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sentenza della Corte d'Appello di Milano - Lider-Lab

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valore era legato anche al “fattore <strong>di</strong> influenza” sulla opinione pubblica. Il tuttoveniva bene evidenziato sulla base delle formule che il collegio peritale riportava apagina 20 e 21 dell’elaborato, alle quali si rimanda.Si poneva poi in luce che in uno dei casi in esame (AME), ai fini <strong>della</strong>determinazione del capitale netto rettificato assumeva un certo rilievo il valore deinegozi (punti ven<strong>di</strong>ta). Né, nella logica del metodo patrimoniale, si potevaprescindere dall’analisi degli oneri fiscali sulle plusvalenze.Il Collegio peritale, poi, illustrava il metodo misto, patrimoniale-red<strong>di</strong>tuale, constima autonoma del “Goodwill” e la verifica red<strong>di</strong>tuale applicata al capitale nettorettificato. Il metodo si basava sulla considerazione che un’azienda poteva valereanche e soprattutto in funzione <strong>di</strong> quanto poteva rendere in futuro.Il metodo misto patrimoniale-red<strong>di</strong>tuale era usualmente applicato negli anni ’90: lasua caratteristica essenziale era la ricerca <strong>di</strong> un risultato finale che considerassecontemporaneamente i due aspetti, così da tenere conto dell’elemento <strong>della</strong>obiettività e verificabilità proprio dell’aspetto patrimoniale, senza peraltrotrascurare le attese red<strong>di</strong>tuali, che erano concettualmente una componenteessenziale del valore del “capitale economico”. La verifica red<strong>di</strong>tuale applicata alcapitale netto rettificato prendeva in considerazione sia il red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o normale(R) sia i tassi <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento normale (i).Evidenzia Fininvest (cfr. comparsa conclusionale alle pagg. 164 e 166) che i duevalori sono “sensibili”, in quanto forieri <strong>di</strong> possibili valutazioni in eccesso o in<strong>di</strong>fetto se non correttamente e prudentemente applicati.Tale metodo veniva applicato spesso nella formulazione detta “con stimaautonoma del Goodwill”, che si basava sulla capitalizzazione del sovrared<strong>di</strong>tome<strong>di</strong>o atteso.Secondo l’esperienza nel nostro Paese, evidenziavano i CTU, i tassi <strong>di</strong> red<strong>di</strong>togiu<strong>di</strong>cati normali, al netto dell'inflazione (cioè applicati a misure non inflazionate<strong>di</strong> profitti attesi), venivano nei primi anni novanta (all’epoca dei fatti) identificatiper le aziende industriali tra il 6 e il 10%. Ma le grandezze tipiche erano tra il 7% e214

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