Le leggi razziali sui giornali italiani e nel dibattito pubblico - Altervista

Le leggi razziali sui giornali italiani e nel dibattito pubblico - Altervista Le leggi razziali sui giornali italiani e nel dibattito pubblico - Altervista

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la newsletter per l’insegnante di storia ottobre 2008 NUMERO 15PERLASTORIAmailStrumenti e proposte per il lavoro in classe e l’aggiornamento70 ° dell’introduzioneanniversario1938-2008delle leggi antiebraiche in italiaPercorsi didattici fra storia e attualità ■Le leggi razziali sui giornali italiani e nel dibattito pubblicoA cura di Vittorio CaporrellaLezioni d’autore Le leggi razziali,un atto coerentecol metodototalitario delfascismoIntervista aEmilio GentileLe leggi del1938. Le nostreconoscenze asettant’anni didistanzaTesto diMichele SarfattiLa genesi delleleggi antiebraicheTesto diDavid Bidussa■Gli ebrei italianitra i giusti e gliingiustiTesto diAmedeo Osti GuerrazziElenco dei provvedimenti legislativi antiebraici (1938-43)Documenti dal sito brunomondadoristoria.itagenda ■Seminari, convegni, giornatedi studio per l’aggiornamentoe la formazione storicaa cura di Lino Valentinicinema Le leggi razziali e il cinemaa cura di Michele Gottardi■risorse web ■www.museoshoah.it La prima mostra digitaleche illustra, con i documenti dell’epoca, lapersecuzione degli ebrei in Italia (1938-45)a cura di Lino ValentiniEdizioni ScolasticheBruno Mondadori

la newsletter per l’insegnante di storia ottobre 2008 NUMERO 15PERLASTORIAmailStrumenti e proposte per il lavoro in classe e l’aggiornamento70 ° dell’introduzioneanniversario1938-2008delle <strong>leggi</strong> antiebraiche in italiaPercorsi didattici fra storia e attualità ■<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> <strong>sui</strong> <strong>giornali</strong> <strong>italiani</strong> e <strong>nel</strong> <strong>dibattito</strong> <strong>pubblico</strong>A cura di Vittorio Caporrella<strong>Le</strong>zioni d’autore <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>,un atto coerentecol metodototalitario delfascismoIntervista aEmilio Gentile<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> del1938. <strong>Le</strong> nostreconoscenze asettant’anni didistanzaTesto diMichele SarfattiLa genesi delle<strong>leggi</strong> antiebraicheTesto diDavid Bidussa■Gli ebrei <strong>italiani</strong>tra i giusti e gliingiustiTesto diAmedeo Osti GuerrazziElenco dei provvedimenti legislativi antiebraici (1938-43)Documenti dal sito brunomondadoristoria.itagenda ■Seminari, convegni, giornatedi studio per l’aggiornamentoe la formazione storicaa cura di Lino Valentinicinema <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> e il cinemaa cura di Michele Gottardi■risorse web ■www.museoshoah.it La prima mostra digitaleche illustra, con i documenti dell’epoca, lapersecuzione degli ebrei in Italia (1938-45)a cura di Lino ValentiniEdizioni ScolasticheBruno Mondadori


Percorsi didattici fra storia e attualitàPercorsi didattici con articoli tratti da quotidiani e documenti da proporre in classe per farestoria tra passato e presente. Con tracce per il lavoro in classe A cura di Vittorio Caporrellarassegna stampan Miguel Gotor, Santi poetinavigatori e razzisti, La Stampa,13 ottobre 2008 http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4417n Patrick Boucheron, Destins juifsau Moyen Age, <strong>Le</strong> Monde,3 ottobre 2008 http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4368n Adriano Prosperi, L’eterno ritornodei cattivi maestri, la Repubblica,1 ottobre 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4362n Michele Sarfatti, Quando gli <strong>italiani</strong> si scoprironoariani, Corriere della Sera, 26 settembre 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4350n Nello Ajello, Intellettuali antisemiti,la Repubblica, 14 luglio 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4176n Daniele Zappalà, Luglio 1938: e l’Italia siscopre antisemita, Avvenire, 20 giugno 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>4084n Thomas Wieder, Un colloque sur l’antisémitismeculturel, <strong>Le</strong> Monde, 8 giugno 2007http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2623n Giovanni Mariotti, Il genio degli ebrei:orgoglio e pregiudizi alle radici di un mito,Corriere della Sera, 15 febbraio 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>3463n Simonetta Fiori, Fuori gli ebrei dalla Scala, laRepubblica, 10 gennaio 2008http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>3145n Giovanni Russo, Antisemitismo,Corriere della Sera, 17 giugno 2007http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2648n Thomas Wieder, <strong>Le</strong> cauchemar desjuifs d’Italie, <strong>Le</strong> Monde, 12 gennaio 2007http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2339n Sergio Luzzatto, Mussolini, l’antisemitaimmaginario, Corriere della Sera, 3 ottobre 2006http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2185n Giorgio Fabre, Antisemitismo: Mussolini indirizzavaHitler, Corriere della Sera, 22 settembre 2006http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2183n Giovanni Belardelli, Antisemitismo. Il Duce nonfu razzista fino alla svolta d’Etiopia,Corriere della Sera, 21 settembre 2006http://www.pbmstoria.it/<strong>giornali</strong>2184LE LEGGIRAZZIALISUI GIORNALIITALIANI ENEL DIBATTITOPUBBLICOIl <strong>dibattito</strong> storico, politico e <strong>giornali</strong>sticoCon l’approssimarsi, in novembre, del settantesimo anniversario della promulgazionedelle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> (1938), si delineano le tre questioni che piùcoinvolgono il <strong>dibattito</strong> storico, politico e <strong>giornali</strong>stico. Vediamole.n Il razzismo e l’antisemitismo fascista furono solo il riflesso dell’alleanzacon la Germania nazista stipulata <strong>nel</strong> 1936 (Asse Roma-Berlino) oppurele loro origini vanno ricercate già all’interno dell’ideologia del regime italiano,se non addirittura in certe tendenze culturali e scientifiche dell’Italialiberale?n Come si comportò il Vaticano (sia a livello diplomatico, sia rispetto aglieffettivi rapporti con le comunità ebraiche) di fronte alla discriminazionerazziale compiuta in Italia? A tale questione abbiamo già dedicato il dossierL’apertura degli archivi vaticani e il pontificato di Pio XI, dove è statoricostruito il <strong>dibattito</strong> circa il ruolo e le azioni intraprese da Pio XI, prima,e da Pio XII, poi.n Quale fu la reazione della popolazione italiana nei confronti della persecuzioneantisemita? A questa domanda, a causa della mancanza di sufficientistudi storici, non è ancora possibile rispondere in modo approfondito.Alle origini dell’antisemitismo fascistaÈ soprattutto il tentativo di rispondere alla prima domanda quello che piùritroviamo <strong>nel</strong>le pagine culturali dei nostri <strong>giornali</strong>. A questo proposito,possiamo distinguere tre tendenze:a) chi sostiene il ruolo e l’influenza delle <strong>leggi</strong> naziste di Norimberga sullapromulgazione di una parallela legislazione antisemita in Italia;b) chi, invece, sottolinea la presenza di un antisemitismo specificamente fascistache poteva attingere ad atteggiamenti culturali diffusi in alcuni gruppidella popolazione;c) chi evidenzia l’assenza di una significativa tradizione antisemita <strong>nel</strong>l’Italiadegli anni trenta, ma si concentra sull’uso strumentale che il regime fecedella persecuzione razzista, al fine di rinsaldare la propria ideologia totalitariaattraverso l’individuazione di un nemico interno.Sullo sfondo di questo <strong>dibattito</strong> vi è l’analisi dello sviluppo del razzismo fascista,<strong>nel</strong> quale vengono distinte, da una parte, le discriminazioni contro la Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Percorsi didattici fra storia e attualità LE LEGGI RAZZIALI SUI GIORNALI ITALIANI E NEL DIBATTITO PUBBLICOcronologian 1935 L’Italia fascista invade l’Etiopia.n 1936, 24 ottobre Italia e Germaniastipulano l’intesa denominata AsseRoma-Berlino.n 1937, aprile Nelle colonie africanevengono vietate le partite di calcio fragli <strong>italiani</strong> e la popolazione locale.Viene proibito il “madamato”, ovverola convivenza e la relazione affettivafra un italiano e una donna eritrea osomala.n 1937, 1 luglio Per evitare la nascitadei figli definiti “meticci”, ovvero natida coppie miste, viene disposto chenessun italiano, sia militare che civile,possa restare in Somalia più di sei mesisenza moglie.n 1938, 15 luglio Viene pubblicato ilManifesto degli scienziati razzisti conil titolo Il Fascismo e i problemi dellarazza, redatto da scienziati vicini alregime.n 1938, 5 settembre Sono emanatiprovvedimenti per la difesa della razza<strong>nel</strong>la scuola fascista, vengono espulsidalle scuole di ogni ordine e gradosia gli insegnanti che gli studenti. Lastessa sorte è riservata a tutti i docentiuniversitari.n 1938, 7 settembre In seguitoall’emanazione di provvedimenti neiconfronti degli ebrei stranieri, questivengono espulsi dall’Italia.n 1938, 23 settembre Sono istituitescuole elementari riservate ai fanciullidi razza ebraica.n 1938, 17 novembre Sono emanatiprovvedimenti per la difesa dellarazza italiana, in base ai qualivengono vietati i matrimoni fraariani ed ebrei. Gli ebrei non possonoessere dipendenti della Pubblicaamministrazione e essere iscritti alpartito fascista. Essi non possononeppure possedere terreni e fabbricati,prestare servizio militare, possedereaziende interessanti la difesanazionale, avere domestici ariani.n 1939 Nelle colonie africane vengonoistituiti appositi spazi per separare lapopolazione italiana da quella locale:autobus, cinema, mercati, negozi.popolazione nera delle colonie africane e contro le coppie miste varata <strong>nel</strong>1937, e, dall’altra, la successiva evoluzione verso la persecuzione antisemita.Questo processo viene attentamente esaminato da David Bidussa (Lagenesi delle <strong>leggi</strong> antiebraiche) ed Emilio Gentile (<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> un attocoerente col metodo totalitario del fascismo).Mussolini e il razzismo italianoUn acceso <strong>dibattito</strong> sull’antisemitismo di Mussolini e del regime si svolsegià <strong>nel</strong> 2006 in occasione dell’uscita del libro di Giorgio Fabre, Mussolinirazzista (Antisemitismo: Mussolini indirizzava Hitler), in cui lo storicososteneva la tesi di un antisemitismo radicato <strong>nel</strong>l’ideologia fascista e precedentesia le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> del 1938, sia la guerra di Etiopia del 1935-36.Questa conclusione fu criticata da Giovanni Belardelli (Antisemitismo. IlDuce non fu razzista fino alla svolta d’Etiopia) e Sergio Luzzatto (Mussolini,l’antisemita immaginario) secondo i quali l’antisemitismo del duce nonpuò essere retrodatato rispetto alla guerra di Etiopia.Al di là del ruolo di Mussolini, alcuni studi si interrogano sulla continuità fral’ideologia fascista e le correnti intellettuali e scientifiche del razzismo italiano.Recensendo il libro di Francesco Cassata, La difesa della razza (Santipoeti navigatori e razzisti), dove viene analizzata la principale rivista razzistafondata dal regime <strong>nel</strong> 1938, Miguel Gotor illustra la tesi secondo cui l’antisemitismoitaliano non fu passivamente ereditato dall’alleanza con il nazismo,ma era già presente <strong>nel</strong>la cultura ottocentesca e si saldava ad «atteggiamentipresenti in una parte non minoritaria della tradizione cattolica italiana». AncheAdriano Prosperi in L’eterno ritorno dei cattivi maestri sottolinea l’importanzadi non considerare il fascismo soltanto come una parentesi dellastoria d’Italia e critica la“autoassolutoria” tesi in base alla quale le <strong>leggi</strong> antisemitedel 1938 sarebbero solo il risultato della legislazione razziale nazista.In questo contesto, egli esamina la mancata reazione delle due più importantiistituzioni dell’Italia del tempo: la Chiesa e, soprattutto, la scuola, dove iprovvedimenti antisemiti furono applicati prima che <strong>nel</strong> resto della società.le reazioni degli <strong>italiani</strong>La stessa sostanziale mancanza di reazione da parte della maggioranza degli<strong>italiani</strong> viene descritta da Michele Sarfatti in Quando gli <strong>italiani</strong> si scoprironoariani, nonostante non fossero mancate prese di posizione da partedi intellettuali come Benedetto Croce (1866-1952), che espresse la suanetta riprovazione rifiutando di dare informazioni sulla propria famigliaper attestare la sua origine non ebrea. Anche il direttore d’orchestra ErichKleiber, con un gesto plateale, <strong>nel</strong> marzo del 1939, quando venne a sapereche il direttore del teatro, in rigida applicazione delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, avevaobbligato gli spettatori ebrei a rinunciare ai loro abbonamenti, si rifiutò didirigere l’opera (Simonetta Fiori, Fuori gli ebrei dalla Scala).La schiera degli studiosi che invece prestarono la loro opera alla discriminazionerazziale del regime viene esaminata da Nello Ajello <strong>nel</strong>l’articolo Intellettualiantisemiti: dopo la pubblicazione del Manifesto degli scienziati razzisti,firmato <strong>nel</strong> 1938 da scienziati vicini al regime, aumentarono gli interventidi chi accusava gli ebrei di essere una minaccia contro la purezza della razzaitaliana o denunciava la presunta alleanza fra “giudei” e comunisti. Ajelloricorda che una delle poche figure a prendere posizione netta e decisacontro la visione razzista imposta dal fascismo fu quella di papa Pio XI, che<strong>nel</strong> settembre del 1938 affermò: «spiritualmente siamo tutti semiti perché discendentida Abramo». La stessa netta posizione non fu però pubblicamenteespressa dal suo successore Pio XII divenuto papa l’anno seguente.L’uso politico del razzismoPiù attenta all’uso strumentale del razzismo da parte del regime è la storicafrancese Marie Anne Matard Bonucci (Thomas Wieder, <strong>Le</strong> cauchemardes juifs d’Italie e Daniele Zappalà, Luglio 1938: e l’Italia si scopre antise- Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Percorsi didattici fra storia e attualità LE LEGGI RAZZIALI SUI GIORNALI ITALIANI E NEL DIBATTITO PUBBLICOrisorse sul webn La rivista StoricaMente del dipartimento didiscipline storiche dell’Università di Bologna offreun percorso iconografico (accompagnato da traccedidattiche per le scuole medie inferiori e superiori)sulla raffigurazione della discriminazione razzialeda parte della propaganda fascista.www.storicamente.org/04n Il CEDEC (Fondazione Centro di documentazioneebraica contemporanea) fornisce l’elenco completodei testi di tutte le <strong>leggi</strong> antiebraiche dell’Italiafascista. www.cdec.itn Il sito Olokaustos è dedicato alladocumentazione della Shoah. Nel suo archiviopossono essere consultati tutti i testi delle <strong>leggi</strong><strong>razziali</strong> naziste.www.olokaustos.org/archiviomita). Matard Bonucci sostiene che prima del 1937 né l’Italia né il fascismoconoscevano un antisemitismo politico. Il fascismo fu spinto a costruireuna tradizione antisemita, mutuata dalla Francia e dalla Germania, alfine di creare un nemico interno contro cui indirizzare l’opinione pubblica,in un momento in cui il regime aveva bisogno di rinsaldare il consenso socialee rinnovare i propri strumenti ideologici. Si trattava dunque di rilanciarel’identità fascista attraverso la creazione di un modello negativo a cuicontrapporre le virtù della “razza italica”, a sua volta presunta erede dellevirtù e dello spirito civilizzatore dell’antica Roma, così come si sforzavanodi dimostrare le immagini della propaganda del regime (www.storicamente.org).A fianco di un antisemitismo culturale, religioso e popolare che affondale sue radici in Europa fin dal Medioevo (Patrick Boucheron, Destins juifsau Moyen Age, Thomas Wieder, Un colloque sur l’antisémitisme culturel,Giovanni Russo, Antisemitismo) e che fu responsabile della costruzionedi un insieme di stereotipi fisici e psichici attribuiti agli ebrei (GiovanniMariotti, Il genio degli ebrei: orgoglio e pregiudizi alle radici di un mito),vanno dunque sempre esaminati il ruolo e gli obiettivi del potere statale capacedi enfatizzare e gestire il razzismo, legittimando la persecuzione e utilizzandoloa fini politici per mobilitare le masse.dal razzismo alla persecuzione di statoI tanti dibattiti sulle origini dell’antisemitismo fascista derivano,come sottolinea Adriano Prosperi, dalla necessitàdi fare i conti con il passato razzista italiano. In questocontesto, attribuire la promulgazione delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>alla sola alleanza con la Germania nazista equivale adassolvere gli <strong>italiani</strong> dalle proprie responsabilità. D’altronde,non distinguere tra un preesistente razzismo culturalee scientifico e la specificità del razzismo fascistadopo l’invasione dell’Etiopia (1935), significa evitare diesaminare le dinamiche politiche del rapporto fra poteree società che conducono alla trasformazione di unrazzismo (più o meno diffuso) in persecuzione di stato.In questo contesto il razzismo va considerato comeuno strumento ideologico e l’attenzione va rivolta nonsolo alle sue basi culturali, ma al suo uso politico e agliobiettivi perseguiti dal potere che lo fomenta.tracce per il lavoro in classe1. <strong>Le</strong>ggi e confronta i tre articoliQuando gli <strong>italiani</strong> si scoprirono ariani,Fuori gli ebrei dalla Scala e Intellettualiantisemiti, poi ricostruisci ledifferenti reazioni degli intellettuali<strong>italiani</strong> rispetto alle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> promulgate<strong>nel</strong> 1938.2. <strong>Le</strong>ggi gli articoli Santi poeti navigatorie razzisti e Luglio 1938: e l’Italiasi scopre antisemita e/o <strong>Le</strong> cauchemardes juifs d’Italie, poi rispondi alledomande.a) Secondo il primo articolo, qualisono le teorie e l’ambiente culturalee scientifico che fanno sfondo allapersecuzione razziale durante il fascismo?b) Secondo gli ultimi due articoli,quali sono le motivazioni e gli obiettiviche il regime fascista vuole raggiungereattraverso la propagandarazzista e la persecuzione antisemita?c) Confronta le tesi di Francesco Cassatae Marie Anne Matard Bonucci cheemergono dagli articoli che hai letto,rilevandone comunanze e differenze.3. Ricostruisci le diverse interpretazioniriguardo l’antisemitismo di Mussolinisecondo gli storici Giorgio Fabre(Antisemitismo: Mussolini indirizzavaHitler), Giovanni Belardelli (Antisemitismo.Il Duce non fu razzista finoalla svolta d’Etiopia) e Sergio Luzzatto(Mussolini, l’antisemita immaginario).4. In base all’articolo di Adriano Prosperi,L’eterno ritorno dei cattivi maestri,descrivi quale fu il ruolo dellascuola rispetto alla discriminazioneantisemita. Spiega poi perché, secondol’autore, ieri come oggi, sia cosìimportante la trasmissione della memoriastorica. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


