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parte 2 - Provincia di Bergamo

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COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA“VALLE BORLEZZA”150


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheOasi <strong>di</strong> protezione Monte NéSuperficie totale (Ha) 169,38Superficie territorio agro‐silvo‐141,97pastorale (Ha)ClusoneL’Oasi <strong>di</strong> protezione è costituita esclusivamente da una cenosiforestale caratteristica del piano montano e sub‐alpino.La copertura arborea è data soprattutto da pinus nigra alternato apicea excelsa, frutto <strong>di</strong> rimboschimenti del dopoguerra.Dal punto <strong>di</strong> vista altimetrico la pineta è collocata nella porzionemeri<strong>di</strong>onale dell’altopiano <strong>di</strong> Clusone ad una quota me<strong>di</strong>a circa 520mt..L’OP è <strong>di</strong> notevole interesse per la conservazione dei passeriformi epiccoli mammiferi (scoiattolo rosso) legati a cenosi forestali <strong>di</strong>aghifoglie ad alto fusto.Sepprur <strong>di</strong> modesta <strong>di</strong>mensione l'OP riveste un significativo interesseper la locale popolazione <strong>di</strong> capriolo e <strong>di</strong> cervo.E’ segnalata la presenza del picchio rosso maggiore, del rampichinoalpestre, della cincia bigia e della cincia dal ciuffo.Saltuariamente è registrata la presenza del cinghiale.155


Oasi <strong>di</strong> Protezione "Monte Nè"N0 500 1000 1500 metri156OSE


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheOasi <strong>di</strong> protezione “Presolana” (CAC VAL BORLEZZA)Superficie totale (Ha) 1.317,45Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)1.312,26Rovetta, Castione della PresolanaL’Oasi <strong>di</strong> protezione è localizzata genericamente su tre <strong>di</strong>stintiorizzonti: l’orizzonte nivale, molto ridotto e localizzato soprattuttooltre i 2.200 metri nelle stazioni a esposizione settentrionale, qui èdominante la presenza <strong>di</strong> roccia esposta <strong>di</strong> natura calcarea; l’orizzontealpino con successioni altimetriche riferibili al climax delle praterienaturali e dei vaccinio‐rododendreti e l’orizzonte subalpinocaratterizzato dalla pecceta contornata ai margini da formazione <strong>di</strong>ontano verde, infine, l’orizzonte montano caratterizzato da ampiesuperfici coltivate a prato‐pascolo caricate in alpeggio con circa 500bovini e 200 ovicaprini da giugno a settembre.L’OP include ambienti tra i più completi e significativi per la gestionedei galliformi alpini, in particolare la coturnice e il gallo forcello.Alle quote superiori caratterizzate dalle creste rocciose dellaPresolana permane integro l’habitat della pernice bianca.Il settore della Presolana, considerate le favorevoli con<strong>di</strong>zionigeomorfologiche e vegetazionali, è stato oggetto nel 1998 dellareintroduzione del camoscio.E’ segnalata la presenza del gallo cedrone, del francolino <strong>di</strong> monte,della pernice bianca, delle lepre variabile e dell’aquila reale.157


Oasi <strong>di</strong> Protezione "Presolana"N0 500 1000 1500 metri158OSE


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheOP SovereSuperficie totale (Ha) 70,69Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)70,52SovereL'OP si estende sulle pen<strong>di</strong>ci settentrionali del Monte Grione tipicoambiente rupicolo a pietraia con coperture <strong>di</strong>scontinue <strong>di</strong> vegetazionee cespugli <strong>di</strong> carpino, ginepro, betulla e essenze arbustive delmicroclima mesofilo.I pen<strong>di</strong>i sono assolati, con suolo povero, a scarsa ritenzione d’acqua.Negli impluvi la vegetazione arborea lascia prevalere l'acero e ilfrassino.La OP per le sue caratteristiche insubriche e decisamente ecotonalirisulta particolarmente vocata ai cervi<strong>di</strong>: capriolo e cervo, nonché allalepre comune.E’ segnalata la presenza costante <strong>di</strong> rapaci <strong>di</strong>urni, (poiana, nibbio,gheppio), <strong>di</strong> tutti i piccoli carnivori e del tasso.L’area riveste particolare interesse per lo svernamento della localepopolazione <strong>di</strong> cervi.159


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheZona <strong>di</strong> ripopolamento e Cattura “Mano <strong>di</strong> Sovere”Superficie totale (Ha) 165,88Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)112,7SovereLa ZRC è totalmente localizzata nella fascia altimetrica riferibileall’orizzonte sub‐montano.La tipologia vegetazionale prevalente è quella dei prati da sfalciopolifiti con residuali formazioni forestali a ceduo <strong>di</strong> latifoglie.La prevalente presenza <strong>di</strong> aree aperte a prato da sfalcio rappresentaun habitat favorevole alla riproduzione e all’irra<strong>di</strong>amento nei territoricircostanti della lepre comune.La buona <strong>di</strong>versificazione ecotonale costituisce inoltre un ambientefavorevole anche alla riproduzione naturale dei fasiani<strong>di</strong> edell’ornitofauna minore legata alle praterie naturali o artificiali.Le aree coltivate a prati da sfalcio alternate a formazioni forestalifrastagliate rappresenta un habitat <strong>di</strong> notevole valenza trofica per ilcervo.E’ segnalata la presenza come ni<strong>di</strong>ficante dell’averla piccola edell’averla maggiore.E' inoltre segnalata la saltuaria presenza del cinghiale.160


ZRC Mano <strong>di</strong> SovereOP SovereOasi <strong>di</strong> protezione "Sovere" e Zona <strong>di</strong> ripopolamento e cattura "Mano <strong>di</strong> Sovere"N1610 500 1000 1500 metriOES


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheZona <strong>di</strong> ripopolamento e Cattura “Rogno”Superficie totale (Ha) 68,19Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)58,93RognoLa ZRC è totalmente localizzata nel fondovalle camuno e la fasciaaltimetrica riferibile all’orizzonte sub‐montano.La tipologia vegetazionale prevalente è quella dei prati da sfalciopolifiti con residuali formazioni forestali a ceduo <strong>di</strong> latifoglie <strong>di</strong>spostiin formazione <strong>di</strong> siepe lungo il greto del fiume Oglio allinea unavegetazione ripariale con prevalenza <strong>di</strong> salici e ontani, con localiintrusioni <strong>di</strong> robinia.L'istituto si estende in sponda sx del fiume Oglio sino al confine con laprovincia <strong>di</strong> Brescia.La prevalente presenza <strong>di</strong> aree aperte a prato da sfalcio rappresentaun habitat favorevole alla riproduzione e all’irra<strong>di</strong>amento nei territoricircostanti della lepre comune.La buona <strong>di</strong>versificazione ecotonale costituisce inoltre un ambientefavorevole anche alla riproduzione naturale dei fasiani<strong>di</strong> edell’ornitofauna minore legata agli ambienti <strong>di</strong> ripa.La ZRC collocata l'asta fluviale dell'Oglio nel tratto prelacuale dellabassa Val Camonica può rivestire una interessante zona protetta lungola rotta <strong>di</strong> migrazione , frequentata sia nel periodo primaverile, cheautunnale, da numerose specie <strong>di</strong> passeriformi che seguono il corsodel fiume.162


Zona <strong>di</strong> ripopolamento e cattura "Rogno"N1630 500 1000 1500 metriOES


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheOasi <strong>di</strong> protezione “Val <strong>di</strong> Tede”Superficie totale (Ha) 647,14Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)647,14Songavazzo, BossicoL’oasi <strong>di</strong> protezione è totalmente localizzata nella fascia altimetricariferibile all’orizzonte sub‐alpino.La tipologia vegetazionale prevalente è dominata dalla pecceta conlimitate intrusioni <strong>di</strong> larice e faggio.Alle quote sommitali e nel fondovalle è consistente la presenza <strong>di</strong> areeaperte coltivate a prato‐pascoli.La comunità vegetale prevalente è quella caratterizzata dallatransizione tra la foresta <strong>di</strong> latifoglie e quella <strong>di</strong> conifere con buona<strong>di</strong>versificazione ambientale tra boschi maturi d’alto fusto e ampieradure a prato‐pascolo.Gli alpeggi a quote relativamente basse sono caricati con circa 200bovini.L’alternanza <strong>di</strong> boschi complessi e prati <strong>di</strong> modesta pendenzafavorisce la presenza <strong>di</strong> ampie aree ecotonali particolamente vocate alcapriolo e al cervo.Le caratteristiche forestali rendono significativa l’OP per lani<strong>di</strong>ficazione del gallo cedrone <strong>di</strong> cui è documentata la presenza.E’ segnalata la presenza come specie ni<strong>di</strong>ficanti del gallo cedrone e delfrancolino <strong>di</strong> monte.L’OP sembra rivestire particolare interesse anche come area <strong>di</strong>svernamento <strong>di</strong> una significativa popolazione <strong>di</strong> cervi.164


Oasi <strong>di</strong> Protezione "Val <strong>di</strong> Tede"N0 500 1000 1500 2000 metriOE165S


COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA“VALLE DI SCALVE”166


Comprensorio Alpino <strong>di</strong> Caccia Val <strong>di</strong> ScalveComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambito.Caratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialità faunistichedel territorioEmergenze faunisticheSuperficie totale. 14.094,48Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)13.831,43Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore <strong>di</strong> Scalve.Il Comprensorio alpino è modellato nella conca naturale della Valle <strong>di</strong>Scalve, dal caratteristico andamento est‐ovest e rappresenta un settorepiuttosto appartato dal restante bacino dell’Oglio, da cui è separatodall’imponente forra del Dezzo (Via Mala).Il fondovalle è scavato dall’alveo del fiume Dezzo con numerose piccoleconvalli su entrambi i versanti fino all'orrido lungo la via Mala che segnail confine del Comprensorio alpino e dei confini amministrativi dellaprovincia <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>.Dal punto <strong>di</strong> vista vegetazionale il CA rientra completamente nella zonacosiddetta alpina; procedendo per strati altimetrici sono presenti aseconda dei <strong>di</strong>stinti orizzonti: la vegetazione erbaceo‐arbustivadell’ambiente nivale, la vegetazione degli ambienti alpini, caratterizzatadagli inse<strong>di</strong>amenti vaccinio‐rododendreti, la vegetazione degli ambientisubalpini con consistenti popolamenti <strong>di</strong> aghifoglie, la vegetazione degliambienti montani con formazioni forestali a predominanza <strong>di</strong> latifogliedominate dalla faggeta.In tutti gli orizzonti è marcata la presenza <strong>di</strong> aree aperte coltivate aprato‐pascolo con particolare incidenza dei prati da sfalcio polifiti nellearee <strong>di</strong> fondovalle e <strong>di</strong> imponenti pascoli oltre il limite altitu<strong>di</strong>nale dellavegetazione arborea (mt. 1800‐1900) ancora caricati con bestiamebovino in alpeggio.Il territorio del CA risulta particolarmente vocato agli ungulati selvatici,sia bovi<strong>di</strong> alpini come camoscio e stambecco, che cervi<strong>di</strong> come ilcapriolo e il cervo. Per quanto attiene il camoscio le aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzionepotenziale coincidono con l’areale <strong>di</strong> presenza della specie. In tutto ilComprensorio alpino risulta alta la vocazionalità ai galliformi alpini comeil gallo forcello, la coturnice e la pernice bianca, per queste specie <strong>di</strong>avifauna tipica alpina l’areale potenziale risulta più ampio rispettoall’areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle singole specie.Il territorio del CA risulta parzialmente vocazionale anche ai lagomorfi,lepre comune e lepre variabile, per queste specie l’areale <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuzione potenziale coincide con l’areale <strong>di</strong> presenza, anche se condensità fortemente <strong>di</strong>somogenee.L'evoluzione degli ambienti forestali favorisce significativamentel'incremento della locale popolazione <strong>di</strong> cervi.I censimenti svolti in campo faunistico hanno permesso <strong>di</strong> realizzare unquadro <strong>di</strong> sufficiente dettaglio circa la <strong>di</strong>stribuzione sul territorio <strong>di</strong>numerose specie <strong>di</strong> vertebrati terrestri. In base alla presenza <strong>di</strong> unnumero più o meno elevato <strong>di</strong> specie, anche non <strong>di</strong> interesse venatorio,e alla loro <strong>di</strong>versa valenza naturalistica, attraverso un’analisi <strong>di</strong> tiposinecologico risulta possibile definire le principali emergenze faunistiche<strong>di</strong> rilevante interesse conservazionistico meritevoli <strong>di</strong> interventi mirati <strong>di</strong>tutela a lungo termine: pernice bianca, lepre variabile, stambecco, eaquila reale.L’area in<strong>di</strong>viduata come vocazionale a queste specie, coincidente con ilivelli altitu<strong>di</strong>nali compresi tra i novecento e i duemilaottocento metris.l.m., assume un indubbio valore per la conservazione <strong>di</strong> queste specie167


Interventi per la ricostituzione delpatrimonio faunisticoZone in cui sono collocati gliappostamenti fissiZone in cui sono collocabiliappostamenti fissi<strong>di</strong> grande interesse naturalistico e conservazionistico.Sul territorio del CAC è stata accertata nel 2004 la presenza del lupo edal 2009, è stata più volte accertata la presenza dell'orso bruno.Nei SITI NATURA 2000 (SIC – ZPS) fatto salvo il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong>specie non autoctone previsto dall’art. 12 del D.P.R. 357/97, ogniintervento <strong>di</strong> reintroduzione <strong>di</strong> fauna selvatica all’interno dei siti e nellearee limitrofe, definite tali sulla base della mobilità delle specie oggettodelle reintroduzioni stesse, è sottoposto a specifica Valutazione <strong>di</strong>Incidenza.Sono sottoposte all’obbligo <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza la localizzazione ele modalità <strong>di</strong> gestione delle zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura nel casovengano previste all’interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonché inun raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine degli stessi; le attività <strong>di</strong> prelievonelle ZRC dovranno comunque essere concordate preventivamente conl’Ente gestore.ripopolamenti Sono consentiti esclusivamentenella zona <strong>di</strong> minor tutela con lespecie lepre comune, fagiano estarna. Nei Siti <strong>di</strong> rete Natura 2000,per gli interventi <strong>di</strong> ripopolamento èobbligatorio utilizzare esemplariprovenienti da aree del territorioprovinciale o comunque, localizzatein contesti ambientali analoghi aquelli caratterizzanti le zone <strong>di</strong>intervento, evitando dove possibileil ricorso ad esemplari provenientida zone al <strong>di</strong> fuori del territorioregionale, inoltre è vietatal’immissione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> fagianonelle Oasi <strong>di</strong> Protezione ubicateall’interno dei siti della Rete Natura2000.reintroduzioni Gallo cedrone, coturnice,marmotta, gipeto. Qualsiasiintervento <strong>di</strong> reintroduzioneeffettuato nel territorio provincialedovrà essere sottoposto aValutazione <strong>di</strong> incidenza che sarà <strong>di</strong>competenza <strong>di</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a.introduzioniNessuna.Su tutto il territorio a caccia programmata, anche nei territori del C.A.C.ricompresi nella rete Natura 2000, ad esclusione delle aree protettedalla L.157/92 e dalla L. 394/91. Maggior dettaglio in allegata cartografiatematica.Sono collocabili su tutto il territorio del CAC a gestione programmatadella caccia in zona <strong>di</strong> minor tutela. Non è consentito impiantareappostamenti fissi <strong>di</strong> caccia a <strong>di</strong>stanza inferiore <strong>di</strong> 400 metri dai confinidelle Oasi <strong>di</strong> protezione, delle Zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura, nonchédei Parchi nazionali e Riserve Naturali.Non è consentito impiantare nuovi appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia nellaZona <strong>di</strong> maggior tutela.168


Il rilascio <strong>di</strong> autorizzazioni per nuovi appostamenti fissi nei Siti dellaRete Natura 2000 e entro una fascia <strong>di</strong> 1.000 metri dagli stessi èsottoposto a specifica valutazione <strong>di</strong> incidenza, compresi quelli <strong>di</strong> cuiall'art. 25, c. 14 della L.R. 26/1993; sono derogati da questo precettoesclusivamente il rinnovo dell'autorizzazione o il cambio <strong>di</strong> titolare <strong>di</strong>quegli appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia dei quali è già stata acquisita inprecedenza valutazione <strong>di</strong> incidenza positiva ovvero non negativa.Istituti faunistici e zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto venatorioTipologia istituto Denominazione Superficie territoriale T.A.S.P.Oasi <strong>di</strong> protezione Presolana 239,91 239,73“Parco naturale” Orobie 1597,16 1580,44Riserva naturale Giovetto 299,83 299,83Valico alpino Passo Manina 116,57 111,57Valico alpino Passo Presolana 88,03 82,64Valico alpino Passo Vivione 312,56 310,26Valico alpino Passo Giovo 212,69 212,69TOTALE COMPLESSIVO 2866,75 2837,16Rapporto TASP Ambito/TASP protetta 20,51%NoteL’area in cui vige il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia all’interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche trova qualefonte normativa esclusivamente la Deliberazione della Giunta Regionale n. 31209 del 19/09/ 1997 aventeper oggetto: “Approvazione della carta e del regolamento dell’attività venatoria del Parco delle OrobieBergamasche, ai sensi dell’art. 1 lettera b), della Legge Regionale n° 17 del 09/06/1997 ed in sostituzionedel regime transitorio, <strong>di</strong> cui all’art. 13 comma 5, della L.R. 811/96 n° 32.” Al riguardo nel presente Piano sifa riferimento alla denominazione “Parco Naturale”, perché utilizzata dallo stesso Ente Parco, sulle tabelle<strong>di</strong> perimetrazione dell’istituto.169


Comprensorio Alpino <strong>di</strong> Caccia"Valle <strong>di</strong> Scalve"PN OrobieVAL VivioneIstituti <strong>di</strong> protezione faunisticaOasi <strong>di</strong> ProtezioneVAL GiovoParco NaturaleRiserva NaturaleValico MontanoVAL ManinaOP PresolanaRN GiovettoNVAL PresolanaOES1700 2000 4000 metri


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheOasi <strong>di</strong> Protezione “Presolana” (CAC VAL DI SCALVE)Superficie totale 239,91Superficie territorio agro‐silvopastorale(Ha)239,73Colere, Vilminore <strong>di</strong> ScalveL’Oasi <strong>di</strong> protezione è localizzata genericamente su due <strong>di</strong>stintiorizzonti: l’orizzonte nivale, molto ridotto e localizzato soprattuttooltre i 2.200 metri nelle stazioni ad esposizione settentrionalecaratterizzate da creste rocciose esposte <strong>di</strong> natura calcarea, el’orizzonte alpino con successioni altimetriche riferibili al climax dellepraterie naturali e dei vaccinio‐rododendreti. Nelle radure provocatedalle valanghe e negli impluvi percorsi con frequenza dalle slavine èdominante l’ontano verde.L’OP include ambienti tra i più completi e significativi per la gestionedei galliformi alpini, in particolare la coturnice, il gallo forcello.Alle quote superiori caratterizzate dalle creste rocciose dellaPresolana permane integro l’habitat della pernice bianca.Il settore della Presolana considerate le favorevoli con<strong>di</strong>zionigeomorfologiche e vegetazionali è stato oggetto nel 1998 dellareintroduzione del camoscio.E’ segnalata la presenza del gallo cedrone, del francolino <strong>di</strong> monte,della pernice bianca, delle lepre variabile e dell’aquila reale.171


Oasi <strong>di</strong> Protezione "Presolana"N0 500 1000 1500 metri172OSE


IIIIn<strong>di</strong>viduazione dei valichi montani <strong>di</strong> cui all’art. 43, c. 3, L.R. 26/1993 in coerenza allanuova riperimetrazione della Zona faunistica delle Alpi.1. In<strong>di</strong>viduazione dei flussi <strong>di</strong> migrazione.Nell'area alpina, la migrazione degli uccelli è con<strong>di</strong>zionata dalla morfologia del territorio. Icontingenti <strong>di</strong> migratori che decidono <strong>di</strong> attraversare le Alpi, anziché aggirarli, utilizzanoquali linee <strong>di</strong> penetrazione i gran<strong>di</strong> solchi vallivi e si concentrano nelle strozzaturecostituite dai valichi alpini.Il quadro complessivo delle ricatture <strong>di</strong> uccelli provenienti dall'estero mette in luce un aconcentrazione <strong>di</strong> dati nell'area orobica in particolare lungo le <strong>di</strong>rettrici vallive.In linea generale, si possono in<strong>di</strong>viduare due vie <strong>di</strong> penetrazione principali, una orientaleattraverso alcuni valichi rivolti verso il Trentino, e una linea nord-occidentale dalla Svizzerae dalla Valtellina.La seconda, appare più importante per i fringilli<strong>di</strong>, migratori <strong>di</strong>urni maggiormentecon<strong>di</strong>zionati dall'orografia del territorio.I dati relativi ai piccoli insettivori come pettirosso, capinera, beccafico, balia nera, e tur<strong>di</strong><strong>di</strong>non consentono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una linea <strong>di</strong> flusso preferenziale, anche in ragione del fattoche queste specie compiono una migrazione notturna a quote più elevate.I flussi migratori si incrociano in corrispondenza del versante meri<strong>di</strong>onale delle Orobie,quelle bergamasche dove il numero <strong>di</strong> inanellamenti raggiunge i suoi valori massimi.Valicate le Orobie alcune specie ornitiche danno luogo a generalizzati movimentitangenziali al trasversali alle valli bergamasche anche con fenomeni <strong>di</strong> pendolarismo.2. Premessa giuri<strong>di</strong>ca.Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, con sentenza n. 1532 del9.04.2010, ha chiarito che: “la <strong>Provincia</strong> dovrà prima circoscrivere la zona alpina rendendoesplicita la metodologia seguita e successivamente compiere in coerenza le proprie sceltein or<strong>di</strong>ne ai valichi”.Per quanto attiene la metodologia seguita per l’in<strong>di</strong>viduazione e circoscrizione della Zonafaunistica delle Alpi si rimanda all’apposito precedente capitolo, mentre per l’in<strong>di</strong>viduazionedei valichi montani interessati dalle rotte <strong>di</strong> migrazione dell’avifauna sui quali l’eserciziovenatorio è vietato per una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> mille metri dagli stessi si precisa quanto segue.173


