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Archivio PDF: Lezioni 3.Sociologia

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La società industriale classica• La società industriale classica si afferma a partire da ed entro una societàcontadina, tradizionale, statica, a limitata circolazione di merci e denaro.• I processi di industrializzazione sono:• In economia: manifattura e fabbrica; centralità del mercato nazionale comedispositivo di scambio di beni e servizi; autonomia crescente del mercatoistituzionedalle altre istituzioni sociali(Polanyi)• Nella politica: la formazione dello stato nazionale moderno, con istituzionipolitiche rappresentative e democratiche• Nella cultura sociale: alfabetizzazione, scolarizzazione, formazione dicapacità lavorative ,formazione di opinione pubblica, secolarizzazione


La società industriale nei classici• A.Smith mercato che si autoregola, individui liberi che si muovono seguendo il lorointeresse• Bentham: utilità individuale come base dell’ utilità sociale aggregata• Saint Simon Comte: l’industria è “la scienza al lavoro”: impone un principiosuperiore di organizzazione produttiva e sociale• Marx: l’industria è la forma produttiva del capitalismo, dopo la rottura dei rapportisociali di produzione tipici della società feudale(terra servitù potere personale)el’avvento della libertà formale di impresa e di lavoro.Contraddizione sostanziale fra laproprietà dei mezzi di produzione(e la classe che la detiene:borghesia capitalistica)e ladisponibilità di sola forza lavoro( e la classe che la subisce:il proletariato industriale)• Tocqueville : la società di massa(“democratica”) senza barriere tradizionali di ceto(schiavitù a parte)


Il principio di organizzazione• Il principio di organizzazione caratterizza la società industriale• in generale(Saint Simon,Comte:la società industriale è quella della organizzazionescientifica)• -come il modo di comporre un insieme (il lavoro che viene organizzato)• -come l’ insieme che in tale modo viene composto(l’impresa,l’esercito, la chiesa, ilpartito sono organizzazioni )• Nel lavoro produttivo• L’impresa industriale organizza il lavoro sostituendo al tradizionale schema dellabottega artigiana il sistema di manifattura ( fabbrica)• La manifattura accresce la divisione tecnica del lavoro(= scomposizione eseparazione delle mansioni affidate a lavoratori diversi)e impianta su di essa unaseparazione di gerarchie, funzioni, ricompense.


Organizzazione del lavoro• L’organizzazione delle produzione industriale (TAYLORISMO FORDISMO) si èautodefinita scientifica ossia dominata da un principio di forte(tendenzialmente totale)razionalità sinottica(=considerare e controllare, dall’alto e dall’ esterno, tutte lecomponenti e tutte le attività dell’organizzazione)• I principi sono: standardizzazione dei processi/ predeterminazione delle operazioni/incentivi e sanzioni ai lavoratori / economie da grande dimensione• Negli anni 1930-50 il scientific management aggiunge la scoperta del “fattoreumano”(le relazioni nei gruppi di lavoro, le relazioni con l’ambiente sociale)• L’organizzazione è un ambiente di vita oltre che di produzione. La forma tipica dellavoro industriale è caratterizzata da: relativa stabilità, grande dimensione , durataper la vita; protezione sociale (welfare fordista),


Nuove culture organizzative• Il taylorismo ha prodotto le alternative fra progressione dicarriera/.dequalificazione,ripetitività del lavoro; appartenenza(di azienda mestieregruppo ) /alienazione; identità (società dei produttori)/conflitto sociale(sindacale,politico, di classe)• Crisi e trasformazione del Taylorismo-fordismo(anni 70-80)> TOYOTISMO. I principiorganizziativi sono : specializzazione flessibile/ produzione su domanda/ qualità totaledei prodotti e dei processi/ scelta dei tempi e abolizione degli stoccaggi(just-in-time)• Il pensiero organizzativo più recente sottolinea il carattere culturale delleorganizzazioni, ponendo la differenza fra dimensione esplicita(funzioni organitecnologie processi produttivi) e implicita( clima identità motivazione missioneappartenenza). Le imprese sono viste come sistemi culturali