<strong>Le</strong>zioni d’autoreIntervista a Emilio GentileEmilio Gentile è docente di storia contemporanea all’Università di Roma. L’intervista è a cura della redazione.<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>,un attocoerentecol metodototalitariodel fascismoAffissione di un cartello in un negozioromano pochi giorni dopo l’emanazionedelle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, 15 novembre 1938.Professor Gentile, si sostiene talvolta che la legislazionerazzista e antisemita introdotta dal regime fascista <strong>nel</strong>1938 fu dettata essenzialmente dalla volontà di Mussolinidi “imitare” Hitler, o che, comunque, fu conseguenzadel sempre più chiaro allineamento fra Italia e Germaniadopo il 1936, con la creazione dell’Asse Roma-Berlino e lacomune partecipazione in sostegno a Franco <strong>nel</strong>la guerracivile spagnola. È d’accordo con questa impostazione?Vi è certamente una componente di questo tipo <strong>nel</strong>lascelta del 1938, che non si può però ridurre a questo.L’alleanza con la Germania accelerò senza dubbio ladirezione antisemita della politica di Mussolini, se non altroperché sarebbe stato impensabile continuare ad avere<strong>nel</strong> partito o <strong>nel</strong> governo esponenti ebrei fascisti, dopoavere stretto alleanza con un regime che aveva fatto dell’antisemitismouna dottrina di stato. Il nuovo corso dellapolitica razzista e antisemita fu voluto da Mussolini intotale autonomia. Non risultano finora pressioni dirette diHitler sul duce perché introducesse in Italia una legislazioneantisemita sul modello di quella di Norimberga. Finoal 1934 Mussolini aveva pubblicamente trattato il razzismonazista con palese irrisione. Più che di “imitazione”, parlereidi “competizione” o di “concorrenza” con il nazismo,<strong>nel</strong>l’utilizzare l’antisemitismo come strumento di mobilitazionedi massa intorno agli obiettivi del regime totalitario.Sostenere, come taluni ancora oggi fanno, che l’adozionedelle <strong>leggi</strong> antisemite fu una sorta di virus estraneoal fascismo iniettato dal nazismo è storicamente sbagliato.Ed è ancor più sbagliato, e non solo storicamente, sostenereche soltanto con l’adozione delle <strong>leggi</strong> antisemiteil fascismo avrebbe deviato da un corso politico, che tuttosommato non era poi del tutto condannabile. <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> antisemite,come <strong>leggi</strong> discriminatrici imposte per arbitrio delpotere a una parte di cittadini <strong>italiani</strong>, che fino a quel momentoerano stati parte integrante della popolazione italiana,avevano tradizioni di patriottismo ed avevano anchedato consenso al fascismo. Esse non furono un fungo velenosopiantato <strong>nel</strong> fascismo da Hiltler, piuttosto, furono unatto consapevole e coerente con tutta la precedente prassitotalitaria del fascismo, fin dalla marcia su Roma, quandoiniziò a identificarsi con la nazione pretendendo e imponendoil principio che soltanto chi era fascista era italiano,arrogandosi così la prerogativa di decidere come e quandovoleva, in qualsiasi momento, chi era fascista e chi eraitaliano. Prima degli ebrei, fin dal 1922, furono discriminatigli antifascisti, anche se erano ottimi patrioti: discriminatiprima con l’esercizio della violenza squadrista, poi con le<strong>leggi</strong> liberticide che misero al bando qualsiasi associazioneche non accettava di piegarsi al potere fascista.Dunque, a suo giudizio, la legislazione del 1938 va inserita<strong>nel</strong> modello totalitario fascista, ed è coerente con esso?Preferisco parlare piuttosto di “metodo” totalitario, utilizzatodal fascismo fin dalla conquista del potere percercare di conquistare un controllo completo non solo sulsistema politico, ma anche sulla società <strong>nel</strong> suo insieme. <strong>Le</strong><strong>leggi</strong> antisemite vanno inquadrate <strong>nel</strong> contesto di una legislazionecomplessiva in difesa della “purezza” della razzaitaliana, che iniziò dopo la conquista dell’impero, coni provvedimenti che istituivano un regime di segregazionerazziale in Etiopia e proibivano il meticciato e i rapportifra <strong>italiani</strong> e donne di colore. Il varo delle <strong>leggi</strong> antisemiterientrava <strong>nel</strong>l’accelerazione totalitaria che il regimeaveva iniziato a partire dal 1932 e che si era poi ulteriormenteintensificata dal 1936, con la conquista dell’Etiopia.Sia il razzismo sia l’antisemitismo furono una manifestazionedi una vera e propria ossessione mussoliniana: tra-Edizioni ScolasticheBruno Mondadori