In coerenza con la sentenza del TAR Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, n. 1573/2011 vengonoconfermati i 5 valichi già in<strong>di</strong>viduati nel PFV 2002 e riconfermati nelle successivepianificazioni del 2006 e del 2007; ed istituiti due ulteriori nuovi valichi montani: Valico delGiogo della Presolana e Valico del Passo del Vivione.3. In<strong>di</strong>viduazione dei valichi montani interessati da rotte <strong>di</strong> migrazione ai sensidell’art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993 in coerenza con il nuovo confine della Zonafaunistica delle Alpi.L’art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993 <strong>di</strong>spone che: “la caccia è vietata sui valichi montaniinteressati dalle rotte <strong>di</strong> migrazione dell’avifauna per una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> mille metri daglistessi; i valichi sono in<strong>di</strong>viduati dal Consiglio regionale su proposta delle Province, sentitol’INFS, esclusivamente nel comparto <strong>di</strong> maggior tutela della Zona faunistica delle Alpi edevono essere in<strong>di</strong>cati nei piani <strong>di</strong> cui agli art. 12 e a14 (piani faunistico venatori regionalee provinciale) e nei calendari venatori”.Come già detto, è possibile, nello spirito dei riferimenti normativi sopra richiamati,<strong>di</strong>stinguere con sufficiente chiarezza il confine tra la Zona faunistica delle Alpi e il restanteterritorio bergamasco sulla base delle considerazioni <strong>di</strong> tipo floristico e faunistico integrateda considerazioni <strong>di</strong> tipo orografico e altimetrico.Le unità <strong>di</strong> gestione all’interno della Zona faunistica delle Alpi sono denominateComprensori Alpini <strong>di</strong> Caccia: Valle Brembana, Valle Seriana, Valle Borlezza, Valle <strong>di</strong>Scalve e Prealpi Bergamasche, la cui perimetrazione è visualizzata nei <strong>di</strong>stinti allegaticartografici.Ai sensi dell’art. 27, c. 2-bis, della L.R. 26/1993 le Province “possono istituire all’interno deiComprensori Alpini <strong>di</strong> caccia, <strong>di</strong> concerto con questi due <strong>di</strong>stinti comparti venatori,denominati l’uno Zona <strong>di</strong> maggior tutela e l’altro Zona <strong>di</strong> minor tutela, con l’esercizio dellacaccia <strong>di</strong>fferenziato in relazione alla peculiarità degli ambienti e delle specie <strong>di</strong> faunaselvatica ivi esistenti e meritevoli <strong>di</strong> particolare tutela”.La ripartizione tra i due <strong>di</strong>stinti comparti (Zona <strong>di</strong> maggior tutela - A e Zona <strong>di</strong> minor tutela -B) è visualizzata nelle cartografie allegate parti integranti della presente pianificazione.Come già ricordato, ai sensi dell’art. 27, c. 2-bis, L.R. 26/1993 le Province possonoistituire all’interno dei comprensori alpini <strong>di</strong> caccia, <strong>di</strong> concerto con questi, due <strong>di</strong>stinticomparti venatori, denominati l’uno “Zona <strong>di</strong> maggior tutela” (Zona A) e l’altro “Zona <strong>di</strong>minor tutela” (Zona B), con l’esercizio della caccia <strong>di</strong>fferenziato in relazione alla peculiaritàdegli ambienti e delle specie <strong>di</strong> fauna selvatica ivi esistenti e meritevoli <strong>di</strong> particolare tutela.174


Al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i due comparti, definiti in dettaglio nelle tavole cartografiche <strong>di</strong>riferimento <strong>di</strong> ciascun Comprensorio alpino: Valle Brembana, Valle Seriana, Valle <strong>di</strong>Scalve, Valle Borlezza e Prealpi Bergamasche sono stati considerati i seguenti elementiprincipali:elemento vegetazionale: perché il limite superiore della zona fitoclimatica delcastagno e della roverella demarca significativamente ecosistemi all’interno dellaZona Alpi come sopra in<strong>di</strong>viduata;elemento faunistico: perché è opportuno che gli areali <strong>di</strong> presenza dei tetraoni<strong>di</strong>(pernice bianca, francolino <strong>di</strong> monte, gallo cedrone, gallo forcello) della coturnicealpina, della lepre variabile e dello stambecco, della marmotta edell’ermellino,specie alpine <strong>di</strong> notevole rilevanza ecologica e faunistica, sianocompresi interamente entro il limite della Zona <strong>di</strong> maggior tutela;elemento antropico: in quanto le aree <strong>di</strong> minor tutela sono state in<strong>di</strong>viduate anchein base all’intensità dell’azione antropica, valutata soprattutto in termini <strong>di</strong>inse<strong>di</strong>amenti e infrastrutture.Una volta in<strong>di</strong>viduata la Zona <strong>di</strong> maggior tutela (Zona A), i confini della zona <strong>di</strong> minor tutela(Zona B) sono stati in<strong>di</strong>viduati <strong>di</strong> riflesso; ne consegue che le nuove aree incluse nellanuova perimetrazione della Zona faunistica delle Alpi (CA “Prealpi Bergamasche”), oradelimitata dalla linea <strong>di</strong> contatto delle alluvioni, cioè della pianura, con i rilievi collinari,sono da considerarsi come una naturale estensione della Zona <strong>di</strong> minor tutela in quantoaventi caratteristiche vegetazionali, faunistiche e antropiche proprie <strong>di</strong> questo comparto,salvo quanto in<strong>di</strong>cato nella cartografia a pagina 25 (*).Alla luce della precedenti considerazioni, della richiamata normativa regionale, nonchédegli elaborati allegati alla proposta <strong>di</strong> Piano faunistico venatorio regionale, pre<strong>di</strong>spostodall’Università degli Stu<strong>di</strong> dell’Insubria, dall’Università degli Stu<strong>di</strong> Milano-Bicocca edall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, nella presente pianificazione risultano in<strong>di</strong>viduati iseguenti valichi montani, subor<strong>di</strong>nati al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia per un raggio <strong>di</strong> 1.000 metri comeprevisto dall’art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993:Valico Passo del Giovo, in Comune <strong>di</strong> Schilpario e Paisco Loveno (BS);Valico Passo della Manina, in Comune <strong>di</strong> Valbon<strong>di</strong>one e Vilminore <strong>di</strong> Scalve;Valico Passo Portula, in Comune <strong>di</strong> Carona e Gandellino;Valico Passo Val Sanguigno, in Comune <strong>di</strong> Valgoglio, Ardesio e Branzi;Valico <strong>di</strong> Passo Cà San Marco, in Comune <strong>di</strong> Averara, Mezzoldo e Morbegno(SO);(*) Così come emendato 175


Valico del Giogo della Presolana, in Comune <strong>di</strong> Castione della Presolana, Coleree Angolo Terme (BS);Passo del Vivione, in Comune <strong>di</strong> Schilpario.La presente pianificazione in<strong>di</strong>vidua i sopracitati valichi ai fini della proposta al ConsiglioRegionale, <strong>di</strong> cui al richiamato art. 43, c. 3, della L.R. 26/1993, classificando nel frattempole rispettive aree, aventi un raggio <strong>di</strong> 1.000 metri, come Oasi <strong>di</strong> Protezione <strong>di</strong> cui all'art. 17della L.R.26/1993, ad esclusione dei Valichi Manina, Presolana, Giovo, Vivione le cuirispettive aree, aventi un raggio <strong>di</strong> 1.000 metri, sono classificate come zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong>caccia.La transitoria qualificazione cesserà <strong>di</strong> avere efficacia una volta in<strong>di</strong>viduati i valichi da<strong>parte</strong> del Consiglio Regionale. (*)(*) Così come emendato176


Localizzazione dei Valchi Montaniassoggettati al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia(art. 43 c. 3 L.R. 26/93)Passo Cà San MarcoPasso del GiovoPasso della PortulaPasso ManinaPasso del VivionePasso Val SanguignoGiogo della PresolanaNOES1770 2000 4000 metri


IVZone (*) <strong>di</strong> protezione istituite lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione dell’avifauna.1. Premessa giuri<strong>di</strong>ca.L’art. 1, comma 4, della L.R. 16.08.1993, n. 26, <strong>di</strong>spone che “in attuazione delle <strong>di</strong>rettive79/409/CEE, 85/411/CEE e 91/244/CEE (oggi <strong>di</strong>r. 2009/147/CE) sono istituite lungo lerotte <strong>di</strong> migrazione dell’avifauna, segnalate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica(oggi ISPRA), zone <strong>di</strong> protezione finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione,conforme alle esigenze ecologiche, degli habitat interni a tali zone e ad esse limitrofi e siprovvede al ripristino dei biotopi <strong>di</strong>strutti e alla creazione <strong>di</strong> biotopi. Tali attività concernonoparticolarmente e prioritariamente le specie elencate nell’allegato I delle citate <strong>di</strong>rettive”.In coerenza con la sentenza del TAR Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, n. 1573/2011, le 15 zone <strong>di</strong>protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione già in<strong>di</strong>viduate nel PFV 2006, identificate con unacirconferenza avente 100 metri <strong>di</strong> raggio, sono riperimetrate nella presente pianificazionesecondo confini identificabili e in<strong>di</strong>viduabili con un confine poligonale.Detto confine è in<strong>di</strong>viduato lungo confini naturali, sentieri e/o manufatti, tenendo contodella presenza <strong>di</strong> habitat idonei alla sosta della fauna selvatica migratoria.Al fine <strong>di</strong> garantire il massimo regime <strong>di</strong> tutela previsto dalla vigente normativa nazionale eregionale le Zone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione al richiamato art. 1, comma 4della L.R. n. 26/1993, sono classificate Oasi <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> cui all'art. 17 della predettaL.R. n. 26/1993 dalla presente pianificazione (*)In concreto la nuova qualificazione delle zone lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione attribuita dallapresente pianificazione innalza il livello <strong>di</strong> tutela delle stesse assurgendole al rango <strong>di</strong> Oasi<strong>di</strong> protezione. (*)Inoltre l'attribuzione dello status <strong>di</strong> Oasi <strong>di</strong> protezione a dette zone, prevede l'estensione,anche sui territori contigui alle aree tutelate, del <strong>di</strong>vieto richiamato dall'art. 25, c. 7 dellaL.R. 26/1993, fatti salvi gli appostamenti fissi già autorizzati alla data <strong>di</strong> entrata in vigoredel presente piano. (*)In altri termini è vietato impiantare nuovi appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia a <strong>di</strong>stanza inferiore a400 metri dai confini delle sotto rubricate Oasi <strong>di</strong> Protezione coincidenti con le zone <strong>di</strong>protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione. (*)Viene inoltre istituita la Zona <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione “Crocette <strong>di</strong>Zambla”, nella quale è previsto il solo <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla selvaggina migratoria.(*) Così come emendato178


2. Rotte <strong>di</strong> migrazione.Nell’area alpina la migrazione è evidentemente con<strong>di</strong>zionata dall’orografia del territorio.I contingenti migratori, che decidono <strong>di</strong> attraversare le Alpi, anziché aggirarle, utilizzanoquali linee <strong>di</strong> penetrazione i gran<strong>di</strong> solchi vallivi e si concentrano in coincidenza dei valichialpini.Per quanto concerne il territorio provinciale, il quadro complessivo ricavato dallein<strong>di</strong>cazioni fornite a suo tempo dall’INFS (oggi ISPRA) e dalle ricatture <strong>di</strong> esemplari pressole stazioni <strong>di</strong> inanellamento a scopo scientifico <strong>di</strong>mostra l’esistenza <strong>di</strong> un croceviaprealpino-orobico che si sviluppa lungo le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici vallive.In linea generale si possono in<strong>di</strong>viduare tre vie <strong>di</strong> penetrazione principali:1. un primo flusso <strong>di</strong> migratori proveniente da nord-ovest con ingresso dal Passo <strong>di</strong> CàSan Marco in alta Valle Brembana, che raccoglie gli uccelli provenienti dallaValtellina <strong>di</strong>scende la Valle Brembana e si <strong>di</strong>vide in due sottoflussi, il primo deviaverso ovest, passando per l’alta Valle Imagna, mentre il secondo prosegue verso icolli <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> e si <strong>di</strong>sperde nella pianura;2. un secondo flusso <strong>di</strong> migratori proveniente da nord-est con ingresso dal Passo delGiovo e dal Passo del Vivione in Valle <strong>di</strong> Scalve aggira il massiccio montuoso dellaPresolana seguendo la <strong>di</strong>rettrice nord che attraversa il Passo della Manina, il Passo<strong>di</strong> Portula e il Passo <strong>di</strong> Val Sanguigno, unendosi al flusso <strong>di</strong>scendente dalla ValBrembana.Una seconda <strong>di</strong>rettrice che attraverso il Passo della Presolana raggiunge la Piana<strong>di</strong> Clusone e da qui <strong>di</strong>scende la Valle Seriana.L’esistenza <strong>di</strong> quest’ultima <strong>di</strong>rettrice migratoria è provata da numerose ricatture edalla concentrazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> cattura, sia tra<strong>di</strong>zionali che a scopo scientifico,nonché <strong>di</strong> appostamenti fissi.3. un terzo flusso <strong>di</strong> migratori proveniente da nord-est con ingresso dalla ValCamonica si <strong>di</strong>sperde lungo tre principali <strong>di</strong>rettrici: la prima che scavalcando laValle Borlezza sfiora il Monte Fogarolo e <strong>di</strong>scende la Val Gan<strong>di</strong>no, la seconda che<strong>di</strong>scende la Val Cavallina sorpassando il Lago <strong>di</strong> En<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>rigendosi verso sudovestsi unisce al flusso della Valle Seriana. Infine, una terza che sfiora la spondaoccidentale del Sebino, supera il Corno <strong>di</strong> Predore e <strong>di</strong>scendendo il MonteBronzone e la Val Calepio si <strong>di</strong>sperde nella pianura sottostante.179


Nella <strong>parte</strong> planiziale del territorio bergamasco dove la maggior <strong>parte</strong> dei contingentimigratori si <strong>di</strong>sperde, i principali flussi <strong>di</strong> migrazione sono <strong>di</strong>stribuiti lungo le vie fluvialidell’Oglio, del Serio e dell’Adda.A seguito delle precedenti considerazioni, la presente pianificazione istituisce le seguentiZone (*) <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione, ai sensi dell’art. 1, c. 4, della L.R.16.08.1993, n. 26, riperimetrate secondo un confine poligonale in<strong>di</strong>viduato su confininaturali, sentieri, e/o manufatti, tenuto conto della presenza <strong>di</strong> habitat idonei alla sostadella fauna selvatica migratoria.1. Passada (già interclusa nell’Oasi <strong>di</strong> Protezione Corna Camozzera)2. Passo del Pertus (già interclusa nell’Oasi <strong>di</strong> Protezione Corna Camozzera)3. Passata Miragolo S. Marco (già interclusa in altra Oasi <strong>di</strong> Protezione) (*)4. Canto Basso5. Forcella6. Forcellino7. Forca (inclusa in un’unica Oasi <strong>di</strong> Protezione con le precedenti 5. e 6.) (*)8. Ganda9. Colletto Monte <strong>di</strong> Nese10. Prati alti11. Campo d’Avena12. Colletto <strong>di</strong> Monte S. Fermo13. Colle Croce14. Colle Traì (già interclusa nell’Oasi <strong>di</strong> Protezione Monte Creò) (*)15. Colle De<strong>di</strong>neNelle sopracitate Zone (*) <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione è vietata la caccia allamigratoria, salvo per quelle già intercluse in altra OP (Passada e Passo del Pertus). (*)E’ istituita la (*) Zona <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione denominata Crocette <strong>di</strong>Zambla perimetrata con un confine poligonale come le precedenti, nella quale è vietataesclusivamente la caccia alla selvaggina migratoria.Tutte le sopracitate Zone <strong>di</strong> protezione sono in<strong>di</strong>viduate in apposita cartografia <strong>parte</strong>integrante della presente pianificazione.(*) Così come emendato180


#YPasso Crocette#Y#YLa passata (Passada)Passo del PertusForcellino#Y#Y#Y #Y#YLa ForcellaCampo D'avena#YLa passata <strong>di</strong> Miragolo (Zogno)La ForcaCanto Basso#Y #Y #YColletto Monte <strong>di</strong> NeseGandaS. Fermo#YColle TraiPrati Alti#YDe<strong>di</strong>ne#Y#YColle CroceZone <strong>di</strong> protezione istituite lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione dell'avifauna (*)N(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneO0 6000 12000 metriSE


La passata (Passada)#YPasso del Pertus#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifaunaZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 300 600 metri182ONSE


La passata <strong>di</strong> Miragolo (Zogno)#YCanto Basso#YColletto Monte <strong>di</strong> Nese#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


#YForcellino#Y#YLa ForcellaLa ForcaGanda#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


#YCampo D'avenaZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


Colle Trai#YDe<strong>di</strong>ne#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


Colle Croce#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


S. Fermo#Y#YDe<strong>di</strong>neZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


#YPrati AltiZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


Passo Crocette#YZone <strong>di</strong> protezione istituitelungo le rotte <strong>di</strong> migrazionedell'avifauna (*)(*) Così come emendatoZone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazioneZona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia alla migratoria lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione0 1 2 chilometriONSE


(*) Così come emendato191


(*) Così come emendato192


(*) Così come emendato193


VRappresentazione cartografica o “georeferenziazione” degli appostamenti fissi.1. Premessa giuri<strong>di</strong>ca.La sentenza n. 1532 del 9.04.2010 del TAR Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, ha accolto la censurarelativa alla mancata rappresentazione cartografica degli appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia sulterritorio provinciale.In coerenza con la sentenza del TAR Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, n. 1573/2011, la presentepianificazione prevede il completamento della georeferenziazione degli appostamenti fissi<strong>di</strong> caccia con GPS e la trasmissione delle coor<strong>di</strong>nate satellitari effettive <strong>di</strong> tutti gliappostamenti fissi ricadenti nei SIC e nelle ZPS ed entro una fascia <strong>di</strong> 1.000 metri dalperimetro degli stessi, ai rispettivi Enti gestori <strong>di</strong> Rete Natura 2000.2. “Georeferenziazione” <strong>di</strong>gitalizzata degli appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia autorizzatisul territorio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> destinato a caccia programmata.L’art. 14, c. 3, lett. l) della L.R. 16.08.1993, n. 26 prescrive che i piani faunistico venatoriprovinciali devono identificare le zone in cui sono collocati e collocabili gli appostamentifissi <strong>di</strong> caccia, senza però pretendere la loro rappresentazione cartografica.Comunque, in ottemperanza alla pronuncia del TAR Lombar<strong>di</strong>a, sez. <strong>di</strong> Brescia, la<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> attraverso il servizio Caccia e Pesca ha realizzato lageoreferenziazione <strong>di</strong>gitalizzata e aggiornata in tempio reale <strong>di</strong> tutti gli appostamenti fissi<strong>di</strong> caccia autorizzati sul proprio territorio ai sensi dell’art. 25 della citata L.R. 16.08.1993, n.26.La cartografia prodotta, realizzata attraverso l’uso <strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> informatizzazionegeografica, integra le cartografie tematiche <strong>di</strong> interesse faunistico già esistenti pressol’Amministrazione (aree interessate da incen<strong>di</strong>, impianti <strong>di</strong> cattura, ecc.), utilizzate per leattività <strong>di</strong> gestione amministrativa e <strong>di</strong> pianificazione territoriale.Sono stati <strong>di</strong>gitalizzati n. 3.587 appostamenti fissi corrispondenti alla totalità <strong>di</strong> quelliautorizzati ed in corso <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà nel triennio 2008-2009-2010.L’in<strong>di</strong>viduazione delle coor<strong>di</strong>nate degli appostamenti fissi è stata ricavata <strong>di</strong>rettamentedalla cartografia CTR in scala 1:10.000, che i cacciatori, in ottemperanza <strong>di</strong> quantostabilito dall’art. 25, c. 5, della L.R. 26/1993, hanno dovuto allegare alla richiesta <strong>di</strong>autorizzazione dell’appostamento fisso.194


