>, Rocchi su delega <strong>di</strong> Sportelli, ePungi;Ritenuto in fatto e considerato in <strong>di</strong>ritto quanto segue.FATTO e DIRITTO1.- La S.I.V.A.M. a r.l. (Società Imbottigliamento e Ven<strong>di</strong>ta AcqueMinerali-Acqua Sacra) impugnava in primo grado le determinazioni<strong>di</strong>rigenziali n. 457 e n. 458 del 22.11.2005, recanti rigetto delle domande <strong>di</strong>condono proposte a sanatoria <strong>di</strong> taluni manufatti abusivi (<strong>numero</strong>se tettoiee una pergo<strong>la</strong> <strong>di</strong> mq. 129,00) in ferro e teli <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica destinati a depositiper stivare le bottiglie <strong>di</strong> acqua minerale: tali <strong>di</strong>nieghi sono motivati inre<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> carenza del “previo consenso dei proprietari” in capo al<strong>la</strong>società ricorrente.Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio-Roma, con <strong>la</strong> sentenzaoggetto <strong>di</strong> impugnazione, <strong>ha</strong> respinto il <strong>ricorso</strong> proposto dal<strong>la</strong> societàinteressata: a termini dell’art. 21 octies del<strong>la</strong> legge n. 241 del 1990 per ilcarattere vinco<strong>la</strong>to del provve<strong>di</strong>mento gravato; in quanto <strong>la</strong> ricorrente èsemplice conduttrice dell’immobile il cui proprietario si è anzi opposto al<strong>la</strong>sanatoria; perché è del tutto irrilevante <strong>la</strong> qualificazione <strong>di</strong> tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong>concessione per lo sfruttamento del<strong>la</strong> sorgente <strong>di</strong> acqua minerale, inassenza <strong>di</strong> valido titolo abilitativo ancorchè per opere funzionali, al<strong>la</strong> lucedel<strong>la</strong> concessione mineraria (delibera Giunta Regionale Lazio n. 6552 del 1°agosto 1991) che fà salvi gli eventuali <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> terzi e del contratto <strong>di</strong>locazione (stipu<strong>la</strong>to il 4 gennaio 1983) il quale prevede che ogni eventualeopera <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione, <strong>di</strong> adattamento e <strong>di</strong> miglioria alle unità immobiliarilocate dovrà essere preventivamente autorizzata dai proprietari.2.- Con l’appello in esame <strong>la</strong> società deducente, nel <strong>la</strong>mentare l’erroneità