Organizzazione a rete• Una rete è un insieme di punti(nodi) tra loro connessi da relazioni(contatti fisici,informativi).e in grado di agire come sistema.• Proprietà della rete sono il suo grado di apertura(variazione dei nodi componenti),densità( numerosità e multilateralità delle relazioni), centratura( se esiste un nodo a cuigli altri fanno riferimento o se la rete è più o meno acentrica).• Il modello reticolare è impiegato per analizzare gli intrecci fra organizzazioni epersone (flussi finanziari e bancari partecipazioni azionarie incrociate, impresetransnazionali disseminate globalmente, ecc.).• V. A.Lomi,Reti organizzative.Teorie tecnica e applicazioni, Il Mulino,1991• A.Laszlo-Barabasi M Link.La scienza delle reti, Einaudi 2002


La struttura come stratificazione• La struttura di una società è un modo sintetico di pensare alla sua composizione -pergradi, livelli, posizioni• La struttura può essere raffigurata per immagini analogiche (scala, piramide,rombo, fiasco, cipolla, clessidra);che hanno una funzione pratica nella testa degli attorisociali• La stratificazione analizza la struttura in base alle posizioni che gli individui ed i gruppioccupano su una scala di livelli misurata dal possesso di determinate risorseinegualmente distribuite• Tali risorse sono la ricchezza( reddito e patrimonio) ; il prestigio sociale (rangoattribuito, professone, iistruzione cultura) , il potere( nel lavoro, nella cerchia socialediappartenenza; nella sfera pubblica )


Distribuzione del reddito• Le classi di reddito sono aggregati statistici che distinguono gliindividui in base al loro livello di reddito(di norma annuale)• La polarizzazione nella distribuzione del reddito è data dallaquota di reddito che va a ciascun decimo(decile) degli individui checompongono la società. In una distribuzione perfettamenteegualitaria, ogni decile disporrebbe di un decimo del redditocomplessivo e lo scarto complessivo sarebbe 0• L’ indice di Gini misura lo scarto complessivo della distribuzione,variando da 0= totale eguaglianza a 1=totale diseguaglianza(ovvero tutto il reddito a un solo decile)L’IG è in USA 0,33 inGermania 0,25• Per semplificare si può rapportare la quota che va al 1.o decilecon quella che va all’ultimo.In Cina oggi 40% vs. 2%


Altri criteri di stratificazione• Il prestigio(una volta detto onore, rango; oggi status) si indaga attraverso i giudizi direputazione( ad es. il valore che i rispondenti assegnano a occupazioni, ceti ).• Il potere indica la capacità di disporre di (controllare) altri; può essere economico,politico, culturale ecc.• Una “quarta scala” di stratificazione potrebbe essere data dal valore simbolicomediatico di immagine , distinzione(Bourdieu), di cui gli individui sono accreditati• In questo elenco di attività professionali:• Medico giudice scienziato avvocato imprenditore manager politico archietto calciatorescrittore commercialista prete cantante modello o velina sindacalista disc-jockey ,aquale attribuite maggiore prestigio?• La sequenza discendente (da medico :massimo prestigio> a disc jockey : minimo) èemersa da un sondaggio su un campione rappresentativo di Italiani (2006)


Gli squilibri• Le scale di stratificazione ( e le conseguenti dicotomie: ricchi/poveri,colti/incolti,potenti/deboli) tendono ad allinearsi : ricco-colto-potente vs. povero,incolto- debole.• Se le posizioni sono disallineate, si determinano incongruenze e squilibri, cheproducono vari esiti: passività(i nobili decaduti, alto prestigio basso reddito ) ;mobilitazione individuale(es. neoricchi che cercano di essere potenti); movimenticollettivi(es. colti e deboli che cercano di essere ricchi e potenti ecc.)• Altre forme di squilibrio derivano da:• entrata in crisi di aspettative di mobilità che prima erano in costanteaumento(spiegazione di Tocqueville sulla genesi della rivoluzione francese)• erosione delle posizioni intermedie ,che diventano più instabili e difficili damantenere(effetto clessidra)• panico da status: il timore di perdere vantaggi differenziali , di scivolare verso posizioniinferiori che si erano superate