La cartografia <strong>di</strong>gitalizzata è aggiornata costantemente in tempo reale con l’integrazione <strong>di</strong>eventuali nuovi appostamenti fissi autorizzati e la cancellazione <strong>di</strong> eventuali appostamentifissi oggetto <strong>di</strong> rinuncia, revoca dell’autorizzazione o decesso del titolare.Tutti gli appostamenti fissi sono stati <strong>di</strong>gitalizzati su cartografia CTR, scala 1:10.000, conl’utilizzo del programma QUANTUM GIS – 1.3.0. – MIMAS.Non solo, al fine <strong>di</strong> verificare l’esatta corrispondenza cartografica delle coor<strong>di</strong>nate fornitedal cacciatore con la propria documentazione planimetrica cartacea, trasposta come dettosu cartografia <strong>di</strong>gitalizzata, il Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le provvede alla verifica<strong>di</strong>rettamente sul territorio e al rilevamento delle coor<strong>di</strong>nate satellitari <strong>di</strong> ogni appostamentofisso con l’utilizzo del GPS (Global Positioning System).Le rilevazioni satellitari hanno come sistema <strong>di</strong> riferimento UTM-WGS84 geografico.Al fine <strong>di</strong> rendere sovrapponibili queste ultime alla cartografia <strong>di</strong>gitalizzata, sulla quale èstato precedentemente georeferenziato ogni singolo appostamento fisso, le coor<strong>di</strong>naterilevate con un layer <strong>di</strong>verso dal Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le, devono essere trasformatedal programma QUANTUM GIS – 1.3.0. – MIMAS da Gauss-Boaga coor<strong>di</strong>nategeografiche in Gauss-Boaga – Roma 40 coor<strong>di</strong>nate piane.Di conseguenza è ora possibile verificare, tra l’altro, le <strong>di</strong>stanze piane tra i <strong>di</strong>versiappostamenti fissi e i vari istituti <strong>di</strong> gestione faunistico-venatoria, nonché definire ogniparametro utile alla presente pianificazione.L’identificazione delle zone in cui sono collocati gli appostamenti fissi attivi è visualizzatanella elaborazione cartografica allegata al PFV.La nuova pianificazione prevede altresì il completamento della georeferenziazione GPS <strong>di</strong>tutti gli appostamenti fissi autorizzati con coor<strong>di</strong>nate satellitari effettive, infatti sono stateraccolte specifiche schede <strong>di</strong> rilevamento delle coor<strong>di</strong>nate per ogni singolo appostamentofisso autorizzato sul territorio ed inserite nel programma <strong>di</strong> gestione cartografica in uso alServizio Caccia e Pesca.Entro il 31.12.2012, la georeferenziazione GPS <strong>di</strong> tutti gli appostamenti fissi, ricadenti neiSiti della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), ed entro una fascia <strong>di</strong> 1.000 metri dai predettiistituti <strong>di</strong> protezione, sarà comunicata ai rispettivi Enti gestori con affinamento dellavalutazione <strong>di</strong> incidenza anche in tale sede.La vigente normativa non da in<strong>di</strong>cazioni sui criteri per l’in<strong>di</strong>viduazione delle zone dovesono collocabili gli appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia, tuttavia la presente pianificazione al fine <strong>di</strong>consentire un esercizio venatorio fondato su un prelievo sostenibile della fauna selvaticamigratoria, compatibile con i principi <strong>di</strong> conservazione della stessa, ha in<strong>di</strong>viduato nelle195


singole schede <strong>di</strong> analisi dei <strong>di</strong>stinti istituti <strong>di</strong> gestione (ATC e CAC) le zone in cui sonocollocabili eventuali nuovi appostamenti fissi.Nei siti della Rete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine degli stessi ilrilascio <strong>di</strong> autorizzazioni per nuovi appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia è sottoposto a specificavalutazione <strong>di</strong> incidenza secondo le modalità previste dall’Ente gestore. La localizzazionegeoreferenziata <strong>di</strong> tutti gli appostamenti fissi <strong>di</strong> caccia ricadenti nei SIC e nelle ZPS edentro una fascia <strong>di</strong> 1.000 metri dal confine degli stessi, saranno trasmessi ai rispettivi Entigestori, entro il 31 gennaio <strong>di</strong> ogni anno.E’ vietato, nel raggio <strong>di</strong> 100 (cento) metri dagli appostamenti fissi presenti su tutto ilterritorio provinciale, impiantare e/o mantenere specie vegetali alloctone, quali ad esempiola fitolacca (Phytolacca sp.), piracanta (Pyracantha sp.) ed il ciliegio tar<strong>di</strong>vo (Prunusserotina).196


0 10 20 chilometriNEOS#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y #Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y #Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y#Y 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VIArea <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>adell'Oasi <strong>di</strong> Protezione Valpre<strong>di</strong>na1. Premessa giuri<strong>di</strong>ca.Il Decreto della Direzione Generale Qualità dell'ambiente della Regione Lombar<strong>di</strong>a n.6653 del 19.06.2007, ha espresso ai sensi dell'art. 5 del DPR 357/1997 e succ. mod. edell'art. 2 della DGR 8.08.2003, n. 7/14106, valutazione <strong>di</strong> incidenza positiva, ovveroassenza <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> arrecare una significativa incidenza negativa sull'integrità dei SitiNatura 2000 interessati dal Piano faunistico venatorio approvato con DCP n. 26 del28.03.2007, a con<strong>di</strong>zione che nei Siti Natura 2000 della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> sianorispettate alcune prescrizioni.Tra queste: “sono adottate misure <strong>di</strong> monitoraggio, tramite il personale <strong>di</strong> sorveglianzaprovinciale sul lato settentrionale del pSIC “ValPre<strong>di</strong>na” per valutare l'effettiva sussistenza<strong>di</strong> eventuali fenomeni <strong>di</strong> interferenza dell'attività venatoria sulla Riserva Nature Val Pre<strong>di</strong>nae sul sito della Rete Natura 2000, dei quali tenere conto in occasione <strong>di</strong> una successivavariante al piano faunistico venatorio provinciale”.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> con il Piano faunistico venatorio approvato con DCP n. 44 del9.07.2008 (annullato dal TAR Brescia con sentenza n 1532/2010) aveva istituito l'area <strong>di</strong>salvaguar<strong>di</strong>a della Riserva naturale regionale <strong>di</strong> Valpre<strong>di</strong>na e dell'omonimo Sito <strong>di</strong>Importanza Comunitaria, stabilendo che in tale area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a sia vietata ogni forma<strong>di</strong> caccia vagante con l'impiego <strong>di</strong> cani ad eccezione della caccia al cinghiale. Quest'ultimaconsentita esclusivamente con il sistema della girata e con l'uso <strong>di</strong> un solo cane confunzione <strong>di</strong> limiere.Il precetto da ultimo richiamato è stato integralmente recepito nella pianificazioneprovinciale poiché imposto dal Decreto della Direzione Generale Qualità dell'ambientedella Regione Lombar<strong>di</strong>a n. 6485 del 18.06.2008 (anch'esso annullato dal TAR Bresciacon sentenza n 1532/2010).In coerenza con la sentenza del TAR Lombar<strong>di</strong>a, Brescia, n. 1573/2011 la presentepianificazione riconferma la precedente tabellazione del buffer <strong>di</strong> Valpre<strong>di</strong>na e il ri<strong>di</strong>segnodell’area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a della riserva naturale nei confini a ovest ed est, per l’attestazionedel confine su tracciati maggiormente percepibili (strade, sentieri, rilievi, etc.), senzadecrementi.198


2. Area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dell'Oasi <strong>di</strong> Protezione che ricomprende la Riserva naturaleregionale <strong>di</strong> ValPre<strong>di</strong>na e dell'omonimo Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria.La presente pianificazione al fine <strong>di</strong> prevenire la possibile interferenza cinegetica con leesigenze <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dell'Oasi <strong>di</strong> protezione, della Riserva naturale regionale <strong>di</strong>Valpre<strong>di</strong>na e dell'omonimo sito della Rete Natura 2000, conferma l'area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>agià istituita con la precedente pianificazione <strong>di</strong> cui alla DCP n. 44 del 9.07.2008implementandone l'estensione nei confini ad ovest e ad est, attestando il nuovo perimetrosu tracciati facilmente percepibili dall'utenza, quali strade, sentieri, rilievi orografici,manufatti, ecc, come da specifica cartografia <strong>parte</strong> integrante del presente piano.E’ vietata l’istituzione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> addestramento cani e/o <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> gare cinofileentro 1000 metri dal SIC IT20 600016 “Valpre<strong>di</strong>na”.E’ vietata l’istituzione <strong>di</strong> nuovi appostamenti fissi entro 1000 metri dal confine del SICIT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”, inoltre è fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> cambio <strong>di</strong> titolare degli appostamentifissi presenti nel raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine del SIC IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”;l’eventuale rinnovo <strong>di</strong> autorizzazione è consentito solo ai titolari autorizzati alla data <strong>di</strong>approvazione del presente piano.199


RN Valpre<strong>di</strong>naArea <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dellariserva naturale dellaVal Pre<strong>di</strong>na edel relativo SICOP Valpre<strong>di</strong>naArea <strong>di</strong> Salvaguar<strong>di</strong>a della Riserva naturaledella "Valpre<strong>di</strong>na" e del relativo SIC0 300 600 900 1200 1500 metri200ONSE


VIIZone <strong>di</strong> allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile.L’art. 13 della L.R. 16.08.1993, n. 26, nel <strong>di</strong>sciplinare la destinazione del territorio agrosilvo-pastorale,prevede che il TASP <strong>di</strong> ciascuna provincia venga destinato fino al 3% perle Zone <strong>di</strong> allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile.Dette zone sono affidate in gestione alle associazioni venatorie, alle associazioni cinofile oalle associazioni professionali degli addestratori cinofili, nonché ad impren<strong>di</strong>tori agricolisingoli od associati, secondo i tempi e le modalità <strong>di</strong> esercizio stabiliti dal capo II delRegolamento Regionale 4.08.2003, n. 16.La presente pianificazione, allo scopo <strong>di</strong> conciliare gli interessi <strong>di</strong> tipo cinofilo con quelliprioritari della tutela del patrimonio faunistico, ritiene opportuno in<strong>di</strong>viduare,<strong>di</strong>stinguendole, zone da destinare alle gare e prove cinofile (tipo A) e zone destinateall’allenamento ed addestramento dei cani da caccia (tipo B).Le zone cinofile <strong>di</strong> tipo A hanno carattere temporaneo e funzionano limitatamente alladurata delle gare e delle prove cinofile <strong>di</strong> interesse provinciale, regionale o nazionale, con<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sparo. La concessione è gratuita.Possono avanzare richiesta per il rilascio dell’autorizzazione ad esercitare gare o provecinofile nelle zone A, la delegazione provinciale ENCI (Ente Nazionale della CinofiliaItaliana) e le società specializzate riconosciute dall’ENCI.Possono inoltre avanzare richiesta le Associazioni venatorie riconosciute a livellonazionale organizzate sul territorio provinciale limitatamente alle prove relative alleselezioni provinciali, regionali e nazionali nell’ambito dei campionati italiani. Le istanzedevono essere corredate dal parere favorevole dell’ENCI.Nelle zone cinofile <strong>di</strong> tipo A, le prove e le gare cinofile dovranno essere sottoposte apreventivo parere favorevole dell'Ente Gestore del Sito <strong>di</strong> Rete natura 2000, qualora iviricadenti, e vietate nei perio<strong>di</strong> destinati alle attività <strong>di</strong> cattura delle lepri nelle ZRCinteressate e nel periodo de<strong>di</strong>cato al ripopolamento invernale <strong>di</strong> questo lagomorfo.Le Zone <strong>di</strong> Ripopolamento e Cattura e le Oasi <strong>di</strong> Protezione in<strong>di</strong>viduate dalla presentepianificazione sono classificate anche quali Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo A ai sensi dell’art. 21, c.3, della L.R. 26/1993, in esse ,ed in tutte le zone cinofile <strong>di</strong> tipo A istituite nei siti <strong>di</strong> ReteNatura 2000, le prove o le gare cinofile possono essere autorizzate esclusivamente sufauna selvatica presente allo stato naturale, senza alcuna immissione <strong>di</strong> fauna allevata.201


La presente pianificazione in<strong>di</strong>vidua altresì le Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo B <strong>di</strong> duratatemporanea, destinate all’allenamento e all’addestramento dei cani nel periodo compresoda marzo e luglio <strong>di</strong> ogni anno, ad eccezione delle Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo B: Mozzanica eCasirate, dove le attività cinofile sono consentite tutto l’anno.Quanto sopra al fine <strong>di</strong> concedere spazi adeguati, per <strong>di</strong>mensioni e tipologia, alla cinofiliavenatoria, che richiede idonee aree de<strong>di</strong>cate alla cura dell’educazione e al benessere degliausiliari canini.Nelle Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo B temporanee, oltre all’allenamento e addestramento dei canida caccia, senza sparo, sono altresì consentite le prove e le gare cinofile, anche su faunaselvatica liberata.Ogni Zona Cinofila <strong>di</strong> tipo B temporanea, o <strong>parte</strong> <strong>di</strong> essa, può essere affidata in gestionealle Associazioni cinofile, alle Associazioni venatorie, alle Associazioni professionali degliaddestratori cinofili, nonché ad impren<strong>di</strong>tori agricoli singoli o associati che ne fannorichiesta.L’indennizzo dei danni arrecati alle produzioni agricole, alle opere approntate sui terrenicoltivati ed al pascolo dalla fauna selvatica e dall’attività cinofila è a carico dei titolari dellaconcessione.Sono <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>viduate le seguenti Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo B temporanee:CAC Prealpi BergamascheDENOMINAZIONE SUP. TOT. TASPGremalto 103 97,01Monte Farno 440 440Monte Linzone 73 (*) 66 (*)O<strong>di</strong>ago - Pontida 452 335,67Zogno 278 276,35Solto Collina-Castro 147 143,21Zandobbio 307 295,67CAC Val BrembanaDENOMINAZIONE SUP. TOT. TASPVal Taleggio 553 530,53CAC Val BorlezzaDENOMINAZIONE SUP. TOT. TASPMonte Varro 114 114202


ATC Pianura Bergamasca:DENOMINAZIONE SUP. TOT. TASPFontana (interclusa in AITF) 553 321,97Mozzanica (interclusa in77 73,71ZRC)Casirate (interclusa in ZRC) 462 296,93Seriate-Grassobbio 197 164,13Tutte le Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo A e <strong>di</strong> tipo B temporanee in<strong>di</strong>viduate nella presentepianificazione sono descritte in apposita cartografia che costituisce <strong>parte</strong> integrante esostanziale del presente PFV.La presente pianificazione, a fronte <strong>di</strong> un TASP provinciale pari ad ha 233.304,18 prevedela destinazione <strong>di</strong> ha 3.155,18 (*) pari all’1,35% (*) del TASP, per le zone <strong>di</strong> allenamento eaddestramento cani.L’istituzione <strong>di</strong> eventuali ulteriori Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo A o B temporanee in terreno <strong>di</strong>caccia programmata, su istanza dei soggetti <strong>di</strong> cui all’art. 21, c. 1, della L.R. n. 26/1993,può essere autorizzata con idoneo provve<strong>di</strong>mento, previa acquisizione dell'assenso deiproprietari e/o conduttori dei fon<strong>di</strong> rustici interessati e qualora ricadenti in siti <strong>di</strong> Retenatura 2000 previo parere favorevole dell'Ente Gestore.Le Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo C sono <strong>di</strong>sciplinate, tra le altre, dal Regolamento Regionale4/08/2003 n. 16, che stabilisce loro una durata triennale e una superficie compresa tra unminimo <strong>di</strong> 3 ettari ed un massimo <strong>di</strong> 50 ettari.Queste particolari zone cinofile sono destinate all’addestramento e all’allenamento dei canida caccia e dei falchi, nonché alle prove cinofile, anche con l’abbattimento per tutto l’anno<strong>di</strong> fauna riprodotta esclusivamente in allevamento artificiale o in cattività, ap<strong>parte</strong>nentesolo alle specie: quaglia, fagiano, starna e anatra germanata.Le quaglie immesse nelle zone cinofile tipo C devono essere obbligatoriamente abbattute.In provincia <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> sono attualmente autorizzate le seguenti zone cinofile <strong>di</strong> tipo C,- Roncola Treviolo 11.80 ha, scadenza 06/10/2014- Saore Levate 8.85 ha, scadenza 14/02/2014- Possimo Sovere 25.00 ha, scadenza 28/02/2014- San Germignano AATV Fontanella 49.45 ha, scadenza 07/04/2015Le Zone Cinofile <strong>di</strong> tipo C sono infrastrutture per l’addestramento dei cani da caccia cheprevedono l’abbattimento della fauna selvatica allevata e laddove istituite su richiesta deltitolare, anche, ai sensi della D.G.R. 19.giugno 1998 n.6/36929 allegato B, nelle Aziende203


Agrituristico Venatorie dove hanno altresì lo scopo <strong>di</strong> integrare il red<strong>di</strong>to dell’aziendaagricola.Possono essere inoltre istituite zone cinofile <strong>di</strong> tipo C <strong>di</strong> estensione compresa tra i tre e icinquanta ettari <strong>di</strong> durata triennale destinate all’allenamento e all’addestramento dei canida caccia e dei falchi, anche con l’abbattimento tutto l’anno <strong>di</strong> fauna riprodottaesclusivamente in allevamento artificiale o in cattività, nonché per le prove cinofile conselvatico abbattuto.E’ vietata l’immissione della pernice rossa.Fatto salvo quanto comunque stabilito della D.G.R. 9275 dell’08.04.2009 è fatto obbligo <strong>di</strong>sottoporre a valutazione <strong>di</strong> incidenza la costituzione <strong>di</strong> nuove zone per l’addestramentodei cani, nonché il rinnovo <strong>di</strong> quelle esistenti, in tutti i Siti della Rete Natura 2000 e in unraggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine degli stessi.E’ fatto altresì obbligo <strong>di</strong> sottoporre a valutazione <strong>di</strong> incidenza l’esecuzione <strong>di</strong> garecinofile nei Siti della Rete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine deglistessi ad esclusione <strong>di</strong> quelle effettuate all’interno <strong>di</strong> zone addestramento cani cheabbiano conseguito valutazione <strong>di</strong> incidenza positiva .E’ fatto <strong>di</strong>vieto: <strong>di</strong> svolgimento dell’attività <strong>di</strong> addestramento cani e/o esecuzione <strong>di</strong>prove cinofile nelle oasi <strong>di</strong> protezione e nelle zone <strong>di</strong> ripopolamento e catturaricadenti in tutto o in <strong>parte</strong> nei Siti della Rete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 metridal confine degli stessi ad esclusione <strong>di</strong> gare cinofile <strong>di</strong> livello nazionale o sovrannazionaleper le quali sia stata acquisita valutazione <strong>di</strong> incidenza positiva.E’ fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> istituire <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> addestramento cani e/o <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> garecinofile entro 1000 metri dal SIC IT20 600016 “Valpre<strong>di</strong>na”.E’ vietata l’immissione <strong>di</strong> fauna allevata in tutte le zone cinofile istituite nei Siti della ReteNatura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confine degli stessi; le prove o le gare cinofilepotranno essere autorizzate esclusivamente su fauna selvatica presente allo statonaturale.Lo svolgimento <strong>di</strong> gare cinofile nei Siti della Rete Natura 2000 è vietato dal 15 aprile al 15agosto.Le attività <strong>di</strong> allenamento e addestramento dei cani, anche per cani da caccia <strong>di</strong> etàinferiore ai 15 mesi, sono vietate al <strong>di</strong> fuori del periodo compreso tra la seconda domenica<strong>di</strong> settembre e la chiusura della stagione venatoria nei siti della Rete Natura 2000,localizzati, anche solo parzialmente, nella Zona Alpi.204


Zone Temporanee per l'allenamentoe l'addestramento dei cani (*)Zona Cinofila GremaltoZona Cinofila CasirateZona Cinofila FontanaZona Cinofila Linzone (*)Zona Cinofila Monte FarnoZona Cinofila Monte VarroZona Cinofila MozzanicaZona Cinofila O<strong>di</strong>agoZona Cinofila SeriateZona Cinofila Solto Collina CastroZona Cinofila Val TaleggioZona Cinofila ZandobbioZona Cinofila Zogno(*) così come emendatoNOES0 3000 6000 metri


Zona Cinofila GremaltoZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN2060 500 1000 1500 metriOES


Zona Cinofila Monte FarnoZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN2070 500 1000 metriOSE


NOEZona temporanea per l'allenamento e l'addestramento cani "Linzone"(*)(*) così come emendato0 200 400 600 800 metriS


Zona Cinofila O<strong>di</strong>agoZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN2090 500 1000 1500 metriOSE


Zona Cinofila ZognoZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN210O0 500 1000 metriSE


Zona Cinofila Solto Collina CastroZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN2110 500 1000 1500 metriOES


Zona Cinofila ZandobbioZone temporanee per l'allenamento ed addestramento dei caniN0 500 1000 1500 metri212OSE


Zona Cinofila Val TaleggioZona temporanee per l'allenamento ed addestramento dei caniN2130 500 1000 1500 2000 metriOSE


Zona Cinofila Monte VarroZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN0 500 1000 metri214OSE


Zona Cinofila FontanaZone temporanee per l'allenamento e l'addestramento dei caniN0 500 1000 metri215OSE


Zona Cinofila MozzanicaZone temporanee per l'allenamento ed addestramento dei caniN0 500 1000 1500 metri216OSE


Zona Cinofila CasirateZone temporanee per l'allenamento ed addestramento dei caniN0 500 1000 1500 metri217OSE


Zona Cinofila SeriateZone temporanee per l'allenamento ed addestramento dei caniN0 500 1000 1500 metri218OSE


AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE EAGRI TURISTICO VENATORIE