gentile<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, un atto coerente col metodo totalitario del fascismosformare gli <strong>italiani</strong> in una razza di “dominatori” e l’Italiain una nazione etnicamente omogenea, rispetto alla qualegli ebrei erano visti come un’entità estranea e non assimilabile.Nella rivoluzione antropologica fascista per crearel’italiano “nuovo”, la legislazione razziale si accompagnaad altri provvedimenti, quali la creazione del ministero dellaCultura popolare e la riforma Bottai della scuola, ma anchea iniziative propagandistiche - quali l’intensificazionedella campagna per la riforma del costume, la sostituzionedel “lei” con il “voi” e l’abolizione della stretta di mano - sucui si è molto ironizzato, ma che furono invece strumentiimportanti per tentare di trasformare la “costrizione esteriore”in “convinzione interiore”. Come ebbe a dire AchilleStarace, «l’abito farà il monaco».Dunque le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> vanno viste <strong>nel</strong> quadro dell’accelerazionetotalitaria impressa da Mussolini al regime neglianni trenta. Ma si rifacevano a un retroterra di antisemitismopresente <strong>nel</strong>la cultura italiana e <strong>nel</strong>lo stesso fascismo?Nel fascismo vi era certamente un filone antisemita findalle origini, come vi era stato <strong>nel</strong> movimento nazionalistaprecedente. Lo stesso Mussolini aveva usato, anchequando era socialista, espressioni antisemite. Ma finoal 1937 l’antisemitismo non fu certo prevalente, né dominantené caratterizzante <strong>nel</strong>l’ideologia e <strong>nel</strong> programmapolitico del regime. Bisogna ricordare che la massimamusa ideologica del duce, fin dalla conquista del potere,e influente ispiratrice della politica culturale del regimefu, fino all’inizio degli anni trenta, Margherita Sarfatti(1880-1961), ebrea. La legislazione antisemita rispondevadunque alle specifiche esigenze del regime che abbiamodescritto e va collocata in quella fase storica. A esse dobbiamoancora aggiungere il sospetto coltivato da Mussolini,che vi fosse un legame fra ebraismo ed antifascismo(erano ebrei alcuni importanti antifascisti come Modigliani,Treves, i fratelli Rosselli…) e la sua volontà di fornireun bersaglio riconoscibile ai settori più radicali delfascismo, soprattutto ai giovani, che vi trovarono un’occasionedi mobilitazione. Non a caso, l’accostamento polemicofra ebrei e capitalismo faceva riecheggiare accentidal fascismo della prima ora. Una volta imboccata la stradadel razzismo e dell’antisemitismo il regime dovette comunqueinventarsi una propria ideologia razzista e antisemitaper non apparire un mero imitatore del nazismo.L’unica tradizione di antisemitismo presente in Italia eraquella cattolica, e si trattava di un antisemitismo di matricereligiosa, non razziale: gli ebrei che si convertivano alcristianesimo non erano più perseguitati, mentre l’antisemitismorazzista esclude che l’ebreo possa salvarsi “convertendosi”.Di fronte alla nuova legislazione antisemitafascista, se pure ci furono intellettuali cattolici che l’accolserocon favore e se ne fecero propagandisti, la chiesa, pursenza ripudiare i tradizionali pregiudizi antisemiti, reagìcondannando il razzismo che la ispirava e le conseguenzeche esso comportava nei confronti degli ebrei convertiti.Nel luglio 1938, in una udienza, Pio XI prese subitoposizione contro il razzismo, rimproverando al fascismodi imitare il nazismo, e protestò per le norme razziste cheriguardavano i matrimoni di ebrei convertiti, giudicandoleuna grave ferita inferta al Concordato, ottenendo peròsolo qualche parziale modifica. Invece, per il fascismo,l’ebreo doveva essere discriminato per la sua razza, nonper la sua religione: un figlio di genitori di razza ebraicaera classificato di razza ebraica anche se non professavala religione ebraica, mentre un figlio di genitori di razzaariana rimaneva ariano anche se si era convertito alla religioneebraica. Come precisò il ministro dell’Educazionenazionale Giuseppe Bottai (1895-1959), <strong>nel</strong>la discriminazioneantisemita il criterio razzista prevaleva sul criterioreligioso. Ciò non toglie che, <strong>nel</strong>la persecuzione degliebrei <strong>italiani</strong>, discriminazione razzista e discriminazionereligiosa finirono spesso per coincider e confondersi.<strong>Le</strong> proteste del pontefice non fecero comunque deflettereil regime dal proseguire decisamente <strong>nel</strong> nuovo corsodel totalitarismo razzista e antisemita: «anche sulla questionedella razza tireremo dritto», dichiarò il duce. E mostròcon i fatti che non bluffava. Del resto, a parte le protestedella chiesa, nessun’altra istituzione reagì control’adozione della legislazione razzista e antisemita. Circolaancora la leggenda che il totalitarismo fascista sia stato limitatodalla monarchia, ma si dimentica che la legislazioneantisemita, come tutte le altre <strong>leggi</strong> che demolirono ilregime liberale e costruirono lo stato totalitario recavanola firma di Vittorio Emanuele III (1869-1947). Il re nonprotestò. E lo stesso fecero tutti gli altri esponenti dellamonarchia e del regime, che dopo la sua caduta preteserodi far assurgere qualche privato mormorio o qualche genericaobiezione al rango di opposizione al totalitarismo.Quali furono le reazioni dell’opinione pubblica alle<strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>?Non si può dire che vi siano state adesioni entusiastichefra la popolazione, ma neppure forme seriedi opposizione, solo qualche episodio isolato di dissenso.Il che colpisce tanto più se si pensa che la comunitàebraica italiana, meno di 50.000 persone, era ben integrata<strong>nel</strong> tessuto economico, civile e politico del paese,anche a seguito della sua partecipazione alla lotta risorgimentalee alla vita politica dell’Italia liberale. Senzatrascurare i vantaggi economici e professionali che molti<strong>italiani</strong> ricavarono dalle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> (basti pensare aiposti “lasciati liberi” dai professori ebrei espulsi dall’insegnamentouniversitario), la morale che ne possiamoricavare è che 16 anni di regime avevano creato una sortadi “assuefazione” verso la violenza e la discriminazione:prima nei confronti degli antifascisti, ora degli ebrei.E i giovani fascisti allevati <strong>nel</strong> laboratorio totalitario, gli“<strong>italiani</strong> nuovi” di Mussolini, attorno ai quali dopo la cadutadel regime si è creata un’altra leggenda, che fosserocioè in gran parte “antifascisti in camicia nera”, in realtàfurono i più entusiasti e i più fanatici sostenitori del nuovocorso razzista e antisemita, giudicandolo necessarioper ridare vigore e intransigenza alla rivoluzione fascista.Dopo tutto, l’esperimento totalitario, se non era riuscitoa creare una nuova razza di dominatori, era certamenteriuscito a narcotizzare la coscienza di milioni di <strong>italiani</strong>. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


schedaElenco dei provvedimenti legislativi antiebraici (1938-43)Il lungo elenco dei provvedimenti legislativi antiebraici emanati in Italia duranteil regime fascista ci dà, anche a colpo d’occhio, un’idea non solo della molelegislativa, ma anche del livello di dettaglio, precisione e rigore delle disposizionimesse in atto dal fascismo, prima e durante la guerra. I provvedimenti furonotutti pubblicati <strong>nel</strong>la “Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia”.n RDL 7 settembre 1938,n. 1381Provvedimenti nei confrontidegli ebrei stranieri(Non venne mai convertitoin legge, ma le suedisposizioni vennero riprese<strong>nel</strong> RDL 1728/1938)n RDL 5 settembre 1938,n. 1390 - L 99/1939Provvedimenti per la difesadella razza <strong>nel</strong>la scuolafascistan RD 5 settembre 1938,n. 1531Trasformazione dell’Ufficiocentrale demografico inDirezione generale per lademografia e la razzan RDL 5 settembre 1938,n. 1539 - L 26/1939Istituzione presso ilministero dell’Interno delConsiglio superiore per lademografia e la razzan RDL 23 settembre 1938,n. 1630 - L 94/1939Istituzione di scuoleelementari per fanciulli dirazza ebraican RDL 17 novembre 1938,n. 1728 - L 274/1939Provvedimenti per la difesadella razza italianan RDL 15 novembre 1938,n. 1779 - L 98/1939Integrazione ecoordinamento in unicotesto delle norme giàemanate per la difesa dellarazza <strong>nel</strong>la scuola italianan RD 12 dicembre 1938,n. 1852Libro primo del Codice civile(Il RD 16 marzo 1942,n. 262, Codice civile, riunìi vari libri del Codice civile,modificando il numeroprogressivo di alcuni articolidel Libro primo (art. I, 91,155, 292, 342, 348, 393, 404)n RDL 22 dicembre 1938,n. 2111 - L 739/1939Disposizioni relative alcollocamento in congedoassoluto ed al trattamentodi quiescenza del personalemilitare delle Forze armatedello stato di razza ebraican RDL 9 febbraio 1939,n. 126 - L 739/1939Norme di attuazioneed integrazione delledisposizioni di cui all’art.10 del Regio decreto-legge17 novembre 1938-XVII,n. 1728, relative ai limitidi proprietà immobiliaree di attività industriale ecommerciale per i cittadini<strong>italiani</strong> di razza ebraican RD 21 novembre 1938,n. 2154Modificazioni allo statutodel Partito nazionale fascistan RD 27 marzo 1939, n. 665Approvazione dello statutodell’Ente di gestione eliquidazione immobiliaren L 29 giugno 1939, n. 1054Disciplina dell’eserciziodelle professioni da partedei cittadini di razza ebraican L 13 luglio 1939, n. 1024Norme integrative del Regiodecreto-legge 17 novembre1938-XVII, n. 1728, sulladifesa della razza italianan L 13 luglio 1939, n. 1055Disposizioni in materiatestamentaria nonché sulladisciplina dei cognomi, neiconfronti degli appartenentialla razza ebraican L 28 settembre 1940,n. 1403Abrogazione del contributostatale a favore degliasili infantili israeliticicontemplati dalla legge 30luglio 1896, n. 343n L 23 settembre 1940,n. 1459Integrazioni alla legge 13luglio 1939-XVII, n. 1055,contenente disposizioniin materia testamentaria,nonché sulla disciplina deicognomi, nei confrontidegli appartenenti allarazza ebraican DM 30 luglio 1940Determinazione deicontributi a carico deiprofessionisti di razzaebraican L 19 aprile 1942, n. 1517Esclusione degli elementiebrei dal campo dellospettacolon L 9 ottobre 1942Limitazioni di capacità degliappartenenti alla razzaebraica residenti in Libia<strong>Le</strong>gendaDCG: Decreto del capo delgoverno, presidente delcomitato dei ministriDM: Decreto ministerialeL: <strong>Le</strong>ggeRDL: Regio decreto-leggeNb. Il Regio decreto-leggeera emanato dal governo,ed entrava in vigore entro15 giorni dall’emanazione.Esso doveva, però, essereconvertito in legge.RD: Regio decreton Dall’Archivio centraledello stato, ministerodell’Interno, Direzionegenerale per la demografiae la razza (1938-43), èemerso anche un progettodi provvedimento legislativosulla espulsione degli ebreidal Regno d’Italia, elaboratotra il 1940 e il 1941,probabilmente rinviato allafine del conflitto.n Numerosi altriprovvedimenti ebbero peroggetto questioni quali larevoca di concessioni o diiscrizioni a particolari albiprecedentemente accordatead ebrei, la nominadei componenti dellecommissioni previste dallevarie <strong>leggi</strong>, l’indicazionedella razza <strong>nel</strong>le domanderivolte a pubblicheautorità e <strong>nel</strong>le richieste dipartecipazione a concorsi,l’estensione a specificiambiti della normativa giàemanata.(elaborazione su materialidi M. Sarfatti) Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


