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Storia, cultura e tradizioni di Alberona

Le origini del Comune risalgono, nel Medioevo, al tempo del ripopolamento che principi e monarchi tentarono,nelle terre loro soggette, con genti migranti ed intere famiglie, cui donavano terreni, animali e mezzi per coltivare la terra. Pare che i primi colonizzatori di Alberona fossero delle famiglie calabresi, al seguito dei bizantini in lotta contro i Longobardi di Benevento, qui piazzate a difesa dei conquistatori.

Le origini del Comune risalgono, nel Medioevo, al tempo del ripopolamento che principi e monarchi tentarono,nelle terre loro soggette, con genti migranti ed intere famiglie, cui donavano terreni, animali e mezzi per coltivare la terra. Pare che i primi colonizzatori di Alberona fossero delle famiglie calabresi, al seguito dei bizantini in lotta contro i Longobardi di Benevento, qui piazzate a difesa dei conquistatori.

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famiglie <strong>di</strong> Marsiglia a trasferirsi a Lucera, offrendo loro 45 eminate <strong>di</strong> terreno<br />

da seminare, 3 eminate per piantarvi vigneti e orti e la facoltà <strong>di</strong> servirsi della<br />

legna, sia secca da ardere, sia verde per costruzioni,dal bosco <strong>di</strong> <strong>Alberona</strong>.<br />

Ma i Marsigliesi, scesi nel Tavoliere, non sopportarono l'impossibile<br />

convivenza con i musulmani, per cui preso lasciarono Lucera per trasferirsi sui<br />

monti <strong>di</strong> <strong>Alberona</strong>, in parte a Celle San Vito e Faeto,in parte a Volturara<br />

Appula. Il re, deluso per l'insuccesso, or<strong>di</strong>n a Giovanni Pipino <strong>di</strong> Barletta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>struggere la città <strong>di</strong> Lucera. Ci avvenne dal 15 al 20 agosto 1300.<br />

Sui ricchi posse<strong>di</strong>menti dei Templari, al termine delle Crociate, si appuntarono<br />

gli occhi del re <strong>di</strong> Francia Filippo il Bello. Questi rese <strong>di</strong>fficile la vita <strong>di</strong> quei<br />

Cavalieri. Infatti per riuscire ad impossessarsi dei loro beni,tentò ogni mezzo<br />

contro <strong>di</strong> loro, anche la calunnia, le torture, le carceri, i processi falsi. Papa<br />

Clemente V affidò la questione all'esame e alla decisione del Concilio <strong>di</strong><br />

Vienna (1312), che stabilì (sopratutto per le pressioni del re) che l'or<strong>di</strong>ne<br />

fosse soppresso. Quanto ai loro beni, il Papa volle che continuassero a servire<br />

all'originario scopo caritativo e ne affidò la proprietà e l'amministrazione<br />

all'Or<strong>di</strong>ne Cavalleresco dei Cavalieri <strong>di</strong> "San Giovanni",detti poi comunemente<br />

"<strong>di</strong> Malta". Fu così che <strong>Alberona</strong> passò subito come feudo ai Cavalieri <strong>di</strong> Malta,<br />

con sede a Barletta, che lo tennero fino alla soppressione napoleonica delle<br />

baronie e dei <strong>di</strong>ritti feudali (1809).<br />

Intanto si accendevano lotte sanguinose nel Regno <strong>di</strong> Napoli. L'ascesa al<br />

trono <strong>di</strong> Giovanna I (1343 - 1382), giovane,bella, colta, <strong>di</strong>ssoluta e<br />

noncurante dello Stato, portò il Regno allo sfacelo generale. La regina fortificò<br />

i Casali del Subappennino Dauno perchè servissero da vigili scorte dei centri<br />

della pianura.<br />

Le cose non cambiarono neppure con l'avvento <strong>di</strong> Giovanna II (1418), detta<br />

"Giovannetta". <strong>Alberona</strong> <strong>di</strong>venne un "Castrum",ossia un casale fortificato, con<br />

una guarnigione <strong>di</strong> soldati. Fu cinta <strong>di</strong> mura. Alfonso I, re <strong>di</strong> Napoli, adottato<br />

dalla regina,inizi delle riforme contro le quali il popolo esplose violentemente.<br />

Il gran Priore <strong>di</strong> Barletta, Andrea da Can<strong>di</strong>da,<strong>di</strong> Lucera, all'indomani della sua<br />

elezione, chiese alla regina <strong>di</strong> obbligare i vassalli e il popolo <strong>di</strong> <strong>Alberona</strong> a<br />

giurargli obbe<strong>di</strong>enza: ci che la regina fece con decreto del 1428. Nella guerra<br />

tra Alfonso e Renato d'Angiò, scoppiata tra i due contendenti al trono alla<br />

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