VIIIAziende Faunistico Venatorie (AFV) e Aziende Agri-Turistico-Venatorie (ATV)L’art. 13 della L.R. 16.08.1993, n. 26, che <strong>di</strong>sciplina la destinazione a fini faunistici delterritorio agro-silvo-pastorale <strong>di</strong> ciascuna provincia, <strong>di</strong>spone che il TASP è destinato nellapercentuale del 15% ad ambiti privati <strong>di</strong> caccia, ivi comprendendo fino all’8% del territorioper le Aziende Agri-Turistico-Venatorie (ATV).Nell’ambito della presente pianificazione sono in<strong>di</strong>viduate n. 1 Azienda FaunisticoVenatoria ricadente parzialmente sul territorio provinciale <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> e sulle province <strong>di</strong>Brescia e Sondrio; nonché 2 Aziende Agri-Turistico-Venatorie, <strong>di</strong> cui una ricadenteparzialmente sul territorio provinciale <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> e sulla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Cremona.Le Aziende Faunistico Venatorie devono mirare a favorire l’inse<strong>di</strong>amento sul territorio, lariproduzione naturale e l’incremento numerico delle popolazioni selvatiche con particolareriferimento alla tipica fauna alpina e agli ungulati selvatici.Tali obiettivi vanno perseguiti agendo principalmente sulla conservazione e sulmiglioramento quali-quantitativo dell’ambiente naturale, nonché sul ricorso a forme <strong>di</strong>prelievo programmato sulla base <strong>di</strong> consistenze accertate.I principali interventi per favorire la conservazione e l’incremento numerico <strong>di</strong> popolazioninaturali <strong>di</strong> fauna selvatica consistono nel:• favorire modelli <strong>di</strong> gestione dei complessi forestali e agricoli compatibili con leesigenze ecologiche delle specie d’interesse conservazionistico e venatorio;• favorire un’agricoltura <strong>di</strong> tipo non intensivo e incentivante la zootecnia bovinatra<strong>di</strong>zionale nelle aree montane;• adozione <strong>di</strong> prassi gestionali fondate su rigorosi censimenti annuali della faunaselvatica e su piani <strong>di</strong> prelievo preventivamente approvati dall’ISPRA.Inoltre nelle Aziende Faunistico Venatorie le popolazioni selvatiche passibili <strong>di</strong> prelievovenatorio programmato andranno in<strong>di</strong>viduate nell’ambito <strong>di</strong> un ristretto numero <strong>di</strong> speciecacciabili presenti con buone densità e fatte oggetto <strong>di</strong> adeguate interventi gestionali.La presente pianificazione in<strong>di</strong>vidua la frazione bergamasca dell’AziendaFaunisticoVenatoria: “Val Belviso-Barbellino”, definita in apposita cartografia allegata.Le Aziende Agri-Turistico-Venatorie istituite preferibilmente in zone <strong>di</strong> scarso rilievofaunistico hanno come scopo precipuo <strong>di</strong> favorire lo sviluppo delle zone rurali ed integrareil red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> una o più aziende agricole.220


Contrariamente alle AFV, questo tipo <strong>di</strong> istituto previsto dalla vigente normativa èimprontato ad un approccio consumistico nella gestione della fauna oggetto <strong>di</strong> caccia, nona caso il legislatore regionale consente in esse l’immissione e l’abbattimento per tutta lastagione venatoria <strong>di</strong> fauna selvatica <strong>di</strong> allevamento.In quest’ottica, la naturale potenzialità faunistica del territorio deve essere incrementatacon opportune immissioni a scopo <strong>di</strong> ripopolamento artificiale effettuate con cadenzaroutinaria per assecondare le esigenze <strong>di</strong> mercato che permetto <strong>di</strong> integrare il red<strong>di</strong>toagricolo.La presente pianificazione in<strong>di</strong>vidua le Aziende Agri-Turistico-Venatorie: “SanGermignano” e “Vecchia Brembilla”, definite in apposita cartografia allegata.Devono essere sottoposte a valutazione <strong>di</strong> incidenza il rilascio e/o il rinnovo <strong>di</strong>concessione <strong>di</strong> aziende faunistico-venatorie e aziende agri-turistico-venatorie localizzateall’interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonché in un raggio <strong>di</strong> 1000 metri dal confinedegli stessi; i piani <strong>di</strong> gestione aziendale dovranno essere coerenti con quanto stabilito daipiani <strong>di</strong> gestione dei Siti Natura 2000, ove approvati; i piani <strong>di</strong> gestione aziendale dovrannoinoltre obbligatoriamente in<strong>di</strong>viduare le aree più idonee per l’eventuale rilascio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui<strong>di</strong> fagiano in relazione alla presenza <strong>di</strong> rana <strong>di</strong> Lataste; la valutazione <strong>di</strong> incidenza sarà <strong>di</strong>competenza <strong>di</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a.221


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nenti all’ambitoAFV Belviso‐BarbellinoSuperficie totaleValbon<strong>di</strong>one1962 haCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheL’Azienda è localizzata nella catena orobica e interessa tre <strong>di</strong>stinteprovince <strong>Bergamo</strong>, Brescia e Sondrio.In provincia <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> il territorio dell’Azienda è attraversato dalprimo tratto del fiume Serio che nascendo dai versanti meri<strong>di</strong>onali delMonte Torena forma il lago naturale e quello artificiale del Barbellino.Il territorio bergamasco dell’azienda è ubicato interamente sopra illimite della vegetazione arborea, dove è <strong>di</strong>ffuso il tipico arbusteto <strong>di</strong>rododendro frammisto ad altre ericacee, più in alto solo prateriealpine in climax a curvuleto, sfasciumi e roccia esposta.Il territorio bergamasco dell’Azienda in relazione alle caratteristicheambiental <strong>di</strong> alta montagna, ospita praticamente tutti i rappresentantidell’ornitofauna e della mammalofauna alpina presenti sul territorioorobico.La principale vocazionalità riguarda i bovi<strong>di</strong> alpini: il camoscio e lostambecco. Anche la marmotta, la coturnice e la pernice biancatrovano habitat vocazionali.E’ segnalata la presenza della pernice bianca, delle lepre variabile ecoppia <strong>di</strong> aquile occupa stabilmente il territorio dell’Azienda.222


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Azienda Agrituristico venatoria “S.Germignano”Comuni ap<strong>parte</strong>nentiall’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheSuperficie totale Ha 241,42Fontanella ‐ SoncinoIl paesaggio è caratterizzato da un’agricoltura ben connotata da elementinaturali o naturaliformi, con una <strong>di</strong>ffusa presenza del reticolo idrico naturaleo artificiale ben dotato <strong>di</strong> elementi forestali lineari aventi anche una <strong>di</strong>scretaampiezza trasversale.La coltura maggiormente <strong>di</strong>ffusa è il mais per la produzione <strong>di</strong> insilato,coltivato con un sistema monocolturale.Alcuni appezzamenti sono me<strong>di</strong>amente coltivati a cereali autunno vernini, aloietto in successione con il mais ed infine sono presenti aree a set‐aside,come previsto dalla normativa <strong>di</strong> politica agricola comunitaria.Le <strong>di</strong>sponibilità idriche sono buone durante tutto l'arco dell'anno, in quantovi è la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fontanili attivi e alcune rogge fungono dascolmatori delle piene del Fiume OglioLe formazioni forestali presenti sono <strong>di</strong> tipo lineare e a macchia, daricondurra alla tipologia del querceto carpineto, si segnala la pregevolepresenza <strong>di</strong> reliquato dell’antica foresta planiziale, con una significativapresenza <strong>di</strong> quercus robur, prunus avium e acer campestre.La principale attività agricola della AATV consiste nella coltivazione <strong>di</strong> colturecerealicole e foraggere.La presenza <strong>di</strong> una buona <strong>di</strong>versificazione ambientale tra coltivazionicerealicole e aree boscate, favorisce Habitat vocazionali a numerose specie <strong>di</strong>avifauna e mammiferi. Tra le prime si segnala una particolare vocazionalità alfagiano, tra i secon<strong>di</strong> alla lepre comune e a tutti i piccoli carnivori.L’area riveste particolare interesse per lo svernamento <strong>di</strong> numerose specie <strong>di</strong>rapaci <strong>di</strong>urni e notturni. Si segnala la presenza costante della poiana edell’albanella. I boschi planiziali offrono un habitat interessante per l’area <strong>di</strong>pianura per alcuni pici<strong>di</strong>, è segnalata la presenza costante del tasso.224


Azienda faunistico venatoria"S. Germignano"N0 200 400 600 metri225


Istituto FaunisticoComuni ap<strong>parte</strong>nentiall’ambitoCaratteristiche ambientaliVocazioni e potenzialitàfaunistiche del territorioEmergenze faunisticheAATV Vecchia BrembillaSuperficie totale114,56 haBrembilla, Capizzone e Berbenno.La geomorfologia dell’AATV è tipica della me<strong>di</strong>a montagnabergamasca, con suolo in <strong>di</strong>screta pendenza e rocciositàaffiorante.Circa metà dell’azienda è coperta, soprattutto nelle aree <strong>di</strong>minor pendenza da prato‐pascoli, per la restante <strong>parte</strong> a bosco<strong>di</strong> latifoglie allevato a ceduo con prevalenza della faggeta inevoluzione verso l’alto fusto alle quote più alte, mentre l’acerofrassinetoprevale negli impluvi.La principale attività agricola dell’AATV consistenell’allevamento <strong>di</strong> capi <strong>di</strong> bestiame per la produzione <strong>di</strong> latte o<strong>di</strong> carne, conseguentemente il paesaggio agrario è quello tipicodella zootecnia montana.La comunità zoologica presente è in <strong>di</strong>retta connessione con ilpaesaggio paranaturale dell’agricoltura montana.Le ampie aree aperte a prato sfalciati sono vocazionali alla leprecomune e parzialmente al fagiano. L’area considerata è <strong>di</strong><strong>di</strong>screto interesse anche per la sosta e la ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> specieornitiche legate agli ambienti paranaturali della campagnacoltivata.Sono presenti tutte le specie <strong>di</strong> piccoli carnivori e il tasso.E’ segnalata la presenza del capriolo.226


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IXZone speciali <strong>di</strong> tutela dell'avifauna tipica alpinaLo stato <strong>di</strong> conservazione delle popolazioni dei galliformi alpini è generalmentesfavorevole in tutta l'area alpina <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione sebbene per le popolazioni <strong>di</strong> galloforcello (Tetrao tetrix) e della coturnice (Alectoris graeca) è ancora possibile valutareannualmente un prelievo venatorio sostenibile.Le popolazioni <strong>di</strong> queste specie <strong>di</strong> avifauna tipica alpina sono esposte a fattori limitanti <strong>di</strong>varia natura, tra cui la frammentazione e la contrazione degli habitat naturali a lorovocazionali anche a causa dell'abbandono delle tra<strong>di</strong>zionali pratiche agro-silvo-pastorali <strong>di</strong>montagna e dello sviluppo del turismo invernale, nonché a causa <strong>di</strong> una fruizionevenatoria non sempre correttamente commisurata alla produttività annuale dellepopolazioni interessate.Al fine <strong>di</strong> applicare criteri <strong>di</strong> gestione idonei alla conservazione delle popolazioni deitetraoni<strong>di</strong> e della coturnice e <strong>di</strong> migliorare lo status della locali popolazioni, la presentepianificazione, tra l'altro, istituisce speciali zone <strong>di</strong> tutela per l'avifauna tipica alpina.Inoltre, la programmazione della gestione faunistico venatoria del territorio provinciale chericonosca un ruolo importante alla costituzione, al mantenimento e all’utilizzo sostenibiledei popolamenti <strong>di</strong> ungulati selvatici prevede l’istituzione <strong>di</strong> apposite zone speciali de<strong>di</strong>catealla caccia <strong>di</strong> selezione quale unica forma <strong>di</strong> caccia esclusiva ammessa al loro interno.I due obiettivi non si escludono, ma si complementano, attraverso l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong>territori particolarmente vocati al ciclo biologico dei tetraoni<strong>di</strong> e della coturnice nei qualiinibire la pressione venatoria relegandola esclusivamente alla caccia <strong>di</strong> selezione degliungulati, che per sua natura è una forma <strong>di</strong> caccia supportata da criteri scientifici limitataad un prelievo programmato dei grossi mammiferi erbivori realizzato attraverso piani <strong>di</strong>abbattimento <strong>di</strong>stinti per specie, quantità, sesso e classi <strong>di</strong> età allo scopo <strong>di</strong> rapportare lepopolazioni selvatiche degli ungulati a corrette densità agro-forestali con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> cacciache non comportano alcun <strong>di</strong>sturbo alla complessità della biocenosi.L’assunto trova fonte normativa nel comma 9, dell’art. 27 della L.R. 26/1993.La presente pianificazione al fine <strong>di</strong> incentivare una corretta gestione della tipica faunaalpina e nel contempo permettere un esercizio venatorio compatibile con le esigenze <strong>di</strong>conservazione della fauna selvatica ha istituito le seguenti Zone speciali <strong>di</strong> tuteladell'avifauna tipica alpina nelle quali è vietato ogni prelievo venatorio con la sola eccezionedella caccia <strong>di</strong> selezione agli ungulati selvatici con arma a canna rigata e ottiche <strong>di</strong> mira.228


CAC Valle Brembana:• Mincucco• Cavallo-Pegherolo• Pizzo <strong>di</strong> Cusio• Aralalta• Monte Venturoso• CancervoCAC Valle Seriana:• Corno Falò• Valsecca• Curò• Pinnacolo-MaslanaCAC Valle <strong>di</strong> Scalve• Bognaviso• BarbarossaTutte le Zone speciali <strong>di</strong> tutela dell'avifauna tipica alpina in<strong>di</strong>viduate nella presentepianificazione sono perimetrate in apposita cartografia, che ne costituisce <strong>parte</strong> integrantesostanziale.229


Zone speciali tutelafauna tipica alpinaARALALTABARBAROSSABOGNAVISOCANCERVOCAVALLO PEGHEROLOCORNO FALOCURO'MINCUCCOMONTE VENTUROSOPINACOLOPIZZO DI CUSIOVALSECCANOES2300 2000 4000 6000 metri


XCriteri per la determinazione dell’indennizzo in favore dei conduttori dei fon<strong>di</strong> rusticiper i danni arrecati dalla fauna selvatica e domestica inselvatichita alle produzioniagricole e alle opere approntate sui fon<strong>di</strong> rustici.Gli indennizzi dei danni prodotti dalla fauna selvatica alle produzioni agricole sono<strong>di</strong>sciplinati dagli artt. 47 e 52 della L.R. 16.08.1993, n. 26 e s.m.i.L’entità degli indennizzi dei danni arrecati alle produzioni agricole e alle opere approntatesu terreni coltivati ed al pascolo dalle <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> fauna selvatica e domesticainselvatichita è quantificata esclusivamente attraverso perizie in campo effettuate daitecnici della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> che si avvalgono dei valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> ognisingolo prodotto agricolo o servizio.L’indennizzo dei danni arrecati alle produzioni agricole e alle opere approntate su terrenicoltivati ed al pascolo dalle specie <strong>di</strong> fauna selvatica e domestica inselvatichita è a carico:della <strong>Provincia</strong>: in tutti gli istituti <strong>di</strong> protezione previsti dalla presente pianificazione.Sono escluse dall’indennizzo tutte le aree protette ex L. 394/1991, la cuicompetenza è in capo agli Enti gestori;dei Comitati <strong>di</strong> gestione degli ATC e dei CAC qualora i danni si siano verificatisul territorio <strong>di</strong> caccia programmata <strong>di</strong> loro competenza, nella misura del 10%. Ilrestante ammontare degli indennizzi (90%) è a carico della <strong>Provincia</strong>.dei titolari delle Aziende faunistico venatorie e delle Aziende agri-turisticovenatorie,qualora si siano verificati nelle rispettive Aziende;dei proprietari o conduttori dei fon<strong>di</strong> chiusi qualora si siano verificati nellerispettive strutture;dei concessionari delle Zone cinofile limitatamente al periodo <strong>di</strong> durata dellaconcessione.La presente pianificazione stabilisce inoltre:che dovranno essere prese in considerazione, al fine degli indennizzi,esclusivamente le domande presentate da imprese agricole (persone fisiche opersone giuri<strong>di</strong>che) titolari <strong>di</strong> partita IVA, iscritte al Registro delle Imprese;la franchigia <strong>di</strong> Euro 104,00 per il riconoscimento dell’indennizzo;che sono escluse dall’indennizzo le produzioni agricole destinate all’autoconsumofamiliare.231


I contributi per le misure <strong>di</strong> prevenzione dei danni alle produzioni agricole e alle opereapprontate sui fon<strong>di</strong> rustici sono così quantificate:mezzi <strong>di</strong> prevenzione: il contributo è stabilito pari al 50% della spesa sostenutadall’impren<strong>di</strong>tore agricolo fino ad un massimo erogabile <strong>di</strong> Euro 2.600,00 persingola impresa per anno solare;prodotti repellenti: il contributo è stabilito pari al 100% della spesa sostenutadall’impren<strong>di</strong>tore agricolo fino ad un massimo erogabile <strong>di</strong> Euro 260,00 per singolaimpresa per anno solare.Per l’istruttoria delle perizie prodromiche alla determinazione degli indennizzi, il ServizioCaccia e Pesca provvederà a pre<strong>di</strong>sporre idonea modulistica riguardante:la domanda <strong>di</strong> sopralluogo per danni da fauna selvatica e domestica inselvatichita;il verbale <strong>di</strong> accertamento per danni da fauna selvatica e domestica inselvatichita;la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> ripristino dello stato dei luoghi;la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> contratto <strong>di</strong> comodato verbale;che potrà essere aggiornata, mo<strong>di</strong>ficata o integrata dal Servizio per eventualisopravvenute esigenze contabili e amministrative.232


XICriteri per la corresponsione degli incentivi in favore dei proprietari o conduttori deifon<strong>di</strong> agricoli, singoli o associati, che si impegnino alla tutela e al ripristino deglihabitat naturali e all’incremento della fauna selvatica nelle Zone <strong>di</strong> Ripopolamento eCattura e nelle Oasi <strong>di</strong> Protezione.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> con D.C.P. n. 96 del 4.10.2010 ha approvato il “Piano provinciale<strong>di</strong> miglioramento ambientale per la sosta dell’avifauna selvatica migratoria, la produzionenaturale <strong>di</strong> fauna selvatica autoctona e <strong>di</strong> immissione <strong>di</strong> fauna selvatica”.Gli interventi idonei al ripristino degli habitat naturali e all’incremento della fauna selvaticanelle Zone <strong>di</strong> Ripopolamento e Cattura e nelle Oasi <strong>di</strong> Protezione sono quelli descritti nelQuaderno delle opere e degli interventi tipo approvato come <strong>parte</strong> integrante dellasoprarichiamata pianificazione.I criteri per la corresponsione degli incentivi, nonché la tipologia degli interventi ammessi alfinanziamento, sono stabiliti dalla Giunta <strong>Provincia</strong>le compatibilmente con la <strong>di</strong>sponibilitàdelle risorse finanziarie.233


XIIDISPOSIZIONI PARTICOLARI PER I SITI DELLA RETE NATURA 2000Nei Siti Rete natura 2000 della <strong>Provincia</strong> sono previste le <strong>di</strong>sposizioni particolari elencatenel presente capitolo.Il Dirigente <strong>di</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a della Struttura valorizzazione delle aree protette ebio<strong>di</strong>versità con provve<strong>di</strong>mento n. 4400 del 27.05.2013 "Valutazione <strong>di</strong> incidenza del PianoFaunistico Venatorio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>, ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 357/97 es.m.i., sui Siti Natura 2000" ha decretato:A. Di esprimere, ai sensi dell'art.5 del D.P.R. 357/97 e successivemo<strong>di</strong>ficazioni, valutazione <strong>di</strong> incidenza positiva, ovvero assenza <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong>arrecare una significativa incidenza negativa, sull’integrità dei Siti nel rispettodegli obiettivi della Rete Natura 2000, del Piano Faunistico Venatorio della<strong>Provincia</strong> <strong>Bergamo</strong>, ferme restando le seguenti prescrizioni, valide per i SitiIT2060001 “Valtorta e Valmoresca”, IT2060002 “Valle <strong>di</strong> Piazzatorre - Isola <strong>di</strong>Fondra”, IT2060003 “Alta Val Brembana - Laghi Gemelli”, IT2060004 “Alta Val<strong>di</strong> Scalve”, IT2060005 “Val Sedornia - Val Zurio - Pizzo della Presolana”,IT2060006 “Boschi del Giovetto <strong>di</strong> Paline”, IT2060007 “Valle Asinina”,IT2060008 “Valle Parina”, IT2060009 “Val Nossana - Cima <strong>di</strong> Grem”,IT2060010 “Valle del Freddo”, IT2060011 “Canto Alto e Valle del Giongo”,IT2060012 “Boschi dell'Astino e dell'Allegrezza”, IT2060013 “FontanileBrancaleone”, IT2060014 “Boschetto della Cascina Campagna”, IT2060015“Bosco de l'Isola”, IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”, IT2060301 “Monte Resegone”,IT2060302 “Costa del Pallio”, IT2060304 “Val <strong>di</strong> Scalve”, IT2060401 “ParcoRegionale Orobie Bergamasche”, IT2060506 “Belviso Barbellino”, IT2030005“Palude <strong>di</strong> Brivio”, IT2030007 “Lago <strong>di</strong> Sartirana”, IT2030008 “Il Toffo”,IT2040028 “Valle del Bitto <strong>di</strong> Albaredo”, IT2040029 “Val Tartano”, IT2040031“Val Cervia”, IT2040033 “Valvenina”, IT2040034 “Valle d'Arigna e Ghiacciaio <strong>di</strong>Pizzo <strong>di</strong> Coca”, IT2040035 “Val Bondone - Val Caronella”, IT2040036 “ValBelviso”, IT2040401 “Parco Regionale Orobie Valtellinesi”, IT2070020 “Torbiered'Iseo”, IT20A0002 “Naviglio <strong>di</strong> Melotta”, IT20A0018 “Cave Danesi”:1. obbligo <strong>di</strong> esplicitare, per quanto <strong>di</strong> competenza, nel testo definitivo delPiano Faunistico Venatorio quanto previsto dalla D.G.R. 9275 del 8 aprile234


