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Un amore piú forte della guerra - Johannes Brandrup

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[LA STORIA]DI MARINO PARODI - PHOTO VISION<strong>Un</strong>a bella ragazza partigiana, di estrazioneborghese, si innamora perdutamente,riamata, di un alto ufficialetedesco. Dopo mille colpi di scena, l’<strong>amore</strong>trionfa. Potrebbe essere la trama di un romanzo,ma anche di un film. In effetti, è la trama diun riuscitissimo romanzo, anzi di due, nonchédi uno sceneggiato televisivo che, anche grazieall’interpretazione di Sabrina Ferilli, ha conquistatoi telespettatori. Ma il bello deve ancoravenire: è una storia rigorosamente vera, raccontatadalla protagonista, Nini Wiedemann,che coi due libri Al di là delle frontiere (Il Saggiatore)e Al di là delle frontiere/2 (Loggia de’Lanzi), e collaborando alla stesura del lavorotelevisivo, si è rivelata brillantissima narratricee sceneggiatrice in età più che matura. Isuoi libri si leggono d’un fiato, tanto sonoemozionanti e avvincenti le vicende che vi sononarrate. L’autrice rivela inoltre grande capacitàdi introspezione psicologica per quantoriguarda non solo se stessa ma tutti i personaggi.Parlano i fatti: il primo libro dominò alungo la classifica dei libri più venduti in Italianel 2004. Lo sceneggiato televisivo, perparte sua, risultò la fiction più seguita dai telespettatorinell’ultimo decennio. Il seguito, ossialo sceneggiato tratto dal secondo libro, èIncontro con Nini Wiedemann, partigiana, mogliepartigiano molto attivo. Piùche naturale, quindi, che miritrovassi a fornire provviste alui e ai suoi compagni. Conobbiil maggiore Wiedemann attraversouna mia cara amica, Anna Maria,che era moglie del podestà delpaese».Ma come poté vivere una simile storiad’<strong>amore</strong> e insieme militare nella Resistenza?«Certo non fu facile. Ma chi ha vissutoquei tempi tragici riesce a comprendere senzatroppa fatica che, prima ancora che individuischierati, da una parte e dall’altra e perPoi, dopo mille peripezie,l’<strong>amore</strong> trionfò...«Sì. <strong>Un</strong>a volta terminatala <strong>guerra</strong>, Hans vennemandato in prigionia, nonsapevo neppure dove fossefinito. Io invece ero tornataa casa. L’<strong>amore</strong> che ci univa era troppo <strong>forte</strong>,però, perché potessi star lì tranquilla adaspettare. Così partii alla sua ricerca e, in unmodo che diventa spiegabile soltanto riconoscendol’intervento <strong>della</strong> Provvidenza, riuscimmoa ritrovarci. Le autorità alleate constataronoche Hans si era comportato in maniera“<strong>Un</strong>a volta terminatala <strong>guerra</strong>, Hans vennemandato in prigionia.Io non sapevoneppure dovefosse finito”di un ufficiale tedesco e infine scrittrice di successoUN AMORE PIÙ FOR TE DELLA GUERRAtuttora in fase di elaborazione.Incontro Angela Ghiglino Wiedemann nelsuo appartamento nel centro di Franco<strong>forte</strong>,benché ormai trascorra da tempo la maggiorparte dell’anno a Pietra Ligure, ossia nella parted’Italia in cui è nata e cresciuta. Le è accantoil signor Horst Struppek, suo attuale e devotomarito. La signora, che porta gli 85 anni inmaniera eccellente, trasmette grande serenità,entusiasmo, e una rara capacità di cogliere ilprossimo e le situazioni al volo.Signora Wiedemann, vuol regalarci unasintesi <strong>della</strong> sua esistenza?«Sono nata e cresciuta in una famiglia riccadi <strong>amore</strong>. Persi il padre quando ero ancorabambina. Sono sempre stata una ragazzasveglia e precoce. A diciassette anni conseguiila maturità classica col massimo deivoti, subito dopo mi sposai. Fu un matrimonioinfelice: quando conobbiHans ero già separata. All’epoca,dopo essere tornata a casa, mioccupavo delle attività di famiglia:i miei erano gioiellieri.Aderii alla Resistenzanon solo per motivazioniideali ma anche perchémio fratello era unmille ragioni diverse (calcolo, convinzione,paura e altro ancora) c’erano uomini e donne,con i loro sentimenti più che mai intensi.L’incontro col mio futuro marito avvenneproprio nel momento in cui stavo per esserearrestata dalle autorità fasciste per il miocoinvolgimento con i gruppi partigiani, cheavevano trovato rifugio in montagna. AnnaMaria riuscì a evitarmi la prigione proprio intercedendopresso il maggiore Hans Wiedemann,comandante tedesco <strong>della</strong> zona. Lascintilla tra noi scoccò subito, benché io siastata con lui chiara fin dal primo momentocirca la mia scelta politica, che non volevotradire e che infatti non tradii mai. Anzi, colsial volo l’occasione che la Provvidenza mioffriva proprio tramite Hans, che mi offrì ilposto di interprete presso il suo comando.Attraverso quel lavoro potei aiutare tantagente, restando sempre legata ai miei amicipartigiani. Quando il maggiore, ormai innamoratodi me, ricevette l’ordine di spostare ilbattaglione sul fronte di Montecassino, rischiòla corte marziale pur di portarmi consé, nascosta tra i soldati. Io lo seguii ovunque,anche in prima linea, aspettando altreoccasioni per aiutare il mio Paese. Occasioniche arrivarono presto».esemplare, da vero e leale soldato, e lo rilasciarono.Nel frattempo io avevo appena ottenutola dichiarazione di nullità del mio precedentematrimonio, così nel 1946 ci sposammo e cistabilimmo a Franco<strong>forte</strong>, dove mio marito,che apparteneva a una famiglia assai illustre, ripresea esercitare l’avvocatura. Fu un matrimoniofelicissimo, coronato dalla nascita diun figlio, Vittorio, il quale ha oggi 55 anni, èimprenditore di successo e padre di due figli.Io, oltre a occuparmi <strong>della</strong> famiglia e a seguirela carriera di mio marito, mi dedicavo al volontariato,specialmente in parrocchia».E la scrittura?«L’ho sempre coltivata,per lo più scrivendo racconti,diffusi però in una cerchiaristretta di amici nonché nell’ambito<strong>della</strong> parrocchia, senzaperò mai pubblicare nulla sinoal 1998 (anno di uscita delsuo primo libro, ma il successo arrivasoltanto nel 2004, allorchéquesto viene appunto mandato inlibreria dal Saggiatore, ndr). Nel1964, il Cielo mi tolse Hans, il qualese ne andò improvvisamente, in seguitoa un incidente d’auto. Fu unA sinistra: Nini Wiedemanncon Horst Struppek, suoattuale marito. Qui sopra:le copertine dei suoi libri.Sotto: il documento del Cnlche attesta la suapartecipazione alla Resistenza113CLUB3 FEBBRAIO 2006