Classi• Le società antiche fondavano la diseguaglianza sociale sulla appartenenza ad aggregatisituati su livelli nettamente distinti e posti in ordine gerarchico. Tali aggregati erano lecaste(quattro nell’ antica India) , gli ordines(tre nel medioevo: nobiles, clerici, servi), glistati nell’ Europa delle monarchie assolute (primo stato re e aristocratici, secondo statoclero alto e basso, terzo stato: artigiani mercanti “burgenses”• La Società industriale è più ticpicamente una società di classi a base economicooccupazionale• Le classi:• -per Marx derivano dai rapporti sociali di produzione (proprietà dei mezzi diproduzione, lavoro) proprietari terrieri,borghesia capitalistica, lavoratori salariati,sottoproletariato• -per Wedber derivano dalla posizione degli individui sul mercato( proprietà, reddito,professione)e dalla conseguente disparità nelle opportunità di vita


Nomenclature di classe• Sylos Labini: cinque grandi insiemi di classi in Italia(anni 70-80):borghesia(imprenditori liberi professionisti,managers,dirigenti) / piccola borghesiaparzialmente autonoma(rurale e urbana)/ classi medie di impiegati (pubblici eprivati);classe operaia(rurale industriale di servizi)/ sottoproletariato• Goldthorpe: distingue per occupazione e controllo sul proprio lavoro: grandiimprenditori/ professionisti dirigenti tecnici superiori/Impiegati / piccoli imprenditori eartigiani/ tecnici inferiori,capi di lavoratori manuali/ lavoratori manuali(operai)industriali qualificati/ lavoratori manuali non qualificati• Schizzerotto(anni 90) considera anche le credenziali educative: grandi e mediimprenditori/professionisti/dirigenti/ classe media impiegatizia/piccola borghesiaurbana: imprenditori minori , /self employers/ piccola borghesia rurale(coltivatoridiretti)/classe operaia urbana/classe operaia rurale


Collocazioni di classe• Elementi di distinzione fra working e middle class utilizzati nelle indaginisono: tenore di vita, beni di consumo,ricchezza mobile e immobile, tipo dicasa e residenza, disponibilità di tempo libero, scuole e università frequentatedai figli, immagine e considerazione sociale. Questi criteri in realtàcombinano elementi di classe e di ceto• Avendo tre livelli: classe dirigente (ruling class) -Classi medie(middle class)-Classi popolari (working class) dove collochereste i seguenti raggruppamentioccupazionali?• Artigiani dirigenti funzionari pubblici impiegati esecutivi impiegati diconcetto insegnanti liberi professionisti operai comuni operai qualificatipensionati studenti tecnici


Classe dirigente• Il concetto di classe dirigente ( ruling class) isola il gruppo di coloro chedetengono il potere economico e politico nella società.• Pareto introdusse al riguardo il concetto di elite, che “giustifica” la classedirigente in base alla sua eccellenza e superiorità• La nozione di power elites(elite del potere) è stata usata criticamente daC.Wright Mills per evidenziare i meccanismi di cooptazione che collegano econfondono in un gruppo coeso i detentori del potere politico, industrialemilitare( Stati Uniti anni 50)(Nozione opposta: poliarchia di Dahl, cometratto che caratterizza una società democratica pluralista).• Per l’Italia oggi C.CARBONI,a cura di, Elite e classi dirigenti,Laterza,2007(indagine empirica);G.A.STELLA S.RIZZO, La casta,Rizzoli 2007( pamphletcontro la classe politica attuale );B.BONGIOVANNI N.TRANFAGLIA, cur,Le c lassi dirigenti nella storia d’Italia, Laterza 2006(Italia 1861-2005)