2009 e ss.mm.ii., relativa alle misure <strong>di</strong> conservazione per la tuteladelle ZPS; in aggiunta a quanto previsto al punto c) della D.G.R. sopracitata si dovrà specificare che il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> munizioni contenentipiombo nei 150 metri dalle rive delle aree umide, quali laghi, stagni,palu<strong>di</strong> e lanche presenti nelle ZPS è da ritenersi valido anche se taleporzione <strong>di</strong> territorio si localizza all’esterno delle ZPS;2. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza la localizzazione e lemodalità <strong>di</strong> gestione dei Centri pubblici e privati <strong>di</strong> riproduzionedella fauna selvatica allo stato naturale nel caso vengano previstiall’interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonché in un raggio <strong>di</strong> 1000 mdal confine degli stessi;3. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza la localizzazione e lemodalità <strong>di</strong> gestione delle Zone <strong>di</strong> Ripopolamento e Cattura nel casovengano previste all’interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonché in unraggio <strong>di</strong> 1000 m dal confine degli stessi; le attività <strong>di</strong> prelievo in tali ZRCdovranno comunque essere concordate preventivamente con l’EnteGestore;4. obbligo <strong>di</strong> concordare preventivamente con gli Enti gestori l’eventualeprecisa localizzazione e modalità <strong>di</strong> gestione delle Zone <strong>di</strong> Rifugio e <strong>di</strong>Ambientamento per la fauna stanziale, qualora vengano previste neiSiti della Rete Natura 2000 o entro i 1000 m dagli stessi;5. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza il rilascio e/o il rinnovo <strong>di</strong>concessione <strong>di</strong> Aziende Faunistico Venatorie e Aziende AgrituristicoVenatorie localizzate all’interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonchéin un raggio <strong>di</strong> 1000 m dal confine degli stessi; i Piani <strong>di</strong> gestioneaziendale dovranno essere coerenti con quanto stabilito dai Piani <strong>di</strong>gestione dei Siti Natura 2000, ove approvati; i Piani <strong>di</strong> gestione aziendaledovranno inoltre obbligatoriamente in<strong>di</strong>viduare le aree più idonee perl’eventuale rilascio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> fagiano in relazione alla presenza <strong>di</strong>Rana <strong>di</strong> Lataste; la Valutazione <strong>di</strong> Incidenza sarà <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong>Regione Lombar<strong>di</strong>a;6. fatto salvo quanto comunque stabilito nella D.G.R. 9275 del 8 aprile2009 e ss.mm.ii., obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza lacostituzione <strong>di</strong> nuove Zone Addestramento Cani, nonché il rinnovo <strong>di</strong>quelle esistenti, in tutti i Siti della Rete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong>1000 m dal confine degli stessi;7. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza l’esecuzione <strong>di</strong> garecinofile nei Siti della Rete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 m dalconfine degli stessi, ad esclusione <strong>di</strong> quelle effettuate all’interno <strong>di</strong> ZoneAddestramento Cani che abbiano conseguito Valutazione <strong>di</strong> Incidenzapositiva;8. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> svolgimento dell’attività <strong>di</strong> addestramento cani e/oesecuzione <strong>di</strong> prove cinofile nelle Oasi <strong>di</strong> Protezione e nelle Zone <strong>di</strong>Ripopolamento e Cattura ricadenti, del tutto o in <strong>parte</strong>, nei Siti della Rete235


Natura 2000 o localizzate entro i 1000 m dal confine degli stessi, adesclusione <strong>di</strong> gare cinofile <strong>di</strong> livello nazionale o sovranazionale per lequali sia stata acquisita Valutazione <strong>di</strong> Incidenza positiva;9. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> istituzione <strong>di</strong> Zone Addestramento Cani e/o <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong>gare cinofile entro i 1000 m dal SIC IT20600016 “Valpre<strong>di</strong>na”;10. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> immissione <strong>di</strong> fauna allevata in tutte le Zone Cinofileistituite nei Siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000 o entro 1000 m dal confine deglistessi; le prove o le gare cinofile potranno essere autorizzateesclusivamente su fauna selvatica presente allo stato naturale;11. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> svolgimento <strong>di</strong> gare cinofile dal 15 aprile al 15 agosto <strong>di</strong>ogni anno nei Siti della Rete Natura 2000;12. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> effettuare le attività <strong>di</strong> allenamento e addestramentocani, anche per cani da caccia <strong>di</strong> età inferiore ai 15 mesi, al <strong>di</strong> fuori delperiodo compreso tra la seconda domenica <strong>di</strong> settembre e la chiusuradella stagione venatoria, nei Siti della Rete Natura 2000 localizzati, anchesolo parzialmente, in Zona Alpi;13. obbligo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i confini della Zona Addestramento Cani“O<strong>di</strong>ago” attestandoli al <strong>di</strong> fuori della ZPS IT2030008 “Il Toffo” e <strong>di</strong>valutare in occasione della prima mo<strong>di</strong>fica del Piano Faunistico Venatoriola necessità <strong>di</strong> variare l’Oasi <strong>di</strong> Protezione “Adda” fino a ricomprenderel’intero territorio della ZPS, laddove non coincidente con il Parco Naturaledel Parco dell’Adda Nord;14. obbligo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i confini orientali della Zona AddestramentoCani “Fontana” sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni contenute nella cartografiaprodotta dal Parco dei Colli <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> e allegata al parere <strong>di</strong>competenza; l’in<strong>di</strong>viduazione dei nuovi confini dovrà essere fattautilizzando elementi <strong>di</strong> facile identificazione sul territorio (strade, corsid’acqua, ecc.) e sarà da concordare l’Ente gestore;15. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza le nuove richieste<strong>di</strong> appostamento fisso localizzate entro i Siti della Rete Natura 2000 ein un raggio <strong>di</strong> 1000 m dal confine degli stessi;16. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza il rinnovo e ilcambio <strong>di</strong> titolarità degli appostamenti fissi localizzati entro i Siti dellaRete Natura 2000 e in un raggio <strong>di</strong> 1000 m dal confine degli stessi,qualora la loro autorizzazione non sia stata già sottoposta a Valutazione<strong>di</strong> Incidenza;17. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> istituzione <strong>di</strong> nuovi appostamenti fissi entro 1000 m dalconfine del SIC IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”;18. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> cambio <strong>di</strong> titolare degli appostamenti fissi presenti nelraggio <strong>di</strong> 1000 m dal confine del SIC IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”; l’eventualerinnovo <strong>di</strong> autorizzazione è consentito solo ai titolari autorizzati alla data<strong>di</strong> approvazione del PFV;236


19. <strong>di</strong>vieto, nel raggio <strong>di</strong> 100 m dagli appostamenti fissi presenti sututto il territorio provinciale <strong>di</strong> impiantare e/o mantenere specie vegetalialloctone, quali ad esempio fitolacca (Phytolacca sp.), piracanta(Pyracantha sp.) e ciliegio tar<strong>di</strong>vo (Prunus serotina);20. obbligo <strong>di</strong> trasmettere agli Enti gestori <strong>di</strong> competenza, entro il 31gennaio <strong>di</strong> ogni anno, la localizzazione georeferenziata degliappostamenti fissi <strong>di</strong> caccia presenti nei Siti della Rete Natura 2000 eentro i 1000 m dal confine degli stessi;21. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ripopolamento, immissione, introduzione su tutto ilterritorio provinciale <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> pernice rossa (Alectoris rufa),quaglia giapponese (Coturnix coturnix japonica) e silvilago(Sylvilagus floridanus);22. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ripopolamento, immissione e introduzione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong>muflone (Ovis musimon); le popolazioni presenti nei tre nuclei segnalatinel Piano Faunistico Venatorio dovranno venire gestite al fine <strong>di</strong>impe<strong>di</strong>rne l’espansione numerica e territoriale;23. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> immissione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> fagiano nelle Oasi <strong>di</strong>Protezione;24. obbligo <strong>di</strong> concordare con gli Enti gestori dei Siti della Rete Natura2000 insistenti sul territorio oggetto <strong>di</strong> intervento, le attività <strong>di</strong>censimento della fauna tipica alpina, nonché gli eventuali piani <strong>di</strong>prelievo definiti in seguito ai risultati dei censimenti stessi;25. obbligo <strong>di</strong> concordare, con gli Enti gestori dei Siti della Rete Natura2000 in cui sono presenti zone umide che ospitano popolazioni <strong>di</strong> Rana <strong>di</strong>Lataste o altre importanti popolazioni <strong>di</strong> Anfibi (al momento identificabilicon i Siti IT2060012 “Boschi dell’Astino e dell’Allegrezza”, IT2060013“Fontanile Brancaleone”, IT2060015 “Bosco dell’Isola”, IT2060016“Valpre<strong>di</strong>na”, IT2030005 “Palude <strong>di</strong> Brivio”, IT2030008 “Il Toffo” eIT20A0018 “Cave Danesi”), i ripopolamenti <strong>di</strong> fagiano localizzatiall’interno dei Siti stessi o in un raggio <strong>di</strong> 1000 m dal loro confine;26. obbligo, negli interventi <strong>di</strong> ripopolamento, <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduiprovenienti da aree del territorio provinciale o, comunque, localizzate incontesti ambientali analoghi a quelli caratterizzanti le zone <strong>di</strong> intervento,evitando ove possibile il ricorso ad esemplari provenienti da zone al <strong>di</strong>fuori del territorio regionale;27. obbligo <strong>di</strong> trasmissione agli Enti gestori dei Siti insistenti sulterritorio oggetto <strong>di</strong> intervento, entro il 31 gennaio <strong>di</strong> ogni anno, deipiani <strong>di</strong> ripopolamento effettuati, specificando la provenienza degliin<strong>di</strong>vidui immessi;28. obbligo <strong>di</strong> sottoporre a Valutazione <strong>di</strong> Incidenza qualsiasi intervento<strong>di</strong> reintroduzione effettuato nel territorio provinciale; la Valutazione <strong>di</strong>Incidenza sarà <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a;237


29. obbligo <strong>di</strong> concordare preventivamente con l’Ente gestore gliinterventi per il controllo numerico <strong>di</strong> specie “problematiche”all’interno dei Siti della Rete Natura 2000; l’Ente gestore avrà comunquein qualsiasi momento la facoltà <strong>di</strong> richiedere la Valutazione <strong>di</strong> Incidenza;30. obbligo <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> munizioni non contenenti piombo, per i calibriove tali munizioni siano <strong>di</strong>sponibili, nelle azioni <strong>di</strong> controllo dellespecie problematiche che prevedono lo sparo;31. obbligo <strong>di</strong> sotterrare o smaltire i visceri rimossi degli ungulatiabbattuti;32. obbligo <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> monitoraggi finalizzati alla verificadella <strong>di</strong>ffusione delle specie alloctone già segnalate sul territorioprovinciale (Ibis sacro, Coturnice orientale, Pernice rossa, Colino dellaVirginia, Parrocchetto dal Collare, Parrocchetto monaco, Usignolo delGiappone, Bengalino comune, Silvilago, Scoiattolo grigio, Nutria,Muflone, Daino, Procione e Visone americano) e <strong>di</strong> eventuali ulteriorispecie alloctone che nel futuro dovessero venire segnalate nello stessoterritorio provinciale;33. obbligo, su tutto il territorio provinciale, <strong>di</strong> attuazione <strong>di</strong> interventi<strong>di</strong> controllo delle specie alloctone per le quali i monitoraggi, <strong>di</strong> cui alpunto precedente, evidenzino la necessità <strong>di</strong> una gestione attiva;34. obbligo <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata era<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> speciealloctone che venissero localizzati nei Siti della Rete Natura 2000,con particolare riferimento a pernice rossa e muflone. Per quest’ultimaspecie fanno eccezione i tre nuclei già presenti sul territorio provincialeper i quali vale la prescrizione <strong>di</strong> cui al punto 22;35. obbligo <strong>di</strong> controllo del cinghiale nei Siti della Rete Natura2000 al fine della sua era<strong>di</strong>cazione;36. obbligo <strong>di</strong> concordare le operazioni <strong>di</strong> controllo del cinghialecon l’Ente gestore dei Siti della Rete Natura 2000 interessati dalleoperazioni <strong>di</strong> intervento, anche qualora queste vengano effettuateesternamente, ma entro i 1000 m dal confine degli stessi;37. obbligo <strong>di</strong> trasmissione agli Enti gestori dei Siti insistenti sulterritorio oggetto <strong>di</strong> intervento, entro il 31 gennaio <strong>di</strong> ogni anno, deirisultati <strong>di</strong> tutti monitoraggi faunistici effettuati;38. obbligo <strong>di</strong> integrazione, nei capitoli e/o paragrafi <strong>di</strong> pertinenza deltesto definitivo del Piano Faunistico Venatorio, delle prescrizionisopra riportate.Tutte le prescrizioni sono integralmente recepite nella presente pianificazioneAi Siti della rete natura 2000 si applicano inoltre le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:• Gli interventi <strong>di</strong> miglioramento ambientale sono concordati con l’ente gestore delsito e utilizzano esclusivamente specie floristiche e animali autoctoni;238


• Al fine <strong>di</strong> prevenire la possibile interferenza cinegetica con le attività della RiservaNaturale Val Pre<strong>di</strong>na dell'omonimo SIC, è istituita una apposita area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>alungo il perimetro dell’Oasi <strong>di</strong> protezione “Val Pre<strong>di</strong>na” che ricomprende al suointerno gli istituti richiamati. In detta area <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a è vietato l'eserciziovenatorio con l'utilizzo <strong>di</strong> cani da caccia, ad eccezione della girata al cinghiale, perla quale è consentito l'uso <strong>di</strong> un solo cane con funzione <strong>di</strong> limiere.• Obbligo <strong>di</strong> recepimento nel calendario venatorio provinciale dei <strong>di</strong>vieti contenutiall'art. 5, comma 1, lett. a, b, c, d, e, f, g, h, i, j del D.M. 17.10.2007, n. 184.• Obbligo <strong>di</strong> recepimento delle eventuali regolamentazioni riguardanti l'attivitàvenatoria previste agli artt. 5 e 6 del D.M. 17.10.2007, n. 184 adottate da RegioneLombar<strong>di</strong>a in accordo con l'art. 7 del Decreto Ministeriale.• Divieto <strong>di</strong> esercizio dell'attività venatoria nella ZPS IT 2060401 Parco RegionaleOrobie Bergamasche in data antecedente al 1° ottobre, con eccezione della caccia<strong>di</strong> selezione agli ungulati, così come previsto dall'art. 6, c. 13, del D.M. 17.10.2007,n. 184, per le ZPS classificate nella tipologia “Valichi montani”.• Era<strong>di</strong>cazione del cinghiale nei Siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000 in accordo con gli Entigestori, anche qualora le operazioni <strong>di</strong> controllo vengano effettuate esternamente aiSiti ma entro i 1000 metri dagli stessi, attraverso piani <strong>di</strong> abbattimento operati daisoggetti in<strong>di</strong>viduati dall’articolo 41 della LR 26/1993 e/o dall’articolo 22 della legge394/1991. Le tecniche <strong>di</strong> abbattimento devono coniugare tre caratteristiche: uncre<strong>di</strong>bile rapporto tra sforzo profuso e risultati ottenuti, una buona selettivitàintraspecifica, un minimo <strong>di</strong>sturbo alle restanti componenti delle zoocenosi. A tal finevengono in<strong>di</strong>viduati le seguenti tecniche autorizzate in forma esclusiva: sistemi <strong>di</strong>cattura quali trappole autoscattanti comunemente dette “chiusini” e abbattimentirealizzati esclusivamente con arma a canna rigata o liscia caricata a palla, con osenza ottica <strong>di</strong> puntamento, all'aspetto o alla cerca, anche <strong>di</strong> notte con automezzo efaro a mano, oppure attraverso la tecnica della girata con un solo cane limiere perogni squadra <strong>di</strong> operatori autorizzati.Eventuali provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> livello nazionale o regionale che andranno a <strong>di</strong>sciplinarel'esercizio venatorio nei siti Natura 2000 verranno automaticamente recepite dallapianificazione faunistico venatoria, in particolare saranno recepite le regolamentazioniriguardanti l'attività venatoria, previste agli artt. 5 e 6 del D.M. 17.10.2007, n. 184, cheverranno adottate dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a in esecuzione <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>sposto dall'art.7 delDecreto Ministeriale.239


Capitolo XIIIDISPOSIZIONI NORMATIVE PER I SITI DELLA RETE NATURA 2000Di seguito si riporta un estratto della misure <strong>di</strong> conservazione pertinenti la fauna selvaticae la <strong>di</strong>sciplina dell’esercizio venatorio in tutte le ZPS , <strong>di</strong> cui alla DGR N. 9275 dell’8 aprile2009 DIVIETI, OBBLIGHI E ULTERIORI DISPOSIZIONI PER TUTT, E LE TIPOLOGIE DIZPS INSISTENTI SUL TERRITORIO LOMBARDO, misure che si intendono integralmenterecepite nella presente pianificazione anche nelle loro successive mo<strong>di</strong>fiche.Divieti:a) effettuazione della preapertura dell'attività venatoria, con l'eccezione della caccia <strong>di</strong>selezione agli ungulati;b) esercizio dell'attività venatoria in deroga ai sensi dell' art. 9, paragrafo 1, lettera c), della<strong>di</strong>rettiva n. 79/409/CEE;c) utilizzo <strong>di</strong> munizionamento a pallini <strong>di</strong> piombo all'interno delle zone umide, quali laghi,stagni, palu<strong>di</strong>, acquitrini, lanche e lagune d'acqua dolce, salata, salmastra, nonché nelraggio <strong>di</strong> 150 metri dalle rive più esterne; il <strong>di</strong>vieto è da ritenersi valido anche se taleporzione <strong>di</strong> territorio si localizza all’esterno delle ZPS;d) attuazione della pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell'attività <strong>di</strong> controllodemografico delle popolazioni <strong>di</strong> corvi<strong>di</strong>. Il controllo demografico delle popolazioni <strong>di</strong>corvi<strong>di</strong> è comunque vietato nelle aree <strong>di</strong> presenza del lanario (Falco biarmicus);e) effettuazione <strong>di</strong> ripopolamenti faunistici a scopo venatorio, ad eccezione <strong>di</strong> quelli consoggetti ap<strong>parte</strong>nenti a sole specie e popolazioni autoctone provenienti da allevamentinazionali, o da zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura, o dai centri pubblici e privati <strong>di</strong>riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale insistenti sul medesimo territorio;f) abbattimento <strong>di</strong> esemplari ap<strong>parte</strong>nenti alle specie pernice bianca (Lagopus mutus),combattente (Philomacus pugnax), moretta (Aythya fuligula);g) svolgimento dell'attività <strong>di</strong> addestramento <strong>di</strong> cani da caccia prima del 1º settembre edopo la chiusura della stagione venatoria. Sono fatte salve le zone <strong>di</strong> cui all' art. 10,comma 8, lettera e), della legge n. 157/1992 sottoposte a procedura <strong>di</strong> valutazione positivaai sensi dell' art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive mo<strong>di</strong>ficazioni;h) costituzione <strong>di</strong> nuove zone per l'allenamento e l'addestramento dei cani e per le garecinofile, nonché ampliamento <strong>di</strong> quelle esistenti fatte salve quelle sottoposte a procedura240


<strong>di</strong> valutazione positiva ai sensi dell' art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successivemo<strong>di</strong>ficazioni;i) <strong>di</strong>struzione o danneggiamento intenzionale <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> e ricoveri <strong>di</strong> uccelli;j) omissisk) omissisl) omissism) omissisn) svolgimento <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> circolazione motorizzata al <strong>di</strong> fuori delle strade, fatta eccezioneper i mezzi agricoli e forestali, per i mezzi <strong>di</strong> soccorso, controllo e sorveglianza, per i mezzidegli aventi <strong>di</strong>ritto, in qualità <strong>di</strong> proprietari, gestori e lavoratori e ai fini dell'accesso agliappostamenti fissi <strong>di</strong> caccia, definiti dall' art. 5 della legge n. 157/1992, da <strong>parte</strong> dellepersone autorizzate alla loro utilizzazione e gestione, esclusivamente durante la stagionevenatoria;o) omissisp) omissisq) omissisr) omississ) omissisAttività da promuovere e incentivare:a) la repressione del bracconaggio;omissis241


ESTRATTO DEI DIVIETI, OBBLIGHI, REGOLAMENTAZIONI E ULTERIORIDISPOSIZIONI PREVISTE PER CIASCUNA TIPOLOGIA AMBIENTALETIPOLOGIA: AMBIENTI APERTI ALPINIDivieti:le pareti con ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate airocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all'attività <strong>di</strong> volo libero;in prossimità <strong>di</strong> siti ospitanti ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Aquila reale, Gufo reale e Gipeto è vietata larealizzazione <strong>di</strong> nuovi piloni, linee elettriche e il passaggio <strong>di</strong> cavi sospesi;i siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione e le arene <strong>di</strong> canto sono vietate ai fotografi naturalisti;presso i rifugi alpini, è vietata l'alimentazione artificiale dei Corvi<strong>di</strong> e <strong>di</strong> tutti gli altrianimali selvatici;è vietato l'utilizzo <strong>di</strong> motoslitte e battipista al <strong>di</strong> fuori delle strade, fatti salvi l'utilizzo perragioni <strong>di</strong> servizio nelle aree sciabili e in rapporto all'attività dei rifugi, limitatamenteal trasporto dei clienti e all'approvvigionamento delle derrate alimentari e deimateriali d'uso corrente;Obblighi:• in prossimità <strong>di</strong> siti ospitanti ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Aquila reale, Gufo reale e Gipeto è obbligatoriala messa in sicurezza <strong>di</strong> piloni, linee elettriche e cavi sospesi;• è obbligatorio, per i gestori dei rifugi alpini, informare i fruitori del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong>alimentazione artificiale dei Corvi<strong>di</strong> e <strong>di</strong> tutti gli altri animali selvatici.Ulteriori <strong>di</strong>sposizioni:I piani <strong>di</strong> gestione devono:• regolare la manutenzione delle aree ad arbusteto, in particolare quelli riconducibilialla presenza <strong>di</strong> Rododendro, Mirtillo, Ontano verde, Sorbo, Ginepro, Ericacee ePino mugo, in funzione delle esigenze delle specie caratteristiche della tipologiaambientale, ai sensi del D.M. 17 ottobre 2007 n. 184;perseguire, a fini faunistici:• l'incremento <strong>di</strong> essenze da frutto selvatiche;• la conservazione del sottobosco e dello strato arbustivo;242