sarfatti<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> del 1938. <strong>Le</strong> nostre conoscenze a settant’anni di distanzaAdolf Hitler. E varò un corpus legislativo (ora riprodottoin www.cdec.it) che, appunto perché similare, maautonomo, in alcuni ambiti fu più grave di quello vigentein quel settembre-novembre 1938 a Berlino (benpresto il dittatore tedesco superò in gravità quei limitatiprimati <strong>italiani</strong>; che però mantengono la loro rilevanzastoriografica).Quale tipo di razzismo prescelse l’Italiafascista?La risposta a questa domanda è complessa per lo scarsospessore dell’ideologia razzista e antisemita nostrale,rispetto a quella d’oltre Brennero. (Per inciso, ciòdimostra che non occorreva un preventivo, prorompentee diffuso odio antiebraico per giungere a deciderela persecuzione). In termini schematici, possiamo osservareche <strong>nel</strong>la pubblicistica prevalsero leggermenteconcezioni razzistiche di ordine spirituale o nazionale,connesse tra l’altro alla nuova esaltazione della “idea”di Roma più che della “razza” latina. Ma dobbiamo tenereconto che, <strong>nel</strong>la legge, la definizione di “appartenentealla razza ebraica”, sulla cui base venne decisochi doveva essere perseguitato e chi no, fu imperniatasulla concezione razzistico-biologica. Per dirla inbreve: il discendente di quattro nonni ebrei fu sempreclassificato “di razza ebraica”, anche <strong>nel</strong> caso in cui luistesso e magari entrambi i suoi genitori fossero statibattezzati. E una discendente di quattro nonni cosid-detti “ariani” poteva anche essersi convertita all’ebraismoe avere prole cresciuta ebraicamente, ma rimanere,per la burocrazia statale, “appartenente alla razzaariana”. Gli <strong>italiani</strong> non erano persone libere di scegliere,bensì semplici contenitori e trasmettitori di materialebiologico utile o disutile alla nazione.Quale relazione legò la legislazioneantiebraica del 1938 alla consegnadegli ebrei a killers specializzatistranieri <strong>nel</strong> 1943-45?Non vi fu alcun automatismo; Mussolini non cacciò <strong>nel</strong>1938 gli ebrei dal lavoro, dall’esercito, dalla vita culturalecol fine di, o comunque prevedendo di, farli deportaread Auschwitz-Birkenau (peraltro, come detto, ancorafuori del raggio di prefigurazione degli europei dell’epoca).Mussolini voleva “solo” disebreizzare e arianizzarel’Italia. Ma gli arresti e le deportazioni attuati cinqueanni dopo dall’occupante nazista e dalla Repubblica socialeitaliana (1943-1945) furono facilitati dal fatto chei morituri erano ormai identificati, schedati, impoveriti,separati. Nonché dal fatto che stato e società li consideravanoperseguitandi. Per questo è legittimo dire che lalegislazione antiebraica si rivelò utile, funzionale, in partenecessaria, allo sterminio successivamente deciso.(Il testo è già apparso sulla rivista mensile “Shalom”,gennaio 2008, p. 15.)documenti dal sito brunomondadoristoria.itn Manifesto per la difesadella razza, 1938http://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2973&periodo=&thesaurusID=n Gran consiglio del fascismo,Dichiarazionesulla razza, 1938http://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2980&periodo=&thesaurusID=n Regio decreto,Provvedimenti per la difesadella razza italiana, 1938http://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2981&periodo=&thesaurusID=n Regio Decreto,Provvedimenti per la difesadella razza <strong>nel</strong>la scuolafascista, 1938http://brunomondadoristoria.it/fonti4421_novecento_8n R. Farinacci,Trasmissione radiofonicaper gli alunni delle scuolemedie, 1940http://brunomondadoristoria.it/fonti4419_novecento_8n Partito nazionale fascista,Un “catechismo” razzistaper i giovani <strong>italiani</strong>, 1941http://brunomondadoristoria.it/fonti4422_novecento_8n D. Bidussa,I caratteri «specifici»dell’antisemitismo italianohttp://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2971&periodo=&thesaurusID=n F. Coen,11 novembre 1938: ungiorno che non si dimenticahttp://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2972&periodo=&thesaurusID=n E. Collotti,La legislazione contro gliebrei in Italiahttp://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2982&periodo=&thesaurusID=n R. De Felice,Gli ebrei e il fascismo dopola marcia su Romahttp://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2970&periodo=&thesaurusID=n M. Sarfatti,Gli ebrei <strong>italiani</strong> prima delfascismohttp://brunomondadoristoria.it/oggetto_titolo.php?oggID=2968&periodo=&thesaurusID= Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


<strong>Le</strong>zioni d’autoreTesto di David BidussaDavid Bidussa è uno storico sociale delle idee, che molto si è occupato della storia e della cultura ebraica.Lavora presso la Fondazione Gian Giacomo Feltri<strong>nel</strong>li di Milano.La Genesi delle <strong>leggi</strong> antiebraicheQuanto tempo è duratal’Italia delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>?Formalmente circa ottoanni. In senso lato, si individual’inizio di questo periodo <strong>nel</strong>laprima manifestazione culturalee politica concreta, la pubblicazionedel Manifesto degli scienziatirazzisti (1938), e la fine <strong>nel</strong> lento reingresso degliebrei <strong>nel</strong>la società civile italiana, con il riconoscimentodei diritti politici <strong>nel</strong>l’immediato dopoguerra. Un periododi tempo, quindi, concentrato, per certi aspettiuna parentesi. Così, infatti, è stata a lungo giudicataquesta fase della storia italiana.<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> <strong>nel</strong>la memoria collettivaSe consideriamo l’immagine consolidata <strong>nel</strong>la memoriacollettiva di che cosa siano state nei fatti le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>(ovvero, restrizione di diritti, censimento e controllo<strong>nel</strong>la vita pubblica e privata, lenta perdita dei diritti individuali,fino alla persecuzione attiva nei confronti dellevite, secondo un’efficace classificazione concettuale propostada Michele Sarfatti), la sensazione è che esse rappresentinoun elemento inaspettato, un fenomeno nonsolo “eccentrico”, ma anche “non italiano” indotto piùdal desiderio di imitare l’alleato tedesco che da una verae profonda convinzione. In breve, la storia delle <strong>leggi</strong><strong>razziali</strong> non sarebbe altro che una vicenda restringibilea un’“amicizia pericolosa” cui il regime fascista non seppeo non potè sottrarsi.Questa interpretazione, che costituisce peraltro unaconvinzione che l’opinione pubblica, già <strong>nel</strong> corso del1938, è incline a ritenere fondata, ha favorito complessivamenteuna lettura sbagliata del regime fascista. Essaperpetua, infatti, un’opinione diffusa circa il mito del“bravo italiano” che non ha permesso di fare i conti nonsolo con la storia concreta di noi <strong>italiani</strong>, ma anche, piùgeneralmente, con gli elementi che consentono al sistemadelle <strong>leggi</strong> sia di essere efficace, sia di generare comportamentosenza che si producano significative obiezioni,opposizioni e contrasti.La preistoriaLa legislazione razziale in Italia ha una “preistoria”, ovveronon è un’operazione unicamente “di palazzo”, favoritada un gruppo di scienziati e di intellettuali che ne costruisconoil linguaggio, la definiscono concettualmentee la strutturano sul piano legislativo. Essa ha una lungastoria alle spalle cui concorrono vari elementi che è importantetenere presenti, anche se nessuno di essi è preponderante,né la loro successione temporale definisceun processo che automaticamente conduce alla formulazionedi quel sistema legislativo.Da questo punto di vista, la fisionomia che dobbiamotenere presente è il concetto di “archivio” così come lopropone Michel Foucault (1926-1984), e che opportunamenteè stato ripresentato da <strong>Le</strong>vis Sullam per spiegareil fenomeno dell’antigiudaismo contemporaneo comepremessa e anche come lascito delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> <strong>nel</strong> sistemaculturale italiano. Un “archivio” è un cumulo diimmagini, parole, testi, aforismi, metafore, racconti chelentamente vanno a costituire il materiale culturale cherende “comprensibile”e “convincente” un linguaggio politico,tanto da trasformarlo in senso comune. Ancora, èun cumulo di atti linguistici e di convinzioni che in alcunecircostanze emergono e si affermano, in altre stanno “insonno” per poi tornare a riemergere, modificate, sollecitateda nuove immagini e parole, ma capaci di richiamare“memorie” precedenti.Per valutare, dunque, la formazione e la genesi delle <strong>leggi</strong><strong>razziali</strong> dobbiamo tenere presente che esse mostranoalcuni fattori che rimandano a una lunga storia italianaprecedente. Allo stesso tempo, proprio per il modo incui quelle <strong>leggi</strong> si sono costruite, per i connotati culturali,ideologici, simbolici che contengono, in esse è possibileindividuare diversi filoni generativi. Tali filoni generativicostituiscono, a vario titolo, un’origine. Nessuno di essi èprioritario, ma a diverso titolo tutti concorrono alla formazionedi un sistema culturale quale quello definito e testimoniatodalla legislazione razziale.Il romanzo popolare ottocentescoIl primo elemento è individuabile <strong>nel</strong> romanzo popolareottocentesco, non solo per la struttura del testo, ma ancheper i luoghi editoriali che lo diffondono. Il romanzopopolare ha ampia diffusione soprattutto attraverso10 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