Ceti• Ceti sociali sono raggruppamenti di coloro che hanno comuni tratti di vita, cultureprofessionali, agire di consumo,e di conseguenze anche status sociale,prestigio,reputazione• La società europea preindustriale comprendeva ceti rigorosamente distinti per rangodi importanza (“noblesse oblige”, “vil meccanico”)• Oggi la collocazione di ceto orienta soprattutto l’agire di consumo e le sue distinzioni• Per Pierre Bourdieu il campo sociale comprende ceti dotati di diverso capitale checombina ricchezza economica e ricchezza culturale. Schematicamente ricchi e colti,poveri e colti,ricchi e incolti poveri e incolti• Jean Baudrillard collega il consumo ad una economia del desiderio,dei segni veicolatidagli oggetti e dei simulacri che simulano gli oggetti. Attraverso la comunicazione larealtà -di individui, gruppi, organizzazione) viene percepita come immagine ,ossia comeprecipitato di comunicazioni. Immagine è modo di apparire, che dà, o toglie,prestigio.


Ceti e stili di vita (Italia)• Famiglia: vivono in famiglia con CF donna che lavora(1%)-sono poveri(13)-vivono inaffitto(19)-hanno un animale in casa(41)-sono favorevoli al divorzio(77) hanno almenouna autovettura (86)• Cultura: leggono almeno un libro al mese(6) usano il dialetto in casa(34), non leggononessun quotidiano(44), lo scorso anno non hanno letto libri(56) sono analfabetiinformatici(59) leggono l’oroscopo(75) si servono della tv come fonte diinformazione(99)• Credenze : sono di fedi non cattoliche(2) , considerano la religione fondamentale per lavita(23)-si sposano col rito civile(31) ,considerano l’embrione un essere umana(64)credono negli angeli(67), conoscono il nome della loro parrocchia(78), sonobattezzati(95)• Salute e bioetica: soffrono di dislessia(5)-ricorrono all’omeopatia(8) hanno disturbi allavista(11) soffrono di depressione(17) , fumano(26), sono sovrappeso(33) , si dichiaranosoddisfatti della loro esperienza in ospedale(50) , sono contrari alla clonazione a finiriproduttivi(90)• Utilizzano televisione(99) ;utilizzano tv e giornali(37) ; consumatori di tutti i media aimassimi livelli(2)


Mobilità sociale• Mobilità sociale sono individui o gruppi che cambiano posizione sociale nel tempo• A)rispetto alla posizione ereditata dalla famiglia di origine(M.assoluta ointergenerazionale);B)rispetto a posizioni occupate in precedenza nella lorovita(M.relativa o intragenerazionale)• Si associa anche a fenomeni di mobilità territoriale(inurbamento, immigrazione,emigrazione)• Il cambiamento può essere in ascesa, in discesa, o laterale. Quando si confrontano i figlicon ipadri occorre chiedersi quale è il saldo fra il livello della posizione occupata daipadri ed il livello della posizione occupata dai figli. Il cambiamento intergenerazionalepuò infatti derivare non da un effetto di mobilità reale ma da mutamenti complessividella strutture economica e occupazionale,che hanno abolito certe posizioni e ne hannointrodotte altre che non esistevano.• La possibilità che le posizioni(soprattutto in alto) siano raggiunte non pertrasmissione ereditaria(dalla propria famiglia e classe sociale di origine) ma in base acapacità e attività personali(cooptazione vs.meritocrazia) è un indicatore della fluiditàpresente nella società•