del<strong>la</strong> sentenza, <strong>ha</strong> chiesto che il <strong>ricorso</strong> <strong>di</strong> primo grado sia accolto ed, inpartico<strong>la</strong>re: <strong>ha</strong> contestato l’assunto che <strong>la</strong> partecipazione al proce<strong>di</strong>mentonon potesse sortire effetto <strong>di</strong>verso; <strong>ha</strong> rilevato che <strong>la</strong> sua legittimazione achiedere il condono come da legge (art. 31, comma primo, legge n. 47 del1985 e art. 4 del<strong>la</strong> legge n. 10 del 1977) riposa nell’uso normale cui èdestinato il bene locato in quanto le mo<strong>di</strong>ficazioni ed ad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui alcontratto si riferiscono alle opere che eccedano <strong>la</strong> finalità in vista del<strong>la</strong>quale lo strumento negoziale è stato concluso (captazione idrica); <strong>ha</strong>sottolineato <strong>la</strong> specifica destinazione dell’immobile e <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>reconnotazione pubblicistica dell’attività produttiva ivi svolta, come<strong>pronunciato</strong> dal<strong>la</strong> Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Roma con <strong>la</strong> sentenza n. 1381 del2004 e secondo <strong>la</strong> quale l’intero complesso immobiliare è collegato daoggettiva pertinenzialità al bene minerario, in connessione funzionale conl’attività <strong>di</strong> sfruttamento del<strong>la</strong> sorgente.Il Comune <strong>di</strong> Roma si è costituito in giu<strong>di</strong>zio formalmente.L’Istituto <strong>di</strong> Ortofonologia, costituitosi in giu<strong>di</strong>zio, con le memoriedepositate il 4.2.2008 ed il 15.1.2010 <strong>ha</strong> concluso per <strong>la</strong> incondonabilitàdelle opere abusive, prospettando che l’area su cui insistono gli abusiricade in zona B1 <strong>di</strong> PRG.La società appel<strong>la</strong>nte, con <strong>la</strong> memoria a sua volta versata il 15.1.2010, <strong>ha</strong>invece precisato che <strong>la</strong> Cassazione, nel confermare con <strong>la</strong> sentenza n.19422 del 2008 <strong>la</strong> predetta decisione del<strong>la</strong> Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Roma, <strong>ha</strong>rigettato il tentativo avversario <strong>di</strong> liberare il complesso immobiliare, <strong>di</strong>recente acquistato, attraverso <strong>la</strong> risoluzione del contratto sul presuppostodell’inadempimento al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare lo stato dei luoghi senza ilconsenso del proprietario.La causa è stata trattenuta in decisione all’u<strong>di</strong>enza del 26 gennaio 2010.3.- L’ appello va accolto, nei limiti <strong>di</strong> cui al giu<strong>di</strong>cato nascente dal<strong>la</strong>suddetta pronuncia del<strong>la</strong> Corte <strong>di</strong> Cassazione e nei sensi <strong>di</strong> seguito esposti.Difatti, detta Corte Suprema -nel con<strong>di</strong>videre le conclusioni cui erapervenuto il giu<strong>di</strong>ce del merito circa <strong>la</strong> realizzazione dei manufatti abusivi


per effetto del <strong>ricorso</strong> all'istituto del<strong>la</strong> pertinenza mineraria in quantocostruzioni e<strong>di</strong>lizie da considerare strutture a servizio dello sfruttamentodel<strong>la</strong> concessione mineraria e, quin<strong>di</strong>, opere <strong>di</strong> pubblica utilità- <strong>ha</strong> posto inrilievo <strong>la</strong> natura strumentale delle coperture precarie realizzate dal<strong>la</strong>SIVAM al fine <strong>di</strong> realizzare l'attività <strong>di</strong> imbottigliamento autorizzata e anziprescritta in prossimità del<strong>la</strong> sorgente (<strong>di</strong>ffida del<strong>la</strong> autorità regionalere<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> conservazione del prodotto imbottigliato) nonchè qualificatocome non grave inadempimento il comportamento del<strong>la</strong> SIVAM, “fermorestando l'obbligo del<strong>la</strong> conduttrice <strong>di</strong> ridurre in pristino lo stato dei luoghial momento del<strong>la</strong> riconsegna del complesso”.Dal<strong>la</strong> illustrata interpretazione e qualificazione deriva –in punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittore<strong>la</strong>tivamente al “previo consenso dei proprietari” controverso anchenell’o<strong>di</strong>erna sede- che il Comune <strong>di</strong> Roma <strong>ha</strong> omesso <strong>di</strong> considerare isuccitati presupposti ai fini <strong>di</strong> una sanatoria temporanea ovvero in precariooppure con<strong>di</strong>zionata al<strong>la</strong> rimozione delle re<strong>la</strong>tive opere al momento del<strong>la</strong>riconsegna del complesso al<strong>la</strong> scadenza del rapporto <strong>di</strong> locazione.Questa conclusione,tuttavia, in quanto specifica al partico<strong>la</strong>re regimeminerario e peraltro inerente ad una ipotesi <strong>di</strong> risalente concessione per <strong>la</strong>coltivazione <strong>di</strong> un giacimento <strong>di</strong> acqua minerale, non vale a superare ilconsolidato e costante insegnamento del<strong>la</strong> Sezione in base al quale l’attivitàe<strong>di</strong>ficatoria –nell’assenza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> costruire o <strong>di</strong> autorizzazione neimo<strong>di</strong> <strong>di</strong> legge- è <strong>di</strong> rego<strong>la</strong> interdetta a chiunque, in qualsiasi zona delterritorio comunale e per qualsiasi movente, d’urgenza oppure perinelu<strong>di</strong>bili esigenze <strong>di</strong> carattere impren<strong>di</strong>toriale ovvero al<strong>la</strong> luce delcarattere pertinenziale dei <strong>la</strong>vori e<strong>di</strong>lizi.Ciò premesso -fermo il principio giurisprudenziale tra<strong>di</strong>zionale (<strong>di</strong> cui al<strong>la</strong>pronuncia dell’Adunanza Plenaria <strong>di</strong> questo Consiglio n. 8 del 12 ottobre1991 ) secondo cui le attività estrattive in sé considerate non sonosubor<strong>di</strong>nate al potere <strong>di</strong> controllo e<strong>di</strong>lizio comunale (ossia <strong>di</strong> norma nonnecessita <strong>di</strong> concessione e<strong>di</strong>lizia o permesso a costruire)– va invero rilevatoche <strong>la</strong> pianificazione urbanistica <strong>di</strong> un’area ben può incidere sulle attivitàestrattive, o meglio sullo sfruttamento delle re<strong>la</strong>tive risorse ovvero sul<strong>la</strong>