idussala stampa cattolica, popolare e colta. Per esempio, unodei canali è costituito dalle pagine della “Civiltà cattolica”tra gli anni settanta e ottanta dell’Ottocento. Questofenomeno va inquadrato in una fase storica precisa:quella dell’Italia dopo Porta Pia (20 settembre 1870), unsistema politico all’interno del quale il mondo cattolicovive “in cattività” (ricordiamo il non expedit della Santasede <strong>nel</strong> 1874) e, al tempo stesso, il mondo ebraico viveperfettamente integrato.È un tipo di letteratura in cui si strutturano topoi letterari,sistemi narrativi che trapassano <strong>nel</strong>la letteratura dimassa del fascismo tra gli anni venti e la prima metà deglianni trenta, come ha dimostrato ampiamente e dettagliatamenteRiccardo Bonavita. Ma è anche un tipo di letteraturache, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento,avrà fortuna e diffusione anche in alcune aree delsocialismo italiano. Durante gli anni dell’affaire Dreyfus(1894-1906) la lettura da parte di alcuni esponenti del movimentooperaio e socialista riprodurrà molti stereotipidell’antigiudaismo tradizionale, secondo un profilo che lostorico Zeev Sternhell ha denominato “antisemitismo popolare”diffuso in Francia, ma presente anche in Italia.L’antigiudaismo cattolicoIl secondo elemento da tener presente, discendente daquesto primo cumulo di documenti e di testi, è la tradizionedi antigiudaismo cattolico costruitasi tra la fine delSeicento e la prima metà dell’Ottocento. L’ultimo episodioin cui emerge questo antigiudaismo è rappresentatodal caso Mortara (1857), ovvero la sottrazione diun bambino ebreo alla famiglia, la sua conversione periniziativa di una domestica e la sua accoglienza da partedella chiesa locale che decide di non restituirlo alla famiglia.L’antigiudaismo si manifesta con un linguaggioe un insieme di atteggiamenti e di convinzioni cui hannoprestato attenzione sia storici dell’età moderna, siastudiosi di storia della chiesa e dei culti popolari in etàmoderna e contemporanea. Tra le varie ricerche vannosegnalate, in particolare, quelle proposte da MarinaCaffiero e da Giovanni Miccoli.Popolazione e ideologia demograficaIl terzo elemento è dato dall’idea di popolazione e dall’ideologiademografica che inizia a svilupparsi in Italia<strong>nel</strong> primo decennio del Novecento, soprattutto all’internodel movimento nazionalista, e che poi lentamentecostituirà un segmento rilevante dell’ideologia politicadel regime fascista. Tale idea nasce dalla convinzioneche l’Italia debba farsi spazio tra le nazioni, e darà luogoalla cultura della famiglia prolifica e all’ideologia dell’incrementodemografico come contributo allo sviluppo delpaese. Questo discorso si fonda, peraltro, sull’idea che lenazioni giovani siano nazioni numerose, e che l’abbassamentodel tasso di natalità costituisca un indicatore deldeclino di un paese. Emergono qui i temi del populazionismo,della democrazia fascista, del rapporto tra scienzae popolazione, che hanno un peso notevole <strong>nel</strong>la formazionedell’ideologia italiana in quegli anni, e che sono statiricostruiti con attenzione da Roberto Maiocchi.la Genesi delle <strong>leggi</strong> antiebraicheLa doppia identità degli ebreiL’ideologia demografica si intreccia con il quarto elemento.Infatti, questa convinzione, che avrà il suo ruolo<strong>nel</strong>la costruzione dell’“<strong>italiani</strong>tà fascista” (fattore chein gran parte è estraneo al mondo ebraico in Italia, caratterizzato,invece, da un declino della fecondità già apartire dal XIX secolo), si definisce adottando un paradigmasempre più nazionalista tra gli anni venti e trenta.L’immagine che inizia ad essere dominante è quelladi un paese che ospita culture anche non originariamenteitaliane, ma il cui destino è o quello di integrarsi, e diidentificarsi con il paradigma culturale dominante, oppuredi estraniarsi indicando così la propria incapacitàed impossibilità ad assimilarsi.È un processo che avviene in tempi lenti, ma che ha un primomomento topico e fondativo <strong>nel</strong> periodo della guerraitalo-turca del 1911-12. In quell’occasione avviene il primopasso di rottura e di crisi tra l’opinione pubblica e ilmondo ebraico italiano. Una crisi che nasce dalla propagandanazionalista che ritiene il mondo ebraico italiano –fino a quel momento ritenuto uno dei settori d’opinionepiù fedeli alla monarchia – un possibile “nemico interno”perché interessato a mantenere rapporti cordiali con il regimeturco, occupante il territorio della Palestina.Il tema agitato in quei mesi, che poi ritornerà sistematicamentenegli anni 1934-38, ovvero <strong>nel</strong> periodo di lentaincubazione delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, è quello della “doppiaidentità” degli ebrei. Essi sono <strong>italiani</strong>, che dichiaranola loro fedeltà al Regno e alla nazione italiana, ma nonsi sa davvero quanto leali. La loro sensibilità potrebbeportarli ad avere un’attenzione particolare anche peraltri stati, laddove si gioca una parte della loro identitàstorica. Tale idea si accompagna a quella dell’ebreoincapace di esprimere un’identità nazionale perché legatoe fedele a un gruppo che per sua fisionomia nonè uno “stato-nazione”. Una caratteristica che, in breve,nei momenti in cui si tratta di esprimere fedeltà a unanazione li porterebbe a “tradirla” in nome di una solidarietàtransnazionale con i “propri fratelli” presenti anche<strong>nel</strong>le file nemiche.La ripresa della sensibilità antiebraicaLa Prima guerra mondiale e, soprattutto, la partecipazionenumericamente alta della popolazione ebraica italianaallo sforzo bellico smentiscono questa convinzionedi “doppia appartenenza” e dunque eliminano temporaneamenteil sospetto. Del resto, proprio rievocando questodubbio <strong>nel</strong> fondo mai sopito, negli anni trenta, il temariemergerà sulla base di due nuovi elementi: la ripresadella sensibilità “antiebraica” e gli echi della guerra civilespagnola (1936-39) e della guerra di Etiopia (1935-36).Alla ripresa della sensibilità antiebraica in questa fase concorronovari fattori. Tra questi, l’arrivo di profughi ebreiin Italia provenienti dalla Germania che, <strong>nel</strong>la loro condizionedi vittime del nazismo, creano disagio, e la campagnache si viene montando <strong>nel</strong>la primavera del 1934 in seguitoall’arresto del gruppo torinese di Giustizia e libertà,in gran parte composto di ebrei. In questa occasione tornaa circolare il tema della “doppia appartenenza”.11 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


idussaGli effetti delle guerre in Spagna ed EtiopiaPer quanto riguarda, invece, gli effetti incrociati dei duescontri bellici citati possiamo dire che, <strong>nel</strong> caso della guerracivile spagnola, riemerge il tema della cristianità comebarriera di civiltà contro il nemico. Si riaccende il vocabolariodella reconquista del XIV e XV secolo, e si forniscealla dimensione bellica un concetto di missione, legata inquesto caso all’idea di cristianità.Nel caso della guerra di Etiopia, il tema è quello dellacostruzione di un impero che per la prima volta si misuracon la necessità di includere tra i propri sudditi personedi colore. A guerra finita, la decisione di adottarevarie procedure che preservino dal meticciato anticipa eimposta quelli che poi diventeranno il linguaggio e il lessicodell’Italia delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>. In quella legislazionee in quella classificazione risiede l’origine del sistema legislativoche a partire dal settembre 1938 riguarderà anchegli ebrei. Quell’insieme di provvedimenti, che limitanoil contatto tra <strong>italiani</strong> e colonizzati, che strutturanosettori intermedi, che non riconoscono diritti alla popolazioneindigena, che limitano e regolamentano il regimematrimoniale, che regolano gli spostamenti anticipauna produzione legislativa e una retorica della propagandache avrà <strong>nel</strong>le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> dell’autunno 1938 semplicementeuna conseguenza. In quei due anni, tra l’estate1936 e l’estate 1938, inizia a prendere corpo un’Italia razzista,spesso “lontana dalla penisola”, che precorre temi,parole, concetti e classificazioni che inizieranno a riguardareanche gli ebrei e circoleranno anche <strong>nel</strong>la metropolie non più solo <strong>nel</strong>le colonie d’oltremare.Il diritto razzista dell’impero italianoIl razzismo ha, dunque, il suo primo banco di prova <strong>nel</strong>le<strong>leggi</strong> promosse tra il 1936 e il 1937 riguardanti le popolazioniindigene africane appartenenti all’impero italiano(ma, come si dice, “non facenti parte della nazioneitaliana”). <strong>Le</strong> sue matrici culturali e i suoi criteri fondativirisiedono <strong>nel</strong>la demologia e <strong>nel</strong>lo studio delle tradizionipopolari che trapassano negli studi di antropometricae <strong>nel</strong>la costruzione del mito della “Roma augustea” (<strong>nel</strong>1937 è celebrato il bimillenario della nascita di Augustola Genesi delle <strong>leggi</strong> antiebraicheimperatore) che ha l’effetto di riscrivere e aggiornare ilconcetto di nazione italiana.<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> sono il frutto di una cultura e di una politicache in prima battuta non assume il sangue come criteriodiscriminante della classificazione, ma che fa dellanazionalità il perno della questione della piramide gerarchicadei sudditi, suddividendoli tra cittadini <strong>italiani</strong> condiritti, e cittadini senza diritti, ergo servi. Una cultura cheha la sua disciplina avanzata <strong>nel</strong>la costruzione di un dirittorazzista, prima ancora che <strong>nel</strong>la definizione di una sociologiae di un’antropologia razzista.È proprio su questo piano che razzismo e antisemitismosi incontrano <strong>nel</strong>la storia politica italiana e <strong>nel</strong>la vita pubblicain Italia. <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> sono il prodotto alchemicodi questa reciproca compenetrazione e sovrapposizionedi criteri e sono prevalentemente il risultato della costruzionedi un diritto, ovvero di un apparato legislativo, razzista,e non solo, e comunque non prevalentemente, diuna scienza delle razze, che pure anche in Italia c’è, mache è meno strutturata rispetto a quella tedesca.razzismo imperiale ed antisemitismoQuesto approccio, spesso trascurato, che compara e valutail razzismo nei confronti dei colonizzati con quelloantiebraico, non deve, peraltro, portare ad accantonareuna differenza: mentre <strong>nel</strong> caso dei neri d’Africa si trattavadi non aprire procedure di cittadinanza, <strong>nel</strong> caso degliebrei si trattava di revocarle. È una differenza rilevante alfine di individuare i metodi che lentamente portano allaseparazione e poi all’espulsione di una minoranza, comequella degli ebrei. Dal punto di vista dell’idea di mondo edi società che esse consentono di preannunciare, invece,non ci sono differenze.Il fatto che ancora oggi si dedichi attenzione alla legislazionerazziale antiebraica e non si ricordi l’elemento dicontinuità e di corrispondenza che questa aveva con il sistemalegislativo che coinvolgeva i nuovi sudditi dell’imperocoloniale italiano, ha l’effetto di ridurre la questionedelle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> antiebraiche a una disputa al più teologicae di accantonare la cultura razzista in cui si generava,questione con cui ancora dobbiamo confrontarci.bibliografiaTesti principalin Centro studi Furio Jesi (Bologna), Lamenzogna della razza, Grafis, Bologna 1994;n R. De Felice, Storia degli ebrei <strong>italiani</strong>sotto il fascismo, Einaudi,Torino 1961;n M.-A. Matard Bonucci, L’Italia fascistae la persecuzione degli ebrei, il Mulino,Bologna 2008;n M. Sarfatti, Gli ebrei <strong>nel</strong>l’Italia fascista,Einaudi, Torino 2000.Testi di approfondimenton C. Brice, G. Miccoli, <strong>Le</strong>s racines chrétiennesde l’antisémitisme politique, fin 19.-20.siècle, Ecole française de Rome, Rome 2003;n M. Caffiero, Battesimi forzati, Viella,Roma 2004;n R. Bonavita, L’image des juifs dans lalittérature italienne du romantisme aufascisme, in M.-A. Matard Bonucci (s. la dir.de), Antisémythes. L’image des juifs entreculture et politique (1848-1939), NouveauMonde Editions, Paris 2005, pp. 363-371;n A. Del Boca, Italiani brava gente?,Neri Pozza, Vicenza 2006;n M. Foucault, L’archeologia del sapere,Rizzoli, Milano 1971;n S. <strong>Le</strong>vis Sullam, L’archivio antiebraico.Antisemitismo e questione ebraica oltreil Novecento, Laterza, Roma-Bari 2008;n M. Livi Bacci, Ebrei, aristocratici ecittadini: precursori del declino dellafecondità, in “Quaderni storici”, 1983, XVIII,n. 54, pp. 913-939;n R. Maiocchi, Scienza italiana e razzismofascista, La Nuova Italia, Scandicci 1999;n G. Miccoli, Santa Sede, questioneebraica e antisemitismo fra Otto eNovecento, in Gli ebrei in Italia, Einaudi,Torino 1997, t. II, pp. 1371-1574;n M. Sarfatti, <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> antiebraiche spiegateagli <strong>italiani</strong> di oggi, Einaudi, Torino 2002;n Z. Sternhell, La Shoah in Italia: lapersecuzione degli ebrei sotto il fascismo,Einaudi, Torino 2005;n Antisemitismo popolare, in N.L.Kleeblatt (a c. di), L’affare Dreyfus. La storia,l’opinione, l’immagine, Bollati Boringhieri,Torino 1990, pp. 95-107.12 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