[LA STORIA]Qui sotto: Angela Wiedemannnella sua casa di Pietra Ligure.A destra: la signora con ilmaggiore Wiedemann. In alto:Sabrina Ferilli nella fiction trattadal “Al di là delle frontiere”“La nostra storia eracosì coinvolgente cheavvertivo la necessitàdi riflettere perraccontarla conobiettività. Anche itempi storici non eranoancora maturi”grande dolore, ma non milasciai abbattere, ancheperché ero e sono sicurache lui continua a vivere felice,in un’altra dimensione.Due anni dopo, mi risposai con Horst, giàamico carissimo mio e di Hans, uomo assai generoso,un ottimo secondo padre per Vittorio.Col mio secondo marito ripresi in seguitoa occuparmi di quella cheera stata l’attività di famiglia,la gioielleria».Torniamo un attimo aitragici eventi del periodobellico: i libri e lo sceneggiato danno di leil’idea di una donna molto coraggiosa. Io laconosco tra l’altro come persona assai sincera.Signora Wiedemann, davvero non ebbemai paura?«La forza che possono dare un grande<strong>amore</strong> e la fede sono inimmaginabili. E ancora:quando la vita ti mette davanti a situazionidrammatiche, ti scopri <strong>forte</strong> se accetti la sfida,e questo penso valga un po’ per tutta la miagenerazione. Posso dire, in tutta sincerità, diaver provato paura assai di rado».Perché scrive in terza persona?«Per umiltà. Ho voluto raccontare la miaesperienza per <strong>amore</strong> di coloro che mi sonocari, ma anche dei giovani, che devono assolutamentesapere che, se non ci arrendiamo,l’<strong>amore</strong> prima o poi trionfa».La sua è una storia straordinaria. Tuttaviail suo primo libro fu pubblicato solo dueanni fa, contemporaneamentealla messa in ondadello sceneggiato. Perchéquesta attesa, durata quasisessant’anni?«La mia, la nostra storia era stata così coinvolgenteche io, pur avendo già da tempo decisodi metterla per iscritto, avvertivo l’esigenzadi riflettere, di aspettare, proprio per riferirecon la maggior obiettivitàpossibile quanto avevamovissuto. I tempi, inoltre,non erano maturi neppuresul piano storico. Il conflittomondiale e la <strong>guerra</strong> civilefurono eventi che sconvolseroitaliani e tedeschiin misura tale da render necessarioun lungo periododi tempo prima di poterliporre a tema di una narrazione. Non va poi dimenticatoche ora si può scrivere apertamenteche anche tra i tedeschi vi erano uomini digrande coraggio, di valore, nel complesso ineccepibilisul piano umano, mentre per decenniaveva dominato l’inevitabile stereotipo del tedescosempre e comunque crudele e nazista».Fu quello anche il caso di Hans?«Certo. Come tanti suoi coetanei, essendomolto giovane quando Hitler andò al potere,inizialmente si lasciò incantare dalle sue promesse,ma poi aprì gli occhi. Pensi che, convintoda me e dai miei amici partigiani, fu proprioHans a sminare la laguna veneta, salvandocosì la vita a migliaia di italiani».Che cosa ha significato per lei diventaredi colpo un personaggio pubblico?«Non le nascondo che è stata una grandegioia. Non tanto per la popolarità in sé ma soprattuttoper la possibilità di condividere unagrande esperienza d’<strong>amore</strong> e di vita con milionidi giovani e anziani, di donne e uomini. Èuna testimonianza il cui valore va ben al di là<strong>della</strong> vicenda personale mia e di Hans. Non acaso, ho ricevuto tantissime lettere da parte dilettori e telespettatori. Questo mi ha rafforzatonella decisione di scrivere un altro libro ancora,ossia la mia autobiografia, nonché la sceneggiaturatratta dal mio secondo libro. Poi saràla volta di una sceneggiatura per il cinema,tratta da entrambi i libri, per la quale già storaccogliendo idee».114FEBBRAIO 2006CLUB3

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