• la conservazione in generale delle essenze autoctone, non solo baccifere, ancheattraverso progetti <strong>di</strong> sostituzione delle formazioni a prevalenza <strong>di</strong> essenze nonautoctone;<strong>di</strong>sporre il controllo, nei siti <strong>di</strong> sosta migratoria, della presenza <strong>di</strong> randagi e animalidomestici liberi;TIPOLOGIA: AMBIENTI FORESTALI ALPINIDivieti:• le pareti con ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate airocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all'attività <strong>di</strong> volo libero;Ulteriori <strong>di</strong>sposizioniGli strumenti <strong>di</strong> gestione forestale devono garantire il mantenimento <strong>di</strong> una presenzaadeguata <strong>di</strong> piante morte, annose o deperienti, utili alla ni<strong>di</strong>ficazione ovveroall'alimentazione dell'avifauna;I piani <strong>di</strong> gestione devono:perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentandol'urbanizzazione, l'antropizzazione e la realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture, nelle aree <strong>di</strong> pregionaturalistico;perseguire, a fini faunistici:• l'incremento <strong>di</strong> piante da frutto selvatiche;• la conservazione del sottobosco e dello strato arbustivo (fornendo in<strong>di</strong>cazioni per lapuntuale osservanza delle prescrizioni <strong>di</strong> cui alla regolamentazione forestale);in<strong>di</strong>care la necessità <strong>di</strong> ridurre la stagione silvana, ai sensi della normativa vigente e delD.M. 17 ottobre 2007, n. 184, al fine <strong>di</strong> tutelare la ni<strong>di</strong>ficazione delle specie caratteristichedella tipologia ambientale, ai sensi del D.M. 17 ottobre 2007, n. 184, con l'inclusione delperiodo delle parate nuziali nelle arene <strong>di</strong> canto <strong>di</strong> Fagiano <strong>di</strong> monte e Gallo cedrone; inassenza <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> gestione e <strong>di</strong> pianificazione forestale che abbia avuto valutazione <strong>di</strong>incidenza positiva, i tagli sono soggetti a valutazione <strong>di</strong> incidenza con riferimento allaregolamentazione vigente ed alle in<strong>di</strong>cazioni fornite nelle allegate Tabelle A e B;Attività da favorire:• la conservazione del sottobosco;243


• la conservazione delle specie autoctone, non solo baccifere, anche attraversoprogetti <strong>di</strong> sostituzione delle formazioni a prevalenza <strong>di</strong> specie esotiche a carattereinfestante, dannose per la conservazione della bio<strong>di</strong>versità ed in<strong>di</strong>viduate dallanormativa regionale;• il mantenimento <strong>di</strong> una presenza adeguata <strong>di</strong> piante morte, annose o deperienti,utili alla ni<strong>di</strong>ficazione ovvero all'alimentazione dell'avifauna (come già previsto dallaregolamentazione forestale);TIPOLOGIA: ZONE UMIDEDivieti:• è vietato l'abbattimento, in data antecedente al 1º ottobre, <strong>di</strong> esemplari ap<strong>parte</strong>nentialle specie codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), mestolone (Anasclypeata), alzavola (Anas crecca), canapiglia (Anas strepera), fischione (Anaspenelope), moriglione (Aythya ferina), folaga (Fulica atra), gallinella d'acqua(Gallinago gallinago), beccaccia (Scolopax rusticola), frullino (Lymnocryptesminimus), pavoncella (Vanellus vanellus)»;• è vietata l'immissione o il ripopolamento con specie alloctone;Obblighi:• il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo suuna delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine <strong>di</strong> garantirela permanenza <strong>di</strong> habitat idonei a specie vegetali e animaliUlteriori <strong>di</strong>sposizioniI piani <strong>di</strong> gestione devono:• <strong>di</strong>sporre il controllo, nei siti <strong>di</strong> sosta migratoria, della presenza <strong>di</strong> randagi e animalidomestici liberi;• prevedere interventi <strong>di</strong> sostituzione delle formazioni a prevalenza <strong>di</strong> essenze nonautoctone, come Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima e Prunus serotina, conspecie autoctone, anche baccifere;• prevedere il monitoraggio del livello idrico delle zone umide, in particolar mododurante la stagione riproduttiva delle specie ornitiche presenti, al fine <strong>di</strong> evitareeccessivi sbalzi del medesimo;244


• prevedere attività <strong>di</strong> sensibilizzazione sugli agricoltori per la salvaguar<strong>di</strong>a dei ni<strong>di</strong>,con particolare attenzione a quelli <strong>di</strong> Tarabuso, Cicogna bianca e Albanella minore;TIPOLOGIA: AMBIENTI FLUVIALIDivieti:• è vietata l'immissione o il ripopolamento con specie alloctone;Ulteriori <strong>di</strong>sposizioni:In piani <strong>di</strong> gestione devono• <strong>di</strong>sporre il controllo, nei siti <strong>di</strong> sosta migratoria, della presenza <strong>di</strong> randagi e animalidomestici liberi;• prevedere attività <strong>di</strong> sensibilizzazione sugli agricoltori per la salvaguar<strong>di</strong>a dei ni<strong>di</strong>,con particolare attenzione a quelli <strong>di</strong> Tarabuso, Cicogna bianca e Albanella minore;Attività da favorire:• la conservazione delle essenze autoctone, non solo baccifere, anche attraversoprogetti <strong>di</strong> sostituzione delle formazioni a prevalenza <strong>di</strong> essenze non autoctone,come Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima e Prunus serotina;TIPOLOGIA: AMBIENTI AGRICOLIUlteriori <strong>di</strong>sposizioniI Piani <strong>di</strong> gestione devono:• <strong>di</strong>sporre il controllo, nei siti <strong>di</strong> sosta migratoria, della presenza <strong>di</strong> randagi e animalidomestici liberi;• prevedere attività <strong>di</strong> sensibilizzazione sugli agricoltori per la salvaguar<strong>di</strong>a dei ni<strong>di</strong>,con particolare attenzione a quelli <strong>di</strong> Tarabuso.TIPOLOGIA: RISAIEUlteriori <strong>di</strong>sposizioniI Piani <strong>di</strong> gestione devono:245


• prevedere e attuare il controllo e il contenimento <strong>di</strong> specie predatrici invasive (tra lequali molti pesci alloctoni e le testuggini americane ap<strong>parte</strong>nenti al genereTrachemys), <strong>di</strong> altre specie alloctone invasive (Myocastor coypus), <strong>di</strong> specievegetali infestanti alloctone;• <strong>di</strong>sporre il controllo, nei siti <strong>di</strong> sosta migratoria, della presenza <strong>di</strong> randagi e animalidomestici liberi;• prevedere attività <strong>di</strong> sensibilizzazione sugli agricoltori per la salvaguar<strong>di</strong>a dei ni<strong>di</strong>,con particolare attenzione a quelli <strong>di</strong> Tarabuso, Cicogna bianca e Albanella minore;Tabella A - Specie caratteristiche degli Ambienti forestali alpini e corrispondenteperiodo riproduttivo nel quale non è opportuno effettuare tagli selvicolturali (ilperiodo considerato va dalle fasi <strong>di</strong> corteggiamento fino all'involo dei giovani)Specie Nome Comune Periodo riproduttivoPernis apivorus Falco pecchiaiolo 15 maggio-15 settembreBonasa bonasia Francolino <strong>di</strong> monte 1 aprile-31 luglioTetrao tetrix tetrix Gallo forcello 15 marzo-15 agostoTetrao urogallus Gallo cedrone 15 febbraio-15 agostoGlauci<strong>di</strong>um passerinum Civetta nana 1 aprile-15 agostoAegolius funereus Civetta capogrosso 15 febbraio-15 agostoPicus canus Picchio cenerino 15 aprile-31 luglioDryocopus martius Picchio nero 15 marzo-31 luglioTabella B - Specie non elencate tra quelle caratteristiche degli Ambienti forestalialpini, ma che possono frequentare ambienti (ad esempio habitat arbustivi) in cuivengono effettuati lavori forestaliSpecie Nome Comune Periodo riproduttivoMilvus migrans Nibbio bruno 1 aprile-15 agostoCircaetus gallicus Biancone 1 aprile-31 agostoCircus pygargus Albanella minore 1 maggio-31 luglioAlectoris graeca saxatilis Coturnice 1 aprile-31 agostoCaprimulgus europaeus Succiacapre 15 maggio-31 agosto246


Lullula arborea Tottavilla 15 marzo-31 agostoAnthus campestris Calandro 1 maggio-15 agostoSylvia nisoria Bigia padovana 1 maggio-15 luglioLanius collurio Averla piccola 1 maggio-15 luglioEmberiza hortulana Ortolano 1 maggio-31 luglio247


ELENCO DEI SITI NATURA 2000 RICADENTI IN TUTTO O IN PARTE IN PROVINCIA DI BERGAMOSIC/ZPS CODICE SITO NOME SITO AREA PROTETTA ENTE GESTORE COMUNI INTERESSATI PROV.SIC IT2060001 VALTORTA EVALMORESCASIC IT2060002 VALLE DIPIAZZATORRE -ISOLA DI FONDRASIC IT2060003 ALTA VALLEBREMBANA -LAGHI GEMELLISIC IT2060004 ALTA VALLE DISCALVESIC IT2060005 VAL SEDORNIA -VALZURIO - PIZZODELLA PRESOLANAPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHEPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHEPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHEPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHEPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHESIC IT2060007 VALLE ASININA PARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHESIC IT2060008 VALLE PARINA PARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHESIC IT2060009 VAL NOSSANA -CIMA DI GREMSIC IT2060010 VALLE DELFREDDOPARCO DELLE OROBIEBERGAMASCHERISERVA NATURALE VALLEDEL FREDDOCONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIO PARCODELLE OROBIEBERGAMASCHECOMUNITÀ MONTANADEI LAGHIBERGAMASCHIAVERARA, CUSIO,MEZZOLDO; SANTA BRIGIDA;GEROLA ALTABRANZI, ISOLA DI FONDRA,LENNA, MOIO DE' CALVI,VALNEGRA, OLMO ALBREMBO, PIAZZABREMBANA, PIAZZATORRE,PIAZZOLOBRANZI, CARONA,GANDELLINO, VALGOGLIOAZZONE, SCHILPARIO,VIMINORE DI SCALVEARDESIO, CASTIONE DELLAPRESOLANA, CLUSONE,COLERE, FINO DEL MONTE,VILMINORE DI SCALVE,GANDELLINO, GROMO,OLTRESSENDA ALTA, ONORE,ROVETTA, VALBONDIONE,VILLA D'OGNACAMERATA CORNELLO,CASSIGLIO, SAN GIOVANNIBIANCO, TALEGGIO,VEDESETADOSSENA, OLTRE IL COLLE,SAN GIOVANNI BIANCO,SERINAARDESIO, GORNO, OLTRE ILCOLLE, ONETA, PARRE,PREMOLOSOLTO COLLINABG-SOBGBGBGBGBGBGBGBG248


SIC IT2060011 CANTO ALTO EVALLE DEL GIONGOSIC IT2060012 BOSCHIDELL'ASTINO EDELL'ALLEGREZZASIC IT2060013 FONTANILEBRANCALEONESIC IT2060014 BOSCHETTO DELLACASCINACAMPAGNAPARCO DEI COLLI DIBERGAMOPARCO DEI COLLI DIBERGAMORISERVA NATURALEFONTANILE BRANCALEONERISERVA NATURALE DELLACASCINA CAMPAGNASIC IT2060016 VALPREDINA RISERVA NATURALEVALPREDINASIC IT2040029 VALTARTANO PARCO REGIONALE OROBIEVALTELLINESISIC IT2040033 VAL VENINA PARCO REGIONALE OROBIEVALTELLINESISIC/ZPS IT2060006 BOSCHI DELGIOVETTO DIPALINEERSAFSIC/ZPS IT2060015 BOSCO DE L'ISOLA CONSORZIO PARCO OGLIONORDCONSORZIO PARCO DEICOLLICONSORZIO PARCO DEICOLLICOMUNE DICARAVAGGIOCONSORZIO PARCODELL'OGLIO NORDWWF - RISERVANATURALE VALPREDINACONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESIRISERVA NATURALEREGIONALE BOSCHI DELGIOVATTO DI PALINERISERVA NATURALEREGIONALEBOSCO DEL'ISOLASIC IT203005 PALUDE DI BRIVIO PARCO DELL'ADDA NORD CONSORZIO PARCOADDA NORDZPS IT 2060301 MONTE RESEGONE FORESTA DEMANIALEREGIONALEPONTERANICA, SORISOLE,VILLA D'ALMÈBERGAMOCARAVAGGIOPUMENENGOCENATE SOPRAMEZZOLDO, TARTANOVALBONDIONE, PIATEDAAZZONE, BORNOORZINUOVI, ROCCAFRANCA,SONCINO, TORREPALLAVICINABRIVIO, CISANOBERGAMASCO, MONTEMARENZOBGBGBGBGBGBG-SOBG - SOBG-BSBG - BS -CRLC-BGERSAF BRUMANO, MORTERONE BG - LCZPS IT2060302 COSTA DEL PALLIO ERSAF ERSAF BRUMANO, MORTERONE BG - LC249


ZPS IT2060401 PARCO REGIONALEOROBIEBERGAMASCHEZPS IT2060506 BELVISOBARBELLINOPARCO REGIONALE OROBIEBERGAMASCHEPARCO REGIONALE OROBIEBERGAMASCHEZPS IT2030008 IL TOFFO PARCO REGIONALE ADDANORDCONSORZIO PARCOOROBIE BERGAMASCHEAFV BELVISOBARBELLINOCONSORZIO PARCOREGIONALE ADDA NORDARDESIO, AVERARA,AZZONE, BRANZI,CAMERATA CORNELLO,CARONA, CASSIGLIO, CUSIO,DOSSENA, FOPPOLO,GANDELLINO, GORNO,GROMO, ISOLA DI FONDRA,LENNA, MEZZOLDO, MOIODE'CALVI, OLMO ALBREMBO, OLTRE IL COLLE,OLTRESSENDA ALTA, ONETA,ORNICA, PARRE, PIAZZABREMBANA, PIAZZATORRE,PIAZZOLO, PREMOLO,RONCOBELLO, ROVETTA,SAN GIOVANNI BIANCO,SANTA BRIGIDA,SCHILPARIO, SERINA,TALEGGIO, VALBONSDONE,VALGOGLIO, VALLEVE,VALNEGRA, VALTORTA,VEDESETA, VILMINORE DISCALVEVALBONDIONECALCO, PONTIDA, VILLAD'ADDABGBGBG - LC250


ELENCO DEI SITI NATURA 2000 RICADENTI NELLE PROVINCE CONFINANTISIC/ZPS CODICE SITO NOME SITO AREA PROTETTA ENTE GESTORE COMUNI INTERESSATI PROV.ZPS IT2060304 VAL DI SCALVE FORESTA DEMANIALE VALLEDI SCALVESIC IT2030007 LAGO DISARTIRANASIC IT2040028 VALLE DEL BITTODI ALBAREDORISERVA NATURALE LAGO DISARTIRANAPARCO DELLE OROBIEVALTELLINESISIC IT2040031 VAL CERVIA PARCO DELLE OROBIEVALTELLINESISIC IT2040034 VALLE D'ARIGNA EGHIACCIAIO DIPIZZO COCASIC IT2040035 VAL BONDONE -VAL CARONELLAPARCO DELLE OROBIEVALTELLINESIPARCO DELLE OROBIEVALTELLINESISIC IT2040036 VAL BELVISO PARCO DELLE OROBIEVALTELLINESIZPS IT2040401 PARCO REGIONALEDELLE OROBIEVALTELLINESIPARCO DELLE OROBIEVALTELLINESIERSAF ANGOLO TERME BSCONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESICONSORZIO PARCOOROBIE VALTELLINESIMERATEALBAREDO PER SANMARCO, BEMA, GEROLAALTALCSOCAIOLO, CEDRASCO, FUSINE SOCASTELLO DELL'ACQUA,CHIUR, PONTE INVALTELLINATEGLIOTEGLIOALBAREDO PER SANMARCO, ALBOSAGGIA,ANDALO VALTELLINO,APRICA, BEMA, CAIOLO,CEDRASCO, COLORINA,COSIO VALTELLINO,DELEBIO, FAEDOVALTELLINO, FORCOLA,GEROLA ALTA, PEDESINA,PIATEDA, PAINTEDO, PONTEIN VALTELLINA, RASURA,TEGLIOSIC IT20A0018 CAVE DANESI PROVINCIA DI CREMONA CASALETTO DI SOPRA,SONCINOSIC/ZPS IT2070020 TORBIERE D'ISEO RISERVA NATURALEREGIONALE TORBIERE D'ISEOSIC IT20A0002 NAVIGLIO DIMELOTTARISERVA NATURALENAVIGLIO DI MELOTTACONSORZIO DELLETORBIERE DEL SEBINOCORTE FRANCA, ISEO,PROVAGLIO D'ISEOPROVINCIA DI CREMONA CASALETTO DI SOPRA,ROMANENGO, TICENGOSOSOSOCRBSCR251


ELENCO ZPS IN PROVINCIA DI BERGAMOCo<strong>di</strong>ce ZPS Nome ZPS Ente Gestore ZPS Area protetta Tipologia ambientale Comuni interessati Prov.IT2060006BOSCHI DEL GIOVETTO DIPALINEERSAFIT2060015 BOSCO DE L'ISOLA CONSORZIOPARCO OGLIONORDIT 2060301 MONTE RESEGONE FORESTADEMANIALEREGIONALERISERVA NATURALEREGIONALE BOSCHI DELGIOVATTO DI PALINERISERVA NATURALEREGIONALEBOSCO DE L'ISOLAERSAFAMBIENTI FORESTALIALPINIAMBIENTI FLUVIALIAMBIENTI FORESTALIALPINI - AMBIENTIAPERTI ALPINIIT2060302 COSTA DEL PALLIO ERSAF ERSAF AMBIENTI FORESTALIALPINI - AMBIENTIAPERTI ALPINIIT2060401PARCO REGIONALE OROBIEBERGAMASCHECONSORZIOPARCO OROBIEBERGAMASCHEIT2060506 BELVISO BARBELLINO AFV BELVISOBARBELLINOIT2030008 IL TOFFO CONSORZIOPARCOREGIONALE ADDANORDPARCO REGIONALE OROBIEBERGAMASCHEPARCO REGIONALE OROBIEBERGAMASCHEAMBIENTI FORESTALIALPINI - AMBIENTIAPERTI ALPINI - VALICHIMONTANIAMBIENTI FORESTALIALPINI - AMBIENTIAPERTI ALPINIAZZONE, BORNOORZINUOVI, ROCCAFRANCA,SONCINO, TORREPALLAVICINABRUMANO, MORTERONEBRUMANO, MORTERONEARDESIO, AVERARA,AZZONE, BRANZI,CAMERATA CORNELLO,CARONA, CASSIGLIO, CUSIO,DOSSENA, FOPPOLO,GANDELLINO, GORNO,GROMO, ISOLA DI FONDRA,LENNA, MEZZOLDO, MOIODE'CALVI, OLMO ALBREMBO, OLTRE IL COLLE,OLTRESSENDA ALTA, ONETA,ORNICA, PARRE, PIAZZABREMBANA, PIAZZATORRE,PIAZZOLO, PREMOLO,RONCOBELLO, ROVETTA,SAN GIOVANNI BIANCO,SANTA BRIGIDA,SCHILPARIO, SERINA,TALEGGIO, VALBONSDONE,VALGOGLIO, VALLEVE,VALNEGRA, VALTORTA,VEDESETA, VILMINORE DISCALVEVALBONDIONECALCO, PONTIDA, VILLAD'ADDABG-BSBG - BS -CRBG - LCBG - LCBGBGBG - LC252


Siti d'Importanza ComunitariaNConfine provinciale Zone <strong>di</strong> Ripopolamento e Cattura Siti d'importanza comunitaria Fascia 1000 ml2530 2 4 6 8 10 12 14 chilometri


Siti d'importanza ComunitariaNConfine <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> Fascia 1000 ml Siti d'importanza comunitaria2540 2 4 6 8 10 12 14 chilometri


Zone <strong>di</strong> Protezione SpecialeNConfine provinciale Zone <strong>di</strong> Ripopolamento e Cattura Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale Fascia 1000 ml2550 2 4 6 8 10 12 14 chilometri


Zone <strong>di</strong> Protezione SpecialeNConfine <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> Fascia 1000 ml Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale2560 2 4 6 8 10 12 14 chilometri