Va appena ricordato –però- che, nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>namica dei rapporti giuri<strong>di</strong>ci, ènotoria <strong>la</strong> <strong>di</strong>stinzione fra tito<strong>la</strong>rità ed esercizio del <strong>di</strong>ritto: rimane cioèimpregiu<strong>di</strong>cata <strong>la</strong> possibilità del Comune, non <strong>di</strong> esaminare i contenutidel<strong>la</strong> concessione mineraria, bensì <strong>di</strong> verificare l’esercizio del <strong>di</strong>rittominerario in conformità alle leggi ed alle previsioni <strong>di</strong> piano rego<strong>la</strong>tore, chenel<strong>la</strong> specie dettano una <strong>di</strong>sciplina a tipologia residenziale e non industriale.Ciò vuol <strong>di</strong>re che l'amministrazione comunale, in sede <strong>di</strong> riesame del<strong>la</strong>vicenda in esame, deve anche valutare –al<strong>la</strong> stregua delle norme <strong>di</strong> pianorego<strong>la</strong>tore- le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> legittima coesistenza dello specifico impianto <strong>di</strong>coltivazione in una zona a destinazione B1, per <strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>adell’ambiente nel quale l’uomo vive e che costituisce limite al principio <strong>di</strong>iniziativa privata previsto dagli artt. 41 e 42 del<strong>la</strong> Costituzione (Cons. St.,VI, 21 settembre 2006 n. 5552).5.- Entro questi ambiti l’appello va accolto e <strong>la</strong> sentenza riformata.Le spese <strong>di</strong> lite re<strong>la</strong>tive al doppio grado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio vanno integralmentecompensate tra le parti in considerazione del<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> fattispecie.P.Q.M.Il Consiglio <strong>di</strong> Stato, sezione Quarta, definitivamente pronunciando,accoglie l'appello in epigrafe e, per l'effetto, in riforma del<strong>la</strong> sentenzaimpugnata, annul<strong>la</strong> gli atti impugnati in primo grado, nei sensi <strong>di</strong> cui aparte motiva e fatti salvi gli ulteriori provve<strong>di</strong>menti del Comune <strong>di</strong> Roma.Compensa le spese <strong>di</strong> lite re<strong>la</strong>tive al doppio grado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio.Or<strong>di</strong>na che <strong>la</strong> <strong>presente</strong> decisione sia eseguita dall'autorità amministrativa.Così deciso in Roma nel<strong>la</strong> camera <strong>di</strong> consiglio del giorno 26 gennaio 2010con l'intervento dei Signori:Goffredo Zaccar<strong>di</strong>, Presidente FFArmando Pozzi, ConsigliereVito Poli, ConsigliereSandro Aureli, ConsigliereVito Carel<strong>la</strong>, Consigliere, Estensore


L'ESTENSOREIL PRESIDENTEIl SegretarioDEPOSITATA IN SEGRETERIAIl 26/03/2010(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)Il Dirigente del<strong>la</strong> Sezione

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