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sentenza della Corte d'Appello di Milano - Lider-Lab

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stata <strong>di</strong>sposta al fine <strong>di</strong> scorporare gli elementi “spuri” nella determinazione deldanno prospettato da CIR, come la stessa, del resto, ben comprende in comparsaconclusionale (pagg. 17 segg.).La CTU permette <strong>di</strong> offrire una risposta coerente e tecnica alle doglianze <strong>di</strong>Fininvest sopra in<strong>di</strong>cate (atto <strong>di</strong> appello pagg. 112 segg. ultimo paragrafo).A seguito del mandato ricevuto, il collegio peritale depositava in data 24.9.2010relazione tecnica.L’elaborato si struttura in due parti; il capitolo primo analizza in un quadro storicocome si procedeva nella valutazione delle aziende all’epoca dei fatti, con ciòaderendo all’impostazione suggerita da questa <strong>Corte</strong> <strong>di</strong> rapportarsi alla logicavalutativa alla quale presumibilmente le parti in causa si erano ispirate.In particolare, la CTU ricordava la teoria del valore del capitale come si eradelineata a partire dagli anni ’80 e come si era perfezionata nei primi anni ’90 eponeva in evidenza il concetto <strong>di</strong> capitale economico (We) quale puntofondamentale <strong>di</strong> riferimento, in quanto “espressione <strong>di</strong> una valutazione generale,razionale, <strong>di</strong>mostrabile e possibilmente stabile”.Si proseguiva evidenziando i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> stima delle aziende che, nei primi anni 90,consistevano nella considerazione congiunta <strong>di</strong> aspetti patrimoniali e red<strong>di</strong>tuali,mentre erano meno <strong>di</strong>ffusi nell’Europa continentale i meto<strong>di</strong> finanziari applicatioltre oceano.I meto<strong>di</strong> patrimoniali venivano intesi in due mo<strong>di</strong>, a seconda che facesseroriferimento solo ai beni materiali (meto<strong>di</strong> semplici) ovvero anche ai beniimmateriali, dotati <strong>di</strong> un effettivo o supposto valore <strong>di</strong> mercato (meto<strong>di</strong>complessi): il secondo tipo veniva utilizzato per alcuni tipi <strong>di</strong> aziende e, fra queste,le imprese e<strong>di</strong>toriali. Il metodo patrimoniale assumeva normalmente come punto<strong>di</strong> partenza il capitale netto <strong>di</strong> bilancio, per poi prendere in considerazione leimmobilizzazioni tecniche, i magazzini, i cre<strong>di</strong>ti e le partecipazioni.Puntualizzavano i CTU che per l’aspetto patrimoniale l’attenzione massima nelleaziende e<strong>di</strong>toriali si rivolgeva al cosiddetto “valore <strong>della</strong> testata”, nel quale il213

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