Mobilità(Italia)• Nel conseguimento delle posizioni professionali elevate, le ricerche condotte dal 1985al 2003 in Italia indicano che le provenienze famigliari hanno un impattosuperiore a quello di altri paesi confrontabili• .Il peso dell’ereditarietà sociale in Italia è rimasto sostanzialmente immutato nel corsodel XX secolo.In altri paesi(Francia Olanda paesi scandinavi) è stato ridotto da duefattori:• A) le origini sociali hanno minore influenza sulla possibilità di raggiungere i livelli piùelevati di istruzione( selezione scolastica più meritocratica)• B) i crediti educativi e le competenze acquisite contano di più nel determinare i destinioccupazionali e sociali delle persone•


Social mobility in Europe• Studio comparativo curato da Richard Breen(Oxford) e per l’Italia daA.Schizzerotto e M.Pîsati(Un.Milano Bicocca) e pubblicato nel 2004• Per chances di stabilità intergenerazionale( SES del figlio uguale a SES delpadre) abbiamo: Svezia 0,65 Olanda 0,91 USA 0,98, UK 1 (valore soglia)1,12 Fra 1,14 D 1,20 Ita• Nel 1985 il 30% degli Italiani dichiaravano di avere sperimentato unamobilità di carriera nel corso della loro vita lavorativa , nel 2003 il36%(Schizzerotto)..La quota di lavoratori che cambiano classe sociale grazieal proprio lavoro è in Italia del 20%(contro 40-55% negli altri paesi)• “Il sistema tende più che altro a confermare al figlio il ruolo del padre,condizionando così sia la posizione di ingresso sul Mdl sia il miglioramentonel corso della attività lavorativa”(Schizzerotto)


Mobilità e istruzione• Nel periodo 1961-2001 la popolazione italiana ha segnato un forte incremento nellascolarità: i possessori di titoli di studio superiore(diplomi e lauree) sono saliti dal 5,6%sul totale(popolazione oltre 6 anni) al 33,4% sul totale• L’aumento dell’ istruzione si traduce in mobilità sociale ?• Nelle società preindustriale, l’istruzione è un bene prezioso, i “clerici” sono figurerare, i titoli professionali si trasmettono ereditariamente• Nella Società industriale l’istruzione si diffonde in quanto è competenza necessariaper acquisire competenze operative : più istruzione> maggiori livelli professionali• Nella società a istruzione di massa, l’istruzione tende a perdere il vantaggiocompetitivo a fini di mobilità e diventa un investimento da far rendere( più livelli diistruzione più livelli retributivi)• L’istruzione è un bene necessario per restare inclusi nelle dinamiche dell’innovazione(lifelong learning: apprendimento che dura tutta la vita)


Occupazione e diseguaglianze• Negli anni 50-60 le disparità derivavano da classi ben definite dasolidi inquadramenti organizzativi e gerarchici. Da cui i, attese eprospettive di carriera; ii, legami definiti dalla posizione occupatanell’ apparato produttivo; iii,autorità rigidezza chiarezza sulposto occupato nel sistema sociale• Ancora oggi il 40% dei capifamiglia francesi fanno lavori manualiin prevalenza nel terziario. Le diseguaglianze non dipendonodall’occupazione o dai consumi (di massa),ma si esprimono inresidenza territoriale, accesso all’istruzione superiore, settoreeconomico cui si appartiene.• Di conseguenza l’ascensore sociale si è bloccato e l’ambiente diorigine ritorna a pesare di più sui destini sociali degli individui.• D.Cohen La globalizzazione e i suoi nemici;Tre lezioni sullasocietà postindustriale


Occupazione flessibile• La trasformazione dell’industria falcidia i posti stabili tipici dellaOdl fordista , accresce l’outsourcing ed il ricorso a forme dilavoro flessibile (a tempo determinato, a progetto,a chiamata ecc.)• Le conseguenze per le imprese sono: Riduzione delle dimensioni• Sostituzione del “progetto”(definito) al posto di lavoro(indefinito)• Impossibilità di strategie di lungo periodo• Le conseguenze per gli individui sono:Perdita di stabilità nelrapporto fra lavoratore e posto di lavoro(job)• Rottura delle possibilità di progressioni professionali, di carriera• Mobilità individuale fra posti più contingente• Perdita di importanza del lavoro nella costruzione dell’ identitàpersonale, incertezza sulle nuovi fonti di identificazione