XIVINDIRIZZI PER I RIPOPOLAMENTI FAUNISTICILe specie oggetto <strong>di</strong> ripopolamento sono state in<strong>di</strong>viduate nell’apposita Scheda <strong>di</strong>inquadramento dei singoli ATC e CAC, contestualmente sono state in<strong>di</strong>viduate anche lespecie per possibili interventi <strong>di</strong> reintroduzione o <strong>di</strong> introduzione, compatibili con lecaratteristiche ambientali dei singoli istituti <strong>di</strong> gestione.La riqualificazione e il potenziamento della zoocenosi costituiscono l’aspettocaratterizzante la programmazione faunistico-venatoria della <strong>Provincia</strong> e il principaleobiettivo degli A.T.C. e dei C.A.C.; da questa <strong>di</strong>rettiva guida deriva l’esigenza <strong>di</strong> unmiglioramento dei criteri e delle modalità <strong>di</strong> attuazione dei ripopolamenti sino ad oggiadottata.I ripopolamenti più qualificati, sia dal punto <strong>di</strong> vista faunistico, che venatorio, sono senzadubbio quelli realizzati con la selvaggina catturata nelle Z.R.C, istituti <strong>di</strong> produzionefaunistica espressamente previsti dalla vigente normativa nazionale e regionale.Di conseguenza occorre, potenziare la produttività <strong>di</strong> questi istituti territoriali , in modo taleda massimizzare il numero dei capi e delle specie catturabili, nonché quello degli animaliselvatici irra<strong>di</strong>ati, per <strong>di</strong>spersione naturale, sui territori contigui.L’irra<strong>di</strong>amento naturale della fauna selvatica è infatti il ripopolamento più produttivo inassoluto, privo <strong>di</strong> costi e con poche o nulle controin<strong>di</strong>cazioni.A tale proposito, dovrà essere totalmente evitata la pratica dei cosiddetti “rinsanguamenti”,vale a <strong>di</strong>re lo scambio <strong>di</strong> animali catturati tra Z.R.C. <strong>di</strong>verse.Tale pratica, infatti, è priva <strong>di</strong> qualsiasi fondamento scientifico e, lungi dal produrre gliipotetici incrementi riproduttivi per i quali è invocata, viceversa comporta concreti rischi <strong>di</strong>carattere sanitariosia per la specie interessata che per l'intera zoocenosi..Oltre ai ripopolamenti attuati con selvatici prodotti dalle Z.R.C. un secondo tipo <strong>di</strong>ripopolamento, che può avere un'utile ricaduta sulla riqualificazione faunistica del territorioè quello realizzabile con esemplari <strong>di</strong> fauna selvatica , soprattutto lepri e fagiani, catturatain qualificati istituti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> altre province del nord Italia.La <strong>Provincia</strong> e gli A.T.C./C.A.C., <strong>di</strong> comune accordo, potranno prevedere specifiche forme<strong>di</strong> incentivazioni a favore degli agricoltori compresi all’interno delle Z.R.C. che, aderendo ecollaborando all'attuazione del Piano <strong>di</strong> miglioramento ambientale a fini faunistici, giàapprovato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 96 del 4.10.2010, contribuirannoa perseguirne gli obiettivi.Per quanto concerne l' immissione <strong>di</strong> selvaggina proveniente da allevamenti, acquistata257


dagli A.T.C. e i C.A.C attraverso le risorse <strong>di</strong>sponibili nei loro bilanci, questa pratica deverispettare corretti principi <strong>di</strong> gestione faunistica e <strong>di</strong> profilassi sanitaria.In particolare le immissioni <strong>di</strong> fasiani<strong>di</strong> allevati in cattività, dovranno essere coerenticon le linee <strong>di</strong> gestione, in<strong>di</strong>cate dall’I.N.F.S., oggi I.S.P.R.A., ispirate a criteri <strong>di</strong> razionalegestione faunistica, volte prioritariamente a costituire popolazioni selvatiche capaci <strong>di</strong>riprodursi allo stato naturale; in concreto:a) realizzare le immissioni prevalentemente all’interno <strong>di</strong> aree in<strong>di</strong>viduate come Z.R.A(zone rifugio ed ambientamento selvaggina);b) inquadrare l’insieme delle immissioni in un contesto generale <strong>di</strong> miglioramentiambientali in<strong>di</strong>cati dall'apposito Piano provinciale (D.C.P. n. 96 del 4.10.2010);c) avviare ed estendere la pratica dell’ambientamento dei fagiani sub-adulti da immetterein recinti a cielo aperto, <strong>di</strong> adeguata <strong>di</strong>mensione e specificatamente coltivati con colturecerealicole a perdere, meglio se collocati all’interno <strong>di</strong> Z.R.A. e Z.R.C.;d) ridurre progressivamente le immissioni <strong>di</strong> fagiani attuate senza preventivoambientamento nei recinti a cielo aperto;e) ridurre progressivamente le immissioni <strong>di</strong> fagiani allevati durante la stagione venatoria;f) impiegare per i ripopolamenti preferibilmente fagiani <strong>di</strong> età compresa tra i 50 ed i 90giorni;g) utilizzare nel tempo, quantità decrescenti <strong>di</strong> fagiani allevati, <strong>di</strong> pari passo con l’aumentodel numero dei riproduttori selvatici. L'obiettivo deve tendere al totale azzeramento dellapratica del ripoppolamento effettuato con fagiani allevati i e alla definitiva formazione <strong>di</strong>popolazioni selvatiche autosufficienti.Per quanto concerne la starna dovranno essere adottati piani <strong>di</strong> reintroduzione basatisulla reale vocazionalità del territorio e degli istituti <strong>di</strong> protezione coinvolti, nonché suspecifici progetti pluriennali <strong>di</strong> miglioramento ambientale, con particolare riguardo agliinterventi <strong>di</strong> gestione dei margini campestri e delle colture a perdere (set-aside).Le immissioni <strong>di</strong> fauna selvatica, <strong>di</strong> cattura o allevata, così come espressamente previstodall’art 42 della L.R. 26/1993, devono essere autorizzate, senza eccezione alcuna, dalla<strong>Provincia</strong>.Nella gestione delle popolazioni <strong>di</strong> lepre il ripopolamento artificiale rappresenta unostrumento utilizzabile allorquando si debbano risolvere situazioni compromesse, tali danon lasciar sperare in un naturale recupero delle popolazioni in tempi ragionevoli(ripopolamento naturale), oppure nel caso in cui si renda opportuno il reinse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> unnucleo iniziale in una area ben definita ove la specie sia fortemente rarefatta, ma l'habitatmantenga ancora significativa vocazionalità .258


In entrambi i casi occorre considerare una serie <strong>di</strong> accorgimenti <strong>di</strong> carattere tecnicoaffinché l’operazione <strong>di</strong> ricostituzione <strong>di</strong> popolamenti stabili e in grado <strong>di</strong> riprodursi abbia lemaggiori possibilità <strong>di</strong> successo.In primo luogo è necessario che il territorio interessato presenti caratteristiche idonee allagomorfo e che le cause all’origine della sua rarefazione o scomparsa non sussistano piùo siano state rimosse.In secondo luogo le strategie <strong>di</strong> gestione della lepre devono essere in<strong>di</strong>rizzate adeterminare un incremento <strong>di</strong> popolamenti <strong>di</strong> questa specie numericamente consistenti epresenti sul territorio tutto l’anno, al fine <strong>di</strong> limitare il più possibile le pratiche <strong>di</strong>ripopolamento artificiale con animali <strong>di</strong> provenienza <strong>di</strong>versa da quella dei locali ecotipi.Gli Ambiti Territoriali ed i Comprensori Alpini <strong>di</strong> caccia dovranno promuovere larealizzazione e la gestione produttiva <strong>di</strong> allevamenti della lepre a tecnica integrata, ossiacon parchetti su rete per i riproduttori e recinti <strong>di</strong> ambientamento per i leprotti; oppureallevamenti in gran<strong>di</strong> recinti con frequenti rotazioni delle colture agrarie.Occorre contestualmente limitare e progressivamente ridurre il ricorso al ripopolamentocon lepri <strong>di</strong> importazione dall'estero, pratica quest'ultima fortemente ra<strong>di</strong>cata , ma che nonconsente <strong>di</strong> risolvere efficacemente i problemi della gestione faunistico venatoria <strong>di</strong> questaspecie se non in maniera transitoria.E' opportuno invece investire sulla razionale gestione delle popolazioni locali rimaste sulterritorio al termine della stagione venatoria.A tal fine è necessario monitorare, nel corso della stagione venatoria, l'andamento delpiano <strong>di</strong> prelievo approvato per singoli A.T.C. e C.A.C. al fine <strong>di</strong> sospendere il prelievo <strong>di</strong>questa specie non appena raggiunto il quantitativo autorizzato.Annualmente verrà pre<strong>di</strong>sposto un piano generale dei ripopolamenti, elaborato dagli A.T.C.e dai C.A.C., approvato dalla <strong>Provincia</strong>. Detto piano deve prevedere tutti gli interventi <strong>di</strong>ripopolamento che interessano il territorio a caccia programmata.Le azioni <strong>di</strong> ripopolamento dovranno essere inquadrate in un piano generale <strong>di</strong> gestionefaunistica e <strong>di</strong> recupero ambientale, in sintonia con le linee programmatiche del presentedocumento e del Piano <strong>di</strong> miglioramento ambientale, avendo cura in ogni caso, <strong>di</strong> nonarrecare pregiu<strong>di</strong>zio alle popolazioni selvatiche già presenti sul territorio.Di conseguenza si rende necessario potenziare la gestione produttiva delle Zone <strong>di</strong>ripopolamento e cattura per la produzione <strong>di</strong> fauna selvatica autoctona <strong>di</strong> alta rusticità efacilmente adattabile agli habitat della nostra provincia, attraverso pratiche <strong>di</strong> buonagestione valide per tutte le specie faunistiche stanziali, in particolare:• la corretta perimetrazione delle Z.R.C.;259


• il controllo dei predatori;• il miglioramento ambientale a fini faunistici;• l'adeguamento del prelievo venatorio in relazione alla consistenza effettiva dellepopolazioni oggetto <strong>di</strong> gestione faunistico venatoria;• gli accor<strong>di</strong> con gli agricoltori;• il potenziamento <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> vigilanza efficace per la prevenzione e il controllo degliilleciti.Qualsiasi intervento <strong>di</strong> reintroduzione effettuato nel territorio provinciale dovrà esseresottoposto a Valutazione <strong>di</strong> incidenza che sarà <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> Regione Lombar<strong>di</strong>a.Per i siti della Rete Natura 2000 valgono le seguenti prescrizioni:Gli interventi <strong>di</strong> miglioramento ambientale sono concordati con l’Ente gestore e utilizzanoesclusivamente specie autoctone.Obbligo <strong>di</strong> concordare, con gli Enti gestori dei Siti della Rete Natura 2000 in cui sonopresenti zone umide che ospitano popolazioni <strong>di</strong> Rana <strong>di</strong> Lataste o altre importantipopolazioni <strong>di</strong> Anfibi (al momento identificabili con i Siti IT2060012 “Boschi dell’Astino edell’Allegrezza”, IT2060013 “Fontanile Brancaleone”, IT2060015 “Bosco dell’Isola”,IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”, IT2030005 “Palude <strong>di</strong> Brivio”, IT2030008 “Il Toffo” e IT20A0018“Cave Danesi”), i ripopolamenti <strong>di</strong> fagiano localizzati all’interno dei Siti stessi o in unraggio <strong>di</strong> 1000 m dal loro confine;E’ vietata l’immissione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> fagiano nelle Oasi <strong>di</strong> protezione.E’ fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ripopolamento, immissione e introduzione <strong>di</strong> specie alloctone su tutto ilterritorio provinciale, compresi Pernice rossa e Muflone; le popolazioni <strong>di</strong> Ovis musimonpresenti nei tre nuclei segnalati nel Piano dovranno essere gestite al fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rnel’espansione numerica e territoriale.E’ fatto obbligo <strong>di</strong> trasmettere agli Enti gestori dei Siti insistenti sul territorio oggetto <strong>di</strong>intervento, entro il 31 gennaio <strong>di</strong> ogni anno, dei piani <strong>di</strong> ripopolamento effettuati,specificando la provenienza degli esemplari immessi.E’ obbligatoria l’esecuzione <strong>di</strong> monitoraggi finalizzati alla verifica della <strong>di</strong>ffusione dellespecie alloctone già segnalate sul territorio provinciale (Ibis sacro, Coturnuce orientale,Pernice rossa, Colino della virginia, Parrocchetto monaco, Usignolo del giappone,bengalino comune, Silvilago, Scoiattolo grigio, Nutria, Muflone, Daino, Procione, Visoneamericano) e <strong>di</strong> eventuali ulteriori specie alloctone che in futuro dovessero venire260


segnalate sul territorio provinciale.Obbligo, negli interventi <strong>di</strong> ripopolamento, <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui provenienti da aree delterritorio provinciale o, comunque, localizzate in contesti ambientali analoghi a quellicaratterizzanti le zone <strong>di</strong> intervento, evitando ove possibile il ricorso ad esemplariprovenienti da zone al <strong>di</strong> fuori del territorio regionale;Prevenzione dei rischi <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong> specie allogene e misure <strong>di</strong> contenimento.Al fine <strong>di</strong> contenere i rischi derivanti dall’introduzione <strong>di</strong> specie selvatiche allogene, nonchéal fine <strong>di</strong> contenere la <strong>di</strong>ffusione queste specie già presenti sul territorio bergamasco, la<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> in coerenza con le linee guida dettate dall’I.N.F.S., oggi I.S.P.R.A.,per la conservazione e la gestione delle specie selvatiche autoctone, nonché con quanto<strong>di</strong>sposto dalla D.G.R. n.7/4345 del 20.04.2001 “Approvazione del programma regionaleper gli interventi <strong>di</strong> conservazione e gestione della fauna selvatica delle aree protette e delprotocollo <strong>di</strong> attività per gli interventi <strong>di</strong> reintroduzione <strong>di</strong> specie faunistiche nelle areeprotette della Regione Lombar<strong>di</strong>a”, intende adottare le misure <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong>contenimento delle specie allogene secondo le in<strong>di</strong>cazioni riassunte nel seguenteprospetto:SPECIE ALLOCTONE DI FAUNA SELVATICA IN PROVINCIA DI BERGAMO EINDICAZIONI SULLE STRATEGIE DI INTERVENTON. CLASSE ORDINE NOME COMUNE NOMESCIENTIFICOSTRATEGIA1 Aves Ciconiformes Ibis sacro Threskiornis aethiopicus Monitoraggio2 Aves Galliformes Coturnice orientale Alektoris chukar Monitoraggio3 Aves Galliformes Pernice rossa AleKtoris rufa MonitoraggioGestionecontrollata4 Aves Galliformes Colino della Virginia Colinus virginianus Monitoraggio5 Aves Psittaciformes Parrocchetto dal Collare Psittacula krameri Monitoraggio6 Aves Psittaciformes Parrocchetto monaco Myopsitta monachus Monitoraggio7 Aves Psittaciformes Usignolo del Giappone Leiotrix lutea Monitoraggio8 Aves Psittaciformes Bengalino comune Amandava amandava Monitoraggio9 Mammalia Lagomorpha Coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus MonitoraggioGestionecontrollata10 Mammalia Lagomorpha Silvilago Sylvilagus floridanus MonitoraggioEra<strong>di</strong>cazione11 Mammalia Rodentia Scoiattolo grigio Sciurus carolinensis MonitoraggioControllo261


12 Mammalia Rodentia Nutria Myocastor coypus MonitoraggioControllo13 Mammalia Artiodactyla Muflone Ovis orientalis MonitoraggioGestionecontrollata14 Mammalia Artiodactyla Daino Dama dama MonitoraggioControllo15 Mammalia Rodentia Procione Procyon lotor MonitoraggioControlloSono vietati il ripopolamento, l’immissione e l’introduzione su tutto il territorio provinciale <strong>di</strong>esemplari <strong>di</strong> pernice rossa (Alectoris rufa), quaglia giapponese (Coturnix coturnix japonica)e silvilago (Sylvilagus floridanus);262


XVSOPRASUOLI BOSCATI PERCORSI DAL FUOCO ED ESERCIZIO VENATORIOLa legge quadro in materia <strong>di</strong> incen<strong>di</strong> boschivi, n. 353 del 21/11/2000, definisce conprecisione le funzioni amministrative in capo agli Enti locali in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieti, prescrizionie sanzioni per i soprasuoli boscati percorsi dal fuoco.L’art.10 della medesima legge <strong>di</strong>spone, tra l’altro, il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia per <strong>di</strong>eci anni“limitatamente ai soprasuoli delle zone boscate percorse dal fuoco”.La medesima legge in<strong>di</strong>vidua nei Comuni i destinatari delle funzioni amministrative inmateria <strong>di</strong> incen<strong>di</strong> boschivi e prevede che siano gli stessi Comuni a censire, tramiteapposito catasto, i soprasuoli percorsi dal fuoco, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dalCorpo Forestale dello Stato; ai Comuni è inoltre demandato l’aggiornamento annuale delcatasto.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>, volendo dare seguito alla previsione della norma che, per laverità, si limita a inter<strong>di</strong>re la caccia nei soprasuoli boscati percorsi dal fuoco senza ulterioriadempimenti ha svolto un ruolo <strong>di</strong> impulso nei confronti delle Amministrazioni comunali.Lo ha fatto nell’intento, da un lato, <strong>di</strong> garantire la protezione della fauna selvatica e,dall’altro, <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre uno strumento aggiornato per facilitare l’in<strong>di</strong>viduazione sulterritorio delle zone boscate sottoposte al particolare regime protezionistico imposto dallaLegge n. 353/2000.In assenza del catasto e delle perimetrazioni <strong>di</strong> competenza dei Comuni, sono statiutilizzati i dati del Corpo Forestale dello Stato, il quale ha fornito le informazioni cartaceerelative alle zone boscate percorse dal fuoco sino al 2005, successivamente a tale anno,in forma <strong>di</strong>gitalizzata attraverso i tematismi contenuti nel Sistema Informativo dellaMontagna (S.I.M.).Le informazioni a <strong>di</strong>sposizione della <strong>Provincia</strong> si possono così riassumere:In assenza del catasto degli incen<strong>di</strong> redatto e tenuto dai Comuni ai sensi dell’art. 10, L.263


353/2000, i dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato sono:1) negli anni 2002/2005: le schede <strong>di</strong> rilevamento (contenenti informazioni tra cuilocalità, superficie boscata e non, coor<strong>di</strong>nate, ecc.) e in alcuni casi, corredate <strong>di</strong>cartografia. Riguardo le cartografie si osserva che, spesso, viene in<strong>di</strong>cato un solopunto riferito alla località percorsa dal fuoco, in altri casi, si tratta <strong>di</strong> unavisualizzazione poligonale. Nel poligono è riportata l’intera superficie percorsa dalfuoco senza alcuna <strong>di</strong>stinzione tra soprasuolo boscato e non;2) negli anni 2006/2012: i poligoni delle sole superfici percorse dal fuoco, boscate enon, sono rilevati con il sistema GPS.Le zone boscate percorse dal fuoco assoggettate per <strong>di</strong>eci anni al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia, aisensi dell'art. 10 della L. 21.11.2000, n .353, <strong>di</strong>versamente dai tipici istituti <strong>di</strong> protezioneprevisti dal piano faunistico, richiedono un aggiornamento continuo finalizzato allainclusione <strong>di</strong> eventuali nuovi soprasuoli boscati percorsi dal fuoco o all’esclusione <strong>di</strong> quellezone per le quali è trascorso il prescritto decennio <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>zione dell'attività venatoria.Al fine quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> informare gli operatori del settore circa l’esistenza <strong>di</strong> tali aree, lacartografia dei luoghi in commento è <strong>di</strong>sponibile sul sito della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>(www.provincia.bergamo.it, nella sezione SITER@), detta cartografia verrà aggiornataperio<strong>di</strong>camente.264


XVIGESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DELLE SPECIE CACCIABILI1. Ungulati poligastrici.La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> si prefigge lo scopo <strong>di</strong> riportare le <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> ungulatiselvatici alle densità ottimali necessarie per la loro conservazione sul territorio provincialeattraverso il prelievo venatorio <strong>di</strong>sciplinato dai più moderni principi della caccia <strong>di</strong>selezione.Al fine <strong>di</strong> adottare una gestione faunistico venatoria degli ungulati selvatici poligastricisostenibile e durevole nonché <strong>di</strong> adeguare le popolazioni <strong>di</strong> ungulati presenti allo statoselvatico sul proprio territorio ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche,scientifiche, culturali e cinegetiche del territorio considerato dalla presente pianificazione,la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> stipula con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e laRicerca Ambientale) un Protocollo Tecnico (PT) per la gestione delle specie: camoscio,capriolo, cervo, muflone e daino.E’ vietato il ripopolamento, l’immissione e l’introduzione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> muflone (Ovismusimon) ,le popolazioni <strong>di</strong> questo bovide, presenti nei tre nuclei segnalati nel Pianodovranno essere gestite al fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne l’espansione numerica e territoriale.Il PT costituisce uno strumento moderno teso a migliorare le modalità <strong>di</strong> gestione dellespecie interessate e nel contempo ad assicurare un prelievo venatorio sostenibile,durevole e sod<strong>di</strong>sfacente.Gli in<strong>di</strong>rizzi gestionali contenuti nel PT devono essere applicati su tutto il territorioprovinciale dai soggetti pubblici e privati interessati alla gestione venatoria dei ruminantiselvatici.Nei Siti della Rete natura 2000 è obbligatorio sotterrare o smaltire i visceri rimossi dagliungulati abbattuti ( compreso il cinghiale).2. Cinghiale.Il cinghiale è in costante espansione numerica e spaziale sul territorio bergamasco, doveha innescato complessi e problematici orizzonti gestionali.Nell’ultimo quinquennio la specie ha localmente superato il livello <strong>di</strong> sostenibilità, pertantosi rendono necessari incisivi interventi <strong>di</strong> contenimento della specie.265