osti guerrazziva i matrimoni tra “ariani” ed ebrei e africani, cacciavagli ebrei da tutti i rami dell’amministrazione statale edel partito fascista, impediva agli ebrei il possedimentodi aziende, fabbricati e terreni oltre un certo valore e diesercitare le professioni “liberali”. Infine gli ebrei eranocacciati anche dalle Forze armate.Il Gran consiglio del fascismo, tuttavia, aveva soltantoil potere di emanare delle direttive di massima, che nonavevano valore legale. Fu, quindi, necessario un decretolegge, emanato il 17 novembre 1938 (n.1728), per dare efficaciaalla normativa antiebraica. Erano escluse da questiprovvedimenti alcune categorie speciali di ebrei “discriminati”,come, ad esempio, i decorati al valor militareo gli ebrei che avevano partecipato alla marcia su Roma(28 ottobre 1922).<strong>Le</strong> conseguenze delle <strong>leggi</strong> antisemite furono disastroseper la comunità ebraica italiana. Migliaia di personepersero il posto di lavoro, altre la possibilità di lavorare,mentre per i giovani la cacciata dalle scuole rappresentòuno shock terribile. Non solo le <strong>leggi</strong> erano tremendamentedure, ma venivano applicate in maniera rigorosadall’amministrazione statale.Ma la conseguenza che fu ancora più tragica, <strong>nel</strong> lungoperiodo, fu la nascita di un forte antisemitismo tra gli <strong>italiani</strong>,antisemitismo che, al di là di pregiudizi radicati infrange estreme del cattolicesimo, non aveva mai rappresentatoun problema reale. Gli <strong>italiani</strong> furono martellatida una propaganda capillare e assordante che li convinseche gli ebrei erano comunque diversi e potenzialmentenemici della nazione. Anche se furono scarsi gli episodi diviolenza spontanea, una certa diffidenza nei confronti degliebrei divenne comune tra gli <strong>italiani</strong>. Lo scoppio dellaguerra, e le disfatte delle armate italiane su tutti i fronti,non fecero altro che rendere ancora peggiore la situazione.Gli ebrei, infatti, furono additati non soltanto comeresponsabili dello scoppio della guerra, ma anche comealleati “naturali” delle democrazie occidentali e poi del“mostro” bolscevico. Un nemico interno, allora, da cuiguardarsi e da sorvegliare attentamente. <strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>,quindi, non soltanto furono estremamente rigide (secondolo storico Michele Sarfatti anche più rigide di quelletedesche), ma furono applicate con rigore e accompagnateda una vera e propria campagna di odio che impegnòtutti gli organi di informazione del regime. Il volto di unfascismo bonario viene, quindi, messo in crisi dagli studipiù recenti, mentre il reale impatto della propaganda fascistasulla popolazione italiana deve essere ancora studiatoe approfondito dalla storiografia.8 settembre 1943: l’Italia e la ShoahL’8 settembre 1943 rappresentò uno spartiacque ancheper gli ebrei ancora presenti sul territorio italiano. Conla creazione della Repubblica sociale italiana e l’occupazionetedesca, infatti, si passò dal periodo della “persecuzionedei diritti” alla fase della “persecuzione dellevite”, come ha scritto Sarfatti. Il neofascismo repubblicanoaveva, infatti, una necessità impellente di “spiegare”non solo all’opinione pubblica ma soprattutto a se stesso,il colossale fallimento del fascismo regime, la disfattaGli ebrei <strong>italiani</strong> tra i giusti e gli ingiustidella guerra e il tracollo del partito all’indomani dell’arrestodi Mussolini. Un intero ventennio di retorica aggressiva,nazionalista e “guerriera” era stato spazzato via dallaprova dei fatti. Il fascismo non aveva saputo trasformarel’Italia in una grande potenza e le camicie nere nonavevano saputo difendere il loro “duce”. Nel tentativo dispiegare questo evidente e colossale disastro, i fascisti utilizzaronoil mito del tradimento interno. I traditori indicatifurono moltissimi: i massoni, la borghesia, la monarchia,i militari, l’intero popolo italiano e, naturalmente, gliebrei. Tuttavia, solo per gli ebrei furono emanati provvedimentispeciali. Al primo (ed unico) congresso del Partitofascista repubblicano, tenutosi a Verona <strong>nel</strong> novembredel 1943, fu stilata una Carta, che viene considerata unasorta di Costituzione della Repubblica di Mussolini, <strong>nel</strong>laquale, all’articolo 7, si diceva: «Gli appartenenti alla razzaebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengonoa nazionalità nemica». Il testo non poteva esserepiù chiaro e venne tradotto in pratica dall’ordine di poliziaN.5, emanato il 30 novembre 1943 dal ministro dell’InternoGuido Buffarini Guidi. Tale ordine prevedevala costruzione di campi di concentramento in ogni provincia,allo scopo di rinchiudervi gli ebrei di qualunqueetà. Dopo la guerra, il figlio del ministro, Glauco BuffariniGuidi, ha tentato di difendere la memoria del padreasserendo che tale ordine intendeva anticipare le mossedei tedeschi, che avevano già cominciato a rastrellaree uccidere gli ebrei <strong>italiani</strong>. Un eccidio era già avvenutosul lago di Meina, dove un reparto tedesco, <strong>nel</strong> settembreprecedente, aveva massacrato un gruppo di ebrei, mentrea Roma, il 16 ottobre 1943, circa mille ebrei erano statiarrestati e deportati ad Auschwitz. L’ordine di Buffarini,a prescindere dalle sue intenzioni, si rivelò estremamenteutile per i tedeschi, che poterono deportare senza grossiproblemi gli ebrei già arrestati dalle forze di polizia italiane.In totale, dall’Italia furono deportati 6.806 ebrei, secondole stime più recenti. Di questi ne ritornò meno diun decimo.<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> ebbero un’importanza fondamentale <strong>nel</strong>permettere questa tragedia. Dal 1938 in poi gli <strong>italiani</strong> furonoabituati a pensare agli ebrei come a dei nemici; lapropaganda instillò la diffidenza, l’ostilità ed infine l’odionei confronti di un gruppo di cittadini che non avevanoaltra colpa che quella di non andare a messa la domenica.Fino allo scoppio della guerra le conseguenze furono pesantissime,professioni furono spezzate, le vite di migliaiadi famiglie furono sconvolte, ma nessuno fu ucciso (anchese ci furono casi di <strong>sui</strong>cidi). Dal coinvolgimento dell’Italia<strong>nel</strong> conflitto la situazione divenne sempre più difficile finoa diventare drammatica per gli ebrei dopo l’armistizio.il caso di RomaLa memoria pubblica dei romani è stata fortemente influenzatadai tantissimi episodi di generosità che si verificaronodurante l’occupazione tedesca. Renzo De Felice,<strong>nel</strong>la sua Storia degli ebrei <strong>italiani</strong> sotto il fascismo, hapubblicato un lungo elenco di conventi, istituti religiosi eistituzioni vaticane che, tra il settembre 1943 e il giugno1944, nascosero migliaia di ebrei, antifascisti e renitenti14 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


osti guerrazzialla leva salvando loro la vita. Gli esempi sono moltissimi,come il Collegio internazionale dei Cappuccini, dovefurono stampati migliaia di documenti falsi per permettereai rifugiati di sfuggire agli arresti, oppure il palazzoCostaguti, in piazza Mattei, un palazzo gentilizio checonfinava con il Ghetto, dove decine di ebrei trovaronorifugio sfuggendo alle retate tedesche. Tali e tanti furonogli episodi che negli anni cinquanta il rabbino capodella Comunità romana volle ringraziare la città perl’opera svolta in quei mesi critici. Questi episodi, giustamentericordati anche con i tanti nomi dei “Giusti” chesi trovano <strong>nel</strong> memoriale dello Yad Vashem, hanno permessodi dimenticare quei cittadini romani che si miserospontaneamente agli ordini dei tedeschi per ricercare earrestare gli ebrei nascosti. Se, infatti, furono circa millegli ebrei rastrellati il 16 ottobre 1943 <strong>nel</strong>la grande razziaorganizzata dalle forze tedesche, altrettanti furono arrestatie deportati nei mesi seguenti. Secondo una testimonianzaresa da Herbert Kappler, il comandante dellaGestapo di Roma, furono gli <strong>italiani</strong> a svolgere questo“lavoro sporco”, dato che i tedeschi avevano ben altriproblemi a cui pensare. Per risolvere il “problema ebraico”furono messe delle taglie sulla testa degli ebrei. Secondola testimonianza di un fascista che lavorava allaquestura <strong>nel</strong> 1944, la prima taglia fu messa dal vicecapodella polizia della Repubblica sociale italiana, che promiseuna percentuale dei beni sequestrati agli ebrei arrestati.Molte altre testimonianze, rese ai processi svolti<strong>nel</strong> dopoguerra, parlano invece di una ricompensa promessadai tedeschi, che si aggirava sulle 5.000 lire perogni maschio adulto, 3.000 lire per ogni donna adulta, e1.500 per ogni bambino o bambina arrestato. <strong>Le</strong> sommeerano piuttosto forti per l’epoca, e spinsero molti romani,già pesantemente influenzati dalla propaganda fascista,a mettersi sulle tracce degli ebrei. Bisogna poi tenereconto che gli ebrei erano costretti a fidarsi, spesso, dipersone che non conoscevano bene, e potevano finire inmano a dei veri e propri delinquenti.La polizia fascista diede un forte contributo alla catturadegli ebrei. Il questore Pietro Caruso, fucilato dopo unprocesso <strong>nel</strong> 1944, fu il responsabile dell’arresto e delladeportazione di decine di ebrei, ed era coadiuvato da uncerto numero di “bande” che si organizzarono per razziarei beni degli ebrei e per denunciarli alla polizia italianae tedesca. Il caso più famoso fu quello della bandacapitanata da Cialli Mezzaroma, un fascista che organizzòun gruppetto di una decina di persone, dedito allaGli ebrei <strong>italiani</strong> tra i giusti e gli ingiustiricerca degli ebrei. Il suo caso è particolarmente notoperché il gruppo veniva aiutato da una giovane ebrea,Celeste Di Porto, la quale indicava ai fascisti i suoi correligionari.Il gruppo si incontrava in una trattoria neipressi del Ghetto, e quindi si metteva alla ricerca degliebrei, che venivano indicati da Celeste. Furono decinegli ebrei arrestati dalla banda, molti dei quali finironopoi nei campi di sterminio.Neanche gli edifici religiosi erano del tutto sicuri. PietroKoch, il più famoso tra gli <strong>italiani</strong> che collaborarono con itedeschi, capo di una famigerata “banda”, <strong>nel</strong>la notte trail 3 e il 4 febbraio 1944 organizzò un’irruzione <strong>nel</strong>la basilicadi S. Paolo fuori le mura, dove scoprì decine di rifugiati.Tra questi un gruppo di ebrei che fu tradotto <strong>nel</strong>le carcerie poi deportato in Germania.La Shoah degli ebrei <strong>italiani</strong>Il lavoro dei traditori fu facilitato dal fatto che per gliebrei era difficilissimo nascondersi. Chi non era riuscitoa mettersi in salvo prima dell’8 settembre, o non avevatrovato un rifugio più o meno sicuro in un convento, sitrovava a dover vagare per case di amici o di conoscentiterrorizzati dall’idea di venir scoperti dalla polizia. Inoltre,la mancanza di documenti, di carte annonarie e dellapossibilità di guadagnare un qualsiasi stipendio, rendevala vita degli ebrei praticamente impossibile. Alcunifurono costretti, quindi, a dover ritornare <strong>nel</strong>le propriecase, oppure negli scantinati dei propri negozi, rendendocosì il lavoro ancora più facile agli aguzzini che poteronoarrestarli facilmente.Non ci sono cifre precise riguardo al numero di ebreitraditi o arrestati dagli <strong>italiani</strong> durante i mesi dell’occupazionetedesca di Roma. Furono sicuramente centinaia,anche se molti non poterono poi raccontare la propriastoria o denunciare gli aguzzini.L’arrivo degli americani, il 4 giugno 1944, fu veramentela fine di un incubo per Roma e per i suoi abitanti. Subitodopo la Liberazione furono sporte denuncie controi collaborazionisti, alcuni dei quali furono processati.Tuttavia furono relativamente pochi coloro che si potevanoidentificare e giudicare. Inoltre, i pochi che finirono<strong>nel</strong>le mani della giustizia, riuscirono a scontare pochianni di carcere, grazie alle varie amnistie e indulti emanatia partire dal 1946. Caruso e Koch furono però riconosciuticolpevoli dalle Corti di assise straordinarie e fucilati.Tutti gli altri uscirono dal carcere all’inizio deglianni cinquanta.Bibliografia essenzialen A. Riccardi, L’inverno più lungo. 1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma,Laterza, Roma 2008;n A. Osti Guerrazzi, Caino a Roma. I compliciromani della Shoah, Cooper, Roma 2006;n R. Katz, Roma città aperta, Il Saggiatore,Milano 2003;n S.H. Antonucci, C. Procaccia, G. Rigano,G. Spizzichino, Roma, 16 ottobre 1943.Anatomia di una deportazione, Archiviostorico della Comunità ebraica di Roma, Milano2006;n M. Sarfatti, Gli ebrei <strong>nel</strong>l’Italia fascista,Einaudi, Torino 2000;n E. Forcella, La resistenza in convento,Torino 1999;n R. De Felice, Storia degli ebrei <strong>italiani</strong>sotto il fascismo, Einaudi, Torino 1996;n F. Coen, 16 ottobre 1943, Giuntina,Firenze 1993;n L. Picciotto Fargion, L’occupazionetedesca e gli ebrei di Roma, Roma 1979;n P. Mo<strong>nel</strong>li, Roma 1943, Longanesi,Milano1963.15 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


agendaAltri appuntamenti utili su pbmstoria.itConvegno internazionale Convegno sulla didattica delle scienze socialiClio ’92 (Associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia) in collaborazione con l’Università degli Studi di Bolognae l’Asociación Universitaria de Profesores de Didáctica de las Ciencias Sociales, organizza un convegno <strong>nel</strong> corso del qualeci si interrogherà su questi due temi: in che modo nei diversi paesi europei si pensa e si costruisce l’educazione alla cittadinanzaeuropea e come essa può essere implicata <strong>nel</strong>la formazione degli insegnanti di scienze sociali. http://www.clio92.it/?area=1&menu=2DOVE Bologna quando 1-04/03/2009Conferenza Venezia: i giorni della storiaInizia un ciclo di conferenze organizzato dal Centro tedesco di studi veneziani, che proseguirà <strong>nel</strong> 2009, e che approfondirà lostudio di Venezia e del suo territorio, la sua influenza e le sue relazioni internazionali. In particolar modo verranno analizzatel’origine del potere ducale e le sue caratteristiche.http://www.dszv.itDOVE Palazzo Barbarigo della Terrazza - S. Polo, Venezia quando 15/12/2008 h. 18.00Convegno internazionale Convegno sul tema dell’InquisizioneLa giornata di studi approfondirà analiticamente in tutti i suoi risvolti storici, ecclesiastici, sociologici e culturali la nascita, lastruttura, gli scopi e le pratiche dell’Inquisizione in epoca medievale e moderna. http://www.unimi.itDOVE Università degli Studi di Milano, Sala di Rappresentanza, via Festa del Perdono 7 - Milano quando 28/11/2008Convegno internazionale Gli ebrei in Sardegna <strong>nel</strong> contesto Mediterraneo. La riflessione storiograficada Giovanni Spano ad oggiIn occasione del settantesimo anniversario delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, <strong>nel</strong> corso delle giornate di studio organizzate da diversi enti tracui l’Università degli Studi di Cagliari, l’Associazione italiana per lo studio del giudaismo - Italia Judaica e l’Università degliStudi di Pisa, si discuteranno diversi temi riguardanti gli ebrei <strong>nel</strong>la storia della Sardegna, dalle antiche fonti romane fino allapromulgazione delle <strong>leggi</strong> fasciste. http://www.stmoderna.itDOVE Palazzo Regio, piazza Palazzo - Cagliari quando Quando 17-20/11/2008Seminario La censuraAll’interno del ciclo La censura, organizzato da Marina Caffiero e Vittorio Frajese dell’Università di Roma “La Sapienza”,segnaliamo tre incontri di studio riguardanti: la censura dei testi demonologici, quella dei testi filosofici (secoli XVI-XVII) e, daultimo, la censura democratica. http://w3.uniroma1.itDOVE Dipartimento di Studi sulle Società e le Culture del Medioevo, Aula C, piazzale Aldo Moro 5 - Roma quando 17/11/2008 - 15/12/2008 h. 14.30Incontro Atlante LUISS 2009: Europa e MediterraneoL’incontro vuole approfondire lo sviluppo dell’Atlante Luiss, strumento per riflettere su temi e nodi di rilevanza nazionale e internazionale.La peculiarità dell’iniziativa consiste <strong>nel</strong>la produzione e divulgazione annuale di un atlante geo-politico. http://www.luiss.itDOVE Luiss Guido Carli, Sala delle Colonne, viale Pola 12 - Roma quando 13/11/2008 h. 17.30Seminario Esiste l’intelligenza emotiva?Il CIDI (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti) di Palermo organizza un ciclo di quattro incontri <strong>nel</strong> corso dei qualisi tratterà il tema di come esprimere, comprendere, gestire le emozioni a scuola. Il tutto sarà finalizzato a migliorare le pratichescolastiche, educative e didattiche quotidiane. http://www.cidi.itDOVE Scuola Media “Piazzi”, via M. Rutelli 50 - Palermo quando 06-07/11/2008 h. 15.30 08/11/2008 h. 9.00Concorso scolastico I giovani ricordano la ShoahIl ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazionecon l’Unione delle comunità ebraiche italiane organizza un concorso rivolto a tutti gli studenti del primo e secondociclo di istruzione, al fine di promuovere studi e approfondimenti, da parte dei giovani, sul tragico evento dello sterminioantisemita che ha segnato la storia mondiale del Novecento. <strong>Le</strong> scuole dovranno inviare i lavori prodotti agli uffici scolasticiregionali di competenza entro il 10 dicembre 2008.http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2008/prot807_08.shtmlDOVE Istituti scolastici di tutta Italia quando Fino al 10/12/2008Giornata di studi Giornata di formazione sulle <strong>leggi</strong> antiebraiche in Italia (1938-45)Il Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia), in collaborazione con la Fondazione Anne Frank, propone unagiornata di studi <strong>nel</strong> corso della quale si tratteranno sia problemi storiografici legati ai testimoni delle persecuzioni <strong>razziali</strong>, siatemi didattici laboratoriali per docenti di scuola media e del biennio delle superiori. http://www.landis-online.itDOVE Sala Polivalente, Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna - Bologna quando 06/11/2008 h. 9.0016 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


cinema<strong>Le</strong> <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> e il cinemaA cura di Michele GottardiSe i film sulla Shoah sono ormai molti, e condividono un’ampiafilmografia con il ventennio delle dittature e la Secondaguerra mondiale, meno tangibile ed evidente è il settore che sirivolge esclusivamente all’impatto che le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> ebberoin Germania e <strong>nel</strong> nostro paese. Due film abbastanza recentimostrano due storie diverse, ma altrettanto “vere”: Rosenstrassedi Margarethe von Trotta (2003) e Concorrenza slealedell’italiano Ettore Scola (2001).Il primo, dovuto a una regista tedesca,Rosenstrasseforse la sola voce che si è alzata in Germaniasul tema, prende il titolo da unaTrottaRegia: Margarethe voncelebre strada di Berlino dove, <strong>nel</strong> 1943, Prod.: Germania, 2003furono rinchiusi centinaia di ebrei coinvoltiin matrimoni misti con “ariani”. Di Doris Schade, KatjaInterpreti principali:fronte all’edificio, trasformato in prigione,i loro coniugi hanno dimostrato fin-Durata: 135 min.Riemannché incredibilmente sono riusciti a ottenerela scarcerazione dei sopravvissuti. La visione della vonTrotta mostra i diversi lati della Germania,la Germania oltranzista che appro-Concorrenza slealeRegia: Ettore Scola va, quella omertosa, che non vuol vedere,ma anche quella della gente comuneProd.: Italia, 2001Interpreti principali: che vede deportare persone con cui haDiego Abatantuono, condiviso la vita fino a pochi giorni prima,senza spesso sapere quale sia il loroSergio Castellitto, GerardDépardieureale destino. Rosenstrasse ha al suo attivoun’accurata ricostruzione ambien-Durata: 110 min.tale, un gruppo di attori motivati, l’altaintensità emotiva in cui i sentimenti privati si caricano di significatidi memoria storica, a partire dalflashback che parte dal presente, sessant’annidopo i fatti, a New York.particolareUna giornataConcorrenza sleale di Ettore Scola (cui Regia: Ettore Scolasi deve anche lo splendido e più noto Prod.: Italia, 1977Una giornata particolare) del 1977, Interpreti principali:sottolinea l’indifferenza con cui venneroaccolte le <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> in Italia <strong>nel</strong>MastroianniSophia Loren, Marcello1938 e la particolare vicenda dei protagonisti,Umberto Melchiorri (Die-Durata: 110 min.go Abatantuono) e <strong>Le</strong>one Della Rocca (Sergio Castellitto),due commercianti di stoffe che lavorano sulla stessa via. Ilprimo, cattolico, milanese trasferito aIl giardino dei Finzi Roma, prepara abiti su misura, mentreil secondo, ebreo, vende capi confe-ContiniRegia: Vittorio De Sica zionati. Una vicinanza fatta di ripiccheProd.: Italia, 1970 e di amicizie tra figli coetanei, e magarianche innamorati, finché la vicendaInterpreti principali:Fabio Testi, Helmut Berger, non precipita in tragedia, con la confiscadella radio (primo segnale di di-Dominique SandaDurata: 95 min. scriminazione) e, subito dopo, la rotturadella vetrina del sarto ebreo. Gruppifamiliari simili, stesse attitudini e bisogni, ma diversi vantaggi,sino all’esclusione da ogni diritto per la famiglia ebraica ealla deportazione dopo il 1943.Gli occhiali d’oroRegia: Giuliano MontaldoProd.: Italia, 1987Interpreti principali:Valeria Golino, PhilippeNoiret, Rupert EverettDurata: 110 min.Scorrendo indietro <strong>nel</strong> tempo, vannosegnalati altri due film <strong>italiani</strong>, entrambitratti da romanzi dello scrittore GiorgioBassani: Il giardino dei Finzi Contini(De Sica, 1970) e Gli occhiali d’oro(Montaldo, 1987), ambientati <strong>nel</strong>la Ferrarafascista. Nel primo film, attraversol’amicizia tra Giorgio (Lino Capolicchio),figlio di un commerciante, e Micol (Dominique Sanda),giovane appartenente all’altolocata famiglia dei Finzi Contini,si ricostruiscono vicende personali e familiari della cittàemiliana; <strong>nel</strong> secondo, un giovane ebreo condivide la sorte diemarginazione di un dentista omosessuale<strong>nel</strong>l’Italia delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> del Schindler’s list1938.Regia: Steven SpielbergPoi ci sono due evergreen come Schindler’slist di Steven Spielberg (1993) Interpreti principali:Prod.: Usa, 1993e Arrivederci ragazzi di Louis Malle Liam Neeson, Ben(1987). La lista di Schindler (titolo a Kingsley, Raplh Fiennesdoppio senso <strong>nel</strong>la lingua yiddish degliebrei della Mitteleuropa, ovvero “ilDurata: 195 min.trucco di Schindler”) fu quell’elenco di prigionieri ebrei cheil tedesco Oskar Schindler comprò dapprima per sfruttarli,poi per salvarli. La lista si allungò sempre più <strong>nel</strong> corso deglianni, arrivando a contenere il nome di centinaia di deportatisalvati. Spielberg ricostruisce in un drammatico bianco enero (esclusi alcuni fotogrammi) la storia di un uomo e del“suo gruppo” da Cracovia ad Auschwitz, dalle prime <strong>leggi</strong><strong>razziali</strong> alla deportazione, sino all’arrivo dei russi liberatori.Malle sposta, invece, l’obiettivo <strong>nel</strong> sudArrivederci ragazzi della Francia per narrare l’amicizia difficilefra due ragazzini, Jean e Julien, ini-Regia: Louis MalleProd.: Francia, 1987 zialmente contrapposti da rivalità adolescenziali,sullo sfondo della guerra. JeanInterpreti principali:Raphael Fejito, Gaspard Bonnet è, in realtà, un ebreo nascosto inManessecollegio assieme ad altri coetanei. Proprioattorno al segreto di Jean si rinforzaDurata: 104 min.il legame affettivo di Julien che consideral’amico lontano da ogni pericolo di persecuzione. Ma quando,su soffiata di un inserviente zoppo e deriso (altro tema storico,quello della vendetta), arriva la Gestapo,Julien capisce d’aver perso d’un colpol’amico e l’adolescenza, lasciati dietro Lacombe LucienCognome e nome:la linea d’ombra della guerra.Regia: Louis MalleIn quella stessa Francia meridionale, Prod.: Francia, 1974controllata dal maresciallo Pétain, lo Interpreti principali:stesso regista aveva ambientato, <strong>nel</strong> Pierre Blaise, Aurore1974, Cognome e nome: Lacombe Lucien,altro spaccato di adolescenze in-Durata: 138 min.Clémentfrante, di amori risolti tragicamente,come quello tra un giovane contadino che <strong>nel</strong> 1944 entra percaso tra gli ausiliari della polizia tedesca, conosce il lusso e lavita facile, s’innamora di un’ebrea, uccide un soldato tedesco,è catturato dai partigiani e fucilato.Rivolto alle generazioni e agli allievi più giovani, infine, nonsi può dimenticare La vita è bella, fortunato film di RobertoBenigni del 1997 (vinse l’Oscar) cheLa vita è bella narra la storia dell’ebreo Guido innamoratodi Dora, negli anni trenta, inRegia: Roberto BenigniProd.: Italia, 1997 Toscana. Passano gli anni, i due hannoun figlio, Giosuè, e vivono <strong>nel</strong> cli-Interpreti principali:Roberto Benigni, Nicoletta ma di persecuzione antisemita impostoBraschidalle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, finché l’intera famigliaviene deportata in un lager nazi-Durata: 116 min.sta. Qui Guido, sostenendo un’ingegnosamessinscena, riesce a far credere al piccolo Giosuè chesta partecipando a un gioco a premi con in palio un carro armato.Sospeso tra sogno e realtà, comico e tragico a un tempo,il film di Benigni sbeffeggia la follia umana, rendendolaquello che è, una semplice, tragica assurdità.17 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Risorse webla shoahVale la pena chiedersi: come reagì l’Italia di fronte a tuttoquesto? A questo proposito vanno illustrati e discussicon la classe alcuni documenti significativi: dalle fotografieche ritraggono scritte antisemite sulle vetrine deinegozi ai documenti sulla posizione della Santa sede.Un intero percorso di approfondimento è dedicato allaShoah. In special modo, va proposta agli studenti comeun importante momento di riflessione storica l’analisi delwww.museoshoah.itLa prima mostra digitale che illustra, con i documenti dell’epoca,la persecuzione degli ebrei in Italia (1938-45)A cura di Lino Valentinitutto il territorio nazionale, dopo i processi d’unificazione.Ricordiamo, a questo proposito, l’attiva e convintapartecipazione degli ebrei <strong>italiani</strong> alle vicende risorgimentali.Non esistevano sostanziali problemi di convivenzae integrazione <strong>nel</strong>la società del tempo.’impatto visivo con l’homepage è forte e coinvolgente.L’immagine di fondo rappresenta uno spac-Lcato di pagella di una studentessa sulla quale spicca iltimbro: “di razza ebraica”. Così si presenta il sito www.museoshoah.it che illustra, con un’interessante e articolatamostra, la persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938al 1945 attraverso i documenti dell’epoca.i numerosi documenti in archivioLa mostra del CDEC (Centro di documentazione ebraicacontemporanea) «racconta le parole, le immagini eanche i silenzi» di quei tragici anni. L’archivio è ricchissimoe presenta una grande varietà di documenti chepossiamo distinguere, con una semplificata classificazioneconcettuale, in soggettivi e oggettivi. Tra i primi,troviamo lettere e diari privati, fotografie e documentazionepersonale. Tra i secondi, sono raccolti atti ufficialidelle autorità, decreti legge, pubblicistica, articoli digiornale e volantini. La visita alla mostra, come ci consiglianogli autori, può essere effettuata seguendo duepercorsi: uno lineare completo e l’altro mediante una ricercadi specifici documenti. Chiariamo meglio questopunto per un’adeguata navigazione <strong>nel</strong> sito.Il primo percorso permette di visionare l’intera mostra,sezione dopo sezione, seguendo cronologicamente l’indice:Gli ebrei in Italia dal 1848 al 1943, La Shoah, Gliebrei dopo il 1945.Il secondo percorso, mediante un motore di ricerca interno,consente di individuare particolari documentiche possono essere ordinati per data, luogo, descrizione.Per esempio, digitando la parola “Auschwitz” è possibileesaminare alcuni documenti fotografici con didascalieche raccontano sinteticamente storie personali efamiliari di deportati.Come ricorda l’introduzione, lo scopo della mostra nonè solo quello di studiare e conoscere gli eventi di queglianni, ma di comprenderli <strong>nel</strong>la loro drammaticità storicaper conservare la memoria delle vittime. Una lezioneche non va perduta.Simuliamo un percorso didattico da svolgere con unaclasse. La mostra si presenta suddivisa in quattro parti.Nella prima parte si approfondisce la storia degli ebrei inItalia prima dell’avvento delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>. Cominciamola nostra visita, per esempio, dall’analisi dello Statutoalbertino del 1848 che concedeva agli ebrei piemontesila piena emancipazione civile e politica, poi estesa adal razzismo alle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>Quando emersero i primi segnali del clima antisemita?È del 1921, come ben evidenzia la mostra, la prima edizioneitaliana dei Protocolli dei Savi anziani di Sion acura di Giovanni Preziosi. Il documento, palesementefalso, segnò l’inizio della diffusione dell’idea della “congiuraebraica mondiale” che giustificherà, in malafede,le persecuzioni <strong>razziali</strong>. Di grande valore formativo è,inoltre, la dettagliata ricostruzione del diffondersi deglistereotipi razzisti in Italia a partire dalla conquista colonialedell’Etiopia <strong>nel</strong> 1936. Con un’interessantissimadocumentazione, fatta di articoli <strong>giornali</strong>stici, testi di caratterescientifico, romanzi e fumetti, la mostra illustrala campagna di stampa antiebraica che si sviluppò tra il1937 e il 1938.Dalla diffamazione alle schedature, il passo fu breve. Dedicareattenzione, durante la navigazione con la classe, aquesti materiali d’archivio è molto stimolante dal punto divista della ricerca storica. <strong>Le</strong> ricevute di dichiarazione di“appartenenza alla razza ebraica” documentano i censimentiche riguardarono ogni settore della vita pubblica eprivata. Il primo atto, infatti, della legislazione antiebraicafu la definizione di “ebreo”. Una tavola genealogica, dinotevole valore storico, mette in evidenza il tentativo diclassificare, in base al “sangue”, la razza ebraica. Il frontespiziodel Regio decreto-legge n. 1728 del 17 novembre1938 documenta l’atto legislativo decisivo. Meritano ampiospazio, <strong>nel</strong>la nostra visita didattica, le testimonianzeriguardanti l’applicazione della legge. Non mancò certouno scrupoloso zelo, che andava ben al di là di ogni burocraticoformalismo. L’allontanamento dai settori lavorativipubblici e privati, la cancellazione di ogni contributoebraico alla vita nazionale, il divieto dei matrimoni mistifurono gli immediati provvedimenti che causarono immensesofferenze. La dicitura “di razza ebraica” comparvesu tutti i documenti ufficiali, tranne che <strong>sui</strong> passaporti,evidentemente per favorire l’emigrazione.18Edizioni ScolasticheBruno Mondadori


isorse webla politica antiebraica praticata durante l’occupazione nazistadell’Italia, a partire dal settembre 1943. Soffermarsisu alcune singole microstorie per poi allargare il discorsoal contesto generale può diventare una lezione di intensovalore educativo. Lo studio dei documenti di arresto e diconfisca che riguardarono concrete esistenze, ritratte neiloro volti, si può trasformare in un’esperienza umana fondamentale<strong>nel</strong>la formazione delle coscienze.Infine, le deportazioni e gli eccidi. Per la maggioranzadegli ebrei <strong>italiani</strong> la destinazione fu il campo di Auschwitz-Birkenau,in Alta Slesia (Polonia). Per granparte di loro fu un viaggio senza ritorno. Rare cartolinee lettere documentano lo strazio di quei giorni. <strong>Le</strong>ggerlee discuterne con la classe è d’obbligo. Altrettanto interessanterisulta essere l’esame delle notizie sulle persecuzioni.I <strong>giornali</strong> clandestini non si tirarono indietro:“L’Unità” denunciò i «pogrom a Roma», e l’“Italia libera”scrisse su «la deportazione degli ebrei romani». Vapure evidenziato il ruolo di molti <strong>italiani</strong> non ebrei che,pur consapevoli dei rischi che correvano, prestaronosoccorso ai perseguitati. L’esperienza documentata dell’aiutodi don Arrigo Beccari ai ragazzi di Villa Emmaè degna d’essere ricordata agli studenti. La navigazioneguidata si può trasformare, così, in una straordinaria occasionedi crescita umana, culturale e civile.la Fondazione Centro di documentazioneebraica contemporaneaDalla homepage, un link rimanda alla Fondazione Centrodi documentazione ebraica contemporanea, raggiungibileall’indirizzo www.cdec.it. La Fondazione ha comeobiettivo quello di promuovere lo studio delle vicende,della cultura e della realtà degli ebrei, con particolare riferimentoall’Italia e all’età contemporanea. Una riccasezione di “risorse e strumenti” permette di conoscere testie documenti sulla Shoah in Italia. Apprezzabile anchela parte bibliografica che contiene, tra le altre indicazioni,un’essenziale cernita di libri per docenti ed educatori, utilialla riflessione e all’elaborazione di percorsi didattici.Per consentire una maggiore accessibilità,la rivista è disponibile anche in formatoword. Richiedetelo alla redazione:info@brunomondadoristoria.itAltre iniziativeMeritevole di attenzione è pure l’iniziativa dell’Istoreto(Istituto piemontese per la storiadella Resistenza e della storia contemporanea)www.istoreto.it/didattica/anniversari2008_0708.htm. In occasione del settantesimo anniversario delle<strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong>, l’Istituto presenta una serie di prodottitradizionali e multimediali sull’argomento.<strong>Le</strong>ggendo <strong>nel</strong>la sezione Catalogo è possibile conoscerele esperienze concrete prodotte sul tema dall’Istituto:un’installazione multimediale dal titoloTorino 1938-48. Dalle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> alla Costituzionee un percorso didattico relativo sulle <strong>Le</strong>ggi <strong>razziali</strong> aTorino. Quest’ultimo, specialmente, permette, medianteun ipertesto on line www.istoreto.it/torino38-45/index.htm, di studiare la cronologia degli avvenimenticon un’analisi dell’applicazione delle <strong>leggi</strong><strong>razziali</strong> <strong>nel</strong> capoluogo piemontese. Molto valida, dalpunto di vista didattico, risulta la mappa della cittàche illustra i luoghi delle vicende, con precise didascalie.È anche possibile proporre alle classi unavisita virtuale ai Musei della Memoria www.istoreto.it/torino38-45/musei.htm,dedicati ai temi dellaguerra e della deportazione.Segnaliamo, in conclusione, il Manifesto degliscienziati antirazzisti 2008 redatto dal prof. MarcelloBuratti (docente di genetica all’Università di Firenze),insieme ad altre autorevoli firme, <strong>nel</strong> meetingdi San Rossore del 10-11 luglio 2008, che trovate all’indirizzowww.regione.toscana.it/regione/opencms/RT/sito-RT/MenuUtility/SanRossore-Firma-Manifesto-Antirazzismo.Il manifesto, scaricabile in formatopdf, riafferma con forza che «di Razza ce n’èuna sola. Quella umana» e condanna duramente ogniforma d’ideologia razzista. Il nono punto, in particolarmodo, sottolinea che «gli ebrei <strong>italiani</strong> sono contemporaneamenteebrei ed <strong>italiani</strong>». La scelta delluogo dell’incontro non è stata casuale, in quanto lapromulgazione delle <strong>leggi</strong> <strong>razziali</strong> avvenne da partedel re d’Italia Vittorio Emanuele III <strong>nel</strong>la tenuta diSan Rossore il 5 settembre 1938. È anche possibilesottoscrivere, mediante un modulo on line, il Manifestodegli scienziati antirazzisti, all’indirizzo indicato.PERLASTORIAmailA cura diCristina RolfiniRedazioneSerena SironiRicerca iconograficaBeatrice ValliMultimedia Dept.Lina GussoReferenze iconograficheArchivio Pearson ParaviaBruno MondadoriPer i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotograficheappartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi dirittonon potuti reperire, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti.L’editore autorizza la riproduzione dei materiali ai soli fini didattici.<strong>Le</strong> riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale, o comunqueper uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazionerilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org e sitoweb www.aidro.orgUna produzioneEdizioni Scolastiche Bruno Mondadoriwww.brunomondadoriscuola.comhttp://brunomondadoristoria.it/www.pbmstoria.itTutti i diritti riservati© 2008, Pearson Paravia Bruno Mondadori spa19Edizioni ScolasticheBruno Mondadori

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