Tipi di società oltre la manifattura classica• Deindustrializzazione scomparsa dell’ attività industriale, ripresa relativadi agricoltura, commercio, servizi tradizionali , rilancio di attività tipiche diuna società rurale• Reindustrializzazione: reimpianto di attività industriali in aree di precedenteindustrializzazione(con cambio di processi, prodotti, mercati)• Post-industrializzazione: crescita dell’occupazione e del valore aggiunto inservizi ( società dei servizi, self-service society); terziario avanzato per laformazione, la ricerca, il tempo libero, la salute(settore quaternario; D.Bell1969); primato del capitalismo finanziario sull’ attività direttamente produttiva• Neo-industrializzazione : sviluppo di una industria direttamente basata sullaricerca scientifica di base e l’alta tecnologia; economia della scienza e dellaconoscenza ( materiali, energia, vita,salute ecc.)• Società della informazione e comunicazione(Information CommunicationTechnology)


Conseguenze umane del postfordismo• Tema trattato ampiamente da Z.Bauman,U.Beck e altri autori• L’uscita dal fordismo e l’ingresso in una economia-mondo pone gli individui inmaggiore difficoltà per quanto concerne:• La possibilità di controllare il proprio lavoro (indipendenza e autonomia)• La certezza e la stabilità delle fonti di reddito( il capitale finanziario e le sue renditetendono a prevalere sui redditi da lavoro dipendente)• La stabilità dell’ occupazione,sospinta verso flessibilità/precarietà• L’emergere di forme di nuova servitù(immigrazione, traffici di persone, mercaticriminali, abusi contro bambini e donne ecc.)• R.SENNETT La cultura del nuovo capitalismo, tr.it. Il Mulino 2006(analizza leconseguenze della fine delle vecchie istituzioni :impresa fordista e stato sociale, intermini di diseguaglianze delle posizioni e reticolarità delle relazioni


Le classi nella società postindustriale• Ad alta sicurezza di impiego (1/3)• 1% elite cosmopolite(amministrazione pubblica e imprese, gradini più alti delleoccupazioni professionali)• 9% professionisti e manager• 22% esperti di informatica/tecnologia( lavoratori Apple Mac)• A minor sicurezza di impiego (2/3)• 18% lavoratori informatizzati(comprende le attività di tipo impiegatizio)• 10% piccoli imprenditori• 22% lavoratori di servizi modesti(Bic Mac)• 15% operai industriali• 3% agricoltori• Fonte Giddens L’Europa nell’ età globale,2007,p.71(% riferite a individui,non ai nucleifamigliari)


Nuove forme di stratificazione globale• Presidenti di grandi imprese transnazionali,banche e organizzazioniinternazionali,capi degli stati che sono attori globali• Politici di vertice, star dei media, delle professioni, dello sport• Massimi dirigenti di grandi organizzazioni pubbliche e private• Piccoli imprenditori,professionisti indipendenti, dipendenti tecniciprofessionali,funzionari pubblici, insegnanti• Benestanti(rentiers):anziani che hanno pensioni e rendite elevate• Lavoratoti autonomi con attività regolare, impiegati e operai con alte qualificazioni elavoro stabile• Impiegati e operai con medio basse qualificazioni e lavoro stabile• Lavoratori autonomi lavoratori atipici con contratti instabili• Lavoratori poveri, in economia sommersa,irregolare informale• Disoccupati senza tutele,poveri assistiti, child workers, nomadi, mendicanti• Detenuti a lavori forzati schiavi per debiti,bambini di strada,homeless, ricoveraticoatti (fonte Gallino)

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