A partire dagli anni 80 la presenza del cinghiale si è <strong>di</strong>ffusa in alcune aree collinari emontane della provincia con una progressione, numerica e spaziale, non del tuttogiustificata da un normale sviluppo biologico della popolazione.Nonostante una gestione faunistico-venatoria attuata sin dal 1993, finalizzata alconseguimento <strong>di</strong> densità e consistenze della popolazione <strong>di</strong> cinghiali, sostenibili con ilnormale svolgimento delle pratiche agricole e volta a minimizzare l’impatto negativo sullealtre componenti della biocenosi, si è registrato un aumento dei danni alle coltivazioniagricole risarcibili ai sensi dell’art. 47 della L.R. 26/1993.Per contrastare l'incremento demografico <strong>di</strong> questo ungulato monogastrico, la presentepianificazione prevede che vengano adottate azioni <strong>di</strong> intervento straor<strong>di</strong>nario per ilcontenimento della specie entro densità socialmente ed economicamente tollerabili.In particolare, facendo riferimento alle “Linee guida per la gestione del cinghiale” Min.Politiche agricole e forestali. Ist. Naz. Fauna selvatica, pp 116 Monaco A., Franzetti B.,Pedrotti. L. e Toso S. 2003, e alle “Linee guida per la gestione del cinghiale nelle areeprotette”. Quad. cons. natura, 2, Min. Politiche agricole e forestali. Ist. Naz. Faunaselvatica, Toso S., Pedrotti L., le azioni gestionali adottate dalla <strong>Provincia</strong> devonoconsiderare interventi sia venatori, che extravenatori <strong>di</strong> contenimento dei cinghiali ai sensidell'art. 41 della LR 16.08.1993, n. 26.Si dovrà inoltre tener conto che i problemi <strong>di</strong> carattere ecologico ed economico postiattualmente dalla presenza del cinghiale derivano anche dalla rigida sud<strong>di</strong>visione delterritorio in Istituti <strong>di</strong> gestione faunistica con <strong>di</strong>fferenti finalità: da un <strong>parte</strong> quelli in cui èprevista l'attività venatoria (ATC, CAC, AATV e AAFV) e quelli in cui la caccia è del tuttovietata in funzione <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>sposto dalla L. 394/1991 (Parchi naturali regionali e Riservenaturali) e dalla L. 157/1992 (OP, ZRC, Foreste demaniali).Proprio per questo motivo risulta in<strong>di</strong>spensabile una sinergia <strong>di</strong> interventi tra gli Entideputati alla gestione delle <strong>di</strong>verse aree in<strong>di</strong>spensabile ad un concreto contenimento dellaspecie sia nelle aree protette che nel territorio in cui si esercita la caccia nelle formepreviste dalla L. 157/1992 con il coinvolgimento <strong>di</strong> tutti i soggetti interessati alla gestionedel territorio a fini faunistici e a fini produttivi.Dal punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co, il cinghiale, come tutti gli altri ungulati, fa <strong>parte</strong> della faunaselvatica oggetto <strong>di</strong> tutela in virtù della sopracitata legge nazionale.Ma ai fini dell'esercizio venatorio ne è consentito l'abbattimento nel periodo compreso dal1° ottobre la 31 <strong>di</strong>cembre, oppure tra il 1° novembre e il 31 gennaio per la cacciacollettiva, nonché dal 1° giugno al 31 gennaio per la caccia <strong>di</strong> selezione.266


La specie può essere sottoposta a piani <strong>di</strong> controllo numerico autorizzati dalla <strong>Provincia</strong>,anche in periodo extravenatorio, qualora si renda localmente responsabile <strong>di</strong> danni allecoltivazioni agricole , determini problemi <strong>di</strong> carattere socio-sanitario ovvero al fine <strong>di</strong>perseguire l'era<strong>di</strong>cazione della specie , o densità tendenti a zero, nella Zona faunisticadelle Alpi con la sola eccezione del C.A.C Prealpi Bergamasche.Nei Siti della rete Natura 2000 il controllo del cinghiale è finalizzato all’era<strong>di</strong>cazione dellaspecie; le operazioni <strong>di</strong> controllo devono essere concordate con l’Ente gestore interessatoalle operazioni <strong>di</strong> intervento, anche qualora queste vengano effettuate esternamente, maentro i 1000 metri dal confine degli stessi.Tutti i piani <strong>di</strong> controllo numerico del cinghiale possono prescindere dai tempi e dallemodalità <strong>di</strong> prelievo stabiliti per la caccia, ma devono essere attuati da personaleappositamente autorizzato.A tal fine il controllo delle popolazioni <strong>di</strong> cinghiale può essere attuato altresì nel territorioprotetto <strong>di</strong> cui alla L. 394/1991 (Parchi naturali regionali e Riserve naturali) attraverso il<strong>di</strong>sposto dell'art. 22 della stessa normativa.Nei siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000 e nelle aree protette <strong>di</strong> cui alla L. 394/1991, in accordo con gliEnti gestori, i piani <strong>di</strong> abbattimento sono attuati dai soggetti rispettivamente in<strong>di</strong>viduatidall’articolo 41 della LR 26/1993 e dall’articolo 22 della legge 394/1991.Per lo stesso principio, che ha come esclusiva motivazione la mitigazione dei danniprodotti dal cinghiale alle attività produttive e il riequilibrio della popolazione <strong>di</strong> questoungulato rispetto alle esigenze <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> altre specie selvatiche <strong>di</strong> maggior rilievoconservazionistico o <strong>di</strong> interesse comunitario, il controllo numerico tramite abbattimentodei cinghiali può essere autorizzato, tutto l'anno, anche negli istituti <strong>di</strong> protezione previstidalla L.157/92 (Oasi <strong>di</strong> protezione, Zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura....ecc...) dai soggettiin<strong>di</strong>viduati dall’articolo 41 della LR 26/1993, specificamente autorizzati dalla <strong>Provincia</strong> ecoor<strong>di</strong>nati dal Corpo <strong>di</strong> Polizia provinciale.Nelle azioni <strong>di</strong> controllo delle specie problematiche che prevedono lo sparo, nei Siti dellaRete natura 2000 è obbligatorio l’utilizzo <strong>di</strong> munizioni non contenenti piombo.Le tecniche <strong>di</strong> abbattimento devono coniugare tre caratteristiche: un cre<strong>di</strong>bile rapporto trasforzo profuso e risultati ottenuti, una buona selettività intraspecifica, un minimo <strong>di</strong>sturboalle restanti componenti delle zoocenosi.A tal fine, nei siti Rete Natura 2000 e nelle aree protette dalla L.157/92 vengono in<strong>di</strong>viduatinella presente pianificazione le seguenti tecniche <strong>di</strong> controllo numerico del cinghialeautorizzate in forma esclusiva: sistemi <strong>di</strong> cattura quali trappole autoscattanti,267


comunemente dette “chiusini”, abbattimenti realizzati esclusivamente con arma a cannarigata o liscia caricata a palla, con o senza ottica <strong>di</strong> puntamento, all'aspetto o alla cerca,anche <strong>di</strong> notte con automezzo e faro a mano, oppure attraverso la tecnica della girata conun solo cane limiere per ogni squadra <strong>di</strong> operatori autorizzati.Sul territorio destinato a caccia programmata, l'attività venatoria può essere autorizzatasia attraverso la caccia collettiva (braccata e girata), che attraverso la caccia <strong>di</strong> selezione.3. Galliformi alpini.Lo stato <strong>di</strong> conservazione dei galliformi alpini, con particolare riferimento alle speciecacciabili: gallo forcello, pernice bianca e coturnice alpina è generalmente sfavorevole intutta l'area alpina <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione.Queste specie sono esposte a fattori limitanti <strong>di</strong> varia natura tra cui la frammentazione e lacontrazione dell'habitat, anche a causa dell'abbandono delle tra<strong>di</strong>zionali pratiche agrosilvo-pastorali<strong>di</strong> montagna e dello sviluppo del turismo invernale, nonché per una fruizionevenatoria non correttamente commisurata alla produttività annuale delle popolazionimedesime.Al fine <strong>di</strong> applicare criteri <strong>di</strong> gestione idonei alla conservazione delle rispettive popolazionie <strong>di</strong> migliorarne la con<strong>di</strong>zione devono essere adottati i seguenti obiettivi minimi prioritari:1. realizzazione <strong>di</strong> sistematiche procedure <strong>di</strong> monitoraggio delle popolazioni;2. adozione <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> prelievo venatorio prudenziali e compatibili con laconservazione delle popolazioni (prelievo sostenibile);3. definizione <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> consistenza delle popolazioni locali tali da perseguire unaripresa delle stesse nel me<strong>di</strong>o termine anche me<strong>di</strong>ante idonei interventi <strong>di</strong>miglioramento ambientale, ove realizzabili;4. controllo costante dei carnieri realizzati;5. adeguamento tempestivo della gestione venatoria alle reali esigenze <strong>di</strong>conservazione delle singole popolazioni.Per quanto attiene le modalità <strong>di</strong> monitoraggio delle popolazioni e la formulazione deglieventuali piani <strong>di</strong> prelievo, si dovrà fare riferimento ai “Criteri orientativi per ladeterminazione del prelievo sostenibile a carico delle popolazioni del fagiano <strong>di</strong> monte edella coturnice nei Comprensori alpini”, pre<strong>di</strong>sposto dall'Istituto Nazionale per la FaunaSelvatica (oggi ISPRA).268


E’ fatto obbligo <strong>di</strong> concordare con gli Enti gestori dei Siti della rete natura 2000 insistentisul territorio oggetto <strong>di</strong> intervento, le attività <strong>di</strong> censimento della fauna tipica alpina,nonché gli eventuali piani <strong>di</strong> prelievo definiti in seguito ai risultati dei censimenti.4. Piccola selvaggina stanziale.La valutazione quantitativa della fauna selvatica sottoposta a gestione venatoria risulta ilprincipale elemento conoscitivo per la stesura dei piani <strong>di</strong> prelievo sia come attività chedeve essere ripetuta costantemente per rilevare le variazioni <strong>di</strong> status delle popolazionipresenti e gli effetti della gestione faunistica operata, nonché per programmare isuccessivi interventi (piani <strong>di</strong> prelievo, immissioni, interventi ambientali).A tal fine, l’art. 8 comma 2, della L.R. 26/1993, <strong>di</strong>spone: “L’attività <strong>di</strong> censimento dellepopolazioni <strong>di</strong> fauna selvatica stanziale e <strong>di</strong> valutazione delle fluttuazioni numeriche dellepopolazioni <strong>di</strong> avifauna migratoria ai fini del prelievo venatorio è coor<strong>di</strong>nata secondo imeto<strong>di</strong> e le <strong>di</strong>rettive dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica dal Servizio FaunisticoRegionale e dalle Province, in collaborazione con i Comitati <strong>di</strong> Gestione degli AmbitiTerritoriali e dei Comprensori Alpini <strong>di</strong> Caccia”;Sempre l’art. 8 comma 3 della medesima Legge regionale <strong>di</strong>spone che: “L’attività <strong>di</strong> cui alcomma 2 è svolta dagli agenti <strong>di</strong>pendenti dalla <strong>Provincia</strong> coa<strong>di</strong>uvanti dagli agenti delCorpo Forestale dello Stato e con la possibilità <strong>di</strong> avvalersi della collaborazioneorganizzata delle guar<strong>di</strong>e volontarie e <strong>di</strong> altro personale volontario con qualificataesperienza”;Prosegue l’art. 34 comma 1 lettera a) <strong>di</strong>sponendo che: “Ai fini del coor<strong>di</strong>namento dellagestione programmata della caccia, le Province regolamentano il prelievo venatorio nelrispetto delle forme e dei tempi <strong>di</strong> caccia previsti dalla presente legge e dal calendariovenatorio regionale in rapporto alla consistenza delle popolazioni <strong>di</strong> fauna selvaticastanziale constatata tramite preventivi censimenti effettuati d’intesa con i Comitati <strong>di</strong>Gestione”.Infine, l’art. 31, comma 2, <strong>di</strong>spone che: “I comitati <strong>di</strong> Gestione promuovono ed organizzanola ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica”.In linea generale le stime <strong>di</strong> quantità e <strong>di</strong> densità dovranno essere condotte in duemomenti significativi del ciclo biologico annuale delle <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> piccola selvagginastanziale (lagomorfi, volpe e fasiani<strong>di</strong>) per ciò che concerne la <strong>di</strong>namica delle popolazioniovvero alla fine dell'inverno, stimando la consistenza dei riproduttori, e alla fine dell'estateper valutare il successo riproduttivo. Possono essere derogate dalle procedure annuali <strong>di</strong>269


icognizione quali-quantitativa delle popolazioni,esclusivamente le specie cacciabilialloctone per le quali si deve perseguire l'era<strong>di</strong>cazione ( Silvilago della Florida, Colino dellaVirginia e Daino) ed i galliformi cacciabili provenienti da allevamenti nazionali o esteri(Fagiano, Starna e Pernice rossa) per i quali l'art.43 della LR 26/93 consente “l'immissionesul territorio in qualunque periodo dell'anno”.In tal modo è possibile programmare il prelievo venatorio <strong>di</strong> tutte le principali specie <strong>di</strong>fauna selvatica omeoterma sottoposte a gestione faunistico-venatoria, tenendo conto dauna <strong>parte</strong> degli incrementi utili annui teorici e, dall'altra, dell'effettiva produttività dellepopolazioni locali.E' attraverso l'accertamento <strong>di</strong> questi dati che è possibile re<strong>di</strong>gere opportuni piani <strong>di</strong>prelievo.E’ fatto obbligo <strong>di</strong> concordare, con gli Enti gestori <strong>di</strong> Rete Natura 2000 in cui sono presentizone umide che ospitano popolazioni <strong>di</strong> Rana <strong>di</strong> Lataste o altre importanti popolazioni <strong>di</strong>Anfibi ( al momento identificabili con i Siti IT2060012 “Boschi <strong>di</strong> Astino e Allegrezza”,IT2060013 “Fontanile Brancaleone”, IT2060015”Bosco dell’Isola”, IT2060016 “Valpre<strong>di</strong>na”,IT2030005 “Palude <strong>di</strong> Brivio”, IT2060008 “Il Toffo” e IT20A0018”Cave Danesi”), iripopolamenti <strong>di</strong> fagiano localizzati all’interno dei Siti stessi o in un raggio <strong>di</strong> 1000 m. dalloro confine.270


XVIIControllo numerico delle specie selvatiche e domestiche inselvatichite per la tuteladelle produzioni zoo-agro-forestali e per la conservazione della zoocenosi.L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) rappresenta perle Pubbliche Amministrazioni un punto <strong>di</strong> riferimento per quanto attiene la gestione e laconservazione della fauna selvatica omeoterma e dell’ambiente in cui essa vive e siriproduce e <strong>di</strong> conseguenza, anche per l’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>, ai sensidell’art. 19 della L.157/1992, ovvero dell’art. 41 della L.R. Lombar<strong>di</strong>a 26/1993, rappresental'interlocutore fondamentale per quanto concerne gli interventi <strong>di</strong> controllo dellepopolazioni animali selvatiche e domestiche inselvatichite.Per quanto attiene i danni prodotti dal piccione <strong>di</strong> città, entità domestica inselvatichita, ilriferimento normativo va in<strong>di</strong>viduato nell’art. 41, comma 5, della L.R. Lombar<strong>di</strong>a n. 26/93 ilquale prevede che le Province attuino piani <strong>di</strong> controllo delle forme domestiche <strong>di</strong> specieselvatiche e delle forme inselvatichite <strong>di</strong> specie domestiche per comprovate ragioni <strong>di</strong>protezione dei fon<strong>di</strong> coltivati e degli allevamenti.Al fine <strong>di</strong> rendere il rapporto snello ed al tempo stesso più qualificato tra la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><strong>Bergamo</strong> e l'ISPRA, è opportuno concordare tra i due Enti un Protocollo Tecnico (P.T.) nelquale sono specificati gli in<strong>di</strong>rizzi ai quali la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> si impegna ad attenersinelle attività <strong>di</strong> gestione e controllo delle specie selvatiche e domestiche inselvatichite conuna politica <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo.Attraverso il P.T., la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> si impegna ad inviare perio<strong>di</strong>camenteall’I.S.P.R.A., nel rispetto delle in<strong>di</strong>cazioni fornite dallo stesso, ren<strong>di</strong>contazioni che illustrinoi risultati delle attività <strong>di</strong> monitoraggio delle varie specie selvatiche, perio<strong>di</strong>, tecniche edaree degli interventi <strong>di</strong> controllo, prelievi realizzati, nonché in<strong>di</strong>ci che consentano <strong>di</strong>evidenziare la <strong>di</strong>namica dei danni (es. richieste <strong>di</strong> risarcimento danni).In questo modo si dà recepimento a quanto previsto dall’art. 9, comma 1, lettera a) della<strong>di</strong>rettiva 2009/147/CE.Con la sottoscrizione del Protocollo Tecnico, purché siano rispettate le procedure in essocontenute, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale approva larealizzazione degli interventi <strong>di</strong> controllo numerico contemplati, riservandosi <strong>di</strong> formulareeventuali nuovi in<strong>di</strong>rizzi operativi sulla base delle ren<strong>di</strong>contazioni presentate annualmente.271


I soggetti abilitati alle azioni <strong>di</strong> controllo numerico delle specie invasive.Gli Agenti, gli Ufficiali e i Sottufficiali del Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le non sonooggettivamente in grado, a causa del loro numero contenuto e delle numerosecompetenze a loro affidate, <strong>di</strong> realizzare in prima persona tutti gli interventi <strong>di</strong> cui all’art. 41della L.R. 26/1993, che la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> intende realizzare, in quanto necessari alcontrollo numerico delle specie selvatiche e domestiche inselvatichite per la tutela delleproduzioni zoo-agro-forestali e per la conservazione della zoocenosi.Per una concreta realizzazione dei <strong>di</strong>versi interventi si rende quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabileprevedere il ricorso, sia pure in modo specificatamente <strong>di</strong>sciplinato da apposita <strong>di</strong>rettiva,anche alle guar<strong>di</strong>e venatorie volontarie (G.V.V.), agli operatori faunistici, selezionatiattraverso specifici corsi <strong>di</strong> preparazione alla gestione faunistica, nonché ai proprietari econduttori <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> agricoli.Al Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le compete, oltre alle possibilità <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong>retto, un ruolo<strong>di</strong> supervisione degli interventi e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e controllo degli altri soggetti abilitati.I nominativi dei coa<strong>di</strong>utori denominati ufficialmente “Operatori faunistici” abilitati tramitecorsi <strong>di</strong> formazione sono raccolti in un apposito albo provinciale e notificati al Prefetto, alQuestore e a tutte le Forze <strong>di</strong> Polizia.La strategia degli interventi <strong>di</strong> contenimento che la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> intenderealizzare in virtù del P.T. si basa dunque su una precisa serie <strong>di</strong> autorizzazioni e controlli:le autorizzazioni in materia <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> cui all’art. 41 della L.R.26/93, che sono <strong>di</strong>esclusiva competenza della <strong>Provincia</strong>;le funzioni <strong>di</strong> controllo e coor<strong>di</strong>namento degli interventi <strong>di</strong> competenza del Corpo <strong>di</strong>Polizia provinciale;l’organizzazione logistica degli interventi <strong>di</strong> controllo numerico e la responsabilitàoperativa degli ausiliari faunistici abilitati fa capo agli A.T.C. e C.A., secondo le<strong>di</strong>rettive della <strong>Provincia</strong>, negli istituti dove si persegue l’obbiettivo <strong>di</strong> controllonumerico del Cinghiale l’organizzazione e il coor<strong>di</strong>namento degli interventi <strong>di</strong>controllo è demandata al Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le.la realizzazione degli interventi <strong>di</strong> controllo numerico delle specie selvatiche edomestiche inselvatichite per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e per laconservazione della zoocenosi è demandata al Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le, alCorpo Forestale dello Stato, alle G.V.V., agli Ausiliari Faunistici abilitati e autorizzatie ai proprietari e conduttori <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> agricoli, tutti e nominalmente in<strong>di</strong>viduati.272


Gli Agenti, gli Ufficiali e i Sottufficiali del Corpo <strong>di</strong> Polizia <strong>Provincia</strong>le devono intervenire intutti i casi dove si renda necessaria la loro <strong>di</strong>retta presenza e/o il loro <strong>di</strong>retto intervento.Controllo numerico delle specie selvatiche e domestiche inselvatichite nei Siti dellaRete natura 2000Non possono essere effettuate azioni <strong>di</strong> controllo numerico delle specie in oggettoall’interno dei Siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), salvo specifici accor<strong>di</strong> con gli Entigestori; a tal fine è fatto obbligo <strong>di</strong> concordare preventivamente con l’Ente gestore gliinterventi per il controllo <strong>di</strong> specie “problematiche”; l’Ente gestore avrà comunque inqualsiasi momento la facoltà <strong>di</strong> richiedere la Valutazione <strong>di</strong> incidenza.Nelle azioni <strong>di</strong> controllo delle specie problematiche che prevedono lo sparo, nei Siti dellaRete natura 2000 è obbligatorio l’utilizzo <strong>di</strong> munizioni non contenenti piombo.Nei Siti della Rete natura 2000 è obbligatoria l’esecuzione <strong>di</strong> monitoraggi finalizzati allaverifica della <strong>di</strong>ffusione delle specie alloctone già segnalate sul territorio provinciale ( Ibissacro, Coturnice orientale, Pernice rossa, Colino della virginia, Parrocchetto monaco,Usignolo del Giappone, Bengalino comune, Silvilago, Scoiattolo grigio, Nutria, Muflone,Daino, Procione, Visone americano) e <strong>di</strong> eventuali ulteriori specie alloctone che in futurodovessero venire segnalate sul territorio provinciale.E’ fatto obbligo, su tutto il territorio provinciale, <strong>di</strong> attuazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> controllo dellespecie alloctone per le quali i monitoraggi, <strong>di</strong> cui sopra, evidenzino la necessità <strong>di</strong> unagestione attiva.E’ altresì obbligatoria l’imme<strong>di</strong>ata era<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> specie alloctone chevenissero localizzati nei Siti della Rete natura 2000, con particolare riferimento a Pernicerossa e Muflone. Per quest’ultima specie fanno eccezione i tre nuclei già presenti sulterritorio provinciale le cui popolazioni dovranno essere gestite al fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rnel’espansione numerica e territoriale.Altri interventi <strong>di</strong> controllo numerico finalizzati alla limitazione <strong>di</strong> danni che esulano dai casie dai contesti descritti dal P.T. potranno essere autorizzati dalla <strong>Provincia</strong> solosuccessivamente all’espressione <strong>di</strong> uno specifico parere da <strong>parte</strong> dell’I.S.PR.A..273


XVIIIDisposizioni finaliIl presente Piano faunistico venatorio provinciale entra in vigore con l’approvazione delprovve<strong>di</strong>mento consigliare, ad eccezione del confine della Zona faunistica delle Alpi, cheentra in vigore dal 1 febbraio 2014.Per la stagione venatoria 2013/14 si applicheranno comunque a tutta l’estensione dell’ATCPrealpino le norme della Zona Alpi, che devono essere previste nel calendario venatorioprovinciale 2013/2